Scuole senza zaino Diamo feedback per migliorare · capire”, “bravo” o “sei...

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Marta Pellegrini Dottoranda Dipartimento Scienze della Formazione e Psicologia, Università di Firenze Scuole senza zaino Diamo feedback per migliorare Che cosa è il feedback Il feedback è l’informazione che ha lo scopo di ri- durre la distanza fra il punto in cui lo studente si trova e il punto in cui dovrebbe andare, cioè fra il rendimento attuale e quello da raggiungere. Il feedback può avere due direzioni: dall’insegnante allo studente e viceversa. I feedback del docente dovrebbero mostrare il livello di apprendimento degli alunni per favorirne un avanzamento. I fee- dback degli studenti consentono all’insegnante di regolare le attività successive sulla base della comprensione della classe. Che cosa non è il feedback Non tutte le informazioni date agli studenti sono feedback e non tutte aiutano l’apprendimento. Per fornire un feedback efficace sono da evitare i giu- dizi sugli studenti come “sei pigro”, “non riesci a capire”, “bravo” o “sei intelligente”, poiché l’alunno potrebbe attribuire la valutazione a una sua per- sonale qualità piuttosto che a come sta svolgendo il compito. Il feedback, quindi, non si dovrebbe fo- calizzare sullo studente ma sulla sua performan- ce, su quello che ha o non ha fatto e su quello che dovrebbe fare per raggiungere l’obiettivo. Se un docente fornisce feedback in modo errato, il suc- cesso dello studente potrebbe essere ostacolato o addirittura impedito. «il feedback è uno dei fattori più potenti per il miglioramento». J. Hattie, Visible Learning Feedback forte e chiaro Le ricerche hanno evidenziato che quando il fee- dback è adeguato, accresce l’apprendimento degli studenti. Molti insegnanti, però, credono di fornire feedback utili, mentre i loro studenti sostengono il contrario. Questo aspetto è di grande importanza poiché, ai fini dell’apprendimento, conta quello che lo studente pensa di aver capito sul feedback ri- cevuto piuttosto che quello che l’insegnante pen- sa di aver dato. Ad esempio, un feedback giudica- to chiaro e incoraggiante dall’insegnante potrebbe essere interpretato dallo studente in modo negati- vo e produrre emozioni di fallimento, insicurezza e rifiuto. Nella comunicazione del feedback entra perciò an- che una parte emotiva, in- dispensabile per rendere il feedback efficace. 14 anno 125 • © Editrice La Scuola Scuola Italiana Moderna n. 4 • Dicembre 2017

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Marta Pellegrini

Dottoranda Dipartimento Scienze della Formazione e Psicologia, Università di Firenze

Scuole senza zaino

Diamo feedbackper migliorare

Che cosa è il feedbackIl feedback è l’informazione che ha lo scopo di ri-durre la distanza fra il punto in cui lo studente si trova e il punto in cui dovrebbe andare, cioè fra il rendimento attuale e quello da raggiungere. Il feedback può avere due direzioni: dall’insegnante allo studente e viceversa. I feedback del docente dovrebbero mostrare il livello di apprendimento degli alunni per favorirne un avanzamento. I fee-dback degli studenti consentono all’insegnante di regolare le attività successive sulla base della comprensione della classe.

Che cosa non è il feedbackNon tutte le informazioni date agli studenti sono feedback e non tutte aiutano l’apprendimento. Per fornire un feedback efficace sono da evitare i giu-dizi sugli studenti come “sei pigro”, “non riesci a capire”, “bravo” o “sei intelligente”, poiché l’alunno potrebbe attribuire la valutazione a una sua per-sonale qualità piuttosto che a come sta svolgendo il compito. Il feedback, quindi, non si dovrebbe fo-calizzare sullo studente ma sulla sua performan-ce, su quello che ha o non ha fatto e su quello che dovrebbe fare per raggiungere l’obiettivo. Se un docente fornisce feedback in modo errato, il suc-cesso dello studente potrebbe essere ostacolato o addirittura impedito.

«il feedback è uno dei fattori più potenti per il miglioramento».

J. Hattie, Visible Learning

Feedback forte e chiaroLe ricerche hanno evidenziato che quando il fee-dback è adeguato, accresce l’apprendimento degli studenti. Molti insegnanti, però, credono di fornire feedback utili, mentre i loro studenti sostengono il contrario. Questo aspetto è di grande importanza poiché, ai fini dell’apprendimento, conta quello che lo studente pensa di aver capito sul feedback ri-cevuto piuttosto che quello che l’insegnante pen-sa di aver dato. Ad esempio, un feedback giudica-to chiaro e incoraggiante dall’insegnante potrebbe essere interpretato dallo studente in modo negati-vo e produrre emozioni di fallimento, insicurezza e rifiuto. Nella comunicazione del feedback entra perciò an-che una parte emotiva, in-dispensabile per rendere il feedback efficace.

