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Sclerosi multipla e orologio circadiano: scoperto un possibile legame nell’insorgenza della malattia
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Università degli Studi di Roma “La Sapienza” CF 80209930587 PI 02133771002 Capo Ufficio Stampa: Alessandra Bomben Addetti Stampa: Christian Benenati - Marino Midena - Barbara Sabatini - Stefania Sepulcri Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma T (+39) 06 4991 0035 - 0034 F (+39) 06 4991 0399 [email protected] [email protected] www.uniroma1.it
Sclerosi multipla e orologio circadiano: scoperto un possibile legame nell’insorgenza della malattia
Un team di ricercatori della Sapienza ha definito per la prima volta la variazione dell’alternanza luce/buio come fattore scatenante di risposte immunitarie incontrollate, alla base di molte malattie autoimmuni come la sclerosi multipla. Lo studio, che apre nuove prospettive cliniche, è pubblicato sulla rivista Amino Acids
Numerosi studi epidemiologici hanno dimostrato l’esistenza di singolari variazioni nella distribuzione geografica della prevalenza della sclerosi multipla (SM): è ormai accertato che all’aumentare della latitudine aumenti anche la prevalenza di questa malattia autoimmune. Tuttavia, la causa scatenante di tale diversità fino a oggi è rimasta sconosciuta.
Il nuovo studio coordinato da Enzo Agostinelli del Dipartimento di Scienze biochimiche A. Rossi Fanelli della Sapienza identifica nell’orologio circadiano il principale fattore coinvolto e propone un modello eziologico della malattia (che considera cioè anche le cause) coerente sia con questo fattore geografico, sia con altri parametri quali le variazioni etniche, di sesso o dello stile di vita. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Amino Acids della Springer-Verlag GmbH.
“L’assunto fondamentale, che ha portato allo sviluppo del nuovo paradigma, – spiega Enzo Agostinelli – è che aumentando la latitudine, la continua e crescente diversità dell’alternanza luce-buio delle giornate desincronizzi gli orologi circadiani centrali e periferici. Tale alterazione a sua volta può compromettere il sistema immunitario dell'organismo, innescando l'autoimmunità e, con essa, la sclerosi multipla”.
La principale caratteristica degli orologi circadiani è la capacità di rispondere e sincronizzarsi con stimoli ambientali esterni, detti “zeitgebers” (dal tedesco, zeit = tempo, geber = che dà), primo fra tutti la luce (e dunque l’alternanza luce-buio), ma anche la temperatura, il cibo e alcuni segnali sociali come variazioni del ritmo sonno-veglia (jet-lag, ora legale, lavoro notturno).
A supporto della propria tesi, i ricercatori hanno evidenziato una prevalenza della sclerosi multipla 6,35 volte più alta in presenza di un ulteriore fattore di disturbo circadiano, identificato nell’ora legale, in paesi situati alla medesima latitudine.
“Si è visto – commenta Francesco Gasperoni del Dipartimento di Scienze biochimiche e primo nome dello studio – che la presenza della luce nelle ore notturne, associata ad altri fattori legati allo stile di vita, intensifica notevolmente gli effetti negativi. Tali risultati
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confermano la disfunzione del ritmo circadiano alla base dell'eziopatologia della sclerosi multipla”.
Un’ulteriore validazione arriva dall’osservazione delle poliamine, piccole molecole organiche che, fra i vari ruoli, partecipano alla regolazione dell'orologio circadiano, tanto che la loro variazione improvvisa potrebbe desincronizzarlo.
Questa ricerca, supportata dalla Sapienza e dalla Onlus International Polyamines Foundation, rientra nello studio di una nuova applicazione terapeutica che coinvolge l’utilizzazione delle poliamine nella prevenzione di processi neurodegenerativi ed oncologici.
