Secondo le stime della FAO (Food and Agricultural ... · In ogni caso prima di mangiare un alimento...

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Secondo le stime della FAO (Food and Agricultural Organization),vengono pro-dotte circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo all’anno. Di queste, il 22% è la parte che va a finire nella pattumiera mentre il resto va perduto lungo la filiera alimen-tare (produzione, raccolta, trasformazione e distribuzione). Alla fine, quasi un terzo del cibo prodotto finisce con l’essere sprecato, Ma quali sono le principali cause dello spreco alimentare?L’impatto maggiore viene dall’agricoltura. A causa di alcuni limiti nella conser-vazione e nel trasporto delle derrate alimentari, ma anche per situazioni clima-tiche e surplus produttivo.Spesso i prodotti agricoli da albero non vengono raccolti, ”o sono invenduti e destinati all’eliminazione del circuito commerciale, ma ancora perfettamente commestibili; oppure i prodotti agricoli non sono compatibili con l’alimenta-zione umana;

SPRECO DI CIBO? COSA FARE?Consigli pratici per evitare lo spreco alimentare

i pasti non serviti dagli esercizi di ristorazione e di somministrazione collettiva ancora integri; le derrate alimentari ancora in perfetto stato di conservazione nonché prossime alla data di scadenza. Anche il dover seguire delle norme e degli standard molto stringenti costringo-no a buttare parecchio del cibo.Inoltre ci sono gli scarti,che avvengono durante i processi di trasformazione alimentare. Anche qui il vincolo principale è dato da limiti tecnici.Errori di previsione delle scorte e degli ordini, imballaggi deteriorati e strategie di marketing sono poi i fattori che contribuiscono allo spreco alimentare nella fase distributiva.Infine, si arriva al consumatore. Gli sprechi di cibo domestici sono legati soprattutto all’acquisto di quantità ec-cessive di alimenti e ad una scarsa pianificazione domestica delle scorte. Altri fattori sono l’abituale errato calcolo delle porzioni. Oppure una conservazione sbagliata o troppo lunga.

Il Waste Resources Action Program(programma di azione sulle risorse dei Rifiuti) propone una definizione di food waste(lo spreco alimentare) che distingue lo spreco di cibo in:• evitabile (cibo e bevande finiti in spazzatura ma ancora edibili, come pezzi

di pane, mele, carne, ecc.)• possibilmente evitabile (cibo e bevande che alcune persone consumano e

altre persone no; ma anche il cibo che può essere consumato se cucinato, per esempio la buccia di patate)

• inevitabile (ossa di carne, gusci d’uovo ecc.).E’ quindi necessario sottolineare che anche nelle mura domestiche, non tutti i cibi che finiscono nella spazzatura sono recuperabili.In Italia ed anche nella nostra regione il tema dello spreco alimentare è diventa-to di cruciale importanza anche perché considerato la causa di ricadute econo-miche, ambientali e sociali negative e in quanto tema strettamente correlato al concetto di sostenibilità.

Infatti, emerge che una quota significativa dello spreco alimentare è riconduci-bile al comportamento dei consumatori individuali e delle famiglie e si consuma quindi, non nei ristoranti o nella filiera della grande distribuzione, ma tra le mura domestiche. Bisogna poi sottolineare che la Calabria è tra le regioni più segnate dalla crisi economica e con un’alta percentuale di famiglie costrette a vivere sotto, o al limi-te, della soglia di povertà. Sono numerose le famiglie che non sono nemmeno in condizione di fare la spesa quotidianamente.Da qui nasce l’esigenza di fornire un’informazione volta a promuovere stili di vita corretti, così come comportamenti individuali che mirino ad arginare il fe-nomeno dello spreco, e allo stesso tempo, che tutelino la salute dei consumatori (es. corretta conservazione dei cibi, scadenze etc.).

Il problema dello spreco alimentare è diventato così rilevante da meritare l’at-tenzione del legislatore. La legge 19/08/2016 n° 166”Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi” è è stata concepita appunto per contrastare questo fenomeno. Come facilmente intuibile, la legge facilita il recupero e la donazione di beni alimentari (ma anche farmaceutici) a favore di soggetti attivi nella sfera della solidarietà. Che non operano cioè con scopi di lucro.Se in Italia la Legge del 19 agosto 2016 n.166 e’ stata un grande incentivo per la lotta agli sprechi alimentari nelle fasi di produzione, trasformazione, distri-buzione e somministrazione dei prodotti, molto ancora deve essere fatto per sensibilizzare i cittadini/consumatori.

