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5/25/12 A Digital Ethnography of #MMGRatti – Part 2 | Centro Studi Etnografia Digitale 1/8 www.etnografiadigitale.it/2012/05/a-digital-ethnography-of-mmgratti-part-2/ HOME CHI SIAMO TEAM NETNOGRAFIA BIBLIOTECA FAQ EVENTI COLLABORA CONTATTI 21 MAGGIO 2012 | ALESSANDRO CALIANDRO AKA CALI | SCRIVI IL PRIMO COMMENTO A Digital Ethnography of #MMGRatti – Part 2 Like 7 people like this. Ecco la seconda parte dell’articolo, la parte qualitativa che completa quella quantitativa precedentemente pubblicata. Premessa all’analisi qualitativa Dato che le Smartcity presuppongo un rapporto virtuoso tra tecnologie, edifici e cittadini, e non un rapporto deterministico tra tecnologia e policy, ciò fa sì che, gioco forza, il concetto di Smartcity implichi necessariamente quello di Smartcitizen. La nostra analisi si concerta appunto su come i partecipati al Tweetstorming #MMGRatti concepiscono e agiscono i concetti di cittadinanza attiva e cittadinanza smart. A nostro modo di vedere il flusso di tweet relativo a #MMGRatti genera uno spazio pubblico conversazionale assimilabile ad una smartcity in miniatura, dove gli utenti si confrontano, più o meno consapevolmente, col concetto di Smartcitizenship; e ciò fondamentalmente per due ragioni: a) In quanto è possibile osservare all’opera le interazioni uomotecnologie digitali. Nello specifico è possibile rendersi conto di come il mezzo Twitter e la sua architettura tecnico culturale (stream conversazionale, limite di 140 caratteri, #hashtag, @mention, RTretweet) plasmino il discorso e l’azione politica collettiva. b) In quanto attorno all’Hashtag si aggregano utenti engaged che riflettono collettivamente su cosa sia una smartcity e su come si possa effettivamente realizzare – contribuendo così ad una sua definizione politicoculturale. Naturalmente prima di saltare a qualsiasi tipo di conclusione (cyberutopica o distopica che sia), sarà bene procedere alla presentazione dei dati di ricerca. Visualizzazione discorsiva dell’evento #MMGRatti Cerca RSS You Tube Flickr CERCA ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER Inserisci il tuo indirizzo email: Iscrivimi alla Mailing List Scarica La fine del digiuno di consapevolezza ed il fenomeno ProVita. Una ricerca di Etnografia Digitale nella "Rete del Cambiamento" IN PRIMO PIANO TAG adam arvidsson alessandro caliandro Alessandro Sabatucci alex giordano antropologia antropologia culturale blog centro studi etnografia digitale comunicazione comunità condivisione conversazioni cultura

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21 MAGGIO 2012 | ALESSANDRO CALIANDRO AKA CALI | SCRIVI IL PRIMO COMMENTO

A Digital Ethnography of #MMGRatti –Part 2

Like 7peoplelikethis.

Ecco la seconda parte dell’articolo, la parte qualitativa che completa quella quantitativaprecedentemente pubblicata.

Premessa all’analisi qualitativa

Dato che le Smartcity presuppongo un rapporto virtuoso tra tecnologie, edifici e cittadini, e nonun rapporto deterministico tra tecnologia e policy, ciò fa sì che, gioco forza, il concetto diSmartcity implichi necessariamente quello di Smartcitizen. La nostra analisi si concerta appuntosu come i partecipati al Tweetstorming #MMGRatti concepiscono e agiscono i concetti dicittadinanza attiva e cittadinanza smart. A nostro modo di vedere il flusso di tweet relativo a#MMGRatti genera uno spazio pubblico conversazionale assimilabile ad una smartcity inminiatura, dove gli utenti si confrontano, più o meno consapevolmente, col concetto diSmartcitizenship; e ciò fondamentalmente per due ragioni:

a) In quanto è possibile osservare all’opera le interazioni uomo­tecnologie digitali. Nellospecifico è possibile rendersi conto di come il mezzo Twitter e la sua architettura tecnico­culturale (stream conversazionale, limite di 140 caratteri, #hashtag, @mention, RTretweet)plasmino il discorso e l’azione politica collettiva.

b) In quanto attorno all’Hashtag si aggregano utenti engaged che riflettono collettivamente sucosa sia una smartcity e su come si possa effettivamente realizzare – contribuendo così aduna sua definizione politico­culturale.

