SEDUTA DI MARTEDÌ 15 DICEMBRE 2009 · Atti consiliari Regione Lombardia VIII LEGISLATURA -...

Atti consiliari Regione Lombardia VIII LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 141 DEL 15 DICEMBRE 2009

141

SEDUTA DI MARTEDÌ 15 DICEMBRE 2009

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DE CAPITANI

INDI DEL

VICE PRESIDENTE LUCCHINI

INDI DEL

PRESIDENTE DE CAPITANI

INDICE

Congedi .............................................................................................................................................1

Comunicazioni del Presidente .........................................................................................................1

Progetti di legge (annunzio)..............................................................................................................3

Risposte scritte ad interpellanze ed interrogazioni (annunzio) .....................................................3

Approvazione dei processi verbali delle sedute precedenti ..........................................................4

Proposta di atto amministrativo n. 211 “III variazione al bilancio di previsione 2009 del Consiglio regionale”, d’iniziativa dell’Ufficio di Presidenza (DCR VIII/918).

Dibattito

⎯ Marco Cipriano - Relatore...........................................................................................................5

Votazione............................................................................................................................................6


Proposta di atto amministrativo n. 212 “Bilancio di previsione per il funzionamento del Consiglio regionale per l’anno 2010”, d’iniziativa dell’Ufficio di Presidenza (DCR VIII/919).

Dibattito

⎯ Marco Cipriano - Relatore .......................................................................................................... 7

⎯ Alessandro Cè ............................................................................................................................. 8

⎯ Giuseppe Adamoli .................................................................................................................... 10

⎯ Marco Cipriano - Relatore ........................................................................................................ 12

⎯ Alessandro Cè ........................................................................................................................... 14

ODG n. 2104 concernente l’incremento delle risorse per la comunicazione e le rela-zioni esterne.

Annunzio.......................................................................................................................................... 14

Dichiarazioni di voto

⎯ Carlo Porcari ............................................................................................................................. 15

⎯ Maria Grazia Fabrizio ............................................................................................................... 16

⎯ Mario Agostinelli ...................................................................................................................... 18

Votazioni.......................................................................................................................................... 19

Progetto di legge n. 424 “Disposizioni per l’attuazione del Documento di programma-zione economico-finanziaria regionale, ai sensi dell’articolo 9 ter della legge regionale 31 marzo 1978, n. 34 (Norme sulle procedure della programmazione, sul bilancio e sulla contabilità della Regione) - Collegato 2010”, d’iniziativa del Presidente della Giunta re-gionale (LCR n. 145 - BURL n. 52, I SO del 29 dicembre 2009 - LR n. 30 del 28 dicembre 2009).

Discussione generale

⎯ Carlo Maccari - Relatore........................................................................................................... 20

⎯ Giuseppe Benigni...................................................................................................................... 22

⎯ Luciano Muhlbauer................................................................................................................... 23

⎯ Franco Mirabelli ....................................................................................................................... 23

Discussione e votazione dei singoli articoli .................................................................................... 25


⎯ Alessandro Cè ........................................................................................................................... 44

⎯ Luciano Muhlbauer................................................................................................................... 45

⎯ Maria Grazia Fabrizio ............................................................................................................... 45

⎯ Franco Mirabelli ....................................................................................................................... 46

⎯ Mario Agostinelli ...................................................................................................................... 47

Votazione finale............................................................................................................................... 47

Ordine dei lavori

⎯ Alessandro Cè ........................................................................................................................... 48

⎯ Carlo Porcari ............................................................................................................................. 51


Progetto di legge n. 425 “Legge finanziaria 2010”, d’iniziativa del Presidente della Giunta regionale.

Abbinato al:

Progetto di legge n. 427 “Bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2010 e bi-lancio pluriennale 2010/2012 a legislazione vigente e programmatico”, d’iniziativa del Presidente della Giunta regionale.


⎯ Fabrizio Cecchetti - Relatore .....................................................................................................53

Interpellanze, interrogazioni e mozioni (annunzio) .....................................................................58

Allegati

Interrogazioni annunziate.................................................................................................................60

Interpellanze annunziate ..................................................................................................................62

Mozioni annunziate..........................................................................................................................64

Risposte scritte ad interpellanze ed interrogazioni...........................................................................72

Progetto di legge n. 424 ...................................................................................................................81

Emendamenti relativi al progetto di legge n. 424 ............................................................................84

Relazione relativa al progetto di legge n. 425..................................................................................85

Verbali di votazione .........................................................................................................................86


1

(La seduta inizia alle ore 11.23)

PRESIDENTE

Dichiaro aperta la seduta.

Buongiorno Colleghi, prego di prendere posto, fra un minuto iniziamo la seduta di questo 15 di-cembre 2009.

Congedi

PRESIDENTE

Comunico che sono pervenute le seguenti richieste di congedo.

Per motivi di salute: Uslenghi;

per motivi istituzionali: Maullu.

Se non vi sono opposizioni, i congedi si intendono concessi ai sensi dell’articolo 63 del Regola-mento generale del Consiglio.

Comunicazioni del Presidente del Consiglio

(Argomento n. 1 all’ordine del giorno)

PRESIDENTE

Prima di passare alla lettura delle comunicazioni del Presidente del Consiglio, chiedo attenzione a riguardo, do lettura - sicuro che sia condiviso quello che sto per leggere da tutti i Colleghi Consiglieri - ad un testo che ho inviato come comunicato stampa nella giornata di ieri mattina e che riguarda l’aggressione avvenuta nel pomeriggio di domenica al Primo Ministro Silvio Berlusconi.

Vi leggo il testo: “Desidero esprimere al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi la più convinta solidarietà e vicinanza da parte mia e dell’intero Consiglio regionale lombardo che rappresento per la grave aggressione subita ieri a Milano nei confronti del preoccupante episodio, che segue di poche ore il quarantesimo anniversario della strage di piazza Fontana, e i deplorevoli tumulti che hanno ostacola-to la cerimonia di commemorazione. Non posso che esprimere la più ferma e totale condanna, una condanna senza appello poiché si tratta di un inaudito atto di violenza non solo nei confronti della per-sona ma anche dell’istituzione in un clima generale che si sta pericolosamente inasprendo nei toni e nei contenuti”. Grazie per l’attenzione. (Interruzione) Consigliere Muhlbauer non è previsto dibattito


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sulle comunicazioni del Presidente.

Nelle comunicazioni del Presidente il Presidente del Consiglio ha autonomia di poter esprimere quantomeno - spero che questo concetto sia condiviso - anche l’attestazione di solidarietà che in casi del genere, non è solo dovuta, ma penso che appartenga anche alla tradizione... (Interruzione) Il dibat-tito non si fa, però se lei, se voi volete che rimanga una nota sul fatto che non siete d’accordo sul testo che il Presidente del Consiglio ha inviato a riguardo, lo indico ora al microfono, perché rimanga a ver-bale: i Consiglieri Muhlbauer e Agostinelli dissentono sul contenuto della seconda parte del comunica-to stampa. (Interruzione) Ribadisco che non è previsto dibattito sulle comunicazioni.

(Confusione in aula consiliare)

PRESIDENTE

Non è previsto dibattito su questo argomento. Continuo con le comunicazioni del Presidente.

L’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, in data 3 dicembre 2009, con deliberazione n. 441, ha istituito una Commissione d’Inchiesta sull’attività di bonifica di siti contaminati in Regione Lom-bardia, ai sensi dell’art. 19 dello Statuto e dell’art. 52 del Regolamento generale del Consiglio regiona-le.

Il Presidente del Consiglio ha assunto i seguenti decreti di nomina.

- DPC/1673/NOM del 3 dicembre 2009 “Designazione di un componente nel Collegio dei revi-sori dei conti del Consorzio di gestione del Parco Lombardo della Valle del Ticino, in sostitu-zione di dimissionario”.

Viene designato il signor Giovanni Bolis.

- DPC/1675/NOM del 9 dicembre 2009 “Designazione di un revisore contabile nel Collegio dei revisori dei conti del Consorzio di gestione del Parco Adda Sud”.

Viene designato il signor Franco Beria.

La Giunta regionale ha trasmesso alla Presidenza del Consiglio, ai sensi dell’articolo 28, lett. h), dello Statuto d’Autonomia, copia delle seguenti nomine e designazioni:

- Delibera n. 10596 del 25 novembre 2009 “Nomina di un componente del Consiglio di ammini-strazione della Fondazione Bignaschi Felicita e Enrico e Figli, in rappresentanza della Regione Lombardia”.

Viene nominata la signora Ornella Invernizzi Messina.

- Delibera n. 10597 del 25 novembre 2009 “Designazione di un membro effettivo del Collegio dei revisori dei conti della Fondazione “Ente Autonomo del Piccolo Teatro della Città di Mila-no - Teatro d’Europa”, in rappresentanza della Regione Lombardia.

Viene designato il signor Ugo Zanello.

- Decreto n. 12832 del 30 novembre 2009 “Nomina del revisore dei conti della Fondazione ‘Fe-stival Autunno Musicale a Como’”.

Viene nominato il signor Carlo Salvioni.

Informo inoltre che, con ordinanza n. 214/2009, depositata il 13 novembre 2009, il TAR della Lombardia, Sezione di Brescia, ha sollevato questione di legittimità costituzionale dell’articolo 5 bis, commi 5 e 9, della legge regionale 3 aprile 2000, n. 22 (Disciplina delle vendite straordinarie e dispo-sizione in materia di orari degli esercizi commerciali), per violazione dei commi primo e secondo dell’articolo 117 della Costituzione.


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Annunzio di progetti di legge

PRESIDENTE

Comunico che, ai sensi dell’articolo 81 del Regolamento generale del Consiglio, sono stati presen-tati e assegnati alle competenti Commissioni consiliari i seguenti provvedimenti:

- PDL/0436 “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 luglio 2007, n. 16 (Testo Unico delle leggi regionali in materia di istituzione di parchi). Istituzione del Parco regionale del Garda Lombardo e delle Colline Moreniche”, di iniziativa del Comitato promotore Parco Col-line Moreniche del Garda, assegnato alla Commissione consiliare VI;

- PDL/0437 “Testo Unico delle leggi regionali in materia di commercio e fiere”, di iniziativa del Presidente della Giunta regionale, assegnato alla Commissione consiliare II;

- PDL/0438 “Contrasto della delocalizzazione delle imprese e della dismissione delle attività produttive”, di iniziativa del Consigliere regionale Muhlbauer, assegnato alla Commissione consiliare IV.

Il Consigliere Peroni, in data 3 dicembre 2009, ha dichiarato di voler sottoscrivere i seguenti pro-getti di legge:

- PDL/0422 “Disposizioni in favore dei soggetti affetti da disturbi specifici di apprendimento”, di iniziativa dei Consiglieri regionali Macconi, Prina, Ligasacchi, Rinaldin, Arizzi, Dalmasso e Bordoni;

- PDL/0434 “Valorizzazione degli sport e dei giochi tradizionali lombardi”, di iniziativa dei Consiglieri regionali Belotti, Maccari, Galli, Demartini, Ruffinelli, Arosio, Lucchini e Ligasac-chi.

I suddetti progetti di legge sono già stati assegnati alle rispettive Commissioni consiliari III e VII e comunicati all’Aula.

Annunzio di risposta scritta ad interpellanze ed interrogazioni

PRESIDENTE

La Giunta regionale ha dato risposta alle sottoelencate interpellanze ed interrogazioni tramite l’Assessore indicato.

&A 27007

ITL/4087, in data 4 novembre 2009, a firma del Consigliere Zamponi, concernente le modalità di prelievo e la misurazione delle grandi derivazioni d’acqua (art. 44, lr 26/2009), ha dato risposta l’Assessore alle reti e servizi di pubblica utilità, Massimo Buscemi;

&A 12002

ITL/5226, in data 20 ottobre 2009, a firma del Consigliere Muhlbauer, concernente la ridefinizione della composizione del “Comitato per la legalità e la trasparenza delle procedure regionali” (DPGR n. 8212), ha dato risposta l’Assessore alle risorse, finanze e rapporti istituzionali, Romano Colozzi;

&A 25005

ITL/5228, in data 28 ottobre 2009, a firma del Consigliere Muhlbauer, concernente il progetto


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dell’ambito estrattivo ATEg8 - Cava San Giuseppe, in Comune di Arluno (MI) e il rispetto delle indi-cazioni contenute nel PRG di Arluno e nel piano cave provinciale, ha dato risposta l’Assessore al terri-torio e urbanistica, Davide Boni;

&A 31001

ITR/2390, in data 10 dicembre 2008, a firma dei Consiglieri Squassina Osvaldo e Squassina Artu-ro, concernente il villaggio di accoglienza per Sinti italiani in Comune di Brescia cofinanziato da Re-gione Lombardia, ha dato risposta l’Assessore alla casa e opere pubbliche, Mario Scotti;

&A 32002

ITR/2487, in data 22 ottobre 2009, a firma del Consigliere Zamponi, concernente le misure per l’introduzione del servizio di pediatria in Cerchiate, frazione del Comune di Pero, ha dato risposta l’Assessore alla sanità, Luciano Bresciani;

&A 12002

ITR/2488, in data 22 ottobre 2009, a firma dei Consiglieri Agostinelli e Squassina Osvaldo, con-cernente l’integrale pubblicazione dei dati personali degli esiti delle prove concorsuali, ha dato rispo-sta l’Assessore alle risorse, finanze e rapporti istituzionali, Romano Colozzi;

&A 32002

ITR/2496, in data 29 ottobre 2009, a firma dei Consiglieri Agostinelli, Squassina Osvaldo, Storti, Oriani, Monguzzi e Muhlbauer, concernente il trasferimento al servizio sanitario nazionale della sanità penitenziaria (DPCM 1 aprile 2008 - DGR VIII/8120 dell’1 ottobre 2008), ha dato risposta l’Assessore alla sanità, Luciano Bresciani;

&A 41001

ITR/2507, in data 23 novembre 2009, a firma dei Consiglieri Spreafico, Mirabelli, Viotto, Prina, Civati, Concordati, Tosi e Gaffuri, concernente la certificazione energetica degli edifici (DGR VIII/5018/2007 - DGR VIII/5773/2007 e DGR VIII/8745/2008) e le modalità di calcolo adottate dalla Regione, ha dato risposta l’Assessore alle reti e servizi di pubblica utilità, Massimo Buscemi.

(I relativi testi sono pubblicati in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna)

Approvazione dei processi verbali delle sedute precedenti


PRESIDENTE

Non essendo pervenute osservazioni, il processo verbale relativo alla seduta dell’1 dicembre 2009, iscritto al n. 2 dell’ordine del giorno, si intende approvato ai sensi del terzo comma dell’articolo 61 del Regolamento generale.

Ordine dei lavori

PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Collega vice Presidente Cipriano sulla III variazione al bilancio di previ-


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sione 2009 del Consiglio regionale, d’iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, comunico ai Consiglieri che non fossero stati presenti alla riunione dei capigruppo che, in linea di massima, è stato stabilito di distribuire i lavori di queste prime due giornate, naturalmente affidando una tempistica ad ogni Grup-po calcolata singolarmente sulle dodici ore, dato che c’è anche una seduta notturna quest’oggi, dodici ore per ogni giornata. E’ stato stabilito di trattare i punti n. 3, 4 e 5, dell’ordine del giorno quindi la terza variazione di bilancio di previsione 2009, poi il bilancio preventivo sempre del Consiglio per il 2010 e poi il cosiddetto Collegato, ovvero il progetto di legge n. 424, nella giornata di oggi. Riservare la giornata di domani al progetto di legge n. 425, che è la finanziaria del 2010, e il progetto di legge n. 427 che è il bilancio di previsione per l’esercizio 2010 e il bilancio pluriennale 2010/2012. Anche per questa giornata verrà distribuita una tabella con relativa tempistica con la distribuzione dei tempi affi-dati ad ogni singolo Gruppo.

&A 13003

Proposta di atto amministrativo n. 211 “III variazione al bilancio di previsione 2009 del Consi-glio regionale”, d’iniziativa dell’Ufficio di Presidenza.


Dibattito

PRESIDENTE

Pongo in discussione la proposta di atto amministrativo n. 211, predisposta dall’Ufficio di Presi-denza del Consiglio.

La parola al Vice Presidente del Consiglio Cipriano.

CIPRIANO Marco

La terza variazione di bilancio di previsione del 2009 del Consiglio regionale, nasce da un’attenta ed oculata ricognizione effettuata sugli stanziamenti di bilancio ai fini di consentire il completamento di programmi già previsti ed avviati ed all’esigenza di ricollocare là dove è necessario le risorse resesi disponibili per meglio rispondere alle esigenze di funzionalità della struttura consiliare.

In particolare, la presente variazione consente di:

a) provvedere al pagamento delle spese di cui all’articolo 162 del capitolo 160 relativo alla realiz-zazione degli interventi di manutenzione evolutiva del programma di gestione digitalizzata degli uffici del Difensore Civico regionale;

b) incrementare lo stanziamento dell’articolo 406 del capitolo 400, destinato alla fornitura di ve-stiario per il personale ausiliare in seguito all’avvio e all’aggiudicazione della relativa gara d’appalto di durata biennale;

c) aumentare lo stanziamento di cui all’articolo 504 del capitolo 500 per consentire il pagamento delle utenze di fine anno;

d) stornare le minori spese realizzate sugli stanziamenti inerenti l’acquisto e la manutenzione delle apparecchiature informatiche e quelle relative alla gestione delle banche dati, di cui agli articoli 541 e


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543, del capitolo 540, per incrementare lo stanziamento inerente ai servizi di gestione informatica e sviluppi applicativi di cui all’articolo 542 del medesimo capitolo 540 e adeguare gli stanziamenti di spesa, di cui agli articoli 102 e 103 del capitolo 100, inerente l’indennità di carica e di rimborso spese onnicomprensivo per i Consiglieri regionali in carica, al fine di accantonare risorse anche per far fron-te alle nuove disposizioni statutarie.

Tale operazione è resa possibile dalla ricognizione di minor spese verificatosi sui seguenti capitoli:

- capitolo 100, articolo 106, che viene ridotto di 110 mila euro in relazione alle minori spese ve-rificatesi sui fondi previsti per le missioni dei Consiglieri;

- capitolo 140, articolo 141, sul quale si sono verificate economie pari a 120 mila euro in conse-guenza delle modifiche intervenute durante l’anno nella consistenza numerica dei Gruppi consiliari;

- capitolo 200, articolo 201 e 202, sui quali si rendono disponibili complessivamente 190 mila euro, in seguito al minor utilizzo di risorse da parte delle Commissioni consiliari;

- capitolo 500, articolo 501, si è registrata un’eccedenza di 50 mila euro inerente le spese di can-celleria e altro materiale di consumo per gli uffici; articolo 505, 45 mila euro per un risparmio sulle spese relative alla gestione dell’autoparco e all’acquisto di carburante.

Per quanto riguarda le partite di giro in entrata occorre integrare di euro 150 mila l’articolo relativo alle ritenute erariali sulle competenze corrisposte ai dipendenti, di conseguenza si è reso necessario in-crementare della stessa cifra il corrispondente articolo di bilancio in uscita per versamento delle sud-dette ritenute. La presente variazione, pertanto, non comporta aumenti nelle spese effettive del bilancio consiliare, ma è finalizzata a rimodulare il bilancio in funzione delle spese attuali di quelle che do-vranno essere sostenute nel breve periodo.

PRESIDENTE

E’ aperta la possibilità di intervenire nel dibattito. Non ci sono iscritti a parlare, neppure in fase di dichiarazione di voto e non sono stati presentati emendamenti.

Votazione

PRESIDENTE

Pongo in votazione, per alzata di mano, la proposta di atto amministrativo n. 211.

(Il Consiglio approva)

(Il testo è reperibile presso l’archivio del Consiglio atti n. 16018/2009)

&A 13003

Proposta di atto amministrativo n. 212 “Bilancio di previsione per il funzionamento del Consi-glio regionale per l’anno 2010”, d’iniziativa dell’Ufficio di Presidenza.



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Dibattito

PRESIDENTE

Pongo in discussione la proposta di atto amministrativo n. 212, d’iniziativa dell’Ufficio di Presi-denza. Relatore, anche in questo caso, è il Collega Vice Presidente Cipriano.

Alla proposta di atto amministrativo è stato presentato un emendamento, a firma del Consigliere Cè, che così recita:

«Al capitolo 240 - Comunicazione e relazioni esterne, incrementare la spesa anno 2010 di euro: + 1.000.000».

La parola per la relazione al Vice Presidente Cipriano.

CIPRIANO Marco

Chiederei all’aula una maggiore attenzione visto che discutiamo del bilancio e non di una variazio-ne. Il bilancio consiliare, espressione dell’autonomia sancita dallo Statuto d’autonomia della Lombar-dia, che assegna al Consiglio regionale autonomia di bilancio amministrativa, contabile, patrimoniale, funzionale e organizzativa, è il documento mediante il quale il Consiglio quantifica e organizza le ri-sorse finanziarie da impiegare per il proprio funzionamento sulla base di un processo di programma-zione strettamente correlato agli obiettivi da raggiungere.

Il rispetto della normativa del patto di stabilità, che costituisce l’elemento cardine dell’imposta-zione della manovra finanziaria della Regione, non può non riferirsi sulle scelte relative al bilancio consiliare; la legge 133 del 2008, infatti, per il 2010 prevede che il complesso delle spese finali di cia-scuna Regione non può superare l’1%, quello della corrispondente spesa complessiva dell’anno prece-dente è determinata assumendo il pieno rispetto del patto di stabilità interno.

Il Consiglio regionale, pertanto, pur mantenendo l’autonomia e la discrezionalità sulle determinate voci di spesa ha rispettato il principio del contenimento della spesa pubblica, la previsione di spesa per l’anno 2010 infatti rimane sostanzialmente invariata rispetto a quella del 2009, il documento contabile completamente rinnovato nella struttura e nell’articolazione del 2009 nella parte seconda del titolo 1 continua ad essere suddiviso idealmente nelle cinque grandi sezioni.

La prima raggruppa gli oneri relativi agli organismi consiliari e comprende i capitoli dei Consiglieri regionali, ex Consiglieri, Gruppi consiliari, incluse le spese per il personale ad essi assegnato, nonché gli oneri per le authority, i comitati e i collegi.

La seconda comprende le spese istituzionali generali, quali quelle concernenti l’attività dell’As-semblea, dell’Ufficio di Presidenza, delle Commissioni consiliari, le spese di rappresentanza e quelle inerenti l’attività di comunicazioni e relazioni esterne.

La terza riguarda le spese relative alle consulenze e all’attività di studio di interesse regionale.

La quarta include le spese per il personale del Consiglio regionale.

La quinta ed ultima sezione contiene gli oneri necessari al funzionamento degli uffici del Consiglio regionale.

Il bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2010 comporta un volume di risorse e di impie-ghi che, se si escludono le contabilità speciali o dette anche partite di giro, ammontano a 72 milioni 177 mila 740 euro; se si considerano le contabilità speciali, il bilancio presenta un pareggio di compe-tenza di 94 milioni 607 mila 740 euro e di cassa di 115 milioni 608 mila e 162 euro. Se i Colleghi sono


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d’accordo vi risparmio, perché credo abbiate avuto modo nella documentazione di prenderne visione, l’illustrazione dei singoli capitoli. Mi soffermerei soltanto su un dato, che credo a nome di tutto l’Ufficio di Presidenza possa dire ignorato continuamente da tutti i mass media, nel senso che questo Consiglio regionale...


PRESIDENTE

Scusate Colleghi, scusi Vice Presidente, c’è un via vai, sembra di essere sulla Rambla più che in un Consiglio regionale.

CIPRIANO Marco

Evidentemente, oltre ai mass media, neanche ai Consiglieri stessi interessa sapere che questo Con-siglio regionale ben prima dell’istituzione del patto di stabilità dal 2005 non ha aumentato di un cente-simo il proprio bilancio, ve lo dico perché così magari partecipate anche voi a dibattiti sui costi della politica, potete quantomeno mettervi in tasca questo grafico e dimostrare che il bilancio di questo Consiglio, che nel 1995 era raddoppiato fino al 2005, dal 2005 la curva è piatta. Credo che questo deb-ba essere un risultato che tutti i Consiglieri - maggioranza, opposizione, di qualsiasi parte politica - debbano rendere conto ai cittadini lombardi, dimostrando non a parole ma nei fatti che la sobrietà della politica significa anche fare scelte di questo tipo, e di questo io me ne congratulo con tutto l’Ufficio di Presidenza e con tutti i Colleghi.

PRESIDENTE

Continuiamo il dibattito, ci sono due iscritti a parlare, prima il Collega Cè, poi il Collega Adamoli.

La parola al Consigliere Cè.

CE’ Alessandro

Prendo atto, Presidente, delle dichiarazioni forniteci dal vice Presidente Cipriano e sicuramente mi riconosco in larga parte in quanto è stato detto.

Devo dire che avendo letto il bilancio velocemente, perché - lo ripeto - c’è anche piena fiducia in coerenza con quanto è stato fatto negli ultimi anni nei confronti dell’Ufficio di Presidenza per quanto riguarda questo atto, ci sono due o tre cose che non mi hanno convinto e sono le seguenti: innanzitutto è giusto rivendicare un contenimento delle spese, però - ed è l’argomento del mio emendamento - io credo che sarebbe importante anche in qualche modo riequilibrare le spese fra Consiglio e Giunta ri-spetto ad alcune finalizzazioni delle spese stesse, però ci torno.


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Ma, prima di tutto, vorrei segnalare due aspetti che non mi hanno convinto: primo, noi avevamo tutti insieme approvato dei documenti, mi sembra di ricordare una mozione nella quale sottolineavamo che rispetto anche all’applicazione del nuovo Regolamento sarebbe stato importante potenziare il ruo-lo degli uffici nell’istruzione dei provvedimenti, siano essi leggi, siano essi provvedimenti amministra-tivi. Oggi noi abbiamo questo bilancio, ci viene presentato questo bilancio che a questa voce non porta nessun incremento, anzi addirittura porta una diminuzione.

Io ritengo che all’interno del bilancio del Consiglio ci fossero anche degli spazi nei quali ridurre al-cune spese per spostarle, invece, verso il potenziamento degli uffici. Quante volte in Commissione ab-biamo detto negli ultimi anni “avremmo bisogno di relazioni più puntuali e più analitiche sui provve-dimenti che andiamo ad esaminare” e quante volte, giustamente, i Presidenti delle Commissioni ci hanno reso ulteriormente edotti della difficoltà anche dei dirigenti e dei funzionari del Consiglio re-gionale a fare un’analisi approfondita dei provvedimenti. Quando vogliamo tutti insieme, credo, ri-vendicare un maggiore ruolo e una maggiore nobiltà da parte del Consiglio regionale non possiamo prescindere da questo aspetto che è l’aspetto della conoscenza approfondita dei provvedimenti e delle questioni che andiamo ad affrontare, da questo punto di vista io mi sarei aspettato qualcosa di più an-che in coerenza rispetto ai documenti politici approvati dall’Assemblea, perché non stiamo parlando della mia opinione, sono stati approvati - a riguardo - anche dei documenti.

Un altro aspetto, e in questo caso lo segnalo come negatività, è quello relativo al Co.Re.Com. e mi piacerebbe avere anche qualche spiegazione. Io sollevai questo problema ancora due o tre anni fa, ma ancora oggi io non riesco a capire qual è la funzione di regolazione a favore, anche delle minoranze, che questo istituto compie, questo organismo compie all’interno di Regione Lombardia, perché perso-nalmente, ma credo che molti altri Consiglieri abbiano la mia opinione, non riusciamo ad apprezzarlo. Non riusciamo a verificare sul campo una qualità di comunicazione esterna che dia ragione delle ra-gioni, scusatemi la ripetizione, della maggioranza e delle ragioni dell’opposizione, e credo che questo organismo debba svolgere anche questo ruolo. Però nel bilancio ci troviamo un 20% in più, tutte le al-tre spese sono state contenute enormemente e per questo punto ci troviamo invece il 20% in più.

Arrivo al terzo punto, che è poi l’argomento, il tema dell’emendamento che io ho presentato. L’e-mendamento vorrebbe implementare i fondi del Consiglio, il bilancio del Consiglio di un milione di euro da destinarsi alla realizzazione di trasmissioni radiotelevisive, radiofoniche e per l’informazione istituzionale sull’attività del Consiglio regionale. Anche su questo tema abbiamo dibattuto a lungo nel-lo Statuto e nel Regolamento, riproponendoci tutti di dare maggiore visibilità a questa istituzione, che, effettivamente, a livello di conoscenza di opinione pubblica è un po’ sottostimata. Noi, anche sui gior-nali, vediamo spesso parlare di problemi statali, di problemi del Comune di Milano, la Regione Lom-bardia viene raramente citata almeno per quanto riguarda la sua componente istituzionale, voglio dire in particolare il Consiglio sia esso maggioranza o minoranza.

Abbiamo avuto un potenziamento encomiabile dei servizi tramite Internet e Web, però, effettiva-mente, invece per quel che riguarda la ripresa diretta televisiva, la ripresa diretta attraverso la radio di quelle che sono le nostre sedute, noi non abbiamo visto nulla, nonostante, tutti insieme, ci eravamo ri-proposti che almeno per i momenti salienti del dibattito politico fosse importante arrivare a una comu-nicazione che non fosse mediata, perché il problema di oggi purtroppo nel rapporto fra politica e citta-dini è che vengono sempre trasmesse delle opinioni e non vengono mai trasmessi dei fatti, non c’è mai la cronaca, e quanto di meglio di un dibattito in diretta televisiva, di una ripresa radiofonica di una se-duta su un tema rilevante per tutti i cittadini lombardi?

Credo che, in questa direzione, varrebbe la pena di spendere qualcosa di più, chiaramente mante-nendo tutto all’interno del patto di stabilità. E’ chiaro che se appostiamo un milione di euro in più per questa che è una finalità secondo me assolutamente importante e veramente democratica, dobbiamo toglierlo da qualche altra parte, e quello lo vedremo poi nel bilancio successivo. Ecco, questo è il sen-so del mio emendamento.

Ricordo, a nota e a latere, che alcune volte ci viene contestato il fatto di voler apportare delle modi-fiche al bilancio del Consiglio regionale contestualmente alla discussione e alla successiva approva-zione del bilancio di Regione Lombardia. Noi siamo necessitati a fare questo, ma vorrei ricordare, mi corregga qualcuno se mi sbaglio, che il bilancio del Consiglio regionale secondo alcuni regolamenti di


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Regione Lombardia andrebbe redatto almeno tre, quattro, cinque mesi prima del bilancio della Regio-ne Lombardia. Ci sarebbero quindi tutte le possibilità per fare in modo che la Giunta potesse recepire questa determinazione condivisa da parte del Consiglio regionale, e non si manifesterebbe magari una possibilità di incongruenza fra il voto che potremmo fare su questo emendamento, faccio un’ipotesi, e poi il voto che dovremmo fare sul bilancio della Regione che dovrebbe andare a fare una variazione, diciamo a coprire la spesa ulteriore che noi mettiamo a carico del Consiglio regionale.

Se si rispettassero i tempi giusti per la presentazione dei documenti noi non avremmo questo pro-blema, lo dico perché già in passato mi è stato contestato, ma io non sono in condizione di portare una modificazione al bilancio tre mesi fa se il bilancio poi lo presentiamo contestualmente al bilancio della Regione Lombardia. Avete capito, contestiamo contestualmente il bilancio del Consiglio e il bilancio della Regione, per cui l’unica possibilità che un Consigliere ha e che l’aula ha per intervenire su que-sto punto è questa, è il momento che abbiamo oggi.

PRESIDENTE

La parola al Consigliere Adamoli.

ADAMOLI Giuseppe

Come ho sempre fatto in questa legislatura, userò questi pochi minuti non tanto per spulciare cifre e stanziamenti del bilancio, quanto per alcune considerazioni sullo stato di salute del Consiglio regiona-le. È l’ultima occasione del quinquennio e voglio coglierla in quanto tale.

La Lombardia non sfugge alla crisi generale delle assemblee elettive: dal Parlamento, alle Regioni, alle città. Le cause sono tante, ma mi concentrerò sulla specificità lombarda. Comincio col contestare la qualifica di questo Consiglio come terza assemblea legislativa italiana. Che sia usata anche da chi è, o si dichiara, visceralmente federalista è un assurdo istituzionale e politico. In questo modo si stabili-sce un rapporto gerarchico fra Parlamento e Regioni che è privo di significato costituzionale in un si-stema fortemente regionale o tendenzialmente federale. Ed è così anche se la Costituzione non pro-nuncia mai la parola “federalismo”. Più razionale è affermare che il nostro Consiglio è la prima as-semblea regionale per l’importanza che la Lombardia ha nell’economia, nelle scienze, nella cultura, nella società nazionale.

Siamo i primi anche nelle funzionalità del Consiglio? È su questo che dovremmo riflettere. Lungi da me l’idea di stilare graduatorie. Rilevo invece dei fatti incontrovertibili. Il confronto fra maggioran-za e opposizione langue. Spesso assistiamo ad un monologo delle minoranze. Il Presidente della regio-ne è quasi totalmente assente, più di qualsiasi altro Presidente di regione in Italia, come ho potuto ac-certare facendo le debite comparazioni nella fase di studio dello Statuto.

