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Senato della Repubblica Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO PLESSO “MONASTERIO”

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Senato della Repubblica

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

PLESSO “MONASTERIO”

Istituto Comprensivo Latiano (BR) - Scuola Secondaria di Primo Grado

Plesso “Monasterio”

Dirigente scolastica: Professoressa Ornella Manco

Insegnante responsabile: Giuseppe De Tommaso

Lavoro realizzato per il progetto-concorso “Vorrei una legge che…” a.s. 2017-2018 promosso dal Senato della Repubblica – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Pubblicazione realizzata con finanziamento dell’Amministrazione Comunale di Latiano per l’anno scolastico 2017-2018 Stampa: Locopress presso tipografia propria Mesagne (BR) Gennaio 2018

Alunni Scuola Secondaria Primo Grado

LATIANO

CLASSE 1^C

VORREI UNA LEGGE CHE…

CENTAURO

Plesso “Monasterio”

Istituto Comprensivo Latiano (BR)

A.S. 2017-2018

Testi e foto: Classe I C

Simone Carrozzo Elisa Cavallo Rebecca Di Salvatore Jacopo D’Ippolito Gioele D’Oria Martina Frumento Giuseppe Gioia Simone Iljazi Giuseppe Lamendola Riccardo Leone Marta Montanaro Marco Napolitano Chiara Papadia

Francesco Ribezzo Cosimo Tauro Claudia Turrisi Samira Angela Zizzi

INDICE*

- Scheda riassuntiva del progetto

- Testo della legge Centauro

Preambolo

Premessa

Legge ° art. 1 ° art. 2 ° art. 3 ° art. 4 ° art. 5 ° art. 6 ° art. 7

- Diario delle discussioni

*Al presente testo è allegato: - un CD-Rom contenente una foto della Classe e dieci immagini che rappresentano significativamente il disegno di legge e il percorso formativo svolto - un quaderno che raccoglie il “Diario delle discussioni” scritto di pugno dagli alunni - il disegno per il premio speciale “Premio Costituzione”

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Centauro

Scheda riassuntiva del progetto

La violenza sulle donne, sotto ogni suo aspetto, ai massimi livelli istituzionali, è stata definita una vera e propria emergenza umanitaria. Questa emergenza dura da millenni e per porre fine a quello che può essere definito uno “dei crimini storici di massima grandezza”, commesso solo dai maschi, ci vuole un “salto culturale”.

Una rivoluzione di questo calibro si può avviare solo partendo dall’educazione delle nuove generazioni e questo è possibile farlo esclusivamente a scuola.

Il progetto Centauro ha lo scopo di proporre l’istituzione, in ogni ordine e grado di scuola, di un nuovo insegnamento: l’Educazione al rispetto della diversità di genere: una disciplina che affronti la problematica della violenza contro le donne sotto numerosi aspetti: culturale, psicologico, storico e legale.

Gli alunni della Classe 1^ C hanno preso atto che nella loro realtà di vita quotidiana il genere femminile è vessato dalla prepotenza, latente e silenziosa il più delle volte, del maschio. Una vessazione che non accenna a diminuire considerato anche che la nostra società pur non essendo più patriarcale è rimasta sempre maschilista.

Il progetto è stato intitolato Centauro, mito che per gli antichi greci spiegava l’esistenza del lato più ferino dell’essere umano nella sua componente maschile, ed è stato ispirato dal testo di Luigi Zoja dal titolo Centauri, titolo che è accompagnato da un sottotitolo ancora più incisivo: Alle radici della violenza maschile.

Il progetto ha esaminato la discriminazione di genere nella sua evoluzione storica, religiosa, sociale, lavorativa, legale e anche linguistica.

Inoltre, la lettura degli articoli della Costituzione che pongono sullo stesso piano la donna e l’uomo, partendo dall’art. 3, nonché la riflessione sui testi delle innumerevoli carte internazionali che affrontano questo problema, hanno permesso agli alunni della Classe 1^ C di elaborare una proposta di legge che rende possibile il salto culturale necessario affinché abbia fine questo “genocidio silenzioso”.

