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SEN A- TO DELLA REPUBBLI(~A V LEGISLATURA 331a SEDUTA P'UJ3BLICA HESOCONTO STENOGRAFICO DOMENICA 4 OTTOBRE 1970 (Pomeridiana) .~ ~..~. -_.~~.~- Presidenza del Presidente FANFANI, indi del Vice Presidente CALEFFI e del Vice Presidente GATTO INDICE DISEGNI DI LEGGE Seguito della discussione: «Conversione in legge del decreto-legge 27 agosto 1970, n. 621, recante provvedimenti per il rlequilibrio dell'attuale situazione congiunturale con particolare riguardo al- la finanza pubblica ed alla produzione» (1325) : ALBARELLO BERTONE MASCIALE PREZIOSI SEGNANA . Pago 17080 . 17063 . 17096 .17067 . 17075 TIPOGRAFIA DEL SENATO (liSO)

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S E N A- T O DELLA REPUBBLI(~AV LEGISLATURA

331a SEDUTA P'UJ3BLICA

HESOCONTO STENOGRAFICO

DOMENICA 4 OTTOBRE 1970(Pomeridiana)

.~ ~..~. -_.~~.~-

Presidenza del Presidente FANFANI,indi del Vice Presidente CALEFFI

e del Vice Presidente GATTO

INDICE

DISEGNI DI LEGGE

Seguito della discussione:

«Conversione in legge del decreto-legge 27agosto 1970, n. 621, recante provvedimentiper il rlequilibrio dell'attuale situazionecongiunturale con particolare riguardo al-la finanza pubblica ed alla produzione»(1325) :

ALBARELLO

BERTONE

MASCIALE

PREZIOSI

SEGNANA

. Pago 17080

. 17063

. 17096

.17067

. 17075

TIPOGRAFIA DEL SENATO (liSO)

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Senato della Repubblica ~ 17063 ~ V Legislatura

33P SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- REsacaNTO' STENO'GRAFICa 4 OTTaBRE 1970

Presidenza del Presidente FANfANI

P RES I D E N T E. La seduta è aperta(ore 16).

Si dia lettura del processa verbale.

M A S C I A L E, Segretario, dà letturadel processo verbale della seduta pomeridia-na del giorno precedente.

P RES I D E N T E. Non essendovi osser-vazioni, il processo verbale è approvato.

Seguito della discussione del disegno dilegge: «Conversione in legge del decreto-legge 27 agosto 1970, n. 621, recante prov-vedimenti per il riequilibrio dell'attualesituazione congiunturale con particolareriguardo aUa finanza pubblica ed alla pro-duzione» (1325)

P RES I D E N T E. L'ordine del giornoreca il seguito della discussione del disegnodi legge: «Conversione in legge del decreto-legge 27 agosto 1970, n. 621, recante provve-dimenti per il riequilibrio dell'attuale situa-zione congiunturale con particolare riguardoalla finanza pubblica ed alla produzione ».

È iscritto a parlare il senatore Bertone.Ne ha facoltà.

BER T O N E. Signor Presidente, si.gnor Ministro, onorevoli colleghi, mi sonoposto e voglio porre l'interrogativo relativoal fenomeno ricorrente del:1a oongiuntum dif-ficilee dei provvedimenti che sono stati divolta in voLta adattati per supenane talle con-giuntura. Voglio ricordaI1e che nel 1964, dopotutte le dichiarazioni che l'economia italianaem in pieno fioriI1e, ci fu la lettera delrall-lora ministro del tesoro Co,lamba a Moro,una lettera che capovolgeva tutte le dichia-razioni pJ1ecedenti.

Si era appena costituito il centro-sinistrache si disse impegnato ad affrontare un pra-gramma di riforme e di impostazione pro-

grammata dell'econamia italiana. La letteradi ColO'mbo travolse questa impostazione: iprovvedimenti che allora si presero furO'nofondamentalmente quelli della riduzione del-la spesa pubblica, delle massicce agevolazionifiscali alle grandi imprese e di un pO'derosoprelievo fiscale a tutto danno anche alloradelle categorie lavoratrici.

A monte della lettera del ministm Colom-bo c'erano state dal 1963 le relative con-quiste retributive. Nel 1967-68 dopo il fal-limento del tentativo di bloccare i con-tratti e le retribuzioni si parlò di nuovodi congiuntura difficile e si adottarono pmv-vedimenti di emergenza ohe seguivano lastrada del 1964.

Nel 1970, d0'pO molte dichiarazioni che laeconomia italiana era in fase di netta ripre-sa, si è di nuovo parlato di congiuntura dif-Hdle e ancora una volta si tenta di attribuir-la alle l0'tte e alle conquiste realizzate dailavOl:atori. Abbiamo quindi ogni tre anniuna congiuntura difficile. Oggi si affermache questa è determinata dall'aumento mas-siccio della domanda alla quale non corri-sponderebbe una adeguata offerta e un au-mento della produttività. Ma, onorevoli col-leghi, signor Ministro, che società è questa?Ogni qual volta i lavoratori occupati realiz-zano con dure lotte un migliorament0' delleretribuzioni e canquistanO' un più elevatotenore di vita e di civiltà, ci si trova di fron-te al trauma dell'economia e si deve ri-correre a provvedimenti di emergenza chenella sostanza seguono sempre la stessa via:da un lauo il prelievo £iscaJle e l'aumento deiprezzi che grava sUllIe cat,egOlrie lavomtriciparr-banda via gran parte del1e conquistesalariali e dall'altro 'agevolazioni fiscali e po-litica degli incentivi.

Mi permetto di far presente che dal 1967al 1970 sono stati presi dai Governi nonmeno di 100 provvedimenti di emergenza te-si a far bere il famoso cavallo.

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Senato della Repubblica ~ 17064 ~ V Legislatura

33P SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

Nella relazione di presentazione de] dise~gno di legge e nella relazione di presenta~zione dei colleghi Fada e Formica ci si di~mentica che vi sono state ben altre causeche possono avere determinato la congiun~tura difficile: abbiamo avuta una massic~cia esportazione di capitali, un notevole au~mento del tasso di interesse dei capitali, unapermanente esportazione del processo di in~flazione dagli Stati Uniti d'America; abbia~ma avuto nel corso di un anno crisi poli~tiche di estrema gravità e un verificarsi difusioni e concentmzioni di grandi impresein campo interno e inteDnazionale quale maisi era verificato precedentemente.

D'altra parte se andiamo ad ana:lizzare inche cosa consista il massiccio aumento delLadomanda, ci accorgiamo che a domandarequalche cosa di più, ma sempre meno dellenecessità dei lavoratori, a seguito dei mi~glioramenti retributivi, sono gli operai oc~cupati, i bmccianti, il settore dell'impiegopubblico e privato. Non domandano certa~mente di più i pensionati della previdenzasociale colpiti dall'aumento dei prezzi; nondomandano di più i disoccupati ~ e sono an~

cara molti ~ Ìil cui sussidio è fermo da anni;non domandano di più gli emigr:ati che in~viano invece in Italia centinaia di miliardiogni anno; non domandano di più i titolaridelle piocole imprese, i coltivatori diretti,i piccoli commercianti che sono stati colpi~ti dalla restrizione del credito, dall'aumentodel costo del denaro e dall'attuale congiun~tura negativa.

Ho voluto porre tali questioni perchè nonsi può accettare H prindpio che ogni voJtache il livello di civiltà dei 1avoratori miglrioraci si tro\l1a di fronte ad un dramma de1l'eoo~nomia senza andare a rioercare 1e responsabi~lità del dramma che sono sostanzialmente,a mio parere, le seguenti:

1) la massiccia evasione fiscale attuatadalle grandi imprese e da coloro che hannoalti redditi in Italia. Vorrei a proposito del~le evasioni domandare al ministro onore~vale Preti se abbia dato dIsposizioni peraccertare i redditi dei circa trenta tra indu~striali, finanzieri e professionisti i cui nomisono apparsi sull'« Espresso)} del 4 ottobre

corrente anno e che possiedono panfili eyachts regi!strati sotto bandiera straniera;

2) la pessima utilizzazione a fini Sipe~culativi di una parte degli incentivi e dellestesse agevolazioni fiscali concessi in modoparticolare alla grande impresa;

3) l'elevato costo dei servizi sociali qua~li la casa, la sanità, la scuola, i trasporti acausa di strutture antiquate e di deficien-ti investimenti in questi settori;

4) la mancanza di scelte prioritarie nel-la politica degli investimenti, specie nel set-tore industriale.

Ho voluto porre queste cose per sviluppa-re il discorso e la critica sul provvedimentoche stiamo esaminando. Il superdecreto, an~che dopo alcune parziali e positive modifi-cazioni conquistate in Commissione, con~tinua a essere a nostro parere un provve~dimento che dimostra quanto si voglia an~claDeavanti per la stessa strada, anche se inuna situazione diversa da qudla del 1963 edel 1964, se non altro per il mutato rapportodi forze, per b pressione che viene dallemasse .Javoratr.id italiane e dalle foae poli~t'che delle sinistlre.

Si vuole andare avanti su una linea errata,che si è dimostrata sbagliata negli anni pas-sati ed è antipopolare; su una strada che siripercuoterà negativamente sulla vita dei la~voratori che permane difficile anche dopole ultime conquiste retributive.

Onorevoli colleghi, con questo superdecre-

tO' abbiamo la conferma che, al di là dellebelle parole sulla necessità di comprenderela realtà del Paese, nei fatti, che poi sonoquelli che veramente contano, abbiamo ladimostrazione che molti uomini di Governoe della maggioranza dimenticano troppo spes~so la reale condizione dei 1avoratori, dimen-ticano le condizioni nelle quali sono co~stretti a vivere e a lavorare gli operai, i bra:c~cianti, i contadini, i mezzadri e gran partedei lavoratori autonomi.

Questa situazione ~ voglio ricordarla qui

I ~ è fatta di ritmi intensi di lavoro, di orarisnervanti, di ore straordinarie, di ricatti pa~dronali, di sistematiche violazioni contrat~tuaiH, di infortuni a catena. È ,fatta di una

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Senato della Repubblica ~ 17065 ~ V Legislatura

33 P SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA~ RESOCONTO STENOGRAFICO

assistenza inadeguata, di affitti che assorbo~no gran parte del salario.

Credo però che a troppi di voi questa si~tuazione sia ignota; oppure ~ cosa più gra~ve ~ non ve ne importa nulla ed è per que-sto che vi muovete ancora una volta su unalinea politica che tende ad aggravare lacondizione dei lavoratori italiani.

Dato questo giudizio generale, mi soffer~merò su alcune questioni del titolo terzo delsuperdecreto che riguardano le disposizionisugli inoentivi a favore delLa produzione. Diròsubito che anche per questa parte il decre~tone non può ritenersi, nemmeno dopo al-cune importanti modifiche apportate in Com~missione, un provvedimento adeguato al rag-giungimento degli scopi, anche solo congiun~turali, che si dice di voler realizzare.

Non è un provvedimento adeguato peIìchèopera su un tessuto ed una struttura econo~mica che sono di per sè fonte di fenomeninegativi permanenti che si aggravano ogniqual volta che siamo di fronte ad una espan~sione della domanda interna a seguito diuna migliorata distribuzione del reddito afavore delle classi lavoratrici. Non è adegua~to questo provvedimento ed anzi contrastacon un democratico sviluppo dell'eoonomiaitaliana proprio perchè cOintinua tra l'altroad utilizzare strumenti che si sono dimostra~ti di per sè non adatti ai' fini di un realeammodernamento delle strutture produttive.

Continuare ad elargire facilitazioni Hscalie creditizie alle imprese, senza realizzareun controllo sul modo come tali facilitazionivengOino utilizzate, significa, da un lato, sper-perare ingenti mezzi finanziari a causa spes-so del cattivo uso delle facilitazioni e dal-l'aLtro agevoLare sempre più ~l processo difusione, di concentrazione e l'accentramentodegli investimenti in settori già chiaramentespeoulativi, in modo da aggravare tutta la ,si~tuazione eCOinomica del Paese.

Non è un provvedimento adeguato perchènon lega i provvedimenti anticongiunturalia precisi impegni di riforme e sOiprattutto adun chiaro riferimento ad una politica diprogrammazione economica. Ci sembra che,senza la attuazione in tempi brevi delle ri-fonme essenziali (sanità, casa, tnasporH, si~sterna fisiCaile,,scuola, iag:dcoltura) i costi dei

4 OTTOBRE 1970

servizi sociali e pubblici essenziali SOinode-stinati a crescere inesorabilmente e le strut~tur,e dell'economia italiana ad esseIìe semprepiù fragili.

Questo giudizio sul decreto, sulla vOilon-tà politica del Governo Colombo e delle for~ze che lo sostengono non ci porta però anegare il fatto che in questi giorni impor~tanti passi avanti sono stati compiuti perquanto riguarda i problemi della casa e dellasanità. Questo significa che la lotta dei la~V'oratori, della clasSie operaia, la protesta chesorge dal Paese intorno a questo superdecre-to possono conseguire importanti successi,ma proprio da questi risultati noi ricaviamoun motivo di più per chiedere a tutte le for~ze politiche di sinistra un impegno per otte-nere qui, in questi giorni, in Senato, un so~stanziale mutamento del superdecreto in mo-do da far corrispondere i problemi economi~w-congiunturali alle esigenze di una poli-tica riformatrice.

Una parte del titolo terzo del decIìeto sem~bra permeata daIJa volontà d'incentivare losviluppo della piccola e media impresa, l'ar~tigianato e la oooperazione, ma, nei fatti,sarà così? La verità è che nel complesso conil decreto è più ciò che si toglie alle piocolee medie imprese e all'artigianato di quelloche si concede sotto forma di incentivi chein gran parte ancora una volta verranno as~sorbiti dalla grande impresa. Fino ad oggii OQntributi previsti dal Medio oredito, dallalegge n. 623 e da altri strumenti legislativi,sia per una manoata definizione giuridica del-la minore impresa, sia per le richieste di ga~ranzie reali che vengono avanzate dalle ban-che, sono finiti prevalentemente alla grandeimpresa.

Si racconta in certi ambienti bene infor~mati che solo per un caso Riva non ha bene-ficiato di un contributo di diversi miliardiattraverso la legge n. 623.

Poichè i oriteri di S'celta, anche con il su-perdeoreto, non cambi,enanno, arriveremoancora una volta ad avere un risultato diver-so da quello che si dice di voler perseguire,a tutto danno della piocola impresa, con con-seguenze negative non solo per questa, maanche per il complesso deU'eoonOimia italianae dell'ocoupazione.

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Senato della Repubblica ~ 17066 ~ V Legislatura

33P SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

Da qui la nostra critica, non solo sui li~miti degli incentivi previsti, ma anche suUanecessità che altri fossero i criteri iJSpira~tori dei provvedimenti anticongiunturali. In-fatti la piccola impresa non può ,ricorrereal meJ:1catofinanziario; ha deHe difficoltà adottenere crediti; deve sopportaue propor:zjio-nalmente maggiori oneri fiscali e maggioricosti di produzione; è in difficoltà per l'as~sistenza tecnica, per la ricerca scientifica,nella ricerca di mercato e nelle esportazioni.

Bisogna quindi cambiare strada e que-sto non si fa certamente con il superdecreto.Non s'Olo non si cambia, ma anche suBa vec-ohia strada ci si muove con degli stanziamen-ti che sono molto lontani dalle reali neces~sità di questo importante settore dell'econo-mia italiana. Infatti gli aumenti previlSti peril rifinanziamento della legge n. 623 servi~ranno solamente a finanziare le 4.000 pm~tiJche già deliberate dalle banche; vi sonoperò quasi alltrettante richiestle di finanzia~menti agevolati per ciuca 300 miliardi chele banche non hanno ancora nemmeno esa-minate, richieste che riguardano in granparte aziende che rischiano di saltare congravi conseguenzesull'oooupazione di diver-se province. Per questo noi chiediamo, purmantenendo ferma la nostra critica alla po~litica degli incentivi e la rkhiesta di precisioontrolli su come vengono elargiti questi de~nari, di aumentare gli stanziamenti per rifi~nanziare l'a 623.

Anohe per quanto riguarda l'artigianatoSliamo ben lontani dal:l'affrontare una poHtioarispondente alle esigenze di questo importlan~te settore dell/economia italiana. L/artigianoviene colpito daWaumento del prezzo deUabenzina, dall/aumento delle \'lade t,asse di re~gistm, delle oarte bollate, dall'aumento ddcontributo per 1/asSlistenza malattia dei di-pendenti e infine come per gli altri lavoratoridall'aumento del costo delLa vita in genemle.In oontrapposto rimaniamo ben lontani dal~l'affrontare lie esigenze delle aziende artigia-ne; risulta dal bilancio deH'Artigiancassa checi sono deHe domande di risoonto per circa3 miliandi alI mese, mentre oon gli stanzia-menti si può scontare circa un milial'do almese. L'attuale aumento del fondo di dota-zione che dopo il dibattito in Commissione

è passato da 25 a 30 miliardi non modifiche~rà la situazione perchè sono necessari al-meno 100 miliardi, se si vuOll fare fronte aduna situazione che porta l'artigianato a su-bire tutti i contraccolpi di una difficile con-giuntura economica.

G A V A, Ministro dell'industria, del com~mercio e dell' artigianato. Siamo aurivati ad80 milial'di; ne mancano 20 per anivare a100.

BER T O N E. Abbiamo fatto dei passiavanti, ma siamo ancora lontani dalil'obiet~tivo. I 100 sono considerati il minimo ne~cessario. Questo giudizio vale anche per iprovvedimenti a favore della cooperazione.Infatti mentre doV'rebbe per la sua specificafunzione, per il preminente posto che oc~oupa nella società italiana, essere la coope-razione considerata come un importante set-tore della nostra economia, con i provvedi-menti previsti dal decreto, anohe con lostanziamento dai 15 ai 20 miliardi negli anniche vanno dal 1970 al 1974 del fondo di do~tazione per il credito alla cooperazione, silascia la situazione quasi immutata e soprat-tutto si lascia ,ancorata ad una vecchia esuperata legislazione. In definitiva ci sembradi poter affermare che il provv,edimento indisoussione presenta tre parti certe ed unaparte incerta o almeno qualcosa di incertoin questa parte. Le parti certe sono ill pre-lievo fiscale, la costituzione del fondo didotazione per l'attuazione di misure nel set~tore sanitario, le agevolazioni fiscali a favo-re dei processi di fusione, concentrazione, au-mento di capitali, investimenti di riserve ecosì via. La parte incerta è rappresentata dabuona parte di misure anticongiunturali di~rette a favorire lo sviluppo della produzionee dell'occupazione; l'incertezza deriva dalfatto che si vuole perseguire la vecchia stra-da, dalla inadeguatezza dei mezzi finall1~ziari messi a disposizione, dalJa diiluizlio~ne di questi negli alliDi quando l'erogazionedei mezzi invece avrebbe bisogno di unla con~celltrazione nei prossimi due anni se si vuo-le veramente intervenire in un momento dicongiuntura diffidle; deriva questa incertez~za dal rÌCOI1SOal mercato finanziario 'e dal,la

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Senato della Repubblica ~ 17067 ~ V Legislatura

331a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

pI1Oposta relativa alla variabiHtà dei tassiagevolati. Se i provvedimenti quindi del tito-lo III del decreto-legge, indipendentementedal giudizio critico che si deve dare sullapolitica degli incentivi, vogliono essere ade-guat1i, si debbono attuare almeno le seguen-ti misure: aumentare la massa dei mezzifinanziari messi a disposizione degli enti del-la cooperazione, del[e varie pi,coole e medieimprese nel settore dell'industria, dell'arti-gianato, del commercio e dell'agricoltura;accentrare negli anni 1970, 1971 e al massi-mo al 1972 le disponibilità dei mezzi finan-ziari e delle agevolazioni creditizie per que-sti settori; dare certezza circa la permanen-za delle agevolazìoni creditizie a favore dellepiccole e medie imprese, dell'artigianato edel/la coopenaziOll1Jenelll'atto del'la contratta-zione dei mutui; snellire tutte le procedureper la concessione dei crediti ed infine abo-Lire i massimali per Igli asse~i famiHari econtempomneamente diminuitre l'aliquotasul salario realmente peroepi,to.

Si tratta anche, per Ila politioa degili in-centivi, di capovolgere l'impostazione deldecreto-legge, di farla finita con i grossiregali alle grandi imprese e di destinare in-vece maggiori fondi aLl'artigianato, alla coo.perazione, alla piccola e media impresa, alrinnovamento della rete distributiva, all'agri-coltura avendo sempre come punto di rife-rimento i sett10ri più deboli e il Mezzogiorno.

Onorevoli oolleghi, bisogna rendersi contoche i lavoratori, i ceti operosi del nostroPaese chiedono ogni giorno di più di cam-biare strada ed ogni giorno di più hannocoscienza ohe è giunto ill momento di com-piere ulla reale Isvolta nella Isituazione poli-tÌlCa del nostro Paese. Questo supeIidecretoinvece dà una rÌ<sposta nettamente in con-trasto oon le richieste che vengono dalmondo del Lavoro. Da qui ~a protesta, da,qui la [otta aHa quale abbiamo assistitoanche in queSiti giorni.

Per quanto ci :r,igual'da ~ e vado alla con-clusione ~ cerchiamo di compmndere que-ste richieste e quindi continueremo a bat-terci nel Paese e in questa Aula, non solocon la critica al vostro decl'eto, ma con pre-cise proposte dirette a modificarne sostan-zialmente i contenuti e le finalità. Continue-

l'emo ad indicare alla classe operaia, ai la-voratori, ai ceti operosi del Paese la via dellalotta sociale e politica, la via dell'unità so-ciale e politica senza la quale non è possi-bile conquistare profonde riforme ed unaprogrammazione democratica che è la solache possa dare unità all'impegnativa lottadella classe operaia, da quella che si svolgenelle fabbriche per l'applicazione dei contrat-ti di lavoro a queUe per l'occupazione e perla creazione di moderne e civili strutturedel Paese.