Il Presidente Formigoni tende a comportarsi come i governatori americani. Ma i governatori ameri-cani non fanno parte delle due Camere legislative dei loro stati. Vi partecipano solo se e quando invita-ti. Il Presidente di regione Lombardia è al contrario il primo dei consiglieri regionali, esercita sul Con-siglio un predominio politico che è sotto gli occhi di tutti. La sua assenza sistematica comunica un’impressione di superfluità di questa Assemblea, che è una delle ragioni delle sue difficoltà.

Perché si è giunti a questo punto? Indico una sola ragione che secondo me è la più importante. Da istituzione legislativa, di governo e di programmazione, regione Lombardia si è trasformata in un cen-tro di direzione amministrativa. Non ne discuto l’importanza, anzi, ammetto che vi sono luci che una persona non ideologicamente prevenuta non può non riconoscere. Ma vi è una sorta di cortina fumo-


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gena fra l’amministrazione, che compete alla Giunta, e la legislazione e la programmazione che appar-tengono al Consiglio. Se questa cortina non viene abbattuta rischia di indebolire anche l’amministrazione con sacche di poca trasparenza politica che solo un buon rapporto con il Consiglio può garantire. Questa assemblea non è, come dice qualche federalista da strapazzo, la sede della so-vranità popolare, che risiede nel Parlamento, ma della volontà popolare delle comunità lombarde, que-sto assolutamente sì.

Porto un esempio concreto. Vi sono degli assessori che non ho mai, o quasi mai, ascoltati in questa Aula che si comportano come tecnici pur avendo lo status di consiglieri regionali. Magari sono tecni-camente capaci. Non sono certo in grado di dare le pagelle e in ogni caso non vorrei farlo. Segnalo questo fatto perché marca una deriva amministrativa che in alcuni settori è già patologia.

Eppure il federalismo istituzionale, quello che si sta cercando stentatamente di prevedere ed attua-re, ripudia questo tipo di amministrativismo. Richiede un di più importante di politica, di legislazione, di autorevolezza coordinatrice delle autonomie locali. Sono competenze e responsabilità queste che non possono sfuggire alla direzione politica del Consiglio regionale.

Lo abbiamo affermato solennemente, quasi all’unanimità nella richiesta al governo e al Parlamento delle maggiori forme di autonomia dell’art. 116 della Costituzione, facendo sia partire che culminare questo processo dal Consiglio regionale. È questa forza legislativa che ci fa dire che il federalismo o è regionale oppure è soltanto autonomia localistica. Valida forse, ma che disegna un’altra traiettoria di-versa da quella che il nostro Consiglio, in questi anni, ha teoricamente disegnato.

Sono critico rispetto alla stampa regionale che è raramente presente, che si nutre di veline, dichia-razioni prese fuori dal contesto, conferenze stampa talvolta patetiche. Il confronto con la stampa della cosiddetta prima repubblica è impietoso per quella di oggi. Detto questo, però, mi domando, che cosa raccontare se in Consiglio va in scena un confronto modesto su modesti fatti amministrativi che hanno il loro epicentro nelle stanze della Giunta. Se il controllo delle potenti società regionali sfugge quasi totalmente al Consiglio.

Sarò l’ultimo, naturalmente, ma proprio l’ultimo, a sottovalutare la riforma dello Statuto di auto-nomia della Lombardia e il Regolamento regionale. Su quest’ultimo mi limito a dire che la sforbiciata sui tempi, che qualcuno mi rimprovera ma che io difendo, la semplificazione delle procedure, l’impulso alla trasparenza, dovrebbero portare più fluidità e concretezza nel rapporto con l’Esecutivo. So bene che la perdita di tempo e certe complicazioni regolamentari possono essere state un motivo valido, oppure un pretesto, per svalutare nei fatti il Consiglio. Ora che questi alibi non sussistono più, il cambio di marcia è solo una questione di volontà politica. Ma c’è questa volontà?

Quanto alla riforma statutaria ci vorrà tempo per attuarla. Servono leggi e provvedimenti ad hoc che però tardano. Si è come tirato il freno a mano. Si poteva completarla in gran parte entro la legisla-tura questa autoriforma. O lo si farà rapidamente all’inizio della prossima oppure il Consiglio lavorerà in apnea. E il forte presidenzialismo lombardo, senza correttivi profondi e urgenti e senza bilancia-menti sarà il cappio al collo della prima assemblea regionale d’Italia.

(Applausi in aula consiliare)

PRESIDENTE

Prima di procedere nei nostri lavori, vorrei salutare a nome dell’Assemblea gli studenti e i docenti della terza classe della scuola secondaria di primo grado - Istituto comprensivo C. Monteverdi di Porto Mantovano (MN), presenti nel settore riservato al pubblico con un applauso.

(Applausi in aula consiliare)


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Grazie per la vostra visita in questa che è l’aula del Consiglio regionale, quindi l’aula più importan-te, con tutto il rispetto per le altre, a livello amministrativo e politico della nostra Regione.

Prima di dare la parola al Collega Relatore Cipriano, visto che si tratta di un provvedimento di ini-ziativa dell’Ufficio di Presidenza, vorrei specificare alcuni punti anche dopo gli interventi fatti dal Collega Cè e in particolare anche del Collega Adamoli, che poi è entrato più nella discussione di carat-tere generale politico più che nei termini del bilancio.

L’indirizzo dell’Ufficio di Presidenza per la previsione 2010, pur trattandosi di un anno di transi-zione nel quale verosimilmente anche le attività di comunicazione, sia quelle di carattere istituzionale, sia per quello che riguardano i Gruppi, saranno per questioni proprio relative alle votazioni minori ri-spetto agli anni normali.

L’indirizzo è stato quello di confermare quelle che erano le dotazioni finanziarie che erano previste per gli anni precedenti, sia per una questione di rispetto di quella che ha definito con una nuova formu-la geometrica la curva piana il Collega Cipriano, sia perché così facendo è come se comunque si rifi-nanziasse in termini di disponibilità di più rispetto all’anno in corso, all’anno prossimo. Proprio per questo capitolo che riguarda le comunicazioni e le relazioni esterne, va detto che, operando verosi-milmente per sette/otto mesi, è quasi come se avessimo raddoppiato o comunque aumentato del 60% le disponibilità operative sia dei due/tre mesi che ci rimangono del 2010 di questa legislatura, sia quando riprenderà la nona legislatura.

Personalmente penso, e mi prendo la responsabilità di quello che dico, che le dotazioni finanziarie su questi capitoli - io sto ragionando in funzione delle necessità del Consiglio e non faccio raffronti sulle disponibilità richiamate ad esempio dalla Giunta - ritengo che le disponibilità date ai Consiglieri, ai Gruppi, all’Ufficio di Presidenza per l’attività di comunicazione e di relazioni esterne del Consiglio siano sufficienti per l’espletamento di questo ruolo.

Non è detto che se altri spendono di più dobbiamo, per forza, riequilibrare spendendo anche di più in Consiglio se questo non è, almeno dal mio punto di vista, necessario. Penso pertanto di avere rispo-sto anche sul fatto della dotazione finanziaria che è comunque incrementata per le ragioni a cui facevo riferimento prima per il 2010.

Ritengo invece di essere d’accordo sul fatto che devono essere più visibili, ad esempio, le cronache relative al Consiglio regionale, devono essere anche più riferite all’attività del Consiglio e delle Com-missioni quelle che sono le scarse apparizioni sulla stampa sia quella locale, sia quella che è stata defi-nita regionale, però questo è un tema che riguarda il piano di comunicazione che è stato abbozzato an-che per il 2010, ma che sarà poi penso ulteriormente implementato da parte di chi ci sostituirà nella prossima nona legislatura.

Concordo che c’è una sottovalutazione o una poca apparizione di quelli che sono i lavori che av-vengono in quest’aula, per questo aspetto abbiamo cercato di aumentare la comunicazione con il Web e con altre iniziative. Per quanto riguarda la stampa, probabilmente, ma anche per quanto riguarda ra-dio e televisioni, l’unico mezzo che ritengo che arrivi più facilmente forse allo scopo è quello di discu-tere sulle dotazioni finanziarie che vengono messe a disposizione degli organi di comunicazione, quindi penso di essere stato capito a cosa mi sto riferendo. Però nel merito della PDA do la parola al Collega Cipriano.

CIPRIANO Marco

Signor Presidente, lei ha già detto sul tema della comunicazione ciò che io condivido anche in rela-zione alle sollecitazioni fatte dal Collega Cè; aggiungo una chiosa anche di carattere personale, io cre-do che - non so se ho interpretato bene anche il pensiero del Collega Cè - non riguardava tanto l’aspetto di un aumento sul quale anch’io concordo, bisognerebbe evitare delle spese del Consiglio per la comunicazione, quanto invece un riequilibrio tra Giunta e Consiglio; lo dico anche in riferimento


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all’intervento del Collega Adamoli.

Io credo - questo è noto, io sono uno dei pochi non presidenzialisti di quest’aula, mi verrebbe da di-re chi è causa del suo mal pianga se stesso - è evidente che c’è un problema di equilibrio tra un sistema presidenziale qual è quello della nostra Regione e l’importanza e il ruolo che devono avere le Assem-blee legislative. Ma questo è un tema che difficilmente si risolve nel bilancio e forse sono altre le i-stanze nelle quali lavorare per un corretto equilibrio che io, come più volte ho detto anche in quest’aula, sostengo a prescindere dalle maggioranze; nel senso che non è una questione di apparte-nenze politiche ma di principio, in quanto io ritengo appunto la democrazia parlamentare la forma più alta di democrazia che si possa avere in un Paese democratico.

Detto questo io volevo solo rilevare, sempre sulla base delle considerazioni che ha fatto il Collega Cè, che per quanto riguarda il Co.Re.Com. c’è un aumento delle competenze, poi discuteremo sul fun-zionamento. C’è però un aumento delle competenze per le quali anche a livello nazionale vengono as-segnate alle Regioni con le risorse adeguate, noi speriamo, competenze in merito a tutto ciò che ri-guarda il tema della comunicazione che non è soltanto quello dei media, ci sono contenziosi a livello della telefonia, di Internet. Devo dire noi, almeno fino adesso, abbiamo accelerato i tempi delle prati-che, abbiamo avuto anche dei risultati positivi da questo punto di vista, quindi c’è un problema speci-fico, poi quando entreremo nel merito del funzionamento del Co.Re.Com. ne potremo discutere, ma questo è il motivo della dotazione finanziaria.

Sul resto io concordo con ciò che diceva il Collega Cè sul miglior funzionamento del Consiglio. Noi abbiamo d’altronde fatto una scelta di una gestione del bilancio - come avete avuto modo di vede-re, come ricordava adesso lo stesso Presidente De Capitani - della curva piatta in termini geometrici, proprio perché ci siamo resi conto dell’importante nesso che c’è tra costi della politica e opinione dei cittadini verso le istituzioni.

Vorrei far presente che questo è stato fatto con una gestione molto virtuosa, ricordo solo tre cose che abbiamo fatto: un forte investimento rispetto a tutto il sistema informatico, di cui ahimé i frutti si vedranno negli anni futuri perché abbiamo investito in questi termini con alcuni risultati non ancora sufficienti. Ricordo che noi, anche nel Regolamento, abbiamo inserito la clausola che evita l’obbligo della comunicazione cartacea, per la quale abbiamo in tutti questi anni distrutto centinaia di migliaia di alberi. Abbiamo anche fatto qualcosa di molto più ecologico di quanto in molte altre occasioni si è det-to, ricordo a tutti il fatto che noi abbiamo cambiato, con un risparmio dell’80%, il nostro parco auto-vetture con macchine ibride, quindi con grande risparmio sia dal punto di vista economico sia per quanto riguarda l’emissione di CO2.

Ricordo che abbiamo cambiato, d’accordo con la proprietà del nostro edificio, la caldaia a gasolio; noi avevamo approvato una legge in questo Consiglio, vi comunico, che prevede il divieto delle cal-daie a gasolio nelle aree critiche e noi avevamo una caldaia a gasolio, l’abbiamo cambiata a metano anche per dare un esempio ai cittadini che facciamo le leggi e poi magari per noi stessi invece ci com-portiamo diversamente.

Facendo tutte queste cose, che io credo molto virtuose, siamo riusciti anche a tenere la curva piatta, quindi senza aumentare i costi per i cittadini per il funzionamento di questa istituzione, credo che, da questo punto di vista, non si possa dire che di essere soddisfatti, quindi ringrazio e auspico il voto po-sitivo della proposta di atto amministrativo n. 212.

Per quanto riguarda l’emendamento del Collega Cè, io gli consiglierei e suggerirei di ritirarlo anche per subordinarlo all’eventuale emendamento sul bilancio della Giunta e poi prendere in considerazio-ne, naturalmente, le variazioni di bilancio che si possono fare successivamente.

PRESIDENTE

Collega Cè, le è stato rivolto un invito dal Consigliere Cipriano.


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CE’ Alessandro

Sì, diciamo che anticipando quelle che potevano essere le obiezioni e l’invito del Relatore io mi sono premunito e posso anche ritirare il mio emendamento. Mi sarebbe piaciuto però sentire un parere della Giunta su questo tema, accetto l’invito del Relatore e ritiro l’emendamento e do per illustrato l’ordine del giorno che riproduce lo stesso contenuto dell’emendamento; vogliamo in sostanza incre-mentare almeno in parte, se non della cifra che io avevo indicato, le risorse da destinare in particolare alle dirette radiotelevisive del Consiglio regionale, almeno su alcune questioni di politica ritenute rile-vanti.

Io credo che questo ordine del giorno possa consentire anche alla Giunta di fare delle valutazioni e di portare a un riequilibrio le risorse per la comunicazione ad appannaggio della Giunta e quelle ad appannaggio del Consiglio.

Annunzio di ordine del giorno

PRESIDENTE

Comunico che il Consigliere Cè ha ritirato il suo emendamento n. 1 e ha presentato lo:

&A 13003

ODG/2104, in data 15 dicembre 2009, a firma del Consigliere Cè, concernente l’incremento delle risorse per la comunicazione e le relazioni esterne, relativo alla proposta di atto amministrativo n. 212,

peraltro già illustrato, che ora leggerò. Sono poche righe, sul quale invito i Consiglieri a prestare la loro attenzione, e recita: “Valutata la necessità di implementare l’attività di comunicazione ed infor-mazione sull’attività del Consiglio regionale tramite trasmissioni radiotelevisive, il Consiglio regiona-le impegna la Giunta ad incrementare le risorse del capitolo 240 “Comunicazione e relazioni esterne del bilancio di previsione 2010 del Consiglio regionale”.

Se posso dare il mio parere, visto che siamo comunque coinvolti come Ufficio di Presidenza, riten-go che questo traguardo o questo obiettivo si persegue non tanto e non solo sottolineando il problema anche tramite l’ordine del giorno, o con l’emendamento che lei Consigliere Cè aveva presentato, ma riequilibrando oppure aggiornando, in un modo indirizzato sempre a tale riguardo, quello che è il pia-no di comunicazione.

Ripeto, le disponibilità finanziarie che hanno i Gruppi, che ha l’Ufficio di Presidenza in questo am-bito a mio parere sono soprattutto per il 2010, con la considerazione che ho fatto prima, congrue. Se si segnala, invece, una difficoltà di funzionamento del servizio sono perfettamente d’accordo, ma ci si può arrivare lavorando su quello che è proprio il piano della comunicazione e intervenendo su quelli che sono i media che sono già, vorrei dire, lautamente ma lo metto tra virgolette, pagati per questo servizio.

Da parte mia dell’ordine del giorno ne acquisisco lo spirito, ma un’impegnativa per assicurare altri fondi, in particolare per il 2010, a riguardo delle comunicazioni non la condivido.

Il Consigliere Porcari ha chiesto di intervenire, prego.

PORCARI Carlo

Non so, ci sono dichiarazioni di voto? Tanto è questo il tema.


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PRESIDENTE

Vedo iscritto lei Consigliere, prego.

PORCARI Carlo

Voglio parlare proprio di questo argomento.

PRESIDENTE

Intervenga, ha la parola.

PORCARI Carlo

Questo è un anno particolare di transizione, si fa un bilancio che riguarda una legislatura che si conclude nei primi tre mesi, sostanzialmente in febbraio, e se ne apre una nuova. Sarà compito del nuovo Consiglio, del nuovo Ufficio di Presidenza programmare al meglio delle risorse che anch’io credo siano adeguate, che ci sono nelle proposte di bilancio che oggi ci è stata sottoposta al voto; noi voteremo a favore di questa proposta anche e soprattutto per questo spirito, cioè ci sembrano risorse adeguate, che servono a finire in modo adeguato questa legislatura e cominciarne un’altra.

Il tema che è stato posto in generale dal Collega Adamoli nel suo intervento, che io in larghissima misura condivido, è stato ripreso anche da altri e anche lei Presidente ha sottolineato, non è tanto la quantità di risorse che sono a disposizione del Consiglio, che, anche a mio avviso, sono spese in modo adeguato in un periodo di sobrietà forse sono anche sufficienti, ancorché squilibrate a ciò che spendo-no in comunicazione la Giunta regionale e i singoli Assessorati; perché il tema effettivo è che c’è una parte di comunicazione, che dovrebbe essere istituzionale, che invece è comunicazione di propaganda dell’attività della Giunta, che è una cosa un po’ diversa. Ecco, questo è un primo punto da sottolineare.

Secondo punto: io penso che la dialettica che deve esserci tra Consiglio e Giunta anche in questo ambito - le cose sono esattamente come le ha descritte il Collega Adamoli - dove c’è una Giunta eson-dante che va oltre le sue funzioni amministrative e di gestione, ma che è sostanzialmente anche il sog-getto che dà l’input legislativo, che supplisce spesso la funzione del Consiglio che ha perso in capacità di autonomia, non è colpa della Giunta, è compito anche del Consiglio, maggioranza e minoranza in-sieme, conquistarsi questo spazio.

Dentro questa condizione si è generato il fatto che è registrabile da chiunque, sostanzialmente la dialettica tra Consiglio e Giunta, spesso nella comunicazione, si è ridotta alla dialettica tra la Giunta e la maggioranza consiliare che fa il controcanto alla stessa Giunta, ma, dal punto di vista della dialettica consiliare, non la coglie chi guarda le trasmissioni, chi legge i giornali, chi vede la comunicazione non appare una dialettica tra l’opposizione democratica del Consiglio e una maggioranza oppure tra un Consiglio, pur nelle differenze, e la Giunta, ma appare sostanzialmente spesso una dialettica tra la


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Giunta che fa la sua propaganda e la maggioranza del Consiglio che fa la sua, questo è il punto.

Lei ha detto bene, Presidente, noi registriamo speso come anche nell’uso del piano della comunica-zione, ma anche nel modo in cui si fa la comunicazione delle Commissioni consiliari, di come si fa la comunicazione in Consiglio. C’è molta attenzione a comunicare le posizioni della maggioranza e l’opposizione, considerata sostanzialmente un’appendice in coda alla comunicazione istituzionale del-la Giunta.

Spesso quando c’è la comunicazione del dibattito nelle Commissioni, quella nostra, quella fatta dal Consiglio c’è la prevalenza delle posizioni degli Assessori, che hanno i loro strumenti e le loro moda-lità e, invece, c’è scarsissimo rilievo al lavoro dei Commissari e, in particolare di quelli dell’op-posizione.

Vedo anche, e concludo, che c’è un aumento rilevante delle risorse per il Co.Re.Com., il 20%, che immagino riguardino le funzioni che il Co.Re.Com. in generale ha assunto, non riguardano quindi solo la vigilanza sulla comunicazione politica ai cittadini. Non si può però non sottolineare in questa sede come in questa Regione, a partire dal Tg regionale pubblico, il Tg3, c’è bisogno che questa vigilanza venga fatta in modo più adeguata per la pluralità delle posizioni. Penso che la nostra sia una delle Re-gioni dove la pluralità delle posizioni tra maggioranza e opposizione non sono per nulla rispettate. Ab-biamo dati scarsissimi e quelli che abbiamo a me sembrano del tutto non corrispondenti alla realtà dei fatti, a ciò che i cittadini vedono quotidianamente.

E’ chiaro quindi che il mio è solo un intervento che resta agli atti, per dire il fatto che siamo del tut-to insoddisfatti di come questo tema è stato trattato in questi anni. Ci auguriamo che nei prossimi mesi, visto che andiamo anche in campagna elettorale, ci sia anche da parte dell’Ufficio di Presidenza molta attenzione affinché la comunicazione metta sullo stesso piano le parti. E’ bene che si conoscano e ven-gano messe in evidenza tutte le posizioni, perché i cittadini disegneranno quale sarà la nuova maggio-ranza a partire dal 28 di marzo, dopodiché è chiaro che il nostro compito finisce qui, toccherà al pros-simo Consiglio migliorare la qualità della comunicazione e il suo pluralismo.

PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fabrizio.

FABRIZIO Maria Grazia

Intervengo per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE

Siamo in dichiarazione di voto.


Io annuncio che, sul dibattito più politico sulle questioni che riguardano il funzionamento della Re-


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gione nel suo complesso, interverrò successivamente quando si parlerà dei provvedimenti di bilancio e i provvedimenti finanziari, qui intervengo solo per annunciare il voto favorevole del Gruppo al bilan-cio di Consiglio.

Dico due cose che motivano il voto favorevole e alcune preoccupazioni che riguardano quello che qui è stato definito un comportamento virtuoso dal punto di vista della capacità di contenimento dei costi. Sono sicuramente convinta che tutto ciò di cui oggi stiamo parlando troverà poi un ambito di di-scussione successiva con la prossima legislatura. Noi in sostanza stiamo facendo un lavoro che con-sentirà a chi arriverà dopo di noi di trovare le linee tracciate e la possibilità di poter agire il ruolo e la funzione all’interno del Consiglio, quindi è quasi un atto dovuto quello che noi stiamo facendo di con-sentire alla prossima legislatura di partire con un bilancio del Consiglio che sia a posto, che sia in re-gola e soprattutto dia la possibilità di poter operare.

Dico però al vice Presidente Cipriano che, se è giusto essere contenti ed orgogliosi del fatto che il nostro bilancio mantenga una curva giusta, senza picchi e senza aumenti, cosa che ci fa onore magari confrontandoci ad altre Assemblee regionali, va anche detto che questa virtuosità deve essere mante-nuta come un impegno, deve continuare. Credo che dobbiamo consegnare, anche alla prossima legisla-tura, questo impegno, io credo che alcune situazioni possano ulteriormente essere migliorate.

Io ho un pallino, e questa è una questione di carattere personale e non coinvolgo il mio Gruppo; ri-tengo che si debba davvero circoscrivere, per esempio, la spesa legata alla presenza del Consiglio al Columbus Day; non è una questione solo generale, è una questione proprio di scelte. Noi dobbiamo investire le risorse che vengono legate al funzionamento del nostro Consiglio e alla qualità del prodot-to, se le cose servono e servono alla Lombardia si fanno e si devono fare nella giusta misura e impe-gnando le giuste risorse, se le cose non hanno un ritorno diretto sulla nostra Regione, sul nostro Con-siglio, vanno ricondotte all’interno di un’entità di spesa più contenuta, cosa che in parte si è fatta ma che deve essere continuata.

Aggiungo che tra le preoccupazioni c’è sicuramente questo discorso legato all’informazione. Vede Presidente, non è la questione che ciascun Gruppo e ciascuno di noi ha a disposizione delle risorse a-deguate per la comunicazioni, perché questo è vero ma riguarda la comunicazione che il Gruppo o la persona può utilizzare. Quello su cui bisogna concentrare la nostra attenzione è l’altro tema, è quanto questo Consiglio è visibile nella società lombarda, quanto la stampa, le televisioni, che in qualche mo-do sono anche finanziate dalla Regione Lombardia, hanno attenzione non soltanto per quello che dice o fa il Presidente o la Giunta, ma anche per quello che dice e fa questo Consiglio, che è di utilità co-mune, perché chi legifera comunque è il Consiglio regionale.

Allora nel piano di informazione, come lei ha detto, va proprio riposizionato l’impegno di spesa della Regione Lombardia, destinando quote di risorse perché questo Consiglio non sia soltanto virtuo-so al suo interno, ma si renda visibile all’esterno come istituzione, come luogo del dibattito, come luo-go della decisione, come luogo in cui si legifera, se questo non viene fatto si mortifica il ruolo della Presidenza e del Consiglio.

Un riposizionamento dell’impegno di spesa e del programma informativo, a mio modo di vedere, deve essere lasciato alla prossima legislatura come un impegno su cui riflettere, e proprio per queste ragioni noi voteremo a favore del provvedimento ma voteremo anche a favore dell’ordine del giorno presentato da Cè per questo suo simbolico, e non soltanto, segnale che richiama l’attenzione a un tema importante.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi. Vorrei aggiungere qualche cosa ma sarei scorretto, perché poi i Colle-ghi non hanno possibilità di replica su quanto è stato affermato ultimamente dalla Collega Fabrizio, anche se concordo su gran parte di quello che ha detto. Consigliere Agostinelli, vuole intervenire? Ha


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la parola Consigliere.

AGOSTINELLI Mario

Il mio intervento è a sostegno dell’ordine del giorno del Collega Cè, con una motivazione che qua-litativamente ha molto a che fare con l’intervento di Adamoli, e cioè questa idea che la comunicazione abbia la sua sorgente dentro l’aula del Consiglio è il punto forte, è anche credo la richiesta che viene portata avanti e noi la stiamo sottovalutando. A fine legislatura io sento il dovere di precisare che la mediazione di quanto avviene qui in Consiglio attraverso la struttura, se volete, che la maggioranza mette in campo lede i diritti di rappresentanza paritaria che ciascun Consigliere difende quando inter-viene qui in Consiglio.

Da questo punto di vista ci sono due questioni che vanno a mio giudizio subito a suffragio di questa posizione; per primo punto io non vedo meglio che riflettere - l’abbiamo fatto durante i lavori dello Statuto in maniera adeguata - sulla rappresentanza diretta di quello che avviene qui. Diceva prima A-damoli, la stampa non viene qui dentro, portiamocela anche fuori insomma. La diretta televisiva ad e-sempio è un modo per rompere questa forma un po’ omertosa a volte che si muove attorno ai nostri in-terventi, i quali se non cadono attraverso forme di comunicazione, che poi vengono filtrati sui nostri pesi acquisiti, non riescono a essere nemmeno espressi fuori.

Pregherei di accogliere questo emendamento con l’impegno a pensare, e insisto, alla rappresenta-zione diretta dei diritti di rappresentanza che i Consiglieri hanno.

PRESIDENTE

Collega Agostinelli, stiamo parlando dell’ordine del giorno.

AGOSTINELLI Mario

E’ quello l’emendamento.

PRESIDENTE

No, l’emendamento è già stato ritirato dal Consigliere Cè.

AGOSTINELLI Mario

Quale emendamento? E’ l’ordine del giorno.


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PRESIDENTE

Ripeto, l’emendamento il Consigliere Cè l’ha ritirato, stiamo parlando dell’ordine del giorno.

AGOSTINELLI Mario

Ma ho detto tre volte che mi riferisco all’ordine del giorno, non so se adesso mi è sfuggito qualco-sa. Però state attenti a tutto, per favore, non solo...

PRESIDENTE

Stia attento anche lei soprattutto...

AGOSTINELLI Mario

Può essermi sfuggito adesso, ricordo di essere intervenuto sull’ordine del giorno, può darsi però mi sia scappato. (Interruzione) No, non scherziamo, tutte le volte sottovalutiamo gli aspetti..., lo dico molto sul serio, mi può essere sfuggito qualcosa ma ho parlato dell’ordine del giorno di Cè e ho detto esattamente delle cose che vorrei venissero considerate, quindi non ho altro da aggiungere.

Votazioni

PRESIDENTE

Siamo in fase di votazione dell’ordine del giorno n. 2104.

Pongo in votazione, per alzata di mano, l’ordine del giorno n. 2104, nel testo di cui ho già dato let-tura.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione, per alzata di mano, la proposta di atto amministrativo n. 212 “Bilancio di pre-visione per il funzionamento del Consiglio regionale per l’anno 2010”.


(Il testo è reperibile presso l’archivio del Consiglio atti n. 16559/2009)


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&A 13003

Progetto di legge n. 424 “Disposizioni per l’attuazione del Documento di programmazione eco-nomico-finanziaria regionale, ai sensi dell’articolo 9 ter della legge regionale 31 marzo 1978, n. 34 (Norme sulle procedure della programmazione, sul bilancio e sulla contabilità della Regione)

- Collegato 2010”, d’iniziativa del Presidente della Giunta regionale.



PRESIDENTE

A norma dell’articolo 35 dello Statuto, invito il Consiglio a procedere alla discussione generale del progetto di legge n. 424 di cui all’oggetto, facendo presente che il medesimo è stato esaminato dalla prima Commissione consiliare.

Relatore del progetto di legge n. 424 è il Collega Consigliere Segretario Carlo Maccari, al quale do immediatamente la parola, prego.

MACCARI Carlo

La relazione sarà abbastanza breve e sintetica, perché breve e sintetico è comunque il provvedi-mento in oggetto, consta di sette articoli, in verità sono sei se togliamo l’articolo 7 che prevede solo ed esclusivamente l’entrata in vigore del provvedimento.

L’articolo 1 prevede alcune modifiche alla legge regionale 11 dicembre del 2006, che sono le nor-me per la prevenzione e la riduzione delle emissioni in atmosfera, a tutela della salute e dell’ambiente; la seconda modifica riguarda la disciplina regionale per l’efficienza energetica in edilizia per la certifi-cazione energetica degli edifici.

All’articolo 2 si prevedono alcune modifiche alla legge regionale del 31 marzo 1978, sono norme sulle procedure della programmazione e sulla contabilità del bilancio della Regione. All’articolo 28 della legge regionale si consente l’assegnazione di contributi a fondo perduto per un importo pari a non più il 50% della spesa ritenuta ammissibile, attualmente l’estensione di tale percentuale, al 90% è limitata ai Comuni con meno di 3 mila abitanti, a quelli montani con popolazione non superiore ai 5 mila e alle Comunità Montane.

Con la modifica proposta si prevede la possibilità di assegnare contributi fino al 90%, anche a be-neficio degli enti gestori delle aree protette e dei siti di Rete Natura 2000, che, al pari delle Comunità Montane, hanno valenza sovraccomunale, spesso sono costituiti da Comuni poco popolati e con terri-torio montano. La norma contiene anche un aggiornamento dei rinvii legislativi, sostituito con un ri-chiamo d’azione di rinaturalizzazione e miglioramento della biodiversità.

All’articolo 3 con la legge 46 del 24 novembre 2009, il testo unico della legge regionale in materia di edilizia residenziale pubblica, sono state disciplinate le norme per la vendita e la valorizzazione de-gli alloggi di edilizia residenziale pubblica appunto.

Le modifiche proposte intervengono sulla procedura, permettendo anche ai Comuni di minori di-mensioni di derogare il limite di vendita del 20% del proprio patrimonio e consentendo la vendita de-gli alloggi all’interno dei condomini senza l’obbligo di attivare procedure di alienazione all’interno dell’immobile dei piani di mobilità forzosa. In sostanza, con l’approvazione della norma a partire dal


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2010 abbiamo due ricadute principali. Primo punto: le ALER hanno l’opportunità di introitare più ri-sorse mediante la vendita di alloggi per un ingente importo, che attualmente non é concesso dalla normativa vigente. Secondo punto: grazie ai proventi delle vendite, destinate per legge anche alla ma-nutenzione straordinaria, la programmazione pluriennale del bilancio potrà essere concentrata su nuo-ve costruzioni e sulla riqualificazione dei quartieri, ottimizzando quindi la spesa regionale.

L’articolo 4, invece, è incentivato a favorire i servizi che richiedono la banda larga e quindi per la realizzazione di infrastrutture di questo tipo. L’articolo 5 invece è molto importante dal punto di vista della ricaduta sulle infrastrutture e sul territorio, che sono appunto norme finanziarie in materia di in-frastrutture, e si contiene in questo articolo una serie di previsioni di carattere finanziario in materia appunto infrastrutturale; la prima deriva dall’impegno assunto dalla Regione col protocollo per lo svi-luppo progettuale e realizzativo dei nodi di Morbegno e Tirano, sottoscritto dal Presidente della Giunta il 5 novembre del 2007, che prevede un cofinanziamento regionale a fronte di impegni di entità simile assunti dal Governo e dagli enti locali.

In sostanza, in tal modo sarà possibile procedere alla realizzazione completa della variante di Mor-begno, opera prioritaria per l’accessibilità alla Valtellina, il cui progetto definitivo è ora all’esame del CIPE, ma che potrà essere approvato solo a fronte della garanzia dell’intera copertura finanziaria, il cui contributo regionale in questo caso allo scopo concorre.

Le necessità di cassa relative a tale finanziamento verranno poi a maturare, a seguito dell’appro-vazione del successivo appalto e avvio dei lavori previsto nell’anno 2011.

La seconda previsione finanziaria discende dall’impegno assunto dalla Regione con la sottoscrizio-ne dell’accordo di programma per la definizione e il coordinamento degli interventi conseguenti alla realizzazione degli insediamenti commerciali previsti nel Comune di Segrate ed al connesso adegua-mento del sistema di mobilità della zona Linate Idroscalo, con la definizione e il coordinamento degli interventi infrastrutturali connessi alla localizzazione dell’insediamento.

