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Geo-girovagare Scuola, Geologia e Turismo in Piemonte Assessorato all’Istruzione

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Geo-girovagareScuola, Geologia e Turismo in Piemonte

Assessorato all’Istruzione

“L’ardita piramide dentata” del Monviso: unframmento di crosta oceanica sollevato nelcorso dell’orogenesi alpina. (Foto E.Collo).

“Geo-girovagare” è una guida preziosa che ci conduce in un viaggio affascinante attraverso leremote tappe della storia della regione Piemonte, realizzato attraverso la lente investigativadella geologia, e con il piglio vivace e la chiarezza di chi, insegnante esperto, sa come catturaree convogliare l’attenzione dei ragazzi.La scoperta di un territorio, del proprio territorio, assume un valore ancor più significativo rispet-to alla valenza educativa e alla ricaduta che tale scoperta può avere sui giovani studenti.Conoscere il proprio territorio è il primo passo per amarlo, saperne cogliere le possibilità, ed inprospettiva poterlo valorizzare nella giusta misura.Per questo l’Assessorato da me rappresentato ha deciso di sostenere la distribuzione del volumeall’interno delle scuole piemontesi, aderendo così al progetto più ampio e globale di riscoperta,valorizzazione e promozione di tutte le peculiarità ed eccellenze della nostra Regione avviato inquesti anni. Un lavoro che sta decisamente dando i suoi frutti, aumentando costantemente il livello di atten-zione sul nostro territorio e di conseguenza il flusso turistico verso la nostra Regione, aprendocosì nuove e interessanti prospettive economiche e sociali per il futuro.Tutto ciò rappresenta un patrimonio di conoscenza, soprattutto per le nuove generazioni, che giàoggi vivono profondi cambiamenti e a cui, sempre più dobbiamo rivolgere la nostra attenzione,investendo risorse sull’educazione, vero strumento per renderli protagonisti.

Giovanna PenteneroAssessore all’Istruzione - Regione Piemonte

Assessorato all’Istruzione

È con particolare interesse e piacere che accolgo l’invito di redigere la presentazione di questaGuida geologico-turistica, anche a nome dell’Associazione Italiana di Geologia & Turismo. Loscopo principale di questa Associazione è quello di far conoscere e di valorizzare il patrimoniogeologico italiano e di inserire questa componente del paesaggio nelle politiche di promozionedi un turismo culturale qualificato e integrato. Ciò viene realizzato attraverso la messa a punto di strategie e di materiale di supporto di diversotipo, che consentano la fruizione e la conoscenza, sia diretta che indiretta, di siti di rilevanzascientifica e didattica e di particolare suggestione geologica. È il caso di sottolineare che un rap-porto equilibrato fra l’uomo e l’ambiente che lo circonda è basato, da un lato, sulla conoscenzadi questo e dei meccanismi che lo governano e, dall’altro, sulla formazione delle coscienze neiriguardi dei suoi valori e dei suoi equilibri, quindi della sua necessaria salvaguardia ed eventualevalorizzazione.Questa Guida interpreta gli obiettivi sopra ricordati e rappresenta un esempio particolarmenteappropriato di sintesi fra rigore scientifico, linguaggio facilmente accessibile e illustrazione dei con-tenuti geologici essenziali. Essa risulta adatta non soltanto per gli studenti, sia che inizino un per-corso cognitivo sulle scienze della Terra, sia che la utilizzino come supporto in occasione di escursio-ni didattiche specifiche, ma anche per quegli escursionisti non distratti, che vogliano trovare, nelcorso delle loro passeggiate, suggerimenti e spunti di conoscenza del patrimonio geologico.

Mario PanizzaPresidente dell'Associazione Italiana di Geologia e Turismo

Associazione Italianadi Geologia e Turismo

IL PIEMONTE, UN PATRIMONIO GEOLOGICO E DIDATTICO

“Dalla mia natia cittadina, Fossano, fronteggiante il Monviso, fin da giovanetto ammiravo,uscendo appena di casa, l’ardita piramide dentata … Col tempo, alla semplice ammirazione este-tica si aggiunse la curiosità di conoscere perché dalla catena alpina […] fosse balzata fuori laslanciata, aspra cuspide”.1

Così spiega Federico Sacco come sia nata la sua vocazione alla geologia, inizio di una vita di studiche lo portarono a scoperte straordinarie.Abbiamo scelto il Monviso per introdurre questa piccola guida al turismo geologico del Piemonterivolta alle scuole perché questa montagna riassume in sé diverse ragioni dell’interesse scientifi-co, didattico ed educativo che animano la professione di insegnante, tanto più per chi insegna inuna regione costituita e cinta di montagne tanto da portarle con sé nel proprio stesso nome.Innanzitutto è la montagna da cui nasce il fiume Po, è la cima principale delle Alpi Cozie, è ilsimbolo alpino della regione ed è effettivamente difficile che non venga a vario titolo citata aproposito di numerosi argomenti del programma di scienze, geografia, ma anche storia, econo-mia, etnografia, ecc. basti pensare al patrimonio naturale e culturale che circonda il Monviso.Ma prendiamo soprattutto a pretesto la montagna dal punto di vista geologico per sottolinearecome il territorio in cui viviamo si presti ad una lettura straordinariamente ricca di motivi di inte-resse per comprendere la storia della Terra, riflettere sulla sua evoluzione e tentare di coniugaretutela e valorizzazione del paesaggio.Ricorrendo ancora all’opera del geologo Sacco possiamo paragonare il territorio ad un libro apertofatto di tante pagine – gli strati o, se vogliamo, semplicemente le rocce – ciascuna delle qualiscritta da tante lettere dell’alfabeto – i fossili ed i minerali. Ecco come apprendere quest’alfabeto

Geo-girovagareScuola, Geologia e Turismo in Piemonte

ci aiuti a leggere e interpretare il territorio e la sua storia.Gran parte di questa storia, lunga centinaia di milioni di anni, è una storia marina ed il Monvisonon ne rappresenta che un capitolo. Infatti esso è interamente costituito dalle antiche rocce mag-matiche che un tempo formavano la crosta dell’Oceano pre-alpino. Così mentre sappiamo che ilPiemonte è una regione non bagnata dal mare, la dinamica e la natura marina delle rocce alpineci ricordano che il passato fu ben diverso! I coralli e le lave sottomarine dell’alta Valle di Susa, igessi del Moncenisio o del Colle di Tenda, le spiagge fossili della Val Maira, i marmi del Duomo diTorino non ne sono che una piccola dimostrazione. Il “libro geologico” del Piemonte conserva un secondo capitolo di origine marina: i sedimentidelle Langhe e del Monferrato contengono intatti milioni di conchiglie fossili e resti di cetacei esquali! Ma la nostra regione cela anche altre straordinarie testimonianze della storia geologicadel Pianeta. L’oro formatosi milioni di anni fa attorno al Monte Rosa e trasportato a valle daghiacciai e fiumi diede vita alla più fiorente miniera aurifera d’epoca romana che si possa ricor-dare, la stupefacente Bessa, vicino a Biella. L’antico continente africano, spinto sin qui dalle forze tettoniche, emerge fra Ivrea e il LagoMaggiore con rocce magmatiche come i “Graniti dei Laghi”, esportati in tutto il mondo, mentregraniti “europei” affiorano all’Argentera nel pittoresco scenario del Parco delle Alpi Marittime. Dalle Alpi alla pianura, il paesaggio racchiude un patrimonio di tesori geologici e didattici, anchedi carattere morfologico come le Grotte di Bossea, i “Ciciu d’pera” del Villar, i Cinque Laghi diIvrea, i ghiacciai del Monte Rosa!Tutto questo patrimonio è oggi noto, schedato, qualche volta tutelato da parchi, riserve naturalied ecomusei che non chiedono altro che di essere utilizzati. Le schede seguenti propongono un’ampia scelta di escursioni fra le aree geologiche più interes-santi selezionate in base a criteri di: accessibilità, sicurezza, servizi di accompagnamento offerti. “È questo il momento di imparare a conoscere i rapporti sensibili che le cose hanno con noi (…).I nostri primi maestri di filosofia sono i piedi, le mani, gli occhi”.2

Note:(1) “Le Alpi”, TCI, 1934.(2) J.J. Rousseau.

