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Seminario di psicologia sociale

Presentazione dei risultati

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Il campione

Soggetti intervistati

24 F 21 M

45

Range età: 20-33

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Il campione: le facoltà

- Ambito giuridico- Ambito economico - Comunicazione - Lettere- Scienze politiche- Agraria - Ingegneria - Ambito medico

- Sociologia- Servizi sociali- Informatica- Formazione

Primaria

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Il campione

Regioni di provenienza Liguria Lazio Marche Abruzzo Puglia Lombardia Basilicata Campania

Albania

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Domande

Cosa pensi che quest’onda di protesta possa portare per i giovani?

Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro? In che modo pensi che l’Università

possa aiutarti a raggiungere questi obiettivi?

Quali difficoltà pensi di incontrare lungo il tuo percorso?

Cosa pensi debba cambiare per superare queste difficoltà?

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1. Cosa pensi che quest’onda di protesta

possa portare per i giovani?

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1. Cosa pensi che quest’onda di protesta possa portare per i giovani?

Categorie individuabili: coloro che1. si soffermano sulla positività della

partecipazione dei ragazzi alla vita sociale e politica

2. non vedono nessuna conseguenza concreta3. sono scettici 4. hanno una visione ideale5. criticano l’organizzazione della protesta

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1. Cosa pensi che quest’onda di protesta possa portare per i giovani?

1. Coloro che si soffermano sulla positività della partecipazione dei ragazzi alla vita sociale e

politica

Per me è stato molto importante vedere che qualcuno ancora si batte per quello in cui crede.

Io credo che tra i giovani ci debba essere una partecipazione politica e sociale all’interno dell’Università poiché ne vale per una formazione individuale e per il futuro dei giovani. E portare quindi un confronto anche nell’ambito della protesta potrebbe aprire degli spiragli per nuove idee e riforme che servono all’interno dell’Università.

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1. Cosa pensi che quest’onda di protesta possa portare per i giovani?

2. Coloro che non vedono nessuna conseguenza concreta MOTIVAZIONI

Un senso di impotenza: “Quest’onda secondo me non fermerà nulla . Il processo di cambiamento è iniziato e non si fermerà . Non mi sento di intervenire , cerco invece di adeguarmi cercando di sfruttare tutte le possibilità che si presentano.”

con particolare riferimento al potere politico:“Credo che sostanzialmente resterà tutto come prima perché purtroppo noi giovani non abbiamo molto potere di fronte al governo”; “il mondo politico, nonostante la mobilitazione, le proteste, gli spogliarelli, cortei e striscioni, non pensa di rivedere i suoi programmi …”; “Assolutamente nulla…forse piccole cose…ma come sempre chi comanda ha le redini del gioco.”

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1. Cosa pensi che quest’onda di protesta possa portare per i giovani?

2. Coloro che non vedono nessuna conseguenza concreta…

… a causa di una strumentalizzazione politica:

“Mah…in realtà penso che non porterà a nulla…nessuno li ascolta a parte ovviamente l’opposizione per motivi di opportunismo. Secondo me, proteste e manifestazioni sono solo strumentali e strumentalizzate dai politici, per la maggior parte delle volte da quelli che non sono al potere in questa legislazione e in quelle precedenti. Non che i giovani non abbiano le loro opinioni e non sbagliano neanche a mostrarle e a lottare, solo penso sia una battaglia persa in partenza “

“Credo, visto che in prima persona mi sono interessato a tutto quello che è successo, che la protesta sia stata come al solito oggetto di strumentalizzazione della più becera sinistra.”

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1. Cosa pensi che quest’onda di protesta possa portare per i giovani?

2. Coloro che non vedono nessuna conseguenza concreta

perchè sono favorevoli al decreto: essendo favorevole alla riforma, ritengo che quest’onda di protesta sia inutile perché ci sono troppi sprechi.

perché quello per cui si protesta non è ritenuto riportabile al decreto Gelmini: penso non abbia senso continuare a manifestare o ad occupare le università. Sicuramente ci saranno più difficoltà a trovare un posto di lavoro, ma questa è una situazione presente già da anni ed anni, non è che tutto parte con il decreto Gelmini…

perché non tutti coloro che sono coinvolti sono effettivamente partecipi: “Secondo me si risolverà tutto come al solito in una bolla di sapone. Forse non sono poi in tanti quelli veramente convinti“; “Continuo a vedere gente che protesta, questo è vero, ma che gente è? Una buona parte di loro secondo me è 3-4 anni fuori corso (e sono buono con le cifre...), un'altra bella fetta non ha mai lavorato e parla senza sapere cosa sta dicendo”.