Naturalmente prima di saltare a qualsiasi tipo di conclusione (cyber­utopica o distopica che sia),sarà bene procedere alla presentazione dei dati di ricerca.

Visualizzazione discorsiva dell’evento#MMGRatti

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Per chi come lo scrivente non ha assistito all’evento (né online e né offline – mea culpa), averea disposizione l’interno stream di tweet è stato come prendere a prestito gli occhi di chi era là eri­vivere, momento per momento, la serata. Leggendo i tweet, infatti, si può letteralmente vederel’evento nascere e morire. Si comincia con i ferventi preparativi del giorno prima: RT@ProgettoRENA: domani sera allora parliamo di #smartcity. because you are the city.http://t.co/DCOSOm7q #MMGRATTI http://t.co/1prusj20 [17/04:19.24]; Si continua con l’attesafebbricitante dei minuti immediatamente precedenti, e senza accorgersene ci si ritrova nel belmezzo dello speech di Ratti:

Nella sala circolare…fuori gli accrediti continuano! #mmgratti @mmguru http://t.co/gV5nflkA[18/04:19.24]

RT @mmguru: Carlo Ratti dietro le quinte #mmgratti http://t.co/GMwxeVv7 [18/04:19.24]

#MMGratti abbiamo appena cominciato! [18/04:19.36]

Una volta iniziato l’intervento del ‘Media Guru’ si viene condotti per mano nell’articolazione delsuo discorso: [Circa] ore 19.50: Smartcity e inquinamento; 19.35 Tracciamento dei rifiuti; 19.57Stealing from MIT is a bad idea!; 19.59 UGC per tracciare il movimento dei turisti e la siccità;20.05 Roma&WorldCup 2006; 20.14 Elettrodomestici Smart; 20.19 Acqua&Saragozza; 20.26Copenhagen&Bike; 20.38 Question time; fino ad arrivare alla Conclusione (21.11), o meglioall’inizio dei commiati generali. Il tutto naturalmente immortalato dagli scatti nostalgici diInstagram.

Convergenza umana verso Ratti alla fine dell'evento.Instagram di un partecipante

Sentiment

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Complessivamente l’evento è percepito positivamente, vari e numerosi sono i commenti daltenore entusiastico: #mmgratti Grazie per la contaminazione.. ero nuovo all’argomento!!! è statodavvero un incontro degno della denominazione di STORMING!!! [18/04:21.19]

Non mancano, ovviamente, le critiche; queste ultime meno numerose ma non per questo datrascurare. Ne abbiamo individuate 3 principali:

Critiche logistiche: gli utenti si lamentano dei vari problemi tecnici palesati durante lo svolgersidella conferenza, sia online che offline: per ora lo streaming non va #mmgratti [18/04:19.39];#MMGRatti purtroppo qualche problema con i media tradizionali… Tipo il microfono [18/04:1945].

Questa è una stance critica molto comune tra gli internauti: quando si parla pubblicamente dinuovi media non sono tollerati problemi tecnici di trasmissione del messaggio.

Critiche di merito: Alcuni utenti lamentano il fatto che Ratti stia riproponendo, senza ‘variazionisul tema’, uno speech ritrito, già sentito in diverse altre occasioni: RT @azrael1979_2:#mmgratti spiace dirlo, ma per un catalogo dei progetti del senselab bastava il sito [18/04:21.23]

Critiche politiche: Una critica insistente riguarda il fatto che Ratti sembri eludere il discorsosulla Big Society (#bigsociety): un progetto ideologico­politico di gestione della cosa pubblicadal basso, animato da organizzazioni ed interazioni comunitarie, progetto potenzialmenteattuabile proprio grazie ai digital media e alle città­computer di cui parla Ratti: RT@secolourbano: #mmgratti molto affascinante ma il tema non viene affrontato: #smartcity comeforma di #bigsociety. Servizi pubblici erogati dai cittadini [18/04:20.25]

Trame narrative emergenti

A latere delle principali tematiche sviscerate da Carlo Ratti, si sviluppano anche dei topic didiscussione, per così dire, spontanei. Analizziamone i principali.