L’accordo del maggio 2009 prevede un cofinanziamento regionale per il potenziamento della strada Rivoltana e Cassanese dalla zona Segrate - Linate, fino ai margini delle opere infrastrutturali attinenti il collegamento autostradale diretto Milano - Brescia - Brebemi, per il quale costituiscono il necessario compendio per un’adeguata accessibilità all’area metropolitana milanese.

La terza previsione finanziaria discende dagli impegni assunti dalla Regione con la sottoscrizione degli accordi di programma per la realizzazione del collegamento di connessione tra le città di Milano e Brescia e per la realizzazione della tangenziale est esterna di Milano e il potenziamento del sistema di mobilità dell’est milanese e del nord lodigiano.

Gli accordi approvati con decreti della Giunta del 18 maggio 2007 e del 13 novembre 2007 preve-dono cofinanziamenti regionali per interventi di carattere infrastrutturale e complementare ai nuovi as-si autostradali, da realizzarsi ad opera degli enti locali territorialmente competenti.

La quarta previsione di carattere finanziario deriva dall’impegno assunto dalla Regione col proto-collo d’intesa per la riqualificazione ed il potenziamento del sistema viabilistico delle Province di Cremona e Mantova, sottoscritto il 13 febbraio 2003; il protocollo prevede un cofinanziamento regio-nale a fronte di impegni di entità simile assunti dal sistema degli enti locali, dai concedenti e i conces-sionari dell’autostrada TI-BRE e dall’autostrada regionale Cremona-Mantova. In tale modo sarà pos-sibile procedere alla realizzazione di interventi di carattere infrastrutturale e complementare e i nuovi assi autostradali da realizzarsi ad opera degli enti competenti.

All’articolo 6 sono apportate modifiche alla legge regionale del testo unico delle disposizioni in materia di protezione civile, la proposta di modifica della legge regionale 16/2004 mira ad abbreviare l’iter dei rimborsi a datori di lavoro e associazioni di volontariato per la partecipazione dei volontari all’attività di protezione civile. Sono previsti anche contributi per il ripristino dei danni conseguenti agli eventi calamitosi, classificati di livello regionale ai sensi della legge 225/1992. I contributi in que-stione venivano erogati utilizzando il fondo regionale di protezione civile trasferito dallo Stato alle Regioni, tale fondo però a partire dal 2009 non è stato più finanziato.

Infine, come avevo anticipato, l’articolo 7 stabilisce l’introduzione dell’entrata in vigore del proget-


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to di legge, per il quale sono stati presentati e depositati numero 22 emendamenti.

Presidenza del Vice Presidente Lucchini

PRESIDENTE

Sono iscritti per gli interventi di discussione generale tre Consiglieri. Do la parola per primo all’esponente del Partito Democratico.

Prego, Consigliere Benigni.

BENIGNI Giuseppe

Scusi Presidente, noi non abbiamo avuto niente in contrario con l’illustrazione del collegato di ses-sione, però essendo prevista la sua discussione oggi pomeriggio non abbiamo il Collega che doveva intervenire, aveva un impegno ad una televisione locale e non è presente, perché il programma dei la-vori prevedeva la discussione al pomeriggio.

PRESIDENTE

Chiedo scusa ma non ho potuto partecipare alla riunione dei Capigruppo, quindi non so se c’era un accordo per la trattazione pomeridiana del collegato di sessione. (Interruzione) Per suggerimento del Presidente De Capitani e come indicato nella nota di convocazione, sospendo la seduta e aggiorno i lavori alle ore 15,00.

(La seduta viene sospesa alle ore 12.45 e riprende alle ore 15.22)

Presidenza del Presidente De Capitani

PRESIDENTE

Possiamo riprendere i lavori di questa seduta di Consiglio. Ricordo che siamo in discussione gene-rale del progetto di legge n. 424. Primo iscritto a parlare è il Collega Gaffuri… (Interruzione) che ri-nuncia all’intervento. Ci sono altri due iscritti a parlare, Mirabelli e Muhlbauer.

La parola al Consigliere Muhlbauer.


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MUHLBAUER Luciano

Presidente, io rinuncio ovviamente all’intervento anche per salvaguardare la mia di dignità, oltre a quella dell’aula. Interverrò eventualmente sugli emendamenti sempre che si arrivi a poter votare qual-cosa in quest’aula.

PRESIDENTE

Lei sa che gli interventi sono trasmessi in diretta e che tutti i Colleghi hanno la possibilità di segui-re eventualmente o di verificare il proprio intervento anche registrato. Mi rendo conto che il numero dei presenti è esiguo, forse bisognerà tenerne conto anche in futuro, questo lo dico a futura memoria più che a constatazione attuale. Bisognerà forse stabilire un criterio per cui se entro un certo periodo di tempo rispetto a quando si devono riprendere i lavori d’aula coloro che sono iscritti e non sono presen-ti in aula si inizia o si prosegue, però il problema è che poi non ci sarebbe il numero legale, il numero legale è constatato semplicemente da chi lo vuole richiedere e allora torneremmo ancora al punto di partenza. (Interruzione) Non si può votare, perché dopo la votazione viene il risultato, e se non c’è il numero legale devo sospendere il Consiglio.

Io ho iniziato i lavori del Consiglio, però constato che non c’è il numero legale. Il Consigliere Mi-rabelli sta arrivando, la ringrazio, può intervenire immediatamente. Prego.

MIRABELLI Franco

La ringrazio, Presidente, mi scuso se prima non ero in aula. Intervengo sul collegato e sull’aspetto per noi più rilevante del collegato che riguarda la casa e che ci ha consentito anche di presentare alcuni emendamenti sulla base di un ragionamento che vorrei provare ad illustrare rapidamente.

Intanto voglio dire che condividiamo la parte del collegato relativa alla casa, come abbiamo detto in Commissione noi pensiamo sia utile rilanciare una parte della legge sulla casa che sostanzialmente andava modificata per consentire di applicare la parte della norma che riguarda le vendite, non sforan-do rispetto agli impegni presi nella legge, cioè mantenendo il vincolo del 20% come il massimo di pa-trimonio che può essere alienato. In una fase come questa però, in cui si fatica a mettere in campo ri-sorse sull’abitazione e c’è una domanda forte di abitazione ci sembra utile mettere in campo delle norme che consentano da una parte alle ALER e ai Comuni di vendere per, come dice la legge... (In-terruzione) Scusa Galli, sto parlando. La legge prevede che questi soldi vengano riutilizzati per creare nuove opportunità abitative di edilizia residenziale pubblica e quindi credo che sia utile andare in que-sta direzione al più presto. La norma proposta è una norma che fa questa operazione ma ne fa anche un’altra, cioè attenua per chi vive nelle case, nei condomini misti la norma che prevede la mobilità forzosa come dato imperativo per chi abita nei condomini misti nel momento in cui il condominio mi-sto viene messo in vendita e questa persona non può acquistare il proprio appartamento. Ora credo che sia anche questo utile lasciare alla proprietà la possibilità anche di non ricorrere alla mobilità forzosa.

Ho visto che il Presidente Bordoni ha ulteriormente aggiunto casistiche nei suoi emendamenti, ca-sistiche che prevedono la possibilità di non ricorrere alla mobilità forzosa in alcuni casi, noi presen-tiamo emendamenti, Assessore, per fare in modo che non ci sia la discriminazione. Se resta in campo questo principio della discrezionalità rispetto all’utilizzo della mobilità forzosa che resti in campo per tutti, oppure - e questa è un’altra parte degli emendamenti che abbiamo proposto - si attenui la parte normativa che riguarda la mobilità forzosa e quindi si passi dai cinque ai dieci anni per indicare il pe-


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riodo entro il quale un intero edificio va dismesso, si dia la possibilità a tutti di utilizzare l’istituto dell’usufrutto che oggi possano utilizzare solo le persone sopra i 65 anni e le famiglie con disabilità. Insomma si tratta di una serie di norme per alleggerire questo principio della mobilità forzosa, che ri-schia di rendere non solo iniquo ma più dannoso l’istituto delle vendite che, insisto, senza andare oltre il 20% però può essere utile.

Poi abbiamo presentato un’altra parte di emendamenti; su questo torneremo nei prossimi giorni nel-la discussione sul bilancio, perché pensiamo si debba ritornare a ripensare in questo Consiglio alla ne-cessità sulla questione dell’abitare di andare incontro alle famiglie che fanno più fatica, e in questo ca-so presenteremo poi un emendamento al bilancio che chiede di incrementare il fondo sostegno affitti per il privato, però in questo caso la nostra proposta è quella di intervenire sulla legge per attenuare gli effetti dell’aumento dei canoni in una fase di crisi sulle famiglie.

Questo vuol dire nella sostanza riproporre la possibilità di congelare, quindi bloccare l’ade-guamento dei canoni all’Istat almeno fino al 2011 per tutti e non solo per l’area dell’accesso come è previsto adesso. Chiediamo anche di verificare la modalità con cui viene definito l’aumento e l’adeguamento, perché ci dicono che si usa un criterio che è il più penalizzante per gli inquilini. Pro-poniamo di riguardare la norma sui box e sui posti auto che sta penalizzando molte famiglie che si so-no viste aumentare le cifre in maniera molto consistente, avendo messo nella legge dei valori di mer-cato il proprio affitto, quindi rischiamo che posti auto e box restino vuoti, mentre l’obiettivo della leg-ge era il contrario.

E aggiungo, prima di dire l’ultima cosa, noi proponiamo, Assessore, un emendamento che fa ripar-tire l’osservatorio, perché noi su questa legge facciamo fatica a ragionare, anche perché ciò che doveva fare l’osservatorio, riunirsi per verificare i dati rispetto agli aumenti, rispetto al funzionamento della legge, è stato riunito solo due volte, dovrebbe concludere i suoi lavori alla fine di quest’anno, ne pro-poniamo la proroga per un altro anno proprio per avere dati e capire come poter correggere la legge sulla base del funzionamento.

L’ultimo emendamento a cui voglio fare riferimento nell’intervento è un emendamento che ci sia-mo sentiti di mettere in campo, perché io penso che al di là delle polemiche e del giusto rigore che dobbiamo mettere nella lotta all’abusivismo io credo che dobbiamo dare anche alle istituzioni gli strumenti per combattere l’abusivismo e uno degli strumenti è quello di distinguere davvero gli stati di necessità d’arresto.

Ora questo è impedito da una norma che limita all’area dell’accesso la possibilità, se verificato lo stato di necessità, di restare nel proprio appartamento, col risultato che in questa situazione non c’è ne-anche da parte delle proprietà un impegno serio per decidere chi deve essere mandato via perché de-linque, perché non ha diritto a stare in quella casa, perché non è in stato di bisogno, per evitare il ri-schio di mandare via persone che sono in uno stato di bisogno.

Credo che questa norma serva, paradossalmente è una norma che serve esattamente per fare in mo-do che i criminali, i delinquenti, chi davvero compie atti criminali e chi occupa abusivamente le case venga una volta per tutte mandato via, senza poter giocare su questa ambiguità legata alla norma dello stato di necessità.

Queste sono le proposte che abbiamo messo in campo, io prego l’Assessore di prenderle in consi-derazione perché sono proposte che hanno un impatto economico relativo, ovviamente a parte la pro-posta di abbassare la percentuale del valore convenzionale su cui si calcola il valore locativo. Sono norme però che possono in qualche modo migliorare un po’ la situazione di famiglie che, come ab-biamo detto tutti, con la crisi sono in difficoltà.

Abbiamo fatto un Consiglio regionale per sostenere che una delle questioni che dovevamo affronta-re era quella di aiutare le famiglie nella fase della crisi, soprattutto a far fronte ai problemi dell’abitare, io penso che sono piccole cose quelle che proponiamo, che però possono essere utili a dare un po’ di sollievo a diverse famiglie.


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PRESIDENTE

La discussione generale è terminata.

Discussione e votazione dei singoli articoli

PRESIDENTE

Passiamo ora alla discussione e alla successiva votazione, articolo per articolo, del progetto di leg-ge n. 424, nel testo formulato dalla prima Commissione consiliare e tenuto conto degli emendamenti presentati.

(Per il testo degli articoli e degli emendamenti approvati si veda in allegato; per gli emendamenti non approvati, ritirati o decaduti si veda presso l’archivio del Consiglio atti n. 17259)

Prima però voglio ripetere in aula quello che ho già avuto occasione di dire durante la riunione dei capigruppo questa mattina relativamente all’ammissibilità o meno degli emendamenti.

L’articolo 100 dell’attuale Regolamento generale del Consiglio regionale al comma 5 recita: “Sono ammissibili in Assemblea solo gli emendamenti che riguardano le materie oggetto degli specifici arti-coli del progetto di legge licenziato dalla Commissione”. Si tratta di un articolo nuovo, introdotto dal nuovo Regolamento generale, che modifica in parte quella che era stata la consuetudine finora utiliz-zata da chi, nel caso specifico il Presidente del Consiglio, deve esaminare l’ammissibilità degli emen-damenti.

Pregherei un minimo di attenzione, se non stiamo neanche attenti su un metodo che riguarda l’operatività del Consiglio, mi chiedo se esista veramente la dignità di rappresentanza all’interno di questo Consiglio.

Stavo dicendo che l’attuale comma 5 dell’articolo 100 stabilisce che gli emendamenti in Assemblea possono essere presentati all’interno di queste due definizioni, cioè devono riguardare le materie in oggetto ma anche gli specifici articoli del progetto di legge.

Da un esame attento, ma non censorio, degli emendamenti presentati - si tratta comunque della prima votazione - alcuni emendamenti non sarebbero ammissibili al cento per cento. Trattandosi però della prima volta che viene applicata questa disposizione, senza che questo costituisca un precedente, è questo che voglio specificare, in questa fase vengono ammessi - sto parlando del collegato - tutti gli emendamenti in votazione. In futuro, questo lo voglio sottolineare, soprattutto per chi scrive la legge, perché se chi scrive la legge cita un testo unico è chiaro che poi si possono modificare tutte le leggi che sono state accorpate in questo testo unico, se invece viene citato quello che si vuole modificare, l’articolo - qui si parla di articolo - che si vuole modificare, chiaramente sono possibili sono gli emen-damenti attinenti questo specifico articolo.

Passiamo ora all’esame dell’articolato.

Siamo all’articolo 1, al quale sono stati presentati gli emendamenti nn. 18, 14 e 15, tutti a firma del Consigliere Bordoni.

Sull’emendamento n. 18 do la parola al Consigliere Bordoni.


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BORDONI Giovanni

L’emendamento n. 18 ha già una relazione che illustra in modo credo completo il tema. Devo an-che dire che, a seguito di un’intesa intervenuta con l’Assessore Scotti, questo emendamento viene ad essere modificato in questo senso, vado a leggere la seconda parte dell’emendamento: “L’obbligo di certificazione energetica non si applica altresì agli edifici dichiarati inagibili, nonché a quelli di ERP esistenti”, quindi è aggiunto “di ERP”, “concessi in locazione abitativa”, e poi è cancellato tutto il re-sto, rimane vivo il secondo emendamento conseguente alla modifica del titolo.

PRESIDENTE

Quindi si elimina da: “a canone sociale” fino alla fine dell’emendamento iniziale?

BORDONI Giovanni

Esattamente.

(Voci dall’aula)

PRESIDENTE

Stiamo parlando dell’emendamento n. 18 che è stato modificato nella seconda parte, rimane la par-te: “L’obbligo di certificazione energetica non si applica altresì agli edifici dichiarati inagibili, nonché a quelli di edilizia residenziale pubblica esistenti concessi in locazione abitativa”, tutto il resto viene derubricato.

MACCARI Carlo

La prima parte dell’emendamento però rimane.

PRESIDENTE

Sì, tutto il resto rimane, la seconda parte dell’emendamento relativa al titolo: “emendamento con-seguente” rimane valida. Parere del Relatore? E’ parere favorevole.

Consigliere Porcari, prenotatevi per tempo per cortesia, non l’avevo vista mi scusi, ha la parola.


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PORCARI Carlo

Semplicemente, Presidente, visto che durante gli interventi non c’era nessuno, non mi sembra che siamo tanti neanche adesso, chiedo la verifica del numero legale a nome mio, del Collega Benigni, del Collega Viotto, Pedrazzi e Prina.

PRESIDENTE

Consigliere Porcari, ai sensi dell’articolo 59 del Regolamento generale, bastavano tre Consiglieri per richiedere il numero legale. La richiesta di verifica è accolta.

Chiamo a fungere da Segretario provvisorio il Consigliere Valmaggi per coadiuvare il Consigliere Segretario Maccari nelle operazioni di voto. Invito il Consiglio a procedere alla verifica del numero legale con procedura elettronica.

Ultimata la verifica, ne comunico l’esito:

Congedi n. 2

Quorum funzionale n. 40

Votanti n. 28

do atto che manca il numero legale.

(Il verbale di votazione n. 1 è riportato in allegato)

Ai sensi dell’articolo 60 del Regolamento generale, sospendo la seduta per tre minuti.

(La seduta viene sospesa alle ore 15.43 e riprende alle ore 16.03)

PRESIDENTE

Bene Colleghi, mi scuso per l’interpretazione elastica che ho dato al termine, tre minuti di sospen-sione. Vedo che il Collega Porcari ha chiesto di intervenire, ricordo che comunque col nuovo Regola-mento generale è possibile sospendere fino a tre volte il Consiglio, per cui c’era ancora un margine di tempo per la sospensione. Prego, Collega Porcari.

PORCARI Carlo

Chiedo la verifica del numero legale, prima della votazione dell’emendamento, a nome mio e dei Colleghi Bonfanti e Cipriano.


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PRESIDENTE

Ricordo che siamo in fase di votazione dell’emendamento n. 18 all’articolo 1, a firma del Consi-gliere Bordoni, modificato su richiesta dello stesso proponente.

Accolgo la richiesta ed invito il Consiglio a procedere alla verifica del numero legale con procedu-ra elettronica.

Ultimata la verifica, ne comunico l’esito:

Congedi n. 2


Votanti n. 43

do atto che il numero legale esiste.


Pongo in votazione, per alzata di mano, l’emendamento n. 18 emendato, con parere favorevole del Relatore.


Siamo all’emendamento n. 14, a firma del Consigliere Bordoni, che verrà votato in due sezioni di-stinte, prima la prima parte, l’abbiamo chiamata emendamento 14/A, che è attestata alla fine del com-ma 1/a. Chiedo al presentatore se lo ritiene di illustrarlo.

BORDONI Giovanni

Presidente, l’emendamento n. 14 era alternativo all’emendamento n. 18, quindi avendo approvato il 18 ritiro l’emendamento 14.

PRESIDENTE

Tutto l’emendamento 14 viene ritirato. Prima di procedere alla votazione dell’intero articolo 1 ab-biamo l’emendamento 15, sempre a firma del Collega Bordoni, al comma 1/B a cui do la parola.

BORDONI Giovanni

Sì, è una richiesta per consentire a CESTEC SpA di potersi avvalere anche di altri soggetti, questa è la ragione dell’aggiunta di “anche”, per gli adempimenti relativi alla certificazione energetica.


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PRESIDENTE

Ma il “può” non dava già questa possibilità?

BORDONI Giovanni

E’ un rafforzativo.

PRESIDENTE

E’ rafforzativo del concetto già espresso. Parere del Relatore?

MACCARI Carlo

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione, per alzata di mano, l’emendamento 15 all’articolo 1.


Non abbiamo più altri emendamenti all’articolo 1.

Pongo in votazione, per alzata di mano, l’articolo 1 come emendato.


All’articolo 2 non sono stati presentati emendamenti.

Pongo in votazione, per alzata di mano, l’articolo 2 nel testo proposto dalla Commissione.


All’articolo 3 sono stati presentati gli emendamenti nn. 12, 1, 19, 13, 16, 17 e dal n. 2 al n. 11.

Partiamo dall’emendamento n. 12.

La parola al Consigliere Muhlbauer.


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MUHLBAUER Luciano

Presidente, anche per aiutarla, sulla lettera a del comma 1 dell’articolo 3 ci sono due emendamenti che non sono uguali, primo, il n. 12, e l’altro, il n. 1, primo firmatario è Mirabelli; poi ci sono altri e-mendamenti firmati insieme dal Collega Mirabelli.

L’emendamento n. 12 cerca di correggere la proposta del progetto di legge. Ricordato che in Lom-bardia circa l’80%, se non erro, dei Comuni ha meno di 10 mila abitanti, siamo di fronte a una vendita potenziale, ipotetica, significativa senza alcun limite.

Il senso dell’emendamento che insieme ai Colleghi Agostinelli, Storti e Monguzzi abbiamo voluto presentare è quello di mettere delle regole per evitare che sia proprio la rincorsa o la svendita, pur di fare cassa nel breve periodo, dunque di dire che i piccoli Comuni al di sotto dei 2 mila abitanti possano derogare totalmente, com’era già previsto, mentre quelli inferiori a 5 mila devono dimostrare che non hanno graduatoria, ovvero non hanno domanda di alloggi sociali aperta o che comunque esiste all’interno dello stesso Comune un’identica offerta di alloggi ERP, dipendenti da altri enti, insomma si vuole porre un limite a quello che in base alla norma così come viene proposta rischia di tradursi in una pura e semplice svendita, pur di fare cassa nel breve periodo. Grazie.

PRESIDENTE

Chiedo sull’emendamento 12 il parere del Relatore.

MACCARI Carlo

Il parere è negativo.

PRESIDENTE

Pongo in votazione, per alzata di mano, l’emendamento n. 12, con il parere negativo del Relatore.


L’emendamento n. 1, a firma dei Consiglieri Mirabelli e Spreafico, che va, mi sembra di capire, nell’altra direzione rispetto a quello che ha ora illustrato il Collega Muhlbauer, il Collega Mirabelli lo vuole illustrare?

MIRABELLI Franco

Io penso che il punto sia questo: c’è una legge, la n. 27/2007, che dice che al massimo si può alie-nare il 20% del patrimonio. In molte realtà piccole il patrimonio di edilizia residenziale pubblica è po-co e quel poco è abitato, quindi per costruire opportunità di edilizia residenziale pubblica in più biso-


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gna investire risorse e quelle risorse devono essere acquisite dalla vendita degli alloggi che oggi sono occupati da chi vi abita.

Io penso che in questa situazione si trovano anche molti Comuni più grandi dei 10 mila abitanti, di-ciamo sotto i 15 mila abitanti. La nostra proposta è quella di estendere a quei Comuni la possibilità di fare la stessa operazione, cioè vendere per investire e dare nuove opportunità abitative, perché il senso di questo emendamento, come mi pare nella norma, sia quello di consentire anche ai Comuni medio piccoli di poter realizzare risorse per poter creare nuove opportunità abitative.

PRESIDENTE

Relatore?

MACCARI Carlo

Parere negativo.

PRESIDENTE

Parere negativo del Relatore, per cui la soglia della deroga rimane a 10 mila abitanti.

Pongo in votazione, per alzata di mano, l’emendamento n. 1, con parere negativo del Relatore.


Emendamento n. 19, a firma dei Consiglieri Agostinelli e Squassina Osvaldo.

Consigliere Agostinelli vuole relazionare?

AGOSTINELLI Mario

Fissiamo il limite a 10 mila abitanti per i Comuni che sono interessati da questa norma, aggiungia-mo il fatto che per questi Comuni i programmi e i bilanci prevedono l’utilizzo delle risorse che pro-vengono dalla vendita delle case popolari e per la realizzazione di nuovo patrimonio di edilizia resi-denziale pubblica. Vogliamo quindi una destinazione a giro stretto sempre nell’ambito di provenienza di queste risorse. Ci sembrava quasi pleonastico, però quando abbiamo sentito il dibattito in Commis-sione abbiamo ritenuto necessario presentare questo emendamento.

PRESIDENTE

Relatore?


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MACCARI Carlo

Esattamente perché è pleonastico il parere è negativo, è già compreso nella legge che è già abbon-dantemente chiara.

PRESIDENTE



Andiamo per ordine, l’emendamento n. 13, a firma del Consigliere Bordoni, è stato ritirato.

Abbiamo in esame gli emendamenti n. 16 e n. 17, a firma del Consigliere Bordoni. Vuole illustrarli Consigliere Bordoni, visto che lei è firmatario?

BORDONI Giovanni

Rimane valido l’emendamento n. 16 e viene ritirato il n. 17.

PRESIDENTE

Il Consigliere Bordoni ritira l’emendamento n. 17 e illustra il n. 16.

BORDONI Giovanni

Esatto. Si tratta della previsione di contrastare lo spopolamento della montagna e dei territori non montani svantaggiati, relativamente ai piccoli Comuni, montani o non montani a seconda delle fatti-specie. L’individuazione è fatta dalla delibera della Giunta regionale 7/19319 del novembre 2004, al-legati p) e a) rispettivamente. Là dove risulta essere presente un numero limitato di alloggi di edilizia residenziale pubblica viene consentita la cessione anche parziale dei fabbricati, garantendo il mante-nimento in locazione degli inquilini che non manifestano l’interesse all’acquisto senza attivare le pro-cedure di mobilità forzosa.

PRESIDENTE

Relatore?


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MACCARI Carlo

Esprimo parere favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione, per alzata di mano, l’emendamento n. 16, con il parere favorevole del Relatore.


L’emendamento n. 17 abbiamo già detto che è stato ritirato. Ora ci sono quattro emendamenti che sono aggiuntivi. Prego, Assessore Colozzi.

COLOZZI Romano

Forse è implicito, mi rivolgo anche ai tecnici del Consiglio, questa DGR che viene richiamata e-splicitamente in legge subisce periodici aggiornamenti e modifiche, quindi non vorrei che con questa scrittura ci ancorassimo ad una classificazione che già tra una settimana sarà vecchia. Quindi forse...

PRESIDENTE

E’ in vigore.

COLOZZI Romano

... è il caso di scrivere “DGR e sue successive modifiche”, lo chiedo, perché se è implicito ritiro l’osservazione, non vorrei però che ci impiccassimo ad una classificazione rigida, perché non avrebbe senso.

MACCARI Carlo

Allora la diamo per implicita, ma se per rafforzare la dobbiamo mettere per esteso una formulazio-ne mettiamola per esteso.


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PRESIDENTE

Be’, se mantiene...

MACCARI Carlo

L’avevamo data per implicita, però fatta l’opportuna osservazione chiedo anche all’Assessore competente. Va bene, allora la mettiamo per esteso.

PRESIDENTE

Diamo per acquisita questa specificazione?

MACCARI Carlo

Sì, la mettiamo per esteso, esatto.

PRESIDENTE

Alla luce della segnalazione dell’Assessore Colozzi, pongo nuovamente in votazione, per alzata di mano, l’emendamento n. 16, corretto come da segnalazione dell’Assessore Colozzi.


Abbiamo ora quattro emendamenti i nn. 2, 3, 4 e 5, a firma dei Consiglieri Mirabelli, Adamoli, Concordati, Prina, Tosi e Cipriano, e dal n. 3 al n. 5 è firmatario anche il Consigliere Muhlbauer.

Collega Mirabelli li vuole illustrare tutti assieme forse?

MIRABELLI Franco

Io penso che l’emendamento n. 16 che è appena stato approvato sia un emendamento importante, però vorrei far presente all’Assessore e al Relatore che a questo punto si configura la seguente situa-zione: chi abita in un condominio misto può non essere sottoposto alla mobilità forzosa nel caso quel condominio sia in un programma di vendite; chi abita nei Comuni montani se la sua abitazione è nel programma di vendite può non essere sottoposto alla mobilità forzosa, può perché si dà un potere di-screzionale alla proprietà.

Nei piccoli Comuni succede la stessa cosa, gli unici che restano discriminati sono quelli il cui edi-


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ficio viene venduto in toto, è una discriminazione che non si capisce. Non è che si dice “non c’è più la mobilità forzosa” ma si dice “è discrezionale, decide la proprietà pubblica se utilizzare o non utilizzare la mobilità forzosa”, lo si fa nel testo del collegato, lo si fa negli emendamenti, perché non farlo per tutti? Questo è il senso dell’emendamento n. 2.

E’ evidente che se passa l’emendamento n. 2 gli altri per noi sono ritirati, nel senso che non ha più senso attenuare la portata della mobilità forzosa, nell’altro caso facciamo una serie di proposte per fare in modo che chi si trova in un edificio che viene venduto non sia costretto, come da legge, alla mobili-tà forzosa entro cinque anni, quindi dilatiamo i tempi, chiediamo la possibilità di utilizzare l’usufrutto che è già previsto per chi ha più di 65 anni e chi ha problemi di disabilità in famiglia e in qualche mo-do stemperiamo.

Però, secondo me, la strada più semplice è quella di dire: estendiamo a tutti il fatto che è possibile, non più obbligatorio, utilizzare la mobilità forzosa, perché non si capisce perché devono essere discri-minati solo alcuni. Se si mette in discussione un principio lo si mette per tutti, non si capisce solo per-ché per alcuni sì e per altri no.

PRESIDENTE

Nello specifico gli emendamenti vengono tutti confermati?

MIRABELLI Franco

Ripeto, se passa l’emendamento n. 2 si possono ritirare il n. 3 e il n. 4.

PRESIDENTE

Chiediamo il parere l Relatore sull’emendamento 2.

MACCARI Carlo

Il parere è negativo. In ordine di votazione abbiamo il n. 2, vero? Sì.

PRESIDENTE

Sì, adesso stiamo votando il 2. Pongo in votazione, per alzata di mano, l’emendamento n. 2.



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Pongo in votazione, per alzata di mano, l’emendamento n. 4, con parere favorevole del Relatore.


L’emendamento n. 5 viene ritirato.

Abbiamo completato l’esame dell’articolo 3, perché gli altri emendamenti che vanno dal n. 6 al n. 11 sono aggiuntivi di nuovi articoli. Qui si esplicita il caso a cui facevo riferimento prima: in futuro, se dovesse essere presentato un testo di legge con lo specifico riferimento in questo caso all’articolo 46 della legge che è ancora la legge con il numero del testo unico che poi ha preso il numero nuovo dopo la pubblicazione, in questo caso gli altri articoli, cioè gli altri emendamenti che sono stati presentati non sarebbero più relativi all’articolo richiamato, per cui non sarebbero ammessi.

Pongo in votazione, per alzata di mano, l’articolo 3 come modificato.


Procediamo con l’esame degli emendamenti nn. 6, 7, 8, 9, 10 e 11, a firma dei Consiglieri Mirabel-li, Adamoli, Concordati, Prina, Tosi, Cipriano e Muhlbauer, che, se approvati, sarebbero aggiuntivi di nuovi articoli. Li vuole relazionare, Collega Mirabelli?

MIRABELLI Franco

Sì Presidente, ho già fatto prima nel mio intervento riferimento all’utilità, secondo noi, di andare incontro alle famiglie in difficoltà in questa fase di crisi. L’emendamento n. 6 ripropone una cosa che avevamo già proposto nella discussione della legge n. 27/2007, cioè avevamo chiesto di abbassare il valore convenzionale su cui si calcola il valore locativo dal 5 al 4%, con l’emendamento n. 7 poniamo quella questione di cui si parlava prima.

Io faccio presente all’Assessore su questo e al Relatore che bocciare questo emendamento e non te-ner conto di questo problema può apparire un risparmio per la Regione. Io faccio presente che se resta questa norma che ha fatto cambiare per molte famiglie il costo dei box e dei posti auto, che oggi paga-no con una bollettazione separata e pagano a valore di mercato, il rischio è quello che i posti auto e i box restino vuoti.

Lo dico così, se non va bene questa formulazione inventiamone un’altra, però il costo dei box e dei costi auto soprattutto per tutti i condomini che sono stati fatti con leggi speciali sono aumentati in ma-niera significativa. Troviamo un altro modo per contenerli, però vanno contenuti, perché se no il ri-schio è non che ci sia l’aggravio per le famiglie che comunque c’è se restano lì, ma il rischio è che vi-sto anche le condizioni in cui sono i posti auto e i box vengano abbandonati e non credo che questo sia un guadagno per le proprietà.

Siamo arrivati all’emendamento n. 7. L’emendamento n. 8 è quello che ho detto prima, secondo me bisogna favorire la possibilità di distinguere davvero gli stati di necessità d’arresto e il fatto di porre il criterio dell’accesso come unico criterio possibile rende più difficile questa operazione; l’altra cosa è almeno stabiliamo per tutti e non solo per chi è nella fascia dell’accesso la possibilità di avere il blocco dell’adeguamento Istat fino alla fine del 2010, quindi fino all’inizio del 2011.

Non mi pare un grande sforzo economico, probabilmente sarebbe un segnale importante nel mo-mento in cui, peraltro sulla base della legge che abbiamo fatto, si stanno cercando di fare gli accordi, per esempio con il Comune di Milano o con l’ALER, in molte realtà.


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PRESIDENTE











Pongo in votazione, per alzata di mano, l’emendamento n. 11, con parere favorevole del Relatore.


Di fatto, avendo votato e approvato l’unico emendamento questo costituisce l’articolo 3 bis.

Proseguiamo con l’esame dell’articolato. All’articolo 4, al comma 2, è stato presentato un unico emendamento, il n. 20 a firma dei Consiglieri Agostinelli e Squassina Osvaldo.

Prego, Consigliere Agostinelli.

AGOSTINELLI Mario

L’illustrazione riguarda il fatto che l’estensione della banda larga non sia finalizzata soltanto alla promozione di maggiore efficienza per le imprese, ma sia in particolare focalizzata sulle realtà comu-nali più disagiate a favore delle persone e delle famiglie che in questa situazione hanno a disposizione delle attività di servizio, a cui i Comuni dovrebbero dare sostegno e consulenza. Mi sembra una ipotesi interessante e importante, dentro cui configurare questa dimensione.

