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Carissimi confratelli e consorelle accompagnatori/trici dei gruppi missionari e voi giovani che vivete le esperienze di servizio in terra di missione, Abbiamo pensato di «costruire» questo libretto perchè i momenti di condivisione, di preghiera personali e di gruppo possano «segnare» il nostro andare incontro ai poveri. Questo piccolo sussidio non ha la pretesa di essere esaustivo, ma vuole aiutarci ad approfondire il tema della missionarietà in chiave salesiana… Lasciandoci guidare dai sogni missionari di Don Bosco per educarci ed educare alla PACE! I 5 sogni missionari di Don Bosco scandiscono in 5 tappe l’esperienza Ogni tappa puo’ contenere: Voce della Chiesa: la Pace come rispetto dei diritti e dei doveri dell’uomo attraverso stralci dell’Enciclica « Pacem in Terris » di Giovanni XXIII (scritta l’11 aprile 1963) di cui quest’anno ricorre il 45° anniversario e messaggi annuali per la Giornata Mondiale della Pace (di Paolo VI e di Giovanni PaoloII) Parola di Dio Preghiamo: salmo Preghiamo preghiera Voce dei Testimoni: con riflessioni riprese da Monsignor Tonino Bello, da Annalena Tonelli missionaria uccisa in Somalia nel 2003, Chiara Lubich fondatrice del Movimento dei Focolari (morta il 14 marzo 2008), Jean Vanier fondatore dell’Arca. Vi proponiamo la seguente struttura: STRUTTURA DELLA PREGHIERA Segno della croce Canto 1

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Page 1: sdl.sdb.orgsdl.sdb.org/greenstone/collect/italian/index/assoc/HASH... · Web viewAbbiamo pensato di «costruire» questo libretto perchè i momenti di condivisione, di preghiera personali

Carissimi confratelli e consorelle accompagnatori/trici dei gruppi missionari e voi giovani che vivete le esperienze di servizio in terra di missione,

Abbiamo pensato di «costruire» questo libretto perchè i momenti di condivisione, di preghiera personali e di gruppo possano «segnare» il nostro andare incontro ai poveri.

Questo piccolo sussidio non ha la pretesa di essere esaustivo, ma vuole aiutarci ad approfondire il tema della missionarietà in chiave salesiana… Lasciandoci guidare dai sogni missionari di Don Bosco per educarci ed educare alla PACE!

I 5 sogni missionari di Don Bosco scandiscono in 5 tappe l’esperienza

Ogni tappa puo’ contenere:

Voce della Chiesa: la Pace come rispetto dei diritti e dei doveri dell’uomo attraverso stralci dell’Enciclica

« Pacem in Terris » di Giovanni XXIII (scritta l’11 aprile 1963) di cui quest’anno ricorre il 45° anniversario e messaggi annuali per la Giornata Mondiale della Pace (di Paolo VI e di Giovanni PaoloII)

Parola di Dio

Preghiamo: salmo

Preghiamo preghiera

Voce dei Testimoni: con riflessioni riprese da Monsignor Tonino Bello, da Annalena Tonelli missionaria uccisa in Somalia nel 2003, Chiara Lubich fondatrice del Movimento dei Focolari (morta il 14 marzo 2008), Jean Vanier fondatore dell’Arca.

Vi proponiamo la seguente struttura:

STRUTTURA DELLA PREGHIERASegno della croce Canto1. Riflessione del Magistero della ChiesaSpazio di silenzio2. Parola di DioRiflessione3. Salmo o preghiera4. Voce dei testimoni

VIVIAMO INSIEME quest’esperienza missionaria estiva: Essere SEGNI della Presenza della Pace del Risorto unirà Nord e Sud, dall’America Latina all’Africa, all’Est Europa all’Italia!!!

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Torino, Festa di Pentecoste 11 maggio 2008 Don Luca Barone sdb

Suor Anna Maria Geuna fma Donatella Bosa

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Primo sogno missionario: la PATAGONIAQuesto è il sogno che decise Don Bosco a iniziare l’apostolato missionario dei suoi figli

Salesiani. Lo ebbe nel 1872 e lo raccontò per la prima volta a Pio IX nel marzo del 1876; in seguito ne ripeté il racconto anche ad alcuni Salesiani.

«Mi parve, disse, di trovarmi in una regione selvaggia e affatto sconosciuta. Era un’immensa pianura tutta incolta, nella quale non si scorgevano né colline né monti. (...)Vidi in essa turbe di uomini che la percorrevano. Erano quasi nudi, di un’altezza e statura straordinaria, di un aspetto feroce, con i capelli ispidi e lunghi, di colore abbronzato e nerognolo, e solo vestiti di larghi mantelli di pelli di animali, che loro scendevano dalle spalle. Avevano per armi una specie di lunga lancia e la fionda.

Queste turbe di uomini, sparse qua e là, offrivano allo spettatore scene diverse: questi correvano dando la caccia alle fiere; quelli portavano conficcati sulle punte delle lance pezzi di carne sanguinolenta. (...)Da una parte gli uni si combattevano tra di loro, altri venivano alle mani con soldati vestiti all’europea, e il terreno era sparso di cadaveri. Io fremevo a quello spettacolo; ed ecco spuntare all’estremità della pianura molti personaggi, i quali, dal vestito e dal modo di agire, conobbi missionari di vari Ordini.

Io li fissai ben bene, ma non ne conobbi alcuno. (...) Intanto vedo in lontananza un drappello di altri missionari che si avvicinavano ai selvaggi con volto ilare, preceduti da una schiera di giovinetti.

Io tremavo pensando: Vengono a farsi uccidere.

E mi avvicinai a loro: erano chierici e preti. Li fissai con attenzione e li riconobbi per nostri Salesiani. I primi mi erano noti, e sebbene non abbia potuto conoscere personalmente molti altri che seguivano i primi, mi accorsi essere anch’essi Missionari Salesiani, proprio dei nostri.

Come va questo? - esclamavo.

Non avrei voluto lasciarli andare avanti ed ero lì per fermarli. Mi aspettavo da un momento all’altro che incorressero la stessa sorte degli antichi Missionari. Volevo farli tornare indietro, quando vidi che il loro comparire mise in allegrezza tutte quelle turbe di barbari, le quali abbassarono le armi, deposero la loro ferocia e accolsero i nostri Missionari con ogni segno di cortesia.

Meravigliato di ciò, dicevo fra me: Vediamo un po’ come ciò andrà a finire!

E vidi che i nostri Missionari si avanzavano verso quelle orde di selvaggi; li istruivano ed essi ascoltavano volentieri la loro voce; insegnavano ed essi mettevano in pratica le loro ammonizioni. Stetti a osservare, e mi accorsi che i Missionari recitavano il santo Rosario, mentre i selvaggi, correndo da tutte le parti, facevano ala al loro passaggio e di buon accordo rispondevano a quella preghiera.

Dopo un poco i Salesiani andarono a disporsi al centro di quella folla che li circondò, e s’inginocchiarono. I selvaggi, deposte le armi per terra ai piedi dei Missionari, piegarono essi pure le ginocchia. (...)

Dapprima Don Bosco credette che fossero i popoli dell’Etiopia, poi pensò ai dintorni di Hong-Kong, quindi alle genti delle Indie; solo nei 1874, quando ricevette i più pressanti inviti di

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mandare i Salesiani in Argentina, conobbe chiaramente che i selvaggi veduti in sogno erano gli indigeni di quella immensa regione, allora quasi sconosciuta, che era la Patagonia. (...)

(Memorie Bibliografiche di Don Bosco vol. X, pag. 53ss)

1° VAI DISCEPOLO DEI TEMPI NUOVI…

In una convivenza ordinata e feconda va posto come fondamento il principio che ogni essere umano è persona cioè una natura dotata di intelligenza e di volontà libera; e quindi è soggetto di diritti e di doveri che scaturiscono immediatamente e

simultaneamente dalla sua stessa natura: diritti e doveri che sono perciò universali, inviolabili, inalienabili.

(Pacem In Terris Lettera Enciclica Giovanni XXIII, cap. I n°. 5)

Dal Libro della Genesi 12, 1 - 5Il Signore disse ad Abram: «Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo

padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra».Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran. Abram dunque prese la moglie Sarai, e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano acquistati in Carran e tutte le persone che lì si erano procurate e si incamminarono verso il paese di Canaan.

Preghiera di invioE tu discepolo dei tempi nuovi mescolati tra la gente,

tra i tuoi amici di sempre, confonditi con loro e sii presenza. Più che parlare, vivi, più che insegnare, agisci.Mescolati tra la gente, tra i tuoi amici di sempre,tra chi è odiato perché pensa diverso, perché veste, diverso, perché parla diverso… tra chi è amareggiato perché non riceve giustizia, tra chi è nel dubbio perché non trova la verità, tra chi piange, perché tradito, ignorato, non amato…E allora va’ Discepolo dei tempi nuovi,va’ come Maria, che si è mescolata con la sua gente per portare Gesù, l’amore della sua vita e che Lui possa divenire anche per te, l’Amore capace di riempire la tua esistenza. Amen.

(S.Agostino)

Mi chiamo Annalena Tonelli. Sono nata in Italia, a Forlì, il 2 Aprile 1943. Lavoro in sanità da trent’anni, ma non sono medico; sono laureata in legge in Italia; sono

abilitata all’insegnamento della lingua inglese nelle scuole superiori in Kenya. Ho certificati e diplomi di controllo della tubercolosi in Kenya, di Medicina Tropicale e Comunitaria in Inghilterra, di Leprologia in Spagna. Lasciai l’Italia nel gennaio del 1969 e da allora vivo a servizio dei Somali. Sono trent’anni di condivisione. Ho sempre vissuto con loro, a parte piccole interruzioni in altri paesi per cause di forza maggiore. Scelsi di essere per gli altri: i poveri, i sofferenti, gli abbandonati, i non amati, che ero una bambina e così sono stata e confido di continuare a essere fino alla fine della mia vita. Volevo seguire solo Gesù Cristo. Null’altro mi interessava così fortemente: Cristo e i poveri in Cristo. Per Lui feci una scelta di povertà radicale, anche se povera come un vero povero - come i poveri di cui è piena ogni mia giornata - io non potrò essere mai. Vivo a servizio senza un nome, senza la sicurezza di un ordine religioso, senza appartenere a nessuna organizzazione, senza uno stipendio, senza

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un salario, senza versamento di contributi volontari per quando sarò vecchia. Sono non sposata, perché così scelsi nella gioia quando ero giovane. Volevo essere tutta per Dio.

(Da http://www.we-are-church.org/it/attual/Testimonianza.Annalena.Tonelli.htm: stralci di un’intervista rilasciata in Italia nel dicembre 2001)

2° CHE COS’E’ L’UOMO?…

Ogni essere umano ha il diritto all’esistenza, all’integrità fisica, ai mezzi indispensabili e sufficienti per un dignitoso tenore di vita, specialmente per quanto riguarda

l’alimentazione, il vestiario, l’abitazione, il riposo, le cure mediche, i servizi sociali necessari; ed ha quindi il diritto alla sicurezza in caso di malattia, di invalidità, di vedovanza, di vecchiaia, di disoccupazione, e in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.

(Pacem In Terris Lettera Enciclica Giovanni XXIII, cap. I n°. 7)

Salmo 8O Signore, nostro Dio,

quanto è grande il tuo nomesu tutta la terra: * sopra i cieli si innalza la tua magnificenza.

Con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, *per ridurre al silenzio nemici e ribelli.

Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, *la luna e le stelle che tu hai fissate,che cosa è l'uomo perché te ne ricordi, *il figlio dell'uomo perché te ne curi?

Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, *di gloria e di onore lo hai coronato:gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, *tutto hai posto sotto i suoi piedi;

tutti i greggi e gli armenti, *tutte le bestie della campagna;gli uccelli del cielo e i pesci del mare, *che percorrono le vie del mare.

O Signore, nostro Dio, *quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!

A cori alterni, si recita questo Padre nostro «colorato» di globalizzazione.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, sia santificato da uomini e donne, vecchi e bambini, ricchi e, soprattutto, poveri. Che nessuno debba mai disprezzare il tuo nome, spinto dalla violenza degli altri.Venga il tuo regno: come regno di verità e giustizia, di amore e pace.

Che ne goda soprattutto chi si sente escluso e abbandonato. Sia fatta la tua volontà, come in cielo, così in terra. Si compia nella nostra vita e ovunque le tue creature lottano e sperano; soprattutto là dove si decide per altre persone.

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Dacci oggi il nostro pane quotidiano: e a noi il pane soltanto. Perché siamo talmente sazi, da non accorgerci di chi non ha nemmeno quello. Ai tanti impoveriti dalla miseria dona cibo, medicine, istruzione e una vita più dignitosa.

Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori: insegnaci a perdonare; a non usare due pesi e due misure. Insegnaci a condonare il debito che strangola i poveri, a superare l'offensivo divario tra i prezzi delle loro materie prime e quelli dei nostro commercio.

Non ci indurre in tentazione: soprattutto dacci la forza di conoscere il male e chiamarlo per nome; di resistere a tutto ciò che cancella sul nostro volto la tua immagine, che è Amore.Ma liberaci dal male: da ogni male, da ogni struttura di peccato, da ogni strumento di morte, da ogni logica che ci rende non-fratelli, non tuoi figli.

Liberaci, per il Figlio, mandato a noi come agnello mansueto a dare la vita e che un giorno tornerà, perché tu sia tutto in tutti. Perché tuo è il Regno, la potenza e la gloria nei secoli. Amen.

3° OGNI ESSERE UMANO HA IL DIRITTO…

Ogni essere umano ha il diritto al rispetto della sua persona; alla buona riputazione; alla libertà nella ricerca del vero, nella manifestazione del pensiero e nella sua diffusione, nel coltivare l’arte, entro i limiti consentiti dall’ordine morale e dal bene comune; e ha il diritto all’obiettività nella informazione. Ognuno ha il diritto di onorare Dio secondo il dettame della retta coscienza; e quindi il diritto al culto di Dio privato e pubblico.

(Pacem In Terris Lettera Enciclica Giovanni XXIII, cap. I n°. 8)

Dal Vangelo secondo Marco 8,1 - 9In quei giorni, essendoci di nuovo molta folla che non aveva da mangiare, chiamò a

sé i discepoli e disse loro: “Sento compassione di questa folla, perché già da tre giorni mi stanno dietro e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle proprie case, verranno meno per via; e alcuni di loro vengono di lontano». Gli risposero i discepoli: “E come si potrebbe sfamarli di pane qui, in un deserto?”. E domandò loro: “Quanti pani avete?”. Gli dissero: “Sette”. Gesù ordinò alla folla di sedersi per terra. Presi allora quei sette pani, rese grazie, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; dopo aver pronunziata la benedizione su di essi, disse di distribuire anche quelli. Così essi mangiarono e si saziarono; e portarono via sette sporte di pezzi avanzati. Erano circa quattromila. E li congedò.

Preghiera per il lavoro quotidiano

O Signore, nelle cui mani è la salute, io mio inginocchio davanti a te perché ogni dono buono e perfetto da te deve provenire.Ti prego: concedi abilità alla mia mano, una chiara visione alla mia mente, gentilezza e comprensione al mio cuore.Concedimi sincerità d'intenti e la forza di sollevare almeno una parte dei fardelli di questi sofferenti e fiduciosi uomini.E concedimi di realizzare il compito che mi spetta.Togli dal mio cuore ogni colpa e impaccio, così che, con la fede di un fanciullo, possa confidare in Te.

(Madre Teresa)

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4° DALLA TESTA AI PIEDI …

I diritti naturali testé ricordati sono indissolubilmente congiunti, nella stessa persona che ne è il soggetto, con altrettanti rispettivi doveri; e hanno entrambi nella legge naturale, che li conferisce o che li impone, la loro radice, il loro alimento, la loro forza indistruttibile. Il diritto, ad esempio, di ogni essere umano all’esistenza è connesso con il suo dovere di conservarsi in vita; il diritto ad un dignitoso tenore di vita con il dovere di vivere dignitosamente; e il diritto alla libertà nella ricerca del vero è congiunto con il dovere di cercare la verità, in vista di una conoscenza della medesima sempre più vasta e profonda.

(Pacem In Terris Lettera Enciclica Giovanni XXIII, cap. I n°. 14)

Dal Vangelo secondo Giovanni 13,1 - 9.14Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo». Gli disse Simon Pietro: «Non mi laverai mai i piedi!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!». Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri.

Una volta, nello scrivere una Lettera alla mia Diocesi, decisi di darle proprio questo titolo: “La Quaresima: dalla testa ai piedi”. Dalla testa, per lo shampoo di cenere che

ci viene fatto il Mercoledì santo. Ai piedi perché dopo la lavanda dei piedi finisce la Quaresima e comincia il triduo pasquale.Dalla testa ai piedi: un cammino abbastanza lungo. Non si tratta di percorrere il metro e mezzo o i due metri della nostra altezza, ma di andare dalla testa propria ai piedi degli altri. Un cammino lungo, molto lungo! Cenere e acqua, inoltre, sono gli ingredienti del bucato di una volta, simboli di penitenza e di servizio. Gesù ha compiuto proprio questo gesto. La sera del Giovedì santo, si è alzato, è andato verso gli Apostoli e ha preso loro i piedi per lavarli.Anche i piedi di Pietro che non voleva. Povero Pietro, non voleva farsi servire pensava forse, che Gesù, più che fargli il lavaggio dei piedi, volesse fargli una lavata di testa!. Poi Gesù è andato da Giovanni e da Giuda. Ha lavato anche i piedi di Giuda, quei piedi che non sono riusciti ad entrare nell'immaginario della gente. Perché? Perché siamo stati più colpiti dalle labbra di Giuda? Dal bacio traditore di quelle labbra protese come due ventose sul volto di Gesù? Tutti i pittori, da Giotto a Salvatore Fiume, si sono sbizzarriti ad allungare quelle labbra. I piedi di Giuda, invece, penzolanti sul crepaccio dopo la sua impiccagione, non hanno avuto molta fortuna. Eppure sono stati anch'essi lavati da Gesù, e sono stati lavati per noi, per la gente che sbaglia, per la gente che pecca, per la gente che torna...

(La nostra riuscita è il servizio - Don Tonino Bello)

5° FA’ DI ME UNO STRUMENTO…

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Gli esseri umani, essendo persone, sono sociali per natura. Sono nati quindi per convivere e operare gli uni a bene degli altri. Ciò richiede che la convivenza umana sia ordinata, e quindi che i vicendevoli diritti e doveri siano riconosciuti ed attuati; ma richiede pure che ognuno porti generosamente il suo contributo alla creazione di ambienti umani, in cui diritti e doveri siano sostanziati da contenuti sempre più ricchi. Non basta, ad esempio, riconoscere e rispettare in ogni essere umano il diritto ai mezzi di sussistenza: occorre pure che ci si adoperi, secondo le proprie forze, perché ogni essere umano disponga di mezzi di sussistenza in misura sufficiente.

(Pacem In Terris Lettera Enciclica Giovanni XXIII, cap. I n°.16)

Dal Vangelo secondo Marco 9,30 - 37Partiti di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse.Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà». Essi però non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni.Giunsero intanto a Cafàrnao. E quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo lungo la via?». Ed essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro:«Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

Signore, mettici al servizio dei nostri fratelli che vivono e muoiono nella povertà

e nella fame in tutto il mondo.Affidali a noi oggi; dà loro il pane quotidiano insieme al nostro amore pieno di comprensione, di pace, di gioia.Signore, fai di me uno strumento della tua pace, affinché io possa portare l'amore dove c'è l'odio, lo spirito del perdono dove c'è l'ingiustizia, l'armonia dove c'è la discordia, la verità dove c'è l'errore, la fede dove c'è il dubbio, la speranza dove c'è la disperazione, la luce dove ci sono ombre, e la gioia dove c'è la tristezza. Signore, fa' che io cerchi di confortare e non di essere confortata, di capire, e non di essere capita, e di amare e non di essere amata, perché dimenticando se stessi ci si ritrova, perdonando si viene perdonati e morendo ci si risveglia alla vita eterna. (Madre Teresa)

Secondo sogno missionario: attraverso l’AmericaQuesto secondo sogno missionario

che Don Bosco fece a San Benigno Canavese nel 1883, è una rappresentazione allegorica, ricca di elementi profetici, dell’avvenire delle Missioni Salesiane nell’America del Sud. Don Bosco lo raccontò

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il 4 settembre ai membri del Terzo Capitolo Generale. Don Lemoyne lo mise subito per iscritto e Don Bosco lo completò e lo ritoccò.

Se ne possono distinguere tre grandi sequenze:

Dopo una breve introduzione, Don Bosco dice di trovarsi in una grande sala, dove parecchie persone sconosciute parlano delle Missioni. Qui è riconosciuto dal figlio del Conte Colle di Tolone.’ Nella forma più strana il giovane gli fa contemplare, da quel la sala, l’esteso campo di missione dell’America del Sud preparato per i Salesiani.

In compagnia del giovane, Don Bosco fa un viaggio attraverso tutta l’America del Sud, fino alla Patagonia, dove trova al lavoro i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice. Data la lunghezza, lo presentiamo alquanto ridotto.

Chiudiamo tra parentesi le aggiunte posteriori, fatte da Don Lemoyne dopo aver udito chiarimenti da Don Bosco. «Era la notte che precedeva la festa di S. Rosa da Lima (30 Agosto) e io ho fatto un sogno. Mi pareva di entrare in una sala di trattenimento, dove erano molte persone che parlavano della moltitudine di selvaggi, che nell’Australia, nelle Indie, nella Cina, nell’Africa e più particolarmente nell’America sono tuttora sepolti nell’ombra della morte.