Un modello di Smartcity Italica

Partendo dall’esperienza di Ratti a Singapore [http://senseable.mit.edu/livesingapore/], gli utentiriflettono sul fatto che si potrebbe pensare a qualcosa di simile per l’Italia (ovvero creareSmartcity che producano dati sensibili sull’inquinamento e i movimenti del traffico). Tuttavia nonbisognerebbe copiare Singapore ma creare un modello italiano ad hoc ed esportarlo nel mondo.Ma: “#MMGRATTI vista particolarità della maggior parte delle città italiane, si potrebbe creareun modello Smart City ad hoc, anche esportabile? [21.14]”; la risposta è sì: “Le tecnologie smartsono adatte e flessibili per i centri storici italiani #mmgratti [21.14]”. Per gli utenti i banchi diprova irrinunciabili per l’implementazione di un modello italico di Smartcity sono l’Expo di Milanodel 2015 e l’Aquila: “#smartcity si conciliano con città storiche italiane? Quale via italiana?#mmgratti Partiamo da L’Aquila [che deve rinascere]? @BflyEU http://t.co/0scdkK51 [21.14]”.

Milano ed Expo

Milano sarà mai una Smartcity, o almeno sufficientemente smart da diventarlo? Questa è ladomanda che molto spesso fa capolino tra il magma narrativo dei tweet. Milano anzitutto è vistacome una città che attrae competenze, startup e giovani eccellenze non solo autoctone: “ognianno delle 23.000 imprese che nascono a #Milano, il 30% è composto da persone con meno di35 anni #mmgratti” [18/04:90.47], “il 30% delle startup iscritte a milano sono fatte da nonmilanesi!” [18/04:19.48]. Questo ci fa capire che Milano è popolata da persone smart, tuttaviamolto meno smart sembrano essere considerati gli amministratori che la governano e gliinteressi strumentali che la stritolano. Milano infatti pare una città non affrancabile dai vicoli dipianificazione urbanistica: “Carlo Ratti arriva al punto. #smartcity come nuovo paradigmapolitico.Creiamo Milano di città libera da vincoli e pianificazioni? #mmgratti”[18/04:20.36]

Al di là dei vincoli politici, a modo di vedere del Tweetstorming, la mutazione di Milano in

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Smartcity deve passare da due snodi fondamentali: a) spazi pubblici + sensing b)partecipazione cittadini in gestione città #mmgratti @giulianopisapia. Si noti poi in coda di tweetl’invocazione al sindaco di Milano Giulinano Pisapia, il quale però, anche se direttamentemenzionato, ahimé, non interviene nella discussione.

Come abbiamo detto per gli utenti l’expo 2015 può essere l’occasione giusta per implementareun progetto di Smartcity a Milano, tuttavia essi mancano di illustrare le effettive modalità di taleimplementazione.

Dati e Privacy

Gli utenti sostanzialmente concordano sul fatto che i dati pubblici sono il motore delle cittàintelligenti. è un’ottima cosa, si dice, che i dati dei cellulari o le foto pubblicate su Flickr possanoaiutare le amministrazioni pubbliche a gestire la viabilità urbana. Ovviamente questa gestionepubblica di dati privati genera tra gli utenti diverse perplessità riguardo alla privacy.Sorprendentemente però essi non sembrano esserne particolarmente preoccupati, nessuno diloro paventa angusti scenari Orwelliani: l’opensource e i sistemi aperti non aumenta pericolo disicurezza, ma aiuta a tenere controllo dell’uso e della creazione dei dati #mmgratti [18/04:21.09]

Piuttosto per gli utenti la questione è un’altra: il problema non è tanto rendere pubblici dei datiprivati ma l’uso che se ne fa, cioè capire a chi vanno questi dati e per cosa vengono impiegati.Per i partecipanti al Tweetstorming i dati devono essere gestiti da “analisti open­minded e conuno spettro visivo multiculturale” [18/04:21.14], i quali debbono utilizzarli per creare “valoresostenibile” [18/04: 20.40] – che cosa sia esattamente questo ‘valore sostenibile’ non è datosapere. Il discorso sottotraccia è il seguente: non importa che i dati pubblici vengano tracciati,l’importate è che vengano maneggiati da soggetti etici. Chi siano poi questi soggetti etici non èmolto chiaro, è chiaro però chi non lo sono: se Ratti o i suoi andassero a lavorare per Google lanostra privacy sarebbe finita per sempre da pochi dati e l’incrocio dati!. #mmgratti [18/04: 20.24]

“Le città ci parlano, è vero, ma noi sappiamoascoltarle?” [18/04: 19.57]

Leggendo lo stream di tweet apprendiamo che le “città sono solo il 2% della superficie delpianeta, ma ospitano oltre il 50% della popolazione mondiale” [18/04:19.57] e sono responsabilidell’emissione del’80% di anidride carbonica. Per fortuna però le città sono anche smart, ovverosono spazi abitati da soggetti ed oggetti che emettono continui flussi di dati. Secondo gli untetiun feedback continuo tra dati digitali immessi nelle e prodotti dalle macchine può avere unimpatto decisivo e munifico sulla coscienza ambientalista dei cittadini:

#mmgratti se sapessimo quanta anidride carbonica consumiamo, all’istante, forse ilcomportamento del cittadino cambierebbe istantaneamente [18/04: 20.10].