PRESIDENTE

La parola al Relatore, Consigliere Maccari.

MACCARI Carlo

Nella sostanza l’emendamento è accoglibile, di fatto, però, gli indirizzi di estendere la banda larga a tutti, a una vastissima fascia di popolazione è già contenuta nelle linee del DPEFR. Sembrerebbe pertanto inutile aggiungere una nota che, di per sé, sottolinea qualche cosa che esiste già nelle linee di programma della Regione, per cui il parere è negativo.


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PRESIDENTE



Pongo in votazione, per alzata di mano, l’articolo 4, nel testo proposto dalla Commissione.


Passiamo ora all’articolo 5. All’articolo 5 sono stati presentati gli emendamenti nn. 21 e 22. Il pri-mo emendamento in votazione è il n. 21, a firma dei Consiglieri Agostinelli e Osvaldo Squassina, che prevede la soppressione dell’intero articolo 5. Penso che le illustrazioni siano a questo punto non ne-cessarie. Relatore?

MACCARI Carlo

Ovviamente parere negativo.

PRESIDENTE

Pongo in votazione, per alzata di mano, l’emendamento n. 21, soppressivo dell’articolo 5, con pare-re negativo del Relatore.


Emendamento n. 22, a firma del Consigliere Galli. Lo illustra il Collega Arosio.

AROSIO Edgardo

Signori Colleghi, mi sia consentito rubare qualche minuto di riflessione sia di carattere politico che tecnico e chiedo chiaramente all’Assessore Cattaneo di poter dialogare, questo credo sia un obiettivo.

Certamente qualcuno penserà “è il solito leghista che presenta un emendamento contro i centri commerciali”, è chiaro che chi vi parla ha avuto l’opportunità di misurarsi anche amministrativamente con un argomento del genere, avendo avuto anche la responsabilità dell’Assessorato alle attività pro-duttive, però vi parlo prima di tutto da un punto di vista culturale.

I centri commerciali sono i luoghi dell’attraversamento, sono i luoghi del non senso, questo va a denigrare il valore dei centri storici, del rapporto dei negozi di vicinato, e questo l’abbiamo già detto come Gruppo della Lega Nord in tante occasioni, che fossero anche di confronto di carattere princi-palmente culturale.

Ma ci confrontiamo anche oggi con una crisi economica, che soprattutto colpisce, dai dati che ab-biamo, i piccoli negozi che non riescono a sopportare nei centri commerciali gli affitti altissimi; vi posso anche testimoniare di aver visto gruppi di cinesi che adesso acquistano nei centri commerciali gli spazi abbandonati dai nostri commercianti.

Ma a parte questo, la battaglia storica della Lega mi trova anche però a misurarmi da un punto di


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vista tecnico...


Certamente il brusio non aiuta a concentrarsi, vi prego. Io sono uno dei fautori dell’approvazione della legge regionale del 14 marzo 2003, la n. 2, della programmazione negoziata regionale, citata nell’accordo di programma che fa capo a questa richiesta di emendamento.

La legge regionale prevedeva che nell’ambito della programmazione negoziata fossero strumenti della negoziazione regionale l’accordo quadro di sviluppo territoriale, il programma integrato di svi-luppo locale, il contratto di recupero produttivo e l’accordo di programma. Bene, questo è importante perché al di là dei soliti argomenti conosciuti quali possono essere i protocolli d’intesa o le intenzioni scritte, il fatto di disciplinare attraverso l’accordo di programma un obiettivo che abbia la sinergia, l’attenzione sia organizzativa che finanziaria che tecnica, permette agli enti pubblici di arrivare a con-cretizzare un obiettivo.

In questo caso, e mi rivolgo poi anche all’Assessore Colozzi, fatte queste premesse l’emendamento ha a che vedere con un progetto, quello che ha “base per l’accordo di programma e definizione e coor-dinamento interventi conseguenti alla realizzazione di insediamenti commerciali del Comune di Segra-te”, c’è un ragionamento politico, a Segrate sono avvenuti dei fatti politici su questo argomento, e nell’emendamento è stato indicato un risparmio di 29 milioni 780 mila, ma chiaramente in norma fi-nanziaria l’impegno nel 2010 è sicuramente diverso rispetto alla cifra globale che ricalca anche l’impiego triennale.

Quello che io voglio chiedere all’Assessore come spirito costruttivo, anche a valore del ruolo dei Consiglieri regionali, ma lo dico anche come esperienza personale, vedete noi ci troviamo a dover ap-provare con questo collegato un dotazione finanziaria che fa capo a un accordo di programma in cui il Consiglio regionale non è stato coinvolto se non attraverso l’azione della Giunta.

Bene, allora vi dico io ho provato a stare nella Giunta e nel decidere, mi rendo conto che il governo della Regione, come quello delle Province e dei Comuni, porta a decidere, però ciò non toglie o un passaggio in una Commissione o poter conoscere questi argomenti. Perché comunque, si tratta poi di andare noi in Consiglio regionale a determinare col nostro voto un finanziamento di un accordo di pro-gramma, che in questo caso, vi ho fatto la premessa ha anche una natura di carattere edificatorio com-merciale di grande e multifunzionale servizio alla distribuzione.

Non entro quindi nel merito dello specifico dell’accordo di programma, però quello che chiedo a nome del Consiglio regionale, anche attraverso il voto da parte di voi Consiglieri di coscienza nel ruo-lo del Consiglio, di avere una possibilità di partecipare e di conoscere, almeno in Commissione di po-ter avere l’opportunità, perché capisco che dopo la motivazione è “se non firmiamo, se non versiamo la nostra quota abbiamo dei problemi perché siamo chiamati a rispondere in base all’articolo 21 dell’accordo di programma in termini sanzionatori”, mi rendo conto di questa cosa, ma il fatto che non ne veniamo a conoscenza da un punto di vista strutturale ritengo, e credetemi questo è l’auspicio che porto anche per la futura legislatura, di poter avere l’opportunità anche attraverso dei passaggi.

A volte ci troviamo ad approvare dei bilanci di partecipate di Regione Lombardia di anni preceden-ti, ecco, secondo me, anche il poter prevedere - e so che sicuramente la Giunta e voi Consiglieri ne sa-rete partecipi e d’accordo col mio obiettivo - quello di poter lavorare anche insieme e poter evitare che, magari, l’accordo di programma - ripeto, il mio è un segnale politico ma anche un segnale sostan-ziale - possa avere un esisto positivo. Vi ringrazio.


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PRESIDENTE

Hanno chiesto di intervenire i Consiglieri Monguzzi, Benigni, poi se vorranno intervenire gli As-sessori che sono stati chiamati in causa. Prego, Consigliere Monguzzi.

MONGUZZI Carlo

Credo che l’intervento del Collega Arosio sia stato talmente dettagliato che penso che abbia perfet-tamente ragione. In sede di votazione poi chiederemo lo scrutinio per appello nominale.

PRESIDENTE

La parola al Consigliere Benigni.

BENIGNI Giuseppe

La ringrazio, Presidente. Per esprimere il mio accordo col Collega Arosio quando dice che gli ac-cordi di programma devono..., secondo me deve esserci un modo perché il Consiglio regionale attra-verso le Commissioni venga comunque a conoscenza di questi accordi che impegnano anche notevol-mente la Regione Lombardia e che sono ormai uno degli strumenti utilizzati in modo abbastanza este-so dalla Regione Lombardia per operazioni particolarmente importanti.

Per quanto riguarda però il merito di questa questione da parte mia esprimo un voto di astensione, perché l’accordo di programma è stato comunque stipulato da diverse istituzioni che hanno trovato in questo accordo di programma l’accordo e io non me la sento di smentire quelle istituzioni.

PRESIDENTE

Prego, Consigliere Agostinelli.

AGOSTINELLI Mario

No, io ritengo invece che il Consiglio abbia tutta la titolarità per essere coinvolto in questa situa-zione, che è tra l’altro di responsabilità diretta del Consiglio. Votiamo, tra l’altro l’emendamento è un emendamento posto oggi alla nostra attenzione e quindi io ho una condivisione sia di merito sia di me-todo e voterò a favore.


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PRESIDENTE

Non ci sono interventi di altri Consiglieri. (Interruzione) Prego, Consigliere Cè. (Interruzione) Pre-ferisco che intervengano i Consiglieri, è una scelta del Presidente. L’Assessore non ha chiesto di inter-venire. L’Assessore l’ho chiamato io in causa, nessuno degli Assessori ha ancora confermato di inter-venire, lei Consigliere Cè invece ha esplicitato la sua volontà di parlare, non facciamo questioni di questo genere.

CE’ Alessandro

No, ma siccome lei aveva già detto che sarebbero intervenuti successivamente gli Assessori non è vietato chiedere.

PRESIDENTE

Ho chiesto se volevano intervenire, non avevano confermato la volontà di intervenire nessuno dei due.

CE’ Alessandro

Va bene, allora se è così è altra cosa, però voglio ribadire che generalmente non è escluso, anzi do-vrebbe essere buona regola sentire gli Assessori, sentire le spiegazioni e poi fare l’intervento politico per esprimere la propria opinione, questa dovrebbe essere la sequenza corretta. Comunque siccome non è ancora iscritto a parlare l’Assessore esprimo la mia opinione.

Io invece devo dire due cose su chi mi ha preceduto. Devo dire che ho grande stima di Benigni, in questo caso mi stupisce un po’ l’impostazione del suo intervento, mentre invece sull’intervento di A-rosio riconosco la Lega che è attenta ai problemi, solleva i problemi e li vuole discutere, cioè la Lega - consentitemi - la Lega originaria, quella che non prende mai una scelta a caso o non in qualche modo si allinea a delle scelte nelle quali, ad esempio, il Gruppo consiliare non è stato coinvolto.

E’ vero che, da un punto di vista della procedura, in qualche modo potrebbe suonare come una smentita dell’azione della Giunta, però fino a prova contraria non mi risulta che non ci sia la possibili-tà ad esempio di stralciare, se proprio non fosse possibile votare l’emendamento, una parte del testo e rimandarla a un momento successivo con una normativa puntuale, dopo che le Commissioni fossero messe nella condizione di approfondire l’argomento e di conoscere meglio perché vengono spese de-terminate risorse e così si vuole fare in un determinato progetto.

Da questo punto di vista, mi sembra che complessivamente l’intervento di Arosio assecondi molto bene quel sussulto di dignità che molti di noi stanno chiedendo da tempo e in particolare l’opposizione sta chiedendo da tempo.

Ecco, da questo punto di vista io dichiaro da subito il mio voto favorevole all’emendamento della Lega e pongo - visto che penso interverranno gli Assessori - questo quesito agli Assessori: questo per-corso che io ho delineato è impossibile ad eseguirsi? Possiamo, sulla base degli argomenti che sono stati espressi, soprassedere e darci l’appuntamento al primo Consiglio di gennaio per affrontare nuo-


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vamente la questione, ma senza fare in questo momento una forzatura, senza spiegazioni sufficienti che potrebbero scontentare le richieste dell’aula? Questa è la domanda che pongo agli Assessori, sulla quale mi piacerebbe avere una risposta.

PRESIDENTE

Mi permetta di concludere, queste sue considerazioni presuppongono però l’accordo da parte dei presentatori dell’emendamento, perché sono loro poi che decidono sulle sorti, sull’eventuale modifica o la posta in votazione. Gli Assessori non so se a questo punto vogliono intervenire o meno. Interviene il Relatore Maccari, prego.

MACCARI Carlo

Mi pare che l’intervento del Consigliere Arosio abbia, in linea teorica, rappresentato un percorso obiettivo e oggettivamente condivisibile, però nella sostanza l’accordo di programma che è parte inte-grante dell’azione di governo di questa Regione ed è già stato stipulato prevede che nel dettaglio per la Cassanese e la Rivoltana rispettivamente gli operatori privati mettano 85 milioni di euro sulla Cassa-nese e tre sulla Rivoltana, il Comune di Segrate 10,5 sulla Cassanese e tre sulla Rivoltana, la Provincia di Milano - già deliberato ovviamente pure lei - 14 milioni di euro sulla Cassanese e 15,75 sulla Rivol-tana, la Regione Lombardia 14 milioni di euro sulla Cassanese e 15,75 sulla Rivoltana.

Perché questo intervento è di complessità, non vorrei che si pensasse che questo fosse solo un in-tervento a supporto e a sostegno del centro commerciale, perché è evidente che un intervento di questa portata economica e di questa complessità di realizzazione probabilmente si andrebbe a spiegare in modo difficoltoso. Il fatto è che questo intervento, dal punto di vista infrastrutturale, è l’inizio del per-corso che la Brebemi effettua nel territorio milanese. Se noi non dovessimo mettere mano a questo ti-po di intervento, che peraltro - come ripeto e ho già detto all’inizio - è già parte integrante dell’azione di governo della Regione Lombardia - la Brebemi andrebbe ad ingolfarsi proprio nel punto dal quale noi con questo intervento vogliamo far partire queste tangenziali.

Per cui per quanto mi riguarda ritengo di formulare parere negativo all’emendamento 22.

PRESIDENTE

Grazie, Relatore. Prego, Consigliere Galli.

GALLI Stefano

Presidente, io non discuto le osservazioni fatte dal Relatore, faccio però una considerazione a voce alta. E’ vero che la convenzione non viene messa in discussione, qualcuno ovviamente l’ha sottoscritta e qualcuno ha parlato e ha trattato con i privati. L’amarezza di questa vicenda semmai viene dal fatto che ci troveremo di fronte al secondo più grande centro commerciale d’Europa, con un impatto fra


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l’altro anche devastante su quella realtà. Ricordo, sempre per coerenza, che la Lega a Segrate è uscita dalla maggioranza per questa vicenda. E’ vero poi che gli amici tra virgolette del Centrosinistra ov-viamente hanno dovuto sostenere questa iniziativa attraverso anche l’allora Presidente Filippo Penati, ma l’altra valutazione che faccio è: se siamo di fronte alla realizzazione del secondo più grande centro commerciale d’Europa io credo che il privato abbia tutto l’interesse a utilizzare il più possibile deter-minati fondi a favore del pubblico, di chi dà l’autorizzazione e di chi gli concede di realizzare un’opera così importante.

Mi domando se nel momento in cui si va a fare una convenzione anche il pubblico faccia pressioni. Perché che poi il pubblico regali, lo dico tra virgolette, nell’arco di un triennio o giù di lì 29 milioni e mezzo di euro, quando da un’area che era stata identificata viene spostata in un’altra area, la destina-zione d’uso di quell’area diventa residenziale, quindi con un maggior valore ancora per il privato, be’ io credo che tutto sommato dovrebbe in questo caso veramente valere la ragione del pubblico e non del privato. Quindi noi voteremo ovviamente a favore.

PRESIDENTE

Consigliere Muhlbauer, lei era già intervenuto? Non in questo caso. Prego.

MUHLBAUER Luciano

Soltanto per esplicitare il nostro voto. Il nostro voto sarà favorevole e sarà coerente con la battaglia portata da noi, da Rifondazione Comunista anche sul territorio di Segrate, quindi assolutamente siamo contenti che anche da parte della maggioranza oggi si esprima questa valutazione e non possiamo che votare coerentemente a favore.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi? Consigliere Galli?

GALLI Stefano

Chiedevo il voto palese, elettronico. (Interruzione) Era già stato chiesto, chiedo scusa.

PRESIDENTE

Come richiesto dal Consigliere Monguzzi, anche a nome dei Consiglieri Galli, Saponaro, Arosio e Cecchetti, ai sensi dell’articolo 78 del Regolamento interno, pongo in votazione con procedura elettro-


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nica a scrutinio palese l’emendamento n. 22.

Ultimata la votazione, ne comunico l’esito:

Congedi n. 2


Presenti e Votanti n. 62

Maggioranza richiesta n. 32

Voti a favore n. 29

Voti contrari n. 25

Astenuti n. 8

do atto che il Consiglio non approva l’emendamento n. 22.


Pongo ora in votazione, per alzata di mano, l’articolo 5, nel testo proposto dalla Commissione.









PRESIDENTE

Abbiamo terminato l’esame dei singoli articoli. Passiamo alle dichiarazioni di voto. Il primo iscrit-to a parlare è il Collega Cè. Prego Consigliere Cè.

CE’ Alessandro

Diciamo voto contrario a questo punto, visto che non è passato l’emendamento.


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PRESIDENTE

Prego, Consigliere Muhlbauer.

MUHLBAUER Luciano

Voto contrario al collegato per due motivi. L’ultimo motivo l’ha ricordato il voto che è stata un’occasione persa, ma l’altro motivo è anche la questione dell’edilizia residenziale pubblica, ovvero l’articolo 3. Con questo collegato davvero si fa un pessimo servizio, si fa un pessimo servizio perché si affronta ancora una volta la questione edilizia residenziale pubblica, soltanto con l’ottica del fare cassa per l’ALER nel breve periodo, cercando in qualsiasi modo di ridurre le spese e di aumentare gli introi-ti.

L’emendamento approvato e proposto dal Collega Bordoni infatti dice che semplicemente non bi-sogna più presentare e fare la certificazione energetica, non per motivi strani, ma perché costa poco e non farlo costa di meno all’ALER. Poi con l’aggiunta di quanto è contenuto nell’articolo 3, così come originariamente si fa una maxideroga per tutti i Comuni con meno di 10 mila abitanti, che vuol dire l’80% dei Comuni lombardi. Così facendo vuol dire che quanto è contenuto nella legge regionale esi-stente, ovvero che può essere venduto soltanto il 20% del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, non esiste più. Con questo emendamento la quota che potrà essere messa in vendita, dunque perso per il pubblico, può superare anche il 30% del patrimonio.

Io credo, noi crediamo che sia una maniera sbagliata di ragionare sull’emergenza abitativa, sia una maniera errata per affrontare la questione della politica pubblica per la casa, semplicemente si è scelto di non affrontare il problema, di non fare il servizio per il cittadino o per i cittadini, ma semplicemente di fare un po’ di cassa per il Consiglio d’Amministrazione dell’ALER.

PRESIDENTE

Prego i Colleghi di stare più in silenzio all’interno dell’aula. Ci sono ancora due iscritti a parlare, la Collega Fabrizio e poi il Collega Mirabelli. Prego, Consigliere Fabrizio.


Io annuncio il voto contrario del Gruppo Centrosinistra per la Lombardia, ci sono argomenti che poi riprenderò domani quando si farà la discussione sull’insieme dei due provvedimenti di bilancio. Ci sono almeno tre motivazioni prevalenti per il voto contrario. La prima è legata alla questione che in questo provvedimento ancora una volta si danno degli affidamenti alle società regionali, dei compiti ulteriori alle società regionali, quindi mantenendo da un lato le competenze all’interno del sistema Re-gione, ma affidando alla Giunta addirittura i criteri per l’utilizzo di alcuni fondi di garanzia che con questo provvedimento andiamo ad appostare. Da un lato quindi c’è questo continuo rinvio di compiti e di funzioni agli enti del sistema regionale, dall’altro c’è una sorta di espropriazione a questo Consiglio delle prerogative di programmazione e controllo che invece dovrebbero essere mantenute in capo.

La seconda motivazione è quella legata alla questione della valorizzazione del patrimonio immobi-


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liare pubblico. Io credo che con questo articolato non si migliori la situazione degli inquilini degli al-loggi di edilizia residenziale pubblica, ma si vada nella direzione ancora una volta di consentire di far cassa nell’immediato, a scapito proprio di coloro che magari sono in una situazione disagiata. In più si crea questa sperequazione, questa ingiustizia di comportamento che per chi si occupa di questioni pubbliche e deve legiferare dovrebbe essere uno dei cardini anche di carattere etico.

L’ultimo motivo, e su questo chiudo la mia dichiarazione di voto, è quello legato all’intervento del Consigliere Arosio, che ha sollevato un problema che io riprenderò domani sulla questione degli ac-cordi di programma. Penso che domani la Lega dovrà votare a favore dell’emendamento che questo Gruppo ha presentato proprio sul fatto che non è possibile continuare ad avere una sorta di situazione esterna - dove vengono assunti degli impegni - rispetto ai quali poi noi siamo chiamati soltanto alla ra-tifica, perché altrimenti l’accordo di programma salta. Credo che questo sia un tema che non può esse-re affrontato di volta in volta, ma deve essere un tema che trova una sua collocazione dal punto di vista delle modalità di approccio che sia stabile e strutturale.

In sostanza, io credo che questo collegato perpetui ancora una volta, e domani lo affermerò e lo ar-gomenterò meglio, la distanza che si viene a creare tra le competenze del Consiglio e le competenze della Giunta. La Giunta si sta appropriando all’interno del suo sistema di una serie di competenze a scapito di quelle che sono del Consiglio, così non va, così io credo che sia sbagliato continuare, quindi il nostro voto sarà contrario.

PRESIDENTE

Ultimo iscritto in fase di dichiarazione di voto il Collega Mirabelli, prego.

MIRABELLI Franco

Noi voteremo contro il collegato, ma mi consenta Presidente di fare un’amara considerazione, e l’amara considerazione è data dal fatto che in quest’aula non si è voluto confrontarsi coi problemi reali che abbiamo posto e che in quest’aula non si è neanche voluto confrontarsi coi temi che ha posto la Commissione.

Noi abbiamo discusso in Commissione di molte delle questioni che qui sono state poste, c’è stato un altro dibattito, si sapeva di cosa si parlava, qui abbiamo parlato di persone in carne ed ossa che hanno dei problemi, che rischiano di essere mandate via di casa se la mobilità forzosa viene applicata per tutti.

Abbiamo chiesto una piccola cosa, di evitare di adeguare all’aumento Istat i canoni, non c’è stata nessuna risposta. Io ho trovato vergognoso, mi scusi Presidente, che tutto si sia ridotto a un sì, favore-voli o contrari, senza che l’Assessore affrontasse uno dei temi che abbiamo posto mi pare con grande civiltà. Abbiamo detto che ci sono dei problemi reali, che forse se ci fosse l’osservatorio si avrebbe qualcosa di fronte, che rischiamo di avere un pezzo di patrimonio pubblico abbandonato, che si chia-mano box e si chiamano posti auto.

Poteva dire qualcosa l’Assessore, forse poteva dire: “facciamo domani un pidiellino”, non lo so. Io ho trovato francamente incredibile il modo in cui ci si è raffrontati rispetto a questioni che mi pare, con grande civiltà e su questioni reali, sono state poste.

Questa è una ragione in più per votare contro un collegato che non ci piace, che è più brutto di com’era prima visto la sorte dell’articolo 3, sapendo che l’articolo 3 era un articolo che in Commissio-ne avevamo detto che ci piaceva, ci era piaciuto. Perché io non condivido le cose che diceva Mu-


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hlbauer, perché noi abbiamo bisogno di attenuare la mobilità, e dall’altra parte, abbiamo bisogno di sapere che ci sono Comuni che hanno poche case e che se vogliono costruirne delle altre devono avere le loro risorse, abbiamo sostenuto questa cosa.

Non c’è stata questa volta, e me ne dispiace, la stessa disponibilità a capire che cosa stavamo po-nendo. Mi spiace davvero, Assessore, questa cosa, questa volta è andata così, c’è stata una collabora-zione proficua in questi anni, però si finisce male.

PRESIDENTE

Il Consigliere Agostinelli ha chiesto di intervenire, prego.

AGOSTINELLI Mario

Condivido questo giudizio duro sulla discussione. Io vorrei ricordare a tutti che abbiamo comincia-to i nostri lavori addirittura con la mancanza del numero legale, quindi una svogliatezza rispetto alla discussione che si apriva è doppiamente sbagliata, perché noi non abbiamo voluto aprire semplicemen-te un confronto, dobbiamo rispondere invece ad una questione di enorme interesse popolare, quella degli affitti e quella delle case popolari.

Quindi l’attenuazione del confronto è un errore grave, da sola basterebbe per votare contro ma noi abbiamo due aspetti che vogliamo mettere in evidenza; la continua espropriazione, addirittura aliena-zione del patrimonio di edilizia pubblica che non viene reinvestito e reindirizzato per nuovi progetti di edilizia pubblica ci porta al disastro. Noi siamo di fronte ad un impoverimento e alla mancanza di una risposta che nella situazione attuale della Lombardia, invece, è estremamente impegnativa. Quindi il nostro emendamento bocciato ha un significato molto, molto preciso.

La seconda questione riguarda quello che è stato ripreso un po’ da tutti, noi avevamo l’occasione perché la titolarità del Consiglio si esprimesse su una materia di enorme importanza; è stato bocciato l’emendamento e quindi il provvedimento ha ulteriori caratteri peggiorativi.

Votazione finale

PRESIDENTE

Ai sensi del terzo comma dell’articolo 94 del Regolamento generale, pongo in votazione finale, per appello nominale, con procedura elettronica il progetto di legge n. 424.

Ultimata la votazione, ne comunico l’esito:

Congedi n. 2


Presenti e Votanti n. 62


48

Maggioranza richiesta n. 32

Voti a favore n. 39

Voti contrari n. 23

Astenuti n. --

do atto che il Consiglio approva il collegato 2010.


Ordine dei lavori

PRESIDENTE

Prego ora i Colleghi di prestare un attimo di attenzione. Rispetto alle ipotesi di lavoro fatte questa mattina e sulla distribuzione dei tempi, mi sembra di poter dire che l’aula possa “sopportare” ancora almeno un paio d’ore di lavoro. Ricordo che oggi l’Assemblea è convocata fino alle 24.00, di fatto si è lavorato un’ora e mezza questa mattina e poco più di un’ora questo pomeriggio.

Domani dobbiamo esaminare due progetti di legge, la finanziaria e il bilancio di previsione, sui quali sono presentati circa sessanta emendamenti e circa ottanta ordini del giorno. Ritengo che sarebbe un errore non utilizzare parte della seduta odierna per iniziare l’esame dei due progetti di legge.

La mia proposta è quella di continuare i lavori.

E’ consuetudine di quest’aula svolgere una discussione abbinata dei due provvedimenti, poi vengo-no illustrati gli ordini del giorno e successivamente vengono esaminati i singoli articoli con gli emen-damenti, prima della finanziaria e poi del bilancio. Seguono le votazioni degli ordini del giorno. Si procede con le dichiarazioni di voto, sempre abbinate per i due progetti di legge, ed infine si passa alle votazioni finali per appello nominale.

Quindi propongo al Presidente della prima Commissione, Collega Cecchetti, Relatore di entrambi i provvedimenti, di procedere con le relazioni.

Questa è la mia proposta, desidero però sentire il parere dell’aula.

La parola al Consigliere Cè sull’ordine dei lavori.

CE’ Alessandro

Presidente, con molta cortesia, poi a me può anche andar bene questa decisione presa da lei.

PRESIDENTE

La mia è una proposta.


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CE’ Alessandro

Questa sua proposta, effettivamente va votata. Però da un punto di vista delle decisioni che vengo-no prese e che sono state prese questa mattina e anche da un punto di vista del mantenimento degli ac-cordi presi, io credo che non sia il modo giusto di procedere.

Io non ho potuto essere presente questa mattina alla riunione dei Capigruppo per un ritardo di un’ora del treno che mi portava da Brescia a Milano, parleremo magari domani della grande efficienza del sistema trasportistico lombardo. Lei ci ha comunicato che tutti erano concordi, condividevano un determinato svolgimento di lavoro della giornata e io, da subito, le ho comunicato informalmente che ritenevo di impegnare poco tempo nella giornata di oggi, probabilmente sarebbe stato giusto sin dall’inizio decidere di impegnare maggiormente la giornata di oggi nella discussione e anche nel bi-lancio.

Però lei non può non tener conto del fatto che una volta che sono stati presi degli accordi potrebbe essere che qualche Consigliere che pure aveva il dovere di stare in quest’aula, ma sulla base anche del-le decisioni assunte dalla conferenza dei capigruppo prima della seduta abbia ritenuto magari di dedi-care una parte della sua giornata o della sua serata ad altri impegni, giusto? Potrebbe averlo fatto, io non l’ho fatto, posso star qui fino a mezzanotte.

Ahimé, ho assistito anche a fine seduta antimeridiana a un battibecco, se mi permette, se posso fare questo resoconto di quanto è avvenuto fuori dal verbale, fra lei e l’Assessore al bilancio, il quale si è lamentato della calendarizzazione dei lavori di oggi.

PRESIDENTE

Battibecco, questo termine non mi appartiene, se permette.

CE’ Alessandro

Chiamiamolo confronto dialettico abbastanza aspro, va bene così?

PRESIDENTE

Neanche quello mi piace.

CE’ Alessandro

Vuole un’altra definizione?


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PRESIDENTE

C’è stato uno scambio di opinioni molto chiaro.

CE’ Alessandro

Scambio elegante di idee.

PRESIDENTE

Mi piace questo.

CE’ Alessandro

Diciamo così. Mi sembra di capire oggi che non sulla base di richieste che sono venute dai capi-gruppo si è deciso di cambiare l’ordine del giorno dei lavori di oggi che era stato liberamente concor-dato questa mattina, ma intuisco che, sulla base di quel confronto dialettico che c’è stato oggi, lei ci propone un cambiamento dei nostri lavori. A me va bene, Presidente, ma io le dico, per il futuro evi-tiamo di cambiare in corso d’opera continuamente le decisioni dell’aula, cerchiamo di programmare adeguatamente i nostri lavori e nel caso della sessione di bilancio impegniamo per chi verrà nella pros-sima legislatura le nostre giornate in maniera piena, in modo tale che eventualmente finiamo prima.

Questo ravvedimento tardivo mi offende da un punto di vista della capacità programmatoria di que-sto Consiglio e come offende me credo che offenda altri Consiglieri.

PRESIDENTE

Se permette, Collega Cè, sono offeso anch’io per le illazioni assolutamente gratuite che lei sta fa-cendo, illazioni assolutamente gratuite quasi che ci fosse stata da parte dell’Assessore Colozzi una pressione perché io modificassi quello che stamattina avevamo ipotizzato.

Allora, andando per gradi, lo scambio di pareri che c’è stato con l’Assessore è stato assolutamente civile, non riguardava assolutamente il fatto di continuare i lavori questa sera. Le ricordo che il Consi-glio è convocato fino alle ore 24.00 di questa sera e quindi stamattina nessuno di noi poteva ipotizzare che alle ore 17.10 si sarebbe completata la trattazione degli argomenti che era stato ipotizzato di tratta-re nella giornata di quest’oggi. Quello che lei ha detto non appartiene alla realtà dei fatti, però richia-mo anche lei, che è Consigliere di quest’aula, a valutare se il compito di noi Consiglieri - siamo tutti Consiglieri, dal Presidente a tutti quelli che sono presenti in quest’aula - potrebbe considerarsi esaurito alle 17.10 di una delle due giornata convocate per la sessione forse più importante che si tiene durante l’anno che è appunto quella che riguarda il bilancio di previsione, quando il giorno successivo ci sono comunque due argomenti in trattazione, sui quali oggi è possibile immaginare sufficiente il tempo che


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avevamo ipotizzato, però potrebbe anche non essere sufficiente.

Questa mattina io non ho detto che avremmo finito i nostri lavori alle ore 17.00, 18.00, o alle 19.00, potenzialmente noi potevamo esaurire i tre argomenti alle 24.00 di quest’oggi, quindi coloro che han-no fatto dei programmi diversi l’hanno fatto per loro semplici valutazioni, non perché si sono riferiti a una previsione fatta dal Presidente, perché è vero che si era ipotizzato di trattare i primi tre punti all’ordine del giorno che abbiamo già esaurito, ma non si era fatta nessuna ipotesi di termine dei lavo-ri, quindi potenzialmente potevamo anche completare la giornata di quest’oggi con la seduta notturna, senza passare al progetto di legge n. 425 e al progetto di legge n. 427.

Per cui il supporto che lei Consigliere ha fatto alla sua tesi è del tutto singolare, ma non appartiene all’indirizzo che ha dato il Presidente sulla gestione del tempo tra oggi e domani, tant’è vero che se lei guarda la ripartizione dei tempi, che è a sua disposizione, vedrà è stata prevista una ipotesi di tempi di-stribuita sulle dodici ore oggi e sulle dodici ore domani. L’unica variante intervenuta rispetto a questa mattina è il fatto che, constatato che alle 17.10 abbiamo completato dopo due ore e mezza di lavoro quest’oggi i primi tre punti all’ordine del giorno, chiedevo all’aula - ma si tratta di una proposta - di u-tilizzare convenientemente almeno un paio delle sei o sette ore che avremmo ancora a disposizione nella seduta di quest’oggi, niente di più e niente di meno.

La parola al Consigliere Porcari.

PORCARI Carlo

Presidente, stamattina abbiamo fatto la conferenza dei capigruppo, io ho ascoltato, ero presente, abbiamo concordato un calendario per oggi e per domani, poi sono previste altre due sedute di Consi-gli regionali in convocazioni distinte per giovedì e per venerdì prossimo.

Devo dire abbiamo concordato anche di contingentare i tempi secondo il calendario che lei ha po-sto. Io l’ho intesa così, anche perché ho fatto una riunione durante l’intervallo e ho comunicato ai Consiglieri qual era il calendario che stamattina si era concordato, il calendario era: oggi si finiscono questi argomenti, domani ci sono gli argomenti che sono stati concordati, giovedì quegli altri, venerdì quegli altri.

