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la Calabria che vorrei 1 Poste Italiane - Tassa Pagata Tariffa Ridotta L. 515/93 Invii senza indirizzo CAMBIARE Giuseppe Scopelliti C ari corregionali, a tutti noi le elezioni di fine mese offrono la storica oppor- tunità di cambiare la Calabria. Un’occasione che abbiamo il dovere di sfruttare fino in fondo per avviare la ricostruzione socio – economica di una terra rimasta indietro rispetto ad altre realtà geografiche che si apprestano ad utilizzare in maniera ottimale le possibilità offerte dal federalismo fiscale, strumento in grado di cambiare il destino di intere comunità. Negli ultimi cinque anni la nostra Regione, già duramente penalizzata dalle mancate scelte dei governi nazionali succedutisi dopo la nascita dello Stato repubblicano, ha raggiunto livelli di degrado morale, sociale ed ambientale che sembra abbiano cancellato la speranza di un futuro migliore. Un lustro di clientele, di corruzione e disamministrazione non possono lasciarci indifferenti ed aiutare cosi, indirettamente, quanti sono complici del depauperamento morale e strutturale di una terra dalle grandi potenzialità naturali ed umane. I calabresi, in questo particolare momento della loro storia, devono trovare quell’unità che, fino ad oggi, non si è mai realizzata. Da Montalto Uffugo a Villa San Giovanni, da Botricello a Serra San Bruno, da Capo Colonna a Tropea i cittadini sono alle prese con le stesse problematiche, la cui soluzione deve passare attraverso una reale concerta- zione con il territorio. La Calabria futura, che necessita di un nuovo ordine sociale, va costruita sia attraverso il superamento delle emergenze, sia con la redazione di un progetto complessivo sul futuro di questa terra. Un piano che tenga conto dei giovani, delle imprese, degli anziani, delle vecchie e delle nuove povertà; un progetto teso ad eliminare l’intermediazione politica sul territorio; che consenta alla Calabria, per la sua posizione strategica, di porsi al centro tra il Paese e il Mediterraneo, anche attraverso la costituzione di un’agenzia d’integrazione socio - economica e di dialogo interculturale tra i Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum. La Calabria degli anni a venire non può restare subalterna al centralismo dei partiti, né può continuare a caratte- rizzarsi come terra dai mille campanili. La mancanza di comunicazione, in passato, ha aumentato le distanze anche tra comprensori che hanno la stessa storia, le stesse tradizioni, gli stessi problemi, le stesse possibilità di sviluppo. Di questa confusione ne hanno approfittato le vecchie classi dirigenti, i detentori dei mezzi di produzione, l’elite del credito, le forze dell’antistato. Tra le priorità dell’auspicato nuovo ordine sociale c’è la lotta alla ‘ndrangheta. Un compito che non spetta solo alle forze dell’ordine ed alla magistratura, ma coinvolge tutte le altre componenti sociali: dalla politica all’imprenditoria, dal mondo dell’associazionismo al pianeta sindacale, dalla scuola alla società civile e, naturalmente, quanti sognano di restare nella loro terra natia, liberi, finalmente, dal timore di dover emigrare in cerca di lavoro. Artefice di que- sto cambiamento deve essere la società in tutte le sue stratificazioni, con la consapevolezza che il futuro risiede nel cambiamento, nell’inversione di ten- denza rispetto al passato. Siamo di fronte ad una sfida difficile, ma decisiva, anche perché gli effetti della globalizzazione continuano a penalizzare regioni emarginate come la nostra. In tutto il Paese, quindi anche nel Mezzogiorno, alcuni segnali indicano quanto sia fragile il tessuto sociale, la cui disgrega- zione compromette la convivenza civile lasciando spazio alle degenerazioni che, alla fine, favoriscono la corruzione, il clientelismo e la scarsa capacità di amministrare da parte della classe politica. Tutto questo va gestito con regole certe e modelli di sviluppo in grado di resistere alla concorrenza di altri terri- tori per poi, in prospettiva, diventare attrattori di investimenti duraturi utili a produrre ricchezza e crescita del territorio. È ora di cambiare, ed insieme possiamo affrontare questa sfida per vincerla: ce lo impone la nostra storia, convinti come siamo che l’orgoglio dei calabresi ed il coraggio che contrad- distingue le nostre scelte costituiranno la chiave di volta per inaugurare una nuova stagione, finalmente positiva. www.giuseppescopelliti.it - www.lacalabriachevorrei.it LA CALABRIA CHE VORREI p. 2 p. 3 p. 4 p. 5 p. 6 p. 7 p. 8 SANITÀ LAVORO E OCCUPAZIONE SVILUPPO E IMPRESA INNOVAZIONE E SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE INFRASTRUTTURE E TRASPORTI GOVERNANCE AMBIENTE E TERRITORIO FAMIGLIA, WELFARE E SOLIDARIETÀ SOCIALE ISTRUZIONE, FORMAZIONE POLITICHE GIOVANILI TURISMO, ARTE E CULTURA

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Giornale di informazione per campagna elettorale

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la Calabria che vorrei

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Poste Italiane - Tassa PagataTariffa Ridotta L. 515/93Invii senza indirizzo

CAMBIARE

Giuseppe Scopelliti

Cari corregionali,a tutti noi le elezioni di fine mese offrono la storica oppor-tunità di cambiare la Calabria. Un’occasione che abbiamo il dovere di sfruttare fino in fondo per avviare la ricostruzione socio – economica di una terra rimasta indietro rispetto ad

altre realtà geografiche che si apprestano ad utilizzare in maniera ottimale le possibilità offerte dal federalismo fiscale, strumento in grado di cambiare il destino di intere comunità. Negli ultimi cinque anni la nostra Regione, già duramente penalizzata dalle mancate scelte dei governi nazionali succedutisi dopo la nascita dello Stato repubblicano, ha raggiunto livelli di degrado morale, sociale ed ambientale che sembra abbiano cancellato la speranza di un futuro migliore. Un lustro di clientele, di corruzione e disamministrazione non possono lasciarci indifferenti ed aiutare cosi, indirettamente, quanti sono complici del depauperamento morale e strutturale di una terra dalle grandi potenzialità naturali ed umane. I calabresi, in questo particolare momento della loro storia, devono trovare quell’unità che, fino ad oggi, non si è mai realizzata. Da Montalto Uffugo a Villa San Giovanni, da Botricello a Serra San Bruno, da Capo Colonna a Tropea i cittadini sono alle prese con le stesse problematiche, la cui soluzione deve passare attraverso una reale concerta-zione con il territorio. La Calabria futura, che necessita di un nuovo ordine sociale, va costruita sia attraverso il superamento delle emergenze, sia con la redazione di un progetto complessivo sul futuro di questa terra. Un piano che tenga conto dei giovani, delle imprese, degli anziani, delle vecchie e delle nuove povertà; un progetto teso ad eliminare l’intermediazione politica sul territorio; che consenta alla Calabria, per la sua posizione strategica, di porsi al centro tra il Paese e il Mediterraneo, anche attraverso la costituzione di un’agenzia d’integrazione socio - economica e di dialogo interculturale tra i Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum. La Calabria degli anni a venire non