Figure

Le parole di Ratti prefigurano un mondo nuovo (quello delle Smartcity) a cui tutti sembranoaderire e che tutti sembrano intenzionati a realizzare. Purtroppo però, per gli utenti, un graveostacolo si frappone alla realizzazione delle Smartcity in Italia, o meglio due:

L’arretratezza culturale della classe politica italiana: in Olanda il sindaco di Amsterdamfinanzia davvero le ricerche sulla #smartcity. da noi al massimo lo smartphone degli assessori#mmgratti [18/04:20.30]. In sostanza, secondo gli utenti, i politici italiani non hanno né la cultura,né l’alfabetizzazione digitale e nemmeno la tempra morale necessaria per affrontare, o anchesolo per concepire, l’dea di Smartcity.

L’arretratezza antropologica dell’italiano medio: In Italia prima di parlare di #smartcitybisognerebbe parlare di #smartpeople. #mmgratti [18/04:20.54].

L’invettiva contro l’italiano medio è assai interessante, essa aleggia un po’ per tutto lo stream di

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tweet, ma più come un spettro che come entità in carne ed ossa. Il punto è che gli utentisembrano essere costantemente dubbiosi sulla reale esistenza, in Italia, di Smartcitizen: ilcombustibile indispensabile a mettere in moto una Smartcity. Chi sia però precisamente questocittadino non­smart, quali panni indossi e quali valori incarni, non risulta essere molto chiaro.Tuttavia, ci permettiamo di suggerire, il fatto che ben 249 persone nel giro di poche ore sianoconvenute nel medesimo spazio digitale a parlare di città, cittadinanza, innovazione eurbanistica, dovrebbe, quanto meno, far ben sperare per il futuro del nostro Paese.

Tuttavia sembra esserci fiducia nella forza degli strumenti educativi nel combattere la piagadella unsmartness: @andrealatino #MMGRATTI la strada è l’educazione degli smart citizens apartire dalle scuole #GSE [18/04:20.53]

Lo sguardo etnografico come tecnologia diestrazione di valore

Da un punto di vista squisitamente etnografico ciò che colpisce è che la suddetta proposta dipolicy urbana non è contenuta in un singolo tweet, all’interno del quale un singolo utente esprimela sua opinione; e nemmeno, in senso stretto, in una catena di tweet di domanda e risposta.Essa emerge piuttosto all’interno di un filone narrativo che l’analista estrae dal flussocomunicazionale e ricompone in una trama coerente. I post che compongono il suddetto filonenarrativo sono infatti dispersi nel Tweetstorming. In un certo senso, allora, lo sguardoetnografico ha qui la funzione di valorizzare la massa grezza delle informazioni online,trasformandola in un racconto definito, in un certo senso decodificato e quindi raccontabile

Azioni ed interazioni

Come si è detto, i concetti politici espressi dagli utenti sono dispersi in un catena narrativa ditweet, più che essere contenuti ed elaborati nel singolo post di un singolo utente. Ciò fa sì chenella sfera pubblica tweettiana non si crei un vero e proprio dibattito politico, atto a svisceraretemi politici precisi.

Tale slegamento del pubblico lo si vede, ad esempio, in quei casi in cui una specifica domanda,posta da un determinato utente, non trova sostanzialmente nessun tipo di risposta diretta. Siprenda il caso di @mantralex, influencer ed animatore del Tweetstorming (37 RT + 47mention). Egli pone ai partecipanti diverse domande stimolanti, le quali vengono sìcontinuamente retwittate, ma di fatto sembrano non stimolare quasi mai delle vere e proprierisposte: RT @mantralex: @FLuccisano: si ma cosa de’essere smart? i cittadini, gli edifici o leamministrazioni? [18/04:20.07]. Stessa sorte tocca a questa domanda, posta da un altroanimatore, @davideagazzi (27 RT e 31 mention): chi paga per le #smartcity ? facciamo tanto ibottom up e poi aspettiamo i soldi del ministero? #mmgratti [18/04 21.01]. Ed anche a questa:RT @FLuccisano: Ma la transizione verso le #smartcity crea anche occupazione?#MMGRATTI [18/04:20.41]

Sicuramente i suddetti temi sarebbero stati molto interessanti da sviscerare e negoziare in unospazio pubblico partecipativo, è un peccato che ciò non sia avvenuto – al meno per noi che ciponiamo come osservatori esterni.

