Scautismo in Liguria 39 Giugno-Luglio 2016

36
ScautismoinLiguria 24 Poste Italiane spa - Spedizione in A.P. DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB Genova N° 39/anno X - Giugno/Luglio 4 35 Speciale Dona Un viaggio nella Jungla al cinema Cent'anni di scautismo a Sampierdarena Noi, ora.

description

Scautismo in Liguria Periodico di proprietà dell’Agesci Liguria Vico Falamonica 1/10 16121 Genova http://www.liguria.agesci.it

Transcript of Scautismo in Liguria 39 Giugno-Luglio 2016

ScautismoinLiguria

24Poste Italiane spa - Spedizione in A.P. DL 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB GenovaN° 39/anno X - Giugno/Luglio

4 35

SpecialeDona

Un viaggionella Junglaal cinema

Cent'annidi scautismo a Sampierdarena

Noi, ora.

Hanno collaborato: Emanuele Alboini, Luca Lottero, Luca Frisone, Eleonora Sodano, Filippo Guiglia, Paola Stroppiana, Massimiliano Costa, Martina Isoleri, Marcella Moreno, Cinzia Sanna, Marco Rivara, Alessandro Denicolai, Michela Mazzoccoli, Alessandro Costanzo De Castro, Matteo BuffaImpaginazione: www.gooocom.itStampa: Pixartprinting SpaFinito di impaginare il 20 giugno 2016La tiratura di questo numero é stata di 1300 copie.

Scautismo in LiguriaPeriodico di proprietà dell’Agesci LiguriaVico Falamonica 1/10 16123 GenovaTel. 010.247.44.04 - Fax 010.247.43.08

Aut. del Tribunale n. 23 del 5 novembre 2004

Direttore ResponsabileGiuseppe Viscardi

DirettoreFrancesco Bavassano

Redazione:Carlo Barbagelata, Stefano Barberis, Daniele Boeri, Andrea Borneto, Stefano Celentano, Giorgio Costa, Stefania Dodero, Doris Fresco.

Grazie a te e al comitato regionale per la fiducia. Grazie mille anche a Carlo, dell’agenzia Gooocom, che continua a offrirci un servizio di altissima qualità.

3 fatti su questo numero:

• Festeggiamo l'elezione della “nostra” Dona a Capo Guida con un ampio speciale.

• Troviamo gli articoli di nuovi capi interessati alla redazione di SIL come Andrea, Doris ed Emanuele (continuate a contattarci!).

• Novità! Introduciamo l'indice.

Buona lettura :)

Francesco

Noi, ora.Inizio questo nuovo servizio con due parole.

Ora. Vorrei che SIL sia fresco e attuale, poco autoreferenziale, vicino ai capi e alle zone.Che sia letto da tanti!

Noi. Come segno di una società di relazioni alternativa all'individualismo. Come l'orgoglio di essere scout, che sia sempre un valore aggiunto e mai una gabbia. Noi, la comunità dei capi liguri che si ritrova volentieri alle assemblee e per gli eventi e magari sorride leggendo SIL.

Grazie Emanuela! Hai curato SIL come uno dei tuoi fiori, con costanza e attenzione, facendolo crescere e diventare sempre più ricco e apprezzato. Mentre mi districo tra le decine di mail e le scadenze, seguo la tua traccia.

editoriale

La redazione

Pag. 9Una promessa lunga cent'anni

Pag. 11Bottega di dis-abilità: voceai ragazzi!!!

pag. 13 Corso ANPAS-Agesci

Passato prossimo

Pag. 15Partecipazione RS

pag. 17A Genova, appuntamen-to a Settembre per il Congresso Eucaristico Nazionale

Futuro semplice

Fare scautismo

pag. 24Cent'anni di scautismoa Sampierdarena

pag. 27Esperimentie passi dicomunicazione RS

Zoom Liguria

pag. 18La cambusa spendendo (poco) di più, ma meglio: una scelta etica e politica

pag. 20Un 25 Aprile di Libertàe Responsabilità

pag. 22Iabbok,una proposta di rilettura

pag. 4Speciale Dona!