Luigi Colle, figlio del conte Luigi Fleury Colle di Tolone, morto ivi nel 1882, in tenera età giovane angelico che, ricevuti gli ultimi sacramenti, sorridendo aveva esclamato:

«Vado in paradiso; me l’ha detto Don Bosco». Dopo la sua santa morte, apparve più volte a Don Bosco, che ne scrisse la vita, uscita l’anno dopo la morte col titolo: Biographie du jeune Luis Fleury Colle par Jean Bosco, prétre. Disse uno:

Che quantità di idolatri vivono infelici e lontani dalla conoscenza del vangelo nella sola America! Gli uomini si pensano (e i geografi s’ingannano) che le Cordigliere di America siano come un muro che divide quella gran parte del mondo. Non è così. Quelle lunghissime catene di alte montagne fanno molti seni di mille e più chilometri in sola lunghezza.

In essi vi sono selve non mai visitate, vi sono piante, animali, e poi vi sono pietre di cui colà si scarseggia. Carbon fossile, piombo, rame, ferro, argento e oro stanno nascosti in quelle montagne, nei siti dove furono collocati dalla mano potente del Creatore a beneficio degli uomini, O Cordigliere, Cordigliere! Quanto mai è ricco il vostro Oriente!

In quel momento mi sentii preso da vivo desiderio di chiedere spiegazione di più cose, e di interrogare chi fossero quelle persone colà raccolte, e in quale luogo io mi trovassi. Perciò chiesi:

Ditemi, di grazia: siamo a Torino, a Londra, a Madrid, a Parigi? E voi chi siete?

Ma tutti quei personaggi rispondevano vagamente discorrendo delle Missioni.

In quel mentre si avvicinò a me un giovanotto sui 16 anni, ama bile per sovrumana bellezza e tutto raggiante di viva luce più chiara di quella del sole. Il suo vestito era intessuto con celestiale ricchezza e il suo capo era cinto di un berretto a foggia di corona, tempestato di brillantissime pietre preziose. Fissandomi con sguardo benevolo, mi dimostrava un interesse speciale. Il suo sorriso esprimeva un affetto di irresistibile attraenza. Mi chiamò per nome, mi prese per mano e incominciò a parlarmi della Congregazione Salesiana.

Io ero incantato al suono di quella voce. A un certo punto l’interruppi:

Con chi ho l’onore di parlare? Favoritemi il vostro nome.

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Ve lo direi il mio nome se facesse bisogno; ma non occorre perché mi dovete conoscere.

Così dicendo sorrideva.

Fissai meglio quella fisionomia cinta di luce. Oh, quanto era bella! E riconobbi allora in lui il figlio del Conte Fiorito Colle di Tolone, insigne benefattore della nostra casa e specialmente delle nostre Missioni Americane.

Questo giovinetto era morto poco tempo prima.

Luigi! - esclamai chiamandolo per nome - E tutti costoro chi sono?

Sono amici dei vostri Salesiani, e io come amico vostro e dei Salesiani, a nome di Dio, vorrei darvi un po’ di lavoro. Vediamo di che si tratta. Mettetevi qui a questo tavolo e poi tirate giù questa corda.

In mezzo a quella sala vi era un tavolo, sul quale stava aggomitolata una corda, che era segnata come il metro, con linee e numeri. Più tardi mi accorsi anche come quella sala fosse posta nell’America del Sud, proprio sulla linea dell’Equatore, e come i numeri stampati sulla corda corrispondessero ai gradi geografici di latitudine. Io presi dunque l’estremità di quella corda, la guardai e vidi che sul principio aveva segnato il numero zero. E quell’angelico giovinetto:

Osservate! Che cosa sta scritto sopra la corda? Numero zero. Tirate un po’. Tirai alquanto la corda, ed ecco il numero 1. Tirate ancora e fate un gran rotolo di quella corda. Tirai e vennero fuori i numeri 2, 3, 4, fino al 20.

Basta? - dissi io.

No, più in su, più in su! Andate finché troverete un nodo. Rispose quel giovinetto.

Tirai fino al numero 47, dove trovai un grosso nodo. Da quel punto la corda continuava ancora, ma divisa in tante cordicelle che si sparpagliavano a Oriente, a Occidente, a Mezzodì.

Basta? - replicai.

Che numero è? - interrogò quel giovane.

È il numero 47. 47 più 3 quanto fa? 50! E più 5? 55!

Notate: cinquantacinque. E poi mi disse: Tirate ancora.

Sono alla fine! - io risposi. Ora dunque voltatevi indietro e tirate la corda dall’altra parte. Tirai la fune dalla parte opposta fino al numero 10. E quel giovane:

Tirate ancora. C’è più niente! Come? C’è più niente? Osservate ancora. Che cosa c’è? C’è dell’acqua! - risposi.

Infatti in quell’istante si operava in me un fenomeno straordinario, quale non è possibile descrivere. Io mi trovavo in quella stanza, tiravo quella corda, e nello stesso tempo si svolgeva sotto i miei occhi come un panorama immenso, che io dominavo quasi a volo d’uccello, e che si stendeva con lo stendersi della corda.

Dal primo 0 al numero 55 era una terra sterminata che, dopo uno stretto di mare, in fondo si frastagliava in cento isole, di cui una assai maggiore delle altre. A quelle isole

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pareva alludessero le cordicelle sparpagliate, che partivano dal gran nodo. Ogni cordicella faceva capo a un’isola. Alcune di queste erano abitate da indigeni abbastanza numerosi; altre sterili, nude, rocciose, disabitate; altre tutte coperte di neve e ghiaccio. A occidente gruppi numerosi di isole abitate da molti selvaggi.

(che il nodo posto sul numero o grado 47 figurasse il luogo di partenza, il centro salesiano, la Missione principale donde i missionari nostri si diramavano alle isole Malvine, alla Terra del Fuoco e alle altre isole di quei paesi dell’America).

Dalla parte opposta poi, cioè dallo zero al 10, continuava la stessa terra e finiva in quell’acqua da me vista per l’ultima cosa. Mi par ve essere quell’acqua il mare delle Antille, che vedevo allora in un modo così sorprendente, da non essere possibile che io spieghi a parole quel modo di vedere.

Or dunque avendo io risposto:

C’è dell’acqua! -,quel giovanetto disse: Ora mettete insieme 55 più 10. A che cosa è uguale? Somma 65. Ora mettete tutto insieme e ne farete una corda sola. E poi? Da questa parte che cosa c’è?

E mi accennava un punto sul panorama. All’Occidente vedo altissime montagne, e all’Oriente c’è il mare.

(qui che allora io vedevo in compendio, come in miniatura, tutto ciò che poi vidi, come dirò, nella sua reale grandezza ed estensione; e i gradi segnati sulla corda, corrispondenti con esattezza ai gradi geografici di latitudine, furono quelli che mi permisero di ritenere a memoria per vari anni i successivi punti che visitai viaggiando nella seconda parte di quello stesso sogno).

Il giovane mio amico proseguiva: Orbene: queste montagne sono come una sponda, un confine. Fin qui, fin là è la messe offerta ai Salesiani. Sono migliaia e milioni di abitanti che attendono il vostro aiuto, attendono la Fede.

Queste montagne sono le Cordigliere dell’America del Sud e quel mare l’Oceano Atlantico. E come fare? - io ripresi -; come riusciremo a condurre tanti popoli all’ovile di Cristo?

Col sudore e col sangue - rispose - i selvaggi diventeranno graditi al Padrone della vita. Questo avvenimento sarà compiuto prima che si compia la seconda generazione.

E quale sarà la seconda generazione? Questa presente non si conta. Sarà un’altra e poi un’altra.

Io parlavo confuso e quasi balbettando nell’ascoltare i magnifici destini che sono riservati alla nostra Congregazione, e domandai:

Ma ognuna di queste generazioni quanti anni comprende? Sessant’anni. E dopo? Volete vedere quello che sarà? Venite!

E senza sapere come, mi trovai a una stazione di ferrovia. Qui vi era radunata molta gente. Salimmo sul treno. Io domandai do ve fossimo. Quel giovane rispose: Guardate: noi andiamo in viaggio lungo le Cordigliere. Ave te la strada aperta anche all’Oriente, fino al mare. È un altro dono del Signore.

E a Boston, dove ci attendono, quando andremo? Ogni cosa a suo tempo. Così dicendo trasse fuori una carta, dove era rilevata in grande la diocesi di Cartagena.

(questo il punto di partenza).

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Mentre io guardavo quella carta, la macchina mandò un fischio e il treno si mise in moto. Viaggiando, il mio amico parlava molto; e io imparai cose bellissime e nuove sull’astronomia, sulla nautica, sulla meteorologia, sulla mineralogia, sulla fauna, sulla flora, sulla topografia di quelle contrade, che mi spiegava con meravigliosa precisione. Condiva le sue parole con una contegnosa e, nello stesso tempo, tenera familiarità, che dimostrava quanto mi amasse. Fin dal principio mi aveva preso per mano e mi tenne sempre così affettuosamente stretto fino alla fine del sogno. Io portavo talora l’altra mia mano sulla sua, ma questa sembrava sfuggire di sotto alla mia, quasi svaporasse, e la mia sinistra stringeva solamente la mia destra. Il giovane rideva al mio inutile tentativo.

Io frattanto guardavo dai finestrini del carrozzone e vedevo passare innanzi svariate, stupende regioni. Boschi, montagne, pianure, fiumi lunghissimi e maestosi, che io non credevo così grandi in regioni tanto distanti dalle foci. Per più di mille miglia abbia mo costeggiato il lembo di una foresta vergine, oggigiorno ancora inesplorata. Il mio sguardo acquistava una potenza visiva meravigliosa. Non solo vedevo le cordigliere anche quando ero lontano, ma anche le catene di montagne, isolate in quei piani immensurabili, erano da me contemplate con ogni loro più piccolo accidente.

(della Nuova Granata, di Venezuela, delle tre Guiane; quelle del Brasile e della Bolivia, fino agli ultimi confini).

Potei quindi verificare la giustezza di quelle frasi udite al principio del sogno nella gran sala posta sul grado zero. Io vedevo nelle viscere delle montagne e nelle profonde latebre delle pianure. Avevo sott’occhio le ricchezze incomparabile di questi Paesi, che un giorno verranno scoperte. Vedevo miniere numerose di metalli preziosi, cave inesauribili di carbon fossile, depositi di petrolio così abbondanti quali mai finora si trovarono in altri luoghi. Ma ciò non era tutto. Tra il grado 15 e il 20 vi era un seno assai largo e assai lungo che partiva da un punto ove si formava un lago. Allora una voce disse ripetutamente:

Quando si verrà a scavare le miniere nascoste in mezzo a questi monti, apparirà qui la terra promessa fluente latte e miele. Sarà una ricchezza inconcepibile.

Ma ciò che maggiormente mi sorprese fu il vedere in vari siti le Cordigliere che, rientrando in se stesse, formavano vallate, delle quali i presenti geografi neppur sospettano l’esistenza, immaginandosi che in quelle parti le falde delle montagne siano come una specie di muro diritto. In questi seni e in queste valli, che talora si stendevano fino a 1000 chilometri, abitavano folte popolazioni non ancora venute a contatto con gli Europei; nazioni ancora pienamente sconosciute.

Il convoglio intanto continuava a correre, e va e va, e gira di qua e gira di là, finalmente si fermò. Quivi discese una gran parte di viaggiatori, che passava sotto le Cordigliere, andando verso occidente.

(Bosco accennò la Bolivia. La stazione era forse La Paz, ove una galleria, aprendo un passaggio al litorale del Pacifico, può mettere in comunicazione il Brasile con Lima, per mezzo di un’altra linea di via ferrata).

Il treno di bel nuovo si mise in moto, andando sempre avanti. Come nella prima parte del viaggio, attraversavamo foreste, penetravamo in gallerie, passavamo sopra giganteschi viadotti, ci internavamo fra gole di montagne, costeggiavamo laghi e paludi sui ponti, valicavamo fiumi larghi, correvamo in mezzo a praterie e a pianure. Siamo passati sulle sponde dell’Uruguay. Pensavo che fosse un fiume di poco conto, invece è lunghissimo. In un punto vidi il fiume Paranà, che si avvicinava all’Uruguay, come se andasse a portargli il tributo delle sue acque, invece dopo essere corso per un tratto quasi parallelamente, se ne allontanava facendo un largo gomito. Tutti e due questi fiumi erano larghissimi.

E il treno andava sempre in giù, e gira da una parte e gira da un’altra, dopo un lungo spazio di tempo, si fermò la seconda volta. Quivi molta altra gente scese dal convoglio e passava essa pure sotto le Cordigliere andando verso occidente.

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(Bosco indicò nella Repubblica Argentina la provincia di Mendoza. Quindi la stazione era forse Mendoza, e quella galleria metteva a Santiago, capitale della Repubblica del Cile).

Il treno riprese la sua corsa attraverso le Pampas e la Patagonia. I campi coltivati e le case sparse qua e là indicavano che la civiltà prendeva possesso di quei deserti.

Sul principio della Patagonia oltrepassammo una diramazione del Rio Colorado ovvero del Rio Chubut (forse del Rio Negro?).

Non potevo vedere da qual parte andasse la sua corrente, se verso le Cordigliere o verso l’Atlantico. Cercavo di sciogliere questo mio problema, ma non potevo orizzontarmi.

Finalmente giungemmo allo stretto di Magellano. Io guardavo. Scendemmo. Avevo innanzi Punta Arenas. Il suolo per varie miglia era tutto ingombro di depositi di carbon fossile, di tavole, di travi, di legna, di mucchi immensi di metallo, parte greggio, parte lavorato. Lunghe file di vagoni per mercanzie stavano sui binari. Il mio amico mi accennò a tutte queste cose. Allora domandai:

E adesso che cosa vuoi dire con questo? Mi rispose: - Ciò che adesso è in progetto un giorno sarà realtà. Questi selvaggi in futuro saranno così docili da venire esse stessi per ricevere istruzione, religione, civiltà e commercio.

- Ho visto abbastanza - io conclusi -; ora conducimi a vedere i miei Salesiani in Patagonia. Ritornammo alla stazione e risalimmo sul treno per tornare. Dopo aver percorso un lunghissimo tratto di via, la macchina si fermò innanzi a un borgo considerevole. (forse sul grado 47, ove sul principio del sogno avevo visto quel grosso nodo della corda). Alla stazione non vi era alcuno ad aspettarmi. Discesi e trovai subito i Salesiani. Vi erano molte case con abitanti in gran numero; più chiese, scuole e vari ospizi per giovanetti e adulti, artigiani e coltivatori, e un collegio di ragazze che si occupavano in svariati lavori domestici. I nostri missionari guidavano insieme giovanetti e adulti.

Io andai in mezzo a loro. Erano molti, ma io non li conoscevo e fra loro non vi era alcuno degli antichi miei figli. Tutti mi guardavano stupiti, come se fossi persona nuova, e io dicevo loro:

Non mi conoscete? Non conoscete Don Bosco? Oh, Don Bosco! Noi lo conosciamo di fama; l’abbiamo vi sto solo nei ritratti. Di persona no, certo! E Don Fagnano, Don Costamagna, Don Lasagna, Don Milanesio, dove sono?

Noi non li abbiamo conosciuti. Sono i primi Salesiani che arrivarono in questi paesi dall’Europa. Ma oramai sono passati tanti anni da che sono morti.

A questa risposta io pensavo meravigliato: Ma questo è un sogno o una realtà? E battevo le mani una contro l’altra, mi toccavo le braccia, mi scuotevo, mentre realmente udivo il suono delle mie mani e mi persuadevo di non essere addormentato.

Questa visita fu cosa di un istante. Visto il meraviglioso progresso della Chiesa Cattolica, della nostra Congregazione e della civiltà in quelle regioni, io ringraziavo la Divina Provvidenza che si fosse degnata di servirsi di me come strumento della sua gloria e della salute di tante anime.

Il giovanetto Colle frattanto mi fece segno che era tempo di ri tornare indietro: quindi salutai i miei Salesiani e ritornammo alla stazione, ove il convoglio era pronto per la partenza. Risalimmo, fischiò la macchina, e via verso il Nord.

Mi procurò meraviglia una novità che mi cadde sotto gli occhi. Il territorio della Patagonia, nella parte più vicina allo stretto di Magellano, tra le Cordigliere e l’Atlantico, era meno largo di quello che si crede comunemente dai geografi.

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Il treno avanzava nella sua corsa velocissima, e mi parve che percorresse le province della Repubblica Argentina che ora sono già civilizzate.

Per lunghissime ore si avanzò sulle sponde di un fiume larghissimo. E ora il treno correva sulla sponda destra e ora sulla sinistra di questo. Intanto su quelle rive comparivano di tratto in tratto numerose tribù di selvaggi. Tutte le volte che vedevamo queste tribù, il giovanetto Colle andava ripetendo:

Ecco la messe dei Salesiani! Ecco la messe dei Salesiani!

Entrammo poi in una regione piena di animali feroci e di rettili velenosi, di forme strane e orribili. Gli uni sembravano cani che avessero le ali ed erano panciuti straordinariamente (lussuria, superbia). Gli altri erano rospi grossissimi che mangiavano rane. Queste varie specie di animali erano mischiati insieme e grugnivano sordamente come se volessero mordersi. Il mio compagno mi rivolse anche qui la parola e, accennandomi quelle belve, esclamò:

I salesiani le renderanno mansuete. Il treno intanto si avvicinava al luogo della prima partenza e ne eravamo poco lontani. Il giovanetto Colle trasse allora fuori una carta topografica di una bellezza stupenda e mi disse: Volete vedere il viaggio che avete fatto? Volentieri! - risposi io.

Allora spiegò quella carta nella quale era disegnata con esattezza meravigliosa tutta l’America del Sud. Di più ancora, ivi era rappresentato tutto ciò che fu, tutto ciò che è, tutto ciò che sarà in quelle regioni, ma senza confusione; anzi con una lucidezza tale che con un colpo d’occhio si vedeva tutto.

Mentre io osservavo quella carta, aspettando che il giovanetto aggiungesse qualche spiegazione, essendo io tutto agitato per la sorpresa di ciò che avevo sott’occhi, mi sembrò che Quirino (sagrestano di Maria Ausiliatrice) suonasse l’Ave Maria dell’alba; ma, svegliatomi, mi accorsi che erano i tocchi delle campane della parrocchia di San Benigno. Il sogno era durato tutta la notte».

Don Bosco terminò il suo racconto dicendo: «Con la dolcezza di San Francesco di Sales i Salesiani porteranno a Gesù Cristo le popolazioni dell’America. Sarà cosa difficilissima moralizzare i selvaggi, ma i loro figli obbediranno con tutta facilità alle parole dei Missionari, e con essi si fonderanno colonie, la civiltà prenderà il posto della barbarie e cosi molti selvaggi verranno a far parte dell’ovile di Gesù Cristo».

Parlando del sogno Don Bosco affermò: «Quando si conosceranno le immense ricchezze che fanno preziosa la Patagonia, questo territorio avrà uno sviluppo di commercio straordinario. Nel le gole dei monti stan nascoste preziose miniere; nella catena delle Ande fra il grado 100 e il 20° vi sono miniere di piombo, di oro e di cose ancor più preziose dell’oro».

Il valore di questo sogno sta nel fatto che in esso Don Bosco ci offre un complesso di dati positivi, dei quali egli non poteva aver avuto notizia né da viaggiatori né da geografi, non essendosi ancora fatta esplorazione di sorta in quelle estreme latitudini né a scopo turistico né con finalità economiche o scientifiche. A questi elementi se ne aggiungono altri di natura profetica circa l’avvenire dell’Opera Salesiana in quelle terre. Interessante la descrizione che Don Bosco fa delle Cordigliere.

Da tutti si pensava che fossero un muro divisorio, una catena omogenea, un cordone unico per elevazione e corso. In vece le esplorazioni e gli studi posteriori a sogno hanno dimostrato che le Ande sono, come le descrive Don Bosco, sezionate da numerosi e profondi seni, valli e conche lacustri, e suddivise in gruppi di catene differenti tra loro per caratteri geologici e orografici.

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«Neppure il più autorevole cultore di studi geografici avrebbe potuto, in quegli anni, lanciare un’affermazione tanto precisa e particolareggiata come fa Don Bosco; una sì chiara e precisa visione di quei luoghi è dovuta senza dubbio a un potere che oltrepassa i limiti umani» (E. Cena). Quanto all’affermazione che straricche miniere di carbon fossi le, di petrolio, di piombo e di metalli anche preziosi stanno nascoste nelle viscere di quelle montagne, si sa che di anno in anno si vengono scoprendo nuovi depositi di minerali in tutta la zona cordiglierana e lungo la costa dell’Atlantico.

È noto che il 21 Aprile 1960 venne inaugurata nel Brasile la nuova capitale Brasilia. Questa città è nata sotto l’egida e la protezione di Don Bosco.

Quando, dopo lungo studio, se ne stabilì il luogo nello stato di Goids, gli ingegneri, avendo sentito parlare di una profezia del Santo, la vollero esaminare e si convinsero che egli ne faceva cenno nella sua visione profetica, là dove indica i gradi di latitudine 19 e 20, in cui sarebbe scorso latte e miele, vicino a un grande lago. Brasilia si trova precisamente tra il 150 e il 200 grado di latitudine, il lago è stato creato artificialmente e la regione, per la ubertosità del terreno, promette di diventare un giardino.