Faremo questo convinti che 10 stesso di-scorso che avviene oggi all'interno della mag-gioranza governativa e nella stessa Democra-zia cristiana senza un chiaro riferimento aduna politica democratica decade, come spes-so infatti avviene, nella ricerca di parzialiaggiustamenti di una situazione che inveceesige una svolta di fondo, una coel'ente po-litica di rinnovamento.

Questa politica è necessaria per garantirequella espansione produttiva che dite di vo-ler perseguire, che certamente non è affron-tata dal superdecreto, ma che è indispensa-bile se vogliamo ottenere l'utilizzazione ditutte le forze produttive del Paese, se voglia-mo la piena occupazione e un sostanzialemiglioramento delle condizioni di vita deilavoratori e il pieno dispiegamento della vitademocratica de[ Paese. (Applausi dall'estre-ma sinistra).

P RES I D E N T E. È iscritto a parlareil senatore Preziosi. Ne ha facoltà.

P R E Z I O SI. Onorevole Presidente,onorevole Ministro, onorevoli membri delGoverno, onorevoli colleghi, a proposito diquesto nostro decretone che siamo chia-mati a convertire in legge mi ha colpito l'ar-ticolo, riportato nei gio:mi iscorsi da una no-ta rivilsta, di un giovane economilSta, i,l qua,leafferma: «Come gli obiettori di coscienza,quando SOl110chiamati ,a prestare servizio mi-lital1e, anche i contribuenti cominciano achiedersi: perchè tante tasse, come vieneimpiegato il nostro denaro? E come gliobiettori di coscienza i contribuenti solle-vano riserve morali verso uno Stato chenon assicura una giustizia rapida, una scuo-

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17068 ~

331a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

la modeJ1na, una assistenza sanitaria soddi-sfaoente, un sistema di comunicazioni ade-guato, uh'attrezzatura urbanistiJca decente,uma difesa della natum, amzi deUe minimecondizioni igieniche che valgano a preservarela salute dei cittadini da attentati impreve-dibili anche se non proprio fatali ». Nessunopensa che lo Stato non debba aumentare maile imposte ma si tmtt:a di vedere quando, 00-me e perchè. Sul quando sembra evidenteohe questo è il momento peggiore per met-tere mano al torchio fiscale con le dispostemodalità; sul perchè dovrebbe esseJ1e chia-ro ai governanti responsabili che i cittadinipotrebbero anche adattarsi ad una nUO¥1atorchiatura soltanto se sapesseJ10 che il lorodenaro viene ben impiegato, assia se si ve-dessero sorgere tante nuove scuole, ospe-dali, case popolari che dovunque mancano.E allora lo sforzo finanziario da subire po-trebbe apparire in certo modo tol1erabileai cont'ribuenti i quali non sopportano piùle tante spese inutili', come ad esempio nonsolo le migliaia di maoohÌine ministemiali inpiù ma anche gli enti stataili e parastataliin tutto i,l Paese. E questo sovrappiù vienead incidere per circa 300 miliardi annui.

A leggere certi organi di stampa che cer-cano di giustificare la necessità del decre-tane oasì come è stato concepito, ai si sentesbandati. Suilla :dv,ista democristiana « Con~cretezza» ho rilevato con pe1rplessità e stu-pefazione due affermazioni che sono all'ini~zio dell'articolo elogiativo riportato. Si dice:«Con il decretone le premesse per ripren-dere lo sviluppo... ». E poi: «Esistono lecondizioni e ora le disponibillità finanziarieche consentono alla nostra economia di ri-portarsi ad alti livelli produttivi}}. Eviden-temente l'artioolista nan immaginava che lostesso Presidente del Consiglio, onarevoleColombo, nel suo discopso alLa Fiera delLevante a Bari avrebbe davuto riconoscere ~

sono le sue parole ~ che «il decretissimonon sarà sufficiente a far uscire il nastroPaese dall'attuale fase di diffiooiltà », sog-giumgendo poi: «insieme con l'aumentodel risparmio e degli investimenti bisognache si manifesti una rinnovata prapensioneal lavoro e quindi provenga anche da que-sta parte l'atteso contributo aHa sviluppo

economico}}. Ma noi non riusoiamo a oom-prendere l'altra affermazione del presidenteCoLombo quando asserisoe: « I provvedimen-ti del 27 agosto riducendo i debiti delle mu-tue veI1SOil sistema bancario rendono dispo-ntbÌi1i per nuovi investimenti praduttivi Lesomme finora immobiHzzate in orediti a taLienti ». Vorremmo davvero poter 'credere :pea-lizzabiili ceJ1te prospettive poste innanzi dalPr,esidente del Consiglio secondo le quali visarà, sempre in relazione alle premesse po-stJe dal decretone, un rilancio della economianazianale e questo ,riilancio potrà avere ef~retto ancor più per il Mezzogiorno che an-cora dipende per i suoi investimenti dall'ap-porto finanziario delle zone più sviluppate,per cui Isi rprevedeJ1ebbenella pmio:dtà dataagli investimenti produt,tivi la localizzazionecolà di una maggiore quota di essi, pe:r:chèinfine ~ sempre !secondo Colombo

~ nelMezzogiolrno 'stesso, dove ,i fattori ~avoro espaziO' sono più abbondanti, essi costitui-scono obiettivi fondamentali del nuova pia~no 1971~75,'Per il cui ragg~ungimento si pre~vede di avva,1ersi con appo~tune modifichedegli strumenti già collaudati come la Caso,sa per il Mezzogiorno e la oontrattazioneprograJmmata. Come vonemmo s,i potesserorealizzare ,le iprevisiani e lIe p['ospettive delPresidente del Cansiglia! Ma i/il effetti cit'rO'viamo di £ronte ad una tri:ste realtà delPaese, che non può i,uudenci. Purltlroppo nelnos,tro MezzOlg,io['no 'Vi è sem'Pre più buioo notte fonda, che dir ,si voglia, nono-stante il disC0J1s0 pieno di buone intenzianipronunziato da[ presidente Colombo allaFiera del Le~ante. Nan si può nascondereche i dati rellativi alla condiziane econo~mica italiana, come si ,ri[eva dalla rela-ziane generale sulla situazione economicadel nostro Paese, autorizzano a dire che lapolitica meridionalista dei Governi di cen-tm-sinistm si è avviata sempre più verso ilquasi completo fallimento; ailtr1menti comesi spiegherebbe l'emigraziane massiccia versoH NOI1d,e verso alcuni Paesi esteri dei lavo-ratori meridionali, nonostante i vantati in-vestimenti più o meno massicci? Ad esempio,nel 1968 il Mezzogiorno è stato interessatadal triste fenomeno migratorio per una ci-fra pari a 242.884 unità, delle quali 143.253verso le regioni italiane del NOJ1d e 99.631

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Senato della Repubblica ~ 17069 ~ V Legislatura

33P SEDUTA (pomerid.) ASSEMELEA- RESOCONTO STENOGR~FICO

verso i Paesi esteri. Nel 1969 il fenomenomigratorio ha subìto Ulla leggerissima fles-sione e così nei mesi scorsi. È chiaro orache, se la politica degli investimenti perse-guita fino ad oggi nel Sud non è riusdta aoontenere il triste fenomeno migratorio, sideve concludere o che si tratta di una po-litica di investimenti sbagliata sin dall'ini-zio o, ancom peggio, di una politica di in-vestimenti semplioemente apparente.

Vorremmo credere altresì alla relazioneprevisioniale eoonomica per l'anno in corsopresentata al Parlamento e preparata dalMinistro del bilancio, onorevoLe Giolitti. In-vero, secondo tale relazione, si prevedereb-be per l'anno in corso un aumento del red-dito nella misura rispettabilissima del 6,5per cento, un inc:remento del 10 per centodegli investimenti lordi e dell'8 per cento del-la domanda interna. Ma allora, se questidati sono veri, sarebbero smentiti i profetidi sventure e i pl'edicatori delil'allarmismoeconomico e smentirebbel'o, questi dati, an-che certi setto:ri del capitalismo nostrano,sempre pronto ad addossare colpe su col-pe sui lavoratori e sui sindacati. Senonchèabbiamo appreso che in seno al Consigliodei ministri il ministro Preti ha tacciato larelazione Giolitti di ottimismo e il ministroDonat.Cattin ha padato di perpLessità sortedurante la discussione svoltasi nello stessoOonsiglio dei ministri. La verità è che l'au-mento dei prezzi al consumo, aggravatosidopo il decreto, ha colpito le masse popo.lari prima e durante le lotte contrattuali diautunno. Nel periodo precedente e durantele lotte di autunno, cioè nel co:rso del 1969,dal gennaio al dicembre, i prezzi al consu-mo erano aumentati del 4,2 per cento, men-tre nell'anno precedente l'aumento era sta-to solo dell'l per cento.

L'aumento dei prezzi verifioatosi nel 1969smaschera la tesi padronale secondo la qua-le i fenomeni inflazionistici sono provooatidagli aumenti salariali e quindi dalla mag-giore domanda. Nel 1969 infatti i redditi dilavoro sono aumentati de19,3 per cento, cioèquasi come nel 1968 (+8,6 per oento), men-tre i prezzi al consumo hanno fatto un vel'Oe pr-oprio salto rispetto al 1968.

4 OTTOBRE 1970

L'aumento dei p:rezzi del 1969 invece de-riva chiaramente da fattori esterni. Infattinel 1969 si è avuto un forte aumento deiprezzi all'ingrosso (+ 7,3 per cento), dovutosoprattutt'O all'aumento dei prezzi delle ma-terie industriali (+ 16,4 per oento). Questoaumento è chiaramente dovuto anche e so-pmttutto a fattori internazionali tant'è veroche nel 1969 l'indice internazionale dei prez-zi ha risentito delle tensioni inflazionisti-che del me:rcato USA, che ha registrato unaumento del 12,7 per cento .

Questa interpretazione delle oause esterneche hanno causato l'aumento dei prezzi alconsumo in Italia è confermato dal fattoche aumenti dei prezzi al consumo analo-ghi o più alti che in Italia si sono avuti inFmncia (+ 5,8 per cento), in Gmn Bretagna(+ 4,7 per cento), negli Stati Uniti (+ 6,2per cento).

I lavoratori quindi già nel 1969 a causadell'inflazione indotta dal me:rcato statuni-tense hanno subìto una decurtazione dei l'O-ro guadagni del 4,2 per cento. Questo feno-meno è proseguito inoltre nel coJ:'so del 1970.Infatti tra il mese di gennaio e quello di giu-gno di quest' anno i prezzi al oonsumo han-no subìto questi aumenti: !'indice generaledei prezzi al consumo è aumentato del 2,7per cento nei primi sei mesi di quest'armorispetto al dicembre 1969 per cui è possibile,anche per gli effetti riflessi dell'aumento del-la benzina, che per il 1970 si andrà ben ol-tre il 5 per cento di aumento previsto ini-zialmente.

Anzi è bene chiarire a proposito dello spe-cific'O aumento della benzina che il Governoha offerto graziosamente ai petrolieri 100 mi-lia,:rdi in più. Mi spiego meglio: come accer-tato da uno dei s,ettimanali più noti e dif-fusi nel nostro Pa,ese, per ~e società petro-lifere il recente aumento della benzina apreuna nuova fonte di finanziamento agevoLato(l00 miliardi al tasso del 5 per cento). At-tualmente dette società già godono di unprestito analogo di circa 800 miliardi e sidimostra faci:lmente il perchè: con la legge28 marzo 1969, n. 393, iJ Governo ha autoriz-zato le società petrolifere a versare con unritardo di sei mesi !'imposta generale sul-l'entrata e l'imposta di fabbricazione sugli

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Senata della Repubblica ~ 17070 ~ V Legislatura

331a SEDUTA (pamerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTa STENOGRAFICa 4 OTTaBRE 1970

ali minerali da' esse <risoasse per conto del~lo Stato sul prezz2 della benzina.

Su questo vel'samento ritardato devonopagare un interesse del 5 per cento tranneper iil primo mese che è gratis. Siooome ilgettito annuo di tali imposte si aggira sui1.600 miliardi, in realtà le società petroHfe~l'e ne ricavano un finanziamento semestraledi 800 milioni che sale automaticamente a900 milioni in seguito al nuovo aumento del~.la benzina, a un tasso particolarmente van~taggioso, se oonfrontato con il costo corren~te del denaro.

Ma continuando con il mio ragionamentoiniziale circa nndice dei prezzi noi possia~ma constata:re in particolare ohe per gli orto~frutticoli, nonostante la oosiddetta sovra:p~produzione, si è avuto un aumento dei pI1ezzi,sempre nei primi mesi di quest'anno 1970,del 6,6 per cento e nel vestiario e nell'abbi-gliamento del 3,2 per cento. Il controllo deiprezzi non esiste; il Governo ignora quantosia importante ciò. Eppure sarebbe indispen-sabile porre freno a certe iniziative di sin~goli e di alcune categorie del commercio.

Non posso a questo proposito non farvirilevare, 'Onorevoli colleghi, una consi dera- I

zione sul carattere congiunturale del decre~to. La benzina è un bene il cui consumo èconsiderato rigido. Infatti ad ogni aumentonon ha mai corrisposto una flessione dellevendite. È quindi evidente che non si voglio-no frenaI1e i consumi, ma solo fornire alloStato un'laltl'a 'entrata di cui è certa la r1scos~sLone e facilmente valutabile l'ammontare,oonsidel1evole come entità.

Ma quanti e quali aumenti di prezzi a tut-ti i livelli derivano dall'aumento del costodella benzina e quindi dei trasporti e ven-gono sopportati dalla generalità dei citta-dini?

In quanto all'aumento dell'IGE sui benidi consumo cosiddetti di lusso, quali i pre~ziosi, i cosmetici, i liquori, vi è da rileval'eohe si tratta di beni che in l'elazione allamassa di più di 32 mila miliardi che cOisti~tuisce la spesa per i cOinsumi degli italianirappresentano un'infima parte della spesa eun'entrata di poca conto per lo Stato.

Una diminuzione nel consumo di detti ge-neri non significherebbe assolutamente nien-

te, per cui l'aumento dell'IGE su tali beniè salo, secondo me, un demagogico e comun~que scoperto tentativo di mascherare il fat-to di avere colpito salo dei consumi popolari.

Dirò di più a tale proPOisitO. Come è statodlevato dalla federazione di Alessandria delnostro partito, ad esempio, una applicazioneindisoriminata. . .

F A D A, relatare. Ma perchè avete pra-posto l'aumento di queste aliquote allOira?

P R E Z I O SI. Pel'chè l/aumento diquelile aIiquote, ma naturalmente UlIl aumen~to i£atto in maniera ilr1teHigente, renderebbepOSisibi,le un maggior gettita per la Stato.

L I V I G N I. (Rivalta al senatareFada). Non faccia finta di non conoscere lecOlse!

P R E Z I O S I Come avvocato, purnon essendo versato in queste situazioni eco-nomiche e sociali, ho dovuto fare un certomio studio, cOlme era mio dovleI1e di parla-mentare, dimenticando di essel'e stato e diessere avvocato.

Ad esempio, un'applicazione indiscrimina~ta dell/articolo 27 del « decretissimo» suMaproduzione. . .

P RES I D E N T E. Lei è avvocato, se-natore Fada?

P R E Z I O SI. No, lui è un economi~sta: ecco pel'chè può darci degli insegna-menti.

Per riprendere quanto dicevo, signor Pre-sidente, un'applicazione indisoriminata del~l'articolo 27 del «decretissimo» sulla pro.duzione e sul mercato orafo di alcune zonespecializzate, che hanno un vero e proprioartigianato nella speciHca produzione, comead esempio Valenza, ove vi è una produ-zione annua di circa 20 miliardi su 70 circadeUa produzione globale italiana, creevebbedanni incalooIabili in un settore artigianaleche ha una tradizione di lavoro apprezza~tissima all'estero.

Si accusa il nostro Gruppo parlamentaredi voler fare dell'ostruzionismo senza senso

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Senato della Repubblica ~ 17071 ~ V Legislature;

331a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

nei confronti del decl'etone. Ma noi adem~piamo ad un dovere proponendo con i no~stri emendamenti, a meno che il Governonon ce li faocia saltare con il proporre ilvoto di fiducia, delle misure di politica eco~nomica che non sOlno e nOln vogliono esseresolo di natura anticongiunturale.

Le nostre proposte ~ lo abbiamo chiara~mente affermato in sede di Commissione tra~mite il nostro collega e compagno compo~nente della Commi,ssione stessa ~ puntanoad un nuovo indirizzo di politica fisoale, alllacreazione di organismi e strumenti per lacalmierazione dei prezzi, ad una destinazionegeografica e settoriale degli investimenti edella spesa pubblica che significhino ancheuna acquisizione di maggiore potere da par~te dei lavoratori.

In realtà i lavoratori avvertono in manie~l'a chiara che esiste un vero e proprio nes~so politico t[1amisure cosiddette al!l,ticongitLn~turali e offensiva padronale sul terreno del~la repressione, del rialzo dei prezzi, dellaviolazione di nuovi contratti, della minacciadi licenziamento. Avvlertono altresì che il de~cretissimo non ,rapp11esenta affatto quel sa~crificio necessario per una ripresa produt-tiva e per attual'e sostanziali riforme.

Come si può pensal1e che i lavoratori cre~dano che la soluzione, ad esempio, dei pro-blemi de~la salute e deUa casa nel nostroPaese sia consentita in gran parte dai cespi~ti che procura il decl1etone?

Abbiamo apprezzato gli incontri di questigiomi tra Governo e sindacati: si tratta diconfrOlnti utUi, con le confederazioni cherappresentano i lavoratori, per una inteSlapiù concordata sui problemi deLla sanità edella casa nel nostro Paese, ma siamo anco~l'a dinnanzi ad affermazioni di principio, an~che se pOlssono sorgel'e dagli incontri stessidelle buane prospettive.

Lascio da parte il problema della sanità,trattata da altri colleghi.

A proposita del problema della casa, r:i~peta quanto dissi quaLche sera fa in occasionedella discussione sul decreto~legge per i li~bici, che cioè IiIproblema della casa per queinostr:i fratelli era anche e soprattutto un pro~hlema di lavoro. Perchè, a proposito del pro~blema assillante della casa che riguarda lar~

ghi1ssime categorie del nost'ro Paese, non sipensa di introdurre da noi a favOlre dei Ila~voratori e di tutte le categorie meno abbien~ti (realizzando così un'idea non nuova) il sus-sidio-casa che vige in Francia da 22 anni, dallontano 1948? Il Ministro della sanità e del~la sicurezza sociale in Francia, l'onorevoleRené Boulain, ha precisato che nell'ultimoanno, 1969, 1.700.000 famiglie francesi han~no benefidato del sussidio-casa per una som~ma che ha raggiunto i due miliardi e sette~cento milioni di franchi, cioè OIltre 300 mi~Iiardi di lire.

Questa provvidenza occupa il terzo postofra le prestazioni familiari e copre dal 41per cento del fitto per una 'coppia senza fi~gli, al 60 per cento per una coppia con trefigli.

In Germania e in Gran Bretagna vi sonosistemi oollaudati da deoenni che descono adindirizzare buona parte della produzione me-dia ~ oltre 400 mila abitazioni ranno ~ en~

tra piani rispondenti alle esigenze economi~che e sociali dei rispettivi Paesi. Se l'ediliziafrancese è controllata ed agevolata dalloStato per sei decimi, quella ,inglese lo èper la metà. Non parliamo poi della Sv,eziaove la percentuale sale al 90 per cento; sen~za La trasformazione dello Stato in appalta~tore e costruttore, vi ,sono cooperative, so~cietà senza scopo di lucro che fanno da pro-tagonisti per ,la soluzione di un problemasociaLe così importante. Ciò naturalmentepuò avveni,lie perchè vi sono gli enti localiche sono proprietari di immense aree espro-priate e quindi programmano ed agiscono damoderatori dei prezzi.

L'edilizia privata italiana, iml1ece,ha capa~cità produttive grandissime, ma come si rea~lizzano se non con fini speculativi e non cer-to moderati? Secondo il nuovo progettoColombo~LaurÌiCella, se non erro, almeno perquello che abbiamo potuto sapere, gli im~prenditori edili dovrebbero essere ,inseritiin un sistema di incentivi e di controlli chepeI1metterebbe di costruire case a basso co~sto affidandolle, a canoni aocessibi.li, allefalilli~lie bisognose di alloggio. Ciò p:resup~po:rrebbe però i poteri pubblicI in veste diprogrammatori, di disrpensatori di agevola~zioni oreditizie e di prefinanziamenti.