Speciale

pag. 28A day in the life,Matteo:Akela di 22 anni

Scout chi legge!

pag. 30ll libro della Giungla.Un viaggio nella Giungla al cinema

Educare è un'arte

pag. 32Laudato Sì

Spiritualità scout

pag. 34ll futuro di Vara,la base scout più grande d'Italia

Bacheca

Indice

4

Credo che “sorella maggiore” riassuma bene il ruolo che con umiltà e semplicità hai svolto in questi anni, negli scout come nella vita: in reparto e in branco, lasciando le redini ai capi più giovani, nei foulard bianchi, nell’amicizia, pronta ad aiutarci a ricomporre i pezzi del puzzle dopo un po’ di sana “morale diretta” (cit.). Uno dei più importanti impegni di questi due anni ha riguardato la costruzione del “Riparo Rinaldo” a Vara.

Speciale Dona Speciale Dona Speciale Dona Speciale Dona Speciale

Se c’è una cosa che la nuova capo guida odia è leggere articoli mielosi su di lei… Allora bisogna impostare diversamente la questione: mi permetto, sulla base della lunga conoscenza e dell'incarico condiviso di responsabile regionale, di suggerirle alcuni consigli per il suo nuovo futuro servizio a vantaggio dell’associazione.

Cara Dona, prima di tutto porta anche ai livelli alti – dove apparentemente tutto è più freddo, efficiente e distaccato – la tua innata capacità di relazione e di attenzione alle persone. Tante volte abbiamo riflettuto come sia più importante la strada fatta insieme e la condivisione del percorso piuttosto che il risultato! Siamo cresciuti in una regione ove è naturale – anche nella franca discussione e nel dissenso - il gioco di squadra.

Ma dietro sappiamo che c’è di più: c’è tutta la fatica del “dopo Rinaldo”, c’è tutto l’impegno per portare avanti insieme la sua testimonianza.

E tu Dona hai preso in mano questa responsabilità, trascinando un po’ anche noi. Ti abbiamo visto a volte stanca e arrabbiata, ma sempre pronta costruire, pezzo su pezzo, questo riparo. Riparo per riposarsi un po’ dalla fatica, riparo quindi da cui ripartire, non rifugio sicuro nel quale nascondersi. E ora ti prepari a questo nuovo servizio. Sicuramente ti vedremo arrabbiarti contro qualcuno che proprio non ti va giù, ti vedremo soddisfatta per ciò che è andato bene, ti vedremo concentrata a preparare un momento di preghiera particolarmente curato prima di un incontro importante. Ciò che importa è che siamo certe che quell’ “I CARE” imparato sulle strade di Barbiana, lo porterai su mille strade diverse. E noi saremo qui ad aspettarti, magari ripensando al Riparo Rinaldo (o alla Grotta di Lourdes) e, quasi certamente, con una bottiglia di vino da aprire.

Martina e Marcella

Cerca di portare tale spirito anche nelle alte sfere!

Porta poi con te il dono della profezia: la capacità di alzare lo sguardo e intuire il futuro. Il tuo nuovo ruolo è un osservatorio privilegiatissimo sull’associazione e sui suoi mille aspetti. Prega, ascolta, osserva e invitaci ancora una volta a sognare il migliore futuro possibile per la generazione di bambini/e e ragazzi/e che oggi vivono la grande avventura dello scautismo!

Buona strada,

Filippo

5

A dire il vero, non mi ricordo proprio bene in quale anno abbiamo fatto il primo CFA insieme Dona ed io. Credo fosse il novembre 2008. Certamente l’avevamo chiamata in staff perché avevamo bisogno di inserire una figura femminile di esperienza.