può restare subalterna al centralismo dei partiti, né può continuare a caratte-rizzarsi come terra dai mille campanili. La mancanza di comunicazione, in passato, ha aumentato le distanze anche tra comprensori che hanno la stessa storia, le stesse tradizioni, gli stessi problemi, le stesse possibilità di sviluppo. Di questa confusione ne hanno approfittato le vecchie classi dirigenti, i detentori dei mezzi di produzione, l’elite del credito, le forze dell’antistato. Tra le priorità dell’auspicato nuovo ordine sociale c’è la lotta alla ‘ndrangheta. Un compito che non spetta solo alle forze dell’ordine ed alla magistratura, ma coinvolge tutte le altre componenti sociali: dalla politica all’imprenditoria, dal mondo dell’associazionismo al pianeta sindacale, dalla scuola alla società civile e, naturalmente, quanti sognano di restare nella loro terra natia, liberi, finalmente, dal timore di dover emigrare in cerca di lavoro. Artefice di que-sto cambiamento deve essere la società in tutte le sue stratificazioni, con la consapevolezza che il futuro risiede nel cambiamento, nell’inversione di ten-denza rispetto al passato. Siamo di fronte ad una sfida difficile, ma decisiva, anche perché gli effetti della globalizzazione continuano a penalizzare regioni emarginate come la nostra. In tutto il Paese, quindi anche nel Mezzogiorno, alcuni segnali indicano quanto sia fragile il tessuto sociale, la cui disgrega-zione compromette la convivenza civile lasciando spazio alle degenerazioni che, alla fine, favoriscono la corruzione, il clientelismo e la scarsa capacità di amministrare da parte della classe politica. Tutto questo va gestito con regole certe e modelli di sviluppo in grado di resistere alla concorrenza di altri terri-tori per poi, in prospettiva, diventare attrattori di investimenti duraturi utili a produrre ricchezza e crescita del territorio. È ora di cambiare, ed insieme possiamo affrontare questa sfida per vincerla: ce lo impone la nostra storia, convinti come siamo che l’orgoglio dei calabresi ed il coraggio che contrad-distingue le nostre scelte costituiranno la chiave di volta per inaugurare una nuova stagione, finalmente positiva.

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SANITÀLAVORO E OCCUPAZIONE

SVILUPPO E IMPRESAINNOVAZIONE E SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONEINFRASTRUTTURE E TRASPORTI

GOVERNANCEAMBIENTE E TERRITORIOFAMIGLIA, WELFAREE SOLIDARIETÀ SOCIALEISTRUZIONE, FORMAZIONE POLITICHE GIOVANILI

TURISMO, ARTE E CULTURA

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È ora di cambiare, Insieme si può

Bisogna dotare la Calabria di servizi socio sanitari efficienti, recuperando le situazioni di qualità ed intervenendo in tutti i territori in cui esistono gravi anomalie. Per

garantire ai cittadini strutture ospedaliere ed ambulatoriali di livello adeguato, in grado di fornire risposte in tempo reale ad uno dei bisogni primari della popolazione. Non possono esistere più situazioni di degrado o, peggio ancora, di incapacità o inadeguatezza. Quanto avvenuto negli ultimi anni in questo settore rappresenta qualcosa di inammissibile, per cui è necessaria una profonda rivisitazione ed innovazione dell’attuale sistema che ha provocato un disavanzo finanziario dalle proporzioni gigantesche. La rinegoziazione con i Ministeri competenti del piano di rientro della spesa sanitaria, che, nelle proposte della Giunta di centro-sinistra, prevede solo “tagli” indiscriminati, ed una riforma dell’attuale assetto istituzionale ed organizzativo, sono gli interventi su cui basare la ricostruzione dell’intero sistema puntando prioritariamente, oltre che su una progressiva reingegnerizzazione dei processi interni, su una reale valorizzazione delle risorse umane. Questo riassetto, indispen-sabile ed inderogabile, costituirà il primo atto di riorganizzazione che caratterizzerà il nuovo servizio sanitario regionale, che si baserà sull’appropriatezza delle prestazioni, in cui le strutture ospedaliere avranno ambiti e management autonomi e separati rispetto a quelli del territorio, al fine di garantire omogeneità e specializzazione di gestione. Bisogna riconoscere il valore centrale del paziente/utente, per cui sarà istituita una Task Force, composta da esperti ma anche da rappresentanti dei cittadini, delle principali associazioni locali, con il compito di controllare e monitorare costantemente lo stato di tutti i presidi, in modo da individuarne le principali criticità.

le linee di programma in sintesi:

DEFINIZIONE DI UN NUOVO PIANO SANITARIO REGIONALE, che tenga conto del contesto economico, del rapporto domanda/offerta, dell’appropriatezza delle prestazioni, dell’orografia del territorio, dell’integrazione pubblico/privato, del risanamento delle problematicità delle strutture ospedaliere, la cui gestione sarà resa autonoma da quelle del territorio sotto ogni profilo.

RIASSETTO ORGANIZZATIVO DEL SISTEMA SANITARIO REGIONALE, con alcune azioni prioritarie quali:• riorganizzazione delle rete regionale di assistenza ospedaliera e rafforzamento

dell’assistenza territoriale, gestione del rischio clinico, riduzione delle liste di attesa e contrasto alla migrazione sanitaria;

• garanzia del ricovero in base alla gravità della patologia ed alla cronologia di accertamento, e non in base alle possibilità finanziarie del singolo cittadino;

• qualificazione dell’assistenza specialistica, individuazione e formalizzazione di percorsi di integrazione ospedale-territorio, rafforzamento dell’assistenza domiciliare; attivazione di meccanismi di regolazione del mercato e del rapporto pubblico-privato;

• rilancio delle attività di prevenzione con mirate campagne di screening, di assistenza al malato cronico e di riabilitazione;

• monitoraggio e controllo della spesa farmaceutica, potenziamento dei procedimenti amministrativo-contabili, informatizzazione di tutte le strutture sanitarie regionali, sia territoriali che ospedaliere.

RIORGANIZZAZIONE DEL DIPARTIMENTO REGIONALE TUTELA DELLA SALUTE, che, in maniera più efficace, unitamente al coordinamento, controllo e verifica delle attività di tutte le strutture del servizio socio-sanitario regionale, dovrà individuare e sviluppare programmi di innovazione clinica, organiz-zativa e gestionale, per il successivo trasferimento di tali metodologie in tutto il territorio.

RIORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA EMERGENZA URGENZA. Oggi non esiste una efficace rete integrata per la gestione delle emergenze, non sono state realizzate adeguate elisuperfici e servizi di supporto. Considerate le note difficoltà di collegamento della Calabria, è necessario istituire delle reti provinciali, con un forte coordinamento e supervisione regionale in grado di monitorare la disponibilità di tutti i posti letto “critici” e poter indirizzare, nel più breve tempo possibile, il paziente verso il luogo di cura più pertinente per la patologia.