Gianni BoschisMeridiani Società Scientifica

Il “Rinoceronte di Dusino”,una delle scoperte paleonto-logiche più sensazionaliavvenuta in Piemonte adopera di Federico Sacco aiprimi del novecento. (Foto Archivio Della Beffa).

indice01. Ecomuseo della Pietra da Cantoni

02. Merana, tra calanchi e “muriòn”

03. Museo storico dell’Oro di Predosa

04. Ecomuseo della Pietra e della Calce di Visone

05. Parchi e riserve astigiani. Il mare in Piemonte

06. La Bessa, l’oro dei romani

07. Sul fondo del Mediterraneo tra Langhe e Roero

08. L’Altopiano della Gardetta

09. Ecomuseo dei Terrazzamenti e della Vite

10. Le Grotte di Bossea

11. Ecomuseo del Marmo di Frabosa

12. Valle Gesso: leggere la storia della Terra

13. I Ciciu del Villar

14. Le Miniere di Brosso

15. I Cinque Laghi d'Ivrea

16. Colle del Monginevro. I monti nati dal mare

17. Val Germanasca. Scopriminiera

18. Sacra di San Michele. L’abbazia e la geologia

19. Torino. La storia delle Alpi nelle pietre della città

20. Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone

21. Ecomuseo “ed leuziere e di scherplit”

22. Ecomuseo del Granito di Montorfano

23. Il Monte Fenera e la bassa Valsesia

24. Il Sentiero glaciologico Alta Valsesia

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Torino

Asti

Biella

Alessandria

Cuneo

Vercelli

Novara

Verbania

1918

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PM Petrologia - Mineralogia

P Paleontologia

G Geomorfologia

A Architettura

S Storia

SA Storia dell’arte - Archeologia

PG Paleogeografia

E Economia

I Industria estrattiva

Legendatematiche didattiche

Il paesaggio collinare delMonferrato è fortemente condi-zionato dalla sua storia geologi-ca: vi affiorano infatti rocce delperiodo miocenico tra cui laPietra da Cantoni, una marna cal-carenitica finissima che, per lesue caratteristiche di compattez-za e lavorabilità, veniva utilizzatain edilizia, e la cui origine si puòricondurre ad antichi depositi diambienti marini poco profondi.Dal questo complesso marnoso-calcareo sono stati portati allaluce diversi ritrovamenti fossilidi origine marina (come conchi-glie, alghe o addirittura le verte-bre di un animale marino), cheavvalorano la tesi secondo cuiquesti territori sarebbero appar-tenuti al grande Bacino TerziarioPaleo-Adriatico (15-20 milioni dianni fa).In passato è stata diffusa l'attivitàestrattiva delle arenarie (in lastreo in blocchi) a tal punto che mol-tissimi edifici in Monferrato e nonsono stati realizzati interamentein Pietra da Cantoni.

Intimamente legati alla culturadel vino e all'esistenza delle are-narie, facilmente lavorabili, sonoanche gli "Infernot" scavati sottole case a più livelli per custodirele bottiglie di maggior pregio.È in atto una lenta riscoperta diquest’area, sia dal punto di vistapaesaggistico sia dal punto divista eno-gastronomico. L’Ecomuseo della Pietra daCantoni è costantemente impe-gnato tra diverse iniziative comel’organizzazione di attività didat-tiche e camminate lungo i prin-cipali percorsi nelle campagne, ilrecupero dei centri abitati, laristrutturazione degli edifici conl’utilizzo dei materiali locali,nonché da alcuni finanziamentistanziati dagli organi competen-ti per il recupero di beni archi-tettonici di grande valore per ilterritorio.

01 Ecomuseo della Pietra da Cantoni

InfoComune di Cella MonteVia Barbano Dante, 30 15034, Cella Monte (Al)Tel. 0142.488161Fax 0142.489962info@ecomuseopietracantoni.itwww.ecomuseopietracantoni.it

Come arrivareIn auto: autostrada A26,uscita Casale Monferrato;poi per Rosignano sino aCella Monte.

Treno: Linea Vercelli-Alessandria-Genova, stazio-ne di Casale Monferrato.

“Infernot” dell’ecomuseo. (Archivio Ecomuseo della Pietra da Cantoni).

P G A S E I

tematiche didattiche

Gli itinerari nel paesaggio collinare di Meranasono unici: camminare sui calanchi, forme dierosione scolpite negli antichi sedimenti mari-ni delle Langhe, alla scoperta dei “muriòn”,misteriosi personaggi di pietra che si susse-guono a decine fra le ginestre e il timo.L’evoluzione geologica in queste zone, datatada circa 35 a 5 milioni di anni fa, è legata alMare Paleo-Adriatico che all’epoca occupaval’odierna Pianura Padana lambendo le costedelle valli piemontesi in un contesto geografi-co completamente diverso da oggi.Seguendo i segnavia bianchi e rossi, dal centrodi Merana si sale rapidamente incontrando lemarne della Formazione di Rocchetta con i suoiaffascinanti calanchi. I sedimenti marnosicedono successivamente spazio alla

Formazione di Monesiglio, costituita da sabbiegrossolane gialle o rossastre inglobanti grossinoduli arenacei. Il paesaggio diviene un singo-lare giardino roccioso da cui spuntano varieforme somiglianti chi ad una grossa rana, chiad una testa di coccodrillo, chi al corpo di unasfinge… È l’opera dell'erosione selettiva che‘risparmiando’ i noduli arenacei, più duri dellesabbie che li avvolgono, ha formato delle veree proprie sculture: i cosiddetti “muriòn” termi-ne dialettale nato dalla fusione di muròn - fac-cione e riònd – rotondo.Gli itinerari qui organizzati permettono ai par-tecipanti di conoscere la storia geologica delterritorio e, sul filo della geologia, toccare lastoria, la botanica e la cucina locale… con par-ticolare riferimento ai celebri ravioli!

02Merana, tra calanchi e “muriòn”

InfoComune di Merana (Alessandria)c/o Silvana SiccoVia Chiesa Nuova 2Tel. 0144.99100Fax [email protected]

Amandola Luciano Cell. 348.9041499 [email protected]

Come arrivareAuto: Autostrada A6 uscitaAltare, Acqui Terme; auto-strada A26 uscitaAlessandria Sud, Acqui T.,

Cairo Montenotte; autostrada deiFiori A 10 uscita Altare, Acqui Terme- Acqui Terme - Statale n° 30 dellavalle Bormida di Spigno, Merana

Treno: Linea Alessandria -Acqui Terme - San Giuseppedi Cairo - Savona, stazione

di Merana

I muriòn. (Foto S. Sicco).

G S

PG

IL Museo storico dell’OroItaliano, istituito nel 1987, con isuoi reperti, l’archivio storico euna biblioteca specializzata, rac-conta la storia dell’estrazionedell’oro italiano mediante unastruttura espositiva, con la possi-bilità di compiere visite didatti-che e simulare la ricerca dell’oronei torrenti della Val d'Orba.Il Museo svolge una intensa atti-vità culturale, collaborando conuniversità e scuole, promuoven-do mostre, conferenze e pubbli-cazioni. Nel Museo è illustrata lastoria dei giacimenti auriferi ita-liani, con particolare attenzioneal Piemonte.Il Museo è sede della localeAssociazione Storico-Naturalistica e della FederazioneItaliana Cercatori d'Oro, sodalizisenza scopi di lucro che si pon-gono l’obiettivo di promuovereiniziative dirette alla conoscenzae alla valorizzazione storica e

naturalistica di località e fiumiauriferi italiani, con spirito ditutela ecologica del territorio esalvaguardia della secolare atti-vità di pesca dell'oro.È inoltre possibile partecipare adimostrazioni pratiche di raccol-ta dell'oro nelle strutture predi-sposte nel cortile del Museo, aricerche nei vicini torrenti aurife-ri e ad escursioni alle “aurifodi-nae” (i siti estrattivi utilizzatigià in epoca romana) e alleminiere d'oro ottocenteschedelle valli Gorzente e Piota.