Già fin dal primo campo mi ha colpito che fosse pronta ad assumere qualsiasi incarico fosse necessario, anche i più noiosi, anche i meno “nobili”. Questa, credo, sia una delle caratteristiche più belle e preziose di Donatella: la capacità di servire là dove c’è bisogno, senza star tanto a pensare, senza mai tirarsi indietro. Questa mi pare la cifra che ha saputo anche trasmettere a tutti i capi che hanno fatto servizio nello ONETEAM della Route Nazionale, dove abbiamo visto persone spendersi per qualsiasi incarico, anche i più umili, anche in turni ripetuti, con allegria e semplicità.

Donatella è poi diventata in staff una figura di riferimento, per le competenze associative e di metodo, per l’impegno associativo, per la capacità di portare innovazione - nella fedeltà - agli stili e ai significati del campo, per la passione, già coltivata personalmente, per la figura di don Lorenzo Milani, che è centrale per il nostro campo.

Speciale Dona Speciale Dona Speciale Dona Speciale Dona Speciale

Più di me Donatella ha la capacità di andare incontro alle persone, di accoglierle così come sono, di partecipare anche emotivamente al vissuto degli altri, di vedere il bene nelle persone e negli eventi che accadono.

Ci siamo scoperte in grande sintonia sul modo di vivere la vita di fede e sul significato del servizio come dono di sé.

Dallo scorso anno è diventata capo campo: da tempo mi raccontava il sogno di portare un CFA in Liguria, di dare la possibilità ai capi di percorrere i sentieri dei partigiani, di incontrare l’impegno civile di Sandro Pertini e la fede di Chiara Luce Badano. Perderla in staff non è stato indolore, ma sono felice che, insieme a Fabrizio, abbia potuto realizzare un progetto bello che, ne sono certa, porta nel DNA un pezzetto del campo di Barbiana.

Se ho perso Donatella come Assistant, non l’ho certamente persa come amica e oggi sono davvero felice che sia diventata la mia Capo Guida: sarà un’esperienza di servizio impegnativa ma bellissima e, senza dubbio, il suo stile saprà permeare la nostra Associazione e cambiarla in meglio.

Buona strada, Dona!

Paola Stroppiana

6

Ci siamo un po’ sentiti gli indegni Capi Gruppo di una Co.Ca. di 1.000 capi, cui l’Associazione aveva affidato 30.000 ragazzi. In realtà ero il suo vice, ma Dona ha saputo farmi sentire sempre al suo passo. Abbiamo fatto coppia fissa per 10 giorni, tanto che mi onoro di essere stato bollato come il “Toy Boy della Dona” e lo annovero con orgoglio nel mio curriculum associativo. Nel messaggio inviato ai capi One Team prima della Route avevamo chiesto loro di declinare il “coraggio di servire” in due modi: come “coraggio della fatica” e “coraggio dell’umiltà”.

Sono certo che, da Capo Gruppo di una Co.Ca. di 30.000 capi cui sono affidati 150.000 ragazzi, la Capo Guida Dona saprà camminare su questa strada di coraggio dando tutto il suo meglio e anche qualcosa in più.

Alessandro Costanzo De Castro

perché ogni ritaglio di tempo è buono per studiare il racconto: una Bagheera un po’ speciale, ma di un servizio umile, bello, a volte faticoso, che Dona affronta sempre con le sue “prede” chiare nella testa.

E di sicuro, anche nelle sue nuove vesti, porterà il Branco nel cuore, perché sul prato di Bracciano avrà sempre un pensiero per il lupetto con il fazzolettone che si srotola quando corre, per quello trionfante che ha appena conquistato la specialità o per quello che alle VdB lo spazzolino nello zaino proprio non lo trova.

Cinzia Sanna

“Ciao, sono Dona. Senti ci sarebbe da organizzare il servizio per la Route Nazionale. Mi daresti una mano?”. Siamo a fine 2013 quando arriva questa telefonata… preludio di uno dei più entusiasmanti pasticci in cui mi sia mai cacciato!

Inizia così un lungo anno di e per il One Team, che ci ha portati dritti a San Rossore, a quei giorni di gioia insaporita dalla fatica. Che fosse da affondare nella rumenta o da sostenere difficili riunioni, Dona c’era sempre ed era sempre la stessa, con il suo stile diretto e semplice, severo quando serve, dolce quando è il momento.

