Luigi Bonotto - Johan and Levi editore1419331476]-Bonotto-Peterlini... · Negli anni settanta ho...

20

Transcript of Luigi Bonotto - Johan and Levi editore1419331476]-Bonotto-Peterlini... · Negli anni settanta ho...

Page 1: Luigi Bonotto - Johan and Levi editore1419331476]-Bonotto-Peterlini... · Negli anni settanta ho preso in mano io l ... È partito da Giotto arrivando fino a Michelangelo e . ...
Page 2: Luigi Bonotto - Johan and Levi editore1419331476]-Bonotto-Peterlini... · Negli anni settanta ho preso in mano io l ... È partito da Giotto arrivando fino a Michelangelo e . ...

Luigi Bonotto

Patrizio Peterlini

Page 3: Luigi Bonotto - Johan and Levi editore1419331476]-Bonotto-Peterlini... · Negli anni settanta ho preso in mano io l ... È partito da Giotto arrivando fino a Michelangelo e . ...

Tutti i diritti riservati Luigi Bonotto, Patrizio Peterlini – 2

Luigi Bonotto dialoga con Patrizio Peterlini

Conferenza presso la Sala di consultazione, 25 marzo 2014

LB – Luigi Bonotto

PP – Patrizio Peterlini

MP – Marcella Pralormo

P – Intervento del pubblico

MP – Buonasera e benvenuti, l’ospite di questa sera è Luigi Bonotto, un imprenditore

del tessile vicentino che ha fuso arte e imprenditoria. La sua passione e la sua

collezione sono entrate a far parte anche della vita della fabbrica; ha infatti applicato

i principi della corrente Fluxus, vale a dire la flessibilità e l’apertura a tutte le forme

d’arte, anche all’interno della sua attività lavorativa. Questa passione per l’arte si è di

recente concretizzata nella nascita di una vera e propria istituzione, una Fondazione

nata l’anno scorso, la cui sede fisica, presso Bassano del Grappa, è stata disegnata

dall’architetto Chipperfield. Lo scopo è preservare la collezione e i moltissimi

documenti legati agli artisti di Fluxus affinché vengano tramandati ai posteri. Dialoga

con lui Patrizio Peterlini, direttore della Fondazione Bonotto. Proietteremo un film1

sulla collezione e la nascita della Fondazione, poi i nostri relatori dialogheranno

entrando meglio nel merito della questione.

LB – Grazie a tutti voi per essere presenti e un grazie particolare alla direttrice della

Pinacoteca che mi ha inseguito con discrezione e costanza per mesi finché non ho più

potuto dire di no. È contro la mia natura parlare e farmi vedere in pubblico ma questa

volta mi sono lasciato convincere. Con me c’è il dottor Patrizio Peterlini, direttore

della Fondazione nata pochi mesi fa a Venezia, presso le scuole di Architettura e

Fashion design e inaugurata da una madrina d’eccezione: Yoko Ono. Io vi racconterò

1 Il film è visibile liberamente al seguente indirizzo: http://www.fondazionebonotto.org/it/home.

Page 4: Luigi Bonotto - Johan and Levi editore1419331476]-Bonotto-Peterlini... · Negli anni settanta ho preso in mano io l ... È partito da Giotto arrivando fino a Michelangelo e . ...

Tutti i diritti riservati Luigi Bonotto, Patrizio Peterlini – 3

di come ho creato questa realtà, mentre Patrizio vi parlerà del tipo di arte che ho

collezionato.

PP – Cominciamo a conoscere questa storia straordinaria accennata nel film.

Chiederei a Luigi di raccontarci qualcosa delle sue origini, della sua famiglia, degli

studi, della sua gioventù.

LB – La mia famiglia appartiene alla borghesia della campagna veneta e ha sempre

coniugato religione, politica, affari e arte. Sono nato e cresciuto in un ambiente

famigliare molto religioso, ricordo che mia madre era addirittura la persona di

riferimento del vescovo di Vicenza per tutta la nostra zona e che si incontravano

abbastanza frequentemente per discutere di varie questioni. Il vescovo quando

veniva a casa mia nascondeva delle caramelle nelle maniche e come arrivava mi

chiamava “Luigin” e lasciava cadere le caramelle. Si liberava così di un rompiscatole

per qualche mezzora. Per quanto riguarda l’ambito politico ho avuto degli zii e un

fratello che hanno ricoperto la carica di sindaco del paese di Marostica, la mia

cittadina d’origine. Ho passato tante di quelle mezze giornate nel castello di

Marostica, sede del comune, che quando ci ritorno mi sento subito a mio agio;

respiro l’aria come se fosse quella di casa mia. Il fiuto per gli affari invece è da far

risalire a nonno Luigi, che ai primi del Novecento iniziò a fare fortuna con la

lavorazione della paglia. A Marostica si trovava questa materia prima in abbondanza,

sembra una cosa molto semplice ma era preziosa perché il terreno di quella zona

mancava di molte sostanze minerali e il frumento cresceva con il gambo sottile e

malleabile, estremamente adatto a essere lavorato. Il nonno faceva cappelli di paglia,

ha iniziato con questa attività e mio padre l’ha portata avanti, fino a che non sono

arrivati gli “uomini nati senza testa”: apparentemente i cappelli di paglia non

andavano più di moda, nessuno voleva più comprarli, se non per i lavori nei campi.

Negli anni settanta ho preso in mano io l’attività, introducendo la lavorazione dei

tessuti.

PP – Mi raccontavi che già tuo padre ti portava alle mostre e ti parlava d’arte.

LB – Avevo ancora i calzoncini corti che papà, non dico settimanalmente ma almeno

ogni dieci o quindi giorni mi portava a vedere un museo o una mostra. Mi raccontava

dei grandi artisti rinascimentali. È partito da Giotto arrivando fino a Michelangelo e

Page 5: Luigi Bonotto - Johan and Levi editore1419331476]-Bonotto-Peterlini... · Negli anni settanta ho preso in mano io l ... È partito da Giotto arrivando fino a Michelangelo e . ...