03 Museo storico dell’Oro di Predosa

InfoMuseo storico dell’Oro ItalianoVia Lung'Orba, 115077 Predosa (AL)Tel. 0143.882289 Cell. [email protected]

Come arrivareIn auto: autostrada A26,uscita Novi Ligure e da quisino a Predosa.

Treno: Linea Alessandria-Voltri, stazione di Predosa.

Pagliuzze d’oro “fluviale”. (Foto G.Boschis). La ricerca dell’orolungo i fiumi. (Foto T. Farina).

PM

S

SA

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tematiche didattiche

La Formazione di Visone è una formazione geo-logica costituita da strati di biocalcarenite diestrema rarità dal punto di vista paleontologico.Il territorio di Visone è ricchissimo di aree dicava dismesse dagli anni ’70, utilizzate sia perla pietra da taglio che per la produzione dicalce. Il progetto di ecomuseo, attraverso lariqualificazione delle cave e il restauro conser-vativo della Fornace Canepa, intende essereoccasione di lettura del territorio e di sviluppodelle vallate Visone e Caramagna e delle areelimitrofe, così da inserirle attivamente nel cir-cuito economico, sociale e culturaledell’Acquese e del Monferrato.Nell’area principale di estrazione della pietra in“regione Chiodi”, è previsto un percorso

museografico che ripercorra i tragitti degli scal-pellini e dei minatori e le fasi della produzionedella calce; questo allestimento rimanda aimonumenti e ai manufatti in pietra di Visonepresenti sul territorio, tra i quali occupano unposto di rilievo la chiesa monumentale diS.Croce di Bosco Marengo, il centro storico e ilMuseo Archeologico di Acqui Terme.L’unicità della Formazione geologica, la storiadel lungo e in parte misterioso soggiorno diuna comunità di scalpellini toscani e la partico-lare situazione creata dalle ditte Canepa eZanoletti nel ventennio 1950-1970, fanno diVisone un territorio dalle molteplici specificitànaturalistiche, etnografiche e di cultura mate-riale.

04Ecomuseo della Pietra e della Calce di Visone

InfoComune di VisoneVia Pittavano, 9 15010 Visone (AL)Referente: Paola AllemaniTel. 349.4705808 / 0144.325297Fax [email protected]@mclink.it

Come arrivareIn auto: autostrada A26,uscita Ovada; proseguireper Molare sino a Visone (3km da Acqui Terme).

Treno: Linea Alessandria-Voltri-Acqui Terme, stazionedi Ovada, stazione di

Visone.

Cava Scaragli. (Foto P. Allemani).

P S

SA

E I

Le testimonianze del MarePadano che, durante il Pliocene(5,4 – 1,8 milioni di anni fa),lambiva i rilievi delle Alpi in for-mazione, occupando buonaparte dell’Astigiano. Affioranoqui moltissimi resti fossili: con-chiglie di molluschi, granchi,coralli, ricci di mare e ossa dibalenottere, squali e delfini. Il ritiro del mare e l’emersionedel Monferrato e delle Langhehanno permesso altre spettaco-lari scoperte come resti di rinoce-ronti e di elefanti.Per gli studenti si tratta di un’oc-casione unica per imparare aleggere l’ambiente che li circon-da con nuovi occhi, scoprendo ilfascino della geologia e le origi-ni marine del territorio fra rino-mate colline e terre del vino! I giacimenti di fossili pliocenicipiù celebri del Piemonte sonovisibili nella Riserva NaturaleSpeciale della Valle Andona, Val

Botto e Val Grande, ma anchenella Riserva della Val Sarmassa.In queste aree sono possibilivisite guidate (per gli affiora-menti fossiliferi solo su prenota-zione) con attività didattiche,laboratori e simulazioni di pale-ontologia e geologia per scuolee gruppi. Presso il Centro didatti-co di Valle Andona è possibilevisitare la sala espositiva, conreperti provenienti dalla Riservae ricostruzioni di una specie didelfino fossile e la gigantescamandibola dello squalo megalo-donte del Miocene piemontese.La storia della formazione delterritorio astigiano è ben docu-mentata dal Museo CivicoPaleontologico di Asti, nel"Complesso di S. Pietro" del XIIsecolo: la sala dedicata allapaleontologia ospita una prezio-sa collezione composta in preva-lenza di reperti fossili locali.

05 Parchi e riserve astigiani. Il mare in Piemonte

InfoEnte di gestione dei Parchi e delleRiserve Naturali AstigianeVia S. Martino, 514100 Asti Tel. 0141.592091 Fax 0141.593777 [email protected]

Cooperativa “La Pervinca”Tel. 339.3880614/339.5315104 [email protected]

Come arrivareIn auto: autostrada A21,uscita Asti Ovest e poi pro-seguire in loco a secondadella destinazione (Valle

Andona-Botto o Val Sarmassa).

Treno: Linea Torino-Asti-Alessandria-Genova, stazione di Asti.

Sabbie con Isognomon maxillatus ePecten jacobaeus. (Foto P. Damarco).

P G PGtematiche didattiche

Ai piedi dell’Anfiteatro morenico di Ivrea giacela Bessa, un immenso accumulo di ciottoli acca-tastati come le dune di un deserto. In questopaesaggio suggestivo e quasi lunare, si celanogli indizi che consentono al visitatore di decodi-ficare quanto la natura e l'uomo, nel tempo,hanno realizzato in modo sinergico.Il profilo lineare e spettacolare della Serra e lealtre colline moreniche rivelano le tracce del-l’enorme Ghiacciaio Balteo che un tempo, “scen-dendo” a valle come un lentissimo fiume dighiaccio, portò con sé ingenti quantità di detriti,strappati per erosione dalle montagne valdosta-ne. Del suo passaggio, circa 10.000 anni fa,sono così rimasti grandi depositi glaciali edenormi massi erratici. A questo misterioso paesaggio, con la sua inter-minabile distesa di cumuli di ciottoli (“ciapei”)

e lunghi valloni (“bunde”), ha contribuitol'azione millenaria dell'uomo. Essa ha originecon la scoperta di un enorme tesoro nascostonelle ghiaie della Bessa: le pagliuzze d'oro tra-sportate dai ghiacciai e accumulate dall'azionedei corsi d'acqua nel corso di centinaia dimigliaia di anni. La storia dei ghiacciai si intrec-cia così con quella degli antichi Romani che, trail II e il I sec. a.C., trasformarono l’area in unaenorme miniera a cielo aperto (aurofodina)nella quale lavorarono migliaia di persone. Per avvicinarsi al mondo della Bessa i punti diriferimento sono il Centro Visite della Riservanaturale e l'Ecomuseo dell'Oro, entrambi aVermogno, frazione di Zubiena (BI). Il sentiero“Ciapei parfundà” affronta invece in manieraspecifica gli aspetti geologici, storici e archeo-logici dell'area protetta.

06La Bessa, l’oro dei romani

InfoEnte Gestione Aree Protette Baragge Bessa Brichvia Crosa, 1 - 13882 Cerrione (BI)Tel. 015.2587028baraggebessabrich@tiscali.itwww.baraggebessabrich.itwww.bessa.it

Associazione Biellese Cercatori d'OroTel. 347.8352331www.cercatoridoro.it

Museo Laboratorio dell'Oro e dellaPietra di Salussolavia Duca d'Aosta, 7 13885 Salussola (BI)info@museolaboratoriosalussola.orgwww.museolaboratoriosalussola.org

Come arrivareIn auto: autostrada A4, uscita Santhià; da qui perCavaglià, Salussola,Vergnasco sino a Cerrione.

Treno: Linea Santhià-Biella,stazione di Torrazza.

I ciottoli della Bessa rimossi altempo della miniera romana. (Foto C. Spadetti).