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Senato della Repubblica ~ 17072 ~ V Legislatura

33P SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

Un interrogativo si pone a questo punto:come si potrebbe far funzionave realistica-mente un tale sistema in Italia tenendo inconsiderazione quanto è avvenuto nel recentepassato? Come possono realizzarsi sul s!eriole prospettive che sembra siano contenute nelprogetto Colombo-LauriceHa se si affermada settori specializzati che ocoorrono 3.000miliardi solo per urbanizzare i teIT'eni bloc-cati dalla n. 167? Per primo, onorevo1li col-leghi, bisognerebbe eliminare gli impacci egli ostacoli burocratici che esistono nei no-stri enti sorti per lo svilUippo dell'edùliziapopolare. È vero o non è vero che nellasola Gescal vi sono spese generali che am-montano a 6 miliaI1di a1l'amno e ciò mal-grado i molto modesti risuLtati ottenuti dal-l'attività di detto ente? La verità è cheoggi, in Italia, tanto per rimanere neLl'am-bito deLla Gescal, l'attività edilizia di taleente si è svolta in maniera relativamenteesigua peI1chè ha impiegato ben cinqueanni per costruire 21.250 !aHoggi. Per poterdar,e una casa a prezzo equo a oentinaia dimigliaia di famiglie italiane che ne hannobisogno, è necessaria, al fine di realizzarequesta edilizia di massa, una volontà poli-tica nuova che cleVIesuperare lo scoglio de-gli espropricon una nuova legge s trumen-tata in modo da adottare dei oriteri giustie mpidi sui sistemi dell'espropcr:-io e su11amisura degli indennizzi ai propdetari deisuoli. Ancora un esempio per quanto ri-guarda il problema della casa, sotto il ri-flesso anche di quanto poco fa ho afferma-to e cioè che è un problema improrogabile,ce :10dà un nostro ex collega parlamentaI1e,il sociologo piemontiese professar FI1anCOFenrarotti per quanto riguaI1da [a itlostm ca-pitale. Egli in oocasione del centenar,io diRoma capitale d'Italia scrive specificatamen-te sulla capitale delLa nostra Repubblica:«A 100 anni dalla breccia di Porta Pia, Ro-ma è un paradosso so'OÌo-economÌICoe poli-tico; la capitale è un polo di attrazione pergLi immigrati in cerca di Lavoro ma non puòoffrire sistemazioni produttive in senso pro-prio; è il centro della Cristianità ma oircaun terzo dei suoi abitanti vive in borgatee nelle baraoche ». Propvio in questi giornilo stesso professar Ferrarotti ha pubblicato

un Ilibro 'Con il primo studio oI1ganico sullasituazione delle borgate romane. Il titoloriflette la situazione: «Roma Capital:e e pe-riferia ». Ecco alcuni dati: 16 mila famigIriealloggiate in baracche, 69 mila costrette apenosa coabita:l1ione; sono in tutto centi-naia di migliaia di persone disoriminate so-cialmente, scolasticamente, igienicamente.Sarei curioso di poter leggere uno studionuovo del professor Fermrotti su quella cheè la situazione del Mezzogiorno d'Italia. An-cora, a proposito di Roma, il suo sindacoono1'evole Danida afferma che non soltantoRoma ad esempio è ingovernabile per i 1.400mihardi di debiti del comune ~ 22 mila di-pendenti ~, per la poverta delle entrate, perle evasioni fisoali dei cittadini (ne abbiamoavuto un esempio clamoroso pochi giorni fa)più abbienti e dei ceti privilegiati, per il di-sordine amministmtivo, per i deficit deUeaziende munidpalizzate ~ 17 mila dipen-denti ~. È ingovernabile, dice l'onorevoleDadda, perchè manca un'idea precisa diRoma come città. Questo il Governo dicentro-sinistra dovrebbe sapenlo. Si parla,da paJfte del sindaco di Roma, di Romacapitale dello Stato italiano, la qUaile è in-gorvernabileperohè manca un'idea precisaài Roma come dMà; .La ,sua crescita conun balzo di Uin milione di ipe~sone negliultimi 15 anni ~ oggi gli abitanti sono 3milioni seoondo l'anag,rafe ~ è stata mo-

del'lata da interessi di gruppi, dal caso, davade esigenze di p'vestigio. Roma è rimastaper cento anni un oentro di residenza e diservizi in cui si eonsuma moho di più diquanto si produca. La città si di:1ata a dismi-sura senza mostrave nessuna forza vitale. Nel1985 avrà 4 miHoni di abitanti e intanto accu-mula proMemi urbanistici, sociali e finanzia-ri. Credo in realtà che il decretone non po-trebbe risolvere i problemi di Roma neanchein cinque, dieci anni.

Il Vlecohio piano l'egolatore, dice anaormil sindaco Dadda, non aveva pl'evÌ;sto per inuovi quartieri l'esistenza dei servizi essen-ziali; si è oostruito oaoticamente, senza cri-terio, (sembra un atto di accusa al:le 'ammi-nistrazioni democratiche cristiane e di cen-tro-sinistra precedenti), mancano gli spaziper le scuole, le chiese e i giardini.

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Senato della Repubblica ~ 17073 ~ V Legislatura

331" SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

Non parliamo del problema della casa edeUa sanità ma hmiÒamoci ad un problemaimportante, qudlo scolastico. Mancano 1.500aule; gli scolari ogni anno sono 30 mila inpiù. Scuole prefabbricate sono stat'e cOlstrui-te nei cortili di altre scuole rubando cosìai bambini il poco spazio aperto; Roma èla oapitale più pove~a di verde d'Eumpa. Inmolti quartievi di periferia e nelLe borgatesi insegna in cantine, in negozi, :in garage.

Ancora piÙ grave è H deficit degli asiH 00-munali. Anche quest'anno migliaia di bambi-ni dovranno rimanere a casa.

Per ritornare al problema assiHante dellacasa, un noto giornaLe settimanale del no-stro Paese precisava qualche giorno fa cheancora oggi sono circa 3 milioni gLi italianiche vivono in case inabitabili e p:rlve di ser-vizi, oltre 200 mila i baraooati. Altissimi sonoi canoni di affitto neUe grandi città e ingen-te è il numero degli appartamenti di lus-so rimasti vuoti. Nelkattempo la renditafondiaria di proprietà di aree uvbane haregistmto aumenti giganteschi che altro nonsOlno che il trasferimento in mani privatedel valore degli investimenti fatti dai comuniper urbanizzare i suoli a rimorchi,o delLa sfre-nata cavalcata speculativa che in venti anrniha tmsformato le grandi città italiane in as-surdi ed inabitabili agglomerati.

Dinanz,i a così gra",i problemi ,le nOlstrecritiche al decretissimo vengono oggi con-siderate sUJperficiali da parte de:lla maggio-ranza, quando nlOn si può dilsiConoscere cheesse vogliono indicave decisamente che cer-te difficOlltà pvoduttiVie sono dovute daun :lato aWOIstinata l'esistenza padronaleadaJocogEere ed attuare l,e rivendicazioni deilavoJ1atori e dall'altro aJlla fuga dei capitalial:l'estero.

Quanto salutare sarebbe, onOlrevole Pre-sidente (ecco che ora parla l'avvocato) unaLegge approvata nel tempo più brev,e dal Par-Lamento che prevledesse la pena cOI1pomleper simili azioni. Io ricordo la vioenda diAl CapOlne (la mia prov1incia ha d,ltriste pd-vilegio di avergli dato i natali) che avevacommesso tanti tremendi delitti senza esseremai sOIìpreso ma che venne imptrigionato e

condannato a Il anni di pena per evasionefiscale. Così finalmente il Governo americanopotè rinchiudere per diversi anni un omicidatremendo. COIsìci potrebbe essere una leggein ItaHa che cOllpisse i grossi evasori fiscali,coloro che hanno da pagare oltl1e 15 miLionid'imposta, non dico tutti.

Leggiamo che Mina ha cOlntrattato una in-cisione di dischi per 300 milioni, ohe un al-tro cantante prende 1 milione e 300 mila lirea sera; ebbene, quanto pagano di tasse que-sti signoni? Ma pevchè si dice che siamo degliestremisti? Ma, onorevole Pl1esidente, perohèa un artista italiano che lavora in Italia eas-sume la cittadinanza svizzera o francese (èinutile fare dei nomi) non si proibisoe di la-vovare in Italia? Se lavora deve essere perse~guitato daMe tasse nel momento in cui inoas-sa, rendendo corresponsabili i propÒetari dilocaili nel pagare le tasse anche se questi met-tono innanzi la scusa di avere già pagato inanticipo, forse all'estero, i loro artisti.

P RES I D E N T E. Senatore PreziOls:i,però, se la pena corporale è troppo grossaoffriamo un'alltro iragjone per avere il di~vorzio futuro.

P R E Z I O SI. Non deve essere troppoelevata, ma deve oostituire un probant,e in-segnamento agli ,evasOlri.

Per esempio, il Governo amerÌiCano, con~tra gli evaslOri nlscali ohe esportano i lorodanari in Svizzera, iproprio attraverso ladimostrazione che rCOIstoro erano imputabilidi reati penali, ha ottenuto che fosse vio-lato il segreto bancario nel senso che lestesse banche svizzere diranno quale !Sommai cittadini arnedeani hanno veJ:1sato in Sviz-zera.

G A V A, Ministro dell'industria, del com-mercio e dell' artigianato. In oaso di contrab-bando!

P R E Z I O SI. A quanto innanzi af-fermato, si aggiungano la svalutazione delpotere di acquisto del salario dei lavora-

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Senato della Repubblica ~ 17074 ~ V Legislatura

331a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

tOlri e l'aggravarsi di tutte le contraddizioniso,ciali, settoriali e territoriali e di tuttigli squHibri a cominciare dal Mezzogiornoe dalllra orisi strutturaLe delll'agricoltum.Come si realizzeranno, io domando, gli in-terventi statali che dovrebbero essere :m-dkali e volti ad affvontare i tanti e gmviproblemi Ira CUli mancata soluzione si ri-perouote negativamente e continuamentesolo sUille masse LavoratriJCi? VOI'remmo dav-vero che le misure congiUil1turaLi del Go-verno, con le quali si rastrella una notevo,lequantità di milia:r;di, potessero servire perle riforme, quelle da effettuare ,e non sOIloquelle programmate. Ma temiamo purtJ1o,p-po che le centinaia di miliardi rastrdlati oda rastrellare serviranno solo per ,sanare iinparte il deficit deLlo Stato, partioolaI1mentequello dellle mutue, e per ridare fondi al gmn-de padronato. PurtrOlppo rimarrà, si con-soliderà ed aumenterà il deficit paraJizzantedegli enti 10Gaili, delle pubbliche amministra-zioni, poichè manca una organica e cmag-glÌosa riforma tributaria ben diversa da quell-la che dovremo discutere in Par),amento neiprOlssimi mesi. E evidente che la pamHsidella pubblica finanZia incide sulla occupa-zione, limita le entrate a danno dei servizisociali, rende sempre più grave la situazioneeconomica del Paese.

La motivazione usata dal P:r;esiJdente delConsiglio, onorevole Colombo, del trasferi-mento di riso:r;se dall'area dei consumi priva-ti a quella degli impieghi sociali temo cherimarrà so,lo una bella enunciazione alla qua-le non credono oerto i cittadini duramentecolpiti dai nuovi prelievi fiscali deci'Si conil decretissimo. Vorremmo davvero ci si spie-gasse, ci si iChiarisse come e quando le picco-le e medie aziende potranno eSlsere aiutatedaWirriso,rietà della cifra stanziata dal de-aretone, soprattutto poi quando si affermaprecisamente che «di tale aiuto ben:efìÌJce-

l'anno soltanto quelle picoole e medie indu-strie che saranno considerate efficienti ». Co-me e da chi'? Dal punto di vista produtt:ivo o(leLla ristrutturazio,ne capitalistka? Quanteconseguenze negative deriveranno dall'attua-zione di tale sistema! Non vonemmo che fos-sero danneggiate e colpite piccole e medieindustrie non più ritenute produttive dalle

forze del capitalismo che le reputa in fondopericolose cOlncorrenti. La verità è che sononecessari un nuovo meccanismo di sviluppoe un nuovo indirizzo di politica econOlmicache assicurino quanto più sia pOSisibilleunJapiena occupazione, la difesa e ;il cOllisolida-mento delile conquiste operaie, l'elevazionedel tenove di vita e del potere dei lavomtorineLle fabbriche e neHa società, il superamen-tOldei tanti squilibri sociali, settor:iaH e ter-ritoriali e, in primo luogo, la soluzione deiprOlblemi dell'agriooltura, del Mezzogiorno edella piocola e media industria.

E mi avvio aHa conclusione, onorevole Pre-si<dente e onorevoli cOllleghi. Questa politiJcadi alternativa è possibi,le e doverosa, ma ènecessario e indispensabile ohe i oosiddetticeti medi tecnici e produttivi, oggi di fattoemarginatie ,subo:r;dinati daUo sVÌJluppo eoo-nomioo diretto dal grande capitale, assumanopiena 'Cons'apevOllezzadel valo:r;e sociale delLerivendicaZJioni che cOIn la classe OIpemia sipossono por tiare avanti con una ,Latta decisae seda per le riforme (casa, sanità, t:msporti,riforma fiscaLe, servizi sOlciali).

Si panla da parte del GOIverno, nei suoi in-contri con i sindaoati, di prablemi della oasae della sanità. Ma quando si deciderà, ,adesempi a, ad effettuare un dardinamento se-da di tutto il sistema assistrenziaJe che nelnostro Paese è deficitario in modo pauroso?Anco,ra aggi llion so,lo vi è carenZJa di organi-oità negli interventi aSrsistenziali, ma vi è unagrave rdeficienza rUelmetodo giacchè si fa usospesso di disarimina:zJioni inconcepibili e inac-cettabili, senZJa aveve una v,isione concreta,model'na dell'assistenZJa sociale nei moMeplicisettori del nostro Paese. Si rende pertantonecessario stabilire un sistema organico uni-tario. Ne padiramo da almeno dieci anni, al-meno io ne parlo dalla terza legislatura del-la Camera dei deputati, ma inutilmente. So-no state istituite Cammissioni le quali hannoesaurito i loro lavori che spessa sono statiperfino ignorati da alcuni Ministnie intantasi va avanti a mtoli nel campo dell'assistenza.

È necessario quindi, ripeto, stabilire unsistema organico unitaria, perVlooe:ndo oosìad un cOlardinamento di mezzi che mggiun-ga effetti di sicura efficacia. Lo Stato deveintervenire a tale pro,pOlsita non Isolo redesclu-

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V LegislazuruSenato ddla Repubblica ~ 17075 ~

4 OTTOBRE 1970331 a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

sivamente per prendeJ:1e atto di certe situa-zioni di àlsfUJl1zione che, nel campo del-l'asslistenza e della sicurezza sociale del no-st110 Paese, si vanno sempre più aggravando,ma per gLungere a quelle soluzioni che si ren-dono ormai necessarie, indispensabili eirn-prorogabili per tante disgraziate categoriedel nostro Paese: gli Ispastici, i subnormali,i minori orfani, gli anziani e via dicendo.

Concludendo, siamo ostili al deoI'etissimoperchè lo reputiamo 'inadatto a risponderealle esigenze del Paese, perchè non si sonovolute e nons[ vogliono aocettare da parte'del Governo certe alternative da nlOi propo-ste; lo reputiamo inadatto soprattutto per liesue soeIte peJ:1Ohè esso è espressione di unapoHtioa che non fa gli interessi delle catego-rie dei lavoratori.

Con la nostra lotta a livello paI1lamentaJ:1eci batti,amo ancom per modifiche sostanziali,per soluzioni positive e rinnovatrici. Rite-niamo oosì di adempiere al nostro doverenel['inte,resse dei lavoratori ,e di tutte lecategorie del nostro Paese. (Vivl applausidalla estrema sinistra. Congratulazioni).

P RES I D E N T E. È iscritto a par-lare il senatore Segnana. Ne ha facoltà.

S E G N A N A. Onorevole Presidente,onmevOlli colleghi, il provvedimento che èsottoposto alla nostra attenzione e sul qualeSIamo chiamati a discutere giunge in questaAula dopo un esame approfondito e diligen-te della Commissione finanze e tesoro. Forsenessun albro decretoclegge ha impegnato pertante ore i componenti di questa Commis-sione. Ciò è aJnche spiegabile quando si pen-si alla mole del pJ:1Ovvedimento. Esso investeuna serie di problemi e tocca tanti diversisettori: mi,sure fiscali, interventi per il risa-na:rnento degli enti mutualistici, nuovi mez-zi a disposIzione dell'economia per una suaindispensabile ripresa.

È un provvedimento molto vasto ed è quin-di comprensibile come esso sia stato oggettodi critiche. For1se, tmttandosi di materia ete-Irogenea, non sarebbe s'tato male iUlpostareLutto su due decreti. Non vi è infatti corre-lazione tra il prelievo fiscale e le norme ri-guardanti la ripresa economica, perchè i nuo-

vi fondi J:1icavati dagli oneri fiscali servonosoltanto a ripianare i bilanci deficitarl deglienti mutualistici e non danno alcun concre-to apporto alle misure previste per incenti-vare i vari settori economici.

Sono pure giustificabili altre critiche ri-guardanti la cosiddetta tecnica legislativa. Ildecreto-legge non si presenta come il fruttodi uno studio di sinteSti, ma come un mosai-co fatto da varie mani; intorno a questo mo-saico ha lavorato pur con iniziative diversela Commissione finanze e tesoro e la leggeche ne uscirà penso non potrà serto esserepresa a modello.

Fatte queste considerazioni, ritengo che sidebba affermare comunque che ,il decreto-legge è un provvedImento di grande rilevanzaed è da auspicare che esso dopo il voto delSenato possa ottenere celermente quello del-la Camera. È una iniziativa che qualifica l'at.tuale Governo e manifesta Ulna volontà deci-sa dello stesso ad affrontare con realismo etempestività i prohlemi più urgenti del no-stro Paese.

La parte del decreto che ha sollevato lemaggiori cnitiche è stata quella riguardantele disposizioni di carattere tributario: criti-che in molti strati dell'opinione pubblica, cri-tiche e rimostranze da parte di vanie cate-gorie di operatori, critiche di tecnici e di po-

litici sulla scelta delle misure fiscali.

Sulle disposizioni adottate lin materia tri-butaria si potrebbero fare molte considera-zioni. Ritengo che, dopo aver esaminato lediverse soluzioni, si debba concludere che lascelta operata è ancora la più opportuna. Sipotevano forse aumentare in generale le ali-quote dell'imposta generale sull'entrata. Lacosa sarebbe risultata molto semp1ice: maquali sarebbero state poi le conseguenze nelcampo dei prezzi? Non avremmo forse assi-stito ad una generale, ulteriore lievitazionedei prezzi con una nuova incidenza nel pote-re d'acquisto dei salari? Si poteva forse col-pire maggiormente lo sv:iluppo della moto~rizzazione nel campo delle vendite delle au-tomobili e delle tasse di circolazione? Nonsarebbe stata neppure questa soluzione pri-va di conseguenze negative in campo econo-mico.

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V Legislatura.Senato della Repubblica ~ 17076 ~

33P -SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO

Bisogna quindi dire che le misure adot-tate sono lil minor male che si poteva sce-gliere in questo momento. Una cosa è certa,onorevoli coIleghi, cioè che, se ve ne em bi-sogno, abbiamo avuto un'ulteriore prova dicome l'attuale nostro sistema tributario siaimpotente di fronte a situazioni straordina-rie e come sia assolutamente [inderogabilel'attuazione della riforma fiscale.

Sono state adottate le misure più sem-plici, ma certamente anche le più t'radizio-nali e largamente superate. Con un sistemafiscale più moderno saremmo stati in gradodi risolvere in altra maniera e con formemeno antipauiche ed impopolari situaz,ioni dicarattere straordinario, come quella attuale.

Si parla di riforme; si invoca una decisavolontà riformistica da parte del Governo edelle classi dirigenti. Il nostro Paese è cre-sciuto; molte situazioni sono superate; nuoveesigenze sono nate. D'accol'do! Però le ri-forme non si fanno senZJa i mezzi finanziari.

Sono quindi convinto che la prima riformada attuare sia quella tributaria. Si richiamaspesso l'attenzione delle masse sui grossiproblemi del Paese e (:,i si pone nella posi-zione di chi si rivolge allo Stato come aqualche cosa di estraneo e dotato inoltre dicapacità finanziarie illimitate. Bisogna ,inve-ce far sentire ai cittadini che siamo in unacomunità, al cui sviluppo tutti dobbiamopartecipare dando, nei limiti del possibile, imezzi necessari.

Non vi è bisogno di essere degli espertiper rendersi conto che quello della riformatributaria è un passo che si deve fare prestoe che con l'attuale sistema non si può con-tinuare. Ho accennato alterna della ,riformatributaria per i suoi aspetti concreti nell'ap-provvigionamento di fondi al bilancio delloStato e degli enti pubblici. Ma vi è anche unaltro aspetto molto importante.

Se la riforma sarà attuata con serietà essacontribuirà ad un risanamento morale dellasocietà; essa potrà migliorare la coscienza delcittadino chiamato' a fare il proprio doverenei confronti dello Stato e a dare il propriocontributo di solidarietà nella soluzione deiproblemi del nostro Paese. Ma la riforma do-vrà essere applicata con serietà, altrimentinoi deluderemo nuovamente i cittadini one-

4 OTTOBRE 1970

sti, che quando compiono il proprio doverehanno il diritto di pretendere di essere cre-duti e di vedere perseguiti gli evasori.

Ho toccato questo tema non a caso. Stia-mo chiedendo ai nostri concittadini con que-sto decreto-legge dei nuovi sacrifici. Dobbia-mo dare ad essi la speranza che noi stiamocercando la strada per una maggiore giusti-zia in campo ,fiscale. Ma la riforma sarà unanuova delusione se noi non prepareremo sind'ora gli uomini che saranno chiamati ad at-tuarla.

È encomiabile il lavoro che il Ministerodelle finanze sta svolgendo per la preparazio-ne dei decreti previsti dalla legge-delega. Manon basta predisporre fin d'ora le bozze deidecreti: bisogna preparare adeguatamente ilmateriale umano.

Mi preoccupano, onorevole Sottosegretarioalle finanze, le dichiarazioni di sfiducia, discetticismo dei funzionari degli uffici fiscali.Se essi non sono convinti della bontà e dellanecessità della riforma, come potremo pen-sare di attuarla e di avere quelle conseguen-ze positive che ci ripromettiamo?

Bisogna quindi svolgere ogni iniziativa at-ta a preparare gli uomini che dovranno ap-plicare il nuovo sistema. Se essi saranno al-l'altezza del compito, ,se saranno convinti dicostruire qualche cosa di nuovo e di valido,il cittadino non mancherà di avere fiducia:recupererà anzi presto la fiducia che ogginon ha nei confronti del fisco, come purepotrà essere scoraggiato chi tenterà di eva-dere.

Tornando all'argomento più specifico delprovvedimento che stiamo esaminando, mipermetto di ,ripetere alcune osservazioniche ho fatto anche in sede di esame pressola 5" Commissione. La mia perplessità è so-prattutto per le norme che riguardano laproduzione e la vendita di alcuni prodotti abase di alcool. Non faccio dei rilievi sullemaggiori imposte previste per articoli chepossono essere considerati lusso, come il co-gnac, il whisky ed i profumi; quello che noncondivido è l'inasprimento nei confronti del-la produzione nazionale dell'acquavite di vi-naccia.