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1. Cosa pensi che quest’onda di protesta possa portare per i giovani?

3. Coloro che ne vedono la positività ma sono comunque scettici

Speriamo delle belle novità, ci siamo battuti per far sentire a tutti la nostra preoccupazione per il futuro, ma non è facile … c’è sempre la sensazione che è difficile cambiare le cose se non impossibile ma andiamo avanti lo stesso, perché se non ci crediamo è peggio.

Mi sembra di vivere dal vivo le pagine di storia del ‘68 …non ho mai visto tanta mobilitazione politica dai nostri coetanei, ma non so se servirà realmente a cambiare il sistema scolastico e quello del precariato,sono un po’ scettico.

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1. Cosa pensi che quest’onda di protesta possa portare per i giovani?

4. Coloro che propongono una visione più “ideale”:

Sono scesa anch’io in piazza perché penso che il futuro siamo noi e se qualcosa cambierà sarà solo per mano nostra.

Credo che sia una ventata di energia positiva,che può essere un modo per far sentire la nostra voce al mondo politico.

Penso che abbia in un certo senso rallentato il processo di riforma dell’Università in atto. Sicuramente i politici saranno più coscienti e consapevoli delle loro scelte.

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1. Cosa pensi che quest’onda di protesta possa portare per i giovani?

5. Coloro che criticano l’organizzazione/la natura della protesta

se fosse un’onda di protesta ragionata e non solo fatta per portare disagi , come il caso dell’occupazione o “baruffe” avvenute tra estremisti, sicuramente si otterrebbero risultati positivi permettendo a tutti di far sentire la loro voce.

se non è accompagnata da una proposta da cui ripartire, che l’onda ahimè non ha minimamente proposto, impegnata a fare occupazioni, cortei e proteste e divenendo il braccio armato della sinistra extraparlamentare, senza più rappresentanti in parlamento. Quindi non ha cambiato nulla in definitiva

forse ci vogliono delle proposte alternative che magari facciano discutere, ci si confronta e magari si può trovare un punto d’incontro, perché se si occupano le università e si grida e basta… alla fine non concludi niente anzi… vieni frainteso perché ti prendono per uno sfaticato che “vò fa cagnara”… invece se sti giovani che hanno manifestato propongono loro dei progetti migliori può darsi che qualcosa la ottengono… Ma non so’ sicuro…

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2. Quali sono i tuoi obiettivi per il

futuro?

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2. Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?

E’ possibile individuare 4 categorie:

1. La laurea/formazione2. Il lavoro3. Progetti personali4. Nessun obiettivo specifico

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2. Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?

Molti rendono conseguente alla laurea (obiettivo più maschile) l’obiettivo del lavoro (obiettivo più femminile) in due accezioni:

- Una (della maggioranza) è la chiave della soddisfazione e realizzazione: una professione che ti consenta di vivere, di mettere su famiglia, ma soprattutto che mi consenta di realizzarmi, perché poi lo strumento del lavoro non deve essere funzionale alla sopravvivenza, ma deve essere funzionale al vivere

- L’altra in chiave strumentale (sicurezza economica, indipendenza, autonomia): “Quello di avanzare un gruzzolo che mi consenta di affrontare le crisi, come quella momentanea, senza ansie”; “Laurearmi, trovare un lavoro che mi piaccia e che mi permetta di mettere i soldi da parte per comprare una casa e sposarmi entro i 26/28 anni”

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2. Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?

Per quanto riguarda gli obiettivi personali, su 10 intervistati che hanno comunicato i loro obiettivi personali, 7 erano donne.

I tre uomini hanno parlato nei termini di “mettere su una famiglia”.

Le donne hanno parlato nei termini di “sposarsi ed avere dei figli”.

Emerge tra gli obiettivi personali anche la volontà di poter comprare una casa.

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2. Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?

… ci sono poi anche coloro che non hanno specifici obiettivi da comunicare …

Sinceramente non lo so. Non ho obiettivi precisi. Questo mi spaventa ma purtroppo mi sento impotente . (21 anni)

Secondo me, anche se c’ho ventidue anni, è troppo presto per pensare seriamente ai miei obiettivi, anche perché mi trovo ancora, posso dire agli inizi, anche se alla fine mi mancano pochi esami, ma io non riesco in concreto a vedere qualcosa di stabile per la mia vita.

stare bene in tutti i sensi, felice e soddisfatto ….