“Considerato che nei soggetti affetti da malattie autoimmuni le poliamine sono presenti in concentrazioni molto elevate – conclude Agostinelli – queste potrebbero essere considerate un ulteriore nuovo target per lo sviluppo di nuove prospettive terapeutiche per la battaglia contro la sclerosi multipla”. Riferimenti: A novel comprehensive paradigm for the etiopathogenesis of multiple sclerosis: therapeutic approaches and future perspectives on its treatment - Gasperoni, F., Turini, P., & Agostinelli, E. - Amino acids 2019, 1-15. DOI 10.1007/s00726-019-02718-1
Info Enzo Agostinelli Dipartimento di Scienze biochimiche “A. Rossi Fanelli”, Sapienza Università di Roma [email protected]
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23 aprile 2019- 15:35
Medicina: studio italiano, ritmo circadianoinfluisce su sclerosi multiplaApre nuove prospettive cliniche, è pubblicato sulla rivista Amino Acids
Roma, 23 apr. (AdnKronos Salute) - Numerosi
studi epidemiologici hanno dimostrato
l’esistenza di singolari variazioni nella
distribuzione geografica della sclerosi
multipla: è ormai accertato che
all'aumentare della latitudine aumenti
anche la prevalenza di questa malattia
autoimmune. Tuttavia, la causa scatenante
di tale diversità fino a oggi è rimasta
sconosciuta. Il nuovo studio coordinato da
Enzo Agostinelli del dipartimento di Scienze
biochimiche A. Rossi Fanelli dell'università
Sapienza di Roma identifica nell'orologio
circadiano il principale fattore coinvolto e
propone un modello eziologico della malattia (che considera cioè anche le cause) coerente sia con
questo fattore geografico, sia con altri parametri quali le variazioni etniche, di sesso o dello stile di
vita. I risultati della ricerca sono pubblicati sulla rivista 'Amino Acids'."L'assunto fondamentale, che ha
portato allo sviluppo del nuovo paradigma - spiega Agostinelli - è che aumentando la latitudine, la
continua e crescente diversità dell'alternanza luce-buio delle giornate desincronizzi gli orologi
circadiani centrali e periferici. Tale alterazione a sua volta può compromettere il sistema immunitario
dell'organismo, innescando l'autoimmunità e, con essa, la sclerosi multipla".La principale caratteristica
degli orologi circadiani è la capacità di rispondere e sincronizzarsi con stimoli ambientali esterni, detti
'zeitgebers' (dal tedesco, zeit = tempo, geber = che dà), primo fra tutti la luce (e dunque l'alternanza
luce-buio), ma anche la temperatura, il cibo e alcuni segnali sociali come variazioni del ritmo sonno-
veglia (jet-lag, ora legale, lavoro notturno). A supporto della propria tesi, i ricercatori hanno evidenziato
una prevalenza della sclerosi multipla 6,35 volte più alta in presenza di un ulteriore fattore di disturbo
circadiano, identificato nell'ora legale, in paesi situati alla medesima latitudine."Si è visto - commenta
Francesco Gasperoni del dipartimento di Scienze biochimiche e primo nome dello studio - che la
presenza della luce nelle ore notturne, associata ad altri fattori legati allo stile di vita, intensifica
notevolmente gli effetti negativi. Tali risultati confermano la disfunzione del ritmo circadiano alla base
dell'eziopatologia della sclerosi multipla".Un'ulteriore validazione arriva dall’osservazione delle
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poliamine, piccole molecole organiche che, fra i vari ruoli, partecipano alla regolazione dell'orologio
circadiano, tanto che la loro variazione improvvisa potrebbe desincronizzarlo. Questa ricerca,
supportata dalla Sapienza e dalla Onlus International Polyamines Foundation, rientra nello studio di
una nuova applicazione terapeutica che coinvolge l’utilizzazione delle poliamine nella prevenzione di
processi neurodegenerativi ed oncologici."Considerato che nei soggetti con malattie autoimmuni le
poliamine sono presenti in concentrazioni molto elevate - conclude Agostinelli - queste potrebbero
essere considerate un ulteriore nuovo target per lo sviluppo di nuove prospettive terapeutiche per la
battaglia contro la sclerosi multipla".
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Il ritmo circadiano in uisce sulla sclerosimultipla
NEUROLOGIA | REDAZIONE DOTTNET| 23/04/2019 17:49
L'alterazione puòcompromettere ilsistema immunitario dell'organismo, innescando l'autoimmunità e, conessa, la sclerosi multipla
Numerosi studiepidemiologicihanno dimostrato l'esistenza di singolarivariazioni nelladistribuzionegeografica dellasclerosi multipla: èormai accertato che all'
aumentare della latitudine aumenti anche la prevalenza di questa malattiaautoimmune. Tuttavia, la causa scatenante di tale diversità fino a oggi è rimastasconosciuta. Il nuovo studio coordinato da Enzo Agostinelli deldipartimento di Scienze biochimiche A. Rossi Fanelli dell' università Sapienza diRoma identifica nell' orologio circadiano il principale fattore coinvolto e proponeun modello eziologico della malattia (che considera cioè anche le cause)coerente sia con questo fattore geografico, sia con altri parametri quali levariazioni etniche, di sesso o dello stile di vita. I risultati della ricerca sonopubblicati sulla rivista 'Amino Acids'.
"L' assunto fondamentale, che ha portato allo sviluppo delnuovo paradigma - spiega Agostinelli - è che aumentando la latitudine, lacontinua e crescente diversità dell' alternanza luce-buio delle giornatedesincronizzi gli orologi circadiani centrali e periferici. Tale alterazione a sua voltapuò compromettere il sistema immunitario dell' organismo, innescando l'autoimmunità e, con essa, la sclerosi multipla". La principale caratteristica degli
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orologi circadiani è la capacità di rispondere e sincronizzarsi con stimoliambientali esterni, detti 'zeitgebers' (dal tedesco, zeit = tempo, geber = che dà),primo fra tutti la luce (e dunque l' alternanza luce-buio), ma anche latemperatura, il cibo e alcuni segnali sociali come variazioni del ritmo sonno-veglia(jet-lag, ora legale, lavoro notturno). A supporto della propria tesi, i ricercatorihanno evidenziato una prevalenza della sclerosi multipla 6,35 volte più alta inpresenza di un ulteriore fattore di disturbo circadiano, identificato nell' ora legale,in paesi situati alla medesima latitudine.