Non abbiamo detto in quella sede che nel caso in cui finissimo prima un argomento si cominciava subito con l’altro, questo non si è detto. Nessuno lo impedisce, si può fare, però l’accordo era di tenere in giorni distinti queste discussioni.

Ora lei propone, e per me è una proposta più che legittima, di utilizzare una parte della giornata di oggi per cominciare ad anticipare la discussione di domani. E’ giusto comunque discuterne; per quanto riguarda il nostro Gruppo, ad esempio, siamo favorevoli eventualmente, essendo qui presente un certo numero di Consiglieri, a cominciare la presentazione dei due provvedimenti di domani, saremmo per cominciare domani il dibattito, questa è la proposta che mi sento di fare. Ma questa è una cosa che va concordata qui e non deve essere vista come una cosa necessaria, perché comunque il tempo che do-mani abbiamo previsto che prevede degli orari precisi sta dentro alla giornata di domani, quindi è inu-tile andare fino a mezzanotte stasera per andare a casa domani alle tre di pomeriggio, se bisogna arri-vare a mezzanotte ci arriviamo domani sera, tanto per chiarire.

PRESIDENTE

Be’, non ho capito...


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PORCARI Carlo

A questo punto è più ragionevole seguire il calendario previsto. Lei ha fatto una proposta, noi l’accogliamo, però anch’io voglio sottolineare che con i Capigruppo si è fatto un ragionamento che era quello di differenziare giorno per giorno i tempi e gli argomenti. Per quanto ci riguarda - lo ripeto e chiudo - siamo favorevoli, però se c’è l’accordo anche degli altri Gruppi, ad anticipare la presentazio-ne dei provvedimenti già questa sera.

PRESIDENTE

Consigliere Porcari, lei è d’accordo con me nel sostenere che chi ha programmato di utilizzare la parte pomeridiana di quest’oggi o la parte serale di quest’oggi lo ha fatto a proprio rischio e pericolo, perché nessuno ha detto che si sarebbero ultimati i lavori ad un orario come quello che poi si è verifi-cato.

Con l’assenso dell’aula continuiamo con l’esame abbinato - come concordato nella riunione dei Capigruppo - dei due progetti di legge nn. 425 e 427.

&A 13003

Progetto di legge n. 425 “Legge finanziaria 2010”, d’iniziativa del Presidente della Giunta regionale.


Abbinato a:

&A 13003

Progetto di legge n. 427 “Bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2010 e bilancio plu-riennale 2010/2012 a legislazione vigente e programmatico”, d’iniziativa del Presidente

della Giunta regionale.



PRESIDENTE

A norma dell’articolo 35 dello Statuto, invito il Consiglio a procedere alla discussione generale ab-binata dei progetti di legge n. 425 e n. 427 di cui all’oggetto, facendo presente che i medesimi sono stati esaminati dalla prima Commissione consiliare.

La parola al Consigliere Cecchetti, Relatore di entrambi i provvedimenti.


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CECCHETTI Fabrizio

Mi rimetto alla relazione scritta per quanto riguarda la finanziaria che verrà comunque riportata nel verbale, mentre esporrò la relazione relativa al bilancio.

Cari Colleghi, la manovra di bilancio per il 2010 si colloca al termine della VIII legislatura ed è stata predisposta in una fase congiunturale particolarmente difficile, in cui la grave crisi economico-finanziaria esplosa alla fine del 2008 sta dispiegando i propri effetti in tutti i settori dell’economia pro-vocando serie difficoltà a famiglie ed imprese.

Sotto il profilo internazionale, dopo la forte flessione registrata nei primi tre mesi dell’anno 2009, la recessione mondiale è andata attenuandosi.

La caduta dell’attività industriale ha subito un rallentamento in Europa e negli Stati Uniti, ma è l’Asia, con la Cina in testa, che sta mostrando i segni di ripresa più evidenti portando l’attività econo-mica verso ritmi di espansione.

Tuttavia questi andamenti non appaiono ancora in grado di evidenziare una prospettiva di rapida ri-presa.

Le recenti dinamiche produttive appaiono infatti legate in parte al ciclo delle scorte e in parte alle azioni di sostegno fiscale dei governi, mentre le componenti autonome della spesa interna non mostra-no ancora un incremento apprezzabile.

Le più recenti stime rivedono a rialzo le prospettive sull’andamento dell’economia dell’Unione Eu-ropea, dell’Italia e della Regione Lombardia rispetto alle precedenti previsioni.

Per quanto concerne l’economia nazionale le previsioni della Commissione Europea evidenziano un lieve recupero nel 2009 grazie soprattutto agli incentivi fiscali che hanno favorito l’acquisto di beni durevoli ed una ripresa dei consumi privati.

Tali prospettive, sulle quali pesa comunque l’elevato debito pubblico italiano, fanno prevedere un calo del Pil nazionale del 4,7% per il 2009 mentre la ripresa per il 2010 e per il 2011 porterà ad una crescita del Pil rispettivamente pari allo 0,7% e dell’1,4% (le precedenti stime provvisorie di settembre evidenziavano un calo pari al 5% per il 2009, ed una dello 0,1% per il 2010).

Anche sul fronte delle previsioni dell’economia lombarda viene confermato un miglioramento ri-spetto alle precedenti stime estive.

Le stime realizzate da Unioncamere Lombardia e Prometeia, aggiornate al 27 ottobre, evidenziano un rallentamento per il 2009 meno marcato rispetto all’economia nazionale ed una ripresa più rapida per il 2010.

Nello specifico le previsioni ipotizzano una caduta del Pil lombardo pari al 4,5% per il 2009 segui-ta da una ripresa nel 2010 dello 0,8% e nel 2011 dell’1,4% -le precedenti stime evidenziavano una ca-duta del 5,3% per il 2009 ed una crescita rispettivamente dello 0,6% nel 2010 e dell’ 1,4% nel 2011.

Ciò detto, prima di passare ad una rapida esposizione dei “numeri” di bilancio, è utile ricordare quello che costituisce il “vincolo” fondamentale del bilancio regionale, ossia la normativa sul Patto di stabilità interno con cui gli enti territoriali concorrono alla tutela degli equilibri di finanza pubblica, mediante il rispetto degli obiettivi finanziari fissati dallo Stato in relazione alle spese finali di ciascun ente.

Il riferimento per l’obiettivo di spesa 2010 per le Regioni era già contenuto nel D.L. 112/2008 con-vertito in L. 133/2008, che aveva definito le regole del Patto per il triennio 2009-2011. Tali regole non sono state modificate e prevedono che:

“.. il complesso delle spese finali di ciascuna regione a statuto ordinario…per gli anni 2010 e 2011 non può essere rispettivamente superiore al complesso delle corrispondenti spese finali dell’anno pre-cedente,…., aumentato dell’1,0% per l’anno 2010 e diminuito dello 0,9% per l’anno 2011”.


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Il complesso delle spese finali è determinato dalla somma delle spese correnti ed in conto capitale, al netto delle seguenti voci di spesa:

- spese per la sanità, cui si applica la specifica disciplina di settore;

- spese per la concessione di crediti;

- spese per il rinnovo contratto del settore trasporto pubblico locale;

- quote UE di cofinanziamento per la programmazione comunitaria (corrente e in conto capitale);

- maggiori spese correnti accordo ammortizzatori-sociali (assi adattabilità e occupabilità) esclusa quota europea (per gli anni 2009 e 2010) (art. 7-ter comma 18 e 19 L. 33/09).

Le spese finali sono determinate sia in termini di competenza sia in termini di cassa. Per l’esercizio 2010 gli obiettivi risultano essere i seguenti:

a livello complessivo:

- obiettivo programmatico per l’anno 2009 4.486,5

- incremento +1% 44,9


con riferimento alle sole risorse autonome:


- incremento +1% 27,3


Le sanzioni per il mancato rispetto del patto di stabilità interno sono:

- l’impossibilità ad impegnare spese correnti, al netto delle spese sanitarie, in misura superiore all’importo minimo del triennio precedente;

- l’impossibilità a contrarre debiti per gli investimenti. Infatti, i mutui e i prestiti obbligazionari posti in essere con istituzioni creditizie e finanziarie per il finanziamento degli investimenti devono essere corredati da apposite attestazioni da cui risulti il conseguimento degli obiettivi del Patto di Stabilità Interno per l’anno precedente;

- divieto di procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo, con qualsivoglia tipologia contrattuale, ivi compresi i rapporti di collaborazione continuata e continuativa e di sommini-strazione, e divieto di stipulare contratti di servizio con soggetti privati che si configurino come elusivi della presente disposizione;

- mancata erogazione della quota del 3% del finanziamento per il Servizio Sanitario Regionale condizionata alla verifica degli adempimenti regionali.

E’ opportuno sottolineare che l’incremento dell’1% previsto dal patto rispetto all’obiettivo pro-grammatico 2009, se da un lato può rappresentare una opportunità dal lato della spesa, dall’altro in al-cuni casi è assorbito dalla necessità di copertura dell’indicizzazione prevista per alcune particolari voci di spesa (es. i contratti del Trasporto Pubblico Locale).

Va ricordato che Regione Lombardia ha sempre rispettato il patto di stabilità, contribuendo così al-la salvaguardia degli equilibri di finanza pubblica.

A questo fine la Regione ha implementato un sistema di monitoraggio che permette il controllo del-la spesa rilevante ai fini del Patto.


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Tale sistema garantisce il raggiungimento di un duplice obiettivo: il rispetto dei vincoli di finanza pubblica e la massimizzazione dell’utilizzo delle risorse finanziarie a disposizione, onde evitare di la-sciare margini inutilizzati.

Benché l’esercizio finanziario corrente non sia ancora terminato, il costante controllo dell’utilizzo delle risorse garantirà il rispetto dell’obiettivo programmatico anche per il 2009.

Sotto il profilo delle entrate, il Bilancio di competenza per l’esercizio finanziario 2010 vede entrate per circa 40 miliardi di euro, di cui:

- circa 22 miliardi di euro, entrate derivanti da tributi propri della regione, dal gettito di tributi erariali o di quote ad esso devolute alla regione;

- circa 492 milioni di euro, entrate derivanti da contributi e trasferimenti di parte corrente dall’Unione Europea, dello Stato e di altri soggetti;

- circa 130 milioni di euro, entrate extratributarie;

- circa 566 milioni di euro, entrate derivanti da alienazioni, da trasformazioni di capitale, da ri-scossioni di crediti ecc.;

- circa 3,6 miliardi di euro, entrate da mutui, prestiti ed altre operazioni creditizie;

- circa 13,1 miliardi di euro contabilità speciali.

Per il 2010 le entrate sono così ripartite:

- 22,3 miliardi di euro sono le risorse autonome, che comprendono:

circa 16,3 miliardi destinati al finanziamento del Servizio sanitario regionale per il quale è pre-visto, a livello di sistema, il pareggio economico-finanziario;

3,5 miliardi che Regione Lombardia riversa, dal lato della spesa, al fondo di solidarietà nazio-nale;

2,4 miliardi di risorse autonome liberamente destinabili.

- circa 2,5 miliardi di euro quale previsione di risorse da ricorso al mercato a copertura del disa-vanzo (da anni precedenti e da esercizio in corso).

Per quanto concerne le spese correnti, considerate al netto della spesa sanitaria (16,3 miliardi circa) e del fondo di solidarietà (3,5 miliardi), oltre che degli oneri per rimborso prestiti, sono pari comples-sivamente a 2,1 miliardi di euro.

Le spese di investimento complessive sono invece pari a 875,8 milioni, di cui:

- 116,2 milioni di investimenti a favore dei privati, e perciò finanziabili solo con il risparmio pubblico e con le entrate in conto capitale;

- 759,6 milioni di investimenti da coprire con la previsione di indebitamento.

Le entrate autonome complessivamente iscritte nel bilancio 2010-2012 sono:

in milioni di euro 2010 2011 2012

Entrate autonome 22.303,6 22.439,0 22.485,9

Mutui 2.559,6 692,2 735,6

TOTALE ENTRATE 24.863,2 23.131,2 23.221,5


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La manovra regionale precedentemente descritta restituisce il seguente quadro complessivo delle spese per il 2010:

QUADRO GENERALE DELLE SPESE 2010 in milioni di euro

Spesa regionale autonoma

spese correnti 21.942,0

spese di investimento 875,8

investimenti anni precedenti 1.800,0

Rimborso prestiti 245,4

TOTALE SPESE 24.863,2

In particolare, la bontà della politica di razionalizzazione della spesa corrente intrapresa in questi anni è dimostrata dall’elevata efficienza gestionale raggiunta, come evidenziano i dati relativi a due specifici indicatori sul personale, la cui spesa, come è noto, è una componente fondamentale delle spe-se correnti.

Passiamo ora ad alcune considerazioni sulle caratteristiche della manovra regionale di bilancio per il 2010.

Considerato il volume delle entrate di competenza il quadro sarebbe dovuto essere sostanzialmente analogo a quello del 2009 ma l’accentuarsi di situazioni di crisi ha richiesto una maggiore incisività al-le politiche di intervento regionali.

Al fine di liberare nuove risorse, l’attenzione si è dunque concentrata ancor più che in passato sulla razionalizzazione della spesa.

Questo, proprio al fine di “liberare” risorse finanziarie da destinare agli interventi ritenuti prioritari ai fini della ripresa economica, con particolare attenzione a quelli a sostegno di imprese e famiglie.

La razionalizzazione ha riguardato sia la spesa di funzionamento sia una più attenta programma-zione delle risorse per interventi, sulla base delle priorità e della effettiva spendibilità delle risorse.

La complessità e la mutevolezza dell’attuale situazione economica e sociale rendono infatti fonda-mentale dotarsi di strumenti in grado, ancor più velocemente che in passato, di rispondere alle necessi-tà che si manifestano nei vari ambiti, dalle politiche per la competitività ed il welfare, a quelle per lo sviluppo del territorio.

Un ulteriore elemento di criticità, di cui si è dovuto tener conto, è stato l’annunciato taglio da parte dello Stato dei trasferimenti del fondo di protezione civile (circa 12 milioni per Regione Lombardia), che negli ultimi anni aveva consentito alle Regioni di finanziare interventi, attrezzature e servizi di fondamentale importanza nell’ambito della protezione civile. Regione Lombardia nella predisposizio-ne del bilancio 2010 compie quindi un ulteriore sforzo sopperendo con proprie risorse a tali impegni, e garantendo così quella continuità richiesta alle politiche di protezione civile da parte del territorio.

La riqualificazione della spesa è riscontrabile anche nel dato del risparmio pubblico, la cui previ-sione si attesta a 57,3 milioni di euro facendo registrare un incremento di circa 8 milioni rispetto al 2009. Il dato testimonia chiaramente la volontà di liberare sempre più quelle risorse che, insieme alle entrate in capitale (59,8 milioni), consentono alla Regione di finanziare gli investimenti a favore dei privati (116,2 milioni).

Più in generale, il raggiungimento degli obiettivi perseguiti con la manovra 2010 è testimoniato da-gli stanziamenti complessivi per gli investimenti che raggiungono gli 876 milioni complessivi, di cui 624 milioni costituiti dai nuovi investimenti.


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Questa scelta di rilancio degli investimenti acquista una valenza ancor più rilevante in questa fase di stagnazione generale dell’economia, in cui l’intervento pubblico può essere fondamentale per fare da “volano” alla ripresa economica.

Un ulteriore elemento che caratterizza il nuovo bilancio è costituito dalle risorse stanziate sul trien-nio 2010-2012 a copertura degli investimenti per “EXPO 2015”, quale contributo che Regione Lom-bardia garantisce (insieme a Stato, Provincia, Comune e la Camera di Commercio, Industria, Artigia-nato e Agricoltura di Milano), per la preparazione e la realizzazione dell’evento, in adempimento agli obblighi internazionali assunti con il BIE (Bureau International des Expositions).

Anche quest’anno si conferma poi la grande attenzione che Regione Lombardia ha sempre rivolto agli equilibri di bilancio ed al rispetto del Patto di stabilità interno, e che nel corso degli anni le hanno consentito di ottenere, da parte delle agenzie di rating, i migliori giudizi con riferimento all’affidabilità finanziaria ed alla prudenzialità nella gestione del debito.

A fronte infatti delle maggiori risorse stanziate per gli investimenti, è previsto un contenimento del costo del debito; la scelta si pone in continuità con la politica del debito condotta negli ultimi anni, e che dal 2006 ha consentito a Regione Lombardia di non contrarre ulteriore indebitamento.

Il rigore adottato nella gestione finanziaria è testimoniato anche dalla velocizzazione dei tempi di pagamento, divenuta recentemente uno specifico obiettivo della Giunta, che intende così garantire in modo standardizzato ai propri fornitori il pagamento dei beni e servizi entro 60 giorni dalla data di ri-cevimento delle fatture.

Questa modalità di azione, estesa anche a tutti i soggetti del Sistema Regionale (SIREG) rappresen-ta, specialmente in questa fase, un ulteriore contributo della Regione per rimettere in moto il sistema economico.

Per quanto riguarda il Sistema Sanitario il percorso di accelerazione già in atto dal 2007 ha visto il raggiungimento di un traguardo molto ambizioso, rispetto al panorama nazionale, e cioè quello di por-tare i tempi di pagamento per ciascuna azienda agli attuali 90 giorni effettivi, con l’obiettivo implicito di mantenere tale risultato anche per gli anni futuri.

In ultimo credo che in questa sede sia importante spendere alcune parole sul nuovo patto di stabilità territoriale lombardo, fortemente voluto dalla Regione e dagli Enti locali lombardi e che già da quest’anno serve per dare una prima risposta ai comuni in attesa di un vero federalismo fiscale che possa finalmente superare le logiche inique che caratterizzano la finanza pubblica.

Il Patto di stabilità territoriale lombardo, va quindi nell’ottica del federalismo fiscale superando l’applicazione dei parametri su scala locale ma applicandoli su di un area più vasta.

La Regione avrà una funzione di “compensazione e coordinamento”: da un lato garantirà il rispetto degli obiettivi del Patto di Stabilità Interno, dall’altro darà la possibilità ai comuni virtuosi di poter spendere in nuovi investimenti per migliorare i servizi sul territorio, privilegiando gli interventi coe-renti alle politiche regionali.

Questa norma ha consentito, già quest’anno, di sbloccare circa 40 milioni di euro di pagamenti alle imprese da parte delle amministrazioni pubbliche. In un momento di crisi e di difficoltà nella distribu-zione del credito, è un segnale importante e ci auguriamo che tale impegno venga ribadito anche nel corso del 2010, magari incrementando il plafond al fine di consentire una maggiore capacità dei co-muni di far fronte alle esigenze dei cittadini Lombardi.

Certo questo è solo un segnale, ma importante, poiché conferma la volontà di Regione Lombardia di voler essere vicina alle esigenze della sua gente.

Esigenze, quelle dei lombardi, che potranno trovare piena soddisfazione solo con l’attuazione di un vero federalismo fiscale che vedrà, non solo la Regione, ma l’intero territorio lombardo, come prota-gonista.

Premiare gli enti virtuosi, eliminare gli sprechi, migliorare l’efficienza della pubblica amministra-zione per non gravare sui bilanci di imprese e famiglie, ma anzi poter avere più risorse per il nostro


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territorio, questo lo scopo del federalismo fiscale che dovrà scaturire nei fatti dai decreti attuativi del Governo.

Con il patto di stabilità territoriale la Lombardia ha mandato un importante messaggio politico non solo agli enti locali preoccupati da un nuovo, possibile e non auspicabile, centralismo regionale, ma all’intero Paese.

La Lombardia è pronta al federalismo, lo dimostra con i fatti. Ora tocca al Governo. A quando i de-creti attuativi? I nostri comuni, la nostra gente, ha bisogno del federalismo fiscale, non può più aspet-tare!!

(Per la relazione al progetto di legge n. 425 si veda in allegato)

PRESIDENTE

Penso di avere interpretato, nonostante le mie aspettative, la volontà dell’aula, concludiamo sulla relazione dei progetti di legge n. 425 e n. 427 i lavori della giornata di quest’oggi. Domani riprende-remo i nostri lavori con la discussione generale abbinata sui due progetti che ho elencato, con lo sche-ma di trattazione che ho già illustrato precedentemente.

Annunzio di interrogazioni, di interpellanze e di mozioni

PRESIDENTE

Comunico le interrogazioni, le interpellanze e le mozioni pervenute in questi giorni alla Presidenza.

Interrogazioni:

n. 2509, in data 26 novembre 2009, a firma del Consigliere Zamponi, concernente le azioni che la Giunta intende adottare per le lettere inviate ai medici di medicina generale e di pediatria dai respon-sabili delle ASL milanesi per l’assistenza ai pazienti affetti dal virus AH1N1 (viene richiesta risposta scritta);

n. 2510, in data 26 novembre 2009, a firma del Consigliere Cipriano, concernente le decisioni as-sunte per la realizzazione della fermata ferroviaria San Giuliano Milanese (viene richiesta risposta scritta);

n. 2511, in data 1 dicembre 2009, a firma del Consigliere Agostinelli, concernente l’acquisizione di informazioni e documenti relativi al procedimento disciplinare a carico di un dipendente della Giunta regionale (viene richiesta risposta scritta).

Interpellanze:

n. 5231, in data 1 dicembre 2009, a firma del Consigliere Cecchetti, concernente le soluzioni tecni-che meno impattanti sull’ambiente e il territorio interessato dal progetto di potenziamento della tratta ferroviaria Rho-Arona (viene richiesta risposta scritta).

Mozioni:

n. 0352, in data 26 novembre 2009, a firma dei Consiglieri Cè, Fabrizio, Zamponi e Monguzzi,


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concernente gli obiettivi e le linee di indirizzo per la riforma del sistema sanitario lombardo;

n. 0353, in data 26 novembre 2009, a firma dei Consiglieri Spreafico, Porcari, Mirabelli, Tosi, Sar-fatti, Oriani, Concordati, Valmaggi, Benigni, Civati, Gaffuri, Prina, Adamoli, Fabrizio, Guindani, Squassina Arturo, Cipriano, Muhlbauer, Zamponi, Squassina Osvaldo, Storti e Saponaro, di censura nei confronti dell’Assessore regionale all’industria, piccola e media impresa e cooperazione.

(I relativi testo sono riportati in allegato al verbale della seduta odierna)

PRESIDENTE

Ricordo che il Consiglio è convocato per domani, mercoledì 16 dicembre 2009 alle ore 10,30.

Dichiaro chiusa la seduta.

(La seduta termina alle ore 17.28)


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ALLEGATI

Interrogazioni annunziate

«Il sottoscritto Consigliere regionale

premesso che

con una lettera inviata ai medici di medicina generale e ai pediatri di famiglia avente ad oggetto “pandemia influenzale da virus A H1 N1: invito alla collaborazione” il Direttore Generale dell’ASL Milano in considerazione del modificarsi della situazione epidemiologica e dell’aumentare di casi di sindrome influenzale, presumibilmente dovuti in larghissima maggioranza a virus AH1N1, in data 3 novembre 2009, dopo aver reputato necessario ai fini di una limitazione della diffusione virale sia u-n’ampia adesione alla campagna vaccinale che l’incoraggiamento alla vaccinazione da parte del medi-co di fiducia, provvedeva da un lato a mettere gli stessi al corrente di un rinforzo del servizio di Conti-nuità Assistenziale in virtù sia della garanzia di un maggior numero di postazioni di risposta telefonica durante le giornate di sabato e domenica che di una maggiore presenza di medici di continuità assi-stenziale sul territorio e dall’altro a sollecitare i medici di famiglia affinché per il ruolo di primo con-tatto con l’ammalato e di fiducia da loro rivestito focalizzassero il momento in cui la situazione clinica avesse richiesto una cura più approfondita anche attraverso lo strumento del contatto telefonico, fon-damentale per il benessere psicofisico del paziente;

premesso inoltre che

in tale lettera la ASL Milano invitava tutti i medici a collaborare con particolare impegno cercando di facilitare il contatto, almeno telefonico, degli assistiti anche oltre l’abituale disponibilità nonché nei giorni festivi ed eventualmente anche attraverso un più ampio ricorso alla visita domiciliare, ove rite-nuta opportuna, permettendo quindi in tal modo da un lato di fornire una risposta agli effettivi bisogni degli assistiti e dall’altro la possibilità per le strutture di Pronto Soccorso ospedaliero di dedicarsi ai casi effettivamente più gravi e meritevoli di ricovero;

atteso che

la citata lettera così chiudeva: “in relazione all’emergenza pandemica in atto ed in analogia a quan-to previsto per i pazienti fragili durante l’Emergenza Caldo, tutti i medici di famiglia sono autorizzati ad effettuare di sabato e di domenica accessi domiciliari estemporanei (ex ADEM) per i pazienti che a loro giudizio, lo necessitino, rendicontandoli successivamente al Distretto per la retribuzione, equipa-rata per l’accesso ADP”;

atteso infine che

in data 4 novembre 2009, da parte di un responsabile medico di un distretto dell’ASL di Milano veniva inviata la seguente comunicazione: “la presente solo come promemoria, in quanto sentiti alcuni colleghi non risulta sufficientemente chiaro che il giorno 10 novembre 2009 alle ore 14,00 presso aula didattica H. Bassini si terrà la riunione sul PTD ipertensione che è contemplata nell’Accordo Azienda-le-MM6 sottoscritto nel mese di ottobre. Ogni firmatario del contratto deve essere presente. Chi non risulta presente alla riunione suddetta viene meno all’obbligo assunto e non potrà essere liquidato per i compensi contrattuali”;

interroga il Presidente della Giunta regionale Roberto Formigoni, la Giunta regionale lombarda e l’Assessore regionale alla Sanità Luciano Bresciani per conoscere:

quali siano le azioni, le misure e i provvedimenti che a fronte della situazione sopra descritta inten-dano assumere ed adottare».

(2509) Zamponi


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«Premesso che

in un quadro di organizzazione del sistema regionale di mobilità, l’implementazione del sistema ferroviario rappresenta una priorità dalla quale non si può prescindere, che la rete ferroviaria deve raf-forzare il suo ruolo di sistema portante favorendo una progressiva integrazione tra lunga percorrenza, mobilità suburbana, accessibilità alle aree di sosta e ai vettori di trasporto su strada;

sottolineato che

la fermata ferroviaria di San Giuliano Milanese - via Tolstoj risponde alle esigenze di mobilità in costante aumento dell’area Sud Est della Provincia di Milano e che in assenza di tale infrastruttura non si potranno realizzare le previste opere di collegamento destinate all’interscambio per automezzi pub-blici e privati;

evidenziato che

inadempienze istituzionali stanno surrettiziamente modificando l’accordo di programma per la rea-lizzazione della stazione di via Tolstoj - sottoscritto tra il Comune di San Giuliano Milanese, la Regio-ne Lombardia, la Provincia di Milano, le FF.SS. ed altri enti, che tale accordo prevede un impegno di spesa di circa 3.750.000 € a carico del Comune per la realizzazione della fermata ferroviaria di Via Tolstoj e che i fondi rimarrano a disposizione per la realizzazione della struttura ferroviaria fino a feb-braio 2010, data oltre il quale i fondi potranno essere impegnati dalla Provincia di Milano per realizza-re opere stradali di sua competenza;

precisato che

la realizzazione della fermata Tolstoj a San Giuliano Milanese è prevista all’interno dell’Accordo di Programma per la realizzazione della Tangenziale Est Esterna siglato dalla Regione Lombardia il 5 novembre 2007;

si chiede:

- se la Giunta intenda confermare gli impegni sottoscritti per la realizzazione della fermata fer-roviaria a San Giuliano Milanese,

- quando è previsto l’inizio dei lavori, date le scadenze legate al finanziamento dell’opera,

- nel caso non si ritenesse più valida la realizzazione di tale fermata quali ne sono le motivazioni e le iniziative alternative previste».

(2510) Cipriano

«Il sottoscritto Consigliere regionale

«Premesso che:

sono venuto a conoscenza di un procedimento disciplinare a carico del dipendente della Giunta re-gionale dottor Enrico De Alessandri, avviato con contestazione di addebito che risale al 19 maggio di quest’anno;

il lavoratore, come previsto dal CCNL del comparto Regioni-Autonomie Locali, ha risposto am-piamente e in modo ineccepibile alle contestazioni a suo carico, facendo emergere in tal modo l’assoluta infondatezza degli addebiti;

considerato che

il Dirigente responsabile del procedimento disciplinare non ha tenuto in alcun conto le fondatissime motivazioni che il dottor Enrico De Alessandri ha addotto a propria discolpa;

considerato inoltre che

il Dirigente responsabile del procedimento in data 18 settembre del 2009 ha comunicato al dottor


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Enrico De Alessandri l’intenzione di procedere con l’irrogazione di una specifica sanzione, a meno che il dipendente non si dichiarasse responsabile degli addebiti e consentisse - con il proprio consenso - conseguentemente di procedere con la sanzione, quantunque ridotta secondo quanto previstole dall’art. 55, comma 6 del d.lgs. 165/2001;

valutato che:

il dottor Enrico De Alessandri si è legittimamente rifiutato di riconoscersi responsabile di aver con-travvenuto “all’obbligo generale di diligenza”, con la pubblicazione di un articolo dal titolo “Comu-nione e liberazione: assalto al potere in Lombardia” e di aver, addirittura, con lo stesso articolo prodot-to “notizie aventi natura denigratoria del suo datore di lavoro Regione Lombardia, con oggettivo di-scredito alla credibilità dell’amministrazione regionale, del suo Presidente e dei suoi singoli Ammini-stratori”;

a seguito di tale rifiuto, al dottor Enrico De Alessandri è stata comminata la pesantissima e infa-mante sanzione della sospensione dal lavoro e dallo stipendio per un mese a partire dal 16 novembre 2009 fino al 16 dicembre 2009 compreso;

costatato che:

dalla vicenda emerge chiaramente un gravissimo intento persecutorio nei confronti del dottor Enri-co De Alessandri;

tale intento persecutorio è rintracciabile anche in precedenti atti della Giunta, in particolare con i provvedimenti che a suo tempo portarono alla immotivata soppressione del CRE (Centro Regionale Emoderivati), la cui direzione era stata affidata al dottor Enrico De Alessandri;

la sanzione disciplinare inflitta, oltre ad essere infondata dal punto di vista normativo, appare addi-rittura abnorme dal punto di vista politico, dato che emergerebbe dalla vicenda una totale identifica-zione tra un movimento privato come Comunione e Liberazione e l’Ente pubblico Regione. Ente a cui, con l’elezione del Presidente e dell’assemblea consiliare, l’insieme dei cittadini hanno affidato il com-pito di amministrare, nel rispetto dei principi costituzionali di buon andamento e imparzialità;

interroga la Giunta regionale per sapere:

- se è a conoscenza della vicenda sopra riportata;

- in caso affermativo di inviare all’interrogante tempestivamente tutta la documentazione relati-va al caso sopra esposto;

- se non ritiene, come pare evidente, che il Dirigente dottor Michele Camisasca abbia posto in atto provvedimenti viziati da pregiudizio e accecamento ideologico nonché, in considerazione della totale infondatezza, da intenti persecutori che evidenziano un irresponsabile eccesso di potere;

- se non ritiene, infine, in presenza di tutte le considerazioni sopra esposte, di sospendere imme-diatamente l’azione in atto contro il dottor Enrico De Alessandri, con l’integrazione da subito nell’attività lavorativa e nella relativa retribuzione».

(2511) Agostinelli

Interpellanze annunziate

«Il sottoscritto Fabrizio Cecchetti in qualità di Consigliere regionale

premesso che:

- in data 21 dicembre 2001, con delibera n. 121, il CIPE nell’ambito del “Corridoio plurimodale


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padano” ha approvato il potenziamento della tratta Gallarate - Rho riconducibile alle infrastrutture re-lative all’accessibilità di Malpensa;

- in data 19 giugno 2003 la proponente RFI SpA ha dato il via all’iter approvativi dell’opera me-diante deposito presso gli Enti Istituzionali del progetto preliminare e dello Studio di Impatto Ambien-tale con relativa pubblicazione ai fini della valutazione;

- in data 25 maggio 2005, con delibera n. 65 il CIPE ha approvato il progetto preliminare con prescrizioni. Il progetto prevedeva la realizzazione di un terzo binario in affiancamento a quelli esi-stenti nella tra Gallarate e Busto, mentre nella tratta Parabiago- Vanzago la “ricollocazione di tutti e tre i binari e quindi la ridefinizione del tracciato dell’intero complesso di binari”. Si evidenziava che sotto l’aspetto tecnico procedurale la medesima delibera riportava che “la scelta di realizzare un terzo binario piuttosto che un quadriplicamento della linea è dettata da vincoli imposti dal fitto contesto ur-banistico di riferimento e che la capacità assicurata dai tre binari è comunque sufficiente...al modello trasportistico richiesto”;

- in data 26 marzo 2007 il potenziamento della succitata tratta è stato inserito nel Protocollo d’in-tesa “accessibilità di Malpensa” stipulato tra Ministero delle Infrastrutture, Regione Lombardia, Pro-vincia di Varese RFI SpA e ANAS e con DPCM del 22 ottobre 2008 è stato incluso nell’elenco delle opere connesse ad EXPO 2015;

- in data 7 agosto 2009 Italfer in nome e per conto di RFI SpA ha depositato, presso Regione Lombardia, il progetto definitivo del “Potenziamento della linea Rho-Arona, tratta Rho-Gallarate” che invece prevede il quadruplicamento dei binari tra Rho e Parabiago e il triplicamento tra Parabiago e Gallarate;

- in data 7 ottobre 2009 con delibera 10273 si esprimeva parere favorevole su progetto definitivo;

considerato che:

- la maggior parte delle amministrazioni comunali sul progetto definitivo hanno dato parere favo-revole condizionato (Nerviano, Parabiago, Rho e Castellana) o con richieste di modifiche e prescrizio-ni (Canegrate e Legnano) se non parere contrario (Vanzago);

preso atto che:

- sono stati auditi in data 11 novembre 2009 i sindaci dei Comuni di Canegrate, Legnano, Ner-viano, Parabiago, Pogliano Mil., Pregnanza Mil, Rho e Vanzago dalla V Commissione Territorio di Regione Lombardia i quali hanno espresso forti perplessità sul progetto se non in alcuni casi completo disaccordo (Vanzago);

- sono stati ricevuti in audizione durante più sedute nel mese di novembre, sempre dalla V Com-missione, i comitati civici e di cittadini dei comuni interessati, i quali hanno espresso parere contrario rispetto all’intervento in oggetto;

interpella l’Assessore alle Infrastrutture e Mobilità Raffaele Cattaneo affinché attivi tutte le misure e gli strumenti a sua disposizione per:

- supportare le richieste dei cittadini e dei comitati per quanto possibile;

- assicurare la realizzazione di barriere antirumore meno impattanti ed invasive sul territorio;

- far si che si adottino soluzioni che diminuiscano l’ingombro dei nuovi binari diminuendo in tal modo l’impatto della nuova infrastruttura su un area già fortemente urbanizzata

- solleciti RFI ad esproriare a valore di mercato o comunque a valori che permettano ai danneg-giati di poter acquistare nuove case senza ulteriori aggravi di spesa, e preveda un risarcimento anche per coloro che subiranno conseguenti diminuzione di valore immobiliari in quanto dan-neggiati da eventuali barriere architettoniche».