RISCHIO CLINICO. In ogni struttura è necessaria una efficace organizzazione delle unità operative di rischio clinico, al fine di dare maggiore tranquillità agli operatori ed ai pazienti e per evitare il ricorso a pratiche che mortificano la profes-sionalità degli operatori e si riflettono negativamente sulla qualità delle prestazioni e, quindi, sull’assistenza complessiva.

TRASPARENZA NELLA SCELTA DEI DIRETTORI GENERALI. Le nomine dei direttori generali delle Aziende sanitarie e dei direttori di struttura complessa devono osservare una procedura trasparente che, sulla base di criteri oggettivi preventivamente fissati per una adeguata valutazione tecnica, permettano di fare emergere le professionalità con elevate competenze specifiche.

RUOLO DEL PRIVATO. Ferma restando la necessità di rivedere le norme che regolano l’accreditamento per adeguarle alla domanda, al contesto ed alla sosteni-bilità economica del sistema, occorre che, nel medio termine, il privato che opera nella sanità si renda complementare al servizio pubblico ponendosi l’obiettivo di evitare l’offerta di prestazioni ripetitive di basso impatto ed orientando la propria attività, ad esempio, nel contrasto alla migrazione sanitaria ed alle liste di attesa, nell’offerta di elevate tecnologie, nel campo della riabilitazione, etc..

GEMELLAGGI E PARTENARIATI CON ALTRE STRUTTURE SANITARIE. Per il trattamento di alcune patologie rispetto alle quali il nostro servizio sanitario non è ancora adeguatamente attrezzato, si potranno adottare strategie di cooperazione con strutture all’avanguardia, attraverso programmi finalizzati a governarne i flussi extraregionali con evidenti vantaggi sia sul piano della qualità delle prestazioni che su quello organizzativo ed economico. Tutto ciò, però, non deve incidere sugli investimenti dedicati allo sviluppo scientifico del nostro territorio, per cui si definiranno specifici programmi per la ricerca e l’innovazione, valorizzando il rapporto con le Università ed altri organismi, scientificamente validati, in grado di far crescere la qualità delle strutture calabresi.

RAPPORTI CON OPERATORI E CITTADINI. Un’esigenza fondamentale è quella di creare un’efficace linea di comunicazione tra i cittadini ed il Sistema Sanitario, al fine di potere intervenire in tempo reale per correggere eventuali situazioni di criticità, instaurando il necessario clima di fiducia tra operatori e fruitori del servizio. È prevista la costituzione di un Osservatorio permanente composto da rappresentanti dei cittadini, delle associazioni, degli operatori del settore e degli ordini professionali.

VALORIZZAZIONE DELLE PROFESSIONALITÀ, FORMAZIONE, RISPETTO DEI DIRITTI E DEI DOVERI. Il riconoscimento e la valorizzazione della professionalità dovrà essere improntato su metodologie basate su corrette e continue valutazioni di merito al fine di produrre percorsi di carriera virtuosi basati sulla meritocrazia. Le norme sulla formazione continua, inoltre, dovranno trovare piena attuazione su tutto il territorio regionale al fine di mantenere aggiornati ed al passo con l’evoluzione della medicina i professionisti del servizio, a garanzia della migliore tutela possibile degli utenti. Particolare importanza sarà data al rispetto degli accordi contrattuali nascenti dai CCNL, nel presupposto che una parte datoriale seria può chiedere l’adempimento dei doveri alla controparte se ne rispetta i suoi diritti.

Sanità

Il progetto di riforma del Sistema Sanitario Regionaleè obiettivo prioritario della nostra azione di governo

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al fine di perseguire efficaci obiettivi politici ed occupazionali sono stati individuati i settori di intervento con le conseguenti azioni:

lavoroe oCCUPaZione

Le politiche per il lavoro e l ’occupazione del Governo regionale uscente sono state fallimentari. Sono stati messi in campo interventi

assolutamente inefficaci a creare idonee condizioni di contrasto alla crisi occupazionale, tant’è che, solo nel 2009, la Calabria ha perso 27.000

posti di lavoro, con un calo complessivo del 34%.

la Calabria che vorrei

I l tasso di disoccupazione in Calabria continua ad essere il più alto in Europa, mentre il reddito pro capite è tra i più bassi. Non è stata neanche accennata dalla Giunta Loiero una qualsiasi politica

economica di supporto alle aziende, tant’è che le sofferenze bancarie in rapporto agli impieghi della clientela risultano essere quasi il doppio del dato rilevato a livello nazionale. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: il 25% delle famiglie calabresi si trovano in uno stato di povertà relativa. Per dare una svolta decisiva a questa allarmante situazione si deve intervenire con una manovra che coinvolga innanzitutto i giovani. Le risorse finanziare dei Fondi Europei, se correttamente utilizzati, potrebbero creare le condizioni ideali per attivare efficaci politiche per l’occupazione, combattere la disoccu-pazione e l’inoccupazione, in particolare, a favore dei giovani precari, degli adulti con scarse possibilità di reinserimento e di tutti coloro che, per motivi diversi, non riescono a confrontarsi adeguatamente con un contesto economico in continua evoluzione.

Il nuovo governo regionale si attiverà da subito per • Rafforzare le politiche regionali del lavoro;• Aumentare il tasso di occupazione migliorando l’occupabilità;• Incentivare la vocazione all’imprenditorialità;• Promuovere l’inclusione sociale e la responsabilità sociale delle imprese.In particolare si attueranno le seguenti politiche occupazionali:• sostenere e favorire l’insediamento e lo sviluppo di attività produttive

attraverso mirate politiche di formazione;• ricercare, in stretto coordinamento con i rappresentanti dell’imprenditoria,

le migliori sinergie tra lo sviluppo produttivo e le politiche del lavoro;• investire sulla formazione dei giovani e delle risorse umane da riconvertire,

e concretizzare un ottimale utilizzo dei Fondi Comunitari;• investire in maniera incisiva sulla sicurezza nei luoghi di lavoro ed in

particolare nei cantieri, puntando sulle attività di prevenzione;• adeguare le politiche di inserimento al lavoro dei disabili;• valorizzare ed implementare il rapporto istruzione/formazione per

giungere ad una reale integrazione e complementarietà fra i due sistemi;• garantire il Welfare regionale, con l’obiettivo di una distribuzione sempre

più equa delle risorse;• finanziare formule di microcredito alle famiglie in difficoltà; • agevolare l’accesso all’imprenditoria, attraverso azioni di snellimento

burocratico;• sostenere le imprese nella fase di start-up, con iniziative di supporto

mirate, migliorando il rapporto tra Pubblica Amministrazione e settore produttivo privato.

FORMAZIONE DEI GIOVANI E DELLE RISORSE UMANE DA RICONVERTIRE:

• sviluppare il canale dell’apprendistato;• rafforzare il centro orientamento per la gestione

degli interventi rivolti ai lavoratori interessati da processi di ricollocazione e reinserimento lavorativo;

• individuare percorsi integrati per la formazione e l’inserimento lavorativo dei giovani, realizzati anche attraverso work experience e voucher formativi;

• sostenere la formazione per l’innovazione, la ricerca e lo sviluppo tecnologico, rivolta a giovani neolaureati e diplomati attraverso progetti formativi ad alto contenuto tecnico-scientifico e progetti di alta specializzazione individuali;

• supportare i percorsi diretti all’acquisizione di abilitazioni professionali utili ai fini dell’accesso ai mercati, anche attraverso la valorizzazione degli apprendimenti pregressi e dei titoli posseduti;

• incoraggiare iniziative, anche formative, rivolte alla creazione di nuove imprese e di lavoro autonomo.