Purtroppo contro questo tipo di violenza le istituzioni hanno difficoltà ad intervenire decisamente e con forza in quanto è un problema che coinvolge gli aspetti più nascosti della vita privata delle persone e delle famiglie ma il problema è conosciuto ed è diffuso, come afferma, con amara ironia, la vignetta del disegno elaborato per il premio speciale “Premio Costituzione”.

La proposta di legge elaborata mira all’educazione dei cittadini ma anche e soprattutto delle cittadine di domani affinché non ci sia più un’omertosa, sebbene involontaria, complicità silenziosa della donna alla violenza dell’uomo.

L’insegnante responsabile

Giuseppe De Tommaso

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Disegno realizzato per il premio speciale “Premio Costituzione” grazie alla collaborazione della professoressa Marina Nigro

Centauro

Testo della legge CENTAURO

PREAMBOLO

Considerato che in Italia 6.788.000 donne tra i 16 e i 70 anni hanno subito qualche forma di violenza, e che tale cifra è pari al 31,5% della popolazione femminile; dato che già nell’anno in corso (2017) si conta ancora una vittima di violenza maschile su una donna ogni due giorni; tenuto conto che le leggi esistenti, di tipo repressivo e punitivo, come le leggi del 1996 e del 2009, non hanno effetti importanti e considerevoli sulla qualità e sulla quantità della violenza sulle donne; preso atto che le donne vivono quotidianamente nella società italiana situazioni di svalutazione, di sottomissione e di sfruttamento in numerosi contesti (come sul lavoro, nelle attività ricreative e nel contesto familiare); fatto presente che molte volte oltre alle donne ad essere vittime della violenza maschile sono anche i figli minorenni delle donne; risaputo che la violenza subita dalle donne costituisce un vero e proprio “massacro silenzioso”, violenza che influisce negativamente su un corretto andamento di tutte le attività sociali; facendo soprattutto presente che la donna svolge un ruolo centrale nel nucleo fondativo della società, la famiglia, e che sette violenze su dieci subite dalle donne avvengono in un contesto familiare;

PREMESSA

considerati i riferimenti legislativi: art. 3 della Costituzione che recita: “Tutti cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso [genere]”; art. 31 della Costituzione che recita: “La Repubblica…Protegge la maternità”; art. 37 della Costituzione che recita: “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione”; art. 51 della Costituzione che recita: “Tutti i cittadini dell’uno e dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici […] in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tale fine la Repubblica approva con appositi provvedimenti le pari opportunità tra

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donne e uomini”; art. 29 della Costituzione che recita: “Il matrimonio è ordinato sull’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare”; art. 30 della Costituzione che recita: “La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità”; art. 48 della Costituzione che recita: “Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età”; art. 51 della Costituzione che recita: “Tutti i cittadini dell’uno e dell’altro sesso possono accedere […] alle cariche elettive in condizione di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tale fine la Repubblica approva con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini”; considerate le seguenti Carte internazionali sottoscritte dallo Stato italiano: nel preambolo della Dichiarazione universale dei diritti umani si legge che tutti i diritti umani vanno rispettati “nell'uguaglianza dei diritti dell'uomo e della donna”; art. 2 della Dichiarazione universale dei diritti umani che recita: “Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso”; art. 14 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali dell’Europa titolato “Divieto di discriminazione” che recita: “Il godimento dei diritti e delle libertà riconosciuti nella presente Convenzione deve essere assicurato, senza distinzione di alcuna specie, come di sesso”; nel preambolo della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza si legge che tutte le persone possono godere di tutti i diritti umani “senza distinzione di […] sesso”; art. 2 della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza al comma 1 che recita: “Gli Stati parti si impegnano a rispettare i diritti enunciati nella presente Convenzione e a garantirli a ogni fanciullo che dipende dalla loro giurisdizione, senza distinzione di sorta e a prescindere da ogni considerazione […] di sesso”; nel protocollo opzionale della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza si legge che tra le categorie particolarmente vulnerabili “le bambine, sono particolarmente esposte