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Profumati tartufi, pregiati vini,squisite nocciole: chi non conoscei tesori eno-gastronomici diLanghe e Roero? Frutto della rela-zione tra il territorio e l’uomo,queste eccellenze devono partedi sé alle sottostanti rocce marineche celano le tracce di 2 dramma-tici eventi geologici: Il prosciuga-mento del Mediterraneo e la“cattura del Tanaro”. Circa 6 milioni di anni fa, duranteil Messiniano, la chiusura delloStretto di Gibilterra comportò unforte aumento della salinità delMediterraneo e la sua progressi-va evaporazione sino al suo quasicompleto disseccamento.Imprigionate nelle lagune ipersa-line molte specie marine andaro-no incontro alla morte rimanen-do sepolte sotto strati di salgem-ma e gessi. Anche le Langhe ed ilRoero, allora sommerse dalmare, hanno registrato taleevento. Ma questa spettacolaresequenza sedimentaria nonsarebbe mai emersa se non fosseper un altro ulteriore evento,occorso circa 70-80 mila anni fa,la “cattura del Tanaro”.

Sino ad allora i gessi e le forma-zioni fossilifere giacevano sepoltesotto sedimenti alluvionali piùrecenti: fu allora che il fiumeTanaro, prima affluente del Poall’altezza dell’attuale Carignano,deviò verso Est, “catturato” da unvicino corso d’acqua diretto versoAlba. L’intenso ciclo di erosioneinnescato dal maggiore dislivellodella pianura alessandrina portòall’improvvisa e intensa erosionedelle Langhe e del Monferratosino a mettere in luce i sedimentimarini sottostanti. Gli affioramenti dell’Albesehanno restituito fossili eccezio-nali in gran parte conservati nelMuseo civico Federico Eusebio diAlba. Proprio questa visita,insieme a quella di un affiora-mento naturale di strati fossilife-ri, costituiscono l’occasione persvelare al pubblico una straordi-naria storia geologica. La visitadel museo sarà fondamentaleper introdurre l’escursionista acomprendere meglio la storiageologica testimoniata nell’af-fioramento messiniano.

07 Sul fondo del Mediterraneo tra Langhe e Roero

InfoMuseo civico archeologico e discienze naturali "Federico Eusebio"via Vittorio Emanuele, 19 12051 Alba (CN)Tel. 0173.292469 Fax [email protected]

Come arrivareIn auto: autostrada A6Torino – Savona: uscitaCherasco; autostrada A33Asti – Cuneo: uscita Alba.

In bus: Fogliati F.lli Autolinee srl -GTT (ex Satti)

www.satti.itA.T.I. Trasporti Interurbani S.p.Awww.atibus.itLa Nuova Benesewww.benese.it

In treno: stazione ferroviariadi Alba

I fossili marini abbondano nei sedi-menti marnosi ed evaporiticidell’Albese. (Foto O. Cavallo).

P G SA PGtematiche didattiche

Nel 2001 l 'Altopiano della Gardetta è statoindividuato come parte del PatrimonioGeologico Italiano.Tale prestigioso riconoscimento è dovuto allavarietà e all’eccezionale stato di conservazionedelle rocce, che testimoniano l’evoluzione diquesta parte di territorio alpino chiamato ZonaBrianzonese dai geologi. Raggiunto il paradiso naturale della Gardetta,lo sguardo è subito colpito dal contrasto fra leardite creste rocciose e la dolcezza dei pratiche l’attraversano: in tutta la fascia centraledei pascoli si trovano i terreni più antichi, sili-cei, con età compresa fra 300 e 240 milioni dianni, mentre le vette circostanti, di originemarina, hanno una età compresa fra 240 a 210

milioni di anni fa; nel settore compreso fra ilBodoira e il Monte Giordano, esse arrivanoinvece fino a 50 milioni di anni fa. È approssi-mativamente a questo periodo che risale loscontro fra l’Africa e l’Europa che generò leAlpi. Le rocce calcaree della Gardetta sono laspettacolare testimonianza dell’Oceano Ligure-Piemontese, in seguito scomparso, che dividevai due antichi continenti. Gli strati rocciosi custo-discono spettacolari fossili marini come crinoi-di, tracce di animali limivori, di crostacei, diconchiglie, oltre a resti di spiagge e lagune sal-mastre.

08L’Altopiano della Gardetta

InfoComune di CanosioVia Provinciale, 312020 Canosio (CN)Tel./Fax 0171.998122www.comune.canosio.cn.it

NaturaOccitanaCell. [email protected]

Come arrivareIn auto: autostrada A6, uscita Marene; proseguireper Savigliano, Busca,Dronero e Stroppo; poco

oltre deviare a sinistra all’altezza diPonte Marmora per Canosio.

In treno: Linea Torino-Fossano-Cuneo-Ventimiglia,stazione di Cuneo, stazione

di Busca.

Rocca la Meja, una barriera corallinadi 200 milioni di anni fa! (Foto E. Collo).

PM

P G SA PG

L'Ecomuseo dei Terrazzamenti edella Vite intende concorrere alriconoscimento dei paesaggi ter-razzati quali opere monumentalidell'ingegno, della sapienza edella pazienza dell'uomo, rac-contando il paesaggio, la storia,le tradizioni, i modi di vita dellesocietà che ieri li hanno costruitie che oggi li custodiscono.Molte sono le attività svolte peril perseguimento di tale fine. Taliiniziative si rivolgono a chi questispazi li vive e a chi, amante dellanatura e curioso scopritore delterritorio, interpreta il turismocome forma d'arricchimento cul-turale e sociale.

Attività di didattiche coinvolgen-ti atte alla scoperta della geolo-gia locale e dei suoi ‘perché’introducono escursioni tra ter-razzamenti e frane sottomarine(Formazione di Cortemilia).Costituito dall’alternanza di stratidi arenarie e marne, il sottosuo-lo documenta la deposizione disedimenti detti “torbiditi” perl’azione di colate di acque “tor-bide” (dense di detriti) che lihanno depositati sul fondo delmare terziario: si tratta delPaleo-Adriatico che milioni dianni fa colmava il fondo dellagrande valle padana, prima chedivenisse pianura.

Ecomuseo dei

InfoEcomuseo dei Terrazzamenti e della ViteVia Dante Alighieri, 4 presso Palazzo dell'ex Pretura,12074 Cortemilia (CN)Tel./Fax 0173.821568 Referente: Annalisa Beccutiecomuseo@comunecortemilia.itwww.ecomuseodeiterrazzamenti.it

Comune di CortemiliaCorso Luigi Einaudi, 112074 Cortemilia (CN)Tel. 0173.81027 Fax 0173.81154

Come arrivareIn auto: autostrada A6, usci-ta Fossano e poi per Bra,Alba, Saliceto sino aCortemilia.

Treno: Linea Torino-Fossano-Savona, stazione di Alba;collegamenti bus:www.gelosobus.it

La collina terrazzata diMonteoliveto. (Foto A. Beccuti).

09 Ecomuseo dei Terrazzamenti e della Vite

G A PG

E I

tematiche didattiche

In una pittoresca zona delle Alpi Liguri, tutt’oraintatta nei suoi valori ambientali e paesaggi-stici, è racchiuso un prezioso scrigno di splendi-di tesori naturali: le Grotte di Bossea, inestima-bile patrimonio della Val Corsaglia.Prima grotta turistica Italiana, fu aperta alpubblico nel 1874; oggi la creazione di nuoviitinerari di visita ed il rinnovo dell’impianto diilluminazione hanno permesso una grandevalorizzazione ambientale ed un forte poten-ziamento delle attrattive turistiche.Le Grotte di Bossea si aprono a 836 m di

quota, con uno sviluppo di quasi tre chilometried un dislivello ascendente di circa 200 m.L’eccezionale bellezza delle Grotte e il loro altovalore naturalistico sono soprattutto legati allaricchezza ed al dinamismo delle sue acque cor-renti che hanno generato nel tempo magnificiambienti e paesaggi, saloni ciclopici, altezzevertiginose, enormi stalagmiti, imponenti cola-te e bellissime stalattiti.Le Grotte di Bossea organizzano le proprie atti-vità in sinergia con l’Ecomuseo del Marmo diFrabosa.