Insieme ci siamo più volte commossi, qualche volta tanto arrabbiati, qualche altra abbiamo ceduto alla stanchezza. Abbiamo condiviso la bellezza di un servizio a stretto contatto con Capi straordinari per grinta e cuore.

Passano gli anni, questo è vero, ma non passa il sorriso. È forse questa la frase che meglio riassume la presenza di Donatella in Comunità Capi e al servizio del suo lupetto, il Branco “Rocca del Sole” di Tovo San Giacomo. Molti la conoscono come capo solido e capace, ma non tutti hanno la fortuna di vivere con lei l’esperienza del servizio insieme ai bambini e vedere i suoi occhi sempre sorridenti di gioia, di quella che supera la stanchezza, perché riflettono gli sguardi curiosi e felici dei bambini.

Un vortice d’idee sempre nuove accompagna il suo entusiasmo, la chitarra sulle spalle, il libro delle storie di Mowgli portato un po’ ovunque,

Speciale Dona Speciale Dona Speciale Dona Speciale Dona Speciale

7

Speciale Dona Speciale Dona Speciale Dona Speciale Dona Speciale Cosa si prova a essere eletta Capo Guida? Hai acquisito qualche superpotere =)?Al Consiglio Generale ho provato una grande emozione, un senso d’importante responsabilità nei confronti dell'Associazione cui sono molto affezionata, poi una bella sensazione di condivisione sulla mia candidatura da parte di molte, praticamente tutte le Regioni, il miglior incipit al mio servizio. Certamente non ho acquisito superpoteri, se fossero necessari, non sarei la persona giusta... Credo tuttavia che non servano, anzi serve "normalità" nell'impegno e nell'abnegazione al servizio: nulla di più e nulla di meno di quelle che servono per fare bene il proprio servizio con i ragazzi (ad oggi sono capo branco e quindi... So di cosa sto parlando...)

Te lo saresti aspettato? Quando hai iniziato a pensarci sul serio? 

Sono entrata in AGESCI in Noviziato ed ho sempre avuto l'impressione che me ne mancasse un pezzo, anche se poi ho fatto 6 + 2 anni di EG come capo. Poi la mia vita scout è decorsa di servizio in servizio sulla base delle richieste che mi venivano fatte. Così mi sono capitate tutte le cose... Quasi per caso, figuriamoci se potevo aspettarmi di diventare Capo Guida. La prima volta che qualcuno me lo ha chiesto un po’ "sul serio" è stato in occasione dell'Udienza con Papa Francesco del Giugno 2016: varie persone mi avevano chiesto di pensarci e così ho fatto, e quando il Comitato Nazionale ed i Presidenti mi hanno chiesto la disponibilità è arrivato il Sì, che peraltro è il nodo del mio attuale Progetto del Capo. 

Ci spieghi in breve il tuo ruolo: cosa dovrai fare, chi "dovrai essere"?Capo Scout e Capo Guida sono i garanti dello Statuto e presiedono congiuntamente l'Associazione (mentre i Presidenti del Comitato Nazionale che è l'organo esecutivo ne sono i rappresentanti legali); costituiscono l'unico organo associativo che ha un proprio collegio e si interfacciano sia con l'interno (dai ragazzi, ai capi, alle zone, etc.) sia con l'esterno. Chi dovrò essere è la risposta più facile: dovrò essere solo me stessa! Mi metterò al lavoro nel nuovo ruolo come ho sempre fatto, con i miei pregi (pochi...) i