Tutti i diritti riservati Luigi Bonotto, Patrizio Peterlini – 4

mi parlava moltissimo degli artisti veneti. Quando facevamo queste visite io speravo

sempre di non incontrare il custode, perché i due iniziavano a pescare fra i ricordi e

intavolavano conversazioni del tipo: «Là su quella parete c’era il famoso… là su

quell’altra parete c’era… e adesso non c’è più.» Durante la guerra molte opere sono

andate perdute, ma loro si ricordavano di tutti questi particolari e io, che ero ancora

un ragazzino, dopo un po’ mi annoiavo. Ricordo la prima volta che papà mi ha

regalato dei libri d’arte, erano quelli su cui aveva studiato lui stesso al liceo, era la

Storia dell’Arte. Mia madre, che era molto religiosa, era piuttosto contrariata e

questo suo atteggiamento non faceva che incuriosirmi ancora di più: «Perché non

posso vederli?» chiedevo.

PP – A proposito di curiosità, c’è un aneddoto che mi hai raccontato, quello della

biblioteca di Bassano dove andavi a cercare i libri futuristi.

LB – Negli anni successivi al ’62-’63 mio padre mi aveva parlato molto dei futuristi e

io, incuriosito, volevo saperne di più. A quei tempi la biblioteca di Marostica non

aveva libri sul Futurismo e quindi io partii in bicicletta e andai a Bassano a chiedere

se avessero libri sull’argomento. Il bibliotecario mi guardò come per dire: «Ma non ti

vergogni a leggere questi libri?» Naturalmente questo mi incuriosì ancora di più e

chiesi di vederli tutti. Col tempo ho capito perché il bibliotecario aveva reagito così:

durante il fascismo a Bassano hanno avuto luogo terribili eccidi e il movimento

futurista era in qualche modo legato alla politica. C’era da vergognarsi a parlarne, era

un tabù. Poi naturalmente i tempi sono cambiati e in questi giorni a New York ho

visto una mostra sul Futurismo italiano, mancavano molte opere importanti ma era

documentata bene e offriva una valida panoramica.

Quando mio padre ritornava dai suoi viaggi mi parlava dei futuristi, degli

espressionisti e di Picasso che era il suo artista preferito. Così ho cominciato a

interessarmi a questi pittori e scultori e a quello che facevano; per me è stata una

grande lezione di cui ho fatto tesoro per tutta la vita.

Giunse poi il momento di andare a scuola e papà mi iscrisse a Valdagno, alla scuola

tessile. Là c’era Marzotto,2 un centro di riferimento sia per il settore tessile che per

l’arte, che organizzava ogni anno un famosissimo premio di pittura, scultura, filosofia

2 Marzotto è una famosa fabbrica tessile italiana con sede a Valdagno, in provincia di Vicenza.

Page 6: Luigi Bonotto - Johan and Levi editore1419331476]-Bonotto-Peterlini... · Negli anni settanta ho preso in mano io l ... È partito da Giotto arrivando fino a Michelangelo e . ...

Tutti i diritti riservati Luigi Bonotto, Patrizio Peterlini – 5

e teatro.3 Era un premio per la cultura e l’arte in generale, istituito nei primi anni

cinquanta e chiuso nel ’68 sull’onda della contestazione studentesca. L’ultimo

premiato fu Burri. Immaginate: Burri aveva portato due o tre lavori molto grandi, dei

sacchi con dei numeri e delle cuciture, quando il vecchio Marzotto vide i sacchi della

lana che lui buttava incorniciati come opere d’arte quasi impazzì al pensiero di aver

sborsato milioni per acquistarli.

Un altro bel ricordo è l’arrivo degli artisti pop americani alla Biennale di Venezia del

’68. C’era un gallerista di Venezia che cercava di importare opere appena arrivate da

New York. Mi sfugge il suo nome ma ricordo che portò dei fiammiferi enormi4 e altri

lavori della Pop Art americana, erano tutti oggetti molto grandi. Marzotto arrivò e

disse: «Ma cosa state facendo qui? Il mercato nel mio giardino? Via tutti, via tutti!» e

non volle vedere nulla. Io ero uno degli organizzatori e rimasi deluso, mi ero

impegnato perché si prendessero accordi per portare qualche opera a Valdagno ma

Marzotto non ne volle sapere. Ho conosciuto tutto questo mondo, sia italiano che

europeo, un ambiente che mi ha permesso di entrare in contatto con persone che

sono diventate punti di riferimento nella mia vita, come i figli degli industriali tessili

che mi sono stati di supporto quando ho avviato la mia attività. Altro fattore

essenziale alla mia crescita fu il fatto che abitavo in una zona molto frequentata dagli

artisti: arrivavano ogni anno per il Premio Marzotto e io ho avuto la fortuna di

incontrare personaggi come Burri, Fontana e Arman, solo per nominarne qualcuno.

Questi incontri hanno iniziato a mettere in discussione il mio modo di concepire il

mondo: l’Arte Retinica e l’Astrattismo, che apprezzavo, hanno cominciato ad attirarmi

sempre meno e ho iniziato invece a interessarmi al Dada e a tutta l’Arte Concettuale.

PP – È in quel periodo che hanno avuto luogo gli incontri decisivi che ti hanno aperto

gli occhi rispetto a questo modo di concepire l’arte.

LB – Negli anni sessanta frequentavo Milano, una sera del ’62 o del ’63 ero in un

circolo scacchistico e ho incontrato Marcel Duchamp che per me era già in quegli anni

un personaggio mitico. Gli ho chiesto se gli andava di giocare a scacchi e lui mi ha

accontentato. Abbiamo fatto una partita e io dopo dieci mosse ero già distrutto. Gli

3 Il Premio Marzotto è stato un premio internazionale istituito nell’ottobre del 1950 da Gaetano Marzotto presidente dall’omonimo gruppo tessile con prima edizione nel settembre del 1951. Sono state fatte diciotto edizioni fino alla chiusura definitiva nel 1968. 4 Si tratta probabilmente dell’opera di Claes Oldenburg (Stoccolma, 1929), artista e scultore svedese naturalizzato statunitense.

Page 7: Luigi Bonotto - Johan and Levi editore1419331476]-Bonotto-Peterlini... · Negli anni settanta ho preso in mano io l ... È partito da Giotto arrivando fino a Michelangelo e . ...