POLITICHE D’INSERIMENTO DEI DISABILI NEL MONDO DEL LAVORO:

• promuovere lo sviluppo di forme occupazionali alternative all’inserimento lavorativo;

• individuare interventi diretti a sensibilizzare i soggetti economici e sociali sull’importanza e

sulle opportunità di inclusione lavorativa dei diversamente abili e degli individui in condizione di svantaggio sociale.

SINERGIA TRA SVILUPPO PRODUTTIVO E POLITICHE DEL LAVORO:

• incoraggiare iniziative dirette al miglioramento della qualità del lavoro ed alla qualificazione e riqualificazione delle risorse umane, nonché dei modelli organizzativi delle imprese;

• attivare interventi finalizzati, da un lato, al miglio-ramento delle attività di incontro tra domanda e offerta di lavoro, dall’altro, a sostenere l’inte-grazione fra università, centri di ricerca e imprese, a supporto dei processi di innovazione e per lo sviluppo delle alte qualificazioni;

• incrementare l’analisi dei fabbisogni profes-sionali e formativi delle imprese;

• sviluppare interventi formativi per l’aggiornamento delle qualifiche e per l’acquisizione di nuove competenze, con particolare riferimento all’at-tuazione delle politiche economiche di settore;

• creare percorsi formativi ed integrati diretti alla creazione di nuova occupazione in collegamento con i fabbisogni del territorio e con le politiche regionali di settore, con particolare attenzione alle nuove professioni in ambito turistico, ambientale e dell’energia.

UTILIZZO DEI FONDI COMUNITARI:• sviluppare l’integrazione tra i programmi ed i

progetti cofinanziati da FESR, FSE, FEASR e FAS, nell’ambito di un’unitaria strategia regionale;

• attuare forme di relazione costante con le Autorità europee e partenariato con paesi che si sono distinti nell’utilizzo dei fondi comunitari al fine di migliorare il livello qualitativo delle modalità di gestione delle risorse comunitarie, per velocizzare ed europeizzare i processi di utilizzo dei fondi, che sono, da sempre, un vero ostacolo ad ogni tentativo di decollo dell’economia calabrese;

• La nostra regione ha bisogno di persone nuove, giovani, aperte, che conoscano le lingue, per abbattere quel muro di burocratismo che spesso, per l’insipienza e l’incapacità, uccide ogni possibilità di emancipazione di questa terra.

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È ora di cambiare, insieme si può

SvilUPPoe iMPreSa

economia verde

innovaZione e SoCietàdell’inforMaZione

Gli aiuti a fondo perduto per nuovi investimenti non sono stati efficaci perché troppo complessi sul fronte burocratico e lenti nelle erogazioni; hanno finanziato solo impianti e macchinari, nel

momento in cui l’economia necessita, in particolare, di interventi di tipo immateriale. Per non citare irregolarità ed abusi. Gli aiuti, di conseguenza,

hanno avuto un basso impatto sull ’economia, non hanno creato un sistema imprenditoriale trainante in grado di competere sui mercati nazionali o internazionali. Il governo regionale uscente non è stato in grado di attrarre fondi aggiuntivi quali risorse BEI - Banca Europea per gli Investimenti e FEI - Fondo Europeo per gli Investimenti.

Le imprese calabresi attraversano una fase di estrema criticità, determinata da differenti fattori tra i quali: le ridotte dimensioni, la difficoltà di accesso al credito (solo il 70% della raccolta bancaria viene re-impiegata nella nostra regione) e gli extra-costi di finanziamento (interessi passivi, e commissioni bancarie più alte rispetto al resto d’Italia).

Lo sviluppo di Politiche Regionali per l ’e-government e la Società dell’Informazione è fondamentale per realizzare l ’obiettivo di una vera rivoluzione di pensiero per la crescita socio-economica della Calabria.

I nvestimenti in infrastrutture di banda larga per tutti, semplificazione ed efficienza della Pubblica Amministrazione, servizi innovativi e di partecipazione attiva verso cittadini ed imprese: sono questi i temi principali da affrontare Il nuovo approccio strategico della Regione

Calabria dovrà essere caratterizzato da interventi finalizzati a:• ridurre il “divario digitale” favorendo la diffusione dell’accesso alla banda larga su tutto il territorio

calabrese, in modo da migliorare anche la trasparenza e l’efficacia della Pubblica Ammini-strazione, in un’ottica di riduzione della spesa, oltre che coinvolgere i cittadini nel processo decisionale;

• migliorare le infrastrutture informatiche e telematiche al fine di rafforzare la cooperazione tra i servizi pubblici regionali e locali, oltre che tra quelli nazionali e regionali;

• rafforzare e valorizzare i punti di forza esistenti delle imprese locali nel settore I.C.T., favorendone l’approccio ai mercati nazionali ed internazionali, e puntare sullo sviluppo delle capacità innovative delle Piccole e Medie Imprese grazie al l’utilizzo delle nuove tecnologie;

• realizzare strutture di eccellenza, sostenendo la concentrazione di competenze, attrezzature scientifiche e dotazioni infrastrutturali in stretta collaborazione con le Università calabresi, al fine di attrarre investimenti italiani e stranieri, con il conseguente sviluppo del mercato del lavoro;

• stimolare la creazione di nuove imprese nel settore I.C.T., attivando strumenti di finanza innovativa rivolte ai giovani.

il nostro programma per le imprese

• favorire la crescita delle imprese con interventi che rafforzino le funzioni manageriali;• finanziare interventi a fondo perduto esclusivamente per la creazione di impresa;• aderire immediatamente al progetto di creazione della Banca per il Mezzogiorno; • destinare risorse aggiuntive BEI, FEI e Banca per il Mezzogiorno per la

costituzione di fondi di garanzia per le PMI e fondi per il capitale di rischio;• sostenere i settori che valorizzano le tradizioni e le caratteristiche del territorio;• riformare le Aree di Sviluppo Industriale per renderle funzionali agli effettivi bisogni;• concedere aiuti anche, e soprattutto, ad aggregazioni di imprese (consorzi, distretti) in

grado di superare i limiti dimensionali ed erogare servizi avanzati; • snel l i re e semplificare le procedure burocratiche;• attivare una maggiore collaborazioni tra Università ed imprese per favorire l’alta

formazione, la ricerca applicata e gli spin-off;• mantenere e potenziare la legge Sabatini; • coinvolgere imprenditori e banche sul piano del rischio per l’erogazione degli incentivi;• istituire una Consulta con imprenditori ed associazioni rappresentative, volta a valutare

i risultati raggiunti con i regimi di aiuto e a suggerire possibili interventi correttivi.

Quando si parla di sviluppo ed imprese in Calabria, devono essere prese in considerazione le inestimabili risorse rappresentate dall’agricoltura e dalle foreste.