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3. In che modo pensi che l’Università possa aiutarti a

raggiungere questi obiettivi?

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3. In che modo pensi che l’Università possa aiutarti a raggiungere questi obiettivi?

Possiamo individuare 5 categorie:

attraverso

1. una formazione “trasversale alla vita”2. i contatti con il mondo del lavoro3. la sua “formalità”, in quanto “pezzo di

carta”4. aumentando la pratica e diminuendo la

teoria5. in nessun modo

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3. In che modo pensi che l’Università possa aiutarti a raggiungere questi obiettivi?

1. Attraverso una formazione “trasversale alla vita”

Università=base, fondamenta, punto di partenza

Penso che l'Università serva ad imparare a fare scelte autonome, ad imparare a porsi degli obiettivi e a raggiungerli, a socializzare prendendo consapevolezza di sé e dei propri limiti

Se c’è qualcosa che mi può aiutare a combattere questa impotenza è proprio l’università. La cultura è un ‘ottima arma contro l’impotenza. Spero che mi aiuti anche sotto il profilo lavorativo

È fondamentale. Non è certo la sola cosa, ma fa parte di quell'insieme di cose che formano culturalmente e moralmente una persona, permettendo sia di apprendere nuove nozioni, sia di rapportarsi con molte altre persone che probabilmente un domani si incontreranno in campo lavorativo.

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3. In che modo pensi che l’Università possa aiutarti a raggiungere questi obiettivi?

2. Attraverso i contatti con il mondo del lavoro:

Fornendomi la possibilità di fare un tirocinio. Sicuramente con una buona base teorica e con la

possibilità di effettuare tirocini in aziende o laboratori che mi permettano di approfondire al meglio le mie conoscenze.

Proponendo master, stage, collegati direttamente alle imprese per poter entrare direttamente nel mondo del lavoro senza lasciarci allo sbaraglio o a inviare decine e decine di curricula, senza avere risposte.

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3. In che modo pensi che l’Università possa aiutarti a raggiungere questi

obiettivi?

3. per la sua “formalità”, in quanto “pezzo di carta” (tendenza più femminile)

è un pezzo di carta che alla fine ti può aiutare, che ti fa curriculum, che comunque ti serve

penso che le università italiane, non tutte ma la maggior parte, ti danno semplicemente un pezzo di carta

senza laurea non entri in banca, quindi o ti laurei o ti laurei… all’università mi dovevo iscrivere per forza se volevo insegnare…

Non è come prima che si poteva insegnare con il Magistrale… Diciamo che mi sono iscritta per poter fare il mestiere che voglio ma non è che avevo tanta voglia di trasferirmi in un’altra città e passare altri quattro anni della mia vita sui libri, sono sincera…

Io ho scelto di studiare ora per non pentirmene un giorno: non so cosa ci proporrà il futuro, ma non vorrei dover rinunciare ad un buon lavoro perché non sono in possesso di quel titolo di studio

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3. In che modo pensi che l’Università possa aiutarti a raggiungere questi obiettivi?

4. Critica alla teoria a discapito della pratica studiare è importante, ma occorre più applicazione pratica

per farci rendere conto di ciò che ci aspetta penso che la preparazione è ottima a livello teorico, ma

misera a livello pratico

5. In nessun modo ora come ora non mi può aiutare, ma penso a nessuno penso che allo stato attuale delle cose sia meglio contare

su se stessi e sperare in tanta fortuna… per le prospettive che vedo all’orizzonte, penso che non

sia servito a niente studiare per tutto questo tempo … se non c’è meritocrazia nel lavoro … perché l’università dovrebbe essere utile se gli stessi concorsi di ingresso non sono trasparenti!?

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4. Quali difficoltà pensi di incontrare lungo il tuo

percorso?

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4. Quali difficoltà pensi di incontrare lungo il tuo percorso?