Miniere di petrolio si stanno scoprendo un po’ dappertutto, sicché pare proprio che questa nuova capitale sia destinata a diventare il centro di una delle zone più ricche del Brasile.

A Don Bosco è stato dedicato un intero quartiere e intitolata una delle vie principali; e nell’Aprile 1963 venne proclamato Patrono principale di Brasilia, allo stesso titolo di Nostra Signora Aparecida

(Memorie Bibliografiche di Don Bosco vol. XVI, pag. 385 ss)

1° DEPOSE LE VESTI…

La dignità di persona, propria di ogni essere umano, esige che esso operi consapevolmente e liberamente. Per cui nei rapporti della convivenza, i diritti vanno esercitati, i doveri vanno compiuti, le mille forme di collaborazione vanno attuate specialmente in virtù di decisioni personali; prese cioè per convinzione, di propria iniziativa, in attitudine di responsabilità, e non in forza di coercizioni o pressioni provenienti soprattutto dall’esterno.

(Pacem In Terris Lettera Enciclica Giovanni XXIII, cap. I n°. 17)

Dal Vangelo secondo Matteo 20,20 – 23.26 - 28 Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli, e si prostrò per

chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di' che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli soggiunse: «Il mio calice lo berrete; però non sta a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma è per coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio». Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti».

Salmo 130Signore, non si inorgoglisce il mio cuore *

e non si leva con superbia il mio sguardo; non vado in cerca di cose grandi, *superiori alle mie forze. 

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Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre, *come un bimbo svezzato è l'anima mia. 

Speri Israele nel Signore, *ora e sempre.

Con l'immagine di Gesù che lava i piedi, San Giovanni descrive l'Eucaristia. San Giovanni dice che Gesù si alzò da tavola, depose le vesti, si cinse l'asciugatoio, lavò i

piedi e riprese le vesti. Perciò questo gesto spiega la logica dell'Eucaristia: Gesù, rimanendo sempre servo, servo e Signore, dice che la nostra signoria, la nostra affermazione, sta nel servizio. Voglio chiarirvi il significato di un dei tre verbi che indicano le azioni compiute da Gesù: si alzò da tavola, depose le veste si cinse l'asciugatoio. Depose le vesti Con questo verbo viene offerto un paradigma per i nostri comportamenti feriali, quelli quotidiani, di tutti i giorni. Chi si alza da tavola, infatti, deve deporre le vesti, non può andar via con il bagaglio. Quali vesti? Le vesti del tornaconto, del calcolo, dell'interesse personale, della ricchezza. Se smaniate per diventare ricchi, se smaniate per le carriere rampanti, per scavalcare gli altri nel fare strada, se smaniate per avere il doppio, il triplo stipendio, usciamo da questa Chiesa! Se in casa vostra permettete che vadano avanti la logica dell'accumulo, del lusso, dello spreco, della mentalità borghese, del prendersi una, due, tre o quattro macchine, usciamo dà questa chiesa!...Deporre le vesti del dominio, dell'arroganza... A volte siamo arroganti anche quando presentiamo Gesù Cristo! Quando, ad esempio, lo presentiamo con faccia arcigna, con rabbia, con fare riottoso, e, così, siamo intolleranti.Deporre le vesti dell'egemonia, della prevaricazione, dell'accaparramento.......Deporre le vesti significa ricusare il potere! Non possiamo amoreggiare col potere, non possiamo coltivare intese sottobanco offendendo la giustizia! Magari col pretesto di aiutare la gente!...…Avere potere significa salire sulle spalle degli altri per elevarsi. Togliere l'aria alla gente per ridargliela nelle proprie bombole!

(La Chiesa del grembiule - Don Tonino Bello)

2° SIAMO UNA COSA SOLA SU DUE BRECCE…

Non ci sono esseri umani superiori per natura ed esseri umani inferiori per natura; ma tutti gli esseri umani sono uguali per dignità naturale. Inoltre la verità esige che nelle molteplici iniziative rese possibili dai progressi moderni nei mezzi espressivi - iniziative attraverso le quali si diffonde la mutua conoscenza fra i popoli - ci si ispiri a serena obiettività: il che non esclude che sia legittima nei popoli una preferenza di far conoscere gli aspetti positivi della loro vita. Vanno però respinti i metodi di informazione con i quali, venendo meno alla verità, si lede ingiustamente la riputazione di questo o di quel popolo.

(Pacem In Terris Lettera Enciclica Giovanni XXIII, cap. III n°. 50)

Dal Atti degli Apostoli 4,32 - 35 La moltitudine di coloro che eran venuti alla fede aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune. Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti essi godevano di grande simpatia. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l'importo di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno.

Signore Gesù, tu che sei presente in mezzo a noi come “colui che serve”, rendimi testimone del tuo Amore.

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Tu, ricco di misericordia e di bontà, diventi il pane per il mio cammino, la luce per i miei passi, il perdono per i miei peccati. Ecco ti consegno tutto quello che sono, che sento, che bramo. Dammi di volere Te, di abbandonarmi con estrema fiducia sul tuo cuore.Il tuo Spirito ci unisca tutti in comunione di fede e di carità. Con te, o Signore, saremo presenti nel mondo come segno della tua bontà

Era una esigenza dell’essere quella di non avere una famiglia mia. E così è stato per grazia di Dio. Ho amici che aiutano me e la mia gente da più di trent’anni.

Naturalmente ci sono anche altri amici in diverse parti del mondo: non potrebbe essere diversamente, i bisogni sono grandi. Ringrazio Dio che me li ha donati e continua a donarmeli. Siamo una cosa sola su due brecce, diverse nell’apparenza, ma uguali nella sostanza: lottiamo perché i poveri possano essere sollevati dalla polvere e liberati, lottiamo perché gli uomini, tutti gli uomini, possano essere una cosa sola. Lasciai l’Italia dopo sei anni di servizio ai poveri di uno dei bassifondi della mia città natale, ai bambini del locale brefotrofio, alle bambine con handicap mentale e vittime di grossi traumi di una casa-famiglia, ai poveri del terzo mondo. Credevo di non poter donarmi completamente rimanendo nel mio paese: i confini della mia azione mi sembravano così stretti, asfìttici. Compresi presto che si può servire e amare dovunque, ma ormai ero in Africa e sentii che era Dio che mi ci aveva portata e lì sono rimasta, nella gioia e nella gratitudine. Partii decisa a «gridare il Vangelo con la vita» sulla scia di Charles de Foucauld, che aveva infiammato la mia esistenza.

(Annalena Tonelli)

3° FELICE L’UOMO…

I rapporti tra le comunità politiche vanno regolati nella verità e secondo giustizia; ma quei rapporti vanno pure vivificati dall’operante solidarietà attraverso le mille forme di collaborazione economica, sociale, politica, culturale, sanitaria, sportiva: forme possibili e feconde nella presente epoca storica. Ciò importa non solo che le singole comunità politiche perseguano i propri interessi senza danneggiarsi le une le altre, ma che mettano pure in comune l’opera loro quando ciò sia indispensabile per il raggiungimento di obiettivi altrimenti non raggiungibili.

(Pacem In Terris Lettera Enciclica Giovanni XXIII, cap. III n°. 54)

Dalla Prima Lettera ai Corinzi 1,10. 26 - 30 Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e d'intenti. Considerate infatti la vostra chiamata, fratelli: non ci sono tra voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili. Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale per opera di Dio è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione.

Salmo 1Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi,

non indugia nella via dei peccatori *e non siede in compagnia degli stolti; 

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ma si compiace della legge del Signore, *la sua legge medita giorno e notte. 

Sarà come albero piantato lungo corsi d'acqua, *che darà frutto a suo tempo e le sue foglie non cadranno mai; *riusciranno tutte le sue opere. 

Non così, non così gli empi: *ma come pula che il vento disperde; perciò non reggeranno gli empi nel giudizio, *né i peccatori nell'assemblea dei giusti. 

Il Signore veglia sul cammino dei giusti, *ma la via degli empi andrà in rovina.

4° DARE LA VITA…

Ci è pure doloroso costatare come nelle comunità politiche economicamente più sviluppate si siano creati e si continuano a creare armamenti giganteschi; come a tale scopo venga assorbita una percentuale altissima di energie spirituali e di risorse economiche; gli stessi cittadini di quelle comunità politiche siano sottoposti a sacrifici non lievi; mentre altre comunità politiche vengono, di conseguenza, private di collaborazioni indispensabili al loro sviluppo economico e al loro progresso sociale. Gli armamenti, come è noto, si sogliono giustificare adducendo il motivo che se una pace oggi è possibile, non può essere che la pace fondata sull’equilibrio delle forze. Quindi se una comunità politica si arma, le altre comunità politiche devono tenere il passo ed armarsi esse pure. E se una comunità politica produce armi atomiche, le altre devono pure produrre armi atomiche di potenza distruttiva pari.

(Pacem In Terris Lettera Enciclica Giovanni XXIII, cap. III n°. 59)

Dalla Lettera agli Efesini 4, 1-7Vi esorto dunque io, il prigioniero nel Signore, a comportarvi in maniera degna della

vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti.A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo.

Rendici degni, o Signore,di servire i nostri simili in tutto il mondo,

coloro che vivono e muoiono in povertà e indigenza.Dà loro oggi,attraverso le nostre mani,il pane quotidiano,e per mezzo del nostro amore comprensivodà pace e gioia.

(M. Teresa di Calcutta)

Accogliere non è per prima cosa aprire la porta della propria casa, ma aprire le porte del proprio cuore e perciò diventare vulnerabili. E’ uno spirito, un atteggiamento

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interiore. E’ prendere l’altro all’interno di se, anche se è sempre un rischio che disturba e toglie sicurezza: è preoccuparsi di lui, essere attenti, aiutarlo a trovare il suo posto...DARE LA VITA significa essere colmi di sacro stupore e di profondo rispetto davanti al mistero della persona; significa vedere al di là di tutto quello che è spezzato.... Ciò che conta è l’incontro con le persone, l’ascolto, la condivisione; tutto ciò, insomma, che si chiama misericordia: dare la libertà alle persone grazie alla qualità del nostro ascolto e della nostra attenzione, far loro sentire che sono importanti.... E così si diventa uomini di pace, operatori di pace. Quando sono venuto a Trosly-Breuil, questo piccolo villaggio a nord di Parigi, ho raccolto Raphael e Philippe. Li ho invitati a venire con me a causa di Gesù e del Vangelo. E' così che l'Arca fu fondata. Tirandoli fuori da un asilo, sapevo che era per tutta la vita [...] Il mio scopo, creando l'Arca, era di fondare una famiglia, una comunità per e con quelli che sono deboli e poveri a causa di un handicap mentale e che si sentono soli e abbandonati.

(Jean Vanier)

5° VENGA IL TUO REGNO DI PACE…

Occorre però riconoscere che l’arresto agli armamenti a scopi bellici, la loro effettiva riduzione, e, a maggior ragione, la loro eliminazione sono impossibili o quasi, se nello stesso tempo non si procedesse ad un disarmo integrale; se cioè non si smontano anche gli spiriti, adoprandosi sinceramente a dissolvere, in essi, la psicosi bellica: il che comporta, a sua volta, che al criterio della pace che si regge sull’equilibrio degli armamenti, si sostituisca il principio che la vera pace si può costruire soltanto nella vicendevole fiducia. Noi riteniamo che si tratti di un obiettivo che può essere conseguito. Giacché esso è reclamato dalla retta ragione, è desideratissimo, ed è della più alta utilità. Dalla pace tutti traggono vantaggi: individui, famiglie, popoli, l’intera famiglia umana. Risuonano ancora oggi severamente ammonitrici le parole di Pio XII: "Nulla è perduto con la pace. Tutto può essere perduto con la guerra"

(Pacem In Terris Lettera Enciclica Giovanni XXIII, cap. III n°. 61.62)

Dal Vangelo secondo Marco 8,34 - 38 Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire

dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà. Che giova infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? E che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi».

Il Padre Nostro della Pace

Padre che consideri tutte le persone uguali.Nostro di ognuno, di tutti quei milioni di persone che abitano la terra, senza differenza di età, colore o luogo di nascita.Che sei nei cieli e sulla terra e in ciascuna persona,negli umili e in coloro che soffrono.Sia santificato il tuo nome nei cuori pacifici di uomini e donne, bambini e anziani, qui e altrove.Venga il tuo regno, il tuo regno di pace, di amore, di giustizia, di verità, di libertà.Sia fatta la tua volontà sempre e tra tutte le nazioni e tutti i popoli.Come in cielo, così in terra: che i tuoi piani di pace non siano distrutti dai violenti e dai tiranni.Dacci il nostro pane quotidiano: che sia impastato di pace e di amore, e allontana da noi il pane della discordia e dell'odio che genera gelosia e divisione.Daccelo oggi perché domani potrebbe essere troppo tardi.

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Stanno puntando i missili e, forse, qualcuno li sparirà.Rimetti a noi i nostri debiti, non come perdoniamo noi, ma come perdoni tu, senza risentimento, senza rencore nascosto.Non ci indurre nella tentazione di guardare gli altri con sospetto di dimenticare i nostri fratelli e le nostre sorelle nel bisogno, di accumulare per noi stessi ciò che potrebbe essere necessario per gli altri, di vivere bene a spece altrui.Liberaci dal male che ci minaccia, dall'egoismo dei potenti, dalla morte causata dalla guerra e dalle armi;perché siamo in tanti, Padre, a desiderare di vivere in pace e di costruire la pace per tutti. Amen.

Terzo sogno missionario: Viaggio aereoEra prossima la spedizione missionaria

del 1885 con 18 Salesiani e 6 Figlie di Maria Ausiliatrice. Don Bosco era afflitto dal pensiero di non poter dare loro l’addio paterno nella chiesa di Maria Ausiliatrice, come negli anni precedenti, perché i medici gli avevano ordinato assoluto riposo. Ed ecco che nella notte dal 31 gennaio al 1° febbraio il Signore lo consolò con un terzo sogno missionario, che si può definire un fantastico volo aereo quando di vie aeree non si parlava ancora. Lo presentiamo alquanto riassunto, usando però le parole di Don Bosco.

Gli parve di accompagnare i missionari nel loro viaggio. Essi lo circondavano e gli chiedevano consigli. E Don Bosco:

Non con la scienza, non con la sanità, non con le ricchezze, ma con lo zelo e la pietà farete del gran bene, promovendo la gloria di Dio e la salvezza delle anime.

Senza saper come e con quali mezzi, si trovarono quasi subito in America. I missionari si sparsero qua e là in una vastissima pianura, posta tra il Cile e la Repubblica Argentina, e Don Bosco si trovò solo.

In quella immensa pianura apparivano molte e lunghissime vie per le quali si vedevano sparse numerose case. Strade e case non erano come le strade e le case di questo mondo. Quelle strade erano percorse da mezzi di trasporto magnifici e stupendi. Don Bosco osservò con stupore che quei veicoli, giunti presso i villaggi e le città, passavano in alto, sicché chi viaggiava vedeva sotto di sé i tetti delle case. Di lassù si vedevano gli abitanti a muoversi nelle vie, nei cortili e nelle campagne.

Ciascuna di quelle strade faceva capo a una Missione, e Don Bosco, con un colpo d’occhio, vide tutte le case salesiane dell’Argentina, dell’Uruguay e del Brasile. In quell’istante apparve vicino a Don Bosco un personaggio di nobile aspetto, nel quale riconobbe la sua Guida.

Perché - chiese Don Bosco - i Salesiani che vedo qui sono così pochi? Ciò che non è, sarà - rispose la Guida.

«Io intanto - racconta Don Bosco -, sempre fermo in quella pianura, percorrevo con lo sguardo tutte quelle interminabili vie e contemplavo in modo chiarissimo, ma inesplicabile, i luoghi che sono e saranno occupati dai Salesiani.

Quante cose magnifiche io vidi! Vidi tutti i singoli collegi. Vidi come in un punto solo il passato, il presente e l’avvenire delle nostre Missioni. Siccome vidi tutto complessivamente in uno sguardo solo, è ben difficile rappresentare anche languidamente qualche ristretta idea

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di questo spettacolo. Solamente quello che io vidi in quella pianura del Cile, del Paraguay, del Brasile, della Repubblica Argentina richiederebbe un grosso volume. Vidi pure in quella vasta pianura la gran quantità di selvaggi che sono sparsi nel Pacifico, fino al Golfo di Ancud, nello stretto di Magellano, al capo Horn, nelle Isole Malvine. Tutta messe destinata per i Salesiani. Vidi che ora i Salesiani seminano soltanto, ma i nostri posteri raccoglieranno. Uomini e donne ci rinforzeranno e diverranno predicatori. I loro figli stessi che sembra quasi impossibile guadagnare alla fede, diverranno gli evangelizzatori dei loro parenti e amici.

I Salesiani riusciranno a tutto con l’umiltà, col lavoro, con la temperanza. Le cose che io vedevo in quel momento e che vidi in appresso, riguardano tutte i Salesiani, il loro stabilimento in quei paesi, il loro aumento meraviglioso, la conversione di tanti indigeni e di tanti europei colà stabiliti. L’Europa si riverserà nell’America del Sud.

Visto il campo che ci assegna il Signore e il glorioso avvenire della Congregazione Salesiana, mi parve di mettermi in viaggio per il ritorno in Italia. Io ero trasportato con rapidissimo volo per una via strana, altissima; e così giunsi in un attimo sopra l’Oratorio. Tutta Torino era sotto i miei piedi: le case, i palazzi, le torri mi sembravano basse casupole, tanto io mi trovavo in alto. Piazze, strade, giardini, le ferrovie, le mura di cinta, le campagne e le colline circostanti, le città, i villaggi della provincia, la gigantesca catena delle Alpi coperta di neve stavano sotto i miei piedi presentandomi uno stupendo panorama. Vedevo i giovani là in fondo all’Oratorio che sembravano tanti topolini. Ma il loro numero era straordinariamente grande: preti, chierici, studenti, capi d’arte occupavano tutto. Molti partivano in processione ed altri sottentravano a quelli che partivano. Era una continuata processione. Tutti andavano a raccogliersi in quella vastissima pianura tra il Cile e la Repubblica Argentina, nella quale ero tornato a volo in un batter d’occhio. Io li stavo osservando. Un giovane prete di un aspetto candido e di carnagione fanciullesca venne verso di me e, con aria affabile e parola cortese, mi disse:

Ecco le anime e i paesi destinati ai figliuoli di San Francesco di Sales. Qui noto che nel narrare il mio sogno vado per sommi capi: non mi è possibile precisare la successione esatta dei magnifici spettacoli che mi si presentavano. Lo spirito non regge, la memoria dimentica, la parola non basta. Oltre al mistero che avvolgeva quelle scene, queste si avvicendavano, talora si intrecciavano, sovente si ripetevano secondo il vario unirsi o dividersi o partire dei Missionari, e lo stringersi o allontanarsi da essi di quei popoli che erano chiamati alla fede o alla conversione. Lo ripeto: io vedevo in un punto solo il passato, il presente, l’avvenire di quelle Missioni, con tutte le fasi, i pericoli, le riuscite, le disdette o i disinganni che accompagneranno questo apostolato.

Ripigliando il racconto, dico che restai meravigliato nel vedere scomparire tanta moltitudine. Mons. Cagliero in quell’istante era al mio fianco. Alcuni Missionari erano a una certa distanza. Molti altri erano attorno a me con un bel gruppo di Cooperatori Salesiani. Allora il solito interprete venne verso di me e mi disse:

Ascoltate e vedrete! Ed ecco in quel momento la vasta pianura divenire una gran sala. Io non posso descriverne la magnificenza e la ricchezza. Dico solo che se uno si mettesse a descriverla, nessun uomo potrebbe sostenerne lo splendore neppure con l’immaginazione. L’ampiezza era tale che si perdeva a vista d’occhio e non si riusciva a vederne i muri laterali. La sua altezza non si poteva raggiungere. La volta terminava tutta con archi altissimi, larghissimi e splendidissimi, e non si vedeva sopra quale sostegno si appoggiassero. Non vi erano né pilastri né colonne. In generale sembrava che la cupola di quella gran sala fosse di un candidissimo lino a guisa di tappezzeria. Non vi erano lumi, né sole, né luna, né stelle, ma uno splendore generale diffuso ugualmente in ogni parte. Tutto intorno si spandeva una soavissima fragranza, che era una mescolanza di tutti i profumi più graditi.

Una gran quantità di tavole in forma di mensa, di una lunghezza straordinaria, si trovavano là. Ve n’erano in tutte le direzioni, ma concorrevano in un centro solo. Erano coperte da eleganti tovaglie e sopra stavano disposti in ordine bellissimi vasi cristallini, in cui erano disposti fiori molti e vari.

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La prima cosa che notò mons. Cagliero fu: Le tavole ci sono, ma i commestibili dove sono? Infatti non era apparecchiato nessun cibo e nessuna bevanda; anzi neppure vi erano piatti, coppe o altri recipienti nei quali porre le vivande.

Rispose allora l’amico interprete: Quelli che vengono qui neque sitient neque esurient amplius (Quelli che vengono qui non avranno più né sete né fame).

Detto questo, cominciò a entrare gente, tutta vestita di bianco, con una collana color rosa ricamata a fili d’oro. I primi che entrarono erano in numero limitato. Appena entrati, andavano a sedersi intorno a una mensa loro preparata, cantando: Evviva! Dopo questi si avanzavano altre schiere più numerose, cantando: Trionfo! Allora cominciò a comparire una varietà di persone, grandi e piccole, uomini e donne di ogni generazione, diverse di colore, di forme, di atteggiamenti, e da tutte le parti risonavano cantici. Da quelli che erano già al loro posto si cantava: Evviva!; si cantava: Trionfo! da quelli che entravano. Ogni turba che entrava erano altrettante nazioni o parti di nazioni che saranno tutte convertite dai Missionari.