Tutti i diritti riservati Luigi Bonotto, Patrizio Peterlini – 6

ho detto: «Mi spiace di essere stato così debole» e lui: «Non ti preoccupare, ognuno

tira fuori quello che ha dentro».

PP – Quali sono state le persone che ti hanno introdotto al Fluxus e alla Poesia

Sperimentale? Si tratta di un passaggio fondamentale, se non ricordo male tu hai

iniziato a collezionare le opere degli artisti che frequentavi, come Tancredi e Vedova.

LB – Vedova l’ho sempre amato moltissimo, oltretutto è stato un mio maestro,

quando frequentavo l’Accademia. Finiti gli studi di tessitura mi sono fermato a

Valdagno a insegnare disegno e struttura tessile. In quel periodo avevo intenzione di

dedicarmi all’insegnamento e fare l’artista, poi qualche mese prima dell’esame di

stato all’Accademia ho deciso di cambiare vita e qualche anno dopo ho dato le

dimissioni dall’insegnamento. Ricordo il giorno in cui mi sono licenziato da scuola e

sono tornato a casa, avevo già due figli e non sapevo come dirlo alla famiglia. Davanti

alla porta di casa vidi mia moglie e mia suocera che chiacchieravano. Pensai:

«Adesso è il momento giusto per confessare quello che ho fatto». Mi sono avviato

verso di loro lasciando la macchina parcheggiata con il motore acceso.

PP – Pronto per la fuga.

LB – Dissi loro: «Mi sono licenziato, a scuola non vado più». Mia suocera ripeteva:

«Ah! Rovina famiglie!». Per fortuna avevo lasciato il motore dell’auto accesso, me ne

andai e rientrai a casa dopo qualche ora, quando le acque si erano un po’ calmate.

Queste sembrano storielle ma sono i fatti della mia vita.

Dopo aver lasciato l’insegnamento ho iniziato a lavorare tessuti molto particolari

intrecciando striscioline in pelle; forse proprio grazie a questi ho avuto l’occasione di

conoscere la direzione della Bassetti e ho cominciato a lavorare da loro come stilista

d’abbigliamento, un’attività che mi piaceva e per giunta prestigiosa. Qualche tempo

dopo Ada Montanari5 ha sentito parlare di me e mi ha chiesto di disegnare una

collezione anche per lei. Così ho iniziato la mia attività, il mio lavoro vero e proprio.

Mi sono lasciato attirare dall’abbigliamento e credo di essere stato uno dei promotori

dello stile italiano nel settore tessile perché continuavo a fornire nuove idee, nuovi

materiali.

5 Azienda di tessuti per l’arredamento.

Page 8: Luigi Bonotto - Johan and Levi editore1419331476]-Bonotto-Peterlini... · Negli anni settanta ho preso in mano io l ... È partito da Giotto arrivando fino a Michelangelo e . ...

Tutti i diritti riservati Luigi Bonotto, Patrizio Peterlini – 7

Nello stesso periodo ho conosciuto anche Ferraresi, stilista presso il Gruppo

Finanziario Tessile6 in viale Emilia 6 a Torino e siamo subito diventati amici. È stato

lui a mettermi il pallino del collezionismo, quindi è anche un po’ sua la colpa di tutto

quello che ho acquistato e collezionato.

PP – Persino l’indirizzo ti ricordi.

LB – Me lo ricordo bene, me lo sognavo anche di notte perché ogni dieci o quindici

giorni ero là in macchina. A quei tempi era uno dei punti di riferimento del pret-à-

porter italiano, c’erano dei marchi prestigiosissimi: Armani, Valentino e i francesi.

PP – È sempre impressionante ascoltare Luigi, per lui sembra tutto così naturale: «Mi

trovavo lì…». Però la storia che racconta è più unica che rara; una felice fusione tra

mondo dell’arte e mondo industriale che ha permesso lo sviluppo di un’azienda tra le

più importanti per produzione, innovazione dei materiali e continua ricerca. Dall’altro

lato c’è ammirazione per lo straordinario coraggio di lasciare un lavoro sicuro per

dedicarsi ad altro e interrompere rapporti che cominciavano a essere consolidati con

artisti come Tancredi e Vedova per avventurarsi con il Fluxus, ovvero con degli

oggetti poveri, piccoli, gioiosi e giocosi ma dal valore “nullo”, verrebbe da dire.

LB – In quegli anni, quando ho conosciuto questi artisti Fluxus ho iniziato a

condividere le loro idee. Quindi più che collezionista di opere ero un collezionista di

idee e di amicizie. E questo per me è sempre stato un fattore importantissimo. Ho

cominciato a frequentare gli artisti, ma non mi interessava il valore commerciale

dell’opera, mi importava piuttosto il contenuto. Poi naturalmente un artista tira

l’altro e in breve tempo casa mia era frequentata da circa duecento persone legate a

Fluxus e alla Poesia Sperimentale.

PP – Non tutti assieme, spero.

LB – Avevo imparato a non invitare mai contemporaneamente due esponenti della

Poesia perché trovavano sempre motivi per litigare, mentre gli artisti di Fluxus li

invitavo anche in quattro o cinque alla volta. Ho delle foto storiche scattate a casa

6 Impresa tessile nata a Torino nel 1930 e chiusa nel 2002.

Page 9: Luigi Bonotto - Johan and Levi editore1419331476]-Bonotto-Peterlini... · Negli anni settanta ho preso in mano io l ... È partito da Giotto arrivando fino a Michelangelo e . ...

Tutti i diritti riservati Luigi Bonotto, Patrizio Peterlini – 8

mia e tra i presenti si riconoscono diversi esponenti di questa corrente. Fluxus non è

un movimento ma un atteggiamento verso la vita e verso l’arte: un artista può fare

cose totalmente diverse e complementari a un altro. Inoltre tra loro c’era un forte

legame d’amicizia e molto rispetto. I poeti invece avevano interessi in comune,

parlavano linguaggi simili e quindi trovavano sempre motivo e occasione per litigare

tra loro, cosa che mi dava abbastanza fastidio.

La mia routine quotidiana consisteva nelle normali attività di un imprenditore:

incontrare i clienti e i fornitori, parlare con gli operai. Ma una nuova categoria iniziava

a delinearsi: quella degli artisti che gravitavano attorno all’azienda tessile.