"Si è visto - commenta Francesco Gasperoni del dipartimento di Scienzebiochimiche e primo nome dello studio - che la presenza della luce nelle orenotturne, associata ad altri fattori legati allo stile di vita, intensifica notevolmentegli effetti negativi. Tali risultati confermano la disfunzione del ritmo circadianoalla base dell' eziopatologia della sclerosi multipla". Un' ulteriorevalidazione arriva dall' osservazione delle poliamine, piccole molecole organicheche, fra i vari ruoli, partecipano alla regolazione dell' orologio circadiano, tantoche la loro variazione improvvisa potrebbe desincronizzarlo. Questa ricerca,supportata dalla Sapienza e dalla Onlus International PolyaminesFoundation, rientra nello studio di una nuova applicazione terapeutica checoinvolge l' utilizzazione delle poliamine nella prevenzione di processineurodegenerativi ed oncologici. "Considerato che nei soggetti con malattieautoimmuni le poliamine sono presenti in concentrazioni molto elevate -conclude Agostinelli - queste potrebbero essere considerate un ulteriore nuovotarget per lo sviluppo di nuove prospettive terapeutiche per la battaglia contro lasclerosi multipla".
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Medicina: studio italiano, ritmo circadianoinfluisce su sclerosi multipla 3 ore fa Aggiungi un commento gosalute 407 Views 3 Min. Lettura
Roma, 23 apr. (AdnKronos Salute) – Numerosi studi epidemiologici hanno dimostrato l’esistenza di singolari variazioni nelladistribuzione geogra ca della sclerosi multipla: è ormai accertato che all’aumentare della latitudine aumenti anche laprevalenza di questa malattia autoimmune. Tuttavia, la causa scatenante di tale diversità no a oggi è rimasta sconosciuta. Ilnuovo studio coordinato da Enzo Agostinelli del dipartimento di Scienze biochimiche A. Rossi Fanelli dell’università Sapienzadi Roma identi ca nell’orologio circadiano il principale fattore coinvolto e propone un modello eziologico della malattia (checonsidera cioè anche le cause) coerente sia con questo fattore geogra co, sia con altri parametri quali le variazioni etniche,di sesso o dello stile di vita. I risultati della ricerca sono pubblicati sulla rivista ‘Amino Acids’.
“L’assunto fondamentale, che ha portato allo sviluppo del nuovo paradigma – spiega Agostinelli – è che aumentando lalatitudine, la continua e crescente diversità dell’alternanza luce-buio delle giornate desincronizzi gli orologi circadiani centralie periferici. Tale alterazione a sua volta può compromettere il sistema immunitario dell’organismo, innescandol’autoimmunità e, con essa, la sclerosi multipla”.
La principale caratteristica degli orologi circadiani è la capacità di rispondere e sincronizzarsi con stimoli ambientali esterni,detti ‘zeitgebers’ (dal tedesco, zeit = tempo, geber = che dà), primo fra tutti la luce (e dunque l’alternanza luce-buio), maanche la temperatura, il cibo e alcuni segnali sociali come variazioni del ritmo sonno-veglia (jet-lag, ora legale, lavoro
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“Si è visto – commenta Francesco Gasperoni del dipartimento di Scienze biochimiche e primo nome dello studio – che lapresenza della luce nelle ore notturne, associata ad altri fattori legati allo stile di vita, intensi ca notevolmente gli e ettinegativi. Tali risultati confermano la disfunzione del ritmo circadiano alla base dell’eziopatologia della sclerosi multipla”.
Un’ulteriore validazione arriva dall’osservazione delle poliamine, piccole molecole organiche che, fra i vari ruoli, partecipanoalla regolazione dell’orologio circadiano, tanto che la loro variazione improvvisa potrebbe desincronizzarlo. Questa ricerca,supportata dalla Sapienza e dalla Onlus International Polyamines Foundation, rientra nello studio di una nuova applicazioneterapeutica che coinvolge l’utilizzazione delle poliamine nella prevenzione di processi neurodegenerativi ed oncologici.
“Considerato che nei soggetti con malattie autoimmuni le poliamine sono presenti in concentrazioni molto elevate –conclude Agostinelli – queste potrebbero essere considerate un ulteriore nuovo target per lo sviluppo di nuove prospettiveterapeutiche per la battaglia contro la sclerosi multipla”.