Ho dato un colpo d’occhio a quelle mense interminabili e conobbi che là sedute e cantando vi erano molte suore e gran numero di confratelli. Costoro però non avevano nessun distintivo di essere preti, chierici, suore, ma come gli altri avevano la veste bianca e la collana color rosa.

La mia meraviglia crebbe quando vidi uomini dall’aspetto ruvido col medesimo vestito degli altri, e li udii cantare: Evviva! Trionfo! In quel momento il nostro interprete disse:

Gli stranieri, i selvaggi che bevettero la parola di Dio dai loro educatori, divennero banditori della parola di Dio. Osservai pure in mezzo alla folla schiere di ragazzi dall’aspetto rozzo e strano; domandai: E questi ragazzi che hanno una pelle così ruvida, ma pure così bella e di un colore così risplendente, chi sono?

L’interprete rispose: Questi sono i figliuoli di Cam che non hanno rinunciato all’eredità di Levi. Il regno di Dio è giunto finalmente anche tra loro. Era piccolo il loro numero, ma i figli dei loro figli lo accrebbero. Quei giovanetti appartenevano alla Patagonia e all’Africa meridionale.

In quel mentre s’ingrossarono talmente le file di coloro che entravano in quella sala straordinaria, che ogni sedia pareva occupata. Le sedie non avevano forma determinata, ma prendevano quella forma che ciascuno desiderava. Ognuno era contento del seggio che occupava e del seggio che occupavano gli altri.

Ed ecco, mentre da tutti si cantava: Alleluia! Trionfo!, sopraggiungere una gran turba che veniva incontro a quelli già entrati, cantando: Alleluia, Gloria, Trionfo!

Quando la sala fu piena e la moltitudine non si poteva numerare, si fece un profondo silenzio, e quella turba cominciò a cantare divisa in vari cori.

Il primo coro: Appropinquavit in nos regnum Dei; Laetentur coeli e! exultet terra; Dominus regnavi! super nos, alleluia (E venuto a noi il regno di Dio; si rallegrino i cieli ed esulti la terra; il Signore regna sopra di noi, alleluia).

Un terzo coro: Laudate Dominum omnes gentes, laudate eum omnespopuli (Genti tutte lodate il Signore, lodatelo popoli tutti).

Mentre cantavano queste e altre cose e si alternavano, a un tratto si fece per la seconda volta un profondo silenzio. Quindi cominciarono a risonare voci lontane che venivano dall’alto. Il senso del cantico, di un’armonia che non si può esprimere, era questo: Soli Deo honor et gloria in saecula saeculorum (A Dio solo l’onore e la gloria nei secoli dei secoli). Altri cori, sempre in alto e lontani, rispondevano a queste voci: Semper gratiarum actio il/i qui era!, est et qui venturus est. fIli eucharistia, illi soli honor sempiternus (Siano

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sempre rese grazie a colui che era, è e sarà. A lui rendimento di grazie, a lui solo onore eterno).

In quel momento quei cori si abbassarono e si avvicinarono. Tra quei musici celesti c’era anche Luigi Colle. Allora gli altri che stavano nella sala si unirono, si misero tutti a cantare e le voci si col- legarono insieme a somiglianza di straordinari strumenti musicali, con suoni la cui estensione non aveva limiti. Quella musica sembrava avesse contemporaneamente mille note, che si associavano a fare un solo accordo di voci. Le voci in alto salivano acute; le voci di coloro che erano nella sala scendevano sonore e rotonde. Tutti formavano un coro solo, una sola armonia con tale gusto e bellezza che io caddi in ginocchio ai piedi di mons. Cagliero esclamando: - Oh, Cagliero! Noi siamo in paradiso!

Mons. Cagliero mi prese per mano e mi rispose: Non è il paradiso, ma una semplice debolissima figura di ciò che in realtà c’è in paradiso. Intanto le voci dei due grandiosi cori proseguivano unanimi e cantavano con inesprimibile armonia: Soli Deo honor et gloria, et triunphus, alleluia, in aeternum, in aeternum!

Qui ho dimenticato me stesso e non so più che cosa sia stato di me. Al mattino stentavo a levarmi da letto; appena appena potei richiamarmi a me stesso, quando andai a celebrare la Santa Messa.

Il pensiero principale che mi restò impresso dopo questo sogno, fu di dare a mons. Cagliero e ai miei cari Missionari un avviso di somma importanza, riguardante le sorti future delle nostre Missioni: «Tutte le sollecitudini dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice siano rivolte a promuovere le vocazioni ecclesiastiche e religiose».

Ogni volta che Don Bosco, raccontando il sogno, ripeteva quelle parole: Evviva! Trionfo! la sua voce prendeva un accento così vibrato che faceva trasalire. Quando poi, alla fine, nominò il suo diletto mons. Cagliero, sospese per un istante la narrazione, un singulto gli troncò la parola e i suoi occhi si riempirono di lacrime.

Don Costamagna, il futuro secondo Vescovo salesiano, dopo aver letto questo sogno, dall’America scriveva a Don Lemoyne:

« Dica pure a Don Bosco che non ubbidiremo a quelle sue parole scritte nell’ultima lettera a Monsignore: “Non credere a tutto ciò che dicono i miei sogni”, perché noi stiamo alle visioni del nostro Padre, il quale, non lo dimenticherò giammai, ebbe a dirmi un giorno.. “Fra tutte le Congregazioni e Ordini Religiosi, forse la nostra fu quella che ebbe più Parola di Dio”» .

(Memorie Bibliografiche di Don Bosco vol. XVII, pag. 299 ss)

1° AMA TUTTI… AMA PER PRIMO…

I rapporti tra le comunità politiche vanno regolati nella libertà. Il che significa che nessuna di esse ha il diritto di esercitare un’azione oppressiva sulle altre o di indebita

ingerenza. Tutte invece devono proporsi di contribuire perché in ognuna sia sviluppato il senso di responsabilità, lo spirito di iniziativa, e l’impegno ad essere la prima protagonista nel realizzare la propria ascesa in tutti i campi.

(Pacem In Terris Lettera Enciclica Giovanni XXIII, cap. III n°. 64)

Dal Vangelo secondo Luca 6,27 - 29Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi

odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Da' a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che

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merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto.

Salmo 62O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco, *

di te ha sete l'anima mia, a te anela la mia carne, *come terra deserta, arida, senz'acqua. 

Così nel santuario ti ho cercato, *per contemplare la tua potenza e la tua gloria. Poiché la tua grazia vale più della vita, *le mie labbra diranno la tua lode. 

Così ti benedirò finché io viva, *nel tuo nome alzerò le mie mani. Mi sazierò come a lauto convito, *e con voci di gioia ti loderà la mia bocca. 

Nel mio giaciglio di te mi ricordo, *penso a te nelle veglie notturne, tu sei stato il mio aiuto; *esulto di gioia all'ombra delle tue ali. 

A te si stringe *l'anima mia.La forza della tua destra *mi sostiene.

“Perché vai alla GMG?” “Perché spero di incontrare Gesù”, ha risposto una ragazza arrivata qui a Colonia insieme a centinaia di migliaia di giovani da tutto il mondo.

Penso che non è l’unica ad avere in cuore questo struggente desiderio: incontrare Gesù! Ed è anche il motto di questa GMG: cercare Cristo, trovarlo ed adorarlo. Incontrare Gesù, adorarLo e poi portarLo agli altri, dovunque andiamo. Carissimi giovani, ma sapete che c’è un segreto per non perderLo più questo Gesù che durante gli eventi della GMG ci appare così bello, così vivo, così affascinante? Il segreto è questo: bisogna amare! Per amare Dio, per rimanere in Lui, per essere nella luce sempre, bisogna amare gli altri! Guardate, io vi parlo della mia esperienza di più di 60 anni, ma anche dell’esperienza di un popolo intero, sparso su tutto il pianeta, milioni di uomini, donne e bambini che hanno scelto l’amore come stile di vita! E’ questo il segreto di una vita felice, piena, interessante, sempre nuova, mai noiosa, sempre sorprendente! Si potrebbero dire infinite cose su quest’amore che Gesù ci insegna con la sua vita, con le sue parole, con i suoi santi. Ma per oggi vorrei sottolineare solo due punti, che sono però di fondamentale importanza: 1) Bisogna amare TUTTI, senza eccezioni, senza selezioni, senza preferenze – come fa Dio con noi! E qui si tratta di amare l’amico e il nemico, quello simpatico e quello antipatico, l’insegnante e il vicino di casa, il postino e il collega. Amare TUTTI significa anche amare la gente lontana da noi, ma presente tramite i massmedia, come le vittime dello Tsunami nel Sudest-Asiatico. 2) Il secondo punto: bisogna amare PER PRIMI. Normalmente si ama quando si è amati, si risponde all’amore che ci arriva. E se non arriva? No, è molto meglio prendere noi l’iniziativa, incominciare per primi a dare un segnale di amicizia, di perdono, di volontà a ricominciare da capo. Provate ad amare così, sperimenterete una grande libertà perché siete voi i protagonisti!

(Chiara Lubich ai Giovani della GMG di Colonia 2500)

2° LA VITA E’ VITA : AMALA…

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Ma non è mai abbastanza ripetuto che la cooperazione, di cui si è fatto cenno, va attuata nel più grande rispetto per la libertà delle comunità politiche in fase di sviluppo. Le quali comunità è necessario che siano e si sentano le prime responsabili e le principali artefici nell’attuazione del loro sviluppo economico e del loro progresso sociale.

(Pacem In Terris Lettera Enciclica Giovanni XXIII, cap. III n°. 66)

Dal Libro del Profeta Geremia 1,5 – 10«Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni». Risposi: «Ahimè, Signore Dio, ecco io non so parlare, perché sono giovane». Ma il Signore mi disse: «Non dire: Sono giovane, ma va' da coloro a cui ti manderò e annunzia ciò che io ti ordinerò. Non temerli, perché io sono con te per proteggerti». Oracolo del Signore. Il Signore stese la mano, mi toccò la bocca e il Signore mi disse: «Ecco, ti metto le mie parole sulla bocca. Ecco, oggi ti costituisco sopra i popoli e sopra i regni per sradicare e demolire, per distruggere e abbattere, per edificare e piantare».

Vivi la vitaLa vita è un'opportunità, coglila. La vita è bellezza, ammirala.

La vita è beatitudine, assaporala. La vita è un sogno, fanne una realtà.La vita è una sfida, affrontala. La vita è un dovere, compilo.La vita è un dovere, compilo. La vita è un gioco, giocalo.La vita è preziosa, abbine cura. La vita è una ricchezza, conservala.La vita è amore, godine. La vita è un mistero, scoprilo.La vita è promessa, adempila.La vita è tristezza, superala.La vita è un inno, cantalo.La vita è una lotta, accettala.La vita è un'avventura, rischiala.La vita è felicità, meritala.La vita è la vita, difendila. (Madre Teresa)

3° IL POVERO DISTURBA…

I progressi delle scienze e delle tecniche incidono profondamente sugli esseri umani, sollecitandoli a collaborare tra loro e orientandoli verso una convivenza unitaria a raggio mondiale. Si è infatti intensamente accentuata la circolazione delle idee, degli uomini, delle cose. Per cui sono aumentati enormemente e si sono infittiti i rapporti tra i cittadini, le famiglie, i corpi intermedi appartenenti a diverse comunità politiche; come pure fra i poteri pubblici delle medesime. Il progresso sociale, l’ordine, la sicurezza, e la pace all’interno di ciascuna comunità politica è in rapporto vitale con il progresso sociale, l’ordine, la sicurezza, la pace di tutte le altre comunità politiche.

(Pacem In Terris Lettera Enciclica Giovanni XXIII, cap. IV n°. 68)

Dal Vangelo secondo Marco 14,3 – 8Gesù si trovava a Betània nella casa di Simone il lebbroso. Mentre stava a mensa,

giunse una donna con un vasetto di alabastro, pieno di olio profumato di nardo genuino di gran valore; ruppe il vasetto di alabastro e versò l'unguento sul suo capo. Ci furono alcuni che si sdegnarono fra di loro: «Perché tutto questo spreco di olio profumato? Si poteva benissimo vendere quest'olio a più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed erano infuriati contro di lei.Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché le date fastidio? Ella ha compiuto verso di me un'opera buona; i poveri infatti li avete sempre con voi e potete beneficarli quando volete, me invece non mi avete sempre. Essa ha fatto ciò ch'era in suo potere, ungendo in anticipo il mio corpo per la sepoltura.

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O Dio, rendici degni di servire i nostri fratelli, da un capo all'altro del mondo, dove vivono e muoiono in povertà e di fame. Dona loro, in questo giorno, attraverso le nostre mani, il loro pane quotidiano e il tuo confortevole amore, dona loro pace e gioia. Donami la grazia di vedere i bisogni degli altri e che io possa dividere con loro i doni che mi hai dato.

Gesù è morto perché voleva mettere il povero al cuore della comunità. I lebbrosi, la gente sporca e ripugnante a quei tempi erano esclusi dal tempio. Gesù appariva

allora come colui che disturba. Sappiamo quanto sia grande la lotta all’interno di noi stessi, perché la via discendente ci fa incontrare il povero e il povero ci disturba. Infatti, non si tratta di fare qualcosa per lui ma di entrare in relazione con lui e non sappiamo dove ci porterà tutto questo, perché ci chiederà qualcosa che non vorremmo. Vivere un’alleanza con il povero significa mettersi in comunione con lui e diventare vulnerabili, significa perdere la propria libertà per acquistare una nuova libertà, quella dell’amore. Il povero rimane pericoloso; chiama al cambiamento, ad una trasformazione, ad una conversione radicale. Mi ricordo che un giorno a Parigi sono stato avvicinato da una donna che aveva l’aria fragile e ferita. Mi chiedeva dieci franchi. Ho voluto sapere il perché e mi rispose che era appena uscita dall’ospedale psichiatrico e che era malata. Abbiamo iniziato a parlare e a un certo punto mi sono reso conto che se continuavo sarebbe diventato troppo pericoloso perché di certo l’avrei invitata a pranzo e non avrei più potuto lasciarla per la strada. E ho sentito salire dentro di me ogni sorta di potenza che mi diceva di fermarmi. Le ho dato dieci franchi e sono andato all’appuntamento che avevo. Se ci si avvicina troppo al povero si perde la propria libertà personale. A un certo punto si arriva ad una svolta senza ritorno che cambia la nostra vita. Mi sono reso conto che facevo esattamente come il prete e come il levita della storia del buon samaritano che hanno continuato la loro strada fino a Gerico. Abbiamo fatto tutti questa esperienza. A volte è molto più facile dare dei soldi ad un povero piuttosto che avvicinarsi a lui.

(Jean Vanier)

4° FA’ DI ME UN’ARCOBALENO DI BENE…

Come il bene comune delle singole comunità politiche, così il bene comune universale non può essere determinato che avendo riguardo alla persona umana. Per cui anche i poteri pubblici della comunità mondiale devono proporsi come obiettivo fondamentale il riconoscimento, il rispetto, la tutela e la promozione dei diritti della persona: con un’azione diretta, quando il caso lo comporti; o creando un ambiente a raggio mondiale in cui sia reso più facile ai poteri pubblici delle singole comunità politiche svolgere le proprie specifiche funzioni. (Pacem In Terris Lettera Enciclica Giovanni XXIII, cap. IV n°. 73)

Dalla Lettera ai Colossesi 3, 10 - 15Vi siete infatti spogliati dell'uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova, per una piena conoscenza, ad immagine del suo Creatore. Qui non c'è più Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro o Scita, schiavo o libero, ma Cristo è tutto in tutti.Rivestitevi dunque, come amati di Dio, santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo di perfezione. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E siate riconoscenti!

Salmo 66

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Dio abbia pietà di noi e ci benedica, *su di noi faccia splendere il suo volto; perché si conosca sulla terra la tua via, *fra tutte le genti la tua salvezza. 

Ti lodino i popoli, Dio, *ti lodino i popoli tutti. 

Esultino le genti e si rallegrino, perché giudichi i popoli con giustizia, *governi le nazioni sulla terra. 

Ti lodino i popoli, Dio, *ti lodino i popoli tutti. 

La terra ha dato il suo frutto. *Ci benedica Dio, il nostro Dio, ci benedica Dio *e lo temano tutti i confini della terra.

Arcobaleno di pace Signore, fa’ di me un arcobaleno di bene,

di speranza e di pace.Un arcobaleno che per nessun motivoannunci ingannevoli bontà, speranze vane e false immagini di pace.Un arcobaleno sospeso da te nel cieloChe annunci il tuo amore per il Padre,La morte del tuo Figliola meravigliosa azionedel tuo Santo Spirito, Signore. (H. Camara)

5° SALE E LUCE DEL MONDO…

È un imperativo del dovere; è un’esigenza dell’amore. Ogni credente, in questo nostro mondo, deve essere una scintilla di luce, un centro di amore, un fermento vivificatore nella massa: e tanto più lo sarà, quanto più, nella intimità di se stesso, vive in comunione con Dio. Infatti non si dà pace fra gli uomini se non vi è pace in ciascuno di essi, se cioè ognuno non instaura in se stesso l’ordine voluto da Dio. "Vuole l’anima tua - si domanda sant’ Agostino - vincere le tue passioni? Sia sottomessa a chi è in alto e vincerà ciò che è in basso. E sarà in te la pace: vera, sicura, ordinatissima. Qual è l’ordine di questa pace? Dio comanda all’anima, l’anima al corpo; niente di più ordinato"

(Pacem In Terris Lettera Enciclica Giovanni XXIII, cap. V n°. 88)

Dal Vangelo secondo Matteo 5,13 – 16Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.

“Il pane che a voi avanza è il pane dell’affamato.

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La tunica appesa al vostro armadio è la tunica di chi è nudo. Le scarpe che voi non portate sono le scarpe di chi è scalzo. Il denaro che tenete nascosto è il denaro del povero. Le opere di carità che voi non compite sono altrettante ingiustizie che voi commettete”.

(San Basilio)

Ero a Wajir, un villaggio desolato nel cuore del deserto del Nord-Est del Kenya, quando conobbi i primi tubercolotici e mi innamorai di loro, e fu amore per la vita. I malati di

tubercolosi erano in un reparto da disperati e quello che più spaccava il cuore era il loro abbandono, la loro sofferenza, senza nessun tipo di conforto. Non sapevo nulla di medicina. Cominciai a portare loro l’acqua piovana che raccoglievo dai tetti della bella casa che il governo mi aveva dato come insegnante alla scuola secondaria. Andavo con le taniche piene, svuotavo i loro recipienti con l’acqua salatissima dei pozzi di Wajir, e li riempivo di quell’acqua dolce. Loro mi facevano cenni di comando, apparentemente disturbati dalla goffaggine di quella giovane donna bianca, della cui presenza sembravano volersi liberare in fretta. Tutto mi era contro allora: ero giovane e dunque non degna né di ascolto né di rispetto, ero bianca e dunque disprezzata da quella razza che si considera superiore a tutti (bianchi, neri, gialli, appartenenti a qualsiasi nazionalità che non sia la loro), ero cristiana e dunque disprezzata, rifiutata, temuta. Tutti allora erano convinti che io fossi andata a Wajir per fare proseliti. E poi non ero sposata, un assurdo in quel mondo in cui il celibato non esiste e non è un valore per nessuno, anzi è un non valore. Trent’anni dopo, per il fatto che non sono sposata, sono ancora guardata con disprezzo e compassione in tutto il mondo somalo che non mi conosce bene. Solo chi mi conosce dice e ripete senza stancarsi che sono somala come loro e sono madre autentica di tutti quelli che ho salvato, guarito, aiutato, facendo passare così sotto silenzio la realtà che io madre naturale non sono e non sarò mai. Subito cominciai a studiare, ad osservare, ero ogni giorno con loro, li servivo sulle ginocchia, stavo accanto a loro quando si aggravavano e non avevano nessuno che si occupasse di loro, che li guardasse negli occhi, che infondesse loro forza.

(Annalena Tonelli)

Quarto sogno missionario: Africa e CinaLa Provvidenza non cessava di

squarciare dinanzi agli occhi di Don Bosco il velo del futuro sui progressi della Congregazione Salesiana nel campo sconfinato delle Missioni. Anche nel 1885 un sogno rivelatore venne a manifestargli i disegni di Dio sul remoto avvenire. Don Bosco lo narrò e commentò ai membri del Consiglio Generale la sera del 2 luglio.

«Mi parve - disse - di essere innanzi a una montagna altissima, sulla cui vetta stava un angelo spiendidissimo per luce, sicché illuminava le contrade più remote. Intorno al monte vi era un vasto regno di genti sconosciute.

L’angelo con la destra teneva sollevata in alto una spada, che splendeva come fiamma vivissima, e con la sinistra mi indicava le regioni all’intorno. Mi diceva:

- Angelus Arfaxad vocat vos adproelianda bella Domini et ad congregandospopulos in horrea Domini (L’Angelo Arfaxad vi chiama a combattere le battaglie del Signore, e a radunare i popoli nei granai del Signore).

Una turba meravigliosa di Angeli lo circondava. Fra questi vi era Luigi Colle, a cui faceva corona una moltitudine di giovanetti, ai quali insegnava a cantare le lodi di Dio.