Addirittura la mia abitazione era diventata al contempo casa e capannone, un

tutt’uno.

PP – Un “casannone”.

LB – Un “casannone”, sì. Mi sono trovato a settantatré anni, vecchio, con tutti questi

ricordi e la mia collezione da archiviare nel modo corretto. Archivio perché voglio che

rimanga memoria di tutti i fatti e le cose che ho visto e vissuto. Se non lo facessi, la

memoria sparirebbe; mi sono sentito in dovere di portare avanti quest’opera di

archiviazione. All’inizio lavoravo su cartaceo, poi ho digitalizzato tutto, la mia

ambizione è mettere tutta la collezione on-line. La raccolta naturalmente non consta

solo di oggetti ma anche di documenti, fondamentali e talvolta più importanti delle

opere stesse. Sono documenti cartacei, visivi e sonori, una collezione mista.

PP – Volevo appunto sottolineare l’aspetto dell’archiviazione che è parte integrante

della tua collezione, quasi un’opera a sé rispetto a questo tipo di arte definita

“Intermedia”, sempre a cavallo tra un media e l’altro. È un’arte difficile da definire,

ha introdotto l’happenning e la performance in modo prepotente. Non è più un’arte

da esporre, ma un’arte alla quale in qualche modo ci si espone. È un’esperienza.

L’aspetto della catalogazione e dell’archiviazione dei documenti, delle fotografie, dei

video, delle performance è quindi parte integrante dell’opera stessa. Un’opera che è

ciò che rimane, ciò che resta dell’esperienza a cui ci si è esposti.

Prima si parlava di atteggiamento rispetto all’arte, un atteggiamento che ha

influenzato il tuo modo di affrontare la vita, ha cambiato radicalmente il tuo modo di

concepire il mondo.

Page 10: Luigi Bonotto - Johan and Levi editore1419331476]-Bonotto-Peterlini... · Negli anni settanta ho preso in mano io l ... È partito da Giotto arrivando fino a Michelangelo e . ...

Tutti i diritti riservati Luigi Bonotto, Patrizio Peterlini – 9

LB – E allo stesso tempo di concepire il prodotto. L’arte e la produzione sono due

aspetti che nella mia attività si intrecciano sempre di più e si alimentano a vicenda.

Alle volte capitava di trattare gli artisti come si tratta un cliente e viceversa. In

sostanza per me avere a che fare con un artista, elaborare con lui progetti e trovare

idee per nuovi lavori o discutere con un fornitore era lo stesso, non cambiavo

atteggiamento, anche in questo caso era un tutt’uno.

PP – Riguardo al pret-à-porter prima accennavi al fatto che sei stato uno dei pionieri,

un protagonista dietro le quinte.

LB – Dietro i grandi vessilli ero uno di quelli che a ogni stagione arrivava con nuove

idee per creare prodotti all’avanguardia.

PP – Allo stesso modo Fluxus ha creato un pret-à-porter dell’arte diffondendo il

concetto di democratizzazione. Oggetti piccoli, facilmente accessibili a chiunque,

poco costosi, venduti per corrispondenza con una rivista. Da una parte l’idea della

produzione seriale industriale e, dall’altra, l’esaltazione del pezzo unico attraverso il

piccolo intervento sul prodotto seriale. È un fenomeno che viaggia parallelo alla

produzione industriale, al recupero dell’artigianalità nel tessuto. È un percorso

interessante e fondamentale dove si intrecciano l’arte e la produzione di casa

Bonotto; sembra quasi un restaurare l’aura persa, il piccolo prodotto seriale

dell’industria che attraverso l’artigianalità e l’intervento manuale dell’artista diventa

qualcosa di unico. Dall’altra parte lo stesso: l’intervento e l’attenzione dell’artigiano

trasformano un tessuto in qualcosa di straordinario. È un percorso unico. Si è creata

una felice osmosi in questo luogo mitico che è la Molvena,7 in questa fabbrica-

museo-casa, dove il confine fra un’attività e l’altra non ha più ragione di esistere. Gli

artisti che arrivano sono completamente affascinati dai tessuti e dicono: «Butta via le

mie opere, queste sono le vere opere! E tutti questi tessuti. Questa è la vera

biblioteca!» Tutto ciò ha dell’incredibile. Da un lato l’arte ha aperto gli occhi e ha

permesso di vedere il mondo produttivo sotto una nuova luce e, dall’altro le capacità

tecniche, o anche solo la disponibilità dei tecnici dell’officina presenti in fabbrica, ha

permesso agli artisti di sviluppare progetti che altrimenti non avrebbero potuto

7 Bonotto la Fabbrica Lenta, è situata a Molvena nei pressi di Vicenza.

Page 11: Luigi Bonotto - Johan and Levi editore1419331476]-Bonotto-Peterlini... · Negli anni settanta ho preso in mano io l ... È partito da Giotto arrivando fino a Michelangelo e . ...

Tutti i diritti riservati Luigi Bonotto, Patrizio Peterlini – 10

realizzare. C’è stato uno scambio tra i due mondi che ha portato alla creazione di

oggetti straordinari.

LB – In questo modo anche gli operai si sentono più valorizzati, come se anche loro

fossero artisti, vivono insieme alle opere e le due realtà si fondono. I miei operai non

dicono: «Andiamo al museo a vedere le opere» ma: «Andiamo in fabbrica a vedere le

opere.» Si informano quando arriva qualche artista. Purtroppo ultimamente se ne

vedono sempre meno ma sono loro stessi a portare avanti i progetti, proponendo

nuove idee.

PP – Il fenomeno straordinario che si verifica quando in fabbrica sono presenti gli

artisti, al lavoro su installazioni e opere, è che la pausa caffè diventa un momento di

discussione collettiva tra operai e artisti per trovare le soluzioni adatte a realizzare i

lavori. È una cosa che rende gli operai e gli artigiani partecipi di un sogno comune.