In molti sostengono che i prodotti tipici potrebbero essere la ricchezza della nostra terra, se opportunamente valorizzati e sostenuti: la Calabria ha una posizione rilevante nel panorama italiano per alcune produzioni pregiate ed è la quarta regione italiana per numero di produzioni tutelate: formaggi, salumi, vino, ortofrutta ed olio d’oliva.Una carente politica regionale, mirata più a forme di assistenzialismo che di vero supporto al comparto, ha determinato un declino a causa di una cronica debolezza strutturale da associare ad uno scarso livello di innovazione ed all’aumento dei costi di produzione.È neccessario quindi intervenire soprattutto attraverso la promozione di iniziative di modernizzazione delle strutture aziendali. La valorizzazione di prodotti di largo consumo (olio di oliva, agrumi) e di prodotti di alto profilo (salumi,

formaggi, vini, cedro e bergamotto, liquirizia, cipolla di Tropea, ecc.), indispensabile per sviluppare economi-camente il settore, deve essere incentrata su attività di marketing territoriale che abbiano la Regione come attore principale. È fondamentale inoltre rilanciare il ruolo tecnico altamente professionalizzato dei principali enti strumentali (ARSSA, AFOR), dare il giusto supporto per superare la debolezza strutturale ed aumentare l’efficienza delle imprese agricole ed agroindustriali, migliorandone le capacità imprenditoriali e professionali, potenziando le dotazioni infrastrutturali, in particolare quelle collettive volte all’aggregazione, alla promozione ed alla commer-cializzazione del prodotto. Il patrimonio boschivo calabrese è in grado di garantire elevate produzioni forestali, ingenti benefici paesaggistici, sociali ed ambientali, oltre a rilevanti interessi fitogeografici e di tutela idro-geologica del territorio. Le potenzialità dei boschi calabresi sono superiori alle

medie nazionali, ma le utilizzazioni sono di gran lunga inferiori. Troppo spesso il ciclo produttivo non si conclude in regione e, così facendo, gran parte del valore economico si disperde fuori dall’area di produzione. Emerge quindi l’esigenza di rilanciare l’intero comparto legno in Calabria, riconoscendone l’importanza e valorizzandone partico-larmente le produzioni. È fondamentale attuare una gestione sostenibile dei boschi, implementare l’uso di nuovi sistemi di utiliz-zazione e lavorazione del legno, sviluppare la catena di seconda lavorazione, sensibilizzare gli operatori sotto molteplici aspetti, il tutto at t ivando una politica forestale regionale più attenta e puntuale, attraverso l’applicazione dei sistemi di certificazione esistenti, ma quasi mai considerati in Calabria. Un’attenzione particolare dovrà essere data alla prevenzione ed alla protezione dagli incendi boschivi, nemico subdolo ed insidioso in grado di arrecare danni diretti e devastazioni ambientali di rilevante e drammatica entità.

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In Calabria la situazione del “sistema trasporti” è quanto mai critica in quanto il settore non ha mai assunto il ruolo di fattore di sviluppo. La totale assenza di basilari strumenti di pianificazione e programmazione

ha generato un sistema che si è evoluto in maniera disarticolata, sulla base di spinte localistiche, con il conseguente sperpero di ingenti risorse, ignorando le reali esigenze di mobilità dei cittadini, in altre parole dando luogo ad un “non sistema dei trasporti” (Svimez 2008)Nella prospettiva che la Calabria possa sfruttare al meglio la propria posizione al centro del Mediterraneo occorre affrontare in maniera decisa e concreta l’atavico isolamento dal resto del Paese e dall’Europa. È indispensabile quindi considerare il trasporto come fattore primario di sviluppo, un comparto in grado di soddisfare le esigenze di mobilità e migliorare l’accessibilità alla nostra Regione, in un contesto Euro-Mediterraneo, trasformando il trasporto da problema a risorsa.

5la Calabria che vorrei

infraStrUttUree traSPorti

Le gravi carenze delle infrastrutture incidonoin maniera sostanziale sulla mobilità di persone e merci,per cui è evidente la necessità di una forte azione di coordinamento da realizzare attraverso l ’istituzionedi una cabina di regia, di raccordo tra gli attori del territorio regionale e quelli nazionali, per indirizzaree facilitare gli investimenti e per coadiuvarei gestori della rete stradale e ferroviaria.

le azioni da porre in essere saranno incentrate sui seguenti assi:

TRASPORTO PUBBLICO LOCALE• Istituire una Agenzia Regionale per la Mobilità che opererà in stretta sinergia con gli

Enti Locali;• Aggiornare il Piano regionale dei trasporti che dovrà fondarsi su criteri di intermo-

dalità; • Attrezzare le principali stazioni ferroviarie, i nodi stradali strategici e i punti di

ingresso/uscita delle più grandi aree urbane come punti di interscambio modale;• Rinnovare del materiale rotabile ferroviario e del parco veicolare gommato e adottare

i più avanzati sistemi di trasporto intelligente (controllo della flotta semafori intelligenti - infomobilità);

• Avviare una massiccia attività di supporto alla ricerca e alla formazione nel settore dei trasporti a partire dagli operatori di aziende di trasporto collettivo e merci;

• Realizzare un sistema di integrazione tariffaria.

SISTEMA AEROPORTUALE• Realizzare un sistema aeroportuale integrato regionale; • Costituire una struttura (holding/consorzio) per la gestione di tutti i servizi aeroportuali,

al fine di attuare un’unitaria politica tariffaria e di marketing.

SISTEMA PORTUALE• riaffermare la posizione centrale del porto di Gioia Tauro, sfruttando al meglio le sue

potenzialità, facendolo diventare, per la Calabria, un vero volano di sviluppo, come avviene per i principali porti mondiali, favorendo l’integrazione dell’area portuale, adeguatamente infrastrutturata, con il territorio, attraverso le seguenti azioni:

- potenziare l’attuale vocazione di porto di transhipment;- creare un sistema di trasporti intermodali nella prospettiva della realizzazione

dell’alta velocità/alta capacità;- istituire un distretto logistico-industriale soprattutto ponendo in essere azioni

tendenti a favorire gli insediamenti produttivi delle grandi industrie.

La Regione dovrà razionalizzare il sistema della portualità commerciale e soprattutto turistica, valorizzando la centralità della regione nel Mediterraneo e connettendo in sistema gli approdi con il territorio di riferimento. Far diventare la Calabria una piattaforma logistica non solo per il commercio ma anche per la nautica da diporto, valorizzare la pesca nei comprensori dove essa rappresenta una risorsa vitale.

INFRASTRUTTUREIn sinergia con il Governo nazionale dovrà essere perseguito l’obiettivo di: • estendere la rete di Alta Velocità fino all’estremità della Calabria e realizzare il Ponte

sullo Stretto di Messina, mettere in rete la nostra regione con l’Italia e l’Europa lungo il corridoio “Berlino – Palermo”;

• predisporre un programma pluriennale di interventi infrastrutturali sulla rete stradale e ferroviaria;

• garantire la corretta e puntuale esecuzione dei lavori di ammodernamento dell’Auto-strada A3;

• mettere in sicurezza la SS 106 Jonica attraverso un’azione di monitoraggio costante ed incisiva.