Intorno alla montagna, ai piedi di essa e sopra i suoi dorsi, abitava molta gente. Tutti parlavano tra di loro, ma era un linguaggio a me sconosciuto. Io capivo solo ciò che diceva

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l’Angelo. Non posso descrivere quello che ho visto. Sono cose che si vedono, s’intendono, ma non si possono spiegare.

Innanzi a questa montagna e in tutto questo viaggio mi sembrava di essere sollevato a un’altezza sterminata, come sopra le nuvole, circondato da uno spazio immenso. Chi può esprimere a parole quell’altezza, quella larghezza, quella luce, quel chiarore, quello spettacolo? Si può godere, ma non si può descrivere.

Vi erano molti che mi accompagnavano e mi incoraggiavano, e facevano animo anche ai Salesiani perché non si fermassero nella loro strada. Fra costoro che calorosamente mi tiravano, per così dire, per mano affinché andassi avanti, c’era il caro Luigi Colle e schiere di Angeli, i quali facevano eco al canto di quei giovanetti che gli stavano d’intorno.

Quindi mi parve di essere al centro dell’Africa, in un vastissimo deserto. In terra era scritto a grossi caratteri trasparenti: Negri. Nel mezzo vi era l’Angelo di Cam, il quale diceva:

- Cessabit maledictum e la benedizione del Creatore discenderà sopra i riprovati suoi figli, e il miele e il balsamo guariranno i morsi fatti dai serpenti; dopo saranno coperte le turpitudini dei figliuoli di Cam.

Finalmente mi parve di essere in Australia. Qui pure vi era un Angelo, ma non aveva nessun nome. Egli guidava e faceva camminare la gente verso il mezzodì. Una moltitudine di fanciulli che colà abitavano, tentavano di venire verso di noi, ma erano impediti dalla distanza e dalle acque che li separavano. Tendevano però le mani verso Don Bosco e i Salesiani dicendo:

Venite in nostro aiuto! Perché non compite l’opera che i vostri padri hanno incominciato?

Molti si fermarono, altri con mille sforzi passarono in mezzo ad animali feroci e vennero a mischiarsi con i Salesiani, che io non conoscevo, e si misero a cantare: Benedictus qui venit in nomine Domini (Benedetto colui che viene nel nome del Signore).

A qualche distanza si vedevano aggregati di isole innumerevoli ma io non ne potei discernere le particolarità. Mi pare che tutto questo insieme indicasse che la Provvidenza offriva una porzione di campo evangelico ai Salesiani, ma in tempo futuro. Le loro fatiche otterranno frutto perché la mano del Signore sarà costantemente con loro, se non demeriteranno i suoi favori.

Se potessi imbalsamare e conservare vivi un cinquanta Salesiani di quelli che ora sono fra di noi, da qui a 500 anni vedrebbero quali stupendi destini ci riserva la Provvidenza, se saremo fedeli.

Noi saremo sempre ben visti, anche dai cattivi, perché il nostro campo speciale è di tal fatta da attirare le simpatie di tutti, buoni ed empi. Potrà essere qualche testa matta che ci voglia distrutti, ma saranno progetti isolati e senza appoggio degli altri. Tutto sta che i Salesiani non si lascino prendere dall’amore alle comodità e quindi rifuggano dal lavoro. Mantenendo anche solo le opere già esistenti e non dandosi al vizio della gola, avranno caparra di lunga durata.

La Società Salesiana prospererà materialmente se procureremo di sostenere e di diffondere il Bollettino e l’Opera dei Figli di Maria Ausiliatrice e la estenderemo: sono così buoni tanti di questi figliuoli! La loro istituzione è quella che ci darà valenti confratelli risoluti nella loro vocazione».

Il 10 agosto Don Bosco scriveva al Conte Fiorito Colle di Tolone, padre di Luigi: «Il nostro amico Luigi mi ha condotto a fare una gita nel centro dell'Africa, “terra di Cam” come diceva egli, e nelle terre di Arfaxad, ossia in Cina».

Dopo il sogno, Don Bosco incaricò il chierico Festa di far ricerche nei dizionari biblici sull’enigmatico Arfaxad, che è nominato nel capo decimo della Genesi. Si credette poi di aver trovato la chiave del mistero nel primo volume della Storia della Chiesa del Rohrbacher, il quale asserisce che da Arfaxad discendono i Cinesi.

Don Bosco si fissò particolarmente sulla Cina e diceva: « Se io avessi 20 Salesiani da spedire in Cina, è certo che vi riceverebbero un ‘accoglienza trionfale, nonostante la persecuzione».

A questo sogno il Santo mostrava di pensare sovente, ne discorreva volentieri e ravvisava in esso una conferma dei sogni precedenti sulle Missioni.

(Memorie Bibliografiche di Don Bosco vol. XVII, pag. 643 ss)

1° PACE PER CHI IN TE HA FIDUCIA…

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Pace: abbiamo il dovere di spendere tutte le nostre energie per il rafforzamento di questo bene. Ma la pace rimane solo suono di parole, se non è fondata su quell’ordine che il presente documento ha tracciato con fiduciosa speranza: ordine fondato sulla verità, costruito secondo giustizia, vivificato e integrato dalla carità e posto in atto nella libertà.È questa un’impresa tanto nobile ed alta che le forze umane, anche se animate da ogni lodevole buona volontà, non possono da sole portare ad effetto. Affinché l’umana società sia uno specchio il più fedele possibile del regno di Dio, è necessario l’aiuto dall’alto.

(Pacem In Terris Lettera Enciclica Giovanni XXIII, cap. V n°. 89-90)

Dal Libro del Profeta Isaia 26,1 – 4In quel giorno si canterà questo canto nel paese di Giuda:abbiamo una città forte; egli ha eretto a nostra salvezza mura e baluardo. Aprite le porte: entri il popolo giusto che mantiene la fedeltà. Il suo animo è saldo; tu gli assicurerai la pace, pace perché in te ha fiducia. Confidate nel Signore sempre, perché il Signore è una roccia eterna.

Salmo 114Amo il Signore perché ascolta *

il grido della mia preghiera. Verso di me ha teso l'orecchio *nel giorno in cui lo invocavo. 

Mi stringevano funi di morte, *ero preso nei lacci degli inferi. 

Mi opprimevano tristezza e angoscia e ho invocato il nome del Signore: *«Ti prego, Signore, salvami». 

Buono e giusto è il Signore, *il nostro Dio è misericordioso. Il Signore protegge gli umili: *ero misero ed egli mi ha salvato. 

Ritorna, anima mia, alla tua pace, *poiché il Signore ti ha beneficato; 

egli mi ha sottratto dalla morte, ha liberato i miei occhi dalle lacrime, *ha preservato i miei piedi dalla caduta. 

Camminerò alla presenza del Signore *sulla terra dei viventi.

2° GESTI DI PACE…

A voler guardare le cose a fondo, si deve riconoscere che la pace non è tanto questione di strutture, quanto di persone. Strutture e procedure di pace – giuridiche, politiche ed economiche – sono certamente necessarie e fortunatamente sono spesso presenti. Esse tuttavia non sono che il frutto della saggezza e dell'esperienza accumulata lungo la storia mediante innumerevoli gesti di pace, posti da uomini e donne che hanno saputo sperare senza cedere mai allo scoraggiamento. Gesti di pace nascono dalla vita di persone che coltivano nel proprio animo costanti atteggiamenti di pace. Sono frutto della

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mente e del cuore di «operatori di pace». Gesti di pace sono possibili quando la gente apprezza pienamente la dimensione comunitaria della vita, così da percepire il significato e le conseguenze che certi eventi hanno sulla propria comunità e sul mondo nel suo insieme. Gesti di pace creano una tradizione e una cultura di pace.(A 40 dalla PACEM IN TERRIS: un impegno permanente – Messaggio per la Giornata

Mondiale per la Pace 1° Gennaio 2003 di Giov. Paolo II)

Dal Libro del Profeta Isaia 52,7 – 10Come sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunzi che annunzia la pace, messaggero di bene che annunzia la salvezza, che dice a Sion: «Regna il tuo Dio». Senti? Le tue sentinelle alzano la voce, insieme gridano di gioia, poiché vedono con gli occhi il ritorno del Signore in Sion. Prorompete insieme in canti di gioia, rovine di Gerusalemme, perché il Signore ha consolato il suo popolo, ha riscattato Gerusalemme. Il Signore ha snudato il suo santo braccio davanti a tutti i popoli; tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio.

1° Lettore : Nelle mani, Dio, è racchiusa la grandezza, l'intelligenza del costruire la capacità del demolire

l'arte della vita e del morire, del saper perdere e del gioireLe apro Signore e imploro, come povero sul ciglio della strada, il dono di accoglierti.

2° Lettore : Tu sei Pace, mi doni la forza di credere al di là d'ogni speranza, di operare instancabilmente,di trasformare povertà in letizia, di lenire e sanare.Tu sei Pace, con le mie mani bucate, strette alle tue, innovi la vita

Tutti: Offriremo misericordia e spezzeremo libertà

Era il settembre del 1976. Decisi di invitare i nomadi a fermarsi in un pezzo di deserto di fronte al Rehabilitation Centre for the Disabled dove lavoravo assieme alle

compagne che nel corso degli anni si erano unite a me, tutte volontarie senza stipendio, tutte per i poveri e per Gesù Cristo. Assieme a loro avevo dato vita a un centro dove loro riabilitarono tutti i poliomielitici del deserto del Nord-Est nel corso di dieci anni. Eravamo una famiglia. Accoglievamo, oltre ai poliomielitici, casi particolarmente pietosi da curare, riabilitare, creature particolarmente ferite: ciechi, sordomuti, handicappati fisici e mentali. I ragazzi crebbero con noi - mamme a tempo pieno - ed io sono a tutt’oggi per loro un punto di riferimento costante. Intanto i nomadi cominciarono a venire con le loro capanne legate sulla groppa dei cammelli. Smontavano le stuoie, i bacchetti curvi, le corde, e costruivano la capanna. Per sei mesi l’ingestione dei farmaci era strettamente supervisionata ogni giorno. Le diagnosi venivano fatte solo con l’esame dello sputo al microscopio. Le forniture dei farmaci erano assolutamente regolari, quasi un miracolo per l’Africa. Al termine dei sei mesi, arrivava il cammello o l’intera carovana e il malato guarito se ne tornava nel deserto. Poi successe un episodio grave, che mise a rischio la nostra vita, e allora la gente cominciò a dire che sicuramente anche noi saremmo andate in Paradiso. E cominciammo a essere portate come esempio. Il primo fu un vecchio capo che ci voleva molto bene: «Noi Mussulmani abbiamo la fede» - ci disse un giorno - «e voi avete l’amore». Fu il tempo del grande disgelo. La gente diceva sempre più frequentemente che loro avrebbero dovuto fare come noi, che loro avrebbero dovuto imparare da noi a Care per gli altri, in particolare per quelli più malati, più abbandonati. Diciassette anni dopo, subito dopo il massacro di Wagalla, un vecchio arabo mi fermò al centro di una delle strade principali del povero villaggio: profondamente commosso perché in mezzo ai morti c’erano suoi amici, perché mi aveva visto quando mi avevano picchiato perché sorpresa a seppellire i morti, perché lui aveva avuto paura e non aveva fatto nulla per salvare i suoi, mentre io avevo tutto osato e rischiato per salvare la vita dei «loro» che erano diventati miei, gridò per essere sentito da tutti: «Nel nome di Allah, io ti dico che, se noi seguiremo le tue orme, noi andremo in Paradiso».

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(Annalena Tonelli)

3° DAI IL MEGLIO DI TE…

C'è un legame inscindibile tra l'impegno per la pace e il rispetto della verità. L'onestà nel dare informazioni, l'equità dei sistemi giuridici, la trasparenza delle procedure democratiche danno ai cittadini quel senso di sicurezza, quella disponibilità a comporre le controversie con mezzi pacifici e quella volontà di intesa leale e costruttiva che costituiscono le vere premesse di una pace durevole. Gli incontri politici a livello nazionale e internazionale servono la causa della pace solo se l'assunzione comune degli impegni è poi rispettata da ogni parte. In caso contrario, questi incontri rischiano di diventare irrilevanti e inutili, ed il risultato è che la gente è tentata di credere sempre meno all'utilità del dialogo e di confidare invece nell'uso della forza come via per risolvere le controversie. Se tutti gli impegni assunti devono essere rispettati, speciale cura deve essere posta nel dare esecuzione agli impegni assunti verso i poveri.

(Mess. per la Giornata Mondiale per la Pace 1° Gennaio 2003 di Giov. Paolo II)

Salmo 26Ascolta, Signore, la mia voce. *

Io grido: abbi pietà di me! Rispondimi. Di te ha detto il mio cuore: «Cercate il suo volto»; *il tuo volto, Signore, io cerco. 

Non nascondermi il tuo volto, *non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, *non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. 

Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato, *ma il Signore mi ha raccolto. 

Mostrami, Signore, la tua via, guidami sul retto cammino, *a causa dei miei nemici. 

Non espormi alla brama dei miei avversari; contro di me sono insorti falsi testimoni *che spirano violenza. 

Sono certo di contemplare la bontà del Signore *nella terra dei viventi. Spera nel Signore, sii forte, *si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore

L'uomo è irragionevole, illogico, egocentricoNON IMPORTA, AMALOSe fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici

NON IMPORTA, FA' IL BENESe realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri nemiciNON IMPORTA, REALIZZALIIl bene che fai verrà domani dimenticatoNON IMPORTA, FA' IL BENEL'onestà e la sincerità ti rendono vulnerabileNON IMPORTA, SII FRANCO E ONESTOQuello che per anni hai costruito può essere distrutto in un attimo

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NON IMPORTA, COSTRUISCISe aiuti la gente, se ne risentiràNON IMPORTA, AIUTALADa' al mondo il meglio di te, e ti prenderanno a calciNON IMPORTA, DA' IL MEGLIO DI TE

(Madre Teresa di Calcutta)

4° TI VOGLIO BENE…

La religione possiede un ruolo vitale nel suscitare gesti di pace e nel consolidare condizioni di pace. Essa può esercitare questo ruolo tanto più efficacemente, quanto più decisamente si concentra su ciò che le è proprio: l'apertura a Dio, l'insegnamento di una fratellanza universale e la promozione di una cultura di solidarietà. La «Giornata di preghiera per la pace», che ho promosso ad Assisi il 24 gennaio 2002 coinvolgendo i rappresentanti di numerose religioni, aveva proprio questo scopo. Voleva esprimere il desiderio di educare alla pace attraverso la diffusione di una spiritualità e di una cultura di pace.

(Mess. per la Giornata Mondiale per la Pace 1° Gennaio 2003 di Giov. Paolo II)

Dal Libro del Profeta Isaia 9,5 – 6Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato: Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace; grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre; questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.

Invochiamo Dio, nostro Padre, che ama tutti i popoli della terra. A lui apriamo con fiducia il nostro cuore, certi di trovare ascolto e conforto. Ripetiamo insieme: Dio

della pace, ascoltaci.

1. Per la Chiesa: perché sia sempre più una comunità di persone capaci di costruire pace nel proprio quotidiano e di annunciare il Vangelo di fronte a ogni violenza, sopruso ed ingiustizia, preghiamo.

2. Per tutti i governanti: perché nella drammaticità dell’ora presente, illuminati dallo Spirito Santo possano responsabilmente fermare la spirale dell’odio e favorire processi di pace, preghiamo.

3. Per i popoli che subiscono la guerra, per i profughi privati della casa e della dignità, per tutte le vittime di attentati nel mondo e per tutti coloro che vivono e subiscono ogni forma di violenza fratricida: perché il Signore doni loro la serenità del cuore, preghiamo.

4. Per ciascuno di noi: perché, docili all’azione dello Spirito, possiamo essere costruttori di pace e di giustizia, soprattutto nel promuovere famiglie come vere comunità di amore, aperte alla vita, all'accoglienza e all'ospitalità, preghiamo.

Ringrazio di poter testimoniare, seppure con poche parole, chi sia Gesù per me, anche se lo farò con una certa difficoltà. Non viene spontaneo, infatti aprire il proprio cuore

a chiunque, su una rivista. Ma ho imparato che: «È bene tener nascosto il segreto del re, ma è cosa gloriosa rilevare e manifestare le opere di Dio» (Tb 12,7). Gesù per me è, o desidero ardentemente che sia, "tutto". "Tutto" perché per me non c'è altro fuori di Lui, in quanto tutto è in Lui. L'ho scoperto poi tale perché, grazie al Cielo, in qualche modo m'ha rubato il cuore. Anni fa scrivevo queste parole che potrei ripetere oggi: «Ti voglio bene non perché ho imparato a dirti così, non perché il cuore mi suggerisce questa parola, non tanto perché la fede mi fa credere che sei amore, nemmeno soltanto perché sei morto per me. Ti voglio bene perché sei entrato nella mia vita più dell'aria nei miei polmoni, più del sangue nelle mie

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vene. Sei entrato dove nessuno poteva entrare quando nessuno poteva aiutarmi ogniqualvolta nessuno poteva consolarmi. Ogni giorno ti ho parlato. Ogni ora ti ho guardato e nel tuo volto ho letto la risposta, nelle tue parole la spiegazione, nel tuo amore la soluzione. Ti voglio bene perché per tanti anni hai vissuto con me ed io ho vissuto di Te. Ho bevuto alla tua legge e non me n'ero accorta. Me ne sono nutrita, irrobustita, mi sono ripresa, ma ero ignara come il bimbo che beve dalla mamma e ancor non sa chiamarlacon quel dolce nome. Dammi d'esserti grata - almeno per un po' - nel tempo che mi rimane, di questo amore che hai versato su di me, e m'ha costretta a dirti:ti voglio bene»

(Chiara Lubich)

5° CHI E’ L’OPERATORE DI PACE…

Il beato Giovanni XXIII era persona che non temeva il futuro. Lo aiutava in questo atteggiamento di ottimismo quella convinta confidenza in Dio e nell'uomo che gli veniva dal profondo clima di fede in cui era cresciuto. Forte di questo abbandono alla Provvidenza, persino in un contesto che sembrava di permanente conflitto, non esitò a proporre ai leader del suo tempo una visione nuova del mondo. È questa l'eredità che egli ci ha lasciato. Guardando a lui siamo invitati ad impegnarci in quei medesimi sentimenti che furono suoi: fiducia in Dio misericordioso e compassionevole, che ci chiama alla fratellanza; fiducia negli uomini e nelle donne del nostro come di ogni altro tempo, a motivo dell'immagine di Dio impressa ugualmente negli animi di tutti. È partendo da questi sentimenti che si può sperare di costruire un mondo di pace sulla terra.

(Mess. per la Giornata Mondiale per la Pace 1° Gennaio 2003 di Giov. Paolo II)

Dal Lettera agli Efesini 4,31 – 32; 5,1-2.10Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo. Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo che anche Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore. Cercate ciò che è gradito al Signore

Vogliamo essere costruttori di PACE: dove c’è odio, suscitiamo l’amore;dove c’è offesa, restituiamo la giustizia;

dove c’è frattura, costruiamo l’unità;dove c’è menzogna, annunciamo la verità;dove c’è dubbio, animiamo la fede;dove c’è dolore, incoraggiamo la speranza;dove c’è oppressione, proclamiamo la liberazione;dove ci sono tenebre, mostriamo la luce;dove c’è tristezza, infondiamo gioia.Praticando la nonviolenza, costruiamo la pace;difendendo i diritti degli ultimi, combattiamo l’ingiustizia;interpellando le coscienze annunciamo la società libera, fraterna, giusta e veradesiderata da GESÙ CRISTO e dalla sua Chiesa.

(Arcivescovado di Santiago - Cile - liberamente tradotta)

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Chi sono gli operatori della pace? Sono i tecnici delle condutture; gli impiantisti delle reti idrauliche; gli esperti delle rubinetterie. Sono coloro che, servendosi di tecniche diversificate, si studiano di portare l'acqua della pace nella fitta trama dello spazio e del tempo, in tutte le case degli uomini, nel tessuto sociale della città, nei luoghi dove la gente si aggrega e fioriscono le convivenze. Qui è bene sottolineare una cosa. L'acqua è una : quella della pace. Le tecniche di conduzione, invece, cioè le mediazioni politiche, sono diverse. E diverse sono anche le ditte appaltatrici delle condutture, ed è giusto che sia così. L'importante è che queste tecniche siano serie, intendano servire l'uomo e facciano giungere l'acqua agli utenti. Senza inquinarla. Se lungo il percorso si introduce del veleno, non si serve la causa della pace. Senza manipolarla. Se nell'acqua si inseriscono additivi chimici, magari a fin di bene, ma derivanti dalle proprie impostazioni ideologiche, non si serve la causa della pace. Senza disperderla. Se nei tecnici prevale il calcolo, e si costruiscono le condutture in modo tale che vengano favoriti interessi di parte, e l'acqua, invece che diventare beni di tutti, viene fatta ristagnare per l'irrigazione dei propri appezzamenti, non si serve la causa della pace.

(Don Tonino Bello)

Quinto sogno missionario: PECHINOQuesto quinto sogno missionario Don

Bosco lo ebbe a Barcellona nella notte dal 9 al 10 aprile del 1886. Lo raccontò a Don Rua, a Don Branda, direttore della Casa, e al segretario Don Vighetti, con voce rotta dai singhiozzi.