Centauro

al rischio di sfruttamento” e che sono vittime delle conseguenze delle seguenti cause: “sotto-sviluppo, povertà, disparità economiche, ineguaglianza delle strutture socio-economiche, dissesto delle famiglie, esodo rurale, discriminazione basata sul sesso”; e tenendo presente di tutto ciò che è stato stabilito dalla Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (Convenzione conosciuta come Convenzione di Istanbul) e soprattutto dall’art. 14 titolato “Educazione” dove al comma 1 si legge: “Le Parti intraprendono, se del caso, le azioni necessarie per includere nei programmi scolastici di ogni ordine e grado dei materiali didattici su temi quali la parità tra i sessi, i ruoli di genere non stereotipati, il reciproco rispetto, la soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali, la violenza contro le donne basata sul genere e il diritto all'integrità personale, appropriati al livello cognitivo degli allievi”; dato che tale disposizione della Convenzione di Istanbul è stata recepita nella legislazione italiana con il comma 16 della Legge 107/2015 dove si legge: “Il piano triennale dell’offerta formativa [degli Istituti scolastici] assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità di sesso, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori” sulle tematiche presenti nella lettera c) del comma 2 dell’art. 5 della decreto-legge 93/2013 dove si legge che lo Stato deve “promuovere un’adeguata formazione del personale della scuola alla relazione e contro la violenza e la discriminazione di genere e promuovere, nell’ambito delle indicazioni nazionali per il curriculo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, nelle indicazioni nazionali per i licei e delle linee guida per gli istituti tecnici e professionali, nella programmazione didattica curricolare ed extra curricolare delle scuole di ogni ordine e grado, la sensibilizzazione, l’informazione e la formazione degli studenti al fine di prevenire la violenza nei confronti delle donne e la discriminazione di genere, anche attraverso un’adeguata valorizzazione della tematica nei libri di testo”; e ancora alla fine del preambolo della Dichiarazione universale dei diritti umani si afferma che il rispetto di tutti i diritti deve essere raggiunto “con l'insegnamento e l'educazione”; considerato quanto scritto nel preambolo e considerato quanto scritto nella premessa, si propone la seguente

LEGGE:

art. 1 si inserisce l’insegnamento dell’Educazione al rispetto della diversità di genere in tutte le

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scuole di ogni ordine e grado;

art. 2 si stabilisce che il corpo docente di tutte le scuole di ogni ordine e grado segua un corso di aggiornamento sull’educazione al rispetto della diversità di genere;

art. 3 l’insegnamento all’educazione al rispetto della diversità di genere deve comprendere tre ambiti: l’educazione affettivo-emotiva dell’alunno e dell’alunna, la storia del rapporto tra uomo e donna, la legislazione sul rispetto della differenza di genere;

art. 4 l’insegnamento all’educazione al rispetto della diversità di genere deve essere compreso nei testi scolastici delle scuole di ogni ordine e grado;

art. 5 l’insegnamento all’educazione al rispetto della diversità di genere, oltre ad essere compreso in tutte le discipline scolastiche possibili, deve essere compreso nell’orario scolastico delle scuole di ogni ordine e grado con almeno un’ora di insegnamento a settimana;

art. 6 inserire nelle scuole di ogni ordine e grado uno sportello di ascolto, condotto da uno psicologo, a disposizione degli alunni e delle alunne;

art. 7 sanzionare pesantemente ogni forma di discriminazione di genere che avviene negli ambienti scolastici e tra gli alunni delle scuole di ogni ordine e grado. Latiano, 06 dicembre 2017

la Classe 1^B

CARROZZO SIMONE CAVALLO ELISA

DI SALVATORE REBECCA D’IPPOLITO JACOPO

D’ORIA GIOELE FRUMENTO MARTINA

Centauro

GIOIA GIUSEPPE ILJAZI SIMONE

LAMENDOLA GIUSEPPE LEONE RICCARDO

MONTANARO MARTA NAPOLITANO MARCO

PAPADIA CHIARA RIBEZZO FRANCESCO

TAURO COSIMO TURRISI CLAUDIA

ZIZZI SAMIRA ANGELA

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DIARIO DELLE DISCUSSIONI1

" VORREI UNA LEGGE CHE..."