Si ,sa che soprattutto neHe zone montaneessa è una bevanda di massa; ma inoltre

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Senato della Repubblica ~ 17077 ~

4 OTTOBRE 1970

V Legislatura

33P SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

con essa si sfrutta un sottoprodotto dellavinificazione che penmette ai contadini del-le zone viticole della coLlina del Nand dimiglioralre ill Ireddito non molto elevato diproduzioni che, date le caratteristiche am-bientalli, sono quaniitativamente piuttostomodeste.

Co1pendo la fabbricazione e Ia venditadella grappa si viene sicuramente ad inci-dere nel pnezzo base di acquisto deJlla ma-teria prima. A mio giudizio rSalI'ebbe statoopportuno esentare questo prodotto danemi,sure adottate per la produzione deglialkool.

Mi auguro che ill Senato voglia appro-va:re, per quanto riguarda Il'articolo 16, iltesto approvato dalHa Commi'ssione che pre-vede una rateizzazione nel pagamento deitributi previsti dagili articoli Il e 15.

Un'alltra osservazione è da muovere al-l'articolo 11. Troppo basso è il limite del-le giacenze soggette a tassazione e alla de-nUIlIcia presso gli uffici tecnici deUe impo-ste di fabbricazione. Il limite è poi davve-ro ,ridicolo per i profumi, suddivisi in unavastissima gamma di prodotti di vollumeridottissimo. Come si può pretendere unadenuncia precisa da effettuarsi nel giro didieci giorni? Francamente si dovrebbe con-cludere che i funzionari che hanno propostoun simi,le articolo sono privi di esperienzae conoscenza del settore del commercio;norme siffatte si prestano a non essere appli-cate come la legge prevederebbe.

Altro punto su aui nutro delle peI1plessitàè quelilo deHe aliquote IGE previste da:H'ar-ticolo 26. Posso essere d'accordo che deter-minati prodotti voluttuari siano maggior-mente tassati. Aumentiamo quindi l'alliquo-ta! Quando però si è nelll'oiI1dine del 20-30per cento, è illusione pensare che una simiLealiquota gravi sul prodotto ad ogni pas-saggio. Si tenterà in tutti i modi di eva-derla e le evasioni, a mio giudizio, sarannosenza dub bio molto numerose.

Questa è la ragione per cui Ìin Commis-sione avevo proposto che tali nuove aliquo-te fossero applicate una volta tanto. Primadi predisporre queste misure che numeroseaziende commerciali sono chiamate ad ap-plicare, sarebbe stato opportuno Ìinterpellare

le categorie interessate t>ramite le loro or-ganizzazioni Slindacali. FO'rse queste avreb-bero potuto proporre delle 'solluzioni alter-native di più fadl,e applicazione e maggiorvantaggio per l'erario. Non si trascuri inaltne occasioni analoghe questo contaNo conchi è più vicino alla realtà aziendale; nonsi cadrà Ìin errori che sono il f,rutto dellateoria, ma che la pratica avrebbe fattosenz'altro evitare.

Non posso esimermi a questo punto dalricordare le preoooupazioni sollevate neglienti concessionari di autostrade dall'arti-cdlo 29. L'emendamento aocolto in Commis-sione per una rivallsa dell'onere sUg1li utentiri.sO'lve ill problema fino ad un certo punto.Per le autostrade in costruzione che hannoaperto solo brevi tratti non conseguirà al-l'aumento del pedaggio una diminuzione del-l'utenza? Non saranno cO'sì ulteriormentecompromeSlsi i piani finanziari già ampia-mente turbati dagli aumenti dei costi av-venuti 1n questi ultimi tempi? Sono inter-rogativi che gli amministratori di questesocietà si pongono ed è quanto ho potutoapprendere prO'prio giorni fa negli ambientidell'autostrada del Brennero la cui reailizza-zione, per la natura del ier,reno, comportagià oneri rilevantissimi.

ClI1ca il secondo titolo riguaI'dante il ri-sanamento deLle gestioni mutuailistiche, milimiterò a dire che tale intervento è ur-gente ed indispensabile. La situaziO'ne deglienti mutualistici è nota: è uno stato chenon ammette possibilità di ripresa, se nonrisanando le più grO'sse falle; è una situa-zione che tende a compromettere tutto ~lsistema sanitario del nO'stro Paese. È quindiindispensabile intervenire, anche se ci si do-manda (cO'me fa l'uomo della Istrada) sesia tutta imputabiile al sistema questa si-tuazione o se non sia in parte dovuta adun modo di amministrare che non tiene con-to deMa regola fondamentalI e che alle usci-te devono corrispondere adeguate fonti dientrate.

Non è questo forse il frutto di un tipodi as,sistenna nella quale, per eI1rati ooncettisociali, si è voluto dar tutta gratuitamentesenza chiamare ,l'assistito a concorrere, sia

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17078 ~

331a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCO'NTO'STENO'GRAFICO'

pure in minima parte, a s!Jstenere ila spesa,ad esempio nel campo dei medicinali?

Penso che sia inuti:1e ora recriminare. Èperò doveroso ammettere qudlo ohe nonfunziona carne dovrebbe, per trarre da ciòl'impegno ad impostare una riforma Isani-taria improntata a princìpi di serietà e diconoretezza. Bisogna però far bene i conti,bisogna verific3lre le previsioni. Questo senon vogliamo che i nuovi sistemi che siprogettano diano risultati analoghi a qudlidell'attuale sistema. Dal piano di rilsana-mento degli enti mutualistid erano statedimenticate Je mutue dei commerdanti edegli artigiani. Bene ha fatto la sa Commils-sione, consenziente Ìil Governo, ad estende-re i benefici delila legge all'che a questi enti,che hanno situazioni meno preocoupanti eche, dobbiamo riconoscerlo, sono stati am-ministrati con maggiore senso di responsa-bilità. Una preoooUipazione sento il doveredi ,rappresentare a nome di motlti ammini-stratori degli ospedali: si teme che le som-me stanziate a favore delle mutue abbianodes,tinazioni varie e che una parte modestasia versata agli ospedali. Vorrei quindi ri-volgere un caLdo appello affinchè il Mini-stro deHa sanità nei decreti di assegnazionedei fondi stabiHsca l'importo da destinareal pagamento ddle passività relative aM'as-sistenza ospedaliera in una percentuale con-sistente e adeguata aHa situazione degli entiospedalieri.

Ritengo inoltre opportuno far notare chel'ar:tioolo 45 che istituisoe un comitato ne-gionale per il controLlo delle rette ospeda-liere non è appilicabile nella regione Tren-tina-Alto Adige dotata dalla legge costitu-zionale di competenza primaria in materiadi assistenza Isanharia e ospedaliera. Pensoquindi che debba e8sere apportato all'arti-colo un emenldamento in tal senso o alme-no ,sia dkhiarato ufficiaLmente che la normaè da applicarsi, salvo le competenze delleRegioni a statuto speciaJle. Passando ad esa-minare la terza parte del decreto dirò chene condivido rl'impostazione. Il Governo haproposto una serie di misure che movimen-tano il settore del credito, fermo ormai daquasi un anno. La nostra economia ha biso-gno in questo momento di ossigeno e questo

4 OTTO'BRE1970

le può essere dato attravenso l'aoceslso alcredito ed in particolare per le medie e pic-cole industrie al credito agevo'lato.

Che la situazione economica sia difficilepenso risulti evidente. Da parte di tailunosi tende a minimiz:ZJave t"'lluni fenomeni ed asostenere che la situazione non è critica quan-to altri sostiene. Personalmente sono traqueLli ohe nutrono ancora qualche preoccupa-zione. H processo di ammodemamento tec-nologko che doveva veri£ÌJoarsi non è in granparte attuato ~opvattutto per mancanza difinanziamenti. La produzione ha raHentruto iilsuo ritmo o pm 10 meno non ha continuatoneUa spinta, a cui eravamo abituati in questiultimi anni. La domanda non ha avuto und8contro come sarebbe stato necessario edalcune aziende stanno perdendo dei buo-ni dienti esteri perchè non sono in gradodi corrispondere in tempi ragionevoli alleondinazioni. Purtroppo pesano anche le con-seguenze dell'autunno caldo. Non voglio quiparlare di responsabilità. Ve ne sono pertutti. Devo però francamente dire che nonposso ,condividere !sistemi di lotta che vannooltre il ragionevole e ohe non tengono con-to che la calida può spezzarsi. L'economiaè una cosa molto delicata, non si può ma-nÌipolarla a piacimento a meno che non siabbia l'obiettivo di sconvo1gerrla, perseguen-do così un preÒso disegno politico. Unfatto mi dispiace e cioè che ohre ai milionidi giornate lavorative perdute vi sia statoun certo deterioramento nel:la coscienza deldovere. Ho detto e lo ripeto che Ila reslponsa-bilità non è da una sola parte. Di fronteall'attuale situazione ritengo senz'altro op-portune le misure previste nel provvedimen-to, ohe stanziano nuovi fondi per il creditoallI'industria, al commercio, all'artigianato,aHa cooperazione e alil'agrkoltura. Un'osser-vazione vorrei fare quale relatore del di~segno di legge 1117, che prevedeva la inte~grazione degli rstanziamenti per la conces~sione di contributi sugli interessi per i fi-nanziamenti agevolati. Ho fatto un esame,spero abbastanza dilligente, deNe norme deldecreto e di quelle contenute nel predettodisegno di legge.

Dev'o osservaI1e che nel decreto-legge nonsono stati adeguati i fondi per i firnanzi'amenrti

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V LegislaturaSenatO' della Repubblica ~ 17079 ~

4 OTT'OBRE197033P SEDUTA (pO'merid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STEN'OGRAFICO

previsti daLLa Legge 614 rigualldantc Le wnedepresse del Centro~N'Ord, came pure si èign'Orata la legge 326 riguardante gli inter~venti a fav'Ore delle aziende alberghiere. Vor-rei pregare l' 'Onarev'Oae Ministra del tesor'Odi dare in prapasita qua1che natizia, p'Oichèper le aziende alberghieJ:1e, che hanna affrOln~tata iniziative nella speranza di 'Ottenerei benefici delila ,legge 326, lasituaziane debi~taria è davvero preoocupante. Si è ricaI1sial credito a breve termine ed ora si è indifficoltà. Un'altra osservazione ri'guarda ilpiano verde. Sempre nel disegno di Ilegge1117 si prevedeva di adeguare i fondi del~l'articolo 6 (assistenza tecnica), deLl' artica~lo 16 (il più significativa del piano verde,riguardante le opere di miglioramento fon~dj,ario), delil'articolo 23 (relativo al,le passi~

vità onerose dei cansorzi di bonifica) e del~l'artilOo!lo 35 (dguardante i mutm agevolatiper le grandi infrastrutture finanziate coni fondi del FEOGA).

11 problema mi sembra degna di atten-ziane soprattutto per quanto concerne gliarticoli 16 e 35, attraverso i quali è possi-bile una incidenza consj,stente nel settoretravagliato dell'agricoltura.

Ho preso atto con vivo piacere deM'as-senso del Governo aHa proposta contenutanelM'emendamento istitutivo dell'articdlo 2con la quale Isi prevede il finanziamento di64 miliardi per la legge della montagna. Èun pravvedimento che sarà accolto con sad-disfazione dalle genti mantane, che atten~dono il finanziamento di opere che non sisano potute realizzare per l'esaurimentadei mezzi. Ora con questo finanziamentosi potrà fare qualche cosa di utile e di pro-duttivo.

Devo però ricardare al Gaverno che lepopolazioni montane attendono provvedi~menti organici e sostanziasi, atti ad avvia~re un processo di sviluppo della montagnaquale oggi si impone. Le zone montane nonhanno solo problemi di agricoltura e di si.l~vicoltura. Il vecchio schema deHa beneme~dta ,legge 991 è ora del tutto superato; bi~sogna risolvere i problemi dell'economiamontana can una visione globale che ten~ga conto di tutti i settori, industria com~presa. Le popolazioni de~le zone montanechiedono questo ndla convinzione che è

loro diritto in una comunità nazianale, chesta evolvendosi, avere praspettive di svi~luppa ecanamica e saciale quali spettanaa chi per tanti anni ha davuto acoontentarsidi un reddito madestissima e prendere Sipes~so la dura strada dell' emigraziane.

Sia questa rifinanziamenta transitario dell~la legge 991 nan un mezzo per tamponareuna situaziane e per tenere buoni i manta~nari, ma l'espressiane di una precisa volantàpalitica intesa ad affrantare caraggiosamen~te ed in farma adeguata i problemi dellamontagna.

AvviandOlmi al1la conclUisione voglio espri-mere ancara un pensiero: chiediamo in que-sto mamento alI cittadina italiana di cam~piere nuovi sacrifici e di contribuire al ri~sanamenta di difficili situaziani. Varrei cheil richiama al saorificia si accarnpagnasseanche ad una volantà di sacrificio per J'am~ministrazione dello Staito. Bisagna contrOlI-lare meglia la spesa pubblica; certe spesedella Pubblica amministraziane nan si COll1~ciliano can le nuave misure fiscali. L'esem~pia al cittadino deve venire daU'alto se si

vuole che esso senta il da vere di contribuireallo sviluppo della Naziane.

Auguriamoci che la riJpresa ecanamica siaun fatta oancreto nei prossimi mesi. Per giun-gervi nan bastana le misure previste dal de~creto~legge. Oocarre una pace sindacale. Bi-sagna rimbaccars,i tutti l,e maniche e lavara~re. Grande respansabilità incambe quindi sucOlIO'ra che oggi pos1sona muaveI1e facilmentele masse. È necessaria che h maochina deLlanastra economia riprenda il sua ritmo. Au~guriamaoi che chi ha la responsabilità operinei prossimi mesi con iJl vero senso di J:1e-spansabilità. Se l'economia si guasta tantecose sona messe in perioola. Speriama quin~di che l'ecanomia del nostro Paese ripJ:1endail suo oammina di sviluppa. Sana certa chesala a questa condizione patrema veramenteessere in gmda di risolvere i gmndi proble-mi che abbiama dinanzi e potrema impa-stare quelle rifarme iChesana ,realamate dainuavi tempi. Grazie. (Vlvi applausi dal cen~tro. Congratulazioni).

P RES I D E N T E. È i6critta a parlareil senatare ALbardla. Ne ha facaltà.

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Senato della Repubblica ~ 17080 ~ V Legislatwa

331a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

A L BAR E L L O. Signor Pr,es~dente,onorevali oolleghi, non è certamente questail momento di trarre delle canclusiani sullosvolgimento. della discussione in merito alcosiddetto decretone. Ma penso che fin daquesto momento si passa in quaLche madotravre un primo bilancio, formulare alcuneconsiderazioni e valutazioni sui differentiatteggiamenti che le varie parti politichehanno tenuto nell'esame del provvedimentostesso.

In primo luogo varJ:1eiriferirmi ,ad una in-terruziane dell'onorevale Presidente del Con-

4 OTTOBRE 1970

siglio Colombo di questa mattina nel corsodell'intervento del senatore Pirastu. Alle os-serv:aziani di questo par1lamentare l'anorevo-

le Presidente del Consiglio ebbe a dichiarareche era impossibile inserire alcuni provve-dimenti suggeritidaill'oratare propria per-chè si trattava di un provvedimento. pura-mente congiunturale; e che quindi aveva unsignificato, questo provvedimento., ristretto,

straordinario, occasionale, essendo dovutoesso stesso ad una situazione straordina,ria,~mprevista. occasionale.

Presidenza del Vice Presidente CALEFFI

(Segue A L BAR E L L O ). Nai nel 'cor-so di questa discussione (e ormai siamo in-tervenuti in molti pur essendo in pochi naidel Partito socialista di unità paletaria) ab-biamo sostenuto che non si capisoe nientedel significato dell decretone se non la si col-loca nel quadro ben definito ,deBa 'Politicadell'attuale Governo e di quelli che 10 han-no preoeduto; queLLa polit1oa cioè che partedal dato ineliminabiile che il progresso eca-nomico e il corretto funzionamento della pro-duzione dipoodono in ultima anahsi da undato salo, dalla continua possibilità degli im-prenditari di av;ere un prafitto ptoporziona~to al lara rischio. Il' decretone non si cam-prende cioè se non ,lo ~i colloca, a nastro av-viso, nella filosofia generale ~ chiamiamolacosì ~ del sistema neo-capitahstka in Ita-

lia, che subordina tutto, perfino le esigenzesociali più urgenti, alla neoesshà di ganantireil funzionamento sempre ben lubrificato del-la macchina che ha come matore prindpa1eil profitto.

E proprio peJ:1chè, secondo gli ambienti de-gli imprenditori, questo congegno del pro-fitto ha subìto qualche ferita, qualche oonte-stazione e limitazione durante il periodo del-le lotte sindaoali che vanno satta il nome diautunno caldo, il decretone ha i:,l carattereesplicito, v,isibile e apparisoente di una ri-valsa, di un ripristino il più rapido possibile

del congegno a spese di coloro che, secondole parole dello stesso Presidente della Repub~blica, avevano con le loro lotte aJssicuratouna miglioDe e più equa drstribuzione dellaricchezza. Contro questa mighoJ:1e 'e 'Più equadistribuzione della ricchezza si pone il de-oretone allo soopo di ripristinare gli antichiprivilegi, le antiche disuguaglianze, le anti-che posizioni ben diffemnti del capitale edel lavoro: il capitale al camando, il lavoroin funzione suboI1diJnata e subalterna; questoil significato profondo, reale, incontroverti-bile e che non può essere negato del deere-tane. Ecco il mativo fondamentale della no~

I stra oppasizione irriducibile che deriva daquesta constatazione fandamentale: non èpossibile correggere i,l sistema, ma è possi-bIle solo cambiaria. La stessa palitka delleriforme che viene portata avanti all'attenzio-ne del Paese, dalle organizzazioni sindacali,dai partiti, dalla classe operaia ha due sigl11~fica ti: il primo vuoI far comprendel'e çhe ilsistema ha in se stesso dei margini taili peroui sono passibili deLle riforme pagate dailavoratari che non mettano in pericolo. il con-gegno del profitto.

Vi è un'altra interpretazione della politicadelle riforme di struttura che vede nelle n~forme di struttura stesse nan un piatto rHor-mismo inserito nelloschema della società ca~pitlalistica, ma uno strumento, un mamento

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17081 ~

331 a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

della lotta ,per .cui attraiVerso l'azione r1for~matrice, si può passare da un tipo di orga~nizzazione dell'economia basata sul conge~gno del profitto ad una fase quanto menodi transizione che prefiguri una società nel~la quale non il profitto individuaJe, di grup~po o di società, sia la molla e il fine dellaproduzione, ma il soddisfacimento dei biso~gni sociali: una società cioè fondata su unaprogrcummazione democratica o socialistanella quale l'industria di Stato assolva aduna sua fondamentale funziane quale è quel~la di avviare H più rapidamente possibile un I

nuovo tipo di arganizz;azione dell'economia equindi della società 1ntem.

Ecco perchè noi del Partito socialista diunità praletaria non diciamo soltanto che vo~gEamo emendare il decretone, ma anche chevagliamo farlo cadere perchè così Dame ècongegnato non è emendabile, ovvero gliemendamenti dovrebbero essere tla:lmentequalificanti e importanti da cambiare com~pletamente il significato del decl'etone percui, qualara venissero accolti, darebbero ",itaa qualcosa di completamente diverso da que~sto famaso ,decretone. Perciò stesso l'a:ccogli~mento di questi emendamentisignifircherebbedar vita a qualcasa di totalmente nuovo ovve~

l'O alla 'Caduta del decreto e alla messa in orpe~l'a di un'altra tecnica del decretone stesso

Onorevoli colieghi, noi ci rifiutiamo ancoradi passare sotto le fovche caudine di una va~lutazione del decretane basata su un esamedello stesso come di un aerostato libratoin un'atmosfera 'rarefatta senza ailcun adden~iellato con la realtà precedente al decreto~ne e susseguente al decretone.

Noi vagliamo collocarlo nella realtà eco~nomica e sociale del nostro Paese per inten~derne i reali signifIcatI. Ed ecco un motivodi più per rifiutare il tentativo del Governo Idi portarci ad un esame del decretone oomedi un qualche cosa che sta a sè e che nondeve essere visto in un contesto più vasto.

Per esempio il titalo sesto, che riguarda idefictt paurosi del sistema mutualistico, nonci dice, non tenta nemmeno di dirci il perchèdi questi deficit palUrosi.

L'oratore che è intervenuto prima di meha dato di questi deficit paurosi una spiega~zione quanto mai elementJare e ragionieristi~

oa. Ha detto: si sono spesi più soldi di quell[che si avevano nelle casse delle mutue e per~ciò ci troviamo in questa situazione. Ma que~sta spiegazione laparlissiana non saddisfa nes~suno.

Perchè i bisogni sociali,le nchieste deimutuati, le degenze negli ospedali, i compen~si dei medici, il costo dei farmaci e via di~scorrendo hanno fatto questo vuoto paurosonei bilanci delle mutue? Poniamoci per unmomento la domanda; poniamoci di fronteal decretane, vediamo se un ripiano puro esemplice senza togliere le cause della tragi~ca situazione delle mutue può in qualche ma~niera risolv,ere il problema. Noi non lo cre~diamo.

Abbiamo un precedente, anovevoli colleghi.Nell'agosto del 1968 l'onorevole Leone, a fab~briche chiuse, oon gli italiani al mare, iConun Governo ohiamato pmvvisorio, anzi bal~neare (raocolgo il suggerimento del senatOJ1eValori), sfornò quel po' po' di decretone ohecomportava il rastrellamento di ben duemilamiHardi. Ed allora si disse che il perioolo ~

cito testualmente ~ consisteva in una sta~

gnazione di recessione, in una flessione delladomanda dei beni e dei servizi, in una 'Situa~zione cioè quasi di deflazione.

Ma irn quell'aocasiane nicol'do che noi pro~ponemmo che il deoretone di Leone ~ ohia~

mato dal nostro valoroso {( Fortebraccio }) lababysitter della RiepubbHca italiana perchèinterviene sempre nei moment[ di difficol-tà ~ fosse accampagnato da incisive, pun~tuali e necessarie riforme di struttura. Civenne detto che, sriccame 1a situazione era distagnaZJione, bisognava ,prima rimettere inmoto il meccanismo della accumulazione ca~pitalistica, della produzione, del profitto epoi in una situazIOne migliore si slarrebberofatte quelle famose riforme.