Sognò di trovarsi sopra un poggio, dalla cui vetta scorgeva una selva, ma coltivata e percorsa da vie e da sentieri. Di là volse intorno lo sguardo e lo spinse in fondo all’orizzonte; ma prima dell’occhio, fu colpito il suo orecchio dallo schiamazzo di una turba innumerevole di ragazzi.

Per quanto egli facesse per scorgere donde venisse quel rumore, non vedeva nulla. Finalmente vide un’immensa quantità di giovani che, correndo intorno a lui, gli andavano dicendo: Ti abbiamo aspettato, ti abbiamo aspettato tanto, ma finalmente ci sei: sei tra noi e non ci sfuggirai!

Don Bosco non capiva e pensava che cosa volessero da lui quei ragazzi; ma mentre stava contemplandoli come attonito, vide un immenso gregge di agnelli guidati da una Pastorella, la quale, separati i giovani e le pecore, e messi gli uni da una parte e le altre dall’altra, si fermò accanto a Don Bosco e gli disse:

Vedi quanto ti sta innanzi? Sì che lo vedo - rispose Don Bosco. Ebbene, ti ricordi del sogno che hai fatto a 9 anni?... Poi, fatti venire i giovani con Don Bosco, aggiunse:

Guarda ora da questa parte, spingi il tuo sguardo e spingetelo voi tutti e leggete che cosa sta scritto... Ebbene, che cosa vedi?

Vedo montagne, poi mari, poi colline, quindi di nuovo montagne e mari.

Leggo - diceva un ragazzo -: Valparaiso.

Io leggo - diceva un altro -: Santiago.

Io, esclamava un terzo, li leggo tutti e due.

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Ebbene - continuò la Pastorella -, parti ora da quel punto e avrai una norma di quanto i Salesiani dovranno fare in avvenire. Volgiti ora da quest’altra parte, tira una linea visuale e guarda.

Vedo montagne, colline e mari. E i giovani aguzzarono lo sguardo ed esclamarono in coro: Leggiamo Pechino.

Allora Don Bosco vide una gran città, attraversata da un largo fiume, sul quale erano gettati alcuni grandi ponti.

- Bene - disse la Pastorella -. Ora tira una sola linea da una estremità all’altra, da Santiago a Pechino, fanne un centro nel mezzo dell’Africa e avrai un’idea esatta di quanto debbono fare i Salesiani.

- Ma come fare tutto questo? - esclamò Don Bosco -. Le distanze sono immense, i luoghi difficili e i Salesiani pochi. Non ti turbare. Faranno questo i tuoi figli, i figli dei tuoi figli e dei figli loro; ma si tenga fermo nell’osservanza delle Regole e nello spirito della Congregazione.

Ma dove prendere tanta gente? Vieni qui e guarda. Vedi là cinquanta Missionari in pronto? Più in là ne vedi altri e altri ancora? Tira una linea da Santiago al centro dell’Africa. Che cosa vedi?

Leggo dieci centri di stazioni. Ebbene, questi centri che tu vedi formeranno case di studio e di noviziato e daranno moltitudine di Missionari, affine di provvederne queste contrade. E ora volgiti da quest’altra parte. Qui vedi dieci altri centri dal mezzo dell’Africa fino a Pechino. E anche questi centri somministreranno Missionari a tutte queste altre contrade. Là c’è Hong Kong, là Calcutta, più in là Madagascar. Questi e più altri avranno case, studi e noviziati.

Don Bosco ascoltava guardando ed esaminando, poi disse: E dove trovare tanta gente? E come inviare Missionari in quei luoghi? Guarda - rispose la Pastorella -, mettiti di buona volontà. Vi è una cosa sola da fare: raccomandare che i miei figli coltivino costantemente la virtù di Maria.

Ebbene, sì, mi pare di aver inteso. Predicherà a tutti le tue parole. E guàrdati dall’errore che vige adesso, che è la mescolanza di coloro che studiano le arti umane con quelli che studiano le arti divine, perché la scienza del cielo non vuole essere mescolata con le cose terrene.

Don Bosco voleva ancora parlare; ma la visione disparve: il sogno era finito. Il Bollettino Salesiano del settembre 1887 riportava due fatti che possono essere un buon commento al punto del sogno dove si parla del Cile.

Il senatore Valledor di Santiago aveva pregato i Salesiani di accettare la direzione dell’Orfanotrofio governativo. Mons. Cagliero e mons. Fagnano, andati a visitare l’Istituto, si sentirono rivolgere da un orfanello queste parole: « Sono due anni che piangiamo e preghiamo perché Don Bosco ci dia un padre».

A Valparaiso, quando i Salesiani arrivarono, più di 200 ragazzi correvano loro dietro gridando: « Finalmente sono arrivati i nostri padri! Oh, che piacere!». Due episodi che fecero pensare a quanto quei Salesiani avevano letto nel sogno di Don Bosco; interessante il commento che del sogno fece Don Bosco stesso:

«Quando i Salesiani saranno nella Cina e si troveranno sulle due sponde del fiume che passa nelle vicinanze di Pechino!... Gli uni verranno alla sponda sinistra dalla parte del grande Impero; gli altri alla sponda destra dalla parte della Tartaria. Oh, quando gli uni andranno incontro agli altri per stringersi la mano!... Quale gloria per la nostra Congregazione!... Ma il tempo è nelle mani di Dio».

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(Memorie Bibliografiche di Don Bosco vol. XVIII, pag. 71 ss)

1° PACE A VOI !…

Occorre sempre parlare di Pace! Occorre educare il mondo ad amare la pace, a costruirla, a difenderla; e contro le rinascenti premesse della guerra, e contro le insidie di un pacifismo tattico, che narcotizza l'avversario da abbattere, o disarma negli spiriti il senso della giustizia, del dovere e del sacrificio, occorre suscitare negli uomini del nostro tempo e delle generazioni venture il senso e l'amore della pace fondata sulla verità, sulla giustizia, sulla libertà, sull'amore. Noi, possiamo avere un'arma singolare per la pace: la preghiera, con le sue meravigliose energie di tonificazione morale e di impetrazione, di trascendenti fattori divini, di innovazioni spirituali e politiche; e con la possibilità ch'essa offre a ciascuno di interrogarsi individualmente e sinceramente circa le radici del rancore e della violenza, che possono eventualmente trovarsi nel cuore di ognuno.

(1^ Giornata Mondiale della Pace 1968 – Messaggio di Paolo VI)

Dalla Lettera agli Efesini 2, 12 – 17Ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d'Israele, estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio in questo mondo. Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l'inimicizia. Egli è venuto perciò ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini

Preghiera della Pace (a 2 cori)

Signore, noi abbiamo ancora le mani insanguinate, dalle ultime guerre mondiali, così che non ancora tutti i popoli hanno potuto stringerle fraternamente fra loro;

Signore, noi siamo tanto armati che non lo siamo mai stati nei secoli prima d'ora, e siamo così carichi di strumenti micidiali da potere, in un istante, incendiare la terra e distruggere forse anche l'umanità;

Signore, noi ogni giorno ascoltiamo impotenti le notizie di guerre ancora accese nel mondo; Signore, è vero! Noi non camminiamo rettamente;

Signore, guarda tuttavia ai nostri sforzi, inadeguati, ma sinceri, per la pace del mondo! Vi sono istituzioni magnifiche e internazionali; vi sono propositi per il disarmo e la trattativa;Signore, vi sono soprattutto tombe che stringono il cuore, famiglie spezzate dalle guerre, dai conflitti, dalle repressioni capitali; donne che piangono, bambini che muoiono; profughi e prigionieri accasciati sotto il peso della solitudine e della sofferenza: e vi sono tanti giovani che insorgono perché la giustizia sia promossa e la concordia sia legge delle nuove generazioni;

Signore, tu lo sai, vi sono anime buone che operano il bene in silenzio, coraggiosamente, disinteressatamente e che pregano con cuore pentito e con cuore innocente; vi sono cristiani, e quanti, o Signore, nel mondo che vogliono seguire il Tuo Vangelo e professano il sacrificio e l'amore;Signore, Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace.

(Paolo VI)

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2° LA PACE E’ UN DONO DI TUTTI…

La Pace è oggi intrinsecamente collegata al riconoscimento ideale e all'instaurazione effettiva dei Diritti dell'Uomo.A questi fondamentali diritti corrisponde un fondamentale dovere; ch'è appunto la Pace. La Pace è un dovere Perché la Pace è la sicurezza, la Pace è l'ordine. Un ordine giusto e dinamico, diciamo, da costruire continuamente. Senza la Pace nessuna fiducia, senza fiducia nessun progresso. Una fiducia, diciamo, radicata nella giustizia e nella lealtà. Solo nel clima della Pace si attesta il diritto, progredisce la giustizia, respira la libertà. Se questo è il senso della Pace, se questo è il valore della Pace, la Pace è un dovere. E proprio perché la Pace è sempre in divenire, perché è sempre incompleta, perché è sempre fragile, perché è sempre insidiata, perché è sempre difficile noi la proclamiamo. Come un dovere. Un dovere inderogabile. Un dovere dei responsabili della sorte dei Popoli. Un dovere d'ogni cittadino del mondo: perché tutti devono amare la Pace; tutti devono concorrere a produrre quella mentalità pubblica, quella coscienza comune che la rende auspicabile e possibile. La Pace dev'essere dapprima negli animi, affinché poi sia negli avvenimenti. Sì, la Pace è un dovere universale e perenne.

(Mess. Giornata Mondiale della Pace 1969, Paolo VI)

Dal Vangelo secondo Matteo 7, 12 - 14Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti.Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!

Salmo 84Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:

egli annunzia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli, *per chi ritorna a lui con tutto il cuore. 

La sua salvezza è vicina a chi lo teme *e la sua gloria abiterà la nostra terra. 

Misericordia e verità s'incontreranno, *giustizia e pace si baceranno. La verità germoglierà dalla terra *e la giustizia si affaccerà dal cielo. 

Quando il Signore elargirà il suo bene, *la nostra terra darà il suo frutto. Davanti a lui camminerà la giustizia *e sulla via dei suoi passi la salvezza

Invocazione silenziosa del dono della pace

3° OGNI UOMO E MIO FRATELLO…

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La pace vera deve essere fondata sulla giustizia, sul senso dell'intangibile dignità umana, sul riconoscimento d'una incancellabile e felice eguaglianza fra gli uomini, sul dogma basilare della fraternità umana. Cioè del rispetto, dell'amore dovuto ad ogni uomo, perché uomo. Erompe la parola vittoriosa: perché fratello. Fratello mio, fratello nostro. Chi fa opera per educare le nuove generazioni alla convinzione che ogni uomo è nostro fratello costruisce dalle fondamenta l'edificio della pace. Chi inserisce nell'opinione pubblica il sentimento della fratellanza umana senza confine prepara al mondo giorni migliori. Chi concepisce la tutela degli interessi politici senza la spinta dell'odio e della lotta fra gli uomini, come necessità dialettica e organica del vivere sociale, apre alla convivenza umana il progresso sempre attivo del bene comune. Chi aiuta a scoprire in ogni uomo, al di là dei caratteri somatici, etnici, razziali, l'esistenza d'un essere eguale al proprio, trasforma la terra da un epicentro di divisioni, di antagonismi, d'insidie e di vendette in un campo di lavoro organico di civile collaborazione. Perché dove la fratellanza fra gli uomini è in radice misconosciuta è in radice rovinata la pace. E la pace è invece lo specchio dell'umanità vera, autentica, moderna, vittoriosa d'ogni anacronistico autolesionismo. È la pace la grande idea celebrativa dell'amore fra gli uomini, che si scoprono fratelli e si decidono a vivere tali.

(Mess. della 4^ Giornata della Pace 1971, Paolo VI)

Non dire: Padre, se ogni giorno non ti comporti come un figlio.Non dire: Nostro, se vivi isolato nel tuo egoismo.

Non dire: Che sei nei cieli, se pensi solo alle cose terrene.Non dire: Sia santificato il tuo nome, se non lo onori.Nom dire: Venga il tuo regno, se lo confondi con un risultato materiale.Non dire: Sia fatta la tua volontà, se non l’accetti quando è dolorosa.Non dire: Il nostro pane quotidiano, se non ti preoccupi della gente che ha fame.Non dire: Perdona i nostri debiti, se conservi rancore verso tuo fratello.Non dire: Liberaci dal male, se non prendi posizione verso il male.Non dire: Amen, se non hai capito o non hai preso sul serio la parola del Padre Nostro.

Gesù è Colui che tutti aspettano. Il nostro mondo attende un Salvatore, il nostro mondo attende qualcuno che dia un senso alla vita. Sperimentiamo oggi che tutti

sono scoraggiati. Vi è un enorme divario tra ricchi e poveri in molti Paesi. Penso soprattutto all'Africa, c'è la guerra civile. In molti Paesi dell'Est, ci sono povertà e disordini dopo anni di Comunismo. Lo stesso avviene in America Latina dove non mancano la povertà, le sofferenze umane e in tutti i Paesi ricchi permane il divario tra ricchi e poveri. Tutto il mondo attende un senso, in particolare i giovani. I giovani hanno perduto il senso della vita. Essi attendono Colui che verrà e quello che aspettano è Qualcuno che venga per dire loro: «ti amo», «ho fiducia in te e voglio donarti la vita, voglio donarti la libertà, voglio dare un senso nuovo alla tua vita». Allora, Gesù è Colui che viene a dire a ciascuno di noi «ti amo!» e «sei importante per me»; ma non viene sulle ali della potenza e neppure della gloria. Gesù è Colui che si è svuotato, è Colui che non ha conservato la propria condizione divina che lo rendeva uguale a Dio; ma si è svuotato, è divenuto piccolo, è divenuto un bambino, un uomo crocifisso, rifiutato; è divenuto povero. È vero che ad un certo punto Gesù è diventato potente, ha compiuto grandi miracoli ma temeva sempre che la gente vedesse in Lui il Potente che fa grandi cose in vece di Colui che è in ricerca di dare la Comunione. Allora Gesù diviene piccolo, egli è umile ed è per questo che noi ammiriamo i potenti, ma amiamo i piccoli, il bambino, la persona fragile e debole. Dunque, per me Gesù è Colui che si fa piccolo, è il Dio che diviene piccolo, che si nasconde nel povero, nell'umile, nel debole, nel moribondo, nell'ammalato; poiché tutte queste persone che sono particolarmente fragili sono in cerca d'amore e vedo che questo è il mistero di Gesù e che Gesù è amore.

(Jean Vanier)

4° LA PACE DIPENDE ANCHE DA TE…

La Pace è possibile, se ciascuno di noi la vuole; se ciascuno di noi ama la Pace, educa e forma la propria mentalità alla Pace, difende la Pace, lavora per la Pace. Ciascuno di noi

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deve ascoltare nella propria coscienza il doveroso appello: La Pace dipende anche da te. La Pace vive delle adesioni, sia pure singole ed anonime, che le persone le danno. L'affermazione della Pace da individuale deve diventare collettiva e comunitaria; deve diventare affermazione di Popolo e della Comunità dei Popoli. Uomini di comando, uomini di cultura, uomini d'affari: occorre imprimere alla vostra azione un indirizzo robusto e sagace, verso la Pace; essa ha bisogno di voi. Se voi volete, potete! La Pace dipende anche e specialmente da voi.

(Mess. per la Giornata Mondiale della Pace 1974, Paolo VI)

Dalla Lettera ai Filippesi 2, 1 - 11Se c'è pertanto qualche consolazione in Cristo, se c'è conforto derivante dalla carità, se c'è qualche comunanza di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con l'unione dei vostri spiriti, con la stessa carità, con i medesimi sentimenti. Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso, senza cercare il proprio interesse, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.

Vieni, Santo Spirito manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.

Vieni, padre dei poveri,vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori.

Consolatore perfetto; ospite dolce dell'anima, dolcissimo sollievo. Nella fatica, riposo, nella calura riparo, nel pianto conforto.

0 luce beatissima, invadi nell'intimo il cuore dei tuoi fedeli. Senza la tua forza nulla è nell'uomo,nulla senza colpa.

Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato.

Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidanoi tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna.

La mia vita ha conosciuto tanti e poi tanti pericoli, ho rischiato la morte tante e poi tante volte. Sono stata per anni nel mezzo della guerra. Ho sperimentato nella carne

dei miei, di quelli che amavo, dunque nella mia carne, la cattiveria dell’uomo, la sua perversità, la sua crudeltà, la sua iniquità. E ne sono uscita con una convinzione incrollabile, che ciò che conta è solo amare. Se anche Dio non ci fosse, solo l’amore ha un senso, solo l’amore libera l’uomo da tutto ciò che lo rende schiavo, solo l’amore fa respirare, crescere, fiorire, solo l’amore fa sì che noi non abbiamo più paura di nulla, che noi porgiamo la guancia

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ancora non ferita allo scherno e alla battitura di chi ci colpisce perché non sa quello che fa, che noi rischiamo la vita per i nostri amici, che tutto crediamo, tutto sopportiamo, tutto speriamo.Ed è allora che la nostra vita diventa degna di essere vissuta, che la nostra vita diventa bellezza, grazia, benedizione. Ed è allora che la nostra vita diventa felicità anche nella sofferenza, perché noi viviamo nella nostra carne la bellezza del vivere e del morire. Certo, dobbiamo liberarci di tanta zavorra. Ma ci sono metodi pratici, ci sono strade, ci sono indicazioni chiare, c’è Dio nella celletta della nostra anima che ci chiama. Tuttavia la sua è una piccola silenziosa voce. Noi dobbiamo metterci in ascolto, dobbiamo fare silenzio, dobbiamo crearci un luogo di quiete, separato, anche se spesso necessariamente vicino agli altri, come una mamma che non può stare troppo a lungo lontana dai suoi bambini. Infatti per amare non sempre basta il nostro cuore, il nostro desiderio, la nostra sete di Dio. È parte dell’esperienza di chiunque decide di mettersi a servizio dei poveri, che i poveri non sono facili da amare e che il cuore dell’uomo, anche di quello che si dona, può essere misteriosamente molto duro.

(Annalena Tonelli)

5° SI, LA PACE E ANCORA POSSIBILE…

Non possiamo noi predicare la Pace, innanzi tutto, nelle coscienze? e chi più di noi è tenuto ad essere con la parola e con l'esempio maestro di pace? come poi potremo noi suffragare l'opera della Pace, nella quale la causalità umana assurge al suo più alto livello, se non mediante l'inserimento nella causalità divina, disponibile all'invocazione delle nostre preghiere? e saremo insensibili all'eredità di pace, che Cristo, solo Cristo, ha lasciato a noi, viventi in un mondo che perfetta non la sa dare, la sua pace trascendente e ineffabile? È meraviglioso: la Pace è possibile, e anche da noi, per Cristo, nostra Pace, essa dipende.

(Mess. per la Giornata Mondiale della Pace 1974, Paolo VI)

Dal Vangelo secondo Giovanni 14, 23 - 29Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate.

A cori alterni:La nostra preghiera sia il grido dei poveri,

degli oppressi che giudicano e interpellano il nostro stile di vita,grido che si innalza a Dio per ottenere conversione e giustizia.

Il nostro digiuno sia riflessione critica al nostro stile di vita:cosa mangiamo, cosa compriamo, cosa sprechiamo;solidarietà sofferta con i milioni di uomini, donne, bambinivittime della fame e della guerra;

denuncia forte e chiara nei confronti di chi potrebbe debellare la fame, la povertà, lo sfruttamento, ma non lo fa perché ha assunto come valore massimoil profitto esasperato e a qualunque costo.

Insieme:Lasciamoci cullare da una incontenibile speranza.Le cose cambieranno, se i poveri lo vorranno.

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Se insieme lo vorremo.Sì, la pace è ancora possibile.

Non abbiate paura! Non lasciatevi sgomentare dalle dissertazioni che squalificano come fondamentalismo l'anelito di voler cogliere nel "qui" e nell'"oggi" della Storia i

primi frutti del Regno. Sono interni alla nostra fede i discorsi sul disarmo, sulla smilitarizzazione del territorio, sulla lotta per il cambiamento dei modelli di sviluppo che provocano dipendenza, fame e miseria nei Sud del mondo, e distruzione dell'ambiente naturale. Fin dai tempi dell'Esodo, non sono più estranee alla Parola del Signore le "fatiche di liberazione degli oppressi dal giogo dei moderni faraoni. Coraggio! Non dobbiamo tacere, braccati dal timore che venga chiamata "orizzontalismo" la nostra ribellione contro le iniquità che schiacciano i poveri. Gesù Cristo, che scruta i cuori e che non ci stanchiamo di implorare, sa che il nostro amore per gli ultimi coincide con l'amore per lui. Se non abbiamo la forza di dire che le armi non solo non si devono vendere ma neppure costruire, che la politica dei blocchi è iniqua, che la remissione dei debiti del Terzo Mondo è appena un acconto sulla restituzione del nostro debito ai due terzi del mondo, che la logica del disarmo unilaterale non è poi così disomogenea con quella del vangelo, che la nonviolenza attiva è criterio di prassi cristiana, che certe forme di obiezione sono segno di un amore più grande per la città terrena… se non abbiamo la forza di dire tutto questo, rimarremo lucignoli fumiganti invece che essere ceri pasquali.

(Don Tonino Bello)

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ORDINAIRE DE LA MESSE

RITE D'ENTRÉE

CHANT D'ENTRÉE

Au nom du Père, et du Fils, et du Saint-Esprit. Amen.La grâce de Jésus notre Seigneur, l'amour de Dieu le Père, et la communion de l'Esprit Saint, soient toujours avec vous. Et avec votre esprit

Préparons-nous à la célébration de l'Eucharistie en reconnaissant que nous sommes pécheurs.