Progetto promosso dal Senato della Repubblica per la classe prima della Scuola Secondaria di Primo grado

Classe 1°C - Scuola Secondaria di Primo Grado di Latiano – plesso “Monasterio” Sezione staccata dell'Istituto Comprensivo di Latiano (BR)

Elenco alunni

1) CARROZZO SIMONE 2) CAVALLO ELISA 3) DI SALVATORE REBECCA 4) D’IPPOLITO JACOPO 5) D’ORIA GIOELE 6) FRUMENTO MARTINA 7) GIOIA GIUSEPPE 8) ILJAZI SIMONE 9) LAMENDOLA GIUSEPPE

10) LEONE RICCARDO 11) MONTANARO MARTA 12) NAPOLITANO MARCO 13) PAPADIA CHIARA 14) RIBEZZO FRANCESCO 15) TAURO COSIMO 16) TURRISI CLAUDIA 17) ZIZZI SAMIRA ANGELA

Latiano, mercoledì 25 OTTOBRE 2017 Segretaria del giorno: REBECCA DI SALVATORE La classe 1 C ha deciso di accettare la proposta di partecipare al concorso “Vorrei una legge che…”, progetto che invita gli alunni a riflettere su un argomento d’ importanza fondamentale per i ragazzi da 0 a 18 anni di oggi e del futuro. L’insegnante De Tommaso invita gli alunni a proporre degli argomenti sui quali si potrebbe scrivere una proposta di legge. Gli alunni avanzano le loro proposte: JACOPO: vietare la produzione delle armi; GIUSEPPE G.: una legge che vieta la violenza contro i bambini e le donne; SIMONE C.: una legge contro il terrorismo; GIUSEPPE L.: una legge contro il cyberbullismo; MARTINA: una legge contro il bullismo;

1 Il testo del “Diario delle discussioni” riporta fedelmente la trascrizione del dibattito avvenuto in aula tra gli alunni, senza

nessun tipo di correzione da parte dell’insegnante responsabile e riporta quasi fedelmente la trascrizione del diario scritto di pugno dagli stessi alunni.

Centauro

ELISA: contro la discriminazione razziale; MARTA: contro lo sfruttamento dei bambini; CHIARA: contro lo sfruttamento delle donne.

Una volta ascoltate tutte le proposte, la classe, con l’aiuto dell’insegnante, decide quale argomento affrontare. L ‘insegnante dice che tra le proposte fatte ci sono già delle leggi, anche se non sono sempre applicate. L’insegnante trova interessante il riferimento alle donne soprattutto tenendo conto della cronaca attuale e chiede agli alunni se hanno sentito qualcosa. MARCO: un uomo ha ucciso una donna perché la donna lo voleva lasciare; SIMONE I. : una donna voleva lasciare il ragazzo e questi le ha spruzzato dell’acido in faccia; GIUSEPPE G. : una ragazza e stata uccisa dal ragazzo perché quest’ultimo era geloso; MARTINA : un ragazzo ha ucciso una giovane ragazza madre per gelosia; REBECCA: molte donne subiscono violenza sessuale; GIUSEPPE L.: molte donne sono maltrattate perché appartengono a una minoranza etnica. Il professore chiede agli alunni se hanno sentito parlare delle discriminazioni nei confronti delle donne anche sul posto di lavoro e di pensarci per la prossima volta. Latiano, mercoledì 8 novembre 2017 Segretaria del giorno: MARTA MONTANARO Il professore riprende la lezione dell’altra volta chiedendo agli alunni di rispondere. Il prof fa un esempio: le donne lavorano di più e sono pagate di meno. GIUSEPPE G.: una donna operaia è stata pagata di meno rispetto ai colleghi maschi; JACOPO: molte donne sul posto di lavoro lavorano di più rispetto agli uomini come anche a casa; SIMONE I.: le donne potrebbero licenziarsi anche se non lo fanno perché non hanno altra scelta lavorativa; GIUSEPPE G.: le donne dovrebbero essere pagate come gli uomini; MARTINA: le donne sono sotto valutate sul posto di lavoro;

IMMAGINE 1:

La Classe 1^C

studia l’art. 3

della

Costituzione, il

primo articolo

della Carta che

accenna

all’uguaglianza

tra donna e

uomo.