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Giallo: Città&Inquinamento; Verde: Critica alla classe politca; Rosso:Smartcity Italiche. Si noti l’intreccio e lo slegamento della varie tematichenarrative all'interno dello stream di tweet

Lo zoom in una zona più densa del flusso narrativo mostra come al suo interno non ci siauna vera e propria interazione comunicativa ma una giustapposizione di atti comunicativi

Leggendo lo stream di tweet si ha spesso l’impressione che il dibattito politico vero e proprio sistia, o debba, svolgersi da qualche altra parte, in un altrove: “risponderemo domani alla tuamail”; “andate a leggervi questo articolo a questo link” . A tal proposito ci ha molto colpito questopost: Il dialogo continua su http://t.co/2lprYv34 !!! Vi aspettiamo!@ProgettoRENA #mmgratti[20.17]. Tuttavia seguendo il link siamo approdati al seguente post: “18 aprile, ore 19:45. Torna iltweetstorming RENA!”, situato in una pagina priva di commenti, benché dotata di 101 like diFacebook.

Morale

Ma qual è la morale di tutto ciò? È che gli unteti Twitter sono dei demagoghi? Che predicanobene e razzolano male? A nostro avviso niente di più falso.

Il popolo di Twitter prende invece alla lettera il messaggio di Ratti: dati ed informazioni sivalorizzano solo se vengono fatti circolare e se si condividono, è la condivisione della

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conoscenza che crea impatto sociale e cambiamento politico. In questo senso si può osservarecome i tweet degli utenti incarnino un constante sforzo volto a: a) diffondere e viralizzare le ideedi Ratti; b) valorizzare il flusso discorsivo di Ratti fissandolo, descrivendolo, sintetizzandolo,integrandolo e fotografandolo.

Il tracciamento dei rifiuti. Instagram di un partecipante

Ecco dunque prefigurata una modalità di partecipazione politica tipicamente post­ideologica,ovvero fondata sulle pratiche politiche più che sulle ideologie politiche. Qui il punto non è quellodi instillare nel prossimo una ‘verità’ politica, di evangelizzarlo al moralmente giusto,‘incastrandolo’ in una specifica interazione sociale, quanto piuttosto di far circolare una buonaidea tra quante più persone possibili. Cosa poi i singoli faranno di quella buona idea saràunicamente loro appannaggio.

Come suggeriscono giustamente gli stessi utenti la buona politica non deve disciplinare maabilitare i cittadini:

RT @ProgettoRENA: @mantralex #MMGRATTI vero. Le tecnologie abilitano, ma sono icittadini consapevoli che creano la #smartcity. Quartiere per quartiere. [18/04: 20.26]; RT@TavoliExpo: #mmgratti “il ruolo delle amministrazioni deve essere quello di abilitarel’innovazione” [18/04: 21.33]

Ad ogni modo il fatto che il Tweetstorming sia uno spazio collettivo che, più che contenereun’idea politica specifica, socializza un insieme di pensieri politici frammentati, è, a nostroavviso, una cosa fondamentalmente positiva: significa che esso non è una fucina in cui sifabbricano (facili) soluzioni, ma un’arena da cui emergono domande, un luogo, dunque, chestimola le coscienze, le attiva e le contamina, producendo contaminazione.

Conclusioni

Dunque possiamo dire che questa analisi ci ha condotti alla seguente conclusione: lapartecipazione e la progettualità politica su Twitter vengono prodotte da atti comunicativi piùche da interazioni comunicative. Sta quindi all’analista esterno valorizzare questi atti(apparentemente) slegati in trame narrative coerenti, estraendone la progettualità politicaimbricata. La logica è praticamente la stessa che vale per le Smartcity: migliaia di cittadinislegati, ignari spesso l’uno dell’altro, producono collettivamente una massa di dati che secorrettamente catturata ed analizzata si trasforma in innovazione urbanistica e sociale.

A nostro avviso però, nell’era del Web 2.0, il ruolo di analista esterno non può e non deveessere esclusivo appannaggio di un’elite intellettuale; l’analista può essere ciascuno di noi, apatto che abbia la pazienza di scaricare, organizzare e descrivere il dati digitali che fluisconopubblicamente nella Rete e nel Mondo:

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RT @Innovandiamo: #mmgratti Ritengo che la gestione dei dati delle #smartcity presuppongdegli “analisti”open­minded e con uno spettro visivo multiculturale. [18/04:21.14]

Di Alessandro Caliandro e Davide Beraldo

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