10Le Grotte di Bossea

InfoGrotte di BosseaTel./Fax [email protected]

Comune di Frabosa SopranaPiazza Municipio, 512082 Frabosa Soprana (CN)Tel. [email protected]

Monregaltour Ufficio TuristicoVia Vico, 212084 Mondovì (CN)[email protected]

Come arrivareIn auto: autostrada A6, usci-ta Mondovì; proseguire perVillanova di Mondovì,

Frabosa Sottana e Frabosa Soprana.

Treno: Linea Torino-Fossano-Savona, stazione diMondovì; da qui possibiletrasferimento in autobus dilinea; info: www.atibus.it

Sala del Tempio, Grotte di Bossea.(Foto Gruppo Speleologico AlpiMarittime-Cuneo).

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G SA

Le modalità estrattive ed i rifles-si storici, architettonici e socialicostituiscono il fascino di unadelle più importanti pietre orna-mentali del Piemonte.Le cave di Frabosa da semprehanno contraddistinto l’economialocale, con marmi di notevolepregio cromatico e importanza,come ad esempio testimonia illoro impiego nella Cappella dellaSindone nel Duomo di Torino enella Basilica di Superga. Già iRomani cominciarono lo sfrutta-mento industriale della ValleMaudagna, con l’apertura aFrabosa Sottana di cave perl’estrazione del marmo bianco econ lo sfruttamento dei giaci-menti minerari ferrosi.L'Ecomuseo del Marmo diFrabosa Soprana, che opera in

sinergia con l’efficiente realtàdelle Grotte di Bossea, hal'obiettivo di riaprire come per-corsi di visita gli antichi luoghidi cava da cui veniva estratto ilmarmo destinato alle costruzionibarocche del Piemonte.L'accessibilità del sito, grazie allasua prossimità a Torino, ha favo-rito la proposta ecomuseale chepotrebbe divenire sede di"stage" specialistici sul restaurodei marmi antichi.Il Marmo di Frabosa è nero ogrigio; all’ingresso del paese siincontra la cava del Serro, sug-gestivo anfiteatro calcareo sca-vato nei boschi di castagno,dove si svolgono le attivitàdidattico-divulgativo-operativedell’Ecomuseo del Marmo.

11 Ecomuseo del Marmo di Frabosa

InfoComune di Frabosa SopranaPiazza Municipio, 512082 Frabosa Soprana (CN)Tel. [email protected]

Come arrivareIn auto: autostrada A6, uscita Mondovì; proseguireper Frabosa Sottana eFrabosa Soprana.

Treno: Linea Torino-Fossano-Savona, stazione diMondovì; da qui possibiletrasferimento in autobus dilinea; info: www.atibus.it

La lavorazione del Marmo di Frabosadirettamente in cava in una fotod’epoca. (Archivio GAL Mongioie).

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tematiche didattiche

“Leggere la storia della Terra” è l’esperienza chein un piccolo angolo delle Alpi Occidentali si puòvivere con semplicità ed immediatezza.La Valle Gesso ed il Parco Naturale delle AlpiMarittime, ambiente ricchissimo di specie bota-niche e fauna alpina, sono i custodi di un librocoinvolgente ed affascinante scritto dalle rocceed interpretato dalle forme del paesaggio.La sua geologia, raccolta in una straordinariadocumentazione cronologica, rappresenta uninventario completo di rocce sedimentarie,magmatiche e metamorfiche. Descrivono la sto-ria dell’Oceano Ligure-Piemontese e la sua tran-sizione con l’antico continente europeo.Raccontano tutte le tappe che a ritroso neltempo hanno portato alla formazione delle Alpidalla remota orogenesi caledoniana, conservata

nelle migmatiti dell’Argentera, e datata oltre500 milioni di anni fa, allo scontro tra la placcaafricana e la placca europea responsabile delsollevamento delle attuali montagne.Nelle forme del paesaggio si apprezza l’instan-cabile attività degli agenti atmosferici, dellefrane e dell’acqua, ma soprattutto del ghiaccio,potente scultore di valli e rocce.L’esperienza proposta dal Parco Naturale delleAlpi Marittime è un’occasione per conoscere unterritorio dalla sua formazione ad oggi, conlaboratori (a disposizione una preziosa e com-pleta collezione di rocce e minerali) ed escur-sioni guidate in uno stimolante contesto dieducazione ambientale.

12Valle Gesso: leggere la storia della Terra

InfoEnte di gestione del Parco Naturaledelle Alpi MarittimePiazza Regina Elena, 30 12010 Valdieri (CN)Tel. 0171.97397Fax [email protected]

Geo d’OcTel. [email protected]

Come arrivareIn auto: autostrada A6, usci-ta Cuneo-S.Albano Stura; daqui per Cuneo-Borgo S.Dalmazzo e Valdieri sino ad

Entracque.

Treno: Linea Torino-Fossano-Cuneo-Ventimiglia, stazionedi Cuneo e poi sino a BorgoS.Dalmazzo, da cui possibilicollegamenti via autobus;info: www.benese.it.

La Valle Gesso. (Foto P. Pozza).PM

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La Riserva Naturale dei Ciciu delVillar è stata istituita per proteg-gere le caratteristiche forme dierosione simili a funghi o uomi-ni tozzi che qui affiorano(“Ciciu”, in piemontese). Il nome scientifico di queste for-mazioni è “piramidi di terra”,ma la loro unicità risiede nel-l'ambiente che le ha generate.Solitamente infatti queste mor-fologie si trovano in ambientiglaciali, emergendo dal terrenodurante l'erosione di antichemorene; a Villar San Costanzoinvece sono scolpite in depositidi origine fluviale, mentre igrossi massi che fanno da cap-pello si sono accatastati inseguito a grandi frane di crollo,prodotte da forti scosse di terre-

moto. Per la loro straordinariaforma, nel corso dei secoli i Ciciuhanno suscitato varie leggende.Fra queste, quella per cui essitestimoniano la trasformazionein pietra dei soldati romaniresponsabili del martirio di SanCostanzo, avvenuto secondo latradizione, fra il 303 ed il 305,sulla collina dell’omonimoborgo. Secondo la stessa tradi-zione Costanzo, in seguito dive-nuto santo patrono di Villar, eraun soldato appartenente allaLegione Tebea. Convertitosiinsieme ai compagni Dalmazzo,Chiaffredo e Magno, egli fu fra iprimi evangelizzatori della dot-trina cristiana nelle vallatecuneesi.

13 I Ciciu del Villar

InfoComune di Villar San CostanzoPiazza Giolitti, 1 12020 Villar San Costanzo (CN)Tel. 0171.902087 [email protected] www.comune.villarsancostanzo.cn.it

NaturaOccitanaCell. [email protected]

Come arrivareIn auto: autostrada A6, usci-ta Marene; proseguire perSavigliano; da qui per Buscae Dronero; quest’ultima

località dista pochi km proprio dal-l’abitato di Villar S.Costanzo.

Treno: Linea Torino-Fossano-Cuneo-Ventimiglia, stazionedi Cuneo; collegamenti inloco ancora per treno sino aBusca o per autobus; info: www.atibus.it: tratta

Cuneo – Dronero – Roccabruna -www.benese.it; tratte Cuneo –Dronero – Acceglio, Dronero –Stroppo; www.parolaviaggi.it: trattaBusca – Dronero.

Particolare dei Ciciu.(Foto E. Collo).