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Roma, 23 apr. (AdnKronos Salute) 15:35
Numerosi studi epidemiologici hannodimostrato l’esistenza di singolariv a r i a z i o n i n e l l a d i s t r i b u z i o n egeografica della sclerosi multipla: èormai accertato che all'aumentaredella latitudine aumenti anche lap r eva l en za d i que s t a ma l a t t i aautoimmune.
Tuttavia, la causa scatenante di tale diversità fino a oggi è rimastasconosciuta.
Il nuovo studio coordinato da Enzo Agostinelli del dipartimento diScienze biochimiche A.
Rossi Fanelli dell'università Sapienza di Roma identifica nell'orologiocircadiano il principale fattore coinvolto e propone un modelloeziologico della malattia (che considera cioè anche le cause) coerentesia con questo fattore geografico, sia con altri parametri quali levariazioni etniche, di sesso o dello stile di vita.
I risultati della ricerca sono pubblicati sulla rivista 'Amino Acids'."L'assunto fondamentale, che ha portato allo sviluppo del nuovoparadigma - spiega Agostinelli - è che aumentando la latitudine, lacontinua e crescente diversità dell'alternanza luce-buio delle giornatedesincronizzi gli orologi circadiani centrali e periferici.
Tale alterazione a sua volta può compromettere il sistema immunitariodell'organismo, innescando l'autoimmunità e, con essa, la sclerosimultipla". La principale caratteristica degli orologi circadiani è lacapacità di rispondere e sincronizzarsi con stimoli ambientali esterni,detti 'zeitgebers' (dal tedesco, zeit = tempo, geber = che dà), primofra tutti la luce (e dunque l'alternanza luce-buio), ma anche latemperatura, il cibo e alcuni segnali sociali come variazioni del ritmosonno-veglia (jet-lag, ora legale, lavoro notturno).
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A supporto della propria tesi, i ricercatori hanno evidenziato unaprevalenza della sclerosi multipla 6,35 volte più alta in presenza di unulteriore fattore di disturbo circadiano, identificato nell'ora legale, inpaesi situati alla medesima latitudine. "Si è visto - commentaFrancesco Gasperoni del dipartimento di Scienze biochimiche e primonome dello studio - che la presenza della luce nelle ore notturne,associata ad altr i fattori legati al lo st i le di vita, intensif icanotevolmente gli effetti negativi.
Tali risultati confermano la disfunzione del ritmo circadiano alla basedell'eziopatologia della sclerosi multipla". Un'ulteriore validazionearriva dall’osservazione delle poliamine, piccole molecole organicheche, fra i vari ruoli, partecipano alla regolazione dell'orologiocircadiano, tanto che la loro variazione improvvisa potrebbedesincronizzarlo.
Questa ricerca, supportata dalla Sapienza e dalla Onlus InternationalPolyamines Foundation, rientra nello studio di una nuova applicazioneterapeutica che coinvolge l’utilizzazione delle poliamine nellaprevenzione di processi neurodegenerativi ed oncologici. "Consideratoche nei soggetti con malattie autoimmuni le poliamine sono presentiin concentrazioni molto elevate - conclude Agostinelli - questepotrebbero essere considerate un ulteriore nuovo target per losviluppo di nuove prospettive terapeutiche per la battaglia contro lasclerosi multipla".
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Numerosi studi epidemiologici hanno dimostratol’esistenza di singolari variazioni nella distribuzionegeografica della prevalenza della sclerosi multipla(SM): è ormai accertato che all’aumentare dellalatitudine aumenti anche la prevalenza di questam a l a t t i a a u t o i m m u n e . T u t t a v i a , l a c a u s ascatenante di tale diversità fino a oggi è rimastasconosciuta.Il nuovo studio coordinato da Enzo Agostinelli delDipartimento di Scienze biochimiche A. Rossi Fanelli
della Sapienza identifica nell’orologio circadiano il principale fattore coinvolto e propone un modelloeziologico della malattia (che considera cioè anche le cause) coerente sia con questo fattoregeografico, sia con altri parametri quali le variazioni etniche, di sesso o dello stile di vita. I risultatidella ricerca sono stati pubblicati sulla rivista della “L’assunto fondamentale, che ha portato allo sviluppo del nuovo paradigma, – spiega EnzoAgostinelli – è che aumentando la latitudine, la continua e crescente diversità dell’alternanza luce-buio delle giornate desincronizzi gli orologi circadiani centrali e periferici. Tale alterazione a sua voltapuò compromettere il sistema immunitario dell'organismo, innescando l'autoimmunità e, con essa, lasclerosi multipla”.La principale caratteristica degli orologi circadiani è la capacità di rispondere e sincronizzarsi constimoli ambientali esterni, detti “zeitgebers” (dal tedesco, = tempo, = che dà), primo fratutti