Adesso la situazione è quasi di segno oon-t'l'aria. Si parla di inflazione e si dice: biso~gna fare delle riforme. La contestuaIità invo~cata dal Partito socialista italiano è però unabella lustra ~ non facciamoci illusioni ~

per far passare il decretane e per trovar,e poitanti e tali inceppamenH e abili scuse e pre~testi per non far niente, per cui varrebbe pro~prio la pena eli affermare che quando la oon~giuntura è aha si dice che non si fanno le

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Senato della Repubblica ~ 17082 ~ V Legislatura

33P SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

riforrme pel1chè la congiuntura è aha, e quan~do la congintura è bassa si invoca tale con~giuntura per non fare le sempre famose ri~forme, oppure per fare quelle riforme chealle riforme vere assomigliano come un mo~striciattO'IO' assomiglia ad un uO'mo normalee ben fO'rmato.

Oggi la causa dkhiarata del decretO'ne è lainflazione e l'elemento caratteristko dellapresente fase congiunturale è unO' svilupponon equilibrato tra dO'manda e offierta in~terna.

n 27 agosto, pressappoco negli stessi ,gior~ni del Governo Leone, l'onorevole Colomboha varato il deoretissimo. Infatti come sideve chiamare questo provvedimento? Nonlo so: il titolo ufficiale è: «Conversione ,inlegge del decreto~legge 27 agostO' 1970, n. 621,recante provvedimenti per il riequilibrio del~l'attuale situazione congiunturale ()on parti~colare 'riguardo alla finanza pubblica e allaproduzione ».

Si deve chiamare il provvedimentO' in esa:~me decretone? Alcuni Io chiamano decretis~sima, altri decretissimo~lam;po, altri sUiperde~creta: viene quasi la voglia di chiamarlocon i,l peggiorativo, ossia decretaocio o zi~baldane perchè è un coacervo di norme nO'nben legate le une aIle altre.

Una cosa però è certa: cioè pur ammetten~do che i provvedimenti catenaccio che riguar~dano gli aumenti delle impaste erariaU devo~no essere fatti con decreta-,legge, tutta l'al~.tra parte del decretO'ne poteva essere stabi~lita con legge ordinaria per cui anche in que~sto caso nan si è tenuto conto del dettato co~stituzionale che prescrive che si ricO'rra almetO'do del decreto soltanto per particolarimativi d'urgenza.

Il carattere, H tratto dilstintivo del provve~dimento è il suo inserimento in un disegnopolitico più vasto. A nostro avviso, forte edimprovvisa, col decretone, viene promossauna sterzata a destra nella situazione politicae nella congiuntura economica del nostroPaese. Questa sterzata a destra viene fatta inun calcalato momento di pausa a condusia~ne della lunga crisi estiva del oentro"sinistrae come oonseguenza della stessa. Non dimen~tichiamo che le dimissioni dell'onorevole Ru~mor avvenRero alla vigilia di una sciopero

generale promO'sso dalle O'rganizzazioni sin~dacali per le l1iforme e che quelle dimis,sianifurO'no un tentativo non del tuttO' riuscita,perohè sempre nelle azioni politi'che ci Isonole spinte e le controspinte, ci sono delLe in~terazioni contrastanti; però qudle dimissioniavvennero come parte di un disegno più vla~sto valto a dare runa sterzata a destra a:ll'in~tera scena poLitka del nastro Paese e con~temporaneamente arrival1e, sotto la minac~cia, sotto il ricatto deHe elezioni palitiche an~ticipate, alla cattura del Partito sO'cialista ita~hano; cattura del Partito sooialista italiano

che daveva essere, per essere omogenea allescelte del neocapitalismo, un arrivo del Par~tito socialista italiano non in un'al1ea inter~media ma in un'area prescelta dai neoC'a:pita~listi, daveva essere quella del Partito sada~lista litaliano una callaborazione nel centro~sinistra in funzione subalterna, subardinata.Questa era il significato, a mio avvisa, di tut~ta quella grande manovra e di quella grandecrisi estiva che tutti abbiamo vissuto.

Ebbene aJ momento della castituzione delGoverno Colombo parve ~ almenO' i segniesteriori erano questi ~ che il Partito sada~

Usta italiana e le forze di sinistra avesserO'in qurulche maniera sventato il siignificato,le intenzioni di quella manovra. Ed inflaltti,almeno a paraI e, il programma del nuovoGov,erno era un programma che poteva esse~'re riguardato da due punti di vista diffierenti;il risultato elettorale fìu la conseguenza diquesta dicatomia, di questo apparire su dueversanti del Governo, da una parte la destmdemocristiana e isocialdemocratid e dan'all~tra il Partito socialista italiano, per cui avem~ma il grande fenomeno che elettori di de~stra oorsero a sastenere quel Gov,erno perdarg1i un segno ed un significata di destraed elettori di sinistra, purt'rappo anche a no~st're spese, corsero a sostenere il Partito sa~cialista italiano per dare a quel Govemo canil loro voto un segno di sinistra.

Si disse alla fine di quelle elezlLoni che ilcentro-sinistra era uscito rafforzato. Appa~rentemente sì, numericamente sì, ma vedem~ma subita dopO' dalle dimilssioni dell' onare~vale Rumor, dalle cantraddizioni scoppiateancO'ra più vigorose, dalla lunga crisi e druivari ricatti finoalll'approdo al Govemo Co~

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V Legislatura::ienato della Repubbìica ~ 17083 ~

4 OTTOBRE 1970331a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO

lombo, che in realtà non era così. QuestoGoverno aveva una sua collocazione almenosul piano della propaganda.

Oggi però nei fatti il decretone mostra il

caratterepmdom~nante della destra, deigruppi industriali nel Governo e il caratteresubalterno del Partito sociahsta çhe non lovuole ma lo subisce. Noi almeno speriamoche quegli elettori che credettero di trovareuna soluzione dei loro problemi nel rafforza-mento del çent'ro~sinistra, in special mododel Partito socialista italiano, abbiano com-p:reso qual è stato invece ,lo sbocco di tuttequeste vicende politiche. Questo decretoneè una rivalsa, un fatto punitivo nei confì:wntidei lavoratori. Questo decretone vuole ripren~dere tutto quello che i lavoratori hanno oon-quista:to con le lotte dell'autunno caldo, masoprattutto vuole >canoellare la componenteinternazionale della inflazione, vuole cancel-lare l'annotazione vera per cui noi sappiamoche l'aumento dei prezzi ad esempio iniziòprima che cominciassero ,le lotte dei lavora-tori. E la stessa ultima :riunione a Bruxellesdel ,fondo monetario internazionale ci ha an-cora una volta confermato che l'aumento deiprezzi non è un fatto italiano ma è un .fattodi tutta l'area del doHaro e della sterlina, unfatto internazionale che ha ,scarsissimi adden~tel1ati con le lotte e con gli aumenN salariali.

Questo fatto però va ,dimenticato proprioperchè il decretone va a p:rendere i soldi inUlla sola direzione. Del resto Ìo sono statoun attento ascoltatore dell'onorevole Colom-bo nella sua allocuzione alla radio e alla te~levisione. L'onorevole Colombo presentandoil decretone agli italiani ha dovuto un po'scoprirsi; succede sempre così quando gliuommi politici debbDno parlare alla radioed alla televisione perchè per farsi capiI1e dal-la gente che non ha letto i libri di economiadevono tradu:rre le vertiginose asoese nelcampo deUa teoria in soldoni, per così dire.Ebbene l'onorevole Colombo ha detto chiara~mente çhe bisogna spendere sempre una limdi meno di quello che si guadagna, facendopraticamente intendere che çhi spende unalira di più è la dasse operaia abitUialta trop~po bene, abituata ai lussi, abituata alle spesevoluttuarie. Si vedeva e traspariva da tuttala sua esposizione questo significato ohe vo-

leva essere I1econdito ma che era stato bencompI1eso nel senso di essere contro i lavo-ratDri.

Come Dgnuno sa, il decretissimo è un lun-go e complesso provvedimento orglanizzatoin 70 larticoli e diviso in t:re titoli. n primotitoloriguaI1da disposizioni di caratte:re tri~butario con le quali si provvede ad inasprirealcuni prelievi fiscali. Gli autori del decretoprevedono che i,l maggior reddito fiscale de-rivante da queste misure sia pari a 140 mi~liardi nel 1970 e a 430 miha:rdi nel 1971; cir-ca 260 miliardi dovrebbero saltar fuori dal-!'inasprimento fiscale della benzina. E a pro-posito della benzina voglio riçordare anch'io(come è stato già fatto da altri colleghi delmio Gruppo) che noi abbiamo questo prima~to mondiale, cioè il 'prezzo più alto dellabenzinaÌJn tutto il mondo. Ma questa mattI-na un oratDre di parte socialista, certamente~n buoni,ssima fede e con le migliori inten-z10ni (ora non è presente ma io lo cito perlodarlo ,e non trattarlo male), ebbe a dkhia-ra~e che in fondo questo aumento era anco-ra poco di fronte al disastro che provoca inIt2Jia una moto:rizzazione congestionante, os~sessiva, che spersonalizza le nostre città, cheinquina l',atmosfera, che distrugge il ca:ratte~re umano della nostra vita civile. Siamo d'ac-cordo che questi fenomeni esistono, ma comesi può decentemente andare a colpi~e l'UltI-mo atto di una lunga serie di fatti economici,proprio Il'ultimo atto che riguarda il consu-matore, per tentare una politica che scoraggila motorizzazione privata a favore di 'quellapubblica? Ma dimentichiamo forse che pri~ma dell'ultimo atto, e cioè l'acquisto dellabenzina per metterla nel serbatoio, vi è lacostruzione delle automobili, la costruziDnedelle autostrade, i prestiti agevolati del Go-verno ai grandi costrutton di automobili, lefacilitazioni per le iiusioni delle società cheproducono le automobili, e non fusioni sol-tanto in campo nazionale ma anche in cam-po internazionale (vedi la fusione della FIATcon la Citroen). Ora un'altl'a osservazionecredo sia doveroso fare nei riguardi dell'af-fermazione secondo la quale questo aumentoavrebbe il fine di scoraggiare il oonsumodeHa benzina e qruindi la ciI1colazione deHeautomobili. Delle due l'una, signori della

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Senato della Repubblica ~ 17084 ~ V Legislatura

331a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA- RESOCONTOSTENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

maggioranza: o avete un fine fiscale e allomdovete augurarvi che di automobili in circo~lazione ve ne siano molte di più e che quindivi sia un maggiore consumo di benzina, o vo~1ete perseguire il fine di scoraggiare gli uten~ti dal servirsi delle automobili, ma in questocaso avreste un gettito fiscale minore e an~drebbe vanificato lo scopo del decretone;è contraddittorio portare rrn quest'Aula nel~lo stesso provvedimento motivaz,ioni in pie~no contrasto tra di loro e che si elidono

l'una con l'altna.Non è possibile che i senatori di parte de-

mocristiana dicano di volere un gettito fisca-le maggiore e che i senatori di parte Isodah-sta dicano che l'aumento della benzina com-batterà l'inquinamento aitmosuerico e l'au-mento della motodzzazione privata. (Interru-zione del senatore Filippa).

Questo modo di presentare i provvedimen-ti di oarattere straordinario è, a mio avviso,sconetto. E voglio raccogliere l'interruzionedel -cOlllega Eilippa che, essendo di Torino,conosoe forse meglio di me le seg,ret,e cosedel grande monopolio, per quanto la sua -co~noscenza sia senz'altro rel,ativa perchè nean~che lui è arrivato o arriverà nella stanza deibottoni. Vi è arrivato Nenni, ma ha premutosempre il bottone sbagli,ato.

Abbiamo vi1sto ~ me lo diceva proprio i,Icollega Filippa questa mattina ~ che nellaprovi,ncia di Torino, mi pare, nel mese scor~so sono state immatricOlIate altre centomilaautomobili. Quindi non abbiate paura, colJe~ghi democristiani; l'aumento del prezzo dellabenzina porterà un congruo numero di mi~liardi nelle casse dello Stato. Ma io vonei chesi facesse un altro -conto: quanto ci costa at~tualmente ,e quanto ci costerà in più questadissennata politica dell'incentivazione auto~mobilistka sotto il profilo ,dell'inquinamentoatmosferico, dell'accrescimento dei rumori esotto quello di un ambiente sociale in cui siapossibile vivere? Andiamo verso un assettosociale disumanante, andiamo verso pro-blemi insolubili, verso un inurbamento e ver-so una concentrazione industriale per poli disviluppo che sfigurerà del tutto l'aspettostorico e geografi-co del nostro Paese. Già dr-cala in Inghilterra lo slogan pubblicitario:« Visitate l'Italia prima ohe gli italiani l'ab~

biano distrutta del tutto ». Questo è oggi l'in~dirizzo prevalente nel nostro Paese; un inur-bamento disperato per cui le industrie nOonvengono Cl'eate dove ci sono operai ohe pos~sano essere oocupati, ma vengono tutte rag-gruppate per poli di sviluppo alfine di di-minuire i costi conoorrenzi3!ll. Abbiamo a To~rino gli immigrati meridionali che vivono inventi in un camerone e che dormono a turnonello stesso letto, senza che il Governo ed idirigenti della cosa pubblica abbiano detto

no una volta tanto ai di>struttori del nostroPaese, senza che sia stato inserito nel decre~tane queLl'emendamento da noi presenTIatoper il quale dovrebbe essere proibita, senzauna speciale concessione m1nisteriale, l'in~stallaziOlne di nuovi stabilimenti nel!le :regionidel Piemonte e della Lombardia già conge~stionat,e al di sopra del 'limite di rottura.

Ora, il secondo titolo del decretone riguar-da la gestione e il finanziamento delle mutueper l'assistenza malattia. La gestione dellemutue registra un passivo annuo crescenteche ormai sUlpera i miUe miliardi. U1i~li:zZiando le maggiori entrate cui provvedonole misure oomprese nel titalo primo e conil gettito (230 miliardi) di una maggiorazionea oarico dei datori di lavoro per gli assegnifamiliari si riduce fortemente il passivo dellegestioni mutualistkhe.

A questo punto è neoessario aprire un di~scorsa sulla connessione che esisterebbe trail risanamento dei bilanci delle mutue e laistituzione del servizio sanitario nazionaLe:il primo sarebbe la pllemessa del secondo.Sull'argomento si ebbe, come ognuno rioor~da, una polemica tra il Minilstro della sanitàMariotti e il Ministro del .lavoro D0nat~Cat~tin. Si è molto parlato e si è convenuto sullacrisi del sistema mutualistico, ma poco a mioavviso si è detto sul perchè le mutue sonoentrate in crÌ'si.

Facciamo per un momento un rapido esa~me storico del peJ:1chè della crisi delle mutue.Secondo me c'è stata a suo tempa una soar-sità ed inadeguatezza del contributo gover~nativo pro capite nei confronti delle mutuenon riguaJ:1danti i ,lavoratori dipendenti.

RicoJ:1do~ aHora ero deputato più giavanedi ora ~ la discussione che avvenne tra ilcompianto onorevole Di Vittorio e Il'onor'evo~

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17085 ~

4 OTTOBRE 197033P SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

le BQlnomi a proposito della mutua dei col-tivatori dil'etti: scontro importantissimo per-chè fin da allora si scontrava la tendenza delservizio sani1'ario nazionale e la tendenZJa adaffidare le mutue a delle consorterie ohe met-1'evano in piedi Cal~I1Ozzonicorporativi ohe sa-rebbero ,stati dei comodi rifugi per tutti gliattivisti ,di certe organizzazioni sindacali.

Ebbene, in quella polemica Di Vittorio so-stenne che i,l contributo governativo era ,as-sQllutamente insuffÌdente a garantire quelleprevidenze pur limitate che la legge sta-biliva.

L'onorevole Di VittoDio sQlsteneva che ilsistema di votazione delle mutue avrebbedovuto ,essere un sistema proPQlrzional'e oquanto meno maggiodta'rio, ma non maggio-ritario totalizzante come lo volle l'onrOI1evoleBQlnomi. P,er quella legge, una :legge cape-stl'O, dell'onorevole BonQlmi chi otteneva an-che un solo voto in più aveva tut1Ji li PQlstinella mutua locale e nessun posto era asse-gnatoal1e oPPQlsizioni. Bene faceva dal suopunto di vista l' QInorevole Bonomi a vOlIerel'esclusione di ogni cont:wllo delle minovan-ze nella gestione della cassa mutua conta-dina; e ne abbiamo visto i risultati: neHasQlla provincia di Verona credo che la mutuacontadina abbia supemto i tre miliardi emezzo di deficit!

Lo stesso onorevole Donat..Cattin deve am-mettere ama'ramente che l'amministIìazionedelle mutue è diventata un 'Comodo :luogoper fare dei traffÌchetti. Bella conda[IJ[IJa daparte del Ministro del lavoro della Demo-cmzia cristiana a certe mutue che sono di-ventate il comQldo rifugio di gente ohe nonsa fare altro e che va lì soltanto per riscuo-tere uno stipendio!

Ecco intanto un primo assaggio, un primospiraglio che noi apriamo in questo grandedeficit e cQlminciamo a vedere da che cosadipende.

Moltiplioaz1iQlne delle mutue. Nessun Pae-se credo offra uno spetté\Jcolo oosì miserandocome il nostro! C'è uno staff di impiegatiper l'amministrazione delle mutue deicontadini; un'altra amministrazione perquella dei commercianti, un'altra am-ministrazione per quella degli artigiani,un'altra amministrazione per gli art1sti, una

altra amministrazione per l'ENPAS, un'altraammini,strazione per l'INAM: una moltipH-cazione lé\Jbnorme delle spese di esercizio aoadco sempre del mutuato. Perchè non sem-pre anche i nQlstri lavoratori comprendonoche i soldi che ¥ersa il dator,e di lavoro al-l'INPS o all'INAM o all'INAIL sono salariodiff,erito, sono parte del salario; e noi sap-piamo che nessun Paese del mondo ha deicontributi oosì alti 'Come quelli versati nelnostX'o Paese e nessun Paese ha delle pl1e-stazioni così scadenti come quelle ohe noipossiamo off,rire ai mutuati!

Moltiphca:zjione quindi delle mutue, am-ministIiat,e spesso da appamti pletonici; mOII-tiplicazione degli ambulatori e delle oon¥en-zioni con gli ospedali. Quanto sal'ebbe piùsemplice se ci fosse un solo ente nazionaleche facesse una convenzione generalecon gli ospedali! No: ogni mutua fa unaconvenziQlne per conto suo e ogni medicodeve sdoppiarsi in tutti gli ambulatori chesono magari cinque o sei in una stessacittà. . .

DI PRISCOuna oittà.

NelLa stessa via di

A L BAR E L L O . . . nella stessa viadi una dttà, e così vediamo che è più i,l tem-po in cui i dottori sono sulle maochine percorrere da un ambulatorio all'ahro di quel-lo che effettivamente dedicano ai pazienti.

Confusione quindi e duplicaziQlni dei mp~porti con i medici, gli ospedali, le farmadee gli stessi mutuati; e soprattutto, poichèle mutue cercano di aiutare soltanto il cit-tadino, il lavoratore, il mutuato ammalato,completa trascuratezza della medicina pre-ventiva che nei Paesi più dvili è il pilastrofondamentale della medicina sociale. Abbia-mo avuto qui in Italia un esempio di questastrana situazione per quanto riguaI1da le vac-cinazioni antipolio: mentre negli altri Paesisi adoperava il vaccino Sabin, skcome noiavevamo ancora depositate presso i gIìossistimoltiss,ime fiale del vaccino Salk, continua-vamo ad adoperare questo s,eoondo tipo divaccino e si val'dò 3-4 anni per mettel~e inatto il sistema più avanzato rappresentatodal vaccino Sabin. E questo è successo per-

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17086 ~

4 OTTOBRE 197033F SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

chè, anche per quanto rigual1da la salutedegli uomini, vale il sistema del profitto.

Se c'è un settaDe della vita nazionaJe dovei,l sistema del pl1ofiuo dovrebbe essere in

secondo piano, questo è il settore sanitario;invece proprio lì abbiamo gli appetiti piùvorad e proprio lì si creano le fortune piùscandalose.

In questi giorni i giornali paDlano del pe~ricalo che sovrasta l'Italia non solo da:l pun~

tO' di vista della <sanità, ma anche dal puntodi vista dell/economia del Paese; mi ri£eri~sea all'epidemia di influenza, carne è avve~nuto lo scorso anno. Alcuni hanno fatto ilcalcolo di ohe oasa abbiamo speso l'annoscorso per questa epidemia influenzale e laolifra che ne è scaturita si aggira intornoai 250 miliardi. Una bella fetta del decretone,se nai avessimo messo in atto le miSUire pre~ventivle necessarie, sarebbe stata superflua; igiornali ci dicono che con Ilasolitla, tradi~zionalee storica imprevidenza della classedirigente del nostro Paese, mentl1e aocorre~rebbe:w 4 mihoni di vaccini preventivi indeposito, il Ministero della sanità invece amal:apena ha speso due milial1di reperendotreoento mHa vaccini, secondo quaJl1lto dico~no alcuni giornali, o due milioni secondoquanto affermano altri. Si tratta sempre pe~rò di un quantitativa insufficiente.