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G PGtematiche didattiche

Le Miniere di Brosso appartengono all’area diattività dell’Ecomuseo dell’Anfiteatro Morenicodi Ivrea. Il sito si colloca alle pendici del pano-ramico Monte Gregorio in Val Chiusella(Canavese), a ridosso delle colline morenichedovute all’azione dell’antico ghiacciaio dellaValle d’Aosta.Le miniere, note sin dall’epoca romana, hannosfruttato (con alterne vicende sino agli annisessanta del secolo scorso), le mineralizzazionisolfuree scaturite, oltre trenta milioni di annifa, dalla risalita e solidificazione di un corpomagmatico all’interno di antiche rocce conti-nentali.Argento, piombo, zolfo, ma soprattutto ferro,furono i principali elementi di interesse indu-striale qui estratti.La straordinaria varietà mineralogica ha reso il

sito celebre in tutto il mondo ed ha portatoalla raccolta di una collezione di minerali unicaed affascinante disponibile presso il Museomineralogico di Brosso.Calati in una realtà immutata nel tempo, in cuisi rivive l’estrazione delle materie prime ema-tite e pirite sino alle tecniche di lavorazione(tecnica della “Brossasca”), la visita è un conti-nuo avvicendarsi di riferimenti storico-culturali,e geologico-ambientali.Miniere e storia del Canavese, minerali e anfi-teatro morenico sono i binomi che il Gruppoper la Ricerca Storico Scientifica sulle Minieredi Brosso (responsabile della gestione del sitoe del museo) propone, con valenze spazio-temporali, in percorsi didattici per comitive escolaresche.

14Le Miniere di Brosso

InfoComune di BrossoPiazza Scoplis, 110080 Brosso (TO)Tel./Fax 0125.795158

Gruppo per la Ricerca StoricoScientifica sullle Miniere di BrossoCasa Museo “Ca d’ Martolo”Via G. B. Trono, 4b10080 Brosso (TO)Tel.: 348.6995409 Cell.: 334.9347716

Come arrivareIn auto: Autostrada A5, usci-ta Ivrea; da qui perStrambinello-Vistrorio-AliceSuperiore-Brosso.

Treno: Linea Torino-Aosta,stazione di Ivrea: possibilitàdi collegamenti autobus daqui o da Torino; info:www.sadem.it

La magnetite, uno dei minerali diferro tipici di Brosso. (Foto G. Jannon).

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S E I

I Cinque Laghi di Ivrea, allosbocco della Valle d’Aosta, costi-tuiscono un ambiente naturaledi eccezionale interesse geologi-co e morfologico.Cinque conche lacustri scolpitedal Ghiacciaio Balteo nel corsodelle glaciazioni all’interno delladiorite, durissima roccia di crostacontinentale profonda, concheche si alternano a dossi levigatie striati dall’azione di modella-mento del ghiacciaio.I dossi conservano ancora per-fettamente impressi i solchi dierosione su cui sono possibiliinteressanti misurazioni di orien-teering glaciale, mentre i nume-rosi massi erratici, di varia natu-ra (granitica, calcarea, ofioliti-ca), ci ricordano la provenienzae l’estensione del grande ghiac-ciaio, (dal Monte Bianco, dal

Monte Rosa, dal Gran Paradiso,dal Cervino…!).Oltre ai cinque laghi (Sirio,Pistono o di Montalto, diCascinette, San Michele eNero), il patrimonio naturaledella zona è completato dallacuriosa torbiera del “bosco cheballa” dove il materasso sedi-mentario, comportandosi comeuna spugna ancora densa diacqua, trasmette le vibrazionidei nostri passi alle piante, sti-molando la fantasia di bambinie adulti.Alle osservazioni geologiche siaggiunge l’emozione di scoprirei resti dell’acquedotto romanodell’antica Eporedia (l’attualeIvrea) che sfruttava, con genialepraticità di tracciato, la ricchezzadi acque della zona.

15 I Cinque Laghi di Ivrea

InfoMeridiani società scientificaTel. [email protected]

Come arrivareIn auto: autostrada A5, usci-ta Ivrea: da qui proseguireper centro città e Lago Sirio.

Treno: Linea Torino-Aosta,stazione di Ivrea: possibilitàdi collegamenti autobus daqui o da Torino; info:www.sadem.it.

Il castello di Montalto si specchianell’omonimo lago di origine glaciale. (Foto T. Farina).

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tematiche didattiche

In Alta Valle di Susa, il Massiccio dello Chenaillet-Monti della Luna e lo Chaberton costituiscono lapiù completa testimonianza dell’Oceano preistori-co in tutte le Alpi: vi affiorano infatti spettacolarirocce coralline e vulcaniche sottomarine, e antichifanghi fossiliferi, il tutto in una bellissima cornicemorfologica modellata dai ghiacciai e dai torrenti. I percorsi geologici, una sala attrezzata ed unaserie di materiali divulgativi e turistici permettonoora di fruire in chiave sportiva e didattica di questastraordinaria area naturale.Tra i percorsi geologici attrezzati più spettacolaricitiamo quelli del Colletto Verde, che conducealle lave ed ai resti dei vulcani sottomarine diuna dorsale oceanica di 150 milioni di anni fa, edelle Gorge di San Gervasio per il ponte tibetanodi quasi 500 m di lunghezza posato lungo lagola. Il percorso, grazie ai sistemi di sicurezza

adottati ed all’equipaggiamento obbligatorio, èadatto ad un pubblico molto vario e di diversaetà. Tra le straordinarie valenze geologiche delsito primeggiano gli strati corallini delloChaberton, verticalizzati dalle spinte tettoniche ela spettacolare azione geo-morfologica deighiacciai e della Piccola Dora che hanno scavatola gola. Oltre all’accompagnamento da parte dei geolo-gi di Meridiani società scientifica, sono dispo-nibili più pubblicazioni: un dossier didattico,una guida naturalistica, una guida geo-escur-sionistica, un dvd.

16Colle del Monginevro. I monti nati dal mare

InfoMeridiani società scientificaCell. [email protected]

Ufficio Turistico di CesanaTel. 0122.89202

Ufficio Turistico di ClaviereTel. 0122.878856

Come arrivareIn auto: Tangenziale Torino-autostrada A32 TO-Bardonecchia, uscita Oulx-Cesana Torinese-Claviere e

proseguimento per Cesana oClaviere su strada statale 24 aseconda dell’itinerario scelto.

In treno: Linea Torino-Bardonecchia, stazione diOulx: collegamento con

Cesana e Claviere.

In autobus: Info: www.sapav.it.

Lave sottomarine di 150 milionid’anni fa si specchiano nel Laghettodel Rocher de l’Aigle. (Foto C. Allais).

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La più importante esperienza diturismo minerario in Piemonte.Le miniere di talco della ValGermanasca rappresentano unraro esempio di estrazionemineraria ancora attiva. Le testimonianze storiche dellavoro dei minatori e le infra-strutture minerarie abbandonate,opportunamente restaurate,sono ora “Scopriminiera”.Il talco estratto in ValGermanasca ha caratteristicheinconfondibili tali da essere defi-nito “il bianco delle Alpi”.Classificato tra i migliori almondo, si presenta particolar-mente puro da contaminazionimetalliche o abrasive.L’allestimento e la numeroseproposte turistiche sono il risul-tato della qualità ed esperienzaorganizzativa dell’ecomuseo.La visita in sotterraneo, resa piùemozionante dal trenino deiminatori, fonde insieme gioco,esplorazione e didattica.

Attraverso queste attività extra-scolastiche, l’Ecomuseo intendecontribuire a sviluppare neiragazzi la sensibilità e il senso diresponsabilità verso l'ambientee i suoi abitanti, stimolando lascoperta delle radici storiche,l'osservazione e l'interpretazionedi ciò che ci circonda. Le attivitàproposte nascono da una profi-cua collaborazione con profes-sionisti ed esperti in didattica eprevedono una serie di itineraritematici, laboratori didattici eofferte di pacchetti di visita con-venzionati con le quattro mag-gior strutture museali del pine-rolese.