la luce (e dunque l’alternanza luce-buio), ma anche la temperatura, il cibo e alcuni segnali socialicome variazioni del ritmo sonno-veglia (jet-lag, ora legale, lavoro notturno). A supporto della propria tesi, i ricercatori hanno evidenziato una prevalenza della sclerosi multipla6,35 volte più alta in presenza di un ulteriore fattore di disturbo circadiano, identificato nell’ora legale,in paesi situati alla medesima latitudine. “Si è visto – commenta Francesco Gasperoni del Dipartimento di Scienze biochimiche e primo nomedello studio – che la presenza della luce nelle ore notturne, associata ad altri fattori legati allo stile divita, intensifica notevolmente gli effetti negativi. Tali risultati confermano la disfunzione del ritmocircadiano alla base dell'eziopatologia della sclerosi multipla”. Un’ulteriore validazione arriva dall’osservazione delle poliamine, piccole molecole organiche che, fra ivari ruoli, partecipano alla regolazione dell'orologio circadiano, tanto che la loro variazioneimprovvisa potrebbe desincronizzarlo. Questa ricerca, supportata dalla Sapienza e dalla Onlus International Polyamines Foundation, rientranello studio di una nuova applicazione terapeutica che coinvolge l’utilizzazione delle poliamine nellaprevenzione di processi neurodegenerativi ed oncologici.“Considerato che nei soggetti affetti da malattie autoimmuni le poliamine sono presenti inconcentrazioni molto elevate – conclude Agostinelli – queste potrebbero essere considerate unulteriore nuovo target per lo sviluppo di nuove prospettive terapeutiche per la battaglia contro lasclerosi multipla”.
Fonte: Ufficio Stampa Sapienza Università di Roma
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Numerosi studi epidemiologici hanno dimostrato l’esistenza di singolari variazioni nella
distribuzione geografica della prevalenza della sclerosi multipla (SM): è ormai
accertato che all’aumentare della latitudine aumenti anche la prevalenza di questa
malattia autoimmune. Tuttavia, la causa scatenante di tale diversità fino a oggi è rimasta
sconosciuta.
Il nuovo studio coordinato da Enzo Agostinelli del Dipartimento di Scienze biochimiche A.
Rossi Fanelli dell’Università Sapienza di Roma identifica nell’orologio circadiano il
principale fattore coinvolto e propone un modello eziologico della malattia (che
considera cioè anche le cause) coerente sia con questo fattore geografico, sia con altri
parametri quali le variazioni etniche, di sesso o dello stile di vita. I risultati della ricerca
sono stati pubblicati sulla rivista Amino Acids della Springer-Verlag GmbH.
«L’assunto fondamentale che ha portato allo sviluppo del nuovo paradigma – spiega
Enzo Agostinelli – è che aumentando la latitudine, la continua e crescente diversità
dell’alternanza luce-buio delle giornate desincronizzi gli orologi circadiani centrali e
periferici. Tale alterazione a sua volta può compromettere il sistema immunitario
dell’organismo, innescando l’autoimmunità e, con essa, la sclerosi multipla».
LEGGI ANCHE: SCLEROSI MULTIPLA, GIANCARLO COMI (NEUROLOGO):
«DISPONIBILE IL PRIMO TRATTAMENTO ORALE PER LA FORMA RECIDIVANTE»
La principale caratteristica degli orologi circadiani è la capacità di rispondere e
sincronizzarsi con stimoli ambientali esterni, detti “zeitgebers” (dal tedesco, zeit = tempo,
geber = che dà), primo fra tutti la luce (e dunque l’alternanza luce-buio), ma anche la
temperatura, il cibo e alcuni segnali sociali come variazioni del ritmo sonno-veglia (jet-
lag, ora legale, lavoro notturno).
A supporto della propria tesi, i ricercatori hanno evidenziato una prevalenza della
sclerosi multipla 6,35 volte più alta in presenza di un ulteriore fattore di disturbo
circadiano, identificato nell’ora legale, in Paesi situati alla medesima latitudine.
«Si è visto – commenta Francesco Gasperoni del Dipartimento di Scienze biochimiche
e primo nome dello studio – che la presenza della luce nelle ore notturne, associata
ad altri fattori legati allo stile di vita, intensifica notevolmente gli effetti negativi. Tali
risultati confermano la disfunzione del ritmo circadiano alla base dell’eziopatologia della
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sclerosi multipla».
Un’ulteriore validazione arriva dall’osservazione delle poliamine, piccole molecole
organiche che, fra i vari ruoli, partecipano alla regolazione dell’orologio circadiano, tanto
che la loro variazione improvvisa potrebbe desincronizzarlo.
Questa ricerca, supportata dalla Sapienza e dalla Onlus International Polyamines
Foundation, rientra nello studio di una nuova applicazione terapeutica che coinvolge
l’utilizzazione delle poliamine nella prevenzione di processi neurodegenerativi ed
oncologici.