Difficoltà e crisi economiche (dalle parti mie molte aziende stanno licenziando e mettendo in cassa integrazione i dipendenti. È un casino. È avvilente e demotivante per me…)

Mancanza di esperienza lavorativa (La difficoltà più grande sta nella parola “esperienza”. Sì perché si pretende, oltre ad una laurea, anche una certa esperienza, ma, nel contempo, che non si abbia già messo su famiglia, perché altrimenti non si è “flessibili”, non si può passare week-end fuori per lavoro, non si possono fare sempre ore di straordinario, ecc. Ma nessuno ti prende senza esperienza e si è costretti a fare lo stage: la legge permette stage di 6 mesi senza retribuzione e senza certezza di assunzione. Ma allora mi chiedo: fino a quanto tempo devo essere mantenuta dalla mia famiglia?! Fino a 30 anni?! A questo punto, non era meglio che invece della laurea io realizzassi questa parola d’ordine ovvero esperienza?)

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4. Quali difficoltà pensi di incontrare lungo il tuo percorso?

Precariato e disoccupazione:

“le difficoltà che incontrano tutti, la mancanza di lavoro, il passare da un “contrattino” all’altro” ,

“I posti di lavoro sono pochi , c’è tanta precarietà , tutto questo non aiuta a fare progetti a lungo termine. Se servirà mi adeguerò anche ad altri lavori”

Credo che la più grande sia l'instabilità del mondo del lavoro, sicuramente oggi come oggi non è in grado di darci sicurezza.

I lavori precari, temporanei o quelli di livello inferiore al proprio titolo di studio. Sicuramente sono i problemi maggiori che mi aspetto di incontrare!

Ci vengono offerti quasi esclusivamente contratti a progetto e contratti a tempo determinato…una gran fregatura!

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4. Quali difficoltà pensi di incontrare lungo il tuo percorso?

Lo “spaesamento” post-laurea: Penso che il ragazzo universitario, una volta uscito si trovi un po’ spaesato, sa fare determinate cose ma solo sulla carta e non sa cosa significhi veramente lavorare. Si approccia ad un ambiente pratico, però a livello teorico …

Le raccomandazioni e le conoscenze … degli altri: “soprattutto quella di non avere un padre o uno zio che abbia già avviato uno studio legale…” , “La cosa che mi spaventa è il fatto che le raccomandazioni stanno dappertutto, pure alla Commissione Europea, e che per sfondare bisogna essere bravi ma anche fortunati, perché a volte la bravura non basta” , “ostacoli ipotetici legati a presunte irregolarità nello svolgimento dei concorsi ”.

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4. Quali difficoltà pensi di incontrare lungo il tuo percorso?

Difficoltà “logistiche”: “Innanzitutto un po’ di difficoltà logistiche, nel senso che siamo in una realtà provinciale, nella quale la domanda dell’offerta è sempre minore rispetto a quella che può essere la dimensione della città” , “Forse l’unica difficoltà può essere il dover cambiare di nuovo città e dovermi trasferire altrove, diciamo che questo mi darebbe noia ma niente di più”. (vissute maggiormente dalle donne)

E ancora:l’età; sacrificare i sogni per la realtà; la gavetta mal

retribuita; la forte concorrenza degli altri innumerevoli laureati; la poco coerenza del proprio titolo di studi con il lavoro svolto.

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4. Quali difficoltà pensi di incontrare lungo il tuo percorso?

Infine, c’è chi si dimostra in fondo ottimista:

C’è da barcamenarsi, da non abbattersi, c’è da finire questo periodo con determinazione, ma senza fasciare la testa prima di rompersela, perché non ti porta da nessuna parte il pensare negativo.

Non credo tante, e non lo dico per superbia ma perché vedo tanta gente intorno che ha difficoltà a disegnare la O con il bicchiere. Se uno vuole ottiene. Basta solo lavorare sodo.

di problemi ce ne sono e ce ne saranno…penso…che con lo spirito giusto si arrivi a guadagnarsi ciò che ci si è preposto

difficoltà che al momento opportuno affronterò senza tirarmi indietro.

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5. Cosa pensi debba cambiare per

superare queste difficoltà?

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5. Cosa pensi debba cambiare per superare queste difficoltà?

A. La responsabilità personale: Il nostro approccio con la società e con i consumi e anche con la politica. Insomma dobbiamo imparare a vivere sobriamente … il cercare di fare nel proprio piccolo qualcosa.

B. Cambiamenti dell’Università a livello strutturale e organizzativo, ad esempio, in termini di:

- maggiore e più efficace collegamento tra università e mondo del lavoro, facilitandone il passaggio;

- più spazio alla pratica e meno alla teoria;- meno corsi di laurea (il riferimento è a quelle in cui ci

sono pochi iscritti)

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5. Cosa pensi debba cambiare per superare queste difficoltà?