InfoScopriminiera Loc. Paola - 10060 Prali (TO)Tel./Fax 0121.806987 [email protected]

Come arrivareIn auto: dalla Tangenziale diTorino imboccare l’autostra-da in direzione Pinerolo

(A55). Da Pinerolo proseguire indirezione della Val Chisone eSestriere. Da Perosa Argentinaimboccare la Val Germanasca indirezione di Prali e proseguire sinoal Km 15

In treno: Linea Torino-Pinerolo, stazione diPinerolo

In autobus: Le autolineeSAPAV effettuano una corsagiornaliera da Torino via

Pinerolo-Perosa-Prali

17 Val Germanasca. Scopriminiera Ingresso della Miniera Paola.(Archivio Scopriminiera).

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tematiche didattiche

La Sacra di San Michele, monumento simbolodel Piemonte, è nota soprattutto per il fascinoarchitettonico e le sue vicende che attraversano1000 anni di storia.Pochi sanno invece della straordinaria storianaturale del suo paesaggio, raccolto attorno alMonte Pirchiriano, che copre milioni di anni,nel corso dei quali le montagne si sono solle-vate da un oceano scomparso, sono statemodellate dai ghiacciai e le rocce sono divenutele pietre da costruzione dell’abbazia. La visita del monumento, già di per sé meta diun turismo culturale, si arricchisce così di uninsolito interesse geologico svelato nel corso diun’escursione che comprende anche i resti del-l’antica cava di provenienza delle pietre del

monastero, l’osservazione delle tracce impressedal ghiacciaio sulla roccia, la lettura geologicadella Sacra, l’evoluzione del paesaggio in rela-zione alla flora ed all’uomo.A condizione di muoversi senza troppo rumoresui sentieri della Sacra non è raro imbattersinella sorprendente colonia di camosci delPirchiriano, la più “bassa” di tutte le Alpi, apochi chilometri da Torino. Compendiati in un dossier a schede informati-ve i principali aspetti di interesse scientifico enaturalistico della Sacra diventano l’occasionedi un piccolo lavoro didattico da parte deglistudenti.

18Sacra di San Michele. L’abbazia e la geologia

InfoSacra di San MicheleTel. 011.939130 Fax 011.939706 [email protected]

giorno di chiusura: lunedi

Come arrivareIn auto: tangenziale Torinoe autostrada del Frejus(A32), uscita di AviglianaEst; direzione Avigliana e

Sacra di S.Michele – Colle Braidaindicata sul posto

In treno: Linea Torino-Bardonecchia, stazione diAvigliana; collegamento con

navetta bus sul posto

In autobus: info: www.martoglio.it

La Sacra di S.Michele è fatta di roccedi origine marina: i calcescisti (cs) ele pietre verdi (pv). (Foto C. Allais).

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Oltre che nelle pagine dei libri edei documenti scientifici, l’evo-luzione delle Alpi e la loro storiasi può trovare incisa anche nellepietre da costruzione.Il fascino di un monumento, diuna chiesa, di un castello, di unafortezza, si arricchisce dell’inte-resse della loro storia geologica.Saper leggere le pietre checaratterizzano un edificio, oun’opera d’arte, permette dicapire così molti aspetti del pae-saggio quotidiano. Torino, capitale d’Italia dal 1861al 1865, racchiude capolavori delbarocco, ma anche rinascimentali,romanici, neoclassici, fino arriva-re al liberty. Un modo originaledi visitarla può essere quello dipercorrere le vicende storichedella città passando di pietra inpietra attraverso la grandevarietà di rocce che ne caratte-rizza le costruzioni storiche econtemporanee.

Il percorso si sviluppa dalla sta-zione di Porta Nuova fino allePorte Palatine attraverso viaRoma e le più importanti piazzedel centro storico delineando unpatrimonio storico unico e met-tendo in risalto il profondo lega-me tra il costruito, il tessutourbano e l’evoluzione geologica.

InfoErika GambelliCell. [email protected]

Geo d’OcTel. [email protected]

Come arrivareIn treno: stazione di Porta Nuova,raggiungibileanche mediante la metropo-

litana da Collegnowww.trenitalia.it

In autobus: per spostamenti cittadini: www.comune.torino.it/gtt

19 Torino. La storia delle Alpi nelle pietre della città Uno dei dioscuri di Palazzo Reale,con statue in bronzo e base dimarmo. (Foto E. Gillo).

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tematiche didattiche

Il Museo Regionale di ScienzeNaturali ospita una vasta col-lezione di minerali e rocce emolte attività didattiche dedi-cate alle Scienze della Terra.

Museo Regionale di ScienzeNaturalivia Giolitti 36, TorinoPer informazioni: Tel. 800 329 329www.regione.piemonte.it/museo-scienzenaturali

Incorniciato in uno dei paesaggi più incantevolidel Piemonte, il Mottarone vanta la presenzadi un granito molto pregiato, la cui qualità ebellezza l’hanno reso una delle pietre orna-mentali più esportate al mondo. La storia dellalavorazione di questa pietra è documentata dalMuseo dello scalpellino di Madonna del Sasso,parte dell’Ecomuseo del Lago d’Orta eMottarone. Il museo espone filmati, ricerchestoriche, strumenti e manufatti del durissimomestiere dello scalpellino.Salendo al Santuario di Madonna del Sasso,balcone panoramico sul Lago d’Orta, con vistaaerea delle Alpi e del Lago Maggiore, è possi-bile approfondire l’evoluzione del paesaggio,con la nascita dei laghi ad opera dei ghiacciaiche scendevano dai monti scavando il territorio

e accumulando i depositi in uno spettacolarealternarsi di colline moreniche e profonde con-che lacustri.Sul versante occidentale del Mottarone è inol-tre possibile visitare, con la guida naturalistica,la cava di granito rosa “Bottigetto” di Agranodove è ancora ben visibile un interessantegeoge.L’ecomuseo offre inoltre la possibilità di scopri-re le meraviglie di una grotta naturale risalen-do dal Lago d’Orta la Valle Strona sino alla fra-zione di Marmo. Qui si trovano le Grotte diSambughetto, in cui bambini, ragazzi e adulti,muniti di casco e pila frontale, possono avven-turarsi nel “mondo sotterraneo” per illuminarebellissimi minerali fra cui i macrocristalli delmarmo nelle fratture fresche della roccia.

20Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone

InfoAssociazione Ecomuseo del Lagod’Orta e MottaronePiazza Unità d’Italia,2 28028, Pettenasco (NO)Tel. 0323.89622Fax [email protected]

Museo dello ScalpellinoPiazza EuropaBoleto di Madonna del Sasso (VB) Tel. 0322.981177

Come arrivareIn auto: autostrada A4, dira-mazione AutoTrafori A26(Genova - Alessandria -Gravellona Toce), uscite

Borgomanero, Arona, Meina,Carpugnino, Gravellona Toce

Treno: Linea Novara-Domodossola-Sempione,stazione di Pettenasco

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Particolare del Museo delloScalpellino. (Foto archivio EcomuseoLago d’Orta e Maggiore).

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L'ecomuseo della Pietra Ollare(“Leuzerie” nel dialetto locale) edegli Scalpellini è uno dei nuoviecomusei approvati della RegionePiemonte il 27 marzo 2007.La ricchezza del territorio delComune di Malesco è stata dasempre la pietra unita al lavorodegli scalpellini.L’ambiente è caratterizzato damonumenti naturali (le marmitteglaciali della Cascata della Loanae gli affioramenti di pietra ollaree di marmo) e da un’architetturaparticolare in cui tutto è di pie-tra: muri, tetti, scale, pavimenti,mensole, balconi, gronde, recin-zioni…L'eccezionale resistenza al caloreha fatto della pietra ollare ilmateriale principe per la fabbri-cazione di camini, stufe e “olle”,caratteristiche pentole di pietrache venivano utilizzate per scal-dare le vivande e che sono stateritrovate anche in tombe celti-che e romane.

La storia dell'ambiente antropiz-zato è la storia del mestiereantico dello scalpellino (“scher-plit”). L'attività degli scalpelliniè testimoniata anche nell'archi-tettura con i suoi tetti in piode, ipavimenti, i lastroni per le stra-de, le mulattiere, i lavatoi edaltri manufatti.Il percorso ecomuseale si snodadai centri storici di Malesco,Finero e Zornasco e giunge finoall'Alpe Straolgio dove la naturaregna incontrastata.Da visitare il Museo del ParcoNazionale della Val Grande inte-ramente dedicato alla pietraollare e ai suoi utilizzi dalla prei-storia fino ai giorni nostri, ilMulino “dul Tac” recentementerestaurato, e il lavatoio storico.