Ecco un esempio di come un'amministra~zione dello Stato, attenta agli effetti econo-mici e finanziari di certe situazioni, potl1eb~be intervenire per non tDovarsi poi con laborsa vuotla e nella necessità d':improvvisaTe,con l'acqua aHa gola, questi provvedimentizibaldane, questi prelievi fiscali cervelloti:ci,tanto che gli stessi oratori della magglioran~za affermano che alcuni di questi prelievisono inesigibiH 'e comporteranno maggiorispese per incass:arli di quanto non Isarà ilgettito che si potrà ricavare in alcuni casi.

e/è però sempTe la comoda scappataia di

riversare la colpa del disservizio e degli spa~ventosi disavanzi delle mutue sui mutUiatistessi. Il senatoDe Segnana ha detto :che se~condo ,lui gli italiani mangiano ,le medidne:invece di mangiaDe pane e comprunatko, gliitaliani mangerebbero 'antibiotici, streptomi~cina 'e via discarrendo. È ben vero :che du~rante il corsa dell'«asiatka» dell'anno scorso

propria per non aver fatto il vaocino i me~dici prescrivevano ,la streptomicina, prescri~vevana gli antibiatlici pur sapendo che non£ann0' ass0'lutrumente nient,e e che anzi forsefanno danno, ma li prescrivevan0' per il mo~tivo molto semplice che un malato quandosta male qualche cosa vuole e il dottore peraccontentarlo presorive anche queste cose.Perchè a quel tempo nan si erano fatte levaccinazioni? Eoco aU0'11a la vomgine spa~vent0'sa del costo dei farmaci in Italia. Suquesto settore il nastro collega Menchrnelliha fatto una descriziane mO'lto efficace e pie~na di dati che non si può smentire. Secondoalcuni O'ratori della maggiomnza si dovr,ebbearrival1e quanto meno a far pagare una partedei medicinali ai mutuati ,stessi per invo~gliarli a consumare meno medicinali. Maperchè i mutuati c0'nsumino meno medic.i~nali bisognerebbe comincial'e da:lla RAI edalla TV che fanno la propaganda perchèse ne oonsumino molti e fanno la 'Propagan~da anche di quel preparato al oloramfeni~colo che in America è stato proibito pe11chèpuò portare a delle degenearzioni del sangue,ma che in Italia si cantinua a vendeDe per~ohè ci sano ancora i depO'si ti pieni nellefarmacie e ill Ministero deHa sanità non haanca:r;a il caraggio di proibke un £armaco

che si sa che deve essere ,adoperato soltantoper particalarissimi casi di malattie e cheinvece viene usato anche per i bambinicon gravissimo pericolo. E allora perquanto riguarda i farma;ci cominciamoa riformare «Carosello)} dove vediamoi divi del cinema e della canzone propagan-dare questo o quel medicinale, anche, comedicevo prima, quelli più dannasi. E poi nondice ni,ente il fenomeno del compa:r;agg,io percui è risultato ohe un medico in provinciadi FeDrara, se non erro, aveva fatto 16 milavisite in un mese ed aveva ordina.to unamontagna di medicinali forse più alta del~l'Etna? Non dicono niente queste <cose?La colpa secondo voi sarebhe dei mutuati enon saDebbe di certi medici pooo sorupolosiche invagliati dalle case farmaceutiche 011di~nano magari slempre lo stesso medicinale nel~le più strane e differenti malatti:e sol pel1chèpurtmpp0' oi sono delle rpercentuaH in oerticasi: tanti pezzi venduti e tanto a ohi ha

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17087 ~

331a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

ordinato o consigliato il medicinale. Quindia nostro avviso non vale tanto la praposta difar pagare una parte dei farmaci al mutuatostesso, quanto una migliore cascienza saoia~le da parte dei propagandisti dei medidnali,dei medici e dei farmaC1:sti. lo non voglionegare che ci sia una percentuale, piccola ogrande, che crede che se il medico non pre~scrive molto non è un bravo medico. Maperchè, 3Ilmeno in via sperimentale, non ipro~viamo a fare quello che ha fatto l'Olandadove ogni mutuato ha un suo libretto contanti tagliandi e a seconda di quanti taglian~di risparmia in un anno per medicine, dotto~

l'i ed ospedali, questi gli vengano rifusi,non del tutto ma proporzionalmente in mo~do che il risparmio vad~ al lavoratore chenon ha voluto indulgere alla moda correntedi prendere molti medicinali? Anch'io infat~ti sono propenso a riconoscere che molti me~dicinali facciano più male che bene.

VALSECCHI PASQUALEMa casì 'Si pI'emiano coloro che non si am~malano a danno di quelli ,che si ammalano.Questa è una contraddizione evidente.

A L BAR E L L O. EppUDe questo ,con-gegno ha permesso in certi Paesi di curarebene tutti gli ammalati e di parDe un henoanche alla spinta data dai medici nena pI'e~scrizione di un soverchio numero di medi~cme.

Mi 'Sono addentrato in questa materiaperohè sana canv:into che senza un !cambia~mento profondo di congegni e di mentalitàanche il servizio sanitario naziDnaleel'edi~

I

terà tutti i difetti del sistema mutua:listkoe forse ci riserverà la sgradita sorpI'esa didisavanzi ancara più colossali. Bisogna, 'SÌ,passare al servizio sanitario nazionale, macambi,ando il sistema del ,profitto pri'vato. Ilservizio sanitario nazionale deve essere ba~sato sulle finalità saciali e non sul meto~do del profitto altrimenti avremo una pro~fonda di,siillusione e non avremo fatto unariforma ma ancora una volta avremo inoen~tivato il sistema capitalistico.

Mi sÌJa consentito dire una parola sul <li~vello spaventoso raggiunto dalle r,ette ospe~daliere che sono praticamente raddoppiate

nelle città e neUe provincie. A Vero!t1Ja, cittàin cui abito, la lcetta per il vitto ed ill lettoin corsia è balzata da 8.500 lire a 15.800 hreal giorno; molto di più della peI'm3lnenza aMontecarlo o in posti simiIi. A questo pro-posito ho letto con interesse i servizi delgiarnale ({ Il GiDrmo}) che ci ha dimostratocome in Lambardia oggi gli abhienti nonvadano più ad Dperarsi negli Dspeda:li i!ta1ia-ni, ma in Svizzera perchè il chirurgo in Sviz.zera domanda un quarto se non addidtturaun quinto di quello che damanda il gr;a:ndebarone della ohirurgia in Italia. Lavetta inseconda categaria, con due ,letti, a LuganooDsta 5.300 lire mentre a Verona 15.900 lire.Si badi bene che si parla di salo vitto e al~loggia, senza contare i medici ed i fa:rmad.Sono quindi ciI'ca 28 mila lire a1 giorno chele mutue devono pagal'e per ogni mutuatodegente. Come volete che le mutue pDssanoresistel'e, come volete che non vadano nelpiù grande sfaoelo, carne volete che si facciaun servizio sanitario nazionale efficiente senon affondiamo il bisturi in questi bubboni?Allora, per tornare al decretone (non çI'edodi essermi allontanato da un esame degliantecedenti al decretane perchè 1a crisi dellemutue è una delle cause principali del de~cretone stesso), siamo rimasti impressionatidel fatto che non vi sia alcun aiCOen110 diprelievo ,fiscale nei confronti dei grandi ba~roni della chkurgia e della medicina; chenon vi sia alcun accenno di prelievo fiscalenei çonfronti dei guadagni spropDsli,tati deidivi della canzone, della radio e della tele~visione; che non vi sia niente nei confrontidelle altissime cariche della burooI1aZJia, nien~te nei confronti degli allenatori del calcioe dei calciatori, niente nei confronti dei 'Pro~fessionisti i quali possono metteI'e le tariffeche vDgliono, passono fare il bello ,e il cat~tivo tempo nel nostro Paese. Avete aumen~tato le carte bollate della povera gente, ave~te messo l'aumento sulla benz1l11a; ma nonavete letto il titalo del giornale « Il GiODIIO )}

che ha detto ohe un chirurgo a Roma :l'annoscorso ha guadagnato un mHial1do? Perchènon sriete andati a vedere la differenza tmquel m1liardo inoassato da quel grande chi-

'l'urgo romano ,e la sua denuncia capitolina?A pI'oposito di denunce capitoline, oome non

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Senato della Repubblica ~ 17088 ~ V Legislatul'a

331a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO

sorridere del provved~mento del sindaco diRoma Clelio DarlJda il quale, dopo aver ac~oertato che il defunto marchese Casati Stam~pa di Soncino pagava di tasse ciuca 120~130mila lire all'anno con seicento miliardi dicapitale, chiama il funzionario colpevole diquesta oilli<ssione (omissione busta:reHata, di~oi:amo la v,erità! Non and~amo in cel1ca ditante storie, didamo la verità! Queste sonole cose che bisogna diJ:1e!). . .

C U.C CU. Bravo!

A L BAR E L L O. Ebbene il sindaco diRoma chiama il funzionario fedifrago e glidice: ti do l'ammonizione solenne, non far~10 più! Il Gladstone se non erro ci chiamavala carnival nation! In queste cose siamo unaNazione per la quale non si sa se piangere oridere.

C U C CU. La mancanza di denuncia èomissione del dovere di ufficio.

A L BAR E L L O. Tutto nel decretone èper le imposte indirette, niente o 'pocoper le dirette. Ieri sera 'il senatore Trabuc~chi parlando degli evasori fiscali disse: sape~ste quanto è di£ficile prenderli! PreferiS'co~no essere topi magri in campagna piuttostoche topi grassi in città. Infatti ~ dice ~ que~

sti evasori fiscali vanno a porre il loro do~micilio fiscale nei piccoli comuni, trattanocon il segretario comunale, con l'ammini~strazione (i quali vedono una insperata for~tuna nel fatto che questo magnate si recain un piccolo paese), contrattano, paganole tasse in qua1che piccolo paese del Lazio odella provincia di Verona; e questo topo dicampagna, magro, come dice il senatore Tra~bucchi, non compare nel posto in ,cui spremeU suo reddito. Ma io pensavo che almenoin questo decretone vi fosse una disposizio~ne per la quale non fosse possibile porre ilproprio domicilio fiscale dove ,si vuole, mail l1eddito fosse ripartito quanto meno trai oomuni nei quali il reddito stesso vieneprodotto. Non si è rioorsi nemmeno a que~sto piccolissimo accorgimento per incassarequalcosa dalle imposte dirette. Ecco perchèio dico, senatore Trabuochi, che quelli non

4 OTTOBRE 1970

sono topi magri, ma, anche se vivono in cam~pagna, sono dei topi ben pasreiuti e benmessi.

Per tornare aHa benemerita categoria deimedici, mi si consenta di leggere testual~mente la lettera dell'avvocato GiambattistaRossi, presidente dell'ammini,strazione ospe~daliera di Verona, il quale, poveretto, peraver denunciato certe stoDture, si è fatto unacattiva stampa da parte del suo partito e deipartiti aUeati deUa Democrazia cristiana,tanto che a Verona drcola la voce che prestosarà licenziato. Non si adonti il Senato seleggerò la lettera per intero perchè, a mio av~viso, deve essere letta tutta e conveniente~mente meditata. La lettera dice testualmen~te: «Egregio signor dire Ltore, sull' "Ar,ena"del 12 luglio scorso» (1'« Arena» è il quoti~diano della nostra provincia) « è appal1so unarticolo contenente un resoconto di un'as~semblea di medici degli istituti ospedalieri ele dichiarazioni di alcuni saJJlitari in rispostaad una mia intervista pubblicata 1'8 luglioscorso sulla situazione di crisi degli ospedaliitaliani. L' "Arena" del 16 luglIo scorso haospitato due lettere sullo stesso argomento;una a firma del professar Poppi, primarioospedaliero di Verona, e l'altra del professarScuro, incaricato direttore dell'Istituto dipatologia medica del Policlinico di Verona.L'artkolo e le due lettere mi costringono achiedere ospitalità per qualche chiarimentolimitato ad alcuni punti essenziali, soprattut~t? per evitare di seguire i miei illustri con~traddittori in una polemica avv,iata sulla ba~se di asserzioni non documentate e non per~tinenti. Devo innanzitutto precisare che lamia intervista si riferiva alla situaZiione ge~nerale deg.Ii ospedali italiani, oggi in gravidifficoltà derivanti dallo stato di insolvenzadegli istituti mutualistici i quali, con il lo~ro fortissimo ritaI1do nei pagamenti (i,! cre~dito dell'ospedale di Verona sUipera i 10 mi~liaI1di al 30 giugno 1970), minacciano di pa~ralizzare le attività ospedaliere.

Uintervistatore mi aveva anche chiesto no~tizie sulle caUise dei :recenti scioperi dei me~dici ospedalieri attuati ,in tutta Italia per soI~lecitare l'emanazione delle norme ,legislativenecessarie a dare attuazione all'aocordo na~zionale de12 aprile 1970 sul nuovo trattamen~

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17089 ~

331a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

to economico dei sanitari dipendenti daospedali pubblici. Su questo punto ho illu~strato la posizione delle parti e ho anche af~fermato che le nuO've retribuzioni dei medi~ci comporteranno oneri notevoli per i bnan~ci degli ospedali. A chiusura dell'interv,ista,che riguardava la situazione generale di tut~ti gli ospedali italiani e non autorizzava unainterpretazione restrittiva al solo ospedale diVerona nè tanto meno ai soli medici dellacittà, ho ripetuto all' "Arena" a1cuni passidella presentazione di una pubblicazione del~l'ottobre 1969 del Comitato regionale dellaprogrammazione ospedaliera del Veneto dicui ero autore nella mia veste di presiden~te del CO'mitato stesso, contenente un giudi-zio politico generale su~la situazione sanita~ria nei seguenti termini ». . .

P RES I D E N T E. Non dovrà leggeretutta la leUera?

A L BAR E L L O. Ho premesso, signorPres~dente, che se si vuole capire qualchecosa devo arrivare alla fine di questa letterain cui sono contenuti dati sui cO'mpensi 'Sani~tari che faranno ,subito capire iJ motiva deldeficit delle mutue; aJ1gomento su cui mi sof-fernnerò dopo aver spiegato tale motivo. Per~ciò mi affido alla sua indulgenza, signor Pre~sidente, affinchè mi sia permesso di esserechiaro.

«L'arganizzaziO'ne sanitaria, nonO'stante igrandi progressi oompiuti negli ultimi anni,non può dirsi per tanti aspetti al servizio delcittadino, condizionata com'è da molteplicifattori: dal prO'blema del settore farmaceu~tico)} ~ ne ha parlatO' Menchinelli ~ «a

quello degli anziani ,oggi largamente emargi-nati dalla protezione assistenziale; dal pro~blema dei minorati fisici e psichici (in Italiaad esempio decine di migliaia di spastici so-no costretti a mendicare l'assi,stenza in po~chissimi centri specializzati )}

~ ne ha parla~to il collega Preziosi ~ « a quello degli am~malati mentali; dal problema della mutuali~tà, che mortifica il cittadino in quanto l'assi-stenza gli viene prestata spesso parzialmentesolo come prestatore di lavoro e non come ti~tolare di un diritto alla salute costituzional~mente affernnato, a quello delle case di cura

ipI1ivate; dal 'problema degH operatori pro-fessionali sanitari in molti :easi orientati a ve-dere la professione unicamente come fontedi lucro anzichè un' occasione di servizio perla collettività a quello delle carenze di scuo-le di preparazione del personale sanitario.

Nonostante che la pubblicazione predet-ta, distribuita in migliaia di esemplari nel-l'ambito degli ospedali del Veneto, fosse no-ta da molti mesi, solo ora ci si è ricordatidi contestarla. La mia intervirsta non è pia~ciuta ad un grUlppo di sanitari ospedalieriveronesi che, riuniti in assemblea, presentiuna cinquantina di medici su circa 300 ope~ranti nell'ambito degli istituti aspedalieri,hanno contestato la presidenza dell'ospeda~le, coghendo l'occasione per polemizzare conl'ammini'straziane su temi anche estranei alcontenuto dell'intervista, alla quale peraltrosi dkhiarava di voler rispondere.

Data la vastità degli argomenti rirspon~derò per capitoli. ,Pdmo. Respingo innanzitutto l'affermazione che l'amministrazioneospedaliera abbia sistematicamente disatte-so ogni proposta dei sanitari. I contatti coni medici attraverso vari canali sono semprestati frequenti e ogni proposta è sempre sta~ta attentamente valutata ».

Salto, per accogliere !'invito del nostroPresidente, tutta la par1!e che riguarda cosaè stato fatto in campo ospedaliero, per arri~vare alla parte importante: «Nella mia in~terv~sta avrei fatto, seoondo il professarPoppi, asserzioni lesive della rispettabilitàprofessionale di tutta la classe medica peraver elencato tra i problemi che travaglianola vita in Italia queLlo degli operatori profes~sionali sanitari in molti casi orientati a ve-dere la professione unicamente come fontedi lucro, anzirchè come aocasione di servizioalla collettività.

Tale affermazione (delitto di lesa mae~stà) si riferilsce, com'è chiaro ad una affretta~ta lettura, in generale agli operatori sanitari,includendo in essi non solo i medici, ma tut~ti gli interessati del settore (dai fanmaoistialle ostetrkhe, dagli infermieri ai produttoridi medicinali, eccetera), e ovviamente nona tutti i sing,oli componenti dei vari gruppi.

Interessi di gruppo. A mio parere in tut~t~ queste categorie si è accentuato fortemen-

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17090 ~

331a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICa 4 OTTOBRE 1970

te negli ultimi anni un atteggiamento corpo~rativo inteso a far prevalere gli interessi digruppo sugli interessi generali della c0l11etti~vità sotto la spinta della legge del profitto,del lucro, termine sul !Quisignificato di gua~dagno giuridicamente lecito è difficile equi~vocare, che governa il nostro sistema econo-mico ». Ci ricoI1ldU!ciamoallo schema del pro~fitto che avevo lumeggiato all'inizio del miointervento.

«Questo atteggiamento ha spesso impe-dito e ostacolato l'avvio di sostanziali rifor~me dei nostri sUlperati ovdinamenti sanitari.È storia amara di tutti i giorni, che la leggeben conosce, la discriminazione che si tendea fare tra mutuati e paganti ,in proprio intutti i settod sanitari, l'opposizione dei far~maJCisti all'aumento del numero delle farma~cie, con la conseguenza di mantenere sCOlper~ti di questo servizio inted quartieri, la spe~culazione sui medicinali che nan ha dscan~tra in nessun Paese » ~ è un democristianoche parla ~ « il passaggio per il persoml!leo.spedaliero non medico da 46 a 40 ore iSetti~manali strappato lo scorso anno in sede le-gislativa senza al10una gradualità », ce n'èanche per noi, « come è stato fatto invece pertutte le altre categorie di lavoratori pubblicie privati, ferrovieri, metalmeccanici eccetera,i nuovi stipeI1ldi del personale medico, » ~

come vedremo più avanti ~ « gli esosi ono~rari di certi sanitari; sono aLcune delle di~sfunzioni del nostro sistema sanitario, percui parlare di operatori sanitari che dannopiù peso al denaro che al servizio della col~lettività non mi sembra un'affermazione in~fondata. In ogni caso dovrebbe toccare sola~mente i singoli che si sentono identificatinell'ipotesi da me denunciata e non tutta lacategoria.

Quarto. Stupefacente è l'affermazione delprofessore Poppi » ~ adesso veniamo allaparte più interessante della lettera ~ « chegran parte» ~ dice questo illustre baronedella cattedra ~ « del personale medico de~

gli ospedali si trova "in situazione di gravedilsagio economico.

La migliore dsposta» ~ dice l'avvo.catoRossi ~ « è quella di esporre le cifre. Nel1968 210 sanitari dipendenti dagli istitutiospedalieri di Verona hanno gravato sul bi~

lancio ospedaliero per stipendi e compensifissi per 2 miliardi, 20 milioni e 548 mila li-re, pari ad una media pro capite di 9 mi~lioni e 621 mila annue ».

Questo è solo per il lavoro a11'0spedale;poi hanno le cliniche private, gli ambulatori,il servizio delle mutue e via discorrendo.

Nove milioni in media soltanto all'ospe-dale all'anno.

« Spesa per 28 primari: ,lrire 694 milioni e242 mila; media annua per ogni primario:lire 24 milioni e 794 mila; massima perce-pito da un primario: lire 55 milioni ».

Io so invece che la cifra reale riscossa èdi 172 milioni in un anno.« Spese per 182 secondari e aiuti assistenti:lire 1 miHardo e 326 milioni.

NelTe cifre suindkate non è compresal'attività svolta per consulti, visite ed altreprestazioni fuori dell'ambiente ospedaliero,attività che per una buO'na maggioranza disanitalii è molto consistente ».

Ma vengo alla cifra più terr.ibile: «Nel1968 210 sanitari 09pedalier,i» 210 medici,« sono costati all'amministrazione O'spedalie~ra di Verona come 1375 inservienti ».

Non dico 'altro. E secondo voi sarebberog1lioperai dell'autunno caldo che hanno pro~vocato l'inflazione? Sarebbero essi che do-vrebbero essere tOlocati, o non dovrebbero es~sere tO'ccati questi 210 che guadagnano in~sieme come 1375 inservienti?

Ecco le due Italie: l'Italia dei grandi pro~fessionrsti e il'Italia della povera gente cheviene taociata di sOlvversivismo e di non sa~per stare al suo posto! E parliamo. sem-pre del Nord, di gente che ha un' oocupazio-ne. Ieri sera il nostro collega e compagnoPe1licanò ci ha ,parlato di un'intera città chenon sa come sbarcare il lunario, la cui popo~lazione non sa dove trovare un posto di la~varo: si arriva a conseguire la laurea in in~gegneria, il diploma di geometra o di mae~stro, ma non si trova un pO'sto, un pezzo dipane. Tutto ciò mentre grandi baroni pel1ce~piscono fortissime rendite derivanti soltan~to daHa loro posizione.

Vi porto un esempio. Il sistema sanitariajugoslavo non è dei più avanzati, eppure qua~si tutti gli abbienti o i mutuati della mia

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Senato della Repubblica ~ 17091 ~

4 OTTOBRE 1970

V Legislatura

33P SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA-RESOCONTO STEèIOGRAFICO

pJ:1ovinciadi Gorizia perr quel che conceJ:1neJ,eprotesi dentarie si recano dai dentisti jugo-slavi perchè spendono un quinto di quelloohe spendevebbero in Italia. I medici jugo-slavi inoltre pagano le tasse, mentre quelliitaliani non le pagano.

Noi avremmo desiderato che i grandi av-vocati, i grandi medici, i grandi professio-nisti fossero inalusi, per quanto rigual1daqualohe prelievo fiscale, nel decJ:1etone; in-vece per ,lara vi è H silenziO' più compLeta.