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GIUSEPPE L.: molte donne sono obbligate a fare dei lavori che non vogliono fare; MARCO: le donne si devono ribellare. Il prof chiede il perché di questa situazione nonostante l’articolo tre della Costituzione italiana e molti altri articoli dicano che uomini e donne sono uguali.

MARTA: fin dall’ antichità il maschio si è sempre considerato superiore alla donna; PROF: c’è anche un mito greco che dimostra quello che ha detto Marta: il mito del CENTAURO; GIUSEPPE G.: è ingiusto che le donne siano maltrattate; GIUSEPPE L.: molti uomini considerano le donne inutili; JACOPO: i maschi si credono superiori; MARCO: i maschi pensano che le donne siano degli oggetti; JOELE: i maschi non vogliono capire che uomini e donne sono identici; SIMONE I.: Dio ha creato uomo e donna uguali. Il prof chiede perché non ci sono preti donne. MARTINA-REBECCA: anche Dio è considerato un maschio. Latiano, lunedì 13 novembre 2017 Segretaria del giorno CHIARA PAPADIA Il prof riprende la discussione dicendo che la classe ha notato che la società in cui viviamo è maschilista nonostante la legge italiana dice chiaramente che uomo e donna sono uguali. Il prof chiede agli alunni che la società non rispetta la legge. MARTINA: la legge non è rispettata perché nessuno dice alla gente di farlo.

IMMAGINE 2:

Elisa e Marco

leggono e

commentano

l’art. 3 della

Costituzione.

Centauro

Il prof dice che non è tutto vero quello che dice Martina perché la legge non ammette ignoranza e tutti devono conoscere la legge. Tutti sanno che bisogna rispettare le persone e quindi anche le donne . Perché allora non si rispettano le donne ? REBECCA: la gente se ne frega delle leggi. Il prof dice che la risposta a questa domanda sta nelle osservazioni che gli alunni hanno fatto la scorsa volta. MARCO: siccome si pensa che il Dio è maschio si pensa anche che il maschio sia superiore alla femmina; GIUSEPPE L.: gli uomini pensano che le donne svolgano un lavoro sociale inferiore agli uomini . Il prof dice dunque che il problema sta nell’educazione culturale: la società ha una cattiva educazione al rispetto della diversità di genere. Quindi propone di scrivere una legge che istituisca nella scuola italiana l’ EDUCAZIONE AL RISPETTO DELLA DIVERSITÀ DI GENERE. La classe si dichiara favorevole al progetto . Il concorso prevede anche la realizzazione di un disegno ispirato hai dodici articoli fondamentali della Costituzione italiana. Il prof distribuisce agli alunni un foglio ad ognuno con i dodici principi fondamentali e spiega cos’è la Costituzione. Il disegno sarà realizzato con l’aiuto della professoressa Nigro . Latiano, lunedì 20 novembre 2017 Segretaria del giorno: SAMIRA ZIZZI Oggi si vedono documentari sulla costituzione e sugli articoli che affrontano la diversità di genere nella Costituzione.

IMMAGINE 3: Martina e Cosimo accanto ad una immagine del padre

costituente Lelio Basso, uno dei più importanti redattori dell’art. 3.

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Latiano, mercoledì 22 novembre 2017 Segretaria del giorno : SAMIRA ZIZZI Oggi il prof ci chiede di ritornare a riflettere sul perché nella società c’è la differenza di trattamento di genere. Ricorda alla classe che abbiamo già detto che ci sono differenze di genere per motivi culturali. Il prof chiede quando sono iniziate queste differenze. JACOPO: quando nacque la migrazione; MARCO: quando è stata uccisa la prima donna; CLAUDIA: c’è sempre stata; FRANCESCO: dalle prime popolazioni sviluppate. Il prof dice che Francesco ha ragione perché l’uomo ha vissuto in parità con la donna fino all’avvento della civiltà e dell’agricoltura. Con la civiltà è nata anche la religione di stampo maschilista come il monoteismo e nasce così la società patriarcale. Il prof chiede quando finisce, se è finita, questa società patriarcale. SIMONE I.: la società patriarcale c’è ancora e resterà; MARCO: è finita quando tutti i popoli si sono convertiti al cristianesimo. Il prof chiede agli alunni chi è d’accordo con Marco e chi è d’accordo con Simone I. JACOPO: è d’accordo con Simone I. perché non tutti i cristiani rispettano il cristianesimo.