- eliminare il sistema 3+2

(Il sistema laurea 3+2 per quel che mi riguarda è servito a farmi perdere un anno e a fare inutilmente due tesi

[…] non è facile uscire con gli amici che hanno soltanto la terza media ma che hanno già un’auto loro e sono in

procinto di comprarsi una casa… mentre tu cominci oggi a fare quello che loro fanno da ormai da 10 anni!

Inoltre una laurea dovrebbe spalancare le porte al futuro e non renderlo più difficile! )

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5. Cosa pensi debba cambiare per superare queste difficoltà?

C. L’ambito governativo (citate ad esempio la classe politica, le leggi e anche la Costituzione [Dovrebbero essere cambiate parecchie leggi, se ci pensiamo, la Repubblica Italiana si fonda sulla Costituzione che “puzza” di 60 anni]).

D. L’ambito lavorativo in termini di maggiore sicurezza

E. La mentalità (il riferimento è spesso alla gente in generale, ma anche alle aziende, ai politici, al sistema universitario e ai giovani stessi che dovrebbero “rimanere aperti mentalmente e pronti a cogliere ogni occasione lavorativa.  Purtroppo nel mondo del lavoro di oggi non sempre si riesce a trovare un impiego nel settore per il quale si è studiato”)

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5. Cosa pensi debba cambiare per superare queste difficoltà?

F. L’impiego del denaro per evitare sprechi soprattutto a livello pubblico: “Dovrebbero essere snellite le procedure dei processi sia civili che penali, i quali comportano un dispendio di tempo e soldi notevole. Inoltre,

si dovrebbe investire su progetti che poi verranno effettivamente realizzati. Non creare imponenti infrastrutture ed edifici che vengono lasciati incompleti e inutilizzati, con un impiego

importante di denaro che non porta a niente (vedi servizi di Striscia La Notizia)”.

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5. Cosa pensi debba cambiare per superare queste difficoltà?

G. Maggiore garanzia di meritocrazia

H. Evitare l’applicazione della riforma voluta dalla Ministra Gelmini

I. Maggiore attenzione per il valore della ricerca

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5. Cosa pensi debba cambiare per superare queste difficoltà?

Altre proposte …

Eliminare il lavoro a tempo indeterminato e aumentare di almeno il 10-20% i salari. In questo modo secondo me si avrà un netto aumento della produttività. In cambio lo Stato deve fare da garante per coloro i quali andranno a chiedere dei prestiti alle banche.

Riportare l'obbligo scolastico alla terza media. Se si obbliga tutti a studiare, una volta avuto un titolo di studio difficilmente una persona vorrà fare un lavoro più artigianale (ad es: idraulico, falegname, operaio...) per cui questi lavori verranno fatti da extracomunitari. Se ci sono extracomunitari che lavorano in Italia significa che effettivamente di lavoro ce n'è! Evidentemente gli italiani vogliono tanto facendo poco.

Comunque, senza andare troppo a fondo il concetto secondo me deve ridursi a uno solo: meno Stato sociale. Più lo Stato aiuta i cittadini, meno questi saranno invogliati a dare di più. Il vero problema è solo questo. Tutto si riduce a questo concetto. Lo Stato deve aiutare chi ha difficoltà, chi nasce povero. Non chi per incapacità si mette in brutte acque!

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CONCLUSIONI

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Conclusioni

L’onda di protesta è giudicata positivamente perché rappresenta una generazione che contrasta lo stereotipo del giovane senza voce e senza ideali; contemporaneamente, c’è molto scetticismo sulla effettiva possibilità di cambiare le cose.

Gli obiettivi si caratterizzano in quanto seguono delle tappe che riguardano i momenti di cambiamento tipici nel passaggio all’età adulta (rappresentazioni sociali)

Il ruolo dell’Università è reputato importante su una linea che si caratterizza su due poli opposti: quello ideale della “formazione alla vita” e quello strumentale del “pezzo di carta”.

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Conclusioni Le difficoltà citate sono tante. Questo dipende anche da

una poca consapevolezza rispetto a quello a cui si va incontro e, dunque, una tendenza ad annoverare soprattutto difficoltà “oggettive” come il precariato e la disoccupazione o quelle derivanti dalle rappresentazioni sociali e dal “sentito dire”.

Il cambiamento, secondo i giovani intervistati, deve partire dal livello istituzionale (l’Università, la classe politica, il mondo del lavoro, il governo e l’amministrazione economica del paese).