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aMbiente e territorioL’ inconsistenza e la scarsa incisività dell’azione messa in atto dal Governo regionale uscente,in settori importanti e strategici quali l ’ambiente ed il territorio, sono sotto gli occhi di tutti,come dimostra soprattutto la gestione dei fondi dell’asse “VIII - Città” del POR 2000-2006, per i quali è stato possibile certificare la spesa solo attraverso progetti “sponda”.

L a sicurezza e la difesa dal rischio idrogeologico, sismico e da inquinamento sono da considerare ancora un punto cruciale, trovandoci in un’area con caratteristiche, da questo punto di vista,

decisamente sfavorevoli. Peraltro è da rilevare che un quadro di maggiore fragilità del territorio è da attribuire a mancate o insufficienti azioni di messa in sicurezza, e soprattutto alla poca efficacia della nuova legge per il governo del territorio.I l quadro tecnico, amministrativo e legislativo non ha fatto rilevare avanzamenti concreti, mentre è da segnalare il caso eclatante del ritardato avvio della Legge Urbanistica, con colpevoli azioni di forte “ammorbi-dimento” della stessa per il governo del territorio. Legge, peraltro, carente negli aspetti relativi alle problematiche ambientali di tutela ed utilizzo delle risorse culturali, naturali ed ambientali, di gestione di pericolosità e rischi geologici (idrogeologici e sismici), di promozione della competitività dei territori. Si deve invertire la rotta passando dalla logica dell’emergenza a quella della tutela e sostenibilità del sistema ambientale regionale, con interventi di rafforzamento della difesa del suolo e della prevenzione di rischi naturali. Decenni di degrado, abusivismo, incuria, assenza di controlli, incapacità di pianificazione della Regione, hanno causato alla Calabria danni incalcolabili.

La nostra volontà è quella di preservare il territorio, realizzando politiche di salvaguardia ambientale, programmando interventi per il riequilibrio idrogeologico delle zone a rischio interconnettendo i sistemi idrici, sfruttando le potenzialità idroelettriche delle nostre dighe, incentivando l’utilizzo di energia pulita e rinnovabile, rendendo i sistemi di depurazione effetti-vamente funzionali attraverso interventi di adeguamento e potenziamento, sostenendo iniziative di green economy, attuando azioni di sensibilizzazione per promuovere un comportamento ecosostenibile.

• aumento della qualità del contesto sistema - regione;• salvaguardia del territorio e dell’ambiente per incrementare la competitività ed

accrescere la consapevolezza del sistema regionale territorio-città come risorsa; • potenziamento dei sistemi di gestione per la valorizzazione delle risorse naturali, dei

beni e delle attività culturali, delle destinazioni turistiche.

le politiche che attueremo per la tutela dell’ambiente e del governo del territorio eco-compatibile avranno un indirizzo specifico che si svolgerà secondo le seguenti direttrici:

GovernanCe

L’ organizzazione della Regione è caratterizzata da molteplici livelli decisionali che andranno

adeguatamente ponderati, rivedendo in forma organica la mission dei dipartimenti e l’ utilità funzionale delle unità organizzative di primo e secondo livello, promuovendo accorpamenti e razionalizzazioni per lo snellimento e l a semplificazione delle procedure, e sulla base degli effettivi carichi di lavoro. Il nostro programma di governo prevede, per tanto, il recepimento della riforma Brunetta modificando l’attuale sistema dei controlli interni unitamente all’introduzione di una nuova metodologia di valutazione della dirigenza che prevede, tra l’altro, gli strumenti di incentivazione per premiare in maniera selettiva il merito e le professionalità, a favore dei percorsi virtuosi adottati dalle aziende o dai singoli uffici. Le scelte organizzative dovranno, inoltre, portare a dare autonomia alle agenzie ed agli enti strumentali regionali in un quadro che miri alla loro semplificazione ed integrazione, rendendoli responsabili di specifici obiettivi anche a supporto delle autonomie locali.Sul fronte delle entrate, nonostante il contesto di finanza locale fortemente spinto sul versante del riconoscimento di una maggiore autonomia impositiva, si assicurerà l’ invarianza della

pressione tributaria al fine di non appesantire la già difficile condizione di vita dei nuclei familiari a reddito medio-basso.Gli obiettivi principali della politica fiscale regionale sono pertanto i seguenti:• semplificazione della legislazione fiscale

regionale;• utilizzo della manovra fiscale come

strumento di sviluppo per imprese e lavoro;• adozione di misure di sostegno per le famiglie

titolari di redditi medio-bassi;• assistenza e sostegno ai contribuenti calabresi

attraverso la valorizzazione del ruolo del Garante;

• potenziamento dell’informazione sulle entrate tributarie regionali, nonché sul loro utilizzo.

Il cambiamento della Regione Calabria non può che partire dalla riforma della macchina amministrativa, dei sistemi decisionali e degli ufficiin cui si svolge il governo regionale.

Lo sforamento del patto di stabilità, da parte della Giunta Regionale uscente unitamente al piano di rientro sanitario per recuperare ingenti deficit (per altro ancora non quanti-ficati esattamente) ed alla bassa percentuale di attivazione del livello di spesa dei fondi comunitari (è previsto l’automatico disimpegno delle risorse al 31.12.2010), impongono una attenta opera di razionalizzazione della spesa regionale.

Per ridurre e riqualificare la spesa regionale bisogna adottare politiche di bilancio che perseguono obiettivi specifici quali:

• la stabilizzazione in termini reali della spesa di funzio-namento e del personale;

• la stabilizzazione dell’indebitamento;• l’equilibrio della spesa sanitaria;• l’allocazione selettiva delle risorse disponibili;• il recupero di risorse mediante la valorizzazione degli asset

(beni patrimoniali e immobili) non pienamente utilizzati;• la verifica degli swap che la Regione ha stipulato, relati-

vamente alla convenienza economica ed alla sostenibilità.

Il cittadino-utente-contribuente deve essere al centro dell’attenzione dell’intervento pubblico abbandonando la logica del potere fine a se stesso, che sovente privilegia pochi, invece della moltitudine. È nostro obiettivo promuovere la costituzione di un sistema a rete che assicuri vicinanza al cittadino e celerità di intervento. In tale direzione, occorre che siano decentrate molte attività a favore delle Provincie, delle Città e dei piccoli Comuni, per assicurare maggiore efficacia operativa. Il decentramento ai Comuni e la semplificazione della gestione operativa, finanziaria e ammini-strativa dei progetti, dovranno essere accompagnati da sistemi di controllo e valutazione volti ad assicurare che gli interventi finanziati perseguano effettivamente gli obiettivi strategici prefissati, massimizzando il valore aggiunto e l’impatto di sviluppo.