Il prof dice che anche il cristianesimo è stata e continua ad essere una religione patriarcale come tutte le religioni monoteiste come l’ebraismo e l’islam. Gli storici dicono che le società sono maschiliste in tutto il mondo perché si basano sul potere degli uomini. Il prof chiede in quali settori gli alunni vedono la differenza tra uomo e donna. MARTA: nei lavori domestici per i quali la donna impiega molto tempo rispetto all’uomo; GIUSEPPE L.: nel settore lavorativo gli uomini svolgono lavori più importanti e vengono pagati di più delle donne. Giuseppe aggiunge che fanno più lavori casalinghi perché non hanno un impiego;

IMMAGINE 4:

Gioele e Marco

consultano un

testo sui diritti

delle donne.

Centauro

MARCO: nell’ambito della moda ci sono più articoli per le donne e questo è un male perché si paragonano le donne alle cose più frivole e superficiali; GIUSEPPE.G: le donne lavorano di più e vengono pagate di meno; il loro lavoro non è considerato di qualità; MARTINA: le donne quando hanno un impiego fanno due lavori: il loro impiego e il loro lavoro domestico. Il prof dice che tutte queste riflessioni sono giuste e invita gli alunni a riflettere sul fatto che tutta la cultura è maschilista a partire dalla lingua italiana. Chiede agli alunni perché la lingua italiana è maschilista. GIUSEPPE L: è maschilista perché Gesù e un maschio; CLAUDIA: perché le donne sono state sempre in una situazione di difficoltà e di debolezza. Il prof dice che la lingua rispetta la cultura di un popolo e da un punto di vista grammaticale nella lingua italiana il maschile prevale sul femminile: per esempio se in un’aula ci sono 10 ragazze e un solo ragazzo il prof deve rivolgersi a loro chiamandoli ALUNNI e non ALUNNE mentre sarebbe più logico chiamare loro ALUNNE o almeno ALUNNE e ALUNNO!!!!!!!!! MARTINA: in politica ci sono più uomini che donne e anche gli incarichi politici sono tutti chiamati al maschile: sindaco, ministro, assessore, presidente, ecc… MARTA: la Repubblica italiana non ha mai avuto un presidente donna!!!!!! GIUSEPPE G.: le donne vivono come delle “schiave” per gli uomini; MARTINA: se una donna diventasse “presidentessa” della Repubblica sarebbe sottoposta a maggiori critiche perché appunto donna e non uomo; ELISA: ma se una donna diventasse “presidentessa” ci sarebbe più attenzione ai problemi delle donne. Una cosa del genere, dice il prof, è già avvenuta in quanto come presidente della Camera dei Deputati c’è una donna, Laura Boldrini. MARCO: magari se al Senato eleggono questa nostra proposta di legge forse eleggono una presidentessa!!!!!!!

IMMAGINE 5: Francesco e Simone commentano un articolo che

affronta il problema della disparità di genere nello sport.

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Latiano, lunedì 27 novembre 2017 Segretaria del giorno: CLAUDIA TURRISI Il prof chiede agli alunni di sintetizzare i motivi per i quali la società è maschilista e chiede di trovare delle soluzioni. Quindi la domanda è: qual è il motivo per cui le donne subiscono tanta violenza da parte degli uomini?

CHIARA: perché le donne vengono sempre sottovalutate; REBECCA: gelosia da parte degli uomini; GIUSEPPE L.: invidia da parte degli uomini. Il prof dice che il problema non è astratto anche se è difficile da individuare, ma dalle risposte che hanno dato gli alunni il problema è uno solo. Qual è? REBECCA: quando l’ uomo viene lasciato dalla donna è geloso; MARTINA: non si rispettano le leggi che rispetta la donna; MARTA: non c’è rispetto tra i due generi. Il prof chiede: chi non rispetta? Chi è violento? GIUSEPPE G.: l’uomo, ma anche la donna. L’ uomo perché è… CLAUDIA: perché l’ uomo si sente superiore in tutto e minaccia la donna; FRANCESCO: perché l’ uomo è sempre stato più potente; CLAUDIA: l’uomo è violento perché è una questione mentale. Il prof quindi dice che è una questione di educazione perché l’ uomo, sin da piccolo, viene educato secondo modelli sbagliati. GIUSEPPE G.: è un problema anche della donna perché a volte anche lei è violenta.