«Considerato che nei soggetti affetti da malattie autoimmuni le poliamine sono presenti
in concentrazioni molto elevate – conclude Agostinelli – queste potrebbero essere
considerate un ulteriore nuovo target per lo sviluppo di nuove prospettive
terapeutiche per la battaglia contro la sclerosi multipla».
LEGGI ANCHE: RITMI CIRCADIANI, ALIMENTAZIONE E MICROBIOTA
INTESTINALE: TRASCURARLI AUMENTA IL RISCHIO DI MALATTIE
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Medicina: studio italiano, ritmo circadianoinfluisce su sclerosi multipla
di Adnkronos
Roma, 23 apr. (AdnKronos Salute) - Numerosi studi epidemiologici hanno
dimostrato l’esistenza di singolari variazioni nella distribuzione geografica della
sclerosi multipla: è ormai accertato che all'aumentare della latitudine aumenti
anche la prevalenza di questa malattia autoimmune. Tuttavia, la causa scatenante
di tale diversità fino a oggi è rimasta sconosciuta. Il nuovo studio coordinato da
Enzo Agostinelli del dipartimento di Scienze biochimiche A. Rossi Fanelli
dell'università Sapienza di Roma identifica nell'orologio circadiano il principale
fattore coinvolto e propone un modello eziologico della malattia (che considera
cioè anche le cause) coerente sia con questo fattore geografico, sia con altri
parametri quali le variazioni etniche, di sesso o dello stile di vita. I risultati della
ricerca sono pubblicati sulla rivista 'Amino Acids'. "L'assunto fondamentale, che ha
portato allo sviluppo del nuovo paradigma - spiega Agostinelli - è che aumentando
la latitudine, la continua e crescente diversità dell'alternanza luce-buio delle
giornate desincronizzi gli orologi circadiani centrali e periferici. Tale alterazione a
sua volta può compromettere il sistema immunitario dell'organismo, innescando
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l'autoimmunità e, con essa, la sclerosi multipla". La principale caratteristica degli
orologi circadiani è la capacità di rispondere e sincronizzarsi con stimoli ambientali
esterni, detti 'zeitgebers' (dal tedesco, zeit = tempo, geber = che dà), primo fra tutti la
luce (e dunque l'alternanza luce-buio), ma anche la temperatura, il cibo e alcuni
segnali sociali come variazioni del ritmo sonno-veglia (jet-lag, ora legale, lavoro
notturno). A supporto della propria tesi, i ricercatori hanno evidenziato una
prevalenza della sclerosi multipla 6,35 volte più alta in presenza di un ulteriore
fattore di disturbo circadiano, identificato nell'ora legale, in paesi situati alla
medesima latitudine. "Si è visto - commenta Francesco Gasperoni del dipartimento
di Scienze biochimiche e primo nome dello studio - che la presenza della luce nelle
ore notturne, associata ad altri fattori legati allo stile di vita, intensifica
notevolmente gli effetti negativi. Tali risultati confermano la disfunzione del ritmo
circadiano alla base dell'eziopatologia della sclerosi multipla". Un'ulteriore
validazione arriva dall’osservazione delle poliamine, piccole molecole organiche
che, fra i vari ruoli, partecipano alla regolazione dell'orologio circadiano, tanto che la
loro variazione improvvisa potrebbe desincronizzarlo. Questa ricerca, supportata
dalla Sapienza e dalla Onlus International Polyamines Foundation, rientra nello
studio di una nuova applicazione terapeutica che coinvolge l’utilizzazione delle
poliamine nella prevenzione di processi neurodegenerativi ed oncologici.
"Considerato che nei soggetti con malattie autoimmuni le poliamine sono presenti
in concentrazioni molto elevate - conclude Agostinelli - queste potrebbero essere
considerate un ulteriore nuovo target per lo sviluppo di nuove prospettive
terapeutiche per la battaglia contro la sclerosi multipla".
23 aprile 2019
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Medicina: studio italiano, ritmo circadianoinfluisce su sclerosi multiplaApre nuove prospettive cliniche, è pubblicato sulla rivista Amino Acids
Salute
Redazione24 aprile 2019 03:40
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R oma, 23 apr. (AdnKronos Salute) - Numerosi studi epidemiologici hanno
dimostrato l’esistenza di singolari variazioni nella distribuzione
geografica della sclerosi multipla: è ormai accertato che all'aumentare della
latitudine aumenti anche la prevalenza di questa malattia autoimmune.
Tuttavia, la causa scatenante di tale diversità fino a oggi è rimasta sconosciuta.