Abbiamo letta su tutti i giol1llaH il fat:toche Helenia Herrera, allenatore della {( Ro-ma », ha preteso 250 milioni di stipendiO' al-l'annO'. P,er evitare inoltre che egli paghi tetasse, diminuendo così il suo guadagna, la so-cietà della {(Roma» si è :impegnata a pagadee inoltre ha messo a sua disposizione UJIlavil-,la. E questo acoade in I taHa, in un Paese in

cui si mandano, oome a Reggio Calabria, aBattipagllia o in altre wne depmsse del Sud,i poliziotti a reprimere con la forza la giiUstaprotesta di masse dimentkate.

Non è detto che noi nel corso di questadiscussione non presenteremo un emenda-mento tendente 'a far sì che i presidenti del-le associazioni calcistiche non possano farpagare i biglietti delle tribune coperte più dimille lire e i biglietti popolari più di cinque-cento lire, perchè è solo questo il modo ca-pace di tagliare le unghie a questa ignobilespecula:oione sullo sport per cui i proventidel totocalcio vanno a finire nei meandridel CONI dove vi sono migliaia e migliaia diimpiegati supeI1pagati oppure vanno a fini-re nelle casse dei grandi industriali del pe-troHo favoriti dall'aumento del prezzo dellabenzina.

Presidenza del Vice Presidente GATTO

(Segue A L BAR E L L O ). Che cosadobbiamo dire sullo spettacolo che abbiamovisto ieri sera in televisione? Il calciatoreRiva, l'uomo dal sinistro d'oro, con un cal-cio fortissimo di pallone ha rotto un brac-cio ad un bambino che assisteva ai suoi al-lenamenti. Il padre del bambino, che abitain uno dei più poveri paesi del mondo, allatelevisione ha detto: «Sono lieto di averefinalmente avuto occasione di vedere Rivaal capezzale di mio figlio ».

Gigi Riva è un professionista serio, manon sono seri i dirigenti della televisione iquali non hanno il minimo senso della de-cenza. Nel giorno di San Francesco patronod'Italia, patrono della povertà, uomo dellepovertà evangeliche presentano questo spet-tacolo del oalciatore da 250 milioni e fan-no dire al padre del bambino col brac-cio fratturato che quello è il più bel giornodella sua vita. Ma insomma, andiamo: unpo' di decenza, un po' di senso di responsa-bilità! (Applausi dall'estrema sinistra). E unpo' di senso del ridicolo anche nel nostre,Paese!

P R E Z I O SI. Ha detto che regalerà alsuo bambino la maglia che indossava...

P RES I D E N T E . Senatore Preziosi,la prego di non interrompere. Continui, sena-tore Albarello.

i\ L BAR E L L O. Onorevole Presidente,siamo qui in un'eletta Assemblea, in pochima buoni; non ci sono soltanto i miei com-pagni del PSIUP, ci sono anche altri parla-mentari. Io credo di dire delle cose che c'en-trino col decretone, che sono pertinenti conun certo tipo di prelievo fiscale.

E le bandiere-ombra, onorevole Presiden-te? E questi soggetti, patrioti che si indigna-no per il libro di Lussu e per il film « Uomi-ni contro », che dicono che la nostra Patriaè vilipesa e poi battono bandiera panamen-se? Siccome un giornale ci ha dato l'elencodi questi grandi ammiragli con bandiera stra-niera mi sia concesso di leggere i nomi, per-chè restino negli atti parlamentari, di que-sti grandi patrioti dell'Italia nel mare no-strum.

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Senato della Repubblica ~ 17092 ~ V Legislatura

33P SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

Genova: i panfili e gli yachts fantasmi bat~tenti bandiera panamense o altra bandieradi comodo hanno ora un nome ed un pro~prietario. Eccone alcuni: Felice Riva, M/J« Fael1a » di metri 18 del tipo BagHet11018 M,bandiera panamense. Vittorio Riva, M/J« Toro IV» di metri 10,30 del tipo Giglio.Angelo Moratti, industriale petrolifero expresidente deH'Inter, « Erminia» di metri 26bandiera panamense: solo r,ecentemente èstato ribattezzato {{ Ladi Real» ,e iscritto neiruoli della marina nazionale; Giovanni Bor~ghi della Ignis, « Faros » di metri 13, bandie~l'a monegasca (più vicina!); Giov:anni Lan~cia, industriale, panfilo due alberi di metri40 di nome {{ Siutra », bandiera panamense.Attilio Monti (c'è anche lui!) industriale pe~trolifero, « Chetty » di metri SObandiera in~glese; Giuseppe Gilera industriale motocicli,« Motor Saider» di metri 20, bandiem pa~namense; Carmela Spagnuolo, procuratoregenerale deUa Repubblica di Genova, pamfilodi metri 18, bandiera panamense; nel settem~bre del 1969 è stato venduto a persona nonidentificata che lo ha ribattezzato {{ GiadaIII» (questo è uno della compagnia dellasentenza di Locri e anche del processo delVajont; certi tipi di magistrati che poi emet~tOlllO.aerte sentenze!). Gastone Nencioni, av~vocato, senatOl'e del MSI, motonave {{

Milly»

di metri 19,50 (perfida Albione) bandiem in-glese (questa non me l'aspettavo proprio: labandiera inglese!) (Ilarità). Ezio Capas,s[,oommerciante in mobili per ufficio, Roma,motoscafo {{ Tortù », metri S,SO, bandierafrancese. Vol,ete che li legga tutti? Ce ne sonoun'altra ventina ma li consegnerò agli attiparlamentari. Neanche una parola nel decre-tane per colpire questi personaggi, però siaumenta il prezzo deLle carte bollate.

Ci dice la relazione sul decretone che c'èuna sproporzione tra la domanda e l'offerta;detto in parole povere sono più le cose chei consumatori italiani domandano sul mer~cato di quelle che l'industria, poveretta, mes-sa in .condizioni diffidli dalle lotte demau~tunno caldo, può offrire.

AHara vorrei che il ministro Ferrari~Aggradi mi spiegasse quali sono questi italiani tan-to pieni di danaro da far prevalere la doman~da sull'offerta. Sono forse i vecchi della pre~

v,idenza sociale con 23.500 lire al mese (cor-reggetemi se sbaglio)? Gli invalidi civili con12.500 al mese? Gli invalidi del lavoro, gliinvalidi e mutilati di guerra? Non credo, an~z:i penso che l'aumento dei prezzi abbia de-curtato il reale potere d'acquisto di questemiserande pensioni e che quanto prima bi~sognerà pur presentare una proposta di leg~ge per rapportare tali pensiol1l all'aumentatocosto dela vita o quanto meno inserire ilcongegno della scala mobile perchè altrimen~ti intere .categorie del nostro Paese si tro-veranno a patire letteralmente la fame .conquesta spinta all'aumento del costo dellavita.

E i vecchi combattenti della guerra 1915~1918? Si dice che sono stati vittoriosi sul Pia-ve e sconfitti sul Tevere. Ad ogni riunione ohefacdamo vengono a direi: come mai non cidanno la medaglia, non ci mandano queste60 mila lire all'anno? Allora io sono andato avedere che fine avessero fatto quei 15 miliar-di messi nel bilancio per loro e non distri~buiti se non a pochissimi cui sono stati datigli assegni. Ebbene questi miliardi sonoan-dati a finire nel grande calderone dei residuipassivi.

C U C CU. Diecimila miliardi!

A L BAR E L L O . Il professar AttilioD'Algero stampa ogni mese a Verona un opu-scolo che si chiama {{ La nostra fede », unapubblicazione degli ex combattenti e reduci.Ebbene egli dice: ho fatto tutti i passi (èfratello della medaglia d'oro partigiana edè un democristiano) ho parlato a Colombo,ho parlato a Rumor (può darsi che sia an~dato a parlare anche con l'onorevole Ferra-ri-Aggradi), ho parlato al generale Liuzzi cheè il canceHieI1e dell'ordine di Vittorio Vene--to ed al contrammiraglio Baffko che è diret~tore generale del servizio; è stata perfino in~stallata una macchina elettronica per svol~gere questo lavoro .con 300 impiegati, ma daquando .c'è quella macchina le cose non sonomai andate così male' perchè, dioe il D'Alge-ro, in provincia di Verona, da quando c'è lamacchina, non ha ricevuto più un soldo danessuno, sistematioamente.

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Senato della Repubblica ~ 17093 ~ V Legislatura

331a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

Io penso che abbiano trovato il modo dimantenere in vita per sempre questo ente.Costoro avranno detto: se finiamo tutta que~sta partita, saremo mandati a casa. Di con~seguenza hanno inventato una tale congeriedi cavilli e tali meandri di adempimenti da~non dare più niente a nessuno.

Prima hanno cominciato con la città diRoma, perchè i romani sono più vicini e civengono a cavare gli occhi ~ hanno detto

~ poi sono passati alle grandi città. Infine

sono passati dalla a alla z e vengono avanti;dovrebbero mandare ai distretti un moduloche dovrebbe essere riempito, questo modulodovr,ebbe essere mandato al centro meccano~grafico di Roma. Quando poi il centro mec~canografico ha accertato che il combattenteè stato per sei mesi in zona di operazione,che ha la croce di guerra, che ha il numerodelle croci di guerra, fanno i,l decreto; que~sto viene registrato alla Ragioneria generaledello Stato, viene mandato alla Corte deiconti, la quale lo manda alla Tesoreria pro~vinciale. È un giro che solo la penna di Go~gaI con « Le anime morte)} potrebbe descri~vel'e adeguatamente.

Ma ho citato questa categoria per la qualesi sventolano sempre le b3!ndiere, per la sto~ria dei residui passivi, dei 15 miliardi asse~gnati in bilancio e per richiamare l'attenzio~ne di questa troppo cortese Assemblea sucosa ci costa in Italia la lentocrazia che cigoverna. Gli inglesi, popolo pratico e com-merciale, dicono che il tempo è denaro, timeis money.

Invece in Italia il perder tempo è denarroper gli alti funzionari dello Stato; tutto ilcongegno è invertito, per cui non si arrivamai a capo di niente e sono inventate tali etante scappatoie, tanti ingranaggi misterio~si, canali invisibili, per cui gli enti, i comunie i cittadini non arrivano mai a ottenerequello che è nei loro diritti. Non è che que~sti funzionari dei Ministeri si tratHno poimale! Con la famigerata legge Pitzalis se visono in organico 20 capi divisione se ne pos~sono meMere 80 pagati in soprannumero.Sempre per quella legge noi in Italia abbia~ma soltanto due navi che possono batterebandiera di ammiraglio, mentre ~ se ricoI"

do bene ~ attualmente abbiamo circa 230

ammiragli in servizio cosiddetti soprannu~merari. Abbiamo in Italia quasi mille uffi-ciali generali: ne basterebbero cento, cento~cinquanta per essere molto larghi. A Vero~na, neJla mia città, abbiamo venti due gene-rali soprannumerari, sempre in borghese main servizio.

P R E Z I O SI. E con la macchina!

A L BAR E L L O. E non si mettono maiin divisa, non si recano nemmeno a riscuo~tere lo stipendio. Il tenente di amministra~zione porta loro lo stipendio a casa. Eccopepchè ci siamo permessi di presentare unemendamento pert' il quale tutti gli ufficialigenerali soprannumerari siano inviati in con-gedo benemerito dalla Patria con una lette~l'a di ringraziamento peDchè non si facciaquesta commedia di tenere in servizio dellagente che veste in borghese, fa i fatti suoi eriscuote lo stipendio alla fine del mese, cheha tDe attendenti e una macchina a disposizio~ne. Ogni ufficiale generale, anche in sopran~numero, anche a casa ha tre attendenti. An-che questo abbiamo proposto: che gli atte!t1~denti siano aboliti; non ci sono altro che n~l-l'esercito italiano. Avremmo un guadagnonon indiffemnte di 15 miliardi se abolissimotutti gli attendenti. Sono 33 mila gli ufficiali,sono quindi 33 mila attendenti più tre perogni ufficiale genemle.

Ma ~ dicevo ~ non si trattano poi mica

maJe questi alti funzionari dei Ministeri quia Roma. La Corte dei conti ha osservato chesoltanto a Roma per le macchine ministeria-li si spendono 27 mili3!rdi all'anno. Ecco per~chè aHara abbiamo presentato 'un emenda~mento per dimezzare almeno questo stanzia~mento nei vari Ministeri. È mai possibile chenei Ministeri a Roma vi sia una macchinaogni quattro funzionari, compresi gli uscie-ri? Ci sono forse in quest'Aula dei colleghiche sono stati con me a Bonn, la oapitaledella Repubblica federale tedesca, per unavisita della Commissione difesa. Tutti san~no che non ho nessuna simpatia per i tede~schi, però, quando ci siamo recati al Mini~stero della difesa, abbiamo visto nell'atrioprincipale il prospetto con i nomi di tutti ifunzionari, il piano e il numero della stanza

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17094 ~

33P SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO 4 ,oTTOBRE 1970

e non abbiama vista nessun usciere: maltedattilagrafe, ma nessun usciere; in tutta 320funzianari. A Rama nel Ministera della dife~sa vi è un numera di funzianari superiare dialmena dieci valte. COlme fare allara i decre~toni facenda pagare di ,più ,le carte ballate,senza adaperare ,la scure per taglia:r;e tuttequeste spese impraduttive?

Nel nostro Paese la città di Rama as~sorbe H 30 per cento del reddito nazianalee ne praduce forse 1'1 per oento. E H çom~pianta senatore Vanani in quest'Aula nel~l'ultima suo discarso, fatta pOlca primadi marire, diceva: quando penso a come ven~gono spesi i soldi dello Stato, la mia mentecorre alle mie pOlvere vallate alpine, a queglialpini che vanno a difendere il lara Paesee che spesso muoiono. Mai un soldo vienedato a quei villaggi alpini. Tutto va nellegrandi città, nelle megalopoli, tutto va aglialti funzionari, ai grandi baroni della medi-cina e delle altre attività e la gente che lavo~Da e praduce non riscuate mai niente dalloStato. L'Italia per gli alpini, per i montanari,per i lavoratori non è una madre, ma una ma~trigna; è madre solo per rl'alta burooraziae per il monapoHa.

È ara che anche noi di sinistra oessiamodi difendere certe rivendicazioni di caratte~re carporativa e andiamo avanti con H siste~ma della giustizia distributiva perchè, difen~dendo le rivendicaziani di carattere corpora~tivo, non troveremo mai nessuna soluzioneper i terribili problemi del nastro Paese.

Un'altra parala voglio dire su un settoredi mia specifica competenza: la riduzionedella ferma militare di leva, sulla quale tantosi è ironizzato finchè nan è stata attuata dal~la Francia e dal Belgio. Guardate un pOI'com'è congegnato H sistema delle nastre As~semblee legislative; io paDlavo ~ non la pri~ma volta tra l'altro ~ di questa problemaH 14 giugna 1961. Nessuno si degnò allora diregistrare questa iniziativa parlamentare. Lastessa iniziativa fu presa dall' onorevole Sul~lo e, poichè si trattava di un parlamentaredella maggioranza, ne parlò la televisione ela radio e immediatamente allora H proble~ma della riduzione della durata della fermadi leva a 12 mesi divenne di attualità, non ,piùuna cosa ridicOlIa e impossibHe, ma fattibHe,

seria e sulla quale si doveva studiare e na~minare una Commissione.

Ebbene, il problema che mise di fronte inquel tempo me e l'onorevole Andreotti era Hseguente: io Isostenevo che la nostra forzabilanciata, seconda gli impegni da noi assun~ti, si aggirava sui 250 mila uomini alle armi.Riducendo la durata della ferma mHitare da18 a 12 mesi, noi avremmo avuta un rispar~mio di 50 miliardi. L'onorevole Andreotti mirispose che non ci sarebbe stato questa ri~sparmia perchè, se ,eravamo impegnati, pergli acca l'di NATO, a mantenere un contin~gente bHanciato di cil'ca 250 mHa uomini,una riduzione della durata deI!a ferma mi1i~tare si sarebbe tradotta in un avvicendarsipiù rapida degli scaglioni in quanto avremmadovuto mantenere la stessa contingente, conuna spesa maggiore. Ma chi ci ha impo~sta di tenere un contingente di 250 mHa ua~mini, quando si sa che dopa sei mesi di istru~zione i giovani sono già pronti, per cui ne~gli altri sei mesi debbono solo aspettare ilcongeda?

Le mie argomentazioni però non venneroaocolte; e adesso can grande compiacimentaho notato che in un'inter,vista concessa al set~timanale « ABC}} l' onarevole Sullo ha dichia~rata che effettivamente con la riduzione del~la ferma a dodici mesi si avrebbe un grossorisparmio paichè con le armi moderne nonè neoessario tenere tanta gente in armi ela politioa degli 8 mi:liani di baianetteè Isuperata, in quanto l'esercito è effircientesola se hà armi adatte al contingente che èdi leva. Queste sono cose che io dicevo die-ci anni fa e che adesso puntualmente venga-no ridette e lo stessa Andreatti, che allorami cantrastava, adesso si mostra favorevolealla proposta dell'onarevole Sulla.

Vorrei poi fare un' osservazione en pas~sant: quando l'anorevole Loris Fortuna, di~vorzista, scrive su « ABC}} tutti dircona: maguarda su che giornalaccia ,scrive l' onorevo~le Fortuna! Quando poi vi ,scrive l'onorevaleSulla, il giornale viene santificato da unafirma di tale genere.

Un altro emendamenta presenterema cheriguarda il decreta presidenziale sul recluta-mento; per qruesto nan ci sono criteri fissi,ma sola dei criter( di massima stabiliti ap-

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Senato della Repubblica ~ 17095 ~ V L~gislatura

331a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

punto dall'apposito decreto. A suo temponoi facemmo una legge delega e il Presiden-te della Repubblica emise il suo decreto in I

cui si prevedevano vari casi di esonero: adesempio per il figlio primogenito maschio dipadre inabile al lavoro proficuo abituale; peril figlio secondogenito, se il primogenito siasposato e non conviva sotto lo stesso tetto,eocetera. Canosco molto bene ovmai tuttiquesti casi, peI1chè molti vengono da me perevitare il servizio militare, mentre poi, appe-na lo hanno finito, fanno tutti la sfilata canle loro d~vise: questa è la Nazione delle Isfila-te. Questi criteri ad ogni modo sono stati ri-stretti dal ministro della difesa onorevoleGui perchè il contingente era scarso e sonostati eliminati a}oullli articoli che prevede-vano degli esoneri, cOlme quello del terzofiglio maschio.

Noi perciò proponiamo che sia ripristina-to interamente il decreto presidenziale sulreclutamento, per mezzo del quale si avreb-bero 20-30 mila esoneri con notevole rispar-mio per le spese del Ministero della difesa.

Per quanto riguavda ancora il problemadelle spese militari, appoggeremo la propo-sta del senatore Anderlini riguandante l'ac-qULStO di carni armati Leopard che costano400 milioni l'uno e di cui ne ,sono stati aoqui-stati 200 e se ne dovrebbero acquistare al-tri 600.

Io ho suggedto in quest'Aula modesta-mente che non si acquistino i carri armatiLeopard dalla Genmania per nessun motivoo, in subondinata, solo se la Germania fede-rale scioglie il veto alla installazione delprotosincrotrone a Doberdò del Lago.

n protosincrotrone di Doberdò del Lago siinnesta nel più grave problema della ricercascientifica nel nostro Paese. Che cosa possia-mo fare noi di fronte all'America o all'Unio-ne sovietica se non destiniamo una partecaspicua del gettito di questo decretone an-che alla ricerca scientifica? Tutti gli indus-triali ci dicono che la nostra industria non ècompetitiva perchè non è sufficientementeautomatizzata o semiautomatizzata. Ma i pro-cessi di automatizzazione derivano dalla ri-cerca scientifica e dalle conquiste dell'altatecnologia.

Come possiamo noi fare qualche cosa incampo atamico, per sastituire all'energiaelettrica dai fiumi o dalle cascate o termical'energia eSltratta dall'atomo se non facciamodegli studi teorici sull'atomo e sulla genera-zione delle particelle subatolITliche, comesi potrebbero fare con il protosincrotrone aDaberdò del Lago?

Ma purtroppo in questo campo pare cheabbiamo perso la battaglia, che non abbia-mo fatto niente... (Interruzione del senatoreMasciale. Richiami del Presidente).

Comunque io domando una assicurazioneformale al signor Ministro del tesoro perquanto riguarda i carri armati Leopard.Sarebbe proprio pietoso che andassimo araccogliere i soldi delle carte bollate e dellabenzina per spenderli poi in carri armati!

Un'altra cosa domandiamo come emenda-mento al decretone: che le spese in contocapitale del bilancio della Difesa che riguar-dano l'acquisto di nuove armi e le nuovecostruzioni navali subiscano una pausa d'at-tesa, per adoperare un'espressione che è ri-suonata qui in quest'Aula; una pausa d'at-tesa di due anni pel1chè la congiuntura è dif-ficile e quindi non dobbiamo certamente con-tinuare con le spese militari.

Ma questa storia delle spese per gli arma-menti mi fa avanzare una osservazione: chenel bilancio della Difesa, che anche quest'an-no è aumentato ~ mi pare ~ di 156 miliar-di, le spese per il personale e per i servizisono 1'85 per cento.

Anche qui c'è una pletora spaventosa chenon ci permette di essere nemmeno armatidecentemente per difenderci, perchè tuttoquello che è il bilancio della Difesa va a fi-nire al personale, alla moltiplicazione abnor-me di uffici: si creano gli uffici per i gene-rali anche se non ci sono i corpi d'armata.Non importa: si fa un corpo d'al'mata fan-tasma, si crea un comando. Tutto a posto;si dice: in caso di mobilitazione è tutto a po-sto; e poi non c'è un centro di mobilitazionee di reclutamento già pronto. E intanto que-sto centro lo si paga!