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la Calabria che vorrei

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FamigliaIn tanti anni, una “certa” cultura ha tentato di abbattere l’ idea di famiglia, con gli effetti che sono sotto gli occhi di tutti: egoismo, arrivismo, illegalità, indifferenza, qualunquismo. Si deve avviare una nuova stagione dei valori e costruire un nuovo ordine sociale, in cui alla famiglia-istituzione sia nuovamente riconosciuta la funzione pubblica di soggetto attivo nell’attuazione delle politiche dirette a promuovere la realizzazione della persona ed a perseguire il Bene Comune. Diversamente da quanto fin qui si è fatto, occorre destinare adeguate risorse per finanziare gli interventi previsti dalla legge regionale, votata nel 2004 dal Centro-Destra, che ha in sé tutti gli elementi utili per offrire adeguato sostegno alla famiglia. La futura azione di Governo regionale si svolgerà secondo le seguenti direttrici:• superare la logica dell’assistenzialismo

clientelare e puntare sul modello opposto che si basi sulla libertà della persona, sul protagonismo attivo della famiglia, sulla valorizzazione dell’associazionismo;

• promuovere interventi a sostegno della cura dei figli, delle relazioni familiari, della crescita delle “competenze” dei genitori, e di ricono-scimento del merito scolastico, attivando politiche di premialità rivolte a chi si distingue per capacità ed impegno;

• sviluppare politiche di attuazione del diritto alla casa, in particolare per le nuove famiglie;

• riconoscere e tutelare il valore sociale del lavoro domestico, soddisfare la necessità di coniugare gli impegni di lavoro e lo status di genitore e di coniuge, sostenere e garantire il desiderio di paternità e maternità, spesso frustrato da

difficoltà economiche e sociali;• potenziare l’attività di prevenzione dell’aborto

attraverso l’adozione di misure tese a contrastare gli ostacoli economici e sociali che lo favoriscono;

• sostenere le famiglie nell’assistenza ai propri componenti in situazione di bisogno psico-fisico.

WelfareLa Legge Regionale sul sistema integrato dei servizi sociali ha trovato, nel corso di questi anni, scarsa e saltuaria applicazione. Si è preferita la via più semplice dell’assistenzialismo, e svariati milioni di euro sono andati dispersi in mille rivoli, senza intaccare le deficienze strutturali.Innoveremo il sistema oggi esistente con azioni finalizzate a:• attivare una rete di solidarietà diffusa e

realizzare concretamente un’intesa tra pubblico e privato con l’obiettivo di prevenire e ridurre le condizioni di bisogno di cittadini, famiglie e fasce deboli della popolazione;

• creare un nuovo assetto, verificando l’efficacia della distribuzione delle competenze e delle funzioni tra Regione ed enti territoriali, puntando ad una progressiva sburocratiz-zazione del sistema e ad un coinvolgimento sempre maggiore, nei processi di erogazione dei servizi, delle famiglie e delle associazioni.

• definire l’analisi dei bisogni del territorio legandola a quella dei servizi sanitari, in una logica di reciproco interscambio, finalizzata all’ottimiz-zazione delle risorse, anche di natura finanziaria;

• incentivare, insieme agli enti locali ed alle associazioni operanti sul territorio, la creazione di una rete “personalizzata” di servizi a favore non solo di chi ha il bisogno, ma anche di chi

è chiamato, innanzitutto per vincolo parentale, a fornire il proprio sostegno ai soggetti in difficoltà;

• promuovere l’attività delle imprese e delle cooperative sociali, riguardo alle quali la legislazione regionale si è limitata a prevedere l’albo a cui iscriversi o poco più;

• incentivare l’attività delle associazioni e sostenere le iniziative di supporto alla socializ-zazione ed all’aggregazione, in particolare riferite a bambini, giovani ed anziani.

Solidarietà socialeIl tessuto sociale calabrese si presenta sfilacciato: la disgregazione ha impoverito la Regione, consentendo a gruppi organizzati e poteri forti, di lecita o di illecita fattura, di dirigere processi finalizzati a dissipare i cospicui finanziamenti che sono stati diretti verso la Calabria, senza che ciò comportasse progresso.La nostra intenzione è percorrere una strada innovativa. Vogliamo costruire una comunità che guarda avanti, unita, alla ricerca della strada verso il progresso, che riscopre se stessa nello sforzo congiunto di dare ai propri componenti la serenità che è assicurata dalla vita operosa e dignitosa. In sintesi, una comunità che accoglie adeguatamente la vita e incoraggia all’elevazione sociale riservando a chiunque abbia i numeri tutte le opportunità possibili, che ha cura della propria millenaria storia, la propone, la promuove, che soccorre i suoi componenti più deboli: gli anziani, i diversamente abili, i poveri, i soli, che incoraggia le forme di aggregazione positiva, la crescita sociale, il fermento culturale, che valorizza la ricchezza data da lingue ed etnie diverse, che accoglie e soccorre anche chi fugge dal proprio Paese alla ricerca di una vita che sia vita.

Istruzione e formazioneÈ nostra intenzione intervenire con competenza e grande efficacia su tutte le maglie della rete dell’istruzione e della formazione, prevedendo azioni di supporto finalizzate soprattutto verso:• una migliore e mirata qualificazione degli

insegnanti di ogni ordine e grado;• il recupero ed il potenziamento delle strutture

formative, puntando a rinnovare ed ampliare le dotazioni informatiche, di laboratorio e sportive;

• un migliore apprendimento delle materie di base, delle lingue straniere, della conoscenza del territorio;

• efficaci percorsi di formazione professiona-lizzante, ben correlati all’auto imprenditorialità ed alle necessità del mondo del lavoro;

• la realizzazione di programmi di alta formazione a livello internazionale;

• azioni efficaci di collegamento fra scuola, formazione, università e mondo del lavoro;

• una stipula di accordi Stato-Regione per attenuare l’impatto della riduzione delle classi e la chiusura di scuole strategiche per il presidio del territorio;

• l’istituzione di borse di studio per il

conseguimento della laurea e prestiti d’onore per il completamento degli studi;

• una collaborazione scuole-imprese-regione per conoscere le migliori realtà imprenditoriali;

• la promozione di centri di eccellenza, di ricerca e formazione, soprattutto in campo ambientale.

Politiche giovaniliNell’ambito delle politiche regionali per i giovani, è necessario definire chiari indirizzi per il coordinamento e lo sviluppo di azioni che devono segnare un deciso cambiamento di prospettiva: pur non dimenticando le difficoltà, occorre spostare l’attenzione dal concetto di giovani come problema a quello di giovani come risorsa. Il coinvolgimento diretto dei giovani nelle scelte pubbliche, il sostegno all’imprenditoria giovanile, la creazione di un sistema integrato di servizi, sono funzionali ad introdurre un elemento di innovazione: i giovani considerati non come semplici destinatari ma come soggetti attivi e protagonisti. I finanziamenti comunitari e nazionali disponibili, nonché le ulteriori risorse da reperire nel bilancio regionale, dovranno essere

destinate al finanziamento di interventi ed iniziative che tendono alla realizzazione delle seguenti linee programmatiche:• Diffusione della cultura della legalità e della

lotta alla ’ndrangheta;• Creazione di maggiori opportunità sociali,

culturali ed economiche affinché i giovani siano protagonisti dello sviluppo;

• Promozione della cultura della cittadinanza attiva tramite nuove forme ed occasioni di partecipazione;

• Accompagnamento dei percorsi di crescita professionale in un’ottica globale e comunitaria

• Opportunità di consolidare relazioni durature con centri di eccellenza/artisti di levatura internazionale;

• Sperimentazione e produzione di innovazioni e prodotti/eventi di grande impatto;

• Promozione delle azioni in rete, ludico motorie e della pratica sportiva non competitiva;

• Accesso al lavoro ed all’impresa nei settori produttivi locali;

• Sviluppo della creatività e della capacità di fare impresa;

• Prevenzione del disagio e dell’emarginazione.

faMiGlia, Welfaree SoliDarietà SoCiale

iStrUZione, forMaZionee PolitiChe Giovanili

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CoMe votareCoMe votare

La mancanza di politiche di sostegno e promozione adeguate, unite all’assenza di una visione strategica del mercato, ha fatto sì che una delle maggiori risorse regionali non sia mai decollata.