Quest’idea del sogno, del dream è tra l’altro la prima vera azione fatta da Luigi

Bonotto nel 2009 con Yoko Ono. Dream fu un’operazione organizzata in occasione

del premio alla carriera a Yoko Ono e consisteva nella realizzazione di manifesti di

grande formato, anche di sei o dieci metri, con stampata la sola parola Dream affissi

negli spazi pubblicitari cittadini. Questo progetto svela e spiega l’aspetto utopico del

sogno di Luigi di trasferire l’arte nelle strade, portarla ovunque in modo diffuso, nei

negozi, nei luoghi pubblici e rendere disponibile tutto on-line. L’idea utopica di

democratizzazione radicale e di libero accesso all’arte è un sogno straordinario; chi

lavora in fabbrica a Molvena ne è partecipe, lo vive, lo respira e lo identifica come un

sogno proprio.

LB – Ieri mi è arrivata una copia di Magazine Plus, un giornale torinese che riporta la

notizia del giorno in cui Yoko Ono fece da madrina alla nascita della mia Fondazione.

C’è un’intervista di cui ora vi leggerò il passo in cui parla proprio di Dream: «Alcuni

anni fa alcuni manifesti riportavano la parola “dream” sulle facciate delle case, sui

ponti e anche alle fermate degli autobus di molte città italiane. Poco tempo fa è stato

presentato dalla casa editrice Flaneur&Dust il libro Dream,8 l’ha visto, cosa ne

pensa?» Yoko Ono risponde: «Dream? Lo amo. È bellissimo e penso che Luigi

Bonotto abbia svolto un ottimo lavoro. Quello che ha fatto è stato dapprima

8 Yoko Ono, Dream, Flaneur&Dust, 2013.

Page 12: Luigi Bonotto - Johan and Levi editore1419331476]-Bonotto-Peterlini... · Negli anni settanta ho preso in mano io l ... È partito da Giotto arrivando fino a Michelangelo e . ...

Tutti i diritti riservati Luigi Bonotto, Patrizio Peterlini – 11

rappresentare la parola “dream” come una dichiarazione della mia mente in molte

città italiane. Penso che questo abbia aiutato la gente, perché ormai il sogno è

perduto e noi dobbiamo riportarlo fra noi. Poi ha messo il libro in una scatola ed è

fantastico. La parola torna a parlare, a dire a dichiarare. Una parola per parlare di noi

nel rumore visivo e uditivo che ci circonda.» Questo è il riassunto della grande

operazione che abbiamo messo in piedi, il progetto è stato portato a termine in tre o

quattro anni di lavoro e questa Fondazione è nata con lo scopo di promuovere arte e

industria. I prodotti di queste due realtà sono così intrecciati da non riuscire più

distinguere qual è il prodotto industriale e quale quello artistico.

PP – Quando si è deciso di girare il film ci si è interrogati sul da farsi: parlare solo

della Fondazione o solo della collezione? E la risposta naturale è stata: parlare di

entrambe, perché l’aspetto straordinario è proprio questo miscuglio. Il film doveva

trasmettere la sensazione di trovarsi di fronte a una realtà ibrida e poliedrica. L’uso

stesso della parola “collezione” è ambivalente, rappresenta sia la collezione di

tessuti che quella di opere. Da tutto questo fermento è nata in seguito l’idea di

trasformare la fabbrica in un vero e proprio museo, con opere dislocate in tutti gli

spazi produttivi e negli uffici. Sta diventando un percorso dove il lavoro quotidiano

dell’operaio è sullo stesso piano di quello dell’artista. E ciò influenza

considerevolmente chi ci lavora e chi viene in visita. D’altronde l’idea iniziale di fare il

museo a Bassano snaturava un po’ questo luogo “magico”.

LB – Snaturava l’idea di partenza da cui tutto è nato. Snaturava soprattutto l’intento,

per me è stato un percorso costruito giorno per giorno. Quando abbiamo iniziato a

esporre le opere sui muri dei magazzini, la commissione sindacale è intervenuta

dicendo: «E se qualcuno rovina qualcosa chi ne sarà responsabile?» Abbiamo dovuto

convincerli che anche gli operai che frequentano la fabbrica e l’abitazione sono

artisti, che non c’è differenza tra l’artista che arriva da New York e loro che sono in

fabbrica ogni giorno a lavorare. Per me si tratta delle stesse persone, degli stessi

artefici di tutto ciò che è stato creato qui dentro. Tutti guardano alle opere con la

mente aperta, sono diventati tutti fratelli.

PP – Pian piano adottano anche loro questa nuova visione del mondo.

Page 13: Luigi Bonotto - Johan and Levi editore1419331476]-Bonotto-Peterlini... · Negli anni settanta ho preso in mano io l ... È partito da Giotto arrivando fino a Michelangelo e . ...

Tutti i diritti riservati Luigi Bonotto, Patrizio Peterlini – 12

LB – Non hanno più paura di rovinare le opere, anzi io stesso ho detto loro: «Se me le

rovinate ne facciamo delle altre, ce ne sono talmente tante! Non abbiate paura». E

così hanno vinto il timore.

PP – Stimolante anche l’esperienza di contatto con gli artisti: ci sono delle scene nel

film dove Corner9 fa una performance-concerto all’interno dell’azienda, usando i

rumori delle macchine al lavoro con tutti gli operai assieme.

LB – Il titolo era Passeggiando passo ad ascoltar la musica. Corner ha preso un

registratore e passava da un telaio all’altro: pur essendo tutti della stessa marca e

molto precisi, avevano un suono diverso a seconda del tessuto che stavano

lavorando. È stata una bellissima performance. Quest’estate invece è venuto a

Molvena Geoffrey Hendricks,10 ha preso un po’ di abiti miei e un po’ dei suoi, li ha

ingessati e dipinti tutti di azzurro, il titolo era Il ritratto dell’ artista e del

committente. Al mattino trafugavo capi d’abbigliamento sotto lo sguardo stupito di

mia moglie, che diceva: «Ma dove li porti, cosa ne fai?»

Fra i tanti aneddoti mi viene in mente quella volta che, parlando di arte che si

autodistrugge,11 avevamo scaldato una piastra da cucina fino a farla diventare rossa e

avevamo messo un rubinetto che a intervalli regolari lasciava cadere sulla superficie

incandescente una goccia d’acqua. Il risultato era paradossale perché si vedeva la

goccia d’acqua “camminare” sulla piastra rossa di calore. Spostavamo il rubinetto da

destra a sinistra, così quando la goccia evaporava ne cadeva immediatamente

un’altra, noi ci divertivamo e la gente si stupiva: «Ma come fa a non evaporare?».