Mi viene suggerito un argomento che mista a cuore e credo che ,sia degno della solen-nità e serietà di questa Aula. Voi sapete cheper il ConcoI1dato lil nastro Stato paga a quel-

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Senato della Repubblica ~ 17096 ~ V Legislatura

331a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA-RESOCONTO STENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

le parrocchie che non hanno sufficienti bene-fici un supplemento di congrua tanto per ilparroco come per il vice pavroco. Voi sa-pete cne ogni giorno la Gazzetta Ufficialepubblica i decreti per l'istituzione di nuoveparrocchie, spedalmente alla periferia dellegrandi città. Ma questo cosa comporta? Laestinzione, per morte naturale, delle parroc-chie collinari, montane: resta la chiesa peròdove il parroco si reca a dire messa una vol-

,ta al mese, una volta alla settimana. Si hacosì una situazione in cui un parroco servefino a dieci parrocchie, però il supplementoe la congrua viene versata per tutte le par-rocchie nominativamente esistenti, anche sedi fatto inesistenti.

Noi proponiamo che 10 Stato italiano pa-ghi quel che deve pagare al parroco e nien-te più, perchè, se ci sono dei sacrifici da fa-re, tutti gli italiani devono farli. Ogni vol-ta che noi avanziamo delle riserve per ilfatto che i preti votano, ci si risponde cheanch'essi sono italiani, e allora anche essidevono sopportare qualche sacrificio. Han-no già il privilegio di essere esenti dal ser-vizio militare, gli si riconosce cioè l'obiezio-ne di coscienza che non si riconosce neiconfronti degli altri cittadini: perciò è giu-sto che anche loro sopportino sacrifici.

Onorevoli colleghi, forse sono ,stato ecces-sivamente lungo: ancora venti minuti sonotroppi per la mia resistenza fisica, non peròper la mia preparazione perchè avrei altrecose da dire. Il collega Tomassini 'si contentidi quello che sono riuscito a dire modesta-mente nel mio intervento.

Il Gruppo del PSIUP in questa battagliacontro il decretone ha voluto avere un po-sto particolare; non 10 abbiamo fatto peresibizionismo o per fare dei discorsi lunghie per brillare nelle poche o tante cose chesappiamo, :ma perchè questo decretone è lacartina di tornasole che dimostra dove va ilGoverno: noi non dimentichiamo che siamostati battuti nelle elezioni per aver dettoche le cose sarebbero finite in questa ma-niera e per non essere stati creduti.

È pertanto nostro dovere sottolineare ilfatto che, anche se non siamo stati creduti,abbiamo visto giusto e abbiamo fatto delleprevisioni politiche fondate. Pensiamo che

il nostro partito, portando avanti una politicadi opposizione, rigida, ferma, precisa, docu-mentata, assolva ad una sua funzione inso-stituibile nello schieramento di sinistra. Ec-co perchè abbiamo voluto dar rilievo e riso-nanza alla nostra battaglia.

Non crediamo alla convertibilità del cen-tro-sinistra, non pensiamo che possa diven-tare buono, ma riteniamo che debba esseresconfitto: aspettialIDo il dopo centro-sinistra;e questo è il punto fondamentale della no-stra linea politica perchè noi non riteniamoche una forza socialista come il PSI,insenita nell'area e nello schieramento neo-capitalista, possa esercitare un'attrazio-ne talmente forte da ricostituire, rimanendonel centro-sini,stra, un'unità più organica asinistra.

Questo è il significato della nostra batta-glia politica; le fortune del nostro partitoaumenteranno quando i lavoratori italianisi convincerànno, più presto di quanto nonsi creda (e proprio in questi giorni molte de-legazioni sono venute a dirci che la nostralinea è quella giusta), di questa funzione in-sostituibile di un partito social:iJsta di nettaopposizione al sistema capitalista. Questo èil motivo per il quale siamo sorti nel 1964.Noi teniamo il nostro posto con onore, con

I d1gnità. Tutto potrà esser detto di noi, tuttopotrete dire di noi, che siamo romantici evelleitari; ma teniamo il nostro posto con di-gnità e con onore e confidiamo che con ugua-le fiducia guarderanno a noi i lavoratori ita-liani. (V ivissimi applausi dali' estrema Isini-stra. Molte congratulazioni).

P RES I D E N T E. È iscritto a parla-re il ,senatore Masciale. Ne ha facoltà. (In-terruzioni dalla sinistra). Il senatore Mascia-le ha già comunicato quanto dovrà parlare.(Interruzioni dall'estrema sinistra). Mi ri-metto al senatore Masciale il quale ,si è pre-murato di fissare la durata del 'suo inter-vento.

M A S C I A L E. Signor Presidente, riaavrei preferito, prOlprio per non costringerel'ASlsemblea ad una interruzione molto bre-ve, prendere la parola nella seduta notturna.

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17097 ~

33ja SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

P RES I D E N T E. Senatore Masciale,lei ha dichiarato che avrebbe parlato 30 mi-nutL Ieri la seduta pomeridiana è terminataalle ore 20,10. Se questa sera termina alle20.15 non ci sarà nulla di straordinario.

M A S C I A L E. Ho dichiarato che avreiparlato trenta minuti per. . .

P R E Z I O SI. Un grave errore.

M A S C I A L E. Nessun grave errore.Oggi ero di turno come Segretario, signorPresidente; siccome non mi sentivo bene, hodetto che se avessi avuto la possibilità di par-lare subito non avrei superato i trenta mi-nuti. Poichè il collega ArnO'ne gentilmernte miha sostituito, mi sono ripreso. . .

P RES I D E N T E. Senatore Masciale,la durata del suo intervento ora che le ho da-to la parola dipende unicamente da lei.

M A S C I A L E. Bene; grazie, signorPresidente. Però non vorrei, onorevoli colle-ghi, che la vostra impazienza ci debba met-tere nella condizione di lioenziare, come ab-biamo fatto l'altra sera a tavdissima ora,leggi farraginose, imprecise e direi anchenon producenti per lo scopo che si proponela maggioranza. Oito come esempio questofatto anche perchè ho notato che per un cer-to tempo è stato presente in Aula il Ministroper i rapporti con le Regioni al quale io avreivoluto rivolgere una domanda; comunquegliela riferiranno i suoi collaboratori, i Sot-tO'segretari qui presenti. L'altra sera sonostate dette belle parole e il decreto-legge nu-mero 1326 è stato convertito all'unanimità.Però è sfuggito un grosso errore e noi inCommissione l'abbiamo fatto presente purtardivamen te.

Infatti per finanziare il decreto cheabbiamo convertito in legge è stato stu-diato un meocanismo col concerto trail Ministro dell'interno, quello della pre-videnza sociale, quelli delle comunica-

. zioni, della pubblica istruzione, degli este-ri, del tesoro e della pragrammazioneecanomica. Nel bilancio ~ ecco perchè miriferivo al ministrO' Eugenio Gatto ~ c'è un

capitolo in cui si destinano venti miliardi perfinanziare alcune attività delle Regioni astatutO' ordinario. Ebbene, quella va ce vie-ne decurtata per una samma di 4 miliardi emezzo. Onorevali colleghi, il 7 giugno abbia-

mO' votato ed il Governo si è impegnato a far[l'onte nel più breve tempo possibile alle pri-me necessità delle Regiani; eppure dopO' duemesi, dopo il fatto dei lavoratori italiani rim-patriati dalla Libia, molto felpatamente, no-nastante il concerto dei Ministri, si è ricorsisubito al vecchio sistema. Pur avendo pro-messa alle Regioni 20 miliardi gliene diamo15 e gli altri 5 li diamo ai connazionali cherientrano dalla Libia.

Così si legifera nel nostro Paese. Ho chie-sto l'altro giornO' al ministro Eugenio Gat-to: lei ha la responsabilità di un collegamen-to tra il GO'verno centrale e i Governi regi.o-nali; ne sa niente di questo storno che è av-venuto dal capitolo che è sotto la sua tutela?Non mi ha saputo rispondere. Onorevole Pre-sidente, ella mi dirà: che c'entra questo di-scorso con il decretone? Dal mO'mento chequesti decreti nascono così improvvisa-mente, ebbene non vorrei che per l'impa-zienza, per le sollecitazioni, voi della maggio-ranza ripeteste lo stesso errore che è statocommesso l'altra sera licenziando la leggen. 1326. Non vado oltre, perchè non solo han-no portato via i cinque miliardi al ministroEugenio Gatto ma sono giunti persino a stor-nare 1.200.000.000 dalla tabella del Ministe-

I ro di grazia e giustizia. Questo fatto avveni-

va proprio nella giorna1a in cui ill ministroOronzo Reale a Trieste era criticato per lostato di precarietà deN'edilizia carceraria.È serio tutto questo? Non potevate ricorreread altre voci? Pel1chè non ci date la possi-bilità di discutere con serenità? Poichè i col-leghi che sono già intervenuti hanno già de-lineato h nostra critica e quelli che interve-

l'anno la completeranno, io mi limiterò adanalizzare gli articoli che riguardano l'agri-coltura, cioè gli articoli 59, 60 e 61, ed inol-tre riproporrò lo stesso quesito che ho avan-zato in sa Commissione. Il quesito riguardal'articolo 34 del decreto numero 1325. L'ar-ticolo in questione è il seguente: «Presso laTesoreria centrale è aperto un conto corren-te infruttifero, intestato al Ministero del te-

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V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17098 ~

331a SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

sora, denominato" conto speciale per il ri-piano delle gestioni mutua1istiche e per laristrutturazione dell'assistenza sanitaria ", alquale viene assegnata la s9mma di lire 570miliardi ».

PelThè ricorrete al conto corrente infrut-tifero?

Mi sono posto questa domanda: peI1chè loStato, quando fa certe operazioni, paga de-gli interessi di una certa consistenza che poisi riversano ,sulla collettività, e nkarre oggial conto corrente che viene spedficato comeconto corrente inf,ruttifero?

FER R A R I -A G G R A D I, Ministrodel tesoro. Le rispanderò su questo punto.

M A S C I A L E. La ringrazio, signor Mi-nistro. Ho premesso che mi soffermerò inparticalar mado sugli articoli 59, 60, 61. Vor-rei premettere, signor Presidente, che l'arti-colo 60 è materia estranea al decreto in di-scussione perchè, come è stato dimostratodai colleghi Li Vigni e Di Prisco, manca l'ur-genza e la necessità. Anche se noi dovessimoaccettare la tesi del Governo che vi è ur-genza e necessità comunque l'articolo 60 ri-guarda materia estranea al decreto. Infatti,onorevoli colleghi, quest'articolo dice te-stualmente: «È autorizzata la spesa di lire12.500 miliani per la cancessione di can-tributi in c'Onta capitale a' termini dell'arti.colo 9 della legge 27 ottobre 1966, n. 910, per,la realizzazione di impianti coUettivi di rac-colta, conservazione, lavorazione, trasforma-zione e vendita di prodotti ortofrutticoli.

È altresì autarizzata la spesa di lire14.355.928.750 per provvedere alla realizza-zione di impianti di particolare interessepubblico per la raccolta, conservazione, la-vorazione, trasformazione e vendita di pro-dotti ortafrutticoli, a' termini dell'articolo 10della legge 27 ottobre 1966, n. 910.

Le predette somme saranno portate inaumento agli stanziamenti previsti nello sta-to di previsione della spesa del Ministero del-l'agricoltura e dene foreste per l'anno finan-ziario 1970, rispettivamente aHa lettera g)ed alla lettera 11) dell'articolo 45 del,la pre-detta legge n. 910.

4 OTTOBRE 1970

All'onere di :complessive lire 26.855.928.750di cui al presente articolo si farà fronte me-diante prelevamento di pari importo dal con-ta di Tesoreria intestato a " Ministero del te-soro ~ concorso del FEOGA, sezione orien-tamento a norma dell'articolo 12 del regola-mento n. 159/66".

Il Ministro per irl tesaro è autarizzato adapportare, con propri decreti, le accorrentivariazioni di bilancio ».

Dal prelievo fiscale vessatorio che fate conquesto decreto-legge non mettete a disposi-zione dell'artkalo 60 i 26 miliardi citati! Maautorizzate il Ministero del tesoro a fare de-gli starni, degli spostamenti di somme daibilanci ordinari. A parte il fatto che questolo vieta la contabilità generale delrlo Stato,casa c'entra quest'articolo con il decreto?Forse che da quello che rastrellerete destine-rete una lira per questo'artic610 60? Forsemetterete a disposizione di tale articolo isoldi che prenderrete ai contribuenti italiani?No! Allara, come fate a condliare l'articolo60 che è una variazione normale di bilanciocon il decreto in discussione?

Onorevoli colleghi, ,strano destino ~ di-

oeva avant'ieri sera il collega Cuccu ~ cheil Meridione debba sempre pag,are in que-ste circostanze! Anche noi meridionali da-remo un massiocio contributo alLe tasse chesi impongono ma nella rrirpartizione delrlesomme non avremo niente per ,Losviluppo.

Strano destino il nostro ~ di,oevo ~ per-

chè quando affermate di considerare seLia-mente gli aspetti dmmmatici della nostraagricoltura sapete di dire cose :inesatte. Edite cose inesatte anche oggi perchè anco-ra una volta voi avete soelto la vecchiastrada.

Poco tempo fa noi abbiamo approvato lalegge sul fando di solidarietà nazianale inagrkoltura, il cui contenuto non era chiaroma i cui finanziamenti prendevano la stessastrada. Purtuttavia i calleghi meridionali sa-lutarono come un grande suocesso del Gover-no di oentro-sinistra quella legge. Venti gior-ni addietro rin alcune zone del Paese, e inparticolar modo del Meddione (in provin-cia di Bari, di BLindisi, di Taranto), ci sonostati dei nubifragi. Si pensaVla ohe con il fon-do di ,solidarietàin agricoltura il meccani-

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Senato della Repubblica ~ 17099 ~ V Legislatura

331" SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO,

sma si sarebbe messo in moto con moltasolleci tudine.

Invece ho letto sui resooonti le interroga~zioni presentate qui in Senato dal collegaPerrino per la provincia di Brindisi, dal col~lega Pennacchio per la provincia di Bari eda altri colleghi per .Ie loro provincie, e sulresoconto della Camera dei deputati ho lettoche anche gli onorevoli De Leonardis e DeMea, della Democrazia cristiana, per la pro~vincia di Foggia hanno chiesto al Ministroperchè mai non siano state date precisedisposizioni sull'interpretaziO'ne esatta diqueste norme.

Può il mini,stro Natali ritenere veramenteche questi trle articoli ,siano capaci di darrespiro alla nostra agricoltura? Sarebbe unapazzia pensarlo, sarebbe far sperare inva~no la gente che con questi articoli si pos~sano risolvere i grandi problemi della no~stra agricohura.

Che cosa abbiamo riscontrato dal 27 ago~sto ad oggi, specie nel Meridione? Si è ve~rificato il fatto che è aumentato vertigino-samente il costo delLa vita.

Su un chilo di zucchero ci ISonO70 lire diimposua, quasi si trattasse di un genere dilusso! Per la carne, tl1a dazio e tasse, si pre-levano circa cinquecento lir,e al chilo; il caf~fè è tassato per il 50 per cento del suo prez~zo netto, il ciocoolato per il 55 per cento.

Per quanto riguarda i gened alimentarinel loro insieme, se ,si spendono cento lireper comprare generi alimentari, 22 lire vannoal fisco.

Accanto a questo carico fiscale si è verifi-cato un altro fenomeno: il fruttivendolo adesempio ha giustificato l'aumento con unpretesto assurdo, secondo noi; ha cioè det~to: io pago 22 lire in più sul pr,ezzo dellabenzina. È vero il disoorso del fruttivendo~lo, ma intanto al consumatore, al cittadino,alla massaia che vedono già il bilancio fami-Liare così difficile e che nel giro di pochigiorni le difficoltà sono aumentate si rispon-de col coro orchestrato drulle forze governa~tive che questi pesi si devono accettare al~trimenti l'economia di tutto il Paese saltaper aria.

Onorevoli oolleghi, mi ero dpromesso dileggervi alcune pagine del Salvemini sulla

4 OTTOBRE 1970

questione meridionale. San quelle che vannointorno al 1906~1908 ed oltre quando nelMeridione si bruciavano gli uffici delle im~poste e del ,dazio perchè imponevano tassedecise dai Governi monarchici di allora.Non ve le leggerò, queste pagine del Salve~mini. (Interruzione del senatore Preziosi.RIchiamo del Presidente).

Dicevo che [lon vi leggerò le pagine delSalvemini pur essendo attuali. Sono pagineche sembr3Jl1o Iscritte ieri; una dUlia condan~na alla politioa dei nostri GOVierni,una duracondanna aHa insensibilità della parte do~minante del nostro Paese. Signor Presiden-te, lei mi deve consentire di moMrarle ungiomale. ALla inaugurazione della Fiera delLevante di Bari il Presidente del Consigliodei ministri ha fatto un'ampia panoramicadella situazione italiana; in essa, senza spin~gersi molto in avanti, traspariva un grandeottimismo. Eppure sei o sette giorni primac'era una situazione drammatica al puntoda giustificare la presentazione del decreto.

Ma c'è di più: forse per tener buoni i me~ridionali (una volta c'era un giornale, ({ L'Asi~no », che raffigurava il popolo meridionalecome quest'animale: cioè buono, utile masempre bastonato) l'ottimismo traspadvaanche dai discorsi successivi dei Ministri vi-sitatori come il Ministro delle partecipazionistatali; tutti hanno fatto un'esaltazione, com~presi i ministri Lauricella e Viglianesi. Se vileggessi anzi i discorsi del Ministro dei tra~sporti e del Ministro dei lavori pubblici fa~rei dire ai colleghi settentrionali: ma chealtro volete nel Mezzogiorno d'Italia, se èvero quello che è scritto su questo giornale?

Alla distrunza di quasi un mese dai discor-si pronUindati, leggiamo sulla ({ Gazzetta delMezzogiorno)} del 3 ottobre 1970 che per la£antomatica costruzione di una pista al~l'aeroporto di Bari sono sorte altre gravi dif~ficoltà (sono 'Schivo dal fare del cam:panili~sma; cito Bari sOlltanto per faDe un esem~pio); se il progetto infatti fosse stato realiz~zato sei anni basi sarebbero spesi meno mi~Hardi e la Regione avrebbe usufruito di uncerto vantaggio. Dopo tan1Jestor,iel:1e, rinvii,silenzi compiacenti (si dice che la scelta deisuoli sia stata a senso unico: espropriare i

Page 40: SENA-TO DELLA REPUBBLI(~A · PDF fileSiera appena costituito ilcentro-sinistra chesidisse impegnato adaffrontare unpra-gramma di riforme edi impostazione pro- ... buona parte dimisure

V LegislaturaSenato della Repubblica ~ 17100 ~

33P SEDUTA (pomerid.) ASSEMBLEA -RESOCONTO STENOGRAFICO 4 OTTOBRE 1970

più piccoli) apprendiamo che Isono sortealtre gravi difficoltà.

Dopo anni ,e anni di studi, due anni fac'è Istata, alla vigilia della campagna det-torale, una grande cerimonia ufficiale; fu-rono messe le prime pietre, oacciati i con-tadini. Per l'a verità anche il questore e iquesturini sii trovavano in difHcoltà nelmandar via quella gente in quanto non ave-va invaso nessun terdtorioaltrui; era loStato che aveva invaso le 101'0 terre; i con-tadini chiedevano la casa, ohiedevano unmezzo per poter \\ivere. Sei mesi fa dIproget-to era pronto, i lavori venne:ro appaltati. Ven-gono inviati calorosi telegrammi da Mini-stri, da Sottosegretari della provincia di Ba-ri, da Lattanzio, da Di Vagno e da altri:« Grazie al nostro interessamento la pista sifarà }}. Ironia della sorte, sulla « Gazzetta}} silegge che dopo aver speso tanti iSoldi si vuolefar attraversare sulla costruenda pista unpassaggio a livello! Siamo in provincia diBari, nonnel Burundi (senza offesa per nes-suno). Siamo nel Meridione d'Italia; sonospevperi, sOlIdiche si buttano via. E voi, ono-revole Ministro del tesoro, potete consenti:reche avvengano di questi sper:peri? Quantimiliardi perduti!

Nel 1914 nelle piazze del Meridione si mo-ri~a peI1chè mancava un bkchier d'acqua.Nel 1970 ancom !si muore per mancanza diacqua: in alcUIlli comuni viene erogata perdue ore al giorno sebbene ci siano continuepromesse di finanziamenti delle opere idri-che! Sono presenti in Aula i senatori Crol-lalanzae Formica che conoscono il proble-ma deLl'acqua :in Puglia e in provincia diBari; io vi chiedo: come possiamo conside-rare veritiere :le vostre intenzioni circa un

emendamento proposto dal!la maggioranzaper il ,finanziamento di alcune opere :Lrnigue?

È da otto anni che Isi è fatta una proposta,portata avanti dal senatore Scavdaccione,allora professor,e universitario e presidentedell'Ente di riforma, e appoggiata da noidella Isinistra e da tutti gli schieramenti po-litid. PeI1chè non va avanti questo proget-to? AHora ,erano neoessari 200 miliardi perdare sviluppo aill',agdcoltum!

Signor Presidente, foxse ho collegato pocofelicemente il problema dell'aoqua destina-ta ad uso dvile a quello dell'acqua destina-ta all'agr.icolltum. Resta !ill£atlto che 8 annifa sarebbero stati necessari 200 miHardiper dare impulso all'agricoltura mediante laiI1rigazione che è un fattore fondamentaleper l'agricOlltura, oggi oocorrOlno 400 mi-Iiandi !

Quest,e sono le ragioni, signor Presiden-te, per cui anoo'io condanno questo decretonOIIlper le cose che avet'e Iscritto, bensì perle cose che non ci sono ma che si voglionoportare avanti e che prenderanno sempre lastes,sa direzione: la dire:zJione cioè del1a di-fesa del monopolio :nel norsltroPaese! (Ap-plausi dall'estrema sinistra. Congratula-zioni).

P RES I D E N T E .:RJi:nvto il seguitodeUa discussione a11a seduta notturna.

Il Senato tornerà a riuniI1slÌ in seduta pub-bIioa questa sera alle ore 21, con l'O stessooI1dine del giorno.

La seduta è tolta (ore 20,40).

Dott. ALBERTO ALBERTI

Direttore generale dell'Ufficio .dei resoconti parlamentari