21 Ecomuseo “ed leuziere e di scherplit”

InfoComune di MalescoVia C. Mellifero, 5428854 Malesco (VB)Tel. 0324.92261Fax [email protected]

Come arrivareIn auto: autostrada A9, usci-ta Bellinzona-Locarno-Intragna-Borgnone-Malesco

Treno: Linea Milano-Como-Lugano-Bellinzona-Domodossola, stazione di

Bellinzona, e poi stazione diMalesco

Alcuni impieghi della pietra ollare. (Foto www.itine-rarisenzafrontiere.net).

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tematiche didattiche

Il Montorfano è il rilievo montuoso che emergesolitario dalle alluvioni del fondovalle dovel'Ossola si apre al Lago Maggiore e al Cusio.Modellato dall'erosione glaciale, il monte èun'enorme “roccione” di granito formatosi daun magma solidificatosi all'interno dell’anticacrosta continentale africana durante ilPermiano (oltre 245 milioni di anni fa). Assieme alle zone di Madonna del Sasso sulLago d’Orta e del Mottarone di Baveno sulLago Maggiore, anche a Montorfano affioranograniti pregiati esportati in tutto il mondo.

Il progetto ecomuseale è strutturato sul recu-pero di una ex cava e di ruderi di edifici, con laricostruzione e la rappresentazione del diversiaspetti tecnici e sociali delle attività estrattivee della tecnologia impiegata, con dimostrazio-ni pratiche e prodotti finiti. La visita affronta lecaratteristiche geologico-ambientali che hannoportato all’emersione dei graniti della cosid-detta “Serie dei Laghi” durante la formazionedelle Alpi.

22Ecomuseo del Granito di Montorfano

InfoComune di MergozzoVia Pallanza, 2 28802 Mergozzo (VB)Tel. 0323.80101

Come arrivareIn auto: autostrada A4, diramazione A26 (Genova -Alessandria - GravellonaToce); l’uscita di Verbania è

a circa 3 Km dal bivio che porta aMontorfano

Treno: Linea Novara-Arona-Stresa-Mergozzo-Sempione,stazione di Mergozzo

Estrazione dei graniti in una fotod’epoca. (Foto F. Sacco, per gentileconcessione della famiglia).

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Il Monte Fenera dà il nome alParco naturale che si incontraall’imbocco Valsesia. Il territorio ècoperto per la maggior parte daboschi, alternati a zone coltivatea frutteto, vigneto e aree di bru-ghiera, che si sono sviluppate ailimiti del Parco. La geologia dell'area è varia, arti-colata e sicuramente unica inPiemonte, per l’affioramento diun lembo delle stesse rocce calca-ree che nelle Alpi Orientali forma-no le Dolomiti. I fenomeni carsiciintercorsi rendono il MonteFenera ricco di grotte e profondipozzi. La presenza di molti corsi d'ac-qua e la varia esposizione deiversanti hanno determinato laformazione di una notevolevarietà di piante ed essenzearboree, anche rare.

Abitato già in epoca preistoricadall'uomo di Neanderthal, la fre-quentazione del Monte Fenera èstata ininterrotta come testimo-niano i reperti archeologici. Neibanchi calcareo-dolomitici ifenomeni di carsismo hanno ori-ginato numerose cavità rocciosein alcune delle quali sono statiritrovati resti di animali preisto-rici come l'orso delle caverne.

23 Il Monte Fenera e la bassa Valsesia

InfoEnte di gestione del Parco naturale del Monte FeneraFrazione Fenera Annunziata13011 Borgosesia (VC)Tel. 0163.209356www.parks.it/parco.monte.fenerawww.montefenera.org

Come arrivareIn auto: autostrada A4, usci-ta di Greggio o di Carisio epoi proseguire per Gattinarae Borgosesia; oppure

Autostrada A26 (Genova -Gravellona Toce) uscendo dal casellodi Romagnano-Ghemme per poiraggiungere Borgosesia

Treno: la linea ferroviariaNovara - Varallo Sesiacosteggia il monte Fenera

da Grignasco a Borgosesia (stazioniutili per raggiungere il monte apiedi)

Le grotte del Monte Fenera. (Foto T. Farina).

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SAtematiche didattiche

Il "Sentiero glaciologico" si sviluppa nelComune di Alagna (VC) all'interno del ParcoNaturale Alta Valsesia. Parte dalla località"Acqua Bianca" (raggiungibile a piedi o con unpullman navetta da Alagna), a quota 1500 mcirca e, lungo un comodo percorso della duratamassima di 2 ore, raggiunge l'Alpe Fun D'Ekku(quota 2070 m) da cui si gode di una splendi-da vista sui ghiacciai della parete Sud delMonte Rosa. Grazie alla sua maestosità, al suofascino e alle insidie nascoste, il ghiacciaiovenne spesso considerato in passato comeespressione di forze naturali misteriose e non dirado maligne. Al giorno d'oggi è ancora visto da molti comeuna semplice massa statica di acqua gelatache scorre sopra al substrato roccioso.

Esso invece si muove in continuazione, cresce esi ritira; influisce sul clima, sulla flora, sullafauna e sulle popolazioni che vivono al suocospetto. Racchiude, come "congelate", informazioni sulclima terrestre e sull'inquinamento atmosfericoindotto dall'uomo. Rappresenta un forte richiamo turistico e infi-ne, cosa ancora più importante, costituisceun'enorme risorsa d'acqua dolce, preziosafonte d’irrigazione ed energetica.Il percorso, provvisto di 8 pannelli esplicativi,risponde perfettamente allo scopo di conosce-re la dinamica dei ghiacciai, l’intensa azionemodellatrice del paesaggio, il rapporto conl’uomo e l’ importanza ecologica che rivestono.

24Il Sentiero glaciologico Alta Valsesia

InfoParco Naturale Alta ValsesiaCorso Roma, 8513019 Varallo (VC)Tel. 0163.54680www.parcoaltavalsesia.it

Come arrivareIn auto: autostrada A4, uscita di Greggio o diCarisio; proseguire perGattinara, Varallo e Alagna;

oppure Autostrada A26 (Genova -Gravellona Toce) uscita diRomagnano-Ghemme e continuazio-ne per Alagna

Treno: Linea Novara-VaralloSesia, stazione di VaralloSesia; corriere ATAP sulposto, info: 015.8488411

Punta Parrot e Punta Gnifetti.(Foto C. Leonoris).

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Coordinamento e supervisione:Meridiani Società Scientifica

Per conto di:Regione Piemonte Assessorato all’Istruzione

Ricerca:Gianni Boschis (Meridiani Società Scientifica)Enrico Collo (Natura Occitana)Pietro Pozza (Geo d’Oc)

In collaborazione con:Regione Piemonte, Settore Pianificazione Aree Protette e Laboratorio Ecomusei

Impaginazione:kinoglaz.it

Foto e contributi:Regione Piemonte (Archivio Centro di Documentazione e Ricerca sulle AreeProtette, Settore Pianificazione Aree Protette e Laboratorio Ecomusei), Claudio Allais, Paola Allemani, Luciano Amendola, Giuseppe Bagattini, Annalisa Beccuti, Elisa Bollea, Edmondo Bonelli, Gianni Boschis,Oreste Cavallo, Emanuela Celona, Enrico Collo,Piero Damarco, Toni Farina, Silvano Gallino, Erik Gillo, Pierangelo Giordanengo, Renzo Incaminato, Gianni Innocenti, Giorgio Jannon, Chiara Leonoris, Pietro Pozza,Silvana Sicco, Chiara Spadetti, Monica Spadacini,Ilaria Testa, Alberto Vaudagna,Volontari della Sacra di San Michele

Foto di Copertina:Rocca la Meja, Altopiano della Gardetta. (Foto E.Collo).

Una spiaggia di 250 milionidi anni fa, conservataall’Altopiano della Gardetta(Valle Maira), una dellemete geo-turistiche piùaffascinanti del Piemonte. (Foto E. Collo). Schede consultabili e scaricabili dal sito: www.imeridiani.net | Per informazioni: [email protected]

A cura di:

www.imeridiani.net

Con il patrocinio di

In collaborazione con:

www.naturaoccitana.it

www.geodocarea.com

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Associazione Italianadi Geologia e Turismo