14 anno 125 • © Editrice La ScuolaScuola Italiana Moderna n. 4 • Dicembre 2017

Alcuni esempi“Il tuo obiettivo era organizzare il testo in modo che la prima cosa che hai fatto fosse la prima cosa che avresti scritto. Devi ritornare su quello che hai scritto, numerare le cose secondo l’ordine con cui sono successe e poi ri-scriverle seguendo l’ordine.”Questo tipo di feedback sul compito è specifico e cor-rettivo; indica come modificare e proseguire.“Ti sei bloccato su questa parola. Vuoi cercare di compren-dere perché l’hai fraintesa e poi vuoi provare una strategia diversa? Potresti cercare di vedere, ad esempio, in cosa si assomigliano e in cosa sono diverse queste idee.”Questo tipo di feedback è diretto ai processi: si pos-sono mostrare collegamenti e strategie per identificare gli errori.“Mi ha colpito il fatto che sei tornato all’inizio della frase quando ti sei bloccato su questa parola, ma in questo caso non si è dimostrato utile. Cosa altro potresti fare? Dimmi quando ti senti sicuro della tua idea e perché.”Questo tipo di feedback riguarda l’autoregolazione. Può aiutare a sviluppare processi di autovalutazione e meta-cognizione.(esempi adattati da Hattie, 2016)

Un esempio di feedback nelle Scuole Senza Zaino sono le Istruzione Per l’Uso (IPU), cioè le proce-dure condivise che rendono autonomi gli alunni e consentono autovalutazione e autoregolazione. Le IPU, che riguardano l’ambito logistico, organiz-zativo/relazionale e cognitivo, sono impiegate da-gli alunni durante o dopo l’esecuzione di un com-pito per controllare la correttezza del procedimen-to ed eventualmente fare correzioni.

Le 4 qualità di un ottimo feedback Un feedback efficace dovrebbe essere:1. inerente a un obiettivo: esplicitare l’obiettivo da

raggiungere più volte e mostrare allo studente quan-to si trova lontano dall’obiettivo. suggerendo il pas-saggio successivo da compiere per avvicinarsi al suo raggiungimento;

2. focalizzato su pochi punti: dare feedback su pochi punti, i più importanti per andare avanti nel compito. Se si forniscono troppe indicazioni, la mente degli studenti diventa presto sovraccaricata e non riesce a elaborare tutte le informazioni;

3. costruttivo: esplicitare quello che non sta andando bene nello svolgimento di un compito e come supe-rare la difficoltà, poiché il feedback conduce a un miglioramento se l’alunno comprende i propri errori. Far sapere inoltre allo studente che credete nella sua possibilità di successo;

4. discusso: il feedback funziona solo se gli studenti lo comprendono e lo accettano come consiglio per migliorare. Se vedete che le indicazioni date non sono capite o condivise, discutetele con loro.

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Tre domande per valutare i propri feedback1. Dove sto andando?Il docente ha chiari gli obiettivi di apprendimento da raggiungere e li esplicita alla classe. Questi pas-saggi favoriscono la coerenza fra obiettivo e attivi-tà e l’autoregolazione degli studenti.2. Come faccio ad arrivarci?L’insegnante fornisce indicazioni agli alunni per raggiungere l’obiettivo, comparando il livello attu-ale dell’alunno con i criteri di successo.3. Dove devo andare dopo?L’insegnante deve prevedere le future sfide da af-frontare per portare l’alunno a una comprensione più approfondita e a una migliore autoregolazione.

Bibliografia/Sitografia• Australian Society for Evidence Based Teaching. How How

to give feedback to students. The advanced guideto give feedback to students. The advanced guide

• A. Calvani, Per un’istruzione evidence based. Analisi teorico-metodologica internazionale sulle didattiche efficaci e inclusive, Erickson, 2012.

• C. Gasperini, Istruzioni per l’uso: apprendere le com-

petenze sviluppando autonomia e autovalutazione, Scuola Italiana Moderna 125, n. 3, 2017.

• J. Hattie, Apprendimento visibile, insegnamento effi-cace. Metodi e strategie di successo dalla ricerca evi-dence-based, Erickson, 2016.

• J. Hattie, H. Timperley, The Power of Feedback, Review of Educational Research, 77(1), 2007, pp. 81-112.

10 COSE DA FARE E NON FARE

✔ ✘Essere chiari sugli obiettivi da raggiungere.

Interrompere lo studente che sta risolvendo un problema in autonomia.

Focalizzare il feedback su che cosa lo studente ha capito, fatto, raggiunto.

Focalizzare il feedback sullo studente.

Commentare solo poche cose.

Sovraccaricare gli studenti con troppe informazioni in una volta.

Comparare il lavoro dello studente con standard che mostrino un miglioramento o la sua assenza.

Comparare lo studente ai pari.

Esplicitare come lo studente stava andando e come migliorare.

Esplicitare allo studente solo l’errore senza dire come migliorare.

Comunicare la vostra fi ducia nelle possibilità di progresso dello studente.

Comunicare che da alcuni studenti ci si aspetta solo performance errate o mediocri.

Fornire feedback quando c’è ancora tempo per migliorare.

Fornire feedback solo dopo una valutazione sommativa.

Dare feedback attraverso modi adatti al livello di esperienza dello studente.

Limitare il feedback a commenti generici come “bene”, “ottimo lavoro”, “non ci siamo”.

Capire, dalle reazioni dello studente ai tuoi feedback, la sua comprensione.

Considerare le reazioni degli studenti come loro problemi.

Discutere il feedback con gli studenti.

Non discutere con gli studenti il feedback.

16 anno 125 • © Editrice La ScuolaScuola Italiana Moderna n. 4 • Dicembre 2017