La nuova legge sullo spreco alimentare

• favorire il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari a fini di soli-darietà sociale, destinandole in via prioritaria all’utilizzo umano;

• favorire il recupero e la donazione di prodotti farmaceutici e di altri prodotti a fini di solidarietà sociale;

• contribuire alla limitazione degli impatti negativi sull’ambiente e sulle ri-sorse naturali mediante azioni volte a ridurre la produzione di sprechi e a promuovere il riuso e il riciclo al fine di estendere il ciclo di vita dei prodotti;

• contribuire al raggiungimento degli obiettivi generali stabiliti dal Program-ma nazionale di prevenzione dei rifiuti e dal Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare previsto dal medesimo Programma nonché alla ri-duzione della quantità dei rifiuti biodegradabili avviati allo smaltimento in discarica;

• contribuire ad attività di ricerca, informazione e sensibilizzazione dei con-sumatori e delle istituzioni sulle materie oggetto della presente legge, con particolare riferimento alle giovani generazioni.

Occorre realizzare alcuni obiettivi prioritari che la legge si propone, in partico-lare:

Ma veniamo al fenomeno delle cosiddette eccedenze alimentari.Le raccolte di prodotti alimentari in eccesso secondo l’obiettivo della legge an-dranno destinate in via prioritaria al consumo da parte degli indigenti.I prodotti non più commestibili vanno invece destinati ad animali (se idonei) o a compostaggio. La legge prevede anche una attuazione attraverso regolamenti specifici per gli enti gestori di mense (scolastiche, ospedaliere o aziendali che siano) al fine di coinvolgerli nella lotta allo spreco alimentareIn quest’ottica, il presente progetto , intende promuovere una cultura di rispetto del cibo, che ne sottolinei il valore in senso culturale e non solo economico.Per promuovere dei reali cambiamenti nelle abitudini di acquisto, conservazione e consumo del cibo, è infatti necessario che i consumatori percepiscano i vantag-gi dell’attuare comportamenti virtuosi per la riduzione dello spreco, vantaggi che non sono solo economici e di salvaguardia della loro salute, ma anche ambien-tali. Inoltre, riteniamo che sia importante che i consumatori, si sentano coinvolti in una catena virtuosa, nella quale tutti gli attori si impegnino attivamente nel combattere gli sprechi alimentari, ognuno nei propri ambiti e secondo le proprie competenze.

In particolare le famiglie devono essere coinvolte. Esse infatti rimangono in Ita-lia e soprattutto in Calabria il luogo per eccellenza, dove viene trasmessa ai più giovani, la cultura del cibo, le abitudini comportamentali correlate all’acquisto, conservazione e modalità di consumo del cibo stesso. Occorre pertanto rendere il consumatore consapevole delle proprie scelte e dei propri comportamenti (positivi e negativi) al fine di promuovere l’adozione, nel quotidiano, di buone pratiche comportamentali Ma . come evitare lo spreco ali-mentare: le buone praticheOgni individuo può sentirsi personalmente responsabile del destino degli ali-menti che acquista, preoccupandosi di non favorire questa tendenza negativa verso lo sperpero.Ecco allora alcuni utili consigli contro lo spreco alimentare.1. Check up della dispensa e del frigo. Una prima strategia ottimale per cercare di evitare lo sperpero di alimenti consiste nel verificare attentamente cosa occor-re comprare. Per tanto è utile fare una perlustrazione nel frigo ed in dispensa al fine di non acquistare altri articoli già presenti in casa.

2. Rotazione e ordine.La verifica delle scorte alimentari disponibili andrà fatta di tanto in tanto per non lasciar accumulare cibi dello stesso tipo, che rischiano di scadere e finire nella spazzatura. Per questo è bene mantenere scaffali, frigorifero e freezer ordi-nati e applicare una periodica rotazione per far avanzare quelli con la scadenza più prossima.3. Organizzare la spesa.Una volta che ci si è assicurati di non comprare cibi superflui o già presenti in casa, si può procedere con la spesa. La spesa va comunque attentamente pianifi-cata, pensando alle esigenze nel breve termine. Un ottimo stratagemma consiste nella compilazione di un’accurata lista della spesa, deterrente anche contro l’ac-quisto di articoli non indispensabili avvistati sugli scaffali. 3X2, sconto del 50% sono formule quasi irresistibili.E così riempiamo il carrello senza rifletterci tanto. La prima domanda da porsi, prima di farcire una dispensa che potrebbe sfamare una famiglia per mesi, è: ma ci servono davvero questi prodotti? La seconda, non meno importante: sono alimenti a lunga conservazione o deperibili? E quando scadono? Se stanno per scadere, e per questo sono scontati, siamo certi di riuscire a finirli in un periodo ragionevole?

4. Regalare il cibo in eccesso.Quando, per varie circostanze (partenze o mancato consumo), ci si accorge di non riuscire a consumare il cibo in scadenza, forse è il caso di regalarlo a chi po-trà prontamente utilizzarlo In mancanza di parenti, conoscenti o vicini di casa, si può sempre optare per i siti di raccolta del Banco Alimentare.

5. Conservare bene gli alimenti.La facilità con cui si spreca il cibo è spesso dovuta alle difficoltà incontrate nel conservarlo nel modo migliore. Occorre allora cercare di organizzare gli ali-menti facendo attenzione a quelli più facilmente deperibili, che potranno essere cucinati e congelati, se a rischio di eliminazione. E’ altresì importante leggere bene le etichette che, insieme alla data di scadenza, indicano anche quali siano le condizioni migliori in cui riporre quell’alimento. Per prima cosa occorre distinguere tra la dicitura “da consumarsi entro” e quella “da consumarsi preferibilmente entro” (o termine minimo di consumo, ).