Il nuovo studio coordinato da Enzo Agostinelli del dipartimento di Scienze
biochimiche A. Rossi Fanelli dell'università Sapienza di Roma identifica
nell'orologio circadiano il principale fattore coinvolto e propone un modello
eziologico della malattia (che considera cioè anche le cause) coerente sia con
questo fattore geografico, sia con altri parametri quali le variazioni etniche, di
sesso o dello stile di vita. I risultati della ricerca sono pubblicati sulla rivista
'Amino Acids'.
"L'assunto fondamentale, che ha portato allo sviluppo del nuovo paradigma -
spiega Agostinelli - è che aumentando la latitudine, la continua e crescente
diversità dell'alternanza luce-buio delle giornate desincronizzi gli orologi
circadiani centrali e periferici. Tale alterazione a sua volta può compromettere
il sistema immunitario dell'organismo, innescando l'autoimmunità e, con essa,
la sclerosi multipla".
La principale caratteristica degli orologi circadiani è la capacità di rispondere e
sincronizzarsi con stimoli ambientali esterni, detti 'zeitgebers' (dal tedesco, zeit
= tempo, geber = che dà), primo fra tutti la luce (e dunque l'alternanza luce-
buio), ma anche la temperatura, il cibo e alcuni segnali sociali come variazioni
del ritmo sonno-veglia (jet-lag, ora legale, lavoro notturno). A supporto della
propria tesi, i ricercatori hanno evidenziato una prevalenza della sclerosi
multipla 6,35 volte più alta in presenza di un ulteriore fattore di disturbo
circadiano, identificato nell'ora legale, in paesi situati alla medesima latitudine.
Medicina: studio italiano, ritmo circadiano influisce su sclerosi multipla
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"Si è visto - commenta Francesco Gasperoni del dipartimento di Scienze
biochimiche e primo nome dello studio - che la presenza della luce nelle ore
notturne, associata ad altri fattori legati allo stile di vita, intensifica
notevolmente gli effetti negativi. Tali risultati confermano la disfunzione del
ritmo circadiano alla base dell'eziopatologia della sclerosi multipla".
Un'ulteriore validazione arriva dall’osservazione delle poliamine, piccole
molecole organiche che, fra i vari ruoli, partecipano alla regolazione
dell'orologio circadiano, tanto che la loro variazione improvvisa potrebbe
desincronizzarlo. Questa ricerca, supportata dalla Sapienza e dalla Onlus
International Polyamines Foundation, rientra nello studio di una nuova
applicazione terapeutica che coinvolge l’utilizzazione delle poliamine nella
prevenzione di processi neurodegenerativi ed oncologici.
"Considerato che nei soggetti con malattie autoimmuni le poliamine sono
presenti in concentrazioni molto elevate - conclude Agostinelli - queste
potrebbero essere considerate un ulteriore nuovo target per lo sviluppo di
nuove prospettive terapeutiche per la battaglia contro la sclerosi multipla".
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B E N E S S E R E SALUTE E PREVENZIONE.
All’aumentare della latitudine aumenta anche la prevalenza della sclerosimultipla. Se questo punto di partenza è accertato da diverse indagini,nessuno aveva però indagato le cause scatenanti di tale diversità didistribuzione geografica di questa grave malattia autoimmune.
Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Amino Acids della Springer-VerlagGmbH e coordinato da Enzo Agostinelli del dipartimento di Scienzebiochimiche A. Rossi Fanelli dell’università La Sapienza di Roma, identificaora nell’orologio circadiano il principale fattore coinvolto nell’insorgenza.
Un nuovo studio della Sapienza di Roma lo identificacome il principale fattore coinvolto nell'insorgenzainsieme ad altri elementi che possono mandarlo in tiltcome latitudine, temperatura, alimentazione
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E propone un modello eziologico della malattia (che considera cioè anchele cause) coerente sia con il fattore geografico già individuato che con altriparametri quali le variazioni etniche, di sesso o dello stile di vita.
«L’assunto fondamentale, che ha portato allo sviluppo del nuovoparadigma – spiega Agostinelli – è che aumentando la latitudine, la continuae crescente diversità dell’alternanza luce-buio delle giornate desincronizzigli orologi circadiani centrali e periferici. Tale alterazione a sua volta puòcompromettere il sistema immunitario dell’organismo, innescandol’autoimmunità e, con essa, la sclerosi multipla».
In effetti la principale caratteristica degli orologi circadiani è quella dirispondere e sincronizzarsi agli stimoli ambientali esterni, gli «zeitgebers».Anzitutto la luce, cioè l’alternanza luce-buio, ma anche altri fattori cometemperatura, alimentazione e alcuni altri elementi come le variazioni delritmo sonno-veglia. Dal jet-lag all’ora legale fino agli impieghi notturni.