S arebbe molto semplice limitarsi a magnificare le bellezze della Calabria, ma non faremmo altro che, probabilmente, diventare complici di chi fino ad oggi ha tradito questa terra, svilendo il suo immenso patrimonio. Il nostro intento

è di creare le condizioni per incrementare i flussi turistici verso la nostra regione sostenendo gli operatori, favorendo nuovi investimenti, stimolando l’ospitalità diffusa e l’eco-turismo, incentivando la destagionalizzazione, attuando interventi finalizzati a valorizzare il territorio, promuovendo il “prodotto” Calabria in Italia e nel mondo, con azioni mirate ed efficaci. Occorre dare una svolta decisa al settore, avere finalmente la consapevolezza che esso costituisce una concreta ed immediata risorsa economica che potrebbe diventare il più importante comparto di sviluppo socio-economico per l’intero territorio regionale. Proprio per questo il turismo va inserito al centro delle politiche di sviluppo, cercando di far entrare la Calabria nei grandi circuiti interna-zionali, attivando politiche di marketing realmente efficaci e non semplicistiche ed illusorie, dimostrando capacità di investire su identità ed innovazione. È necessario mettere in rete gli operatori del settore, incentivando i soggetti e le imprese private a nuove forme di collaborazione in grado di fare sistema. In questa ottica, il sostegno della Regione andrà indirizzato ai singoli operatori, ma anche alle strutture associate tra privati (consorzi, associazioni di promozione, organismi comuni per l’erogazione di servizi a favore dei turisti, ecc.). Accanto ai circuiti tradizionali, si deve pensare ad un turismo di tipo sostenibile che coniughi la necessità di generare reddito e crescita economica con la valorizzazione, la protezione dell’ambiente e del territorio. Occorre sviluppare ed incentivare un “turismo diffuso” sfruttando le molteplici risorse e potenzialità presenti sul territorio, che potrebbero essere facilmente recuperate e gestite da privati. Ciò consentirebbe di raggiungere diversi obiettivi, tra i quali l’opportunità di rendere fruibili ai turisti le tante peculiarità del territorio calabrese, la creazione di nuove occasioni di lavoro soprattutto per i giovani, il contrasto all’abbandono dei centri minori calabresi, la valorizzazione del patrimonio culturale ed ambientale.

tUriSMo, arte e CUltUra

Per votare il Presidente, l’elettore dovrà apporre un segno sul nome del candidato Presidente prescelto o su uno dei simboli elettorali dei partiti ad esso collegati.

Per votare i consiglieri: si traccia un segno nel rettangolo che contiene il simbolo della lista preferita e si esprime il voto di preferenza scrivendo nome e cognome o solo il cognome del candidato della lista che si intende votare; in questo modo, il voto alla lista vale automaticamente per il candidato di quella coalizione alla carica di Presidente della Regione. È possibile votare solo una lista, tracciando un segno solo su uno dei simboli e/o sul nome del candidato Presidente: in tal modo si vota per il Presidente e per la lista indicata.

Il voto disgiunto è ammesso. È possibile, cioè, votare per la lista di un raggruppamento e per il candidato Presidente di un altro. In tal caso è necessario apporre un segno sulla lista preferita (è possibile anche indicare una preferenza inserendo il nome del candidato consigliere prescelto appartenente a quella lista), e dare la propria preferenza apponendo un segno sul nome del candidato Presidente dell’altra coalizione.

IL SEGNO TRACCIATO SU DUE LISTE O SU DUE CANDIDATI A PRESIDENTE DIFFERENTI, O L’INDICAZIONE DEL NOME DI PIÙ CANDIDATI, RENDE NULLA LA SCHEDA.

CoMe votare

È ora di cambiare, insieme si può

SEGRETERIE ELETTORALICZ - Via Spasari, 15 - Cell. 331.1786642 • CS - Corso Mazzini - Cell. 331.1786641KR - Piazza Pitagora - Cell. 331.1777267 • RC - Corso Garibaldi - Cell. 331.1792082VV - Corso V. Emanuele III, 103 - Cell. 331.1786611

INFO: [email protected] - www.giuseppescopelliti.it

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ELEZIONI REGIONALI 28 - 29 MARZO 2010

la valorizzazione dei beni Culturali è un punto centrale nel nostro programma di governo, da realizzare attraverso:

• la promozione della conoscenza all’interno ed all’esterno del territorio regionale;

• la costituzione di centri specializzati per le differenti forme di restauro;• l’incentivazione della movimentazione dell’utenza, anche usando

strumenti particolari come il recupero delle ‘ferrovie dimenticate; • il coinvolgimento delle realtà calabresi in progetti nazionali, europei,

mondiali;• la promozione della ricerca scientifica e documentale, anche

attraverso borse di studio e master;• il sostegno alla produzione di materiale documentario, anche

promuovendo una editoria minore specialistica, con la messa a regime della catalogazione generale dei beni culturali calabresi, la messa in rete delle esistenze librarie in tutte le biblioteche della regione e la costituzione della Soprintendenza ai Beni Librari, competenza affidata alle regioni e non attuata dalla precedente gestione regionale;

• un adeguato supporto mediatico per la diffusione della conoscenza della realtà culturale calabrese;

• la promozione dell’associazionismo e del volontariato culturale.

la Calabria è una regione particolarmente ricca di arte, dagli affreschi medievali alle pitture e alle sculture dei contemporanei, così come di tradizioni. il nostro programma di governo prevede l’attuazione di iniziative che riguardano:

• l’arte conservata in chiese e palazzi, per il monitoraggio e progetti specifici di recupero e conservazione;

• la valorizzazione della tradizione calabrese attraverso le sue espressioni sacre e profane; i costumi e le usanze tradizionali, con sostegno dei gruppi folkloristici e delle Pro Loco;

• la ricerca e valorizzazione della tradizione musicale;• la promozione dell’artigianato artistico tradizionale; • la creazione di circuiti di turismo culturale legato a queste tradizioni; • lo sviluppo e supporto del turismo rurale ed ecosostenibile;• il sostegno alla produzione artistica, con attenzione particolare

all’attività di istituti artistici ed accademie d’arte;• la valorizzazione delle tradizioni enogastronomiche locali.