Intervista a cura di Francesco Bavassano

Nata ad Albenga il 29/07/1963, è sposata dal 2006 con Marco. Medico Specialista in Medicina Interna ed Ematologia, lavora a Pietra Ligure. Entrata in AGESCI a 16 anni nel Gruppo Pietra Ligure 1 dopo un'esperienza a Lourdes con i compagni di classe scout, ha poi preso la Partenza nel 1983 ed è entrata in CoCa. Da lì 6 anni di E/G, poi 5 di R/S (Albenga 5), 4 anni di Responsabile della Zona Ingauna, la capo Aliseo, l’Incaricata Regionale Foulards Bianchi, la Consigliera Generale per 5 anni e poi la Responsabile Regionale di AGESCI Liguria dal 2007 al 2013. Ha sempre continuato il servizio con i ragazzi in L/C- R/S e E/G, facendo l’Aiuto di capi più giovani. Attualmente è Capo Branco nel gruppo di Tovo San Giacomo. È stata membro dello staff organizzativo della Route Nazionale a san Rossore, dove ha organizzato e coordinato il Servizio dello One Team. Da un po’ di anni fa il Formatore prima di CFM (già 1° tempo) E/G poi R/S poi Campo Capi Gruppo, CAM RS e per 8 anni Aiuto e poi Assistant del CFA a Barbiana, attualmente è Capo campo CFA. Vive al mare, ma adora sciare ed ama la montagna, da sempre frequentata con quello che è stato il suo direttore spirituale don Rinaldo.

8

Speciale Dona Speciale Dona Speciale Dona Speciale Dona Speciale prima di pretendere che altri facciano le cose, parafrasando Don Primo Mazzolari.

Come pensi della recente maggiore esposizione mediatica e sociale dello scautismo?Siamo una grande associazione, radicata in tutto il territorio nazionale, impegnata capillarmente con mille iniziative importanti: abbiamo delle cose da dire e dobbiamo farlo, soprattutto a livello locale! Tuttavia, credo che in questo momento siamo un po' troppo spesso tirati per la giacchetta da varie parti e dai media, non sempre a proposito. Questo anche a seguito di alcune "situazioni contingenti" dovute all'appartenenza scout presente o passata di alcune cariche istituzionali. Credo che occorra vigilare su questa situazione, senza preconcetti ma con attenzione.

Quali sono secondo te le macro-sfide dei prossimi anni per AGESCI?Le sfide sono le solite degli oltre 100 anni di vita dello scautismo e dello scautismo cattolico italiano in particolare: essere attenti alla realtà, saper leggere i bisogni del territorio e educativi dei ragazzi e cercare di rispondere con progetti seri e concreti. In un tempo di crisi credo che il servizio educativo con i ragazzi sia una straordinaria opportunità per rendere il mondo migliore.

Saluta la tua regione! :)E perché dovrei farlo diversamente dal solito? Mica me ne vado... Agesci Liguria è una bellissima regione di ragazzi e capi, proprietari della più bella base scout d'Italia dove ho intenzione di tornare spesso, magari andando a trovare gli eventi EG e LC, di FoCa e di RS. Il desiderio anzi è quello di portare in giro per l'Italia il clima di bellezza e serenità nelle relazioni e negli incontri che ho imparato ad apprezzare in Liguria. Comunque vorrei abbracciare idealmente ed affettuosamente da Levante a Ponente tutti i ragazzi e I capi della regione e chiedere loro un piccolo servizio nei miei confronti: una preghierina per me e per l'Associazione. Credo moltissimo nella Comunione dello Spirito nella preghiera, molte volte mi ha sorretto nel mio servizio (a San Rossore in particolare!) ed ora più che mai credo di averne bisogno, quindi...Grazie a tutti e Buona Strada!

miei difetti (moltissimi...), cercando di fare del mio meglio, mantenendo la massima serenità possibile pur nella consapevolezza della complessità del ruolo.

Che intenzioni hai? Su cosa potrai incidere?In Associazione si viene eletti con il mandato di servire i progetti ed i percorsi che gli organi democratici definiscono nei vari livelli di partecipazione associativa, quindi non devo avere un programma personale, se non quello di essere fedele alla Legge e alla Promessa... E già non mi pare cosa da poco!