(5231) Cecchetti


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Mozioni annunziate

«Il Consiglio regionale della Lombardia

premesso che:

fin dal 1997 la Regione Lombardia ha adottato, con la lr n. 31, un proprio modello di organizzazio-ne sanitaria, per molti versi atipico rispetto a quello delineato in via generale dal d.lgs. n. 502 del 1992, e successive modificazioni, contraddistinto sia dallo scorporo delle attività di erogazione dalle attività di programmazione acquisto controllo, sia dalla realizzazione di un modello di libero mercato, fondato sull’apertura agli erogatori privati al sistema dell’offerta e sulla concorrenza tra i diversi ero-gatori;

nei primi anni successivi. alla sua definizione, il sistema sanitario lombardo ha conosciuto una fase di assestamento, resa necessaria innanzitutto dall’esigenza di introdurre nuovi strumenti di governo ri-spetto ad un modello sostanzialmente di “libero mercato” (quello introdotto nel 1997) che, nel corso del tempo, con l’ingresso nel mercato di un numero crescente di erogatori, l’affermazione di nuovi bi-sogni sanitari (e la conseguente differenziazione della domanda di prestazioni), l’emersione di nuove tecnologie mediche, ha mostrato diffuse criticità di funzionamento;

dal 2003 ad oggi Regione Lombardia ha conseguito significativi miglioramenti sotto il profilo del-l’efficienza del sistema sanitario, qualificandosi tra le Regioni più virtuose per standard di spesa e ri-spetto dei vincoli di bilancio. Permangono tuttavia significative aree di criticità, nonché settori non an-cora adeguatamente sviluppati, quali la psichiatria, la prevenzione, l’epidemiologia, la riabilitazione, l’integrazione ospedale-territorio;

considerato che:

le principali aree di criticità dell’attuale sistema sanitario lombardo riguardano, in particolare, i se-guenti settori di attività.

a) L’epidemiologia

Nell’attuale assetto organizzativo, la Regione è priva di strumenti in grado di riequilibrare l’offerta sulla base delle mutevoli esigenze provenienti dalla domanda e dai bisogni, che trovano un fondamen-tale parametro di misurazione negli indicatori epidemiologici. Nella lr n. 31/97 vigente non sono pre-senti strumenti di raccordo atti a garantire un coordinamento sistematico tra i diversi soggetti e livelli decisionali coinvolti nell’attività programmatica. Tale lacuna del sistema rende assolutamente proble-matica e difficoltosa la programmazione integrata degli obiettivi e delle attività soprattutto in quei set-tori - come le medie ed alte specialità, la ricerca, la formazione, ecc. - che per il loro rilievo sovra-aziendale necessariamente richiedono un livello di intervento a livello interaziendale o regionale.

In particolare, si segnala la mancanza di una preliminare analisi epidemiologica (trasmessa alle competenti istituzioni come Relazione annuale sullo stato di salute della popolazione) tale da consenti-re alle aziende sanitarie locali di elaborare nuovi e più efficaci strumenti programmatici di riequilibrio dell’offerta. L’importanza dell’epidemiologia descrittiva come strumento propedeutico ad una più ef-ficace programmazione dei servizi sul territorio è ormai ampiamente riconosciuta a livello scientifico, in rapporto sia all’obiettivo dell’implementazione dell’appropriatezza dei servizi, sia al problema dei costi del sistema.

b) La ristrutturazione della rete territoriale

La rete lombarda delle strutture assistenziali appare ancora oggi in larga misura fondata su un crite-rio politico-amministrativo di articolazione delle strutture, che, pur trovando il proprio fondamento nella nostra tradizionale struttura amministrativa sanitaria, appare inadeguata ad un’efficiente organiz-zazione delle realtà erogative e dei relativi servizi. La complessità della domanda di prestazioni sanita-rie espressa dai cittadini, unita alla crescente differenziazione delle unità di offerta (tratto, questo, che è indubbiamente emblematico della realtà lombarda), impone infatti di ripensare i rapporti interni tra le strutture, al fine di favorirne la specializzazione in diversi settori di attività-livelli di cura, e quindi


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offrire al cittadino un sistema assistenziale ben strutturato e di agevole accesso.

c) Il riequilibrio nei rapporti pubblico-privato

Tra i principi chiave che la lr n. 31 del 1997 pone a capo del sistema sanitario lombardo compare sicuramente il principio della parità pubblico-privato, su cui si fonda lo stesso criterio della libertà di scelta del cittadino utente. Tale principio della parità pubblico-privato, se non opportunamente tradotto e contestualizzato, rischia tuttavia di trasformarsi in una mera statuizione di principio priva di concrete applicazioni: da un lato, infatti, il pubblico continua ad operare in un regime di monopolio; dall’altro lato, i dati relativi all’attività dei privati appaiono spesso disomogenei. L’esigenza di perseguire l’obiettivo prioritario della promozione di una reale concorrenzialità di sistema tra il settore pubblico e quello privato non ha consentito, a livello regionale, di ponderare in maniera adeguata il problema del ruolo strategico che deve essere riservato ai soggetti pubblici (acquirenti o erogatori) in quei settori-chiave dell’organizzazione del SSR che per loro natura richiedono specifici assetti organizzativi e ga-ranzie erogative. Per questi motivi, è necessario superare il tradizionale principio della parità tra eroga-tori pubblici e privati, introducendo un nuovo criterio dell’omogeneità sostanziale dei diritti e dei do-veri di tutti gli erogatori del SSR, pur nel rispetto delle specificità che li contraddistinguono. A tal fine, devono essere ridefinite le condizioni erogative tra soggetti pubblici e privati, al fine di omogeneizzar-ne i requisiti di attività e di esito richiesti dal sistema.

Il modello della competizione pubblico-privato delineato dalla 1.r. n. 31 del 1997 sottostima l’ac-creditamento quale strumento preventivo di selezione degli erogatori secondo criteri di qualità ed affi-dabilità. Questa situazione si traduce, di regola, in un confronto sulle sole attività contrattualizzate e sui budget assegnati ai singoli erogatori; tali termini di paragone, tuttavia, non consentono, ad oggi, di garantire l’effettiva competitività del sistema in ordine alla qualità del servizio erogato ai cittadini. La valorizzazione degli strumenti di misurazione e promozione della qualità ed appropriatezza del servi-zio deve essere implementata attraverso una revisione della disciplina sia dell’accreditamento (al fine di vincolare tutti gli erogatori al rispetto agli standard di qualità progressivamente validati dalla Re-gione), sia degli accordi contrattuali e dei budget di spesa (al fine di vincolare eventuali incrementi di budget al rispetto degli standard regionali di qualità e alla verifica dell’assenza di aree di inappropria-tezza).

d) L’appropriatezza delle prestazioni

In un sistema a risorse limitate, contraddistinto da una domanda di prestazioni in continua crescita, il tema dell’appropriatezza appare quanto mai strategico, sia come strumento di garanzia della qualità ed efficacia dei servizi erogati ai cittadini, sia come elemento di misurazione delle performance degli erogatori, pubblici e privati. Nonostante l’adozione, con decorrenza annuale, delle cd. “Regole”, con cui la Giunta regionale detta le linee guida per la stipula degli accordi contrattuali ed il finanziamento delle prestazioni, continuano a perpetuarsi comportamenti opportunistici, particolarmente evidenti in alcuni erogatori privati, orientati ad una selezione dei DRG più convenienti.

Tale situazione appare, ad oggi, di non facile soluzione, in quanto continuano a mancare, sia a li-vello regionale che a livello nazionale, strumenti congrui per la misurazione dell’appropriatezza. Con-testualmente, mancano procedure atte a garantire l’accesso ai dati rilevati da parte delle istituzioni (primo fra tutti il Consiglio) maggiormente interessate alle attività di programmazione di settore.

Tale constatazione impone di ripensare la stipula degli accordi contrattuali al fine di evitare uno “spostamento” delle attività contrattualizzate verso le prestazioni più remunerative, e quindi ridurre i margini di flessibilità degli erogatori nell’attuazione degli accordi. Contestualmente, deve essere po-tenziata l’attività di controllo, al fine di verificare sia il rispetto degli accordi, sia i livelli di appropria-tezza e qualità delle prestazioni erogate.

e) Il finanziamento degli erogatori

I risultati che fin dal 2003 la Regione Lombardia ha conseguito nel rispetto dei vincoli di spesa im-posti dal Patto per la salute confermano che il sistema sanitario lombardo ha ormai strutturalmente av-viato meccanismi interni di funzionamento informati all’efficienza nell’utilizzo delle risorse disponibi-li. I successi conseguiti a livello regionale celano, tuttavia, alcune aree di criticità caratterizzate dalla


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presenza di consistenti disavanzi e da comportamenti opportunistici nell’utilizzo dei budget che sicu-ramente richiedono correttivi tempestivi.

In particolare, emerge la situazione di criticità che da anni condiziona il buon funzionamento di quelle aziende che, per la loro strutturazione interna (contraddistinta da uno squilibrio negli assetti or-ganizzativi interni) e per le caratteristiche del mercato di riferimento (ed in particolare la presenza di una concorrenza sleale), si trovano nell’impossibilità di garantire il pareggio di bilancio.

Contemporaneamente, il modello di programmazione sanitaria regionale incentrato sulle Determi-nazioni in ordine alla gestione del servizio socio sanitario regionale (cosiddette “Regole”) incomincia a evidenziare diffuse criticità di sistema, che sembrano comprometterne la tenuta e l’uniformità. Se, infatti, almeno negli intenti originari, le Regole erano pensate come strumento unitario di definizione delle linee guida per la stipula degli accordi contrattuali con gli erogatori, si sono nel corso del tempo affermate successive deroghe, che ad oggi interessano una quota significativa degli erogatori operanti sul territorio (è il caso degli ospedali classificati, degli erogatori no profit, del sistema di “qualità a-vanzata”). Tale propensione all’introduzione di deroghe ed eccezioni, unitamente all’assenza di regole sul conflitto di interessi, favorisce l’utilizzo del sistema di remunerazione delle prestazioni a DRG come elemento speculativo per gli erogatori privati.

f) La logica meritocratica

Il modello sanitario lombardo sembrerebbe incentrato sulla logica meritocratica, in quanto è attra-verso la concorrenza tra gli erogatori, pubblici e privati, che si perseguirebbe l’obiettivo del consoli-damento di livelli sempre più elevati di qualità ed efficienza.

Tale logica meritocratica, in realtà, sembra operare nel sistema lombardo più a livello nominale che sostanziale. Nei rapporti tra strutture erogatrici, l’adozione di un sistema autenticamente meritocratico dovrebbe essere veicolata attraverso l’introduzione di un meccanismo di misurazione dell’appropria-tezza e della qualità delle prestazioni (cfr. lett. d). Ma il passaggio ad un sistema autenticamente meri-tocratico si impone anche con riguardo al rapporto tra operatori del sistema, a partire dal personale medico e sanitario, rispetto al quale manca ad oggi un modello effettivo di incentivi preordinato al mi-glioramento delle performance.

g) Il conflitto di interessi

Sia in ambito istituzionale, sia nel settore sanitario, la Regione Lombardia non ha ancora adottato una disciplina organica sul conflitto di interesse, finalizzata alla elencazione delle fattispecie tipiche che configurano conflitto di interesse e all’introduzione di sistemi di monitoraggio e rimozione delle principali devianze. Il superamento di questa lacuna appare prioritario al fine di garantire un sistema effettivo di prevenzione delle situazioni di conflitto di interesse, diversamente modulate a seconda del-le figure professionali cui sono rivolte. In particolare, gli ambiti prioritari di intervento riguardano: la disciplina della libera professione degli operatori medici e sanitari operanti nelle strutture pubbliche del SSN; la disciplina della responsabilità dei rappresentanti e legali responsabili delle strutture, pub-bliche e private, accreditate presso il SSN.

h) I controlli

L’attuale rete regionale di controlli sanitari appare assolutamente inadeguata alla realizzazione di un efficace sistema di vigilanza e monitoraggio preordinato alla verifica degli standard di qualità, alla prevenzione dell’errore, alla deterrenza dall’inappropriatezza; in particolare, si registra per la Regione una persistente indisponibilità di strumenti diretti di controllo, che neanche la presenza di Nuclei ope-rativi di controllo nelle singole realtà aziendali è riuscita a colmare.

Quattro sono le principali criticità che si registrano a questo livello: a) manca a questo livello un di-ritto della Regione all’accesso pieno e diretto a tutte le informazioni, i documenti ed i dati atti ad age-volare la conoscibilità della situazione economico-finanziaria ed assistenziale delle aziende; b) assolu-tamente inadeguati appaiono i controlli diretti della Regione nelle situazioni di particolare rilevanza ed impatto sul SSR; c) l’attività dei Nuclei operativi di controllo non appare del tutto efficace, soprattutto a causa dell’assenza di controlli incrociati e periodici nelle strutture soggette ad accreditamento; d) i competenti settori della Giunta sono privi di adeguati strumenti di verifica dell’efficienza, efficacia ed


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economicità del servizio. Nonostante i più recenti tentativi della Regione Lombardia di rafforzare i controlli, anche al livello regionale, il sistema di vigilanza sulle attività sanitarie continua a presentare diffuse carenze e limitazioni sotto il profilo della circolazione dei dati relativi alle ispezioni e dell’ado-zione dei provvedimenti sanzionatori ad essa conseguenti. Il caso Santa Rita non è che un esempio iso-lato di un più ampio fenomeno di irregolarità, favorito dalla tendenza della Regione a limitare alla cir-colazione interna alla Direzione generale sanità l’esito delle verifiche dei NOC e degli altri organismi di controllo. La diffusione, in forma aggregata, dei risultati delle attività di controllo costituisce un im-portante incentivo all’adozione di comportamenti conformi alle regole ed anche un importante stru-mento di conoscenza per la programmazione futura delle attività.

i) Il ruolo degli Enti locali in sanità

Fin dalla sua approvazione, nella lr n. 31 del 1997 è stato introdotto un esplicito riferimento al principio della sussidiarietà solidale tra le persone, le famiglie, gli enti pubblici e i soggetti privati ac-creditati erogatori dei servizi. Tale originaria scelta valoriale, assolutamente lungimirante, appare tut-tavia carente di applicazioni operative per gli Enti locali, non sempre coinvolti nelle procedure di pro-grammazione regionale ed aziendale. In particolare, si osserva la mancanza nella lr n. 31 di un’atten-zione per la valorizzazione delle sedi istituzionali di rappresentanza degli Enti locali, al fine di pro-muoverne il coinvolgimento responsabile nella programmazione regionale ed aziendale. Analogamen-te, inadeguata appare la partecipazione degli Enti locali a quelle attività decisionali o di controllo che svolgono un ruolo determinante ai fini del corretto funzionamento delle aziende.

Impegna la Giunta regionale

a considerare prioritaria nell’agenda di governo l’implementazione di una riforma del sistema sani-tario informata ai seguenti obiettivi e alle seguenti linee di indirizzo.

a) Epidemiologia

La regione deve investire nell’epidemiologia descrittiva al fine di consolidare un nuovo approccio alla programmazione sanitaria incentrato sui bisogni e sulla corrispondenza tra l’offerta e la domanda di servizi. In particolare, si rende necessario:

- promuovere la diffusione dei dati dell’Osservatorio epidemiologico attraverso la predisposizio-ne di una relazione annuale, da trasmettere alle competenti istituzioni regionali (il Consiglio, la Giun-ta);

- avviare l’elaborazione di indicatori epidemiologici in grado di misurare l’appropriatezza e la qualità dell’offerta sanitaria;

- introdurre meccanismi di rimodulazione dell’offerta al fine di adeguarla ai bisogni effettivi dei cittadini lombardi (calcolati depurando il volume di prestazioni erogate dai risultati relativi all’inap-propriatezza generica e specifica conseguiti attraverso i controlli);

- promuovere una rimodulazione del sistema di pagamento a DRG delle prestazioni tariffabili, previa realizzazione di un benchmarking regionale focalizzato sui DRG e le tariffe che presentano maggiori oscillazioni nella numerosità (a livello di comparazione tra residenti nelle singole Asl e fra strutture pubbliche e private);

- implementare un sistema di Health Technology Assessment finalizzato alla revisione del siste-ma di rimborso delle prestazioni a DRG;

- promuovere l’attivazione di Aree di coordinamento territoriale, definite come livello interme-dio di programmazione e concertazione interaziendale, al fine di favorire l’integrazione dei servizi su scala locale e di valorizzare i livelli di specialità presenti. La definizione ed il funzionamento delle A-ree di coordinamento presuppone la creazione di Tavoli di concertazione, composti da rappresentanti delle aziende sanitarie ed ospedaliere e delle categorie professionali coinvolte;

- prevedere la definizione, per ciascuna Azienda sanitaria locale, di un budget di patologia, defi-nito come il documento riassuntivo ove, per ciascun pacchetto organico di DRG, si definiscono le ri-sorse disponibili ed il relativo livello dei costi; lo strumento dei budget di patologia dovrebbe favorire


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un controllo sull’efficacia e l’efficienza della spesa sostenuta a livello aziendale, in rapporto ai dati e-pidemiologici disponibili .per quella determinata patologia;

- promuovere l’utilizzo del budget di patologia quale base di riferimento per la stipula di accordi contrattuali con i singoli erogatori; in particolare, si tratta di prevenire i comportamenti opportunistici da parte degli erogatori che, in deroga agli accordi assunti con l’Asl territorialmente competente, spes-so gestiscono in maniera indifferenziata il budget concordato con l’azienda sanitaria, spostando il vo-lume delle attività erogabili dalle attività meno remunerative a quelle maggiormente convenienti per la struttura stessa. Nel caso di gestori unici, inoltre, vengono spostate tipologie di attività da aree territo-riali, dove l’offerta era stata programmata epidemiologicamente, ad altre aree del territorio lombardo, determinando da un lato carenza di offerta e dall’altro eccedenza di prestazioni erogate. Tali compor-tamenti opportunistici degli erogatori rappresentano un’evidente contraddizione in termini rispetto al-l’esigenza di una programmazione incentrata sull’evidenza epidemiologica ed informata a criteri di appropriatezza erogativa.

b) La ristrutturazione della rete territoriale

Le valutazioni elaborate sulla base dei dati epidemiologici raccolti devono essere utilizzate per un ripensamento complessivo della rete delle strutture erogatrici, preordinata a prevederne un’articolazio-ne sulla base di livelli di complessità assistenziale. In particolare, si rende opportuno suddividere i pre-sidi ospedalieri tra due livelli assistenziali (i presidi di alta specialità; i presidi territoriali).

Tale articolazione dei presidi ospedalieri su due livelli deve essere utilizzata dai medici di medicina generale e dagli specialisti per orientare i pazienti alla struttura più adeguata alla diagnosi, al fine di garantire la qualità del servizio erogato. Tale articolazione su due livelli dei presidi ospedalieri non può comunque rappresentare, in nessun caso, un limite alla libertà di scelta del paziente.

c) Il riequilibrio nei rapporti pubblico-privato

Il riequilibrio nei rapporti tra erogatori pubblici e privati deve essere implementato attraverso una revisione organica delle regole relative all’accreditamento istituzionale, nonché agli accordi contrat-tuali. In particolare, appare prioritario:

- introdurre una clausola di salvaguardia che garantisca la prevalenza del sistema pubblico in tut-ti quei settori di attività strategici ove emergano necessità assistenziali connesse alla effettività, conti-nuità e qualità del servizio (ad es., i servizi di emergenza-urgenza);

- promuovere la tipizzazione, in una sorta di statuto-tipo, dei principi e dei criteri operativi per l’attivazione delle sperimentazioni gestionali: lo strumento delle sperimentazioni gestionali può, infat-ti, contribuire in maniera determinante all’innovazione del sistema di assistenza sanitaria e al consoli-damento di formule gestionali più flessibili; questo per evitare che la sperimentazione non si traduca in un aggravio di costi a carico del sistema pubblico ovvero in una lesione degli interessi pubblici;

- introdurre norme anti-concentrazione finalizzate a prevenire e contrastare la formazione, nel si-stema di concorrenza amministrata tra gli erogatori privati, posizioni dominanti che rischiano di altera-re la competitività del mercato;

- riformare il sistema di accreditamento, intervenendo, in particolare, sui seguenti profili: a) l’e-quiparazione dei rapporti contrattuali degli operatori in servizio ai contratti vigenti applicati alle strut-ture pubbliche; b) l’introduzione di un meccanismo di accreditamento a termine, finalizzato a garantire l’effettività dei controlli sul mantenimento dei requisiti di accreditamento da parte degli erogatori pri-vati (con conseguente decadenza dall’accreditamento, nelle situazioni più gravi di devianza);

- promuovere l’adozione di disposizioni volte ad omogeneizzare le condizioni erogative imposte dal sistema agli erogatori pubblici e privati accreditati in relazione ai seguenti profili: i criteri di accre-ditamento; le modalità di finanziamento; l’adozione di codice etico-comportamentali; la verifica della qualità ed appropriatezza delle prestazioni; i rapporti di lavoro, gli standard professionali; l’assolvi-mento del debito informativo.

d) L’appropriatezza delle prestazioni


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L’esigenza di investire sui meccanismi di verifica dell’appropriatezza delle prestazioni al fine di promuovere la sostenibilità e la qualità del nostro sistema assistenziale rende opportuno avviare le se-guenti azioni di riforma:

- introdurre limiti quantitativi al tasso di flessibilità nell’utilizzo dei posti letto (con l’esclusione del solo settore dell’emergenza-urgenza), al fine di prevenire comportamenti opportunistici che si tra-ducono in uno spostamento inappropriato delle prestazioni verso i DRG più remunerativi;

- esplicitare le modalità di verifica dei requisiti riferibili all’appropriatezza, efficacia ed efficien-za nell’utilizzo delle risorse che devono improntare il rapporto contrattuale tra professionisti sanitari e strutture;

- incrementare la periodicità dei controlli nei confronti degli erogatori, rendendola almeno trien-nale;

- estendere l’oggetto dell’attività di controllo nei confronti degli erogatori, al fine di promuovere una verifica periodica dei seguenti parametri:

a) la conformità delle prestazioni alla documentazione riportata nella cartella clinica, verifica-ta - nel rispetto delle regole sulla privacy - anche mediante l’utilizzo dei NAS;

b) l’appropriatezza generica;

c) l’appropriatezza specifica, con particolare riferimento agli scostamenti significativi nella numerosità dei DRG e delle tariffe rispetto al benchmarking regionale (misurati a livello di ciascuna AsI in rapporto a pacchetti omogenei di prestazioni);

d) la condivisione con il sistema regionale di una quota fissa del tempo complessivamente di-sponibile per le prenotazioni (condivisione delle agende), in rapporto alle visite specialisti-che, agli esami diagnostici, ai ricoveri;

e) la presenza di eventuali significativi spostamenti del budget per ciascun erogatore gestore unico che possano alterare l’offerta di prestazioni in ciascuna area territoriale, compromet-tendo la sua corrispondenza ai bisogni;

f) la qualità ed efficacia delle prestazioni, valutate secondo indicatori oggettivi individuati dalla Regione con apposita delibera;

- prevedere la revoca dei Direttori generali e dei dirigenti medici con incarico dì direzione di struttura complessa, sulla base di valutazioni periodiche biennali riguardanti la qualità e l’efficacia del-le prestazioni;

- definire i criteri di selezione dei professionisti chiamati a dirimere le questioni, relative all’ap-propriatezza specifica e alla corretta individuazione delle specifiche;

- prevedere l’invio periodico alla commissione consiliare competente dei risultati e delle deter-minazioni del tavolo tecnico regionale per l’appropriatezza in medicina;

Accanto alle azioni specificamente rivolte alla implementazione dell’appropriatezza delle presta-zioni, la politica sanitaria regionale deve essere finalizzata alla promozione della qualità, operando su due diversi livelli:

a) la garanzia del rispetto, da parte di tutti gli erogatori, di standard minimi di qualità delle presta-zioni, attraverso una sapiente rimodulazione dei meccanismi di accreditamento e degli accordi contrattuali;

b) l’introduzione di un sistema articolato di incentivi anche a carattere finanziario per le strutture che si attestano su standard di qualità superiori alla media.

e) La riforma del sistema di finanziamento degli erogatori

La riforma del sistema di finanziamento degli erogatori deve essere realizzata operando sue due li-velli:


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1) il finanziamento corrente delle aziende sanitarie locali: a questo livello le azioni prioritarie da implementare riguardano:

- la prevenzione nella formazione dei disavanzi aziendali, sia attraverso la promozione di azioni di ristrutturazione interna nelle realtà maggiormente deficitarie, sia introducendo meccanismi di mobilità del personale che possano consentire un utilizzo ottimale delle risorse umane di-sponibili;

- il consolidamento del sistema di finanziamento delle ASL secondo il criterio della quota capi-taria ponderata in base a criteri oggettivi rappresentativi, in particolare, delle caratteristiche geo-morfologiche, demografiche, epidemiologiche del territorio di competenza;

2) il finanziamento degli interventi in conto capitale: a questo livello, si rende opportuna l’introdu-zione di meccanismi incentivanti di finanziamento, rivolti alle aziende; in particolare, si segnalano le seguenti azioni:

- l’introduzione di un nuovo meccanismo di utilizzo delle eventuali economie di spesa derivanti dall’azione innovativa programmata delle aziende per investimenti in conto capitale anche di durata pluriennale e/o per progetti validati dalla Regione;

- l’istituzione di un Fondo tecnologico per il finanziamento di progetti di adeguamento tecnolo-gico atti a garantire l’erogazione uniforme ed omogenea dei livelli di assistenza sull’intero ter-ritorio regionale.

La riforma del sistema di finanziamento degli altri erogatori deve invece essere ricondotta alle linee di indirizzo individuate nei paragrafi relativi al riequilibrio dei rapporti tra erogatori pubblici e, privati, nonché all’appropriatezza delle prestazioni.

f) La logica meritocratica

Devono essere potenziati i meccanismi di promozione della meritocrazia interni al sistema, avendo riguardo innanzitutto a quei ruoli che maggiormente incidono sulla gestione manageriale, oltre che sul-le pratiche assistenziali, interne alle aziende.

Il riferimento è, in particolare:

- ai direttori generali: si ritiene assolutamente opportuno confermare il rapporto fiduciario esi-stente tra la direzione generale e la Regione; allo stesso tempo, tuttavia, è necessario intensifi-care le misure incentivanti legate ai risultati raggiunti dalla direzione generale, sotto il profilo della qualità, appropriatezza ed efficacia delle performance;

- ai dirigenti di struttura complessa, rispetto ai quali è necessario definire nuove procedure di se-lezione informate a criteri autenticamente meritocratici: la selezione per soli titoli prevista dalla normativa vigente appare, infatti, del tutto inadeguata a garantire un’effettiva trasparenza in merito alle valutazioni effettuate; si propone conseguentemente di modificare le procedure concorsuali ad oggi in vigore introducendo valutazioni per esami, oltre che per titoli, fondate su criteri oggettivi o oggettivabili.

g) Il conflitto di interessi

L’azione di governo in questo settore deve essere preordinata ad individuare le principali forme di conflitto di interesse, a promuoverne la tempestiva rilevazione e a garantire l’adozione di correttivi che ne consentano la rimozione. A tal fine, si rende necessaria:

- la declinazione di un sistema organico di regole e procedure di controllo atte a verificare e ri-muovere situazioni di conflitto di interesse (per esempio, fissando limiti di orari o di rapporto contrat-tuale con le strutture sanitarie, ovvero prevedendo controlli incrociati tra i contratti in essere tra i sin-goli professionisti e le strutture erogatrici o sponsor, e i relativi volumi di prestazioni);

- l’introduzione, nei contratti, della responsabilità oggettiva dei legali rappresentanti delle singole strutture per danni nei confronti di Regione Lombardia derivanti da truffe, falso ideologico etc.;

- l’inserimento, nei contratti stipulati con Regione Lombardia, della decadenza dei Direttori Ge-


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nerali per condanne di primo grado per falso ideologico, truffa, abuso d’ufficio.

h) I controlli

Rispetto alle quattro principali aree di criticità del settore controlli evidenziate in premessa, è ne-cessario adottare interventi tempestivi preordinati al conseguimento dei seguenti obiettivi:

- i controlli devono essere orientati in via prioritaria ad approfondire gli scostamenti significativi nella numerosità dei singoli DRG e delle singole tariffe, relativi ai residenti suddivisi per Asl di appar-tenenza e per presidi di erogazione pubblici e privati, rispetto al benchrnarking e alla media regionale;

- alla Direzione generale sanità deve essere garantito l’accesso, per ciascun erogatore, ad un dia-rio telematico delle degenze, delle visite e degli esami previsti;

- all’esito dei controlli, deve essere promossa la pubblicazione di valutazioni di dati quantitativi, con particolare riferimento ai DRG e alle principali tariffe ambulatoriali, misurati in rapporto alla pre-stazioni erogate e suddivisi per i residenti di ciascuna Asl, nonché per presidi pubblici e privati di ero-gazione, in modo da consentire una comparazione del volume , della tipologia delle prestazioni eroga-te, dei relativi costi e degli scostamenti rispetto alla media regionale (distinti per day hospital, day sur-gery, ricoveri ordinari, specialistica e diagnostica ambulatoriale);

- la trasparenza sui risultati dell’attività di controllo deve essere promossa anche attraverso la pubblicazione della frequenza degli eventi sentinella rilevati (suddivisi per presidi pubblici e privati e riferiti ai residenti nelle singole Asl), nonché dei dati relativi alle prestazioni fornite ai residenti extra-Regione;

- deve essere garantita la trasmissione di una relazione semestrale al Consiglio, strutturata in mo-do da fornire informazioni comparative sull’attività dei singoli presidi ed ambulatori presenti in Re-gione, riferite ai residenti nelle singole Asl, ed in particolare ai DRG che presentano i maggiori sco-stamenti in termini percentuali rispetto alla media regionale;

i) Il ruolo degli Enti locali in sanità

Il ruolo degli Enti locali deve essere valorizzato attraverso il rafforzamento o l’introduzione di nuo-ve funzioni consultive attinenti ai principali momenti della programmazione e della gestione dell’assi-stenza sanitaria; in particolare, si ritiene necessario:

- potenziare il ruolo consultivo degli Enti locali in rapporto alla programmazione sanitaria sia re-gionale che locale;

- prevedere il coinvolgimento della Conferenza dei Sindaci al procedimento di determinazione della quota capitaria, nonché alla formulazione delle determinazioni annuali in ordine alla gestione del servizio socio-sanitario regionale;

- introdurre un parere della Conferenza dei Sindaci sulla gestione del direttore generale;

- garantire agli Enti locali massima trasparenza sui dati relativi alla gestione delle aziende sanita-rie, compresi quelli relativi agli indicatori di qualità».