La prima si applica a cibi deperibili, perciò la data è abbastanza tassativa. La se-conda indica una scadenza più elastica; si applica a biscotti, pasta, riso ecc: supe-rata quella sono ancora buoni, al massimo le gallette o i cracker diventano molli. Da considerare poi che più la scadenza è lunga più c’è tolleranza nel consumo e viceversa; è il caso dello scatolame, che se non è rigonfio o ammaccato ha presu-mibilmente conservato bene il suo contenuto. In ogni caso prima di mangiare un alimento scaduto bisogna valutarne l’odore e l’aspetto, quindi assaggiarne una piccola porzione; se ci sono muffe, eliminarlo.Alcuni cibi poi hanno una certa tolleranza. Per fare qualche esempio:Lo yogurt p regge ancora per 5-7 giorni; diventa però più acidulo e comincia a perdere i fermenti.L’olio resiste qualche mese in più se ben conservato.Panettone e pandoro tengono per un altro mesetto, mentre caffè, tè, tisane perdo-no via via l’aroma. Miele, aceto e sale non scadono, ma le conserve casalinghe si!

6. Riutilizzare alcuni ‘rifiuti’.Anche alcuni residui di cibo possono evitare di finire prontamente nella pattu-miera poiché presentano altre possibili modalità di impiego. E’ il caso, ad esem-pio, del limone, utile, ad esempio, da applicare per l’igiene di alcune superfici ca-salinghe. Oppure i fondi di caffè, ottimi tra le altre cose per fertilizzare il terreno del vostro orto in casa.7. Ricette creative.Avanzi o ingredienti sfusi possono del resto talvolta rappresentare gli elementi ideali per dare sfogo alla propria creatività ed inventare ricette innovative, gu-stose ed originali scongiurando anche il rischio di aumentare il volume dell’im-mondizia.8. Non esagerare con le porzioni a tavola.Per scongiurare lo spreco alimentare è bene anche abituarsi a ridurre la quantità di cibo nel piatto. In questo modo avremo un occhio di riguardo non solo per la linea. Ma ci riserveremo la possibilità di fare un ‘bis’ il giorno successivo con la porzione conservata.

Infine in tutta Italia, come in Europa si sta assistendo al fenomeno dell’incre-mento delle cd famiglie monocomponente. Secondo alcune ricerche condotte dalle associazioni dei consumatori, i single hanno una maggiore incidenza della spesa di alimenti, in quanto hanno la ne-cessità di acquistare maggiori quantità di cibo a causa della mancanza di formati adeguati, che comunque, anche quando disponibili risultano essere più cari di quelli tradizionali. Questo comporta la necessità di stoccare e gestire maggiori quantità di cibo con il rischio di deperimento e di sprechi. La strategia di comunicazione che adotteremo con il presente progetto prevede la messa in campo di diversi strumenti per raggiungere il maggior numero di consumatori:Innanzitutto la creazione presso le sedi delle associazioni coinvolte di sportelli dedicati ai cittadini dove verranno fornite informazioni con l’obiettivo di auto-valutare i propri comportamenti e migliorare le conoscenze in materia di sprechi alimentari. In tal modo, i consumatori potranno tenere un diario per valutare le proprie abitudini, imparare a gestirle per limitare gli sprechi.

Verrà realizzata un’apposita app per i consumatori che verrà denominata….. Grazie a questro strumento, utilizzabile da qualsiasi dispositivo mobile i con-sumatori potranno verificare i prodotti che rimangono in negozio che possono essere acquistati in offerta. L’App,realizzata anche con la collaborazione dei rivenditori che vorranno aderi-re, sarà scaricabile gratuitamente ed offrirà una concreta opportunità per appli-care, nella vita quotidiana di tutti i giorni, i metodi di prevenzione degli sprechi descritti nella guida della campagna.Oltre a ciò gli strumenti cartacei, come la presente guida, avranno larga diffusio-ne sul territorio regionale grazie all’attività di supporto delle sedi territoriali del-le associazioni coinvolte, che, attraverso appositi sportelli informativi potranno raggiungere gli utenti più anziani (che in genere non cercano informazioni su internet).Sarà previsto un evento, con l’obiettivo sensibilizzare ed informare il consuma-tore, con la partecipazione di esperti e di personale adeguatamente formato sui temi del progetto. Tutte le attività del progetto verranno pubblicate sul sito www.calabrianews.it.

Presentano

Nell’ambito del progetto denominato

“FOOD SHARING, LO SPRECO UTILMENTE CONDIVISO”Realizzato nell’ambito del programma generale

di intervento della Regione Calabria con l’utilizzo dei fondidel Ministero dello Sviluppo Economico Ripartizione 2015