Ci sono alcune figure o persone che hai conosciuto a cui ti ispiri nel tuo servizio?Difficile sceglierle... Ho avuto grandi maestri di vita e di fede; a partire dai miei genitori, ad alcuni insegnanti a scuola, ai miei capi in RS, molti capi ed AE che ho incontrato e quadri regionali e nazionali con cui ho lavorato durante gli anni da responsabile di Agesci Liguria. Credo di essere stata una persona fortunata in tal senso e di questo ringrazio spesso il Signore; se devo citare qualcuno, direi Don Rinaldo Bertonasco e mio marito Marco, che pur non essendo scout mi aiuta e mi supporta e sopporta nelle mie scelte di servizio.

C'è un divario tra "i quadri associativi di Bracciano" e la "generazione della Carta del Coraggio"?Se devo esser sincera, io non vedo poi questo gran divario, credo che "quelli di Bracciano" abbiano avuto l'occasione di vedere con mano l'entusiasmo di san Rossore e la voglia di impegno e partecipazione dei nostri RS e giovani capi ( non dimentichiamoci in particolare della "generazione ONE Team" che ho avuto il privilegio di coordinare a San Rossore!) e gli Alfieri della carta del Coraggio sono in moltissimi casi già all'interno delle nostre CoCa. Ho l'occasione come formatore di CFA e CFT di vedere molti capi che hanno voglia e desiderio di entrare nei meccanismi dell'Associazione portando voce ed opinioni: a questi capi dico di farlo sempre di più! Abbiamo ora la nuova riforma del Consiglio Generale, con l'elezione in zona dei Consiglieri. Se vi saranno giovani capi formati e preparati che avranno voglia di giocarsi nelle strutture, le proposizioni della Carta del coraggio saranno pienamente realizzate: cominciamo da dentro

9

Una promessa lunga cent’anniCronaca di un evento

Speciale Dona Speciale Dona Speciale Dona Speciale Dona Speciale Passato prossimoA cura di Massimiliano Costa

Quando nella chiesa delle Vigne si intona, in onore dei più piccoli, “mamma del cielo”, si concludono i festeggiamenti del centenario delle prime promesse cattoliche dell’ASCI e si brinda a focaccia e vino bianco nell’antico Chiostro che ha visto sorgere lo scautismo italiano, ove Mazza, allontanatosi dal REI di Sir F. Vane, portò i suoi esploratori nel 1912. L’Ausiliare di Genova, Nicolò Anselmi, già scout e capo poi divenuto prete e Vescovo, ha officiato la S.Messa finale con oltre 1500 presenti, giovani e meno giovani, qualcuno anche anziano, erano tra noi anche alcune delle guide che diedero vita all’Agi nel 1945.

Due belle giornate, molto partecipate, che ha visto nei diversi momenti raggiungere obiettivi differenti.

L’antico Palazzo San Giorgio, attuale sede dell’Autorità Portuale di Genova, ha accolto nel seicentesco salone delle Compere dell’antico

Banco di san Giorgio il convegno di studi “una promessa lunga cent’anni”, cui hanno partecipato Padre Federico Lombardi, Paola Stroppiana, Edo Patriarca, Mario Sica e Gualtiero Zanolini. Gli interventi hanno affrontato da punti di osservazione diversi, il significato dello scautismo in Italia, la sua vivacità e attualità non solo verso i più giovani ma verso la crescita della comunità nazionale tutta. I temi del servizio, dell’impegno, della fedeltà alla chiesa e all’uomo sono rimbalzati da una relazione all’altra in un’emozionante carrellata di sensazioni, analisi, racconti.

Una bellissima lettera scritta da una scolta a san Rossore evidenzia che i giovani di oggi si aspettano molto dagli adulti che vivono come loro i valori dello scautismo. Il ricordo delle Parole di Giovanni Paolo II rivolteci nel 2004 riafferma che la Comunità ecclesiale sente gli scout parte viva

10

Passato prossimo

del suo cammino, così come le riflessioni sulla legge ci fanno capire che il Paese ha bisogno di persone libere e coerenti, pronte a dedicarsi al bene comune, ha bisogno di scout adulti che fermentino la società civile.