(MOZ/0352) Cè - Fabrizio - Zamponi - Monguzzi

«Il Consiglio

premesso che:

l’andamento della fase recessiva che ha colpito le economie mondiali, pur accennando un potenzia-le inversione di tendenze, rimane grave. La flessione del PIL nel 2009 si attesta tra il 4,7 e il 5%: com-plessivamente dall’inizio della crisi il Paese è arretrato di 6.4 punti percentuali; la brusca frenata dell’economia sta impattando drammaticamente sull’occupazione, soprattutto nei settori con alta den-sità di addetti; i segnali di un rallentamento o di lieve inversione della crescita si accompagnano anco-


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ra a preoccupanti andamenti di perdita occupazionale; i posti di lavoro persi nei primi 10 mesi del 2009 sono stati circa 43 mila e di questi circa 16 mila sono stati espulsi da aziende con meno di 15 di-pendenti; dal punto di vista territoriale l’area più colpita è quella milanese con 16 mila posti in meno, l’impatto territoriale rimane drammatico anche nei territori di Lecco, Cremona, Lodi, Como, Brescia, Bergamo, Mantova e Pavia. In questo scenario di forte preoccupazione e di allarme sociale denunciati con sempre maggiore forza dalle organizzazioni sociali e dalle istituzioni civiche e morali del Paese e della Regione la gestione degli ammortizzatori sociali, non sempre tempestiva, da cui peraltro restano esclusi migliaia di lavoratori espulsi dal ciclo produttivo o colpiti dalla recessione, rischia di essere la sola azione politica messa in campo dalla Regione;

risultano completamente assenti le politiche anticicli che per il sostegno e il rilancio dell’economia.

Le misure per le imprese, l’artigianato, il Commercio annunciate dalla Regione nell’autunno 2008 non hanno prodotto nessuno, o insignificanti effetti;

le 13 iniziative per 351 milioni alla fine dello scorso mese di ottobre vedevano 6 bandi di cui 2 non ancora aperti con una dotazione complessiva di 119 milioni che hanno erogato risorse pari a 0 euro; i restanti 6 con una dotazione di 176 milioni, hanno erogato risorse per 55 milioni;

il sistema di garanzia del credito che vede impegnate complessivamente 99 milioni non riesce ad affrontare in modo adeguato la estrema necessità di risorse finanziarie dei settori produttivi.

Il sistema dei bandi dell’Assessorato alla Industria, PMI e Cooperazione per l’assegnazione dei contributi regionali al sistema d’impresa è inadeguato, segnato da una burocrazia e ambiguità che sono state perfino ammesse dall’Assessore nel corso del suo ultimo incontro con la IV Commissione. In questo scenario di estrema gravità e fragilità sociale preoccupa la continua latitanza della Regione sul-le politiche per l’impresa.

Sono inaccettabili le dichiarazioni dell’Assessore alle Attività Produttive che ritiene le responsabili delle crisi le imprese che non avrebbero investito risorse sufficienti mentre non riesce a motivare le ra-gioni per cui le politiche regionali vengono attuate attraverso bandi complessi, poco conosciuti, che non riescono a raggiungere il mondo dell’impresa lombarda in modi e tempi accettabili.

Il Consiglio per tutto quanto in premessa esprime la più ferma censura nei confronti dell’Assessore e chiede al Presidente della Giunta:

- di assumere le necessarie azioni per avviare una verifica con le parti sociali e datoriali per indi-viduare le modalità di azione della Regione ed in particolare per attivare una sede che affronti il tema della politica industriale necessaria per sostenere una uscita dalla crisi che non ci indebolisca sui mer-cati internazionali;

- di attivare le urgenti e necessarie modifiche del sistema dei bandi per rendere più incisive le i-niziative regionali a sostegno del sistema delle imprese».

(MOZ/0353) Spreafico - Porcari - Mirabelli - Tosi - Sarfatti - Oriani - Concordati - Valmag-gi - Benigni - Civati - Gaffuri - Prina - Adamoli -Fabrizio - Guindani - Squassi-na Arturo - Cipriano - Zamponi - Squassina Osvaldo - Storti - Muhlbauer - Sa-ponaro

Interpellanze, interrogazioni e relative risposte scritte

Interpellanza n. 4087, a firma del Consigliere Zamponi

Il testo è pubblicato nel verbale della seduta del 10 novembre 2009.


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Risposta dell’Assessore alle reti e servizi di pubblica utilità, Massimo Buscemi

«In risposta alla interpellanza n. 4087 si comunica quanto segue.

Premesso che:

- è definito Deflusso Minimo Vitale (DMV) dall’Allegato B della deliberazione 13 marzo 2002, n.7 del Comitato Istituzionale dell’Autorità di bacino del Fiume Po, “il deflusso che, in un cor-so d’acqua naturale deve essere presente a valle delle captazioni idriche alfine di mantenere vi-tali le condizioni di funzionalità e di qualità degli ecosistemi interessati”, compatibilmente con la risorsa idrica naturalmente presente;

- la Regione Lombardia con l’approvazione del Programma di Tutela e Uso delle Acque (DGR n.8/2244 del 29 marzo 2006) ha definito modalità e tempi per l’adeguamento al Deflusso Mi-nimo Vitale (DMV) delle utenze di acqua pubblica (grandi e piccole derivazioni) in concessio-ne nei corsi d’acqua ricadenti nel territorio regionale;

- le disposizioni per il rilascio del DMV sono contenute nel Capo II “Il Deflusso Minimo Vitale” delle Norme Tecniche di Attuazione del PTUA, approvato dalla Giunta Regionale con la pre-detta deliberazione n.2244 del 29 marzo 2006;

- il Deflusso Minimo Vitale sarà applicato nelle sue due macrocomponenti, “componente idrolo-gica” e cosiddetti “fattori correttivi”, secondo differenti scadenze temporali (rispettivamente fine 2007 concessioni in rinnovo, fine 2008 concessioni esistenti e fine 2016 applicazione dei fattori correttivi), in relazione agli obiettivi di qualità ambientale dei corpi idrici indicati dalla Pianificazione.Regionale;

- in tale contesto è stato previsto, ai sensi delle “Direttive per l’adeguamento delle derivazioni al rilascio del DMV DGR 6232 del 19 dicembre 2007”, che la Regione promuova attività speri-mentali sul DMV in modo da poter valutare caratteristiche e quantità del DMV anche diverse dalla norma prevista dal PTUA;

- di tutto l’elenco le dighe sono solo: Isolato Spluga, Isolato Madesimo, Prestone, legate in gene-rale agli impianti del Valchiavenna; Belviso, legato all’impianto Belviso Superiore. Il resto dell’elenco sono tutti nomi di centrali di produzione legate ai vari impianti.

Si segnala che l’adeguamento al DMV si riferisce alla concessione di derivazione d’acqua e non al singolo impianto, diga o centrale idroelettrica. Infatti ad una stessa concessione possono afferire più impianti, bacini di accumulo, opere di presa e pertanto può essere stabilita una compensazione del rila-scio del DMV tra le opere appartenenti alla medesima.

Gli impianti sono dotati ad oggi di misuratori di portata derivata, per la maggior parte applicati sul-le condotte forzate e non alle singole opere di presa o sulle dighe, perche è materialmente impossibile in quanto trattasi di opere esistenti in cui è impossibile instaurare a posteriori tali dispositivi. Ciò vale anche per quanto riguarda i sistemi di controllo del rilascio del DMV, solo in alcuni casi vi sono anche dei misuratori della portata rilasciata; nel merito bisogna anche dire che ad oggi non ci sono obblighi relativi alla installazione di specifici dispositivi di misura del DMV. La Sede Territoriale Regionale è preposta alla verifica dell’adeguamento delle opere e dei rilasci. Ogni anno le portate derivate sono denunciate dai concessionari.

L’organo preposto alla verifica e misura delle portate derivate e rilasciate è ARPA Lombardia - Servizio Idrografico in contraddittorio con il concessionario.

Essendo i dati in possesso scarsi, Regione Lombardia per favorire un’attività di conoscenza in me-rito ai valori di portate rilasciate e DMV ha favorito una campagna di sperimentazione triennale a base volontaria a partire da quest’anno a cui hanno aderito numerosi concessionari in Provincia di Son-drio».


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Interpellanza n. 5226, a firma del Consigliere Muhlbauer

Il testo è pubblicato nel verbale della seduta del 20 ottobre 2009.

Risposta dell’Assessore alle risorse, finanze e rapporti istituzionali, Romano Colozzi

«In risposta alla interpellanza n. 5226 si comunica quanto segue.

Il Comitato per la legalità e la trasparenza delle procedure regionali è stato costituito in data 6 ago-sto 2009 quale contributo di Regione Lombardia per rispondere con un segnale forte alle numerose denunce avanzate da Magistrati e Autorità istituzionali impegnate nella lotta alla criminalità organiz-zata, che hanno evidenziato i rischi di infiltrazioni mafiose nella realizzazione delle opere per l’Expo di Milano e delle grandi infrastrutture in Lombardia. Per adempiere al suo primario compito di raffor-zare il presidio di legalità’ all’interno del sistema regionale, il Comitato sta svolgendo un importante e approfondito studio sulla presenza delle organizzazioni criminali nel nostro territorio e sulle procedure per la vigilanza e la prevenzione nel settore dell’affidamento e della gestione degli appalti e dei finan-ziamenti regionali.

Della composizione e delle funzioni del Comitato è stata data opportuna comunicazione al Prefetto di Milano.

I componenti del Comitato sono stati individuati in quattro autorevoli personalità, da sempre al ser-vizio dello Stato e fortemente impegnate nella lotta al crimine organizzato, e l’elevata qualità dei loro profili è stata riconosciuta, al momento della nomina, da tutte le Autorità istituzionali e da un’ ampia maggioranza delle formazioni politiche (cfr. dichiarazione del capogruppo PD, Carlo Porcari, in Re-pubblica, 8 agosto 2009).

In particolare si ribadisce che non sussiste alcun motivo per modificare il giudizio sulle figure del Generale Mario Mori e del Colonnello Giuseppe De Donno né, conseguentemente, per il richiesto mu-tamento della composizione del Comitato. Il Generale Mario Mori, prefetto della Repubblica dal 2001, è da sempre operativamente in prima linea nella lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata; si ri-corda che ha prestato servizio presso il Nucleo Speciale di Polizia Giudiziaria del Generale Dalla Chiesa e ha svolto il ruolo di comandante dei Ros, ha coordinato l’arresto di Totò Riina il 15 gennaio 1993 ed è stato alla Direzione del Sisde dal 2001 per cinque anni. Il Colonnello Giuseppe De Donno ha prestato servizio nei Ros dal 1990 al 2001, svolgendo un’intensa attività investigativa e di contrasto alle infiltrazioni mafiose nel settore degli appalti pubblici. Si sottolinea a questo proposito che per lun-go tempo ha affiancato Giovanni Falcone, ha collaborato con le Procure di Palermo, Catania, Reggio Calabria e Napoli, ed e’ stato capo ufficio del Direttore, il Prefetto Mori, presso il Sisde dal 2001 al 2007.

E’ d’obbligo precisare infine che il Colonnello De Donno non è imputato in alcun processo. Quanto ai procedimenti giudiziari nei confronti del Prefetto Mori, giova ricordare che quello di Palermo ri-guardante i presunti ritardi nella perquisizione del covo di Riina, avviato sulle dichiarazioni di alcuni pentiti , si è concluso nel febbraio 2006, con la piena assoluzione di Mori; per quello pendente attual-mente in primo grado al Tribunale di Palermo, che ha preso anch’esso avvio dalle dichiarazioni di un pentito riportate in un processo nel 2001, oltre a dover valere il principio della presunzione di inno-cenza sino al passaggio in giudicato della sentenza, va sottolineato che la vicenda non ha assolutamen-te precluso al Prefetto Mori l’assunzione di altri importanti e prestigiosi incarichi, di altissimo livello istituzionale, come la direzione del Sisde, o di elevato profilo consulenziale, come la nomina a Super-commissario alla Sicurezza del Comune di Roma, nel luglio 2008 Da sottolineare comunque che i membri del Comitato operano collegialmente, ognuno traendo spunto dalla propria peculiare esperien-za di servitore dello Stato, e hanno accettato di collaborare insieme per Regione Lombardia in modo disinteressato e con reciproca stima».


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Interpellanza n. 5228, a firma del Consigliere Muhlbauer


Risposta dell’Assessore al territorio e urbanistica, Davide Boni

«Con la interpellanza n. 5228, il Consigliere Muhlbauer, richiamata la procedura c i valutazione di impatto ambientale (VIA) in corso presso l’Assessorato Territorio e Urbanistica, relativa al progetto dell’ambito estrattivo ATEG8 - cava San Giuseppe - in Comune di Arluno (Mi) proposto da “Inerti ECOTER SGA srl”, svolge una serie di considerazioni sull’area interessata dal progetto, nonché sulle caratteristiche del progetto stesso. Effettuati poi rilievi relativamente alla attività industriale che con gli impianti in progetto verrebbe svolta e altre considerazioni fra cui quella che il progetto sarebbe da intendersi come opera non estranea ad EXPO 2015, interpella la Giunta regionale per sapere:

- se e come intende rispettare le indicazioni contenute nel PRG di Arluno e nel Piano Cave pro-vinciale, nonché le preoccupazioni espresse dagli enti locali e dal comitato cittadini, in un’otti-ca di partecipazione alle decisioni e scelte che riguardano i territori;

- se, anche alla luce di quanto esposto sopra, intende concedere le autorizzazioni a questo pro-getto oppure sostenere le legittime posizioni degli enti locali e dei cittadini, chiudendo imme-diatamente la procedura;

- se ritiene questo progetto, funzionale alle esigenze di EXPO 2015, compatibili con i principi di EXPO, cioè la tutela dell’ambiente, del patrimonio agricolo e della nutrizione; se non ritiene la redazione della procedura di valutazione di questo progetto carente e superficiale e, dunque, cosa intende fare al riguardo.

Ciò rilevato, per gli aspetti che afferiscono le competenze dello scrivente Assessorato si osserva quanto segue.

In primo luogo, è opportuno precisare che le attività previste nel progetto di gestione produttiva so-no state esaminate dalla competente Struttura Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) dell’Assessorato al Territorio e Urbanistica ai soli fini della compatibilità ambientale in quanto la pro-cedura di autorizzazione è in capo alla Provincia di Milano che ha avviato il procedimento con nota prot. 103960 del 28 aprile 2008 e non ha rilevato motivi ostativi, con particolare riferimento alla piani-ficazione di settore.

Per quanto concerne la procedura di VIA, si richiamano, nel seguito, sinteticamente, i principali passaggi istruttori effettuati in base alla vigente normativa in materia di valutazione di impatto am-bientale.

- deposito dell’istanza il 3 aprile 2008;

- presentazione del progetto e contestuale sopralluogo il 4 giugno 2008;

- richiesta integrazioni al proponente il 7 ottobre 2008;

- deposito integrazioni il 30 gennaio 2009;

- richiesta di sospensione del procedimento da parte del proponente con note del 1 e 6 aprile 2009;

- richiesta di riavvio del procedimento da parte del proponente con nota del 27 maggio 2009;

- conferenza di concertazione dei pareri degli enti locali il 6 agosto 2009.

Sulla valutazione del progetto e dei contenuti dello Studio di Impatto Ambientale è necessario at-tendere che si completi il quadro relativo ai pareri del gruppo di lavoro regionale - tra i quali in parti-colare quello dell’Assessorato Qualità dell’Ambiente in merito alla Valutazione di Incidenza - neces-sari per completare il quadro istruttorio e concludere il procedimento con provvedimento motivato, come previsto dalle normative vigenti».


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Interrogazione n. 2390, a firma dei Consiglieri Squassina Osvaldo e Squassina Arturo

Il testo è pubblicato nel verbale della seduta del 19 dicembre 2009.

Risposta dell’Assessore alla casa e opere pubbliche, Mario Scotti

«Con riferimento all’interrogazione n. 2390, con la quale si chiedono notizie in ordine al villaggio di accoglienza per Sinti italiani realizzato dal Comune di Brescia con cofinanziamento regionale, si il-lustra quanto di seguito riportato.

Con DGR del 10 dicembre 2004, n. VII/19798 è stato approvato “Invito a presentare proposte per il cofinanziamento per la realizzazione e/o il potenziamento di villaggi di accoglienza”.

Le finalità dell’iniziativa erano quelle di cofinanziare la realizzazione e/o il potenziamento di vil-laggi di accoglienza per l’integrazione sociale delle persone rientranti nell’area della marginalità socia-le e per promuovere l’inclusione sociale delle stesse.

I villaggi di accoglienza sono rivolti a uomini, donne e nuclei familiari che rientrano nell’area della marginalità sociale e le cui condizioni economiche sono sostanzialmente incompatibili con soluzioni che prevedano la stabilità alloggiativa, per i quali la risposta più adeguata è rappresentata da un posto letto accompagnato da una serie di servizi integrativi (linguistici, formativi, sanitari, educativi) preva-lenti rispetto al servizio alloggiativo.

Con successivo Decreto dirigenziale del 29 novembre 2005, n. 17612 sono state individuate le pro-poste ammesse a cofinanziamento regionale presentate sulla base dell’Invito.

Tra le proposte ammesse al cofinanziamento rientra quella del Comune di Brescia per la realizza-zione di un “villaggio di accoglienza” per nomadi di etnia Sinti in Via Orzinuovi, per un costo totale di €. 1.467.700,00 ed un contributo regionale promesso di €. 1.167.700,00.

Con Decreto dirigenziale del 21 aprile 2006, n. 4569 è stato approvato il progetto esecutivo dei la-vori di realizzazione di un villaggio di accoglienza per nomadi di etnia Sinti Italiani consistente in 13 unità abitative con struttura prefabbricata leggera” in Via Orzinuovi a Brescia, confermando il cofi-nanziamento regionale in €. 1.167.700,00.

Con Decreto dirigenziale del 16 aprile 2008, n. 3785, a seguito dell’espletamento delle procedure ad evidenza pubblica e conseguentemente all’aggiudicazione dell’appalto dei lavori di realizzazione del “villaggio”, si è rideterminato il cofinanziamento regionale in € 1.041.544,65.

Con Decreto dirigenziale del 17 settembre 2008, n. 10043 si è preso atto della variante presentata dal comune di Brescia per la realizzazione delle 13 unità abitative con un servizio di guardiania (costo finale complessivo € 1.296.825,50, ed è stato nuovamente rideterminato il cofinanziamento regionale in €. 979.487,85.

Con Decreto dirigenziale del 20 aprile 2009, n. 3786, a seguito di richiesta del Comune di Brescia di modifica degli importi sostenuti per la realizzazione del servizio di guardiania, si è rideterminato il contributo regionale in €. 1.031.754,37.

Nello specifico, relativamente alla destinazione finale del villaggio, il Comune di Brescia ha con-segnato a Regione Lombardia una relazione, datata 7 aprile 2009, riportante le varie motivazioni che hanno indotto il Comune, nonostante le azioni specifiche finalizzate a sostenere il processo di integra-zione delle famiglie Sinti (impegno ripristini impianti rete fognaria, elettrica e idrica, attivazione ser-vizio trasporto scolastico, pagamento utenze elettriche e idriche, incarico a Soc. Coop. per realizzazio-ne di iniziative finalizzate all’integrazione, erogazione diretta di contributi ecc), a diniegare l’assegna-zione ai Sinti e a richiedere conseguentemente il cambio dei destinatari.

In particolare come cause del diniego il Comune ha segnalato:

- mancato pagamento, anche rateizzato, dei debiti pregressi;

- varie manomissioni dei quadri elettrici per utilizzo energetico oltre il consentito;

- presenza di ulteriori famiglie non autorizzate nell’area soste;


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- elevato indice di abbandono scolastico nella scuola secondaria di primo grado;

- rifiuto del divieto di permanere nel villaggio con roulottes e camper delle famiglie di nuova co-stituzione;

- rifiuto di aderire ad un percorso di inserimento sociale.

Inoltre, dai verbali degli incontri effettuati tra Sinti e Comune di Brescia in data 16 giugno 2008 e 18 marzo 2009 emerge la contrarietà degli stessi Sinti alla proposta di insediamento, poiché, le struttu-re realizzate non sono sufficienti per ospitare tutte le famiglie Sinti e non condividono l’assegnazione temporanea, come previsto dal progetto originario del Comune, prediligendo una soluzione definitiva che preveda la realizzazione di 4/5 aree dove poter collocare le loro case mobili, il mantenimento delle loro tradizioni, l’unità dell’intera comunità Sinti.

Il Comune di Brescia, al fine di utilizzare le strutture già in essere, ha provveduto ad individuare una nuova tipologia di destinatari per il villaggio di accoglienza.

In data 20 aprile 2009 il Comune di Brescia ha chiesta formalmente la modifica della tipologia de-gli originari destinatari del villaggio (da Sinti italiani a minori aventi provvedimenti penali, adulti in situazione di disagio e donne sole con figli).

Tale richiesta è stata esaminata dal Gruppo di Lavoro “Villaggi di accoglienza” di cui alla dgr VII/19798/2004, e sono state formulate osservazione nel merito (si è ritenuto incompatibile la presen-za di donne sole con figli con gli altri soggetti previsti).

Tali osservazioni hanno indotto il Comune di Brescia a presentare un nuovo progetto gestionale in data 8 luglio 2009.

Con decreto dirigenziale del 26 ottobre 2009 n. 10930 si è preso atto del nuovo progetto gestionale che prevede il cambio dell’utenza destinataria del villaggio (da Sinti italiani a minori aventi provvedi-menti penali ed adulti in situazione di disagio) e, atteso che la finalità di “villaggio di accoglienza” previste dal bando iniziale sono state mantenute, si è confermato in complessivi €.985.842,58 il cofi-nanziamento regionale».

Interrogazione n. 2487, a firma del Consigliere Zamponi


Risposta dell’Assessore alla sanità, Luciano Bresciani

«Con riferimento all’interrogazione n. 2487, acquisita ogni utile informazione dalla competente Azienda Sanitaria Locale della Provincia di Milano 1, si precisa quanto segue.

Il Comune di Pero ha una superficie di 5kmq, è sito a nord-ovest della città di Milano e consta di 3 quartieri: Pero, Cerchiate e Cerchiarello. La popolazione è stabile nel tempo con 10.300 residenti (dato ISTAT, 1 gennaio 2007), e ha una densità di 2075 abitanti per kmq. I nuovi nati sono 100 all’anno, la popolazione 0-14 è di 1.300 unità. L’ambito di scelta pediatrica è rappresentato dai Comuni di Rho, Pero, Vanzago, Pogliano e Pregnanza.

I bambini nella fascia d’età 0-13 anni del Comune di Pero sono assistiti dalla Dott.ssa D.A.M., che assiste anche bambini di altri Comuni/frazioni dell’ambito, in parte da altri pediatri in ambulatori con sede in Comuni diversi.

Alla data odierna, complessivamente la Dott.ssa D.A.M. ha un carico assistiti pari a 990 minori, di cui 493 di età inferiore ai 6 anni e 87 con iscrizione a termine, ed ha’ quindi una considerevole dispo-nibilità di ulteriore pazienti.

Conseguentemente, poiché l’assistenza pediatrica è attualmente garantita nell’ambito territoriale di


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Pero da un pediatra di famiglia con disponibilità potenziale di nuovi iscritti, ai sensi dell’Accordo Col-lettivo Nazionale vigente non risulta ipotizzabile, allo stato attuale, l’inserimento di un pediatra nella frazione di Cerchiate. Solo nel momento in cui uno dei pediatri cesserà l’attività sarà possibile pubbli-care un posto vacante con il vincolo della sede ambulatoriale nella frazione di Cerchiate.

Evidenziando che attualmente non risulta alla Asl della Provincia di Milano 1 alcuna segnalazione in ordine a presunte carenze nell’assistenza pediatrica nella frazione di Cerchiate, la Asl stessa ha e-spresso l’intenzione di impegnarsi a verificare con i pediatri dell’ambito di riferimento un’eventuale disponibilità ad aprire, per almeno due volta la settimana, un ambulatorio nella frazione di Cerchiate, eventualmente con la collaborazione dell’Amministrazione Comunale, fermo restando che l’Accordo Collettivo Nazionale lascia al pediatra la facoltà di individuare, all’interno dell’ambito, l’ubicazione del proprio ambulatorio».

Interrogazione n. 2488, a firma dei Consiglieri Agostinelli e Squassina Osvaldo


Risposta dell’Assessore alle risorse, finanze e rapporti istituzionali, Romano Colozzi

«Con riferimento ai quesiti posti dalla interrogazione n. 2488, si evidenzia quanto segue.

Come prescritto dal Garante per la protezione dei dati personali con provvedimento del Giugno 2007 (deliberazione n. 17 del 19 aprile 2007) gli atti di natura endoprocedimentale delle procedure concorsuali (risultati di prove intermedie, elenchi ammessi a prove orali, punteggi riferiti a singoli ar-gomenti di esame ecc..) non devono essere pubblicati; ad ogni candidato deve essere fornita apposita codifica personale per la consultazione degli esiti delle proprie prove intermedie.

La struttura preposta della D.C. Organizzazione, Personale, Patrimonio e Sistema Informativo du-rante le fasi endoprocedimentali delle procedure concorsuali, ha dato corretta applicazione alle pre-scrizioni impartite dal Garante.

Ad ogni candidato, infatti, è stata consegnata apposita codifica personale da utilizzare durante le fa-si endoprocedimentali del concorso per la consultazione degli esiti delle proprie prove.

Alcuni candidati, in sede d’esame, hanno chiesto espressamente il rispetto della privacy così come sancito dal Garante e non è stata riscontrata alcuna obiezione da parte dei numerosi partecipanti alle prove concorsuali.

Gli esiti finali delle prove concorsuali (graduatoria finale) verranno resi noti attraverso l’integrale pubblicazione dei dati personali comuni (cognome, nome, data di nascita, punteggi conseguiti), così come previsto dalla normativa vigente in materia.

Si ricorda, infine, che il principio di trasparenza ex lege 241/90 e s.m.i., può essere fatto valere da-gli interessati in qualsiasi momento della procedura concorsuale attraverso semplice richiesta di acces-so agli atti».

Interrogazione n. 2496, a firma dei Consiglieri Agostinelli, Squassina Osvaldo, Storti, Oriani, Monguzzi e Muhlbauer


Risposta dell’Assessore alla sanità, Luciano Bresciani

«Con riferimento all’interrogazione n. 2496, si evidenzia quanto segue.


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La Regione Lombardia, ancora prima dell’emanazione del DPCM 1 aprile 2008, in attuazione del-l’Accordo Quadro sottoscritto nel 2002 con il Ministero della Giustizia, ha inteso garantire l’assistenza sanitaria ai detenuti negli Istituti Penitenziari lombardi approvando la DGR n. 13915 dell’1 agosto 2003.

II provvedimento aveva previsto che l’assistenza specialistica, non erogabile nei Centri clinici degli Istituti penitenziari, venisse garantita dalle Aziende Ospedaliere, e che l’assistenza farmaceutica fosse a carico del Servizio Sanitario Regionale fino a concorrenza complessiva di E 4.000.000/ anno.

Successivamente è entrata in vigore la lr n. 8/2005 “Disposizioni per la tutela delle persone ristrette negli istituti penitenziari della Regione Lombardia “, che pone tra le proprie finalità anche la realizza-zione di un piano di intervento in ambito sociale -formativo e volto ad incentivare l’inserimento lavo-rativo dei detenuti all’esterno degli Istituti Penitenziari e di progetti per la tutela della salute mentale.

Inoltre, in attuazione di quanto stabilito con il citato DPCM, la Regione ha approvato la DGR n. 8120 dell’1 ottobre 2008 “Sanità Penitenziaria - Prime determinazioni in ordine al trasferimento al SSN in attuazione del dpcm 1 aprile 2008”, con cui sono stati definiti gli indirizzi relativi al trasferi-mento del personale alle Aziende Ospedaliere nel cui territorio insistono gli Istituti Penitenziari e al Centro di Giustizia Minorile del Ministero della Giustizia. Ai sensi del citato atto le Aziende Ospeda-liere individuate sono tenute ad acquisire il personale sanitario già in carico all’Amministrazione peni-tenziaria, ad assicurare la continuità dei servizi sanitari in essere e dell’assistenza farmaceutica. La Di-rezione Generale Sanità ha poi provveduto, con decreto n. 4138 del 28 aprile 2009, ad istituire l’Osser-vatorio regionale sulla sanità penitenziaria, composto dalla Regione, dal Provveditorato della Ammini-strazione Penitenziaria e dal Centro di Giustizia Minorile del Ministero della Giustizia e finalizzato a definire il modello organizzativo della sanità penitenziaria, a monitorare i relativi processi organizza-tivi e a valutare l’efficienza degli interventi sanitari, garantendo nel contempo l’efficacia delle misure di sicurezza secondo quanto disposto dai provvedimenti vigenti in materia di sicurezza del detenuto e del personale sanitario.

Con successivo decreto della Direttore Generale Sanità n. 6270 del 23 giugno 2009 è stato definito il “Modello organizzativo per l’assistenza sanitaria negli Istituti Penitenziari in attuazione della DGR 8120/2008”.

Allo scopo di affrontare le criticità che possono emergere dalla acquisizione delle competenze in materia di sanità penitenziaria, la Direzione Generale Sanità incontra con regolarità le Aziende Ospe-daliere. La Regione è inoltre presente al tavolo tecnico interregionale istituito dalla Commissione Sa-lute con l’obiettivo di predisporre i documenti che hanno permesso l’approvazione, nell’ambito della Conferenza Unificata Stato/Regioni, dei seguenti accordi interistituzionali:

- 20 novembre 2008 “definizione di forme di collaborazione tra l’ordinamento sanitario e l’ordi-namento penitenziario e della giustizia minorile in attuazione dall’art. 7 del DPCM 1 aprile 2008”;

- 18 dicembre 2008 “riparto delle risorse finanziarie per l’anno 2008”;

- 29 aprile 2009 “Approvazione dello schema di convenzione per l’utilizzo da parte delle Azien-de Sanitarie dei locali adibiti all’esercizio delle funzioni sanitarie ai sensi dell’art. 4 comma 2 del DPCM 1 aprile 2008”;

- 29 ottobre 2009 “Accordo schema tipo di convenzione per le prestazioni medico-legali in favo-re del personale del Corpo della Polizia Penitenziaria”;

La Regione Lombardia è inoltre presente nel “Comitato paritetico interistituzionale” di cui all’art. 5 comma 2 del DPCM 1 aprile 2008, costituito nell’ambito della Conferenza Unificata per definire gli indirizzi per il superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.

Premesso quanto sopra in merito all’impegno della Regione Lombardia, si precisa, con riferimento ai quesiti contenuti nell’interrogazione, che:

1. L’impegno finanziario della Regione riguarda sia l’assunzione degli oneri per l’assistenza sani-taria da parte della Direzione Generale Sanità, in carenza dell’effettivo trasferimento dei finanziamenti


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da parte del Ministero della Giustizia (trasferimento previsto dallo stesso DPCM 1 aprile 2008), sia gli oneri a carico della Direzione Generale Famiglia per attività progettuali, assegnati con specifici prov-vedimenti approvati dalla Giunta regionale;

2. è in essere un’attività di monitoraggio (mediante incontri con cadenza mensile tra la Regione e le Aziende Ospedaliere) avente ad oggetto eventuali problemi che possano essere rilevati da parte del-le Aziende Ospedaliere per l’assistenza sanitaria ai detenuti;

3. l’attenzione al tema della salute mentale dei detenuti si traduce, come indicato nel citato decre-to 6270/2009, in specifiche convenzioni in atto tra il personale delle Aziende Ospedaliere e le Direzio-ni degli Istituti Penitenziari;

4. per quanto riguarda i rapporti tra Ospedali Psichiatrici Giudiziari e Dipartimenti di Salute men-tale, la Direzione Generale Sanità ha in programma di organizzare un incontro tra i responsabili dei Dipartimenti stessi e la Direzione dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Castiglione delle Stiviere, unico OPG che opera elusivamente con personale sanitario, al fine di favorire la presa in carico degli internati a fine pena da parte dei Dipartimenti di Salute Mentale stessi. Nell’ambito del Tavolo tecnico della Conferenza Stato-Regioni sono in via di definizione le Linee di indirizzo per costruire un piano d’azione di medio periodo che porti a ridurre le dimensioni degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e a definire un bacino d’utenza per ciascun Ospedale psichiatrico Giudiziario, che ridimensioni l’acco-glienza dei pazienti delle regioni limitrofe;

5. la Direzione Generale Sanità, con il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenzia-ria, ha costituito un tavolo tecnico per definire linee di indirizzo regionali per migliorare l’assistenza sanitaria ai detenuti negli Istituti Penitenziari, con particolare attenzione alla salute mentale».

Interrogazione n. 2507, a firma dei Consiglieri Spreafico, Mirabelli, Viotto, Prina, Civati, Concor-dati, Tosi e Gaffuri


Risposta dell’Assessore alle reti e servizi di pubblica utilità, Massimo Buscemi

«In risposta alla interrogazione n. 2507 si comunica quanto segue.

1- Il software di calcolo per la certificazione energetica, CENED+ è operativo dall’agosto 2009 e ha consentito nei trenta giorni successivi all’entrata in vigore della procedura di calcolo di cui al De-creto n. 5796 la chiusura di oltre 7.000 pratiche di certificazione energetica. In poco più di un mese ol-tre 2300 professionisti, pari a circa il 32% dei Soggetti certificatori iscritti in Lombardia, ha già chiuso una pratica di certificazione con il nuovo strumento di calcolo CENED+. Gli oltre 7.000 professionisti abilitati alla redazione degli attestati di certificazione energetica sul territorio regionale sono supporta-ti, nell’utilizzo del software di calcolo, da un contact center gestito da Cestec SpA e operativo tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 16.30. Inoltre, al fine di chiarire qualsiasi dubbio circa l’utilizzo dell’applicativo sono stati predisposti: un esaustivo manuale d’uso, una guida accessibile dal software stesso e delle FAQ ad hoc disponibili sul sito www.cened.it. Infine si sono tenuti due seminari formativi che hanno visto la partecipazione di oltre 500 professionisti e i cui atti sono stati resi disponibili a tutti, tramite filmati video ‘e slide, sul sito www.cened.it. Ulteriori seminari sono già stati programmati, su tutto il territorio regionale, a partire da gennaio 2010.