Je confesse à Dieu tout-puissant, je reconnais devant mes frères, que j'ai péché en pensée, en parole, par action et par omission, oui, j'ai vraiment péché. C'est pourquoi je supplie la Vierge Marie, les anges et tous les saints, et vous aussi, mes frères, de prier pour moi le Seigneur notre Dieu.

Que Dieu tout-puissant nous fasse miséricorde; qu'il nous pardonne nos péchés et nous conduise à la vie éternelle. Amen.

KYRIESeigneur, prends pitié. Seigneur, prends pitié.

Ô Christ, prends pitié. Ô Christ, prends pitié.

Seigneur, prends pitié. Seigneur, prends pitié.

GLORIAGloire à Dieu, au plus haut des cieux, et paix sur la terre aux hommes qu'il aime. Nous te louons, nous te bénissons, nous t'adorons, nous te glorifions, nous te rendons grâce, pour ton immense gloire, Seigneur Dieu, Roi du ciel, Dieu le Père tout-puissant. Seigneur, Fils unique, Jésus Christ, Seigneur Dieu, Agneau de Dieu, le Fils du Père; toi qui enlèves le péché du monde, prends pitié de nous; toi qui enlèves le péché du monde, reçois notre prière; toi qui es assis à la droite du Père, prends pitié de nous. Car toi seul es saint, toi seul es Seigneur, toi seul es le Très-Haut: Jésus Christ, avec le Saint-Esprit dans la gloire de Dieu le Père. Amen.

PRIÈRE D'OUVERTURE

LITURGIE DE LA PAROLE

PREMIÈRE LECTUREPSAUMEDEUXIÈME LECTURE

ALLÉLUIA

ÉVANGILELe Seigneur soit avec vous. Et avec votre esprit. Evangile de Jésus-Christ selon saint...(Matthieu, Marc, Luc, Jean) Gloire à toi, Seigneur. Acclamons la Parole de Dieu. Louange à toi, Seigneur Jésus.

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HOMÉLIE

CREDO

Je crois en un seul Dieu, Le Père tout-puissant,Créateur du ciel et de la terre, de l'univers visible et invisible.Je crois en un seul Seigneur, Jésus Christ, le Fils unique de Dieu,né du Père avant tous les siècles:Il est Dieu, né de Dieu, lumière, née de la lumière, vrai Dieu, né du vrai Dieu.Engendré, non pas créé, de même nature que le Père; et par lui tout a été fait.Pour nous les hommes, et pour notre salut, il descendit du ciel.Par l'Esprit Saint, il a pris chair de la Vierge Marie, et s'est fait homme.Crucifié pour nous sous Ponce Pilate, il souffrit sa Passionet fut mis au tombeau.Il ressuscita le troisième jour, conformément aux Écritures,et il monta au ciel; il est assis à la droite du Père.Il reviendra dans la gloire, pour juger les vivants et les morts;et son règne n'aura pas de fin.Je crois en l'Esprit Saint, qui est Seigneur et qui donne la vie;il procède du Père et du Fils; avec le Père et le Fils,il reçoit même adoration et même gloire;il a parlé par les prophètes.Je crois en l'Eglise, une, sainte, catholique et apostolique.Je reconnais un seul baptême pour le pardon des péchés.J'attends la résurrection des morts, et la vie du monde à venir. Amen.

PRIÈRE UNIVERSELE

LITURGIE DE L'EUCHARISTIE

Tu es béni, Dieu de l'univers, toi qui nous donnes ce pain, fruit de la terre et du travail des hommes; nous te le présentons: il deviendra le pain de la vie.Beni soit Dieu, maintenant et toujours.

Tu es béni, Dieu de l’univers, toi qui nous donnes ce vin, fruit de la vigne et du travail des hommes; nous te le présentons: il deviendra le vin du Royaume éternel.Béni soit Dieu, maintenant et toujours.

Prions ensemble, au moment d'offrir le sacrifice de toute l'Église.

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Pour la gloire de Dieu et le salut du monde.PRIÈRE SUR LES OFRANDES

Le Seigneur soit avec vous. Et avec votre esprit.Elevons notre coeur. Nous le tournons vers le Seigneur.Rendons grâce au Seigneur notre Dieu. Cela est juste et bon.

PRIÈRE EUCHARISTIQUE II

Vraiment, Père très saint, il est juste et bon de te rendre grâce, toujours et en tout lieu, par ton Fils bien-aimé, Jésus Christ: Car il est ta Parole vivante, par qui tu as créé toutes choses; c’est lui que tu nous as envoyé comme Rédempteur et Sauveur, Dieu fait homme, conçu de l'Esprit Saint, né de la Vierge Marie. Pour accomplir jusqu’au bout ta volonté et rassembler du milieu des hommes un peuple saint qui t'appartienne, il étendit les mains à l’heure de sa passion, afin que soit brisée la mort, et que la résurrection soit manifestée. C'est pourquoi, avec les anges et tous les saints, nous proclamons ta gloire, en chantant d'une seule voix:

Saint! Saint! Saint, le Seigneur, Dieu de l'univers!Le ciel et la terre sont remplis de ta gloire.Hosanna au plus haut des cieux. Béni soit celui qui vient au nom du Seigneur. Hosanna au plus haut des cieux.

Toi qui es vraiment saint, toi qui es la source de toute sainteté, Seigneur, nous te prions: Sanctifie ces offrandes en répandant sur elles ton Esprit; qu'elles deviennent pour nous le corps et le sang de Jésus, le Christ, notre Seigneur.

Au moment d'être livré et d'entrer librement dans sa passion, il prit le pain, il rendit grâce, il le rompit et le donna à ses disciples, en disant:

«PRENEZ, ET MANGEZ-EN TOUS: CECI EST MON CORPS LIVRÉ POUR VOUS.»

De même, à la fin du repas, il prit la coupe; de nouveau il rendit grâce, et la donna à ses disciples, en disant:

«PRENEZ, ET BUVEZ-EN TOUS, CAR CECI EST LA COUPE DE MON SANG, LE SANG DE L'ALLIANCE NOUVELLE ET ÉTERNELLE, QUI SERA VERSÉ POUR VOUS ET POUR LA MULTITUDE EN RÉMISSION DES PÉCHÉS. VOUS FEREZ CELA, EN MÉMOIRE DE MOI.»

Il est grand, le mystère de la foi.Nous proclamons ta mort, Seigneur Jésus, nous célébrons ta résurrection, nous attendons ta venue dans la gloire.

Faisant ici mémoire de la mort et de la résurrection de ton Fils, nous t'offrons, Seigneur, le pain de la vie et la coupe du salut, et nous te rendons grâce, car tu nous as choisis pour servir en ta présence.

Humblement, nous te demandons qu'en ayant part au corps et au sang du Christ, nous soyons rassemblés par l'Esprit Saint en un seul corps. Souviens-toi, Seigneur, de ton Église répandue à

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travers le monde: fais-la grandir dans ta charité avec le Pape N., notre évêque N., et tous ceux qui ont la charge de ton peuple.Souviens-toi aussi de nos frères qui se sont endormis dans l'espérance de la résurrection, et de tous les hommes qui ont quitté cette vie: reçois-les dans ta lumière, auprès de toi.

Sur nous tous enfin, nous implorons ta bonté: Permets qu'avec la Vierge Marie, la bienheureuse Mère de Dieu, avec les Apôtres et les saints de tous les temps qui ont vécu dans ton amitié, nous ayons part à la vie éternelle, et que nous chantions ta louange, par Jésus Christ, ton Fils bien-aimé.

Par lui, avec lui et en lui, à toi, Dieu le Père tout-puissant, dans l'unité du Saint-Esprit, tout honneur et toute gloire, pour les siècles des siècles. Amen.

COMMUNIONComme nous l'avons appris du Sauveur et selon son commandement, nous osons dire:

PATER NOSTERNotre Père, qui es aux cieux, que ton nom soit sanctifié; que ton règne vienne, que ta volonté soit faite sur la terre comme au ciel. Donne-nous aujourd'hui notre pain de ce jour. Pardonne-nous nos offenses, comme nous pardonnons aussi à ceux qui nous ont offensés. Et ne nous soumets pas à la tentation, mais délivre-nous du Mal.

Délivre-nous de tout mal, Seigneur, et donne la paix à notre temps; par ta miséricorde, libère-nous du péché, rassure-nous devant les épreuves en cette vie où nous espérons le bonheur que tu promets et l'avènement de Jésus Christ, notre Sauveur.

Car c'est à toi qu'appartiennent le règne, la puissance et la gloire, pour les siècles des siècles.

Seigneur Jésus Christ, tu as dit à tes Apôtres: «Je vous laisse la paix, je vous donne ma paix»; ne regarde pas nos péchés mais la foi de ton Église; pour que ta volonté s’accomplisse, donne-lui toujours cette paix, et conduis-la vers l'unité parfaite, toi qui règnes pour les siècles des siècles.Amen.

Que la paix du Seigneur soit toujours avec vous. Et avec votre esprit.

AGNUS DEIAgneau de Dieu, qui enlèves le péché du monde, prends pitié de nous (bis).Agneau de Dieu, qui enlève le péché du monde, donne-nous la paix.

Heureux les invités au repas du Seigneur! Voici l'Agneau de Dieu qui enlève le péché du monde.

Seigneur, je ne suis pas digne de te recevoir; mais dis seulement une parole et je serai guéri.Le corps du Christ. Amen.

PRIÉRE APRÈS LA COMMUNION

CONCLUSIONLe Seigneur soit avec vous. Et avec votre esprit.Que Dieu tout-puissant vous bénisse, le Père, le Fils et le Saint-Esprit. Amen.

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Allez, dans la paix du Christ. Nous rendons grâce à Dieu.

ORDER OF MASS

INTRODUCTORY RITES

ENTRANCE SONG

In the name of the Father, and of the Son, and of the Holy Spirit. Amen.

The grace of our Lord Jesus Christ and the love of God and the fellowship of the Holy Spirit be with you all. And also with you.

My brothers and sisters, to prepare ourselves to celebrate the sacred mysteries, let us call to mind our sins.

I confess to almighty God, and to you, my brothers and sisters, that I have sinned through my own fault in my thoughts and in my words, in what l have done, and in what l have failed to do. And I ask blessed Mary, ever virgin, all the angels and saints, and you, my brothers and sisters, to pray for me to the Lord our God.

May almighty God have mercy on us, forgive us our sins, and bring us to everlasting life. Amen.

KYRIELord, have mercy. Lord, have mercy.Christ, have mercy. Christ, have mercy.Lord, have mercy. Lord, have mercy.

GLORIAGlory to God in the highest, and peace to his people on earth. Lord God, heavenly King, almighty God and Father, we worship you, we give you thanks, we praise you for your glory. Lord Jesus Christ, only Son of the Father, Lord God, Lamb of God, you take away the sin of the world, have mercy on us; you are seated at the right hand of the Father, receive our prayer. For you alone are the Holy One, you alone are the Lord, you alone are the Most High, Jesus Christ, with the Holy Spirit in the glory of God the Father. Amen.

OPENING PRAYER

LITURGY OF THE WORD

FIRST READINGRESPONSORIAL PSALMSECOND READING

ALLELUIA

GOSPEL

The Lord be with you. And also with you.A reading from the holy gospel according to... Glory to you, Lord.This is the gospel of the Lord. Praise to you, Lord Jesus Christ.

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HOMILYTHE PROFESSION OF FAITH

We believe in one God,the Father, the Almighty,maker of heaven and earth,of all that is seen and unseen.We believe in one Lord, Jesus Christ,the only Son of God,eternally begotten of the Father,God from God, Light from Light,true God from true God,begotten, not made,of one Being with the Father.Through him all things were made.For us men and for our salvationhe came down from heaven:by the power of the Holy Spirithe was born of the Virgin Mary,and became man.For our sake he was crucifiedunder Pontius Pilate;he suffered death and was buried.On the third day he rose againin accordance the Scriptures;he ascended into heavenand is seated at the right hand of the Father.He will come again in gloryto judge the living and the dead,and his kingdom will have no end.We believe in the Holy Spirit,the Lord, the giver of life,who proceeds from the Father and the Son.With the Father and the Sonhe is worshipped and glorified,he has spoken through the Prophets.We believe in one holy catholicand apostolic Church.We acknowledge one baptismfor the forgiveness of sins.We look for the resurrection of the dead,and the life of the world to come.Amen.

GENERAL INTERCESSIONS

LITURGY OF THE EUCHARIST

Blessed are you, Lord, God of all creation. Through your goodness we have this bread to offer, which earth has given and human hands have made. It will become for us the bread of life.

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Blessed be God for ever.

Blessed are you, Lord, God of all creation. Through your goodness we have this wine to offer, fruit of the vine and work of human hands. I will become our spiritual drink.Blessed be God for ever.

Pray, brethren, that our sacrifice may be acceptable to God, the almighty Father.May the Lord accept the sacrifice at your hands for the praise and glory of his name, for our good, and the good of all his Church.

PRAYER OVER THE GIFTSAmen.

The Lord be with you. And also with you.

Lift up your hearts. We lift them up to the Lord.

Let us give thanks to the Lord our God. It's right to give him thanks and praise.

EUCHARlSTIC PRAYER II

Father, it is our duty and our salvation, always and everywhere to give you thanks through your beloved Son, Jesus Christ. He is the Word through whom you made the universe, the Saviour you sent to redeem us. By the power of the Holy Spirit he took flesh and was born of the Virgin Mary. For our sake he opened his arms on the cross; he put an end to death and revealed the resurrection. In this he fulfilled your will and won for you a holy people.And so we join the angels and the saints in proclaiming your glory as we sing (say):

Holy, holy, holy Lord.God of power and might.Heaven and earth are full of your glory.Hosanna in the highest.Blessed is he who comes in the name of the Lord.Hosanna in the highest.

Lord, you are holy indeed, the fountain of all holiness. Let your Spirit come upon these gifts to make them holy, so that they may become for us the body + and blood of our Lord, Jesus Christ. Before he was given up to death, a death he freely accepted, he took bread and gave you thanks. He broke the bread, gave it to his disciples, and said:

TAKE THIS, ALL OF YOU, AND EAT IT: THIS IS MY BODY WHICH WILL BE GIVEN UP FOR YOU.

When supper was ended, he took the cup. Again he gave you thanks and praise, gave the cup to his disciples, and said:

TAKE THIS, ALL OF YOU, AND DRINK FROM IT; THIS IS THE CUP OF MY BLOOD, THE BLOOD OF THE NEW AND EVERLASTING COVENANT. IT WILL BE SHED FOR YOU AND FOR ALL SO THAT SINS MAY BE FORGIVEN. DO THIS IN MEMORY OF ME.

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Let us proclaim the mystery of faith. Christ has died, Christ has risen, Christ will come again.

In memory of his death and resurrection, we offer you, Father, this life-giving bread, this saving cup. We thank you for counting us worthy to stand in your presence and serve you.May all of us who share in the body and blood of Christ be brought together in unity by the Holy Spirit. Lord, remember your Church throughout the world; make us grow in love, together with N. our Pope, N. our bishop, and all the clergy. Remember our brothers and sisters who have gone to their rest in the hope of rising again; bring them and all the departed into the light of your presence. Have mercy on us all: make us worthy to share eternal life, with Mary, the virgin mother of God, with the apostles, and with all the saints who have done your will throughout the ages. May we praise you in union with them, and give you glory through your Son, Jesus Christ. Through him, with him, in him, in the unity of the Holy Spirit, all glory and honour is yours, almighty Father, for ever and ever. Amen.

RITE OF COMMUNION

Let us pray with confidence to the Father in the words our Saviour gave us:

PATER NOSTEROur Father, who art in heaven, hallowed be thy name; Thy kingdom come; Thy will be done on earth as it is in heaven. Give us this day our daily bread; and forgive us our trespasses as we forgive those who trespass against us; and lead us not into temptation, but deliver us from evil.

Deliver us, Lord, from every evil, and grant us peace in our day.

In your mercy keep us free from sin and protect us from all anxiety as we wait in joyful hope for the coming of our Savior, Jesus Christ.For the kingdom, the power, and the glory are yours, now and forever.

Lord Jesus Christ, you said to your apostles: "I leave you peace, my peace I give you", look not on our sins, but on the faith of your Church, and grant us the peace and unity of your kingdom where you live for ever and ever. Amen.

The Peace of the Lord be with you always. And also with you.

AGNUS DEILamb of God, you take away the sins of the world, have mercy on us.Lamb of God, you take away the sins of the world, have mercy on us.Lamb of God, you take away the sins of the world, grant us peace.

This is the Lamb of God who takes away the sins of the world. Happy are those who are called to his supper.Lord, I am not worthy to receive you, but only say the word and I shall be healed.

The body of Christ. Amen.

PRAYER AFTER COMMUNIONCONCLUDING RITE

The Lord be with you. And also with you.

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May almighty God bless you, the Father, and the Son, and the Holy Spirit. Amen.Go in the peace of Christ. Thanks be to God

NOVUS ORDO

Sinal da Cruz

Em nome do Pai e do Filho e do Espírito Santo. Ámen

Confissão

Confesso a Deus Todo-poderoso e a vós, irmãos, que pequei muitas vezes por pensamentos e palavras, actos e omissões, por minha culpa, minha tão grande culpa. E peço à Virgem Maria, aos Anjos e Santos e a vós, irmãos, que rogueis por mim a Deus, Nosso Senhor. Ámen.

Deus todo-poderoso tenha compaixão de nós, perdoe os pecados e nos conduza à vida eterna. Ámen.

O Senhor omnipotente e cheio de misericórdia nos conceda o perdão, a absolvição e a remissão de todos os pecados. Ámen.

Senhor tende piedade

Senhor, tende piedade de nós. Senhor, tende piedade de nós.

Cristo, tende piedade de nós. Cristo, tende piedade de nós.

Senhor, tende piedade de nós. Senhor, tende piedade de nós.

Gloria

Glória a Deus nas alturas, e paz na terra aos homens por Ele amados. Senhor Deus, Rei dos céus, Deus Pai todo-poderoso: nós Vos louvamos, nós Vos bendizemos, nós Vos adoramos, nós Vos glorificamos, nós Vos damos graças, por vossa imensa glória. Senhor Jesus Cristo, Filho Unigénito, Senhor Deus, Cordeiro de Deus, Filho de Deus Pai: Vós que tirais o pecado do mundo, tende piedade de nós; Vós que tirais o pecado do mundo, acolhei a nossa súplica; Vós que estais à direita do Pai, tende piedade de nós. Só Vós sois o Santo; só Vós, o Senhor; só Vós, o Altíssimo, Jesus Cristo; com o Espírito Santo, na glória de Deus Pai. Ámen.

Liturgia da Palavra

L. Palavra do Senhor...A. Graças a Deus.

V. O Senhor esteja convosco.R. Ele està no meio de nós.

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L. Evangelho de Nosso Senhor Jesus Cristo, segundo…A. Glória a Vós, Senhor.

Dopo il Vangelo

L. Palavra da salvaçãoA. Glória a Vós, Senhor.

Credo in unum Deum (Symbolum Niceae-Constantinopoli),

Creio em um só Deus, Pai todo-poderoso, Criador do céu e da terra, de todas as coisas visíveis e invisíveis. Creio em um só Senhor, Jesus Cristo, Filho Unigénito de Deus,nascido do Pai antes de todos os séculos:Deus de Deus, Luz da Luz,Deus verdadeiro de Deus verdadeiro;gerado, não criado,consubstancial ao Pai.Por Ele todas as coisas foram feitas.E por nós, homens,e para nossa salvação desceu dos Céus.E encarnou pelo Espírito Santo,no seio da Virgem Maria, e Se fez homem.Também por nós foi crucificado sob Pôncio Pilatos;padeceu e foi sepultado.Ressuscitou ao terceiro dia, conforme as Escrituras;e subiu aos Céus, onde está sentado à direita do Pai.De novo há-de vir em sua glória,para julgar os vivos e os mortos;e o seu reino não terá fim. Creio no Espírito Santo,Senhor que dá a vida,e procede do Pai e do Filho;e com o Pai e o Filho é adorado e glorificado:Ele falou pelos Profetas. Creio na Igreja una, santa, católica e apostólica.Professo um só baptismo para remissão dos pecados.E espero a ressurreição dos mortos,e a vida do mundo que há-de vir. Ámen.

Liturgia Eucaristica

Offertorio : canto, oppure…

A. Bendito seja Deus para sempre.

V. Orai, Irmãos, para que o meu e vosso sacrifício seja aceite por Deus Pai todo-poderoso.

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A. Receba o Senhor por tuas mãos este sacrifício, para glória do seu nome, para nosso bem e de toda a santa Igreja.

V. O Senhor esteja convosco.R. Ele està no meio de nós.

V. Corações ao alto. R. O nosso coração està em Deus.

V. Dêmos graças ao Senhor nosso Deus.R. Ė nosso dever, é nossa salvação

Santo

SANTO, SANTO, SANTO, Senhor Deus do universo.

O céu e a terra proclamam a vossa glória.Hossana nas alturas.

Bendito O que vem em nome do Senhor.Hossana nas alturas.

Consagra ção

V. Mistério da fé!A. Anunciamos, Senhor, a vossa morte, proclamamos a vossa ressurreição. Vinde, Senhor

Jesus !