Il pomeriggio del sabato, per gli oltre 200 partecipanti, è trascorso in modo differenziato. Molti hanno seguito “l’itinerario della memoria”, un cammino nel centro storico di Genova a scoprire i luoghi significativi per la nascita dello scautismo italiano: dall’oratorio di san Filippo ove si tenne la prima conferenza sullo scautismo con Sir F.Vane, alla Chiesa di Sant’Agostino a veder il Giglio che divenne l’emblema dei REI, dei RECI e dell’ASCI, passando per la Chiesa delle Vigne, la piazzetta dell’Amor Perfetto ove Mazza stampava i suoi documenti all’albergo in Campetto ove alloggiava J. Spensley. Una visita al centro studi Mario Mazza ove è allestito un museo permanente di reperti, documenti e materiale che racconta lo scautismo dalla nascita ai nostri giorni. La serata di festa “in lungo scout”, accolti dalla Commenda di Prè, un antico ospitale dell’XI secolo che accoglieva i pellegrini in partenza per le crociate, oggi museo, abbiamo festeggiato con musica, satira, magie e balli western, per dire anche a noi stessi che il sorriso e il gioco sono parte essenziale dello scautismo e della vita.

La domenica mattina, nel cortile del palazzo del principe, come 100 anni fa, i reparti eredi

delle antiche Gioiose, con tutti i presenti, hanno rinnovato la Promessa scout. 500 presenti, le nove gioiose genovesi attive nel 1915 sono state rappresentate dai reparti Agesci di oggi. Una continuità territoriale che ha visto lo scautismo coinvolgere generazione dopo generazione, e la cerimonia ha proprio voluto indicare che il passaggio del testimone scout. Hanno salutato e donato una fiamma ricordo delle antiche gioiose Roberto Cociancich presidente della CICS (confederazione internazionale dello scautismo cattolico), Sonia Mondin (presidente del MASCI) presente anche con Luigi Cioffi e Mons Guido Lucchiari (Segretario e A.E. nazionali), Matteo Spanò e Donatella Mela (presidente e capo Guida Agesci), Maria Cristina Vespa (del comitato nazionale FSE), ha portato i saluti anche Roberto Marcialis (Presidente del CNGEI). Due esploratori dell’FSE hanno portato una targa ai piedi dell’albero di leccio che abbiamo piantato per l’occasione nei giardini del palazzo Doria Panphili, proprio per lasciare un segno scout che rimarrà vivo per i prossimi cent’anni.

Cent’anni fa 90 giovani esploratori hanno sostanzialmente dato il via ad una lunga storia, dopo cent’anni lo scautismo è ancora vivo e possiamo orgogliosamente constatare sembra godere di buona salute, anche a noi tocca fare la nostra parte per permettere ad altri di vivere questa straordinaria esperienza in futuro.

11

Mi ha colpito molto il fatto che le persone affette da una disabilità vogliano mettersi in gioco e soprattutto a farlo con il sorriso e secondo me è una qualità da cui prendere spunto per vivere la propria vita. Inoltre la presentazione delle esperienze di servizio a Lourdes dei capi mi ha fatto ricordare la mia (sempre a Lourdes) che però è stata qualche hanno fa, ciò mi ha dato lo sprint per rivivere l'esperienza con una mente più matura.Il servizio alla "Sacra Famiglia" mi ha regalato tanti sorrisi, i quali possono sembrare una cosa scontata, ma per me hanno significato molto poiché un sorriso spontaneo aiuta ad andare avanti con gioia e serenità in qualsiasi situazione.Penso che tutti dovrebbero fare almeno un'esperienza di servizio con persone disabili, perché aiuta a staccare un attimo dal mondo fatto di cose materiali e superficiali e a volgere lo sguardo ad una realtà che ci circonda ma a cui spesso non ci interessiamo.Infine, ringrazio tutte le scolte e i rover che erano con me in questa esperienza, perché anche in poco tempo siamo riusciti a creare una piccola comunità. Grazie di tutto e buona strada!EMMA (GE 14): Nelle attività di questo bivacco ho potuto capire molte cose ed ho anche cambiato opinione su tante altre.Quando mi sono iscritta mi aspettavo qualcosa di leggermente diverso ma alla fine è andata benissimo cosi.Anch’io come gli altri ho apprezzato il fatto di capire come funzionasse l'unità spinale, ma avrei preferito una cosa con un po’ più d’interazione.Volevo ringraziarvi tutti, capi e ragazzi per la vostra compagnia.Buona serata e grazie di tutto.CHIARA (GE 206): Sono partita per questa bottega un po' diffidente, ma ora ripensando a tutte le cose che ho fatto e imparato sono felice di averla scelta! L'attività serale e quella della domenica sono state mirate e molto belle. Come gli altri anch’io