L’acqua evaporava ma cadeva subito un’altra goccia, di continuo. L’ultima opera che

ho realizzato, in questi giorni, è costituita da un grande cubo in cui è stata messa

della mica che, grazie a un flusso d’aria, continua a girare dentro al cubo.

Posizionando alcune luci in un certo modo si vedono dei riflessi cangianti.

Naturalmente dopo qualche ora la mica diventa polvere, si disintegra, e con essa si

distrugge l’opera. Riempiendo nuovamente il cubo con la mica ricomincia il

“giochino”.

9 Philip Corner (New York, 1933) è un compositore, pianista, teorico musicale californiano. 10 Geoffrey Hendricks (Littleton, 1931) è un artista americano tra i primi aderenti a Fluxus. 11 La conversazione avvenne con Gustav Metzeger a Molvena nel 1990. Entrambe le opere, Hotplate with Water Globe (1968) e Air Cube with Mica, sono state realizzate su progetti di Metzger donati a Luigi Bonotto.

Page 14: Luigi Bonotto - Johan and Levi editore1419331476]-Bonotto-Peterlini... · Negli anni settanta ho preso in mano io l ... È partito da Giotto arrivando fino a Michelangelo e . ...

Tutti i diritti riservati Luigi Bonotto, Patrizio Peterlini – 13

PP – Tutto sommato si è sempre trattato di un gioco. Molte delle opere conservate in

collezione, i pezzi unici diciamo, sono nate come giochi tra Luigi e gli artisti, mentre

la maggior parte della collezione è costituita da multipli, in perfetto accordo con lo

stile di Fluxus e della Poesia Sperimentale.

LB – Un altro episodio che ricordo risale a quando Eric Andersen12 è arrivato con una

edizione di Balbuzie fatta col colore e io mi sono accorto che un po’ alla volta

scoloriva: esposto alla luce il pigmento perdeva di intensità. Abbiamo quindi pensato

di fotografare l’opera una volta all’anno per dieci anni consecutivi e abbiamo

preparato cinque cassetti in cui di volta in volta mettevamo le foto scattate, sempre

nelle stesse condizioni dell’anno precedente. Abbiamo ottenuto una sequenza con

tutte le gradazioni del colore che man mano sbiadisce. È un’opera a cui sono molto

affezionato perché ci è voluto un percorso di dieci anni per terminarla.

PP – Altri esempi sono il lavoro appena concluso di Metzger13 e quello di Patterson.14

Anche questi li si potrebbe definire “scherzi” che si trasformano pian pano in

momenti di vita, diventano vere e proprie opere d’arte all’interno di questa relazione

di costanti scambi e di amicizia.

LB – Ti riferisci all’opera Arte Italiana di Patterson. Graziella [la domestica] se ne

ricorderà perché siamo andati avanti anni e anni per finirla. L’idea è nata così: un

giorno tornando da Firenze portai con me come souvenir un grembiule con la

riproduzione di una parte anatomica del David. Arrivato a casa trovai Ben Patterson

ospite a pranzo e proposi a Graziella di indossare il grembiule per cucinare. Lei, che

era timida, scappava via da tutte le parti e Ben rideva di queste scene. Parlando lui

scoprì che esistevano anche altri articoli e addirittura delle mutande con la stessa

fantasia del David e mi chiese se potevo portargliene. Mi ci sono voluti un paio d’anni

per procurarmeli perché non riuscivo più a trovarli a Firenze. Ben li prese e se li portò

via. Qualche tempo dopo mi trovavo a Parigi, stavo arrivando a Sant Germain verso le

sei o le sette e tutto il traffico era bloccato. Scesi dal taxi e sentii: «Signore e signori,

ecco a voi le mutande di Luigi Bonotto!» Cosa stava succedendo? Vauthier15 stava

12 Eric Andersen (Atwerpen, 1940) è un artista belga tra i primi aderenti a Fluxus. 13 Gustav Metzger (Norimberga, 1926) è un artista tedesco inventore della Auto Cretive Art e della Auto Destructive Art vicino al gruppo Fluxus. 14 Ben Patterson (Pittsburgh, 1934) è un musicista e artista statunitense tra i fondatori di Fluxus. 15 Ben Vautier (Napoli, 1935) è un artista francese aderente a Fluxus.

Page 15: Luigi Bonotto - Johan and Levi editore1419331476]-Bonotto-Peterlini... · Negli anni settanta ho preso in mano io l ... È partito da Giotto arrivando fino a Michelangelo e . ...

Tutti i diritti riservati Luigi Bonotto, Patrizio Peterlini – 14

allestendo una mostra in una galleria e insieme a Ben Patterson decise di passare in

dieci gallerie ed esporre quelle mutande all’entrata di ognuna: le mutande di Luigi. È

stata un performance a complemento dell’opera, anzi forse il nucleo centrale

dell’opera. Ben Vautier da bravo burlone si divertiva, era andato a prendere un

altoparlante e gridava forte, così anch’io mi sono unito a loro, ci siamo divertiti

veramente. Dopo un anno o due Ben Patterson mi telefonò chiedendomi se potevo

andare a prenderlo all’aeroporto, ci andai volentieri e lui arrivò con dei pacchi: dentro

c’era tutta l’opera, i grembiuli erano incollati su una tela. Aveva con sé anche il

librettino di documentazione delle sue performance e tra le tante c’era anche quella

della presentazione delle mutande nelle varie gallerie parigine.

PP – Sembra uno scherzo, ma guardando bene ci si rende conto di essere di fronte a

una interessante riflessione sulla riduzione dell’arte italiana a gadget industriale: le

grandi opere vengono svilite e diventano oggetti da mercatino, souvenir per i turisti.