A quanto pare, i ricercatori italiani hanno individuato una prevalenza dellasclerosi multipla 6,35 volte più elevata in presenza di un ulteriore fattore didisturbo circadiano, identificato nell’ora legale, in Paesi situati allamedesima latitudine. «Si è visto – commenta Francesco Gasperoni deldipartimento di Scienze biochimiche e primo nome dello studio – che lapresenza della luce nelle ore notturne, associata ad altri fattori legati allostile di vita, intensifica notevolmente gli effetti negativi. Tali risultaticonfermano la disfunzione del ritmo circadiano alla base dell’eziopatologiadella sclerosi multipla».
Altro elemento che ha contribuito a validare i risultati dello studio,l’osservazione delle poliamine. Si tratta di piccole molecole organiche che,fra i vari ruoli, partecipano alla regolazione dell’orologio circadiano: la lorovariazione improvvisa potrebbe in pratica mandarlo in tilt, portando fra lepossibili conseguenze di questa asincronia anche la sclerosi multipla.
L’indagine, supportata dalla Sapienza e dalla Onlus InternationalPolyamines Foundation, rientra nello studio di una nuova applicazioneterapeutica che coinvolge proprio l’uso delle poliamine nella prevenzione diprocessi neurodegenerativi ed oncologici: «Considerato che nei soggettiaffetti da malattie autoimmuni le poliamine sono presenti in concentrazionimolto elevate – conclude Agostinelli – queste potrebbero essere considerateun ulteriore nuovo target per lo sviluppo di nuove prospettiveterapeutiche per la battaglia contro la sclerosi multipla».
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Adnkronos
23 Apr 2019 15:35 CEST
Medicina: studio italiano, ritmocircadiano in uisce su sclerosimultiplaApre nuove prospettive cliniche, è pubblicato sulla rivista Amino Acids
Roma, 23 apr. (AdnKronos Salute) – Numerosi studi epidemiologici hanno
dimostrato l’esistenza di singolari variazioni nella distribuzione geografica della
sclerosi multipla: è ormai accertato che all’aumentare della latitudine aumenti anche
la prevalenza di questa malattia autoimmune. Tuttavia, la causa scatenante di tale
diversità fino a oggi è rimasta sconosciuta. Il nuovo studio coordinato da Enzo
Agostinelli del dipartimento di Scienze biochimiche A. Rossi Fanelli dell’università
Sapienza di Roma identifica nell’orologio circadiano il principale fattore coinvolto e
propone un modello eziologico della malattia (che considera cioè anche le cause)
coerente sia con questo fattore geografico, sia con altri parametri quali le variazioni
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etniche, di sesso o dello stile di vita. I risultati della ricerca sono pubblicati sulla
rivista ‘Amino Acids’.
“L’assunto fondamentale, che ha portato allo sviluppo del nuovo paradigma – spiega
Agostinelli – è che aumentando la latitudine, la continua e crescente diversità
dell’alternanza luce-buio delle giornate desincronizzi gli orologi circadiani centrali e
periferici. Tale alterazione a sua volta può compromettere il sistema immunitario
dell’organismo, innescando l’autoimmunità e, con essa, la sclerosi multipla”.
La principale caratteristica degli orologi circadiani è la capacità di rispondere e
sincronizzarsi con stimoli ambientali esterni, detti ‘zeitgebers’ (dal tedesco, zeit =
tempo, geber = che dà), primo fra tutti la luce (e dunque l’alternanza luce-buio), ma
anche la temperatura, il cibo e alcuni segnali sociali come variazioni del ritmo
sonno-veglia (jet-lag, ora legale, lavoro notturno). A supporto della propria tesi, i
ricercatori hanno evidenziato una prevalenza della sclerosi multipla 6,35 volte più
alta in presenza di un ulteriore fattore di disturbo circadiano, identificato nell’ora
legale, in paesi situati alla medesima latitudine.
“Si è visto – commenta Francesco Gasperoni del dipartimento di Scienze
biochimiche e primo nome dello studio – che la presenza della luce nelle ore
notturne, associata ad altri fattori legati allo stile di vita, intensifica notevolmente gli
effetti negativi. Tali risultati confermano la disfunzione del ritmo circadiano alla base
dell’eziopatologia della sclerosi multipla”.
Un’ulteriore validazione arriva dall’osservazione delle poliamine, piccole molecole
organiche che, fra i vari ruoli, partecipano alla regolazione dell’orologio circadiano,
tanto che la loro variazione improvvisa potrebbe desincronizzarlo. Questa ricerca,
supportata dalla Sapienza e dalla Onlus International Polyamines Foundation, rientra
nello studio di una nuova applicazione terapeutica che coinvolge l’utilizzazione delle
poliamine nella prevenzione di processi neurodegenerativi ed oncologici.
“Considerato che nei soggetti con malattie autoimmuni le poliamine sono presenti in
concentrazioni molto elevate – conclude Agostinelli – queste potrebbero essere
considerate un ulteriore nuovo target per lo sviluppo di nuove prospettive
terapeutiche per la battaglia contro la sclerosi multipla”.
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