2- La procedura di calcolo di cui al Decreto n. 5796 è conforme al quadro tecnico di riferimento comunitario. L’aggiornamento della procedura di calcolo regionale di cui al Decreto n. 5796 nasce dall’esigenza di uniformare, per quanto possibile, il metodo di calcolo per la certificazione energetica degli edifici di regione Lombardia a quanto disposto dalle recenti Linee guida nazionali di cui al De-creto 26 giugno 2009. All’Allegato A (articolo 3, comma 1), al punto 5.1 del Decreto nazionale, viene specificato che al fine del calcolo degli indici di prestazione energetica dell’edificio è necessario


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l’utilizzo delle norme UNI/TS 11300. Sebbene le norme UNI/TS siano costituite da 4 parti ad oggi, sono disponibili la parte 1 e 2. Per consentire a tutti i professionisti lombardi di modellizzare sistemi “edificio-impianti” complessi, Regione Lombardia, supportata da CESTEC SpA che si è avvalsa an-che della collaborazione del Politecnico di Milano, ha lavorato alla stesura di una procedura di calcolo il più possibile esaustiva e conforme al quadro normativo nazionale introducendo, nelle more delle norme UNI/TS: 11300, ulteriori algoritmi mutuati dalle norme CEN.

3- L’esigenza di definire una procedura di calcolo regionale nasce nel 2007 a seguito della man-canza di procedure di calcolo consolidate a livello nazionale. Il quadro normativo nazionale risulta, come si evince dal punto precedente, ancora deficitario in quanto le norme UNI/TS risultano ad oggi incomplete (mancano due norme su quattro). Condensare in un unico documento tutti gli algoritmi di calcolo del processo di certificazione così come ha fatto Regione Lombardia ha permesso agli utenti di servirsi di un unico e esaustivo documento che ha consentito ai certificatori di evitare l’acquisto di ol-tre 60 norme tecniche per lo più in lingua inglese. Il lavoro di consulenza svolto dal Politecnico di Mi-lano a supporto di CESTEC SpA e volto a completare le parti ancora mancanti delle norme UNI/TS: 11300, parti 3 e 4, ha comportato per l’Organismo di accreditamento un costo complessivo pari a 50.000 euro.

4- Al fine di supportare i professionisti lombardi, Regione Lombardia ha messo a disposizione di tutti gli utenti interessati un software di calcolo per la certificazione energetica gratuito. CENED+ im-plementa gli oltre 380 algoritmi di calcolo di cui al Decreto n. 5796. CESTEC SpA al fine di consenti-re agli utenti una più ampia scelta nell’utilizzo del software di calcolo ha reso disponibile, tramite il si-to internet www.cened.it, le specifiche del caso così da consentire alle diverse software house di pro-durre applicativi che possano generare file di interscambio dati compatibili con il Sistema CENED. Qualunque software house può dunque rendere disponibile un applicativo in grado di implementare la procedura di calcolo di Regione Lombardia. CESTEC SpA si è resa disponibile a partecipare ad incon-tri con tali società così da chiarire loro quanto necessario per la realizzazione di applicativi capaci di generare file di interscambio dati con il catasto energetico CENED. Si evidenzia come le recenti Linee guida nazionali di cui al Decreto 26 giugno 2009, all’Allegato A (articolo 3, comma 1), punto 5.1, sta-bilivano come il CTI, a partire dalla data di pubblicazione del Decreto stesso, avrebbe messo a dispo-sizione il foglio di calcolo che costituisce il riferimento applicativo delle norme UNI/TS. Ad oggi que-sto foglio di calcolo non è ancora disponibile. Infine si evidenzia come sia intenzione di Regione Lombardia formalizzare una richiesta al più presto al CTI per la validazione del software CENED+.

5- Il servizio di consulenza tecnico scientifica e assistenza agli enti locali e ai soggetti certificatori, di cui al punto 17.1 della DGR VIII/8745 del 22 dicembre 2008, è una funzione che spetta all’Organi-smo di accreditamento. Per il servizio di cui sopra CESTEC SpA non richiede agli utenti alcun corri-spettivo. La consulenza viene da CESTEC SpA tramite un servizio di contact center (servizio telefoni-co e mail), mediante seminari ad hoc e per mezzo di documenti (manuali, filmati video, slide) resi di-sponibili sul sito www.cened.it».

Progetto di legge n. 424

Art. 1 (Fondo di garanzia per attività delle Esco. Riscossione e introito delle sanzioni regionali in materia di certificazione energetica - Modifiche alla lr n. 24/2006 e alla lr 10/2009)

1. Alla legge regionale 11 dicembre 2006, n. 24 (Norme per la prevenzione e la riduzione delle emissioni in atmosfera a tutela della salute e dell’ambiente) sono apportate le seguenti modifiche:

a) dopo il comma 4 quater dell’articolo 25 è aggiunto il seguente:

“4 quinquies. La Regione promuove l’attività delle Esco di cui all’articolo 2, comma 1, lettera i), del d.lgs. 115/2008, finalizzate alla realizzazione di interventi per l’uso razionale


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dell’energia e la diffusione di fonti rinnovabili, ed istituisce un fondo di garanzia per favorire, nei limiti di intensità di aiuto previsti dalla Unione Europea, l’accesso al credito da parte delle società medesime. L’importo del fondo è determinato con legge di bilancio e la sua gestione è affidata alla società Centro lombardo per lo sviluppo tecnologico e produttivo dell’artigianato e delle piccole imprese s.p.a. (Cestec s.p.a), in base a condizioni definite dalla Giunta regiona-le.”;

b) al comma 17 nonies dell’articolo 27 è aggiunto, in fine, il seguente periodo:

“Le sanzioni irrogate da Cestec s.p.a. ai sensi del presente comma vengono riscosse ed introita-te dalla stessa società, che si assume anche le spese per l’organizzazione dei controlli e l’applicazione delle sanzioni. Per lo svolgimento delle attività di controllo e di riscossione delle sanzioni, Cestec s.p.a. può avvalersi di altri soggetti appartenenti al sistema regionale, anche ai sensi dell’articolo 1, comma 2, lettera a) della legge regionale 27 dicembre 2006, n. 30 (Dispo-sizioni legislative per l’attuazione del documento di programmazione economico-finanziaria regionale, ai sensi dell’articolo 9 ter della legge regionale 31 marzo 1978, n. 34 “Norme sulle procedure della programmazione, sul bilancio e sulla contabilità della Regione - collegato 2007”).”.

2. Alla legge regionale 29 giugno 2009, n. 10 (Disposizioni in materia di ambiente e servizi di in-teresse economico generale - Collegato ordinamentale) è apportata la seguente modifica:

a) i commi 1 e 2 dell’articolo 14 sono abrogati.

Art. 2 (Modifiche all’art. 28 sexies della lr 34/1978)

1. Alla legge regionale 31 marzo 1978, n. 34 (Norme sulle procedure della programmazione, sul bilancio e sulla contabilità della Regione) sono apportate le seguenti modifiche:

a) alla lettera a) del comma 3 dell’articolo 28 sexies dopo le parole “non superiore ai 5.000 abi-tanti” sono inserite le parole “, agli enti gestori delle aree protette, agli enti gestori dei siti di Rete Natura 2000”;

b) alla lettera b) del comma 3 dell’articolo 28 sexies le parole “previste dalla legge regionale 5 a-prile 1976, n. 8 (Legge forestale regionale), così come modificata ed integrata dalla legge re-gionale 22 dicembre 1989, n. 80 (Integrazioni e modifiche della legge regionale 5 aprile 1976, n. 8 “Legge forestale regionale” e dell’articolo 4 della legge regionale 27 gennaio 1977, n. 9 “Tutela della vegetazione nei parchi istituiti con legge regionale”) sono sostituite dalle parole “di rinaturalizzazione o comunque volte al miglioramento e alla conservazione della biodiver-sità;”.

Art. 3 (Modifiche all’art. 46 della LCR 142/2009)

1. Alla LCR n. 142 del 24 novembre 2009 (Testo unico delle leggi regionali in materia di edilizia residenziale pubblica) sono apportate le seguenti modifiche:

a) al comma 1 dell’articolo 46 è aggiunto, infine, il seguente periodo: “Possono derogare al limite di vendita gli enti proprietari solo qualora tale limite non consenta di alienare nemmeno un singolo edificio per intero ed i Comuni con popolazione inferiore a 10.000 abitanti.”;

b) l’ultimo periodo del comma 3 dell’articolo 46 è sostituito dal seguente:

“Qualora il programma di valorizzazione abbia ad oggetto interi edifici, si applicano le proce-dure previste ai commi da 8 a 11; è fatta salva la possibilità per gli enti proprietari di ricorrere a tali procedure qualora il programma di valorizzazione abbia ad oggetto unità abitative collocate in condominio con proprietari privati.”.


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Art. 4 (Promozione e sostegno della banda larga)

1. La Regione promuove lo sviluppo e la diffusione delle infrastrutture per l’informazione digitale ad alta connettività, quale strumento per accrescere la libera circolazione delle informazioni, la qualità e la quantità dei servizi accessibili via web e, conseguentemente, per favorire la competitività territo-riale nonché la riduzione degli spostamenti che alimentano il traffico.

2. Le azioni regionali possono essere rivolte anche ad incentivare l’aggregazione della domanda, al fine di incrementare l’offerta dei servizi e l’implementazione di infrastrutture di nuova generazione.

3. Alle spese per le finalità di cui al presente articolo si provvede, nei limiti di intensità di aiuto previsti dalla Unione Europea, con le risorse stanziate alla UPB 6.3.1.3.151 “Reti e servizi di pubblica utilità” dello stato di previsione delle spese del bilancio per l’esercizio finanziario 2010 e successivi.

Art. 5 (Norme finanziarie in materia di infrastrutture)

1. Alle spese derivanti dalla realizzazione della variante di Morbegno dallo svincolo di Cosio allo svincolo del Tartano lungo la S.S. n. 38 dello Stelvio si fa fronte con le risorse stanziate all’UPB 6.1.98.3.350 “Riqualificazione, potenziamento e sviluppo delle infrastrutture viarie nel territorio re-gionale” dello stato di previsione delle spese del bilancio per l’esercizio finanziario 2010 e successivi. Si fa fronte con le medesime risorse e rispetto ai medesimi esercizi finanziari anche al fine di sostenere gli impegni assunti dalla Regione per la partecipazione:

a) all’accordo di programma “per la definizione e il coordinamento degli interventi conseguenti alla realizzazione degli insediamenti commerciali previsti nel comune di Segrate ed al connes-so adeguamento del sistema di mobilità della zona «Linate - Idroscalo» con la definizione e il coordinamento degli interventi infrastrutturali connessi alla localizzazione dell’insediamento polifunzionale all’interno delle aree ex dogana” e specificatamente per la riqualifica ed il po-tenziamento delle strade provinciali Rivoltana e Cassanese;

b) agli accordi di programma per la realizzazione della Tangenziale Est Esterna di Milano e il po-tenziamento del sistema della mobilità dell’est milanese e nord lodigiano nonché del collega-mento autostradale di connessione tra le città di Milano e Brescia (Bre.Be.Mi.);

c) al protocollo di intesa per la riqualificazione e il potenziamento del sistema viabilistico delle province di Cremona e Mantova del 13 febbraio 2003 con riferimento alla realizzazione di ope-re infrastrutturali complementari e connesse all’autostrada regionale Cremona – Mantova.

Art. 6 (Disposizioni finanziarie in materia di protezione civile - Modifiche alla lr 16/2004)

1. Alla legge regionale 22 maggio 2004, n. 16 (Testo unico delle disposizioni regionali in materia di protezione civile) sono apportate le seguenti modifiche:

a) dopo l’articolo 5 è inserito il seguente:

“Articolo 5 bis (Anticipazione dei rimborsi)

1. Al fine di abbreviare i termini per l’erogazione dei rimborsi previsti dagli articoli 9 e 10 del decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 2001, n. 194 (Regolamento recante nuova disciplina della partecipazione delle organizzazioni di volontariato alle attività di protezione civile), la Regione, tenuto conto delle proprie disponibilità finanziare, può anticipare quanto dovuto a favore dei datori di lavoro e delle organizzazioni di volontariato, per le attivazioni che essa stessa abbia effettuato su richiesta del Dipartimento nazionale di protezione civile, previo riconoscimento da parte del medesimo Dipartimento dei rimborsi da erogare. Per le attivazioni diverse da quelle previste al precedente periodo, tale disposizione si applica se l’attivazione è stata tempestivamente comunicata alla Regione e ritenuta ammissibile al rimborso dal Dipar-timento nazionale della Protezione civile, direttamente informato dalla Regione.

2. Per le organizzazioni direttamente convenzionate con la Regione per finalità di pronto im-


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piego in caso di emergenza, ai sensi dell’articolo 4, commi 3 e 5, l’istruttoria delle richieste di rimborso è svolta dalla Regione. In tutti gli altri casi, l’istruttoria è svolta dalle province nell’ambito delle attività di cui all’articolo 3, comma 1, lettera b). Le province sono responsa-bili dell’istruttoria che svolgono sulle istanze di rimborso, curano la conservazione dei fascicoli presso i propri uffici e trasmettono alla Regione i consuntivi alla chiusura dell’esercizio finan-ziario.

3. La Regione effettua verifiche a campione presso le province in ordine alla regolarità dei rimborsi che le stesse hanno disposto.”;

b) dopo il comma 1 dell’articolo 10 sono inseriti i seguenti:

“1 bis. Agli oneri derivanti dall’applicazione dell’articolo 5 bis, comma 1, si fa fronte con le ri-sorse stanziate all’UPB 4.3.1.2.11 “Sistema regionale di Protezione Civile” dello stato di previ-sione delle spese del bilancio per l’esercizio finanziario 2010 e successivi.

1 ter. Agli oneri connessi al finanziamento degli interventi urgenti nonché al finanziamento de-gli interventi necessari per favorire il ritorno alle normali condizioni di vita nelle aree colpite da eventi calamitosi, di cui all’articolo 108, comma 1, lettera a) rispettivamente numeri 2) e 4), del d.lgs. 112/1998, si fa fronte con le risorse stanziate all’UPB 4.1.1.3.387 “Prevenzione dei rischi” dello stato di previsione delle spese del bilancio per l’esercizio finanziario 2010 e suc-cessivi. La Giunta regionale disciplina le modalità di erogazione dei finanziamenti di cui al presente comma.”.

Art. 7 (Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bol-lettino ufficiale della Regione Lombardia.

(Per le tabelle vedasi atti n. 17259 presso l’archivio del Consiglio regionale)

Emendamenti approvati relativi al progetto di legge n. 424

Emendamento n. 18 a firma del Consigliere Bordoni

«All’art. 1, comma 1, dopo il comma 4 dell’art. 25 è aggiunto il seguente comma:

“In considerazione delle finalità della normativa in materia di certificazione energetica degli edifi-ci, sono esonerati dagli obblighi di certificazione le unità immobiliari prive dell’impianto di riscalda-mento ed in particolare quelle aventi le seguenti destinazioni d’uso:

a) box e autorimesse anche multipiano;

b) cantine e locali adibiti a deposito;

c) strutture temporanee autorizzate per non più di sei mesi.

L’obbligo di certificazione energetica non si applica altresì agli edifici dichiarati inagibili, nonché a quelli esistenti concessi in locazione abitativa a canone sociale, vincolato o convenzionato ed in parti-colare a quelli destinati all’edilizia residenziale pubblica, qualunque sia il proprietario di proprietà di Comuni, Aler ed altri operatori dell’edilizia residenziale pubblica”».


«All’art. 1, comma 1, lett. b, dopo le parole “Cestec SpA può avvalersi di altri soggetti” aggiungere “anche”».


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«All’art. 3, alla fine del comma 3, aggiungere:

“Al fine di contrastare lo spopolamento delle terre alte e di territori non montani, che presentano significative condizioni di svantaggio, nei piccoli comuni montani, individuati dalla DGR VII/19319 del 12 novembre 2004, allegato B nonché nei piccoli comuni non montani che presentano analoghe condizioni di sviluppo socio-economico e infrastrutturale, individuati dalla suddetta DGR nell’allegato A, ove risulta essere presente un numero limitato di alloggi di edilizia residenziale pubblica, è consen-tita la cessione anche parziale dei fabbricati interessati, garantendo il mantenimento in locazione agli inquilini che non manifestano l’interesse all’acquisto”».

Emendamento n. 4 a firma dei Consiglieri Mirabelli, Adamoli, Concordati, Prina, Tosi, Cipriano e Muhlbauer

«All’art. 3, comma 1, aggiungere la seguente lettera c):

“c) alla lettera b), del comma 8 dell’art. 46, della LCR 142/2009, sono soppresse le seguenti parole: per gli assegnatari ultrasessantacinquenni e per i nuclei familiari assegnatari che comprendono una o più persone con handicap grave ai sensi dell’art. 3 della legge 104/1992”».

Emendamento n. 11 a firma dei Consiglieri Mirabelli, Adamoli, Concordati, Prina, Tosi, Cipriano e Muhlbauer

«All’art. 3, dopo l’art. 3, aggiungere il seguente articolo 3 quinquies (Modifiche all’art. 37 della LCR 142/2009):

“3 quinquies. Al comma 5 dell’art. 37 della LCR 142/2009, sostituire le parole ‘31 dicembre 2009’ con le parole ‘31 dicembre 2010’, ed aggiungere dopo le parole ‘di cui al presente capo’ le parole ‘re-diga una relazione da presentare alla Commissione competente’”».

Relazione del Consigliere Cecchetti al progetto di legge n. 425 - Finanziaria 2010

«Con la legge finanziaria, secondo quanto previsto dal comma 3 dell’art. 9 ter della lr n. 34/78, si provvede ad autorizzare spese relative ad interventi di parte corrente e spese di investimento, necessa-rie per la realizzazione degli obiettivi individuati in sede di programmazione.

Con la stessa si provvede, inoltre, a rifinanziare le leggi regionali di settore e ad autorizzare le spe-se previste nei collegati.

Le spese autorizzate trovano allocazione e copertura finanziaria nel bilancio annuale e pluriennale.

Facciamo ora una breve analisi dei singoli commi dell’articolo 1 “Finanziamento di leggi regionali e riduzione di autorizzazioni di spesa”.

I commi dall’1 al 6 fanno riferimento alle tabelle allegate alla legge finanziaria e precisamente:

- la tabella A provvede a rifinanziare leggi regionali per un importo complessivo nel triennio pa-ri a 1.793,4 milioni di euro, di cui 590,4 milioni di euro nel 2010; 440,3 milioni di euro nel 2011 e 762,7 milioni di euro nel 2012.

- la tabella B dispone riduzioni di autorizzazioni di spesa per 46,8 milioni di euro, di cui 41,6 milioni di euro per l’esercizio 2010 e 5,2 milioni di euro per l’esercizio 2011.

- la tabella C comprende gli importi da inserire in bilancio in relazione alle autorizzazioni di spe-se pluriennali e fornisce il quadro complessivo della programmazione pluriennale.


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Le spese pluriennali possono riferirsi a programmi pluriennali di intervento frazionabili in più anni o in alternativa a spese per opere o interventi la cui esecuzione si protrae per più esercizi.

Per questi ultimi interventi è data la possibilità, attraverso il riferimento all’art. 25 della lr 34/78, di stipulare i contratti ed assumere obbligazioni per l’intero importo della somma indicata nel triennio.

Gli interventi pluriennali previsti dalla tabella C prevedono complessivamente spese per 1.902,8 milioni di euro di cui 654,2 milioni di euro per il 2010, 627,2 milioni di euro per il 2011 e 621,4 mi-lioni di euro per il 2012.

Le spese nel loro complesso (sia nuove autorizzazioni che già autorizzate) per il triennio 2010/2012 sono per la parte corrente pari a 622,6 milioni di euro, di cui 255,2 milioni di euro per il 2010, 192,4 milioni di euro per il 2011 e 175 milioni di euro per il 2012 e per la parte in capitale di 1.952,5 milioni di euro di cui 740,0 milioni di euro per il 2010, 586,1 milioni di euro per il 2011 e 626,4 milioni di eu-ro per il 2012.

I commi 7 e 8 riguardano l’istituzione rispettivamente di 2 nuovi fondi:

- il fondo per la ripresa economica-sociale, di parte corrente da attivarsi a sostegno di bisogni imprevisti e connessi alla crisi economico-finanziaria;

- il fondo per il concorso regionale al finanziamento di interventi, in capitale, previsti da accordi di programma sottoscritti dalla Regione.

Il comma 9 regola le modalità di utilizzo di entrambi i fondi.

Con la legge regionale 6 novembre 2009, n. 23 “Variazioni al bilancio per l’esercizio finanziario 2009 ed al bilancio pluriennale 2009/2011 a legislazione vigente e programmatico - II provvedimento di variazione” è stato istituito il Fondo per il patto di stabilità territoriale.

Con il comma 10 della presente legge si descrivono le modalità di quantificazione (ai sensi dell’art. 7, comma 8, del decreto legge 10 febbraio 2009, n. 5 convertito con modificazioni, dalla legge 9 aprile 2009, n. 33) e le modalità di utilizzo (ai sensi dell’art. 40 della lr 34/78) di suddetto Fondo.

Al comma 11 la norma integra l’elenco dei fondi regionali già istituiti, aggiungendo a questi il fon-do per l’innovazione e l’imprenditorialità del settore dei servizi alle imprese - FIMSER , per i quali la copertura delle spese di gestione è autorizzata a valere sulle disponibilità del fondo stesso.

Infine, il comma 12 prevede un contributo in conto esercizio a Infrastrutture Lombarde SpA (IL-SPA)».

Verbali di votazione

Votazione n. 1 - verifica - emendamento n. 18 - art. 1 - PDL n. 424 ADAMOLI Giuseppe Assente AGOSTINELLI Mauro Assente ALBONI Roberto Presente ARIZZI Lucia Presente AROSIO Edgardo Presente BELOTTI Daniele Presente BENIGNI Giuseppe Presente - Richiedente BONETTI BAROGGI Alberto Presente BONFANTI Battista Assente BONI Davide Assente BORDONI Giovanni Presente BORGHINI Gian Pietro Assente


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BOSCAGLI Giulio Presente BUSCEMI Massimo Assente CATTANEO Raffaele Presente CE’ Alessandro Assente CECCHETTI Fabrizio Assente CIPRIANO Marco Assente CIVATI Giuseppe Assente COLUCCI Alessandro Assente CONCORDATI Gianfranco Assente DALMASSO Sveva Assente DE CAPITANI Giulio Presente - Presidente DEMARTINI Lorenzo Assente FABRIZIO Maria Grazia Assente FATUZZO Elisabetta Assente FERRAZZI Luca Daniel Presente FERRETTO CLEMENTI Silvia Presente FIORI Francesco Assente FORMIGONI Roberto Assente FROSIO Giosue’ Presente GAFFURI Luca Assente GALLI Stefano Assente GALLINA Mauro Presente GIAMMARIO Giuseppe Angelo Assente GUINDANI Dionigi Assente LIGASACCHI Vanni Presente LOTTINI Antonella Presente LUCCHINI Enzo Presente MACCARI Carlo Presente - Segretario MACCONI Pietro Presente MAIOLO Antonella Assente MAULLU Stefano Giovanni Congedo MIRABELLI Franco Assente MONGUZZI Carlo Assente MORETTI Enio Assente MUHLBAUER Luciano Assente NICOLI CRISTIANI Franco Assente ORIANI Ardemia Maria Pia Assente PEDRAZZI Fortunato Assente PERONI Margherita Presente PISANI Domenico Assente PONZONI Massimo Assente PORCARI Carlo Presente - Richiedente PRINA Francesco Assente PROSPERINI Pier Gianni Assente QUADRINI Gianmarco Presente RAIMONDI Marcello Assente RINALDIN Gianluca Presente RIZZI Monica Assente ROSSONI Giovanni Assente RUFFINELLI Luciana M. Presente SAFFIOTI Carlo Assente SALA Mario Assente


88

SAPONARO Marcello Assente SARFATTI Riccardo Assente SCOTTI Mario Presente SPREAFICO Carlo Assente SQUASSINA Arturo Assente SQUASSINA Osvaldo Assente STORTI Alberto Assente TOSI Stefano Natale Assente USLENGHI Domenico Congedo VALENTINI PUCCITELLI Paolo Presente VALMAGGI Sara Presente - Segretario VIOTTO Antonio Presente - Richiedente ZAMBETTI Domenico Assente ZAMPONI Stefano Assente ZANELLO Massimo Assente ZUFFADA Sante Assente Votazione n. 2 - verifica - emendamento n. 18 - art. 1 - PDL n. 424 ADAMOLI Giuseppe Assente AGOSTINELLI Mauro Assente ALBONI Roberto Presente ARIZZI Lucia Presente AROSIO Edgardo Presente BELOTTI Daniele Presente BENIGNI Giuseppe Assente BONETTI BAROGGI Alberto Presente BONFANTI Battista Presente - Segretario - Richiedente BONI Davide Assente BORDONI Giovanni Presente BORGHINI Gian Pietro Assente BOSCAGLI Giulio Presente BUSCEMI Massimo Presente CATTANEO Raffaele Presente CE’ Alessandro Presente CECCHETTI Fabrizio Presente CIPRIANO Marco Presente - Richiedente CIVATI Giuseppe Assente COLUCCI Alessandro Assente CONCORDATI Gianfranco Assente DALMASSO Sveva Assente DE CAPITANI Giulio Presente - Presidente DEMARTINI Lorenzo Presente FABRIZIO Maria Grazia Assente FATUZZO Elisabetta Assente FERRAZZI Luca Daniel Presente FERRETTO CLEMENTI Silvia Presente FIORI Francesco Presente FORMIGONI Roberto Assente FROSIO Giosue’ Presente GAFFURI Luca Assente GALLI Stefano Presente


89

GALLINA Mauro Presente GIAMMARIO Giuseppe Angelo Presente GUINDANI Dionigi Assente LIGASACCHI Vanni Presente LOTTINI Antonella Presente LUCCHINI Enzo Assente MACCARI Carlo Presente - Segretario MACCONI Pietro Presente MAIOLO Antonella Assente MAULLU Stefano Giovanni Congedo MIRABELLI Franco Assente MONGUZZI Carlo Assente MORETTI Enio Presente MUHLBAUER Luciano Assente NICOLI CRISTIANI Franco Presente ORIANI Ardemia Maria Pia Assente PEDRAZZI Fortunato Assente PERONI Margherita Presente PISANI Domenico Assente PONZONI Massimo Assente PORCARI Carlo Presente - Richiedente PRINA Francesco Assente PROSPERINI Pier Gianni Assente QUADRINI Gianmarco Presente RAIMONDI Marcello Presente RINALDIN Gianluca Presente RIZZI Monica Presente ROSSONI Giovanni Presente RUFFINELLI Luciana M. Presente SAFFIOTI Carlo Presente SALA Mario Presente SAPONARO Marcello Assente SARFATTI Riccardo Assente SCOTTI Mario Presente SPREAFICO Carlo Assente SQUASSINA Arturo Assente SQUASSINA Osvaldo Assente STORTI Alberto Assente TOSI Stefano Natale Assente USLENGHI Domenico Congedo VALENTINI PUCCITELLI Paolo Presente VALMAGGI Sara Assente VIOTTO Antonio Assente ZAMBETTI Domenico Presente ZAMPONI Stefano Assente ZANELLO Massimo Presente ZUFFADA Sante Presente Votazione n. 3 - appello nominale - emendamento n. 22 - art. 5 - PDL n. 424 ADAMOLI Giuseppe Assente AGOSTINELLI Mauro Sì


90

ALBONI Roberto No ARIZZI Lucia No AROSIO Edgardo Sì - Richiedente BELOTTI Daniele Sì BENIGNI Giuseppe Astenuto BONETTI BAROGGI Alberto No BONFANTI Battista Sì - Segretario BONI Davide Assente BORDONI Giovanni No BORGHINI Gian Pietro Assente BOSCAGLI Giulio No BUSCEMI Massimo No CATTANEO Raffaele No CE’ Alessandro Sì CECCHETTI Fabrizio Sì - Richiedente CIPRIANO Marco Sì CIVATI Giuseppe Sì COLUCCI Alessandro Assente CONCORDATI Gianfranco Astenuto DALMASSO Sveva No DE CAPITANI Giulio Sì - Presidente DEMARTINI Lorenzo Sì FABRIZIO Maria Grazia Sì FATUZZO Elisabetta Assente FERRAZZI Luca Daniel No FERRETTO CLEMENTI Silvia Sì FIORI Francesco Sì FORMIGONI Roberto Assente FROSIO Giosue’ Sì GAFFURI Luca Astenuto GALLI Stefano Sì - Richiedente GALLINA Mauro Sì GIAMMARIO Giuseppe Angelo No GUINDANI Dionigi Sì LIGASACCHI Vanni No LOTTINI Antonella No LUCCHINI Enzo No MACCARI Carlo No - Segretario MACCONI Pietro Sì MAIOLO Antonella No MAULLU Stefano Giovanni Congedo MIRABELLI Franco Sì MONGUZZI Carlo Sì - Richiedente MORETTI Enio Assente MUHLBAUER Luciano Sì NICOLI CRISTIANI Franco No ORIANI Ardemia Maria Pia Astenuto PEDRAZZI Fortunato Astenuto PERONI Margherita No PISANI Domenico Assente PONZONI Massimo Assente PORCARI Carlo Astenuto


91

PRINA Francesco Sì PROSPERINI Pier Gianni Assente QUADRINI Gianmarco No RAIMONDI Marcello No RINALDIN Gianluca Assente RIZZI Monica Sì ROSSONI Giovanni No RUFFINELLI Luciana M. Sì SAFFIOTI Carlo No SALA Mario No SAPONARO Marcello Sì - Richiedente SARFATTI Riccardo Sì SCOTTI Mario No SPREAFICO Carlo Assente SQUASSINA Arturo Sì SQUASSINA Osvaldo Sì STORTI Alberto Assente TOSI Stefano Natale Assente USLENGHI Domenico Congedo VALENTINI PUCCITELLI Paolo No VALMAGGI Sara Astenuto VIOTTO Antonio Astenuto ZAMBETTI Domenico Assente ZAMPONI Stefano Assente ZANELLO Massimo Sì ZUFFADA Sante No Votazione n. 4 - appello nominale - votazione finale PDL n. 424 ADAMOLI Giuseppe Assente AGOSTINELLI Mauro No ALBONI Roberto Sì ARIZZI Lucia Sì AROSIO Edgardo Sì BELOTTI Daniele Sì BENIGNI Giuseppe No BONETTI BAROGGI Alberto Sì BONFANTI Battista No - Segretario BONI Davide Assente BORDONI Giovanni Sì BORGHINI Gian Pietro Sì BOSCAGLI Giulio Sì BUSCEMI Massimo Sì CATTANEO Raffaele Sì CE’ Alessandro No CECCHETTI Fabrizio Assente CIPRIANO Marco No CIVATI Giuseppe No COLUCCI Alessandro Sì CONCORDATI Gianfranco No DALMASSO Sveva Sì DE CAPITANI Giulio Sì - Presidente


92

DEMARTINI Lorenzo Sì FABRIZIO Maria Grazia No FATUZZO Elisabetta Assente FERRAZZI Luca Daniel Sì FERRETTO CLEMENTI Silvia Assente FIORI Francesco Sì FORMIGONI Roberto Assente FROSIO Giosue’ Sì GAFFURI Luca No GALLI Stefano Sì GALLINA Mauro Sì GIAMMARIO Giuseppe Angelo Assente GUINDANI Dionigi No LIGASACCHI Vanni Sì LOTTINI Antonella Sì LUCCHINI Enzo Sì MACCARI Carlo Sì - Segretario MACCONI Pietro Sì MAIOLO Antonella Sì MAULLU Stefano Giovanni Congedo MIRABELLI Franco No MONGUZZI Carlo No MORETTI Enio Sì MUHLBAUER Luciano No NICOLI CRISTIANI Franco Sì ORIANI Ardemia Maria Pia No PEDRAZZI Fortunato No PERONI Margherita Sì PISANI Domenico Assente PONZONI Massimo Assente PORCARI Carlo No PRINA Francesco No PROSPERINI Pier Gianni Assente QUADRINI Gianmarco Sì RAIMONDI Marcello Sì RINALDIN Gianluca Sì RIZZI Monica Sì ROSSONI Giovanni Sì RUFFINELLI Luciana M. Sì SAFFIOTI Carlo Assente SALA Mario Sì SAPONARO Marcello No SARFATTI Riccardo No SCOTTI Mario Sì SPREAFICO Carlo Assente SQUASSINA Arturo No SQUASSINA Osvaldo No STORTI Alberto Assente TOSI Stefano Natale No USLENGHI Domenico Congedo VALENTINI PUCCITELLI Paolo Sì VALMAGGI Sara Assente


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VIOTTO Antonio No ZAMBETTI Domenico Assente ZAMPONI Stefano Assente ZANELLO Massimo Sì ZUFFADA Sante Sì

SEDUTA DI MARTEDÌ 15 DICEMBRE 2009 · Atti consiliari Regione Lombardia VIII LEGISLATURA -...

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