LB – Un’altra opera che è nata a Molvena è Fluxus Balance for Luigi, di Mieko

Shiomi.16 Mieko non ha mai realizzato pezzi unici, ma sempre delle serie. Ne ha fatta

una prendendo delle bilance e disponendovi sopra dei pesi e dei bigliettini con frasi e

citazioni di vari artisti e persone di cultura, facendo in modo che i due piatti fossero

sempre in equilibrio. Ne ha fatte nove, e gli artisti che passavano da casa mia erano

liberi di contribuire all’opera aggiungendo le scritte e i pesi che preferivano, purché i

piatti restassero sempre in equilibro. A questo lavoro hanno partecipato artisti di

Fluxus come Eric Andersen, Geoffrey Hendricks, Dick Higgins, Alison Knowles,

Giuseppe Chiari e Ben Patterson.17 Anche questo è stato un lavoro lungo, durato

sette o otto mesi, e come gli altri anche questo poteva a prima vista sembrare un

“gioco”.

PP – Più che di un collezionista che s’innamora delle opere d’arte e decide di

raccoglierle in modo ossessivo per averle tutte, emerge la figura di un gran

giocherellone che incontra artisti altrettanto giocherelloni e insieme costruiscono,

quasi per scherzo, una delle collezioni più importanti d’Europa.

16 Mieko (Chieko) Shiomi (Okayama, 1938) è una artista e compositrice giapponese aderente a Fluxus. 17 Dick Higgins (Cambridge, 1938 – Quebec, 1998 ), Alison Knowles, (New York, 1933 ), Giuseppe Chiari (Firenze, 1926 – 2007) sono artisti Fluxus.

Page 16: Luigi Bonotto - Johan and Levi editore1419331476]-Bonotto-Peterlini... · Negli anni settanta ho preso in mano io l ... È partito da Giotto arrivando fino a Michelangelo e . ...

Tutti i diritti riservati Luigi Bonotto, Patrizio Peterlini – 15

LB – Gli artisti, conoscendo i miei interessi, mi portavano sempre i documenti che

riuscivano a reperire nei loro archivi, contribuendo anche in questo modo alla

collezione. I vari documenti, sia quelli fotografici che tutti gli altri, li ho raccolti

proprio con l’aiuto di queste persone. Ed è per questo che dicevo di essermi sentito

in obbligo di catalogare tutto. Quando non ci sarò più tutte queste conoscenze

svaniranno nell’oblio, mentre, se sono codificate, rimarranno nella memoria dei

posteri.

PP – Anche nel film si parla dei documenti che permettono la ricostruzione di tutte le

connessioni esistenti tra i due mondi della Poesia Sperimentale e di Fluxus che

all’apparenza sembrano lontanissimi. In realtà sin dall’inizio i contatti sono sempre

stati molto frequenti: discutevano, spesso litigando, ma sono due mondi paralleli,

legati se non altro dall’idea di network e di Arte Postale, che nasce in ambito Fluxus

ma che poi viene sviluppata dai poeti in tutto il mondo.

LB – Mi viene in mente Ray Johnson,18 che forse fu il numero uno, l’iniziatore dell’Arte

Postale. Anche lui faceva parte di Fluxus e nel passaggio dall’arte visiva a quella

concettuale usava ancora i colori e iniziava a inserire nelle opere delle immagini in

modo non più tradizionale.

PP – Arriviamo al 2013, anno di nascita della Fondazione, che rappresenta il

coronamento di questo sogno di rendere fruibile e diffondere nel mondo le idee di

Fluxus e Poesia Sperimentale. Lo scopo è quello di mettere in contatto le persone con

l’arte, talvolta anche inconsapevolmente, come nel caso di Dream, che porta il lavoro

di Yoko Ono per le strade e sugli autobus, oppure la mostra di Beuys, allestita in un

grande magazzino di Milano. Il principio è quello di portare l’opera d’arte in un

ambiente dove difficilmente la si incontrerebbe, per far passare il messaggio anche a

persone che non sono gli abituali fruitori dell’arte, che non frequentano i musei o le

gallerie e che non s’interessano d’arte e non conoscono il mondo del collezionismo.

Questo pubblico inconsapevole non ha mai sentito parlare di Fluxus, ma

improvvisamente trova questi oggetti d’arte in posti inusuali, come una fabbrica o

una strada. Questo è l’aspetto veramente interessante di tutta l’operazione.

18 Ray Edward Johnson (Detroit, 1927 – New York, 1995) è stato un personaggio chiave della Pop Art e aderì a Fluxus. È stato uno dei padri fondatori dell’Arte Postale.

Page 17: Luigi Bonotto - Johan and Levi editore1419331476]-Bonotto-Peterlini... · Negli anni settanta ho preso in mano io l ... È partito da Giotto arrivando fino a Michelangelo e . ...

Tutti i diritti riservati Luigi Bonotto, Patrizio Peterlini – 16

LB – È un aspetto a cui tengo molto, gli artisti che frequentavo negli anni sessanta e

settanta lavoravano con l’intento di distruggere il valore commerciale dell’opera.

Lavoravano in multipli o edizioni, proprio per non dare un valore commerciale.

Maciunas19 è il maestro di questo metodo: lui vendeva tassativamente tutto a un

dollaro, tutto ciò che produceva o che “portava via dagli altri artisti”, perché poi

girarono parecchie storie…

PP – Proprio in stile Fluxus, fedele all’idea utopica di democratizzazione e diffusione

di un’arte semplice e alla portata di tutti.

LB – Un’altra storia simpatica è che Metzger ha lavorato un anno per organizzare uno

sciopero degli artisti contro le gallerie. Quando dichiarò iniziato lo sciopero l’unico a

partecipare fu lui, l’organizzatore. Ma queste cose erano nell’aria. Adesso lo stanno

riscoprendo e mitizzando, abbiamo continue richieste da tutto il mondo per

organizzare esposizioni di documenti e opere che aveva lasciato a casa mia.

PP – Ci sono curiosità dalla sala?

P – Io vorrei fare una considerazione. Ho conosciuto Luigi una sera, in visita alla sua

fabbrica, c’eravamo io, Francesco Brascati e l’artista greca Maria. Abbiamo passato la

notte in bianco: mi hanno tenuto sveglia perché erano affascinati dalla collezione,

l’hanno visitata più e più volte. È stata un’esperienza forte e non termina con

l’archivio, che sarà a disposizione di tutti, ma procede quotidianamente insieme alla

fabbrica, lenta ma inarrestabile.