IMMAGINE 6:

Marta e Riccardo

affrontano la

problematica

dell’uccisione

delle bambine

appena nate in

molte zone del

mondo.

Centauro

Il prof dice che anche la donna è violenta contro l’uomo soprattutto a livello psicologico. Ma sono rarissimi i casi in cui l’uomo subisce violenza fisica. Invece, per esempio, in Italia, all’anno più di un milione di donne subisce violenze e questi atti avvengono a casa e gli autori sono quasi sempre i parenti o conoscenti maschi: mariti, ex mariti, fidanzati, ex fidanzati, padri, fratelli, amici e vicini di casa e molte volte la donna che subisce violenza non denuncia. Perché? ELISA: perché ha paura; MARCO: perché la minacciano; GIUSEPPE G.: perché la ricattano; SAMIRA: perché ha paura di morire; SIMONE I.: perché la donna teme a sua volta di provocare dolore nell’uomo che denuncia; ELISA E CLAUDIA: non lasciano o non denunciano l’ uomo per paura di peggiorare la situazione; MARTINA: la donna ha bisogno di sicurezza dicendo che l’uomo è uguale alla donna; ELISA: la compagna riporta un’esperienza personale dicendo che conosce una donna che ha denunciato l’uomo che la picchiava.

Il prof dice che se la donna è educata a difendersi e ad affrontare la violenza può evitare che l’uomo le faccia del male. REBECCA: il problema per l’uomo e per la donna è che manca l’EDUCAZIONE AL RISPETTO DI GENERE!!! Il prof chiede quindi cosa bisogna fare? REBECCA: bisogna insegnare a casa e nelle scuole il rispetto di genere. Il prof dice che è necessario scrivere una legge che proponga l’educazione del rispetto della diversità di genere a scuola. Cosa bisogna insegnare a scuola per educare al rispetto di genere? ELISA: insegnare la psicologia di coppia;

IMMAGINE 7:

Rebecca propone le sue idee

sull’evoluzione del ruolo della donna

nella storia.

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CLAUDIA: insegnare alla non violenza, in genere; GIUSEPPE G. : c’è molta violenza fisica tra gli alunni e questa si scarica sulle compagne; GIUSEPPE L.: insegnare l’educazione al rispetto dei più deboli.

Il prof dice che è necessario insegnare la cultura della non violenza quindi anche la storia del rapporto tra uomo e donna. REBECCA, MARTINA E CHIARA: è necessario insegnare il rispetto delle leggi.

IMMAGINE 8:

Simone e

Giuseppe leggono

la disposizione

dell’Assemblea

costituente che

rende possibile il

divorzio.

IMMAGINE 9:

Chiara e Jacopo

comprendono che

nessuna violenza

dell’uomo sulla

donna può essere

giustificata.

Centauro

Il prof dice che la Costituzione italiana impone il rispetto della parità tra i generi in numerosi articoli: 3,31,37,29,30,48 e 51. La prossima volta, aggiunge il prof, se nessun alunno vuole aggiungere qualcosa altro si può iniziare a scrivere il testo della legge. Latiano, mercoledì 29 novembre 2017 Segretaria del giorno: MARTINA FRUMENTO Oggi si scrive il testo della legge.

Latiano, lunedì 4 dicembre 2013 Segretaria del giorno: MARTA MONTANARO Oggi si continua a scrivere il testo della legge. Latiano, mercoledì 6 dicembre 2017 Oggi si completa la scrittura del testo della legge. Segretaria del giorno: CHIARA PAPADIA

IMMAGINE 10:

Claudia e

Giuseppe leggono

su un articolo che

il potere nella

società è

prevalentemente

gestito dall’uomo

estromettendo la

donna dai ruoli

più importanti.

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SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

PLESSO “MONASTERIO”