Oppure:

V. Mistério admirável da nossa fé!A. Quando comemos deste pão e bebemos deste cálice, anunciamos, Senhor, a vossa morte,

esperando a vossa vinda gloriosa

Ritos da comunh ão

V. Fiéis aos ensinamentos do Salvador, ousamos dizer:

A. Pai nosso que estais nos céus, santificado seja o vosso nome; venha a nós o vosso reino, seja feita a vossa vontade, assim na terra como no céu; o pão nosso de cada dia nos dai hoje; perdoai - nos as nossas ofensas, assim como nós perdoamos

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a quem nos tem ofendido, pai nosso que estais nos céus, santificado seja o vosso nome; venha a nós o vosso reino, seja feita a vossa vontade, assim na terra como no céu; o pão nosso de cada dia nos dai hoje; perdoai - nos as nossas ofensas, assim como nós perdoamos a quem nos tem ofendido, e não nos deixeis cair em tentação, mas livrai-nos do mal ...amém!

V. Livrai-nos de todo mal, Senhor....A. Vosso é o reino e o poder e a glória para sempre

V. Senhor Jesus Cristo....A. Amen

V. A paz do Senhor esteja sempre convoscoEA. O amor de Cristo non uniu

Cordeiro de Deus

Cordeiro de Deus, que tirais o pecado do mundo, tende piedade de nós. Cordeiro de Deus, que tirais o pecado do mundo, tende piedade de nós. Cordeiro de Deus, que tirais o pecado do mundo, dai-nos a paz.

V. Felizes os convidados para a Ceia do Senhor. Eis o Cordeiro de Deus, que tira o pecado do mundo

A. Senhor, eu não sou digno de que entreis em minha morada, mas dizei uma palavra e serei salvo.

Ritos de conclus ão

V. O Senhor esteja convosco.R. Ele està no meio de nós.V. Abençoe-vos Deus todo-poderoso, Pai, Filho e Espírito Santo.A. Amen !

Oppure

V. Bendito seja o nome do Senhor.R. Agora e para sempre.V. O nosso auxílio vem do Senhor.A. Que fez o céu e a terra.V. Abençoe-vos Deus todo-poderoso, Pai, Filho e Espírito Santo.A. Amen !

V. Ide em paz e o Senhor vos acompanhe.

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A. Graças a Deus.Sinal da Cruz Em nome do Pai e do Filho e do Espírito Santo. Ámen

RÂNDUIALA SFINTEI LITURGHII

Ritualul începutului

P.: În numele Tatălui şi al Fiului şi al Sfântului Duh.C.: Amin.P.: Harul Domnului nostru Isus Cristos şi dragostea lui Dumnezeu şi împărtăşirea Duhului Sfânt să fie cu voi toţi.C.: Şi cu duhul tău.

sau:

P.: Domnul să fie cu voi.C.: Şi cu duhul tău.

Ritul penitenţial

P.: Fraţilor să ne recunoaştem păcatele ca să putem celebra cu vrednicie sfintele taine.

(scurt examen de conştiinţă)

Toţi: Mărturisesc lui Dumnezeu Atotputernicul şi vouă fraţilor, că am păcătuit prea mult cu gândul, cuvântul, fapta şi omisiunea:

(bătându-şi pieptul continuă)din vina mea, din vina mea, din prea mare vina mea. De aceea rog pe sfânta Maria pururea Fecioară, pe toţi îngerii şi sfinţii şi pe voi, fraţilor, ca să vă rugaţi pentru mine la Domnul Dumnezeul nostru.P.: Miluiască-se de noi Atotputernicul Dumnezeu şi, iertându-ne păcatele, să ne ducă la viaţa cea veşnică.C.: Amin.P.: Doamne, miluieşte-ne.C.: Doamne, miluieşte-ne.P.: Cristoase, miluieşte-ne.C.: Cristoase, miluieşte-ne.P.: Doamne, miluieşte-ne.C.: Doamne, miluieşte-ne.(când este prescris)

P.: Mărire în cer lui DumnezeuC.: şi pace pe pământ oamenilor de bunăvoinţă.Te lăudăm, te binecuvântăm, te adorăm, te preamărim.Doamne Dumnezeule, Împărate ceresc,Dumnezeule, Părinte atotputernic,Îţi mulţumim ţie, pentru slava ta cea mare.Doamne, Fiule unul născut, Isuse Cristoase.Doamne Dumnezeule, Mielul lui Dumnezeu, Fiul Tatălui,

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Care iei asupra ta păcatele lumii, miluieşte-ne pe noi;Tu, care iei asupra ta păcatele lumii,primeşte rugăciunea noastră.Tu, care şezi de-a dreapta Tatălui, miluieşte-ne pe noi.Fiindcă tu singur eşti sfânt,Tu singur Domn,Tu singur preaînalt, Isuse Cristoase,Împreună cu Duhul Sfânt,întru mărirea lui Dumnezeu Tatăl.Amin.

Liturgia cuvântului

Lectură...

L. Cuvântul Domnului.C.: Mulţumim lui Dumnezeu

Evanghelia

P.: Domnul să fie cu voi.C.: Şi cu duhul tău.P.: Citire din Evanghelia Domnului nostru Isus Cristos după sfântul (N...)C.: Mărire ţie, Doamne......................P.: Cuvântul Domnului.C.: Laudă ţie, Cristoase!

(când este prescris:)

Cred într-unul Dumnezeu,Tatăl atotputernicul,Creatorul cerului şi al pământului,Al tuturor văzutelor şi nevăzutelor.Cred într-unul Domn Isus Cristos,Fiul lui Dumnezeu, unul născut,Care din Tatăl s-a născut mai înainte de toţi vecii.Dumnezeu din Dumnezeu, lumină din lumină,Dumnezeu adevărat din Dumnezeu adevărat,Născut, iar nu creat; de o fiinţă cu Tatăl,Prin care toate s-au făcut.Care pentru noi oamenii şi pentru a noastră mântuireS-a coborât din ceruri.S-a întrupat de la Duhul Sfânt, din Maria Fecioară,Şi s-a făcut om.S-a răstignit pentru noi sub Ponţiu Pilat,A pătimit şi s-a îngropat.A înviat a treia zi, după Scripturi, şi s-a suit la cer;Şade de-a dreapta Tatălui,Şi iarăşi va veni cu mărire

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Să judece pe cei vii şi pe cei morţi;A cărui împărăţie nu va avea sfârşit.Cred în Duhul Sfânt, Domnul şi de viaţă dătătorul,Care de la Tatăl şi de la Fiul purcede;Care împreună cu Tatăl şi cu Fiul este adorat şi preamăritŞi a grăit prin proroci.Cred într-una, sfântă, catolică şi apostolică Biserică.Mărturisesc un botez spre iertarea păcatelor.Aştept învierea morţilor şi viaţa veacului ce va veni. Amin.

(urmează rugăciunea credincioşilor) Liturgia euharistică

Oferirea darurilorP.: Binecuvântat eşti, Doamne, Dumnezeul universului, fiindcă din dărnicia ta am primit pâinea pe care ţi-o oferim, rod al pământului şi al muncii oamenilor, care va deveni pentru noi pâinea vieţii.C.: Binecuvântat să fie Dumnezeu în veci!

P.: Binecuvântat eşti, Doamne, Dumnezeul universului, fiindcă din dărnicia ta am primit vinul pe care ţi-l oferim, rod al viţei-de-vie şi al muncii oamenilor, care va deveni pentru noi băutură spirituală.C.: Binecuvântat să fie Dumnezeu în veci!P.: Rugaţi-vă, fraţilor, pentru ca jertfa mea şi a voastră, să fie plăcută lui Dumnezeu, Tatăl atotputernicul.C.: Să primească Domnul jertfa din mâinile tale, spre lauda şi mărirea numelui său, spre folosul nostru şi al întregii sale Sfinte Biserici.......................Rugăciunea EuharisticăP.: Domnul să fie cu voi.C.: Şi cu duhul tău.P.: Sus inimile.C.: Le avem la Domnul.P.: Să mulţumim Domnului Dumnezeului nostru.C.: Vrednic şi drept este.

..................

Sfânt, Sfânt, Sfânt,Domnul Dumnezeul oştirilor cereşti.Pline sunt cerurile şi pământul de mărirea ta.Osana în înaltul cerului.Bine este cuvântat cel care vine în numele Domnului.Osana în înaltul cerului.

...........

P.: Misterul credinţeiC.: Moartea ta o vestim, Doamne, şi învierea ta o mărturisim, până când vei veni..............

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Ritul Împărtăşaniei

P.: Îndemnaţi de porunca Mântuitorului şi povăţuiţi de învăţătura sa dumnezeiască, îndrăznim a spune:C.: Tatăl nostru, care eşti în ceruri, sfinţească-se numele tău, vie împărăţia ta, facă-se voia ta, precum în cer, aşa şi pe pământ.Pâinea noastră cea de toate zilele dă-ne-o nouă astăzi; şi ne iartă nouă greşelile noastre, precum şi noi iertăm greşiţilor noştri, şi nu ne duce pe noi în ispită, ci ne mântuieşte de cel rău.

P.: Mântuieşte-ne, te rugăm, Doamne, de toate relele şi binevoieşte a da pacea în zilele noastre, pentru ca, ajutaţi de milostivirea ta, să fim pururea liberi de păcat şi feriţi de orice tulburare, aşteptând nădejdea fericită şi venirea Mântuitorului nostru Isus Cristos.C.: Căci a ta este împărăţia şi puterea şi mărirea în veci.

P.: Doamne Isuse Cristoase, care ai zis apostolilor tăi: "Pace vă las vouă, pacea mea o dau vouă", nu privi la păcatele noastre, ci la credinţa Bisericii tale şi binevoieşte a-i dărui pacea şi unirea după voinţa ta. Care vieţuieşti şi domneşti în vecii vecilor.C.: Amin.

P.: Pacea Domnului să fie pururea cu voi.C.: Şi cu duhul tău.

Mielul lui Dumnezeu, care iei asupra ta păcatele lumii - miluieşte-ne pe noi.Mielul lui Dumnezeu, care iei asupra ta păcatele lumii - miluieşte-ne pe noi.Mielul lui Dumnezeu, care iei asupra ta păcatele lumii - dă-ne nouă pacea.P.: Iată Mielul lui Dumnezeu, iată cel care ia asupra sa păcatele lumii. Fericiţi cei chemaţi la ospăţul Mielului.C.: Doamne, nu sunt vrednic să intri sub acoperământul meu, dar spune numai un cuvânt şi se va tămădui sufletul meu..................

Ritualul încheierii

P.: Domnul să fie cu voi.C.: Şi cu duhul tău.P.: Să vă binecuvânteze atotputerniculDumnezeu, Tatăl, Fiul şi Duhul Sfânt.C.: Amin.P.: Liturghia s-a sfârşit. Mergeţi în pace.C.: Mulţumim lui Dumnezeu.

Rugăciunile Tatăl Nostru, Bucură-te Marie şi Slavă Tatălui în limba română,

Rugăciunea Domnească (Tatăl Nostru), Salutarea îngerească (Ave Maria) şi Slavă Tatălui

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Tatăl nostru, care eşti în ceruri, sfinţească-se numele tău; vie împărăţia ta; facă-se voia ta, precum în cer aşa şi pe pământ.

Pâinea noastră, cea de toate zilele, dă-ne-o nouă astăzi; şi ne iartă nouă greşelile noastre, precum şi noi iertăm greşiţilor noştri; şi nu ne duce pe noi în ispită, ci ne mântuieşte de cel rău. Amin.

Ave maria

Bucură-te, Marie, cea plină de har, Domnul este cu tine, binecuvântată eşti tu între femei, şi binecuvântat este rodul trupului tău Isus.

Sfântă Marie, Maica lui Dumnezeu, roagă-te pentru noi păcătoşii, acum şi în ceasul morţii noastre. Amin.

Gloria al Padre

Slavă Tatălui şi Fiului şi Sfântului Duh, precum era la început şi acum şi pururea şi în vecii veciilor. Amin.

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ORDINARIO DE LA MISA

RITOS INICIALES

SALUDO AL PUEBLO

En el nombre del Padre, y del Hijo, y del Espíritu Santo. Amén.

La gracia de nuestro Señor Jesucristo, el amor del Padre y la comunión del Espíritu Santo estén con todos vostro. Y con tu espíritu.

Hermanos: para celebrar dignamente estos sagrados misterios, reconozcamos nuestros pecados.

Yo confieso ante Dios todopoderoso y ante vosotros, hermanos, que he pecado mucho de pensamiento, palabra, obra y omisión. Por mi culpa, por mi culpa, por mi gran culpa. Por eso ruego a santa María, siempre Virgen, a los ángeles, a los santos y a vosotros, hermanos, que intercedáis por mí ante Dios, nuestro Señor.

Dios todopoderoso tenga misericordia de nosotros, perdone nuestros pecados y nos lleve a la vida eterna. Amén.

Señor, ten piedad. Señor, ten piedad. Cristo, ten piedad. Cristo, ten piedad. Señor, ten piedad. Señor, ten piedad.

GLORIAGloria a Dios en el cielo, y en la tierra paz a los hombres que ama el Señor. Por tu inmensa gloria te alabamos, te bendecimos, te adoramos, te glorificamos, te damos gracias, Señor Dios, Rey celestial, Dios Padre todopoderoso. Señor, Hijo único, Jesucristo, Señor Dios, Cordero de Dios, Hijo del Padre; tú que quitas el pecado del mundo, ten piedad de nosotros; tú que quitas el pecado del mundo, atiende nuestra súplica; tú que estás sentado a la derecha del Padre, ten piedad de nosotros. Porque sólo tú eres Santo, sólo tú Señor, sólo tú Altísimo, Jesucristo, con el espíritu Santo en la gloria de Dios Padre. Amén.

ORACIÓN COLECTA

LITURGIA DE LA PALABRA PRIMERA LECTURAPalabra de Dios. Te alabamos, Señor. SALMO RESPONSORIAL SEGUNDA LECTURAPalabra de Dios. Te alabamos, Señor.

ALELUYA

EVANGELIO

El Señor esté con vosotros. Y con tu espíritu. Lectura del santo Evangelio según san ... Gloria a ti, Señor. Palabra del Señor. Gloria a ti, Señor Jesús.

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HOMILÍACREDO

Creo en un solo Dios,Padre todopoderoso, Creador del cielo y de la tierra,de todo lo visible y lo invisible. Creo en un solo Señor, Jesucristo,Hijo único de Dios,nacido del Padre antes de todos los siglos:Dios de Dios, Luz de Luz,Dios verdadero de Dios verdadero,engendrado, no creado, de la misma naturaleza del Padre,por quien todo fue hecho;que por nosotros, los hombres, y por nuestra salvaciónbajó del cielo; y por obra del Espíritu Santo se encarnó de María, la Virgen,y se hizo hombre;y por nuestra causa fue crucificadoen tiempos de Poncio Pilato;padeció y fue sepultado,y resucitó al tercer día, según las Escrituras,y subió al cielo, y está sentado a la derecha del Padre;y de nuevo vendrá con gloria para juzgar a vivos y muertos,y su reino no tendrá fin. Creo en el Espíritu Santo, Señor y dador de vida,que procede del Padre y del Hijo,que con el Padre y el Hijo recibe una misma adoración y gloria,y que habló por los profetas. Creo en la Iglesia, que es una, santa, católica y apostólica.Confieso que hay un solo bautismo para el perdón de los pecados.Espero la resurrección de los muertosy la vida del mundo futuro. Amén

ORACIÓN DE LOS FIELES LITURGIA EUCARÍSTICA

Bendito seas, Señor, Dios del universo, por este pan, fruto de la tierra y del trabajo del hombre, que recibimos de tu generosidad y ahora te presentamos; él será para nosotros pan de vida.Bendito seas por siempre, Señor.

Bendito seas, Señor, Dios del universo, por este vino, fruto de la vid y del trabajo del hombre, que recibimos de tu generosidad y ahora te presentamos; él será para nosotros bebida de salvación.Bendito seas por siempre, Señor.

Orad, hermanos, para que este sacrificio, mío y vuestro, sea agradable a Dios, Padre todopoderoso.El Señor reciba de tus manos este sacrificio, para alabanza y gloria de su nombre, para nuestro bien y el de toda su santa Iglesia.

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ORACIÓN SOBRE LAS OFRENDASAmén.El Señor esté con vosotros. Y con tu espíritu. Levantemos el corazón. Lo tenemos levantado hacia el Señor. Demos gracias al Señor, nuestro Dios. Es justo y necesario.

SEGUNDA PLEGARIA EUCARÍSTICA

En verdad es justo y necesario, es nuestro deber y salvación, darte gracias, Padre Santo, siempre y en todo lugar, por Jesucristo, tu Hijo amado.

Por el, que es tu Palabra, hiciste todas las cosas; tú nos lo enviaste para que, hecho hombre por obra del Espíritu Santo y nacido de Maria, la Virgen, fuera nuestro Salvador y Redentor. El, en cumplimiento de tu voluntad, para destruir la muerte y manifestar la resurrección, extendió sus brazos en la cruz, y asi adquirió para ti un pueblo santo. Por eso con los ángeles y los santos proclamamos tu gloria, diciendo:

Santo, Santo, Santo es el Señor, Dios del Universo.Llenos están el cielo y la tierra de su gloria.Hosanna en el cielo.Bendito el que viene en nombre del Señor.Hosanna en el cielo.

Santo eres en verdad, Señor, fuente de toda santidad; por eso te pedimos que santifiques estos dones con la efusión de tu Espíritu, de manera que sean para nosotros Cuerpo y Sangre de Jesucristo, nuestro Señor. El cual, cuando iba a ser entregado a su Pasión, voluntariamente aceptada, tomó pan; dándote gracias, lo partió y lo dio a sus discípulos diciendo:

TOMAD Y COMED TODOS DE EL, PORQUE ESTO ES MI CUERPO, QUE SERÁ ENTREGADO POR VOSOTROS.

Del mismo modo, acabada la cena, tomó el caliz, y, dándote gracias de nuevo, lo pasó a sus discípulos, diciendo:

TOMAD Y BEBED TODOS DE EL, PORQUE ÉSTE ES EL CÁLIZ DE MI SANGRE, SANGRE DE LA ALIANZA NUEVA Y ETERNA, QUE SERÁ DERRAMADA POR VOSOTROS Y POR TODOS LOS HOMBRES PARA EL PERDÓN DE LOS PECADOS. HACED ESTO EN CONMEMORACIÓN MÍA.

Éste es el Sacramento de nuestra fe:

Anunciamos tu muerte, proclamamos tu resurrección. !Ven, Señor Jesús!

Así, pues, Padre, al celebrar ahora el memorial de la muerte y resurrección de tu Hijo, te ofrecemos el pan de vida y el cáliz de salvación, y te damos gracias porque nos haces dignos de servirte en tu presencia. Te pedimos, humildemente, que el Espíritu Santo congregue en la unidad a cuantos participamos del Cuerpo y Sangre de Cristo.

Acuérdate, Señor, de tu Iglesia extendida por toda la tierra; y con el Papa ... , con nuestro Obispo ..

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y todos los pastores que cuidan de tu pueblo, llévala a su perfección por la caridad.

Acuérdate también de nuestros hermanos que durmieron en la esperanza de la resurrección, y de todos los que han muerto en tu misericordia; admítelos a contemplar la luz de tu rostro. Ten misericordia de todos nosotros, y así, con María, la Virgen, Madre de Dios, los apostoles y cuantos vivieron en tu amistad a través de los tiempos, merezcamos, por tu Hijo Jesucristo, compartir la vida eterna y cantar tus alabanzas.

Por Cristo, con él y en él, a ti, Dios Padre omnipotente, en la unidad del Espíritu Santo, todo honor y toda gloria por los siglos de los siglos. Amén.

RITO DE LA COMUNIÓN

Fieles a la recomendación del Salvador y siguiendo su divina enseñanza, nos atrevemos a decir:

PADRE NUESTROPadre nuestro, que estás en el cielo, santificado sea tu Nombre; venga a nosotros tu reino; hágase tu voluntad en la tierra como en el cielo. Danos hoy nuestro pan de cada día; perdona nuestras ofensas, como también nosotros perdonamos a los que nos ofenden; no nos dejes caer en la tentación, y líbranos del mal.

Líbranos de todos los males, Señor, y concédenos la paz en nuestros días, para que, ayudados por tu misericordia, vivamos siempre libres de pecado y protegidos de toda perturbación, mientras esperamos la gloriosa venida de nuestro Salvador Jesucristo.Tuyo es el reino, tuyo el poder y la gloria, por siempre, Señor.

Señor Jesucristo, que dijiste a tus apóstoles:"La paz os dejo, mi paz os doy"; no tengas en cuenta nuestros pecados, sino la fe de tu Iglesia y, conforme a tu palabra, concédele la paz y la unidad. Tú que vives y reinas por los siglos de los siglos. Amén.

La paz del Señor esté siempre con vosotros. Y con tu espíritu.

CORDERO DE DIOSCordero de Dios, que quitas el pecado del mundo, ten piedad de nosotros. Cordero de Dios, que quitas el pecado del mundo, ten piedad de nosotros. Cordero de Dios, que quitas el pecado del mundo, danos la paz.

Éste es el Cordero de Dios, que quita el pecado del mundo. Dichosos los invitados a la cena del Señor. Señor, no soy digno de que entres en mi casa, pero una palabra tuya bastará para sanarme.

El Cuerpo de Cristo. Amén.

ORACIÓN DESPUÉS DE LA COMUNIÓN RITO DE CONCLUSIÓN/DESPEDIDA

El Señor esté con vosotros. Y con tu espíritu. La bendición de Dios todopoderoso, Padre, Hijo y Espíritu Santo, descienda sobre vosotros. Amén.

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Podéis ir en paz. Demos gracias a Dios.

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