LB – I miei figli la chiamano la “Fabbrica Lenta dal pensiero veloce” e sono loro che la

stanno sviluppando. Hanno ereditato lo stesso “vizio” del papà e sono partiti per il

mondo.

PP – Non solo del padre ma anche del nonno. Questa è la conferma che conoscere e

frequentare il mondo dell’arte fa bene all’imprenditoria per lo sviluppo di nuovi

scenari e nuove idee. È linfa vitale.

19 George Maciunas (Kaunas, 1931 – Boston, 1978) è stato un artista e architetto lituano naturalizzato statunitense. Fondatore di Fluxus.

Page 18: Luigi Bonotto - Johan and Levi editore1419331476]-Bonotto-Peterlini... · Negli anni settanta ho preso in mano io l ... È partito da Giotto arrivando fino a Michelangelo e . ...

Tutti i diritti riservati Luigi Bonotto, Patrizio Peterlini – 17

LB – Non abbiamo mai preteso di insegnare agli artisti a tenere il pennello, abbiamo

imparato con loro giorno per giorno a metterci in discussione. Le cose non sono mai

date per scontate e anche quando viene presa una decisione, la si rimette spesso in

discussione il giorno dopo. Non perdiamo tempo e siamo sempre interessati alle

nuove realtà con cui quotidianamente entriamo in contatto. Questo ci ha permesso di

rimanere al passo con le evoluzioni del nostro tempo.

Page 19: Luigi Bonotto - Johan and Levi editore1419331476]-Bonotto-Peterlini... · Negli anni settanta ho preso in mano io l ... È partito da Giotto arrivando fino a Michelangelo e . ...

Tutti i diritti riservati Luigi Bonotto, Patrizio Peterlini – 18

Profili Biografici

Luigi Bonotto

Nasce in una famiglia della campagna veneta in cui, da sempre, si è cercato di coniugare arte,

politica e affari. Già il padre, e precedentemente il nonno, erano stati imprenditori di una

fabbrica artigianale a Marostica. Luigi frequenta l’Accademia di Belle Arti di Venezia dove entra

in contatto con l’astrazione storica di Tancredi, Vedova e Santomaso, con i quali allaccia inoltre

una relazione d’amicizia. Contemporaneamente inizia la sua carriera d’insegnamento all’Istituto

Industriale di Valdagno dove tiene la cattedra di Disegno tessile. Nel 1972 inizia la sua attività

imprenditoriale e di stilista per alcune delle più importanti firme di arredamento e

abbigliamento. Inizia a entrare in contatto con molti operatori del gruppo Fluxus, tra questi

Emmet Williams che lo introduce alla Poesia Concreta e alle altre ricerche verbo-visuali italiane

e internazionali. Si rende immediatamente conto che molti artisti che suscitano il suo interesse

sono difficilmente collocabili all’interno di un preciso movimento e arriva alla conclusione che le

barriere tra Poesia e Fluxus sono molto labili. L’azienda di Bonotto a Molvena e la sua

abitazione diventano luoghi di soggiorno e di incontro dove gli artisti discutono, studiano e

producono. In questo modo si consolida l’intreccio tra arte e impresa che costituisce tuttora il

cuore pulsante dell’attività industriale, oggi diretta dai figli Giovanni e Lorenzo. La collezione

non conserva solo le opere degli artisti, ma è custode di importanti documenti utili alla

ricostruzione della storia di questi movimenti. Tale materiale è in alcuni casi annotato dagli

artisti stessi o accompagnato da lettere di commento storico critico.

Patrizio Peterlini

Laureato in Lettere moderne e Psicologia clinica, ha conseguito un DEA in Psychanalyse Concept

et Clinique all’Université Paris 8. Membro partecipante della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi in

Italia, è docente di Psicologia dell’arte presso l’Accademia Santa Giulia di Brescia. Dal 2005 al

2010 collabora con l’Archivio F. Conz curandone le pubblicazioni, le mostre e la catalogazione

delle opere e dei documenti. Suoi contributi sono pubblicati in numerosi cataloghi d’arte e in

riviste di psicoanalisi. Tra le sue pubblicazioni: Riviste d’ arte d’ avanguardia. L’ esoeditoria in

Italia negli anni ’ 60 e ’ 70 (Bonnard, Milano), Sarenco: le riviste, la lotta. Storia di un

esploratore d’ avanguardia (Nomadnomad, Brescia) e il film La Perf En Fin. La recherche de

Julien Blaine (Smoking Frog production & A. Parise, Verona).

Page 20: Luigi Bonotto - Johan and Levi editore1419331476]-Bonotto-Peterlini... · Negli anni settanta ho preso in mano io l ... È partito da Giotto arrivando fino a Michelangelo e . ...

Un progetto Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli e Johan & Levi Editore Per i testi © gli autori.

I testi sono coperti da diritto d’ autore e non possono essere riprodotti o trasmessi in qualsiasi

forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’ autorizzazione scritta dei

proprietari dei diritti d’ autore.

FONDAZIONE PINACOTECA DEL LINGOTTO GIOVANNI E MARELLA AGNELLI

Fondatori / Founders

Giovanni Agnelli

Marella Caracciolo Agnelli

Margaret Agnelli De Pahlen

John Elkann

Lapo Elkann

Ginevra Elkann

Paolo Fresco

Gianluigi Gabetti

Francesca Gentile Camerana

Franzo Grande Stevens

Alessandro Nasi

Comitato Direttivo / Board of Directors

Presidente Onorario / Honorary President

Marella Caracciolo Agnelli

Presidente / President

Ginevra Elkann

Membri / Members

Gianluigi Gabetti

John Elkann

Lapo Elkann

Filippo Beraudo di Pralormo

Sergio Marchionne

Segretario / Secretary

Gianluca Ferrero

Collegio Sindacale / Board of Syndics

Mario Pia, Presidente/ President

Luigi Demartini

Pietro Fornier

Direttrice / Director

Marcella Beraudo di Pralormo

Segreteria / Organization

Emma Roccato, Anna Follo

Amministrazione / Administration

Mara Abbà

Ufficio Stampo / Press office

Silvia Macchetto

Progetto Sala di Consultazione sul

Collezionismo /

Library on collection’ s project

Marta Barcaro

Main Sponsor