Come da molti anni la bottega del Settore foulard bianchi si svolge per una prima parte (sabato) all'Unità Spinale di Pietra Ligure ed una seconda parte (domenica) alla Sacra Famiglia di Andora. Ma non rubiamo spazio a loro, i veri protagonisti, che ringraziamo per l'entusiasmo e gli "occhi nuovi" con i quali hanno vissuto questo evento. Buon servizio.FRANCESCA (IM 2): Facendo questa nuova esperienza ho avuto la possibilità di entrare in contatto con un mondo che non avevo mai conosciuto il quale mi ha trasmesso gioia e coraggio! Sono felice di aver avuto la possibilità di fare questo servizio perché mi ha arricchito e mi ha fatto capire alcune cose che magari davo per scontato. Grazie ai capi per l'opportunità che ci è stata data! Buona strada.MIRIAM (COSTA BALENE 1): Innanzitutto vorrei ringraziare i capi che hanno organizzato la bottega per averci dato la possibilità di fare questa bella esperienza. In generale, l'evento mi è piaciuto molto ed è sicuramente stato utile, poiché ho visto con nuovi occhi una realtà diversa.

Passato prossimoA cura di Davide Poggi, Marco Rivara, Martina Isoleri

Bottega di dis-abilità: voce ai ragazzi!!!

12

Ciaooooo...Buona strada a tutti !!TOMMASO (LA SPEZIA 3): è stata una diversa esperienza di servizio, servizio continuo, molto bello. L'unica cosa (ne avevo parlato anche ieri sera con quelle del mio gruppettino) era per ieri all'unità spinale: a me personalmente ha interessato tantissimo, ma non mi è molto piaciuto il modo di presentare il centro, in stile "lezione"... magari si poteva trovare il modo dì di visitare la struttura, ma anche di rapportarci tra di noi, dato che ancora non ci conoscevamo per niente. Per il resto tutto ok per me. Sono contento di avere condiviso questa esperienza con voi, di avervi incontrato e sono felice di portarvi tutti quanti dentro di me al ritorno nel mio Clan!Spero di rincontrarvi molto presto, magari a qualche evento regionale!Buona Stradaa!P.s. Ah volevo condividere con voi una frase del cortometraggio che abbiamo visto ieri sera. Questa frase, come qualcuno di voi sa già, mi è servita da guida in quest'ultimo anno parecchio difficile, e spero possa ispirare/gasare/rivitalizzare molti di voi quando vi sentirete giù per qualsiasi motivo e non saprete più dove sbattere la testa: "Più grande è la lotta, più grande sarà il trionfo!"Un abbraccio.GRETA (IM 2): sinceramente non sapevo bene cosa aspettarmi, ma sicuramente è stata una bella esperienza e la rifarei, hanno già detto quasi tutti gli altri ma io vorrei aggiungere che da questo bivacco ho imparato che c'è sempre qualcosa da fare per rendersi utili! Buona strada.

consiglierei di rivedere l'attività di sabato in modo tale che non sembri un giro turistico ma qualcosa di più! Per il resto ringrazio tutti voi e i capi per avermi fatto trascorrere questo splendido week end.Buona strada a tutti.ALESSIA (IM 2): Grazie a tutti per questa bellissima esperienza di servizio! Ho avuto la possibilità di entrare a contatto con un mondo di cui non sapevo molto e che mi ha sempre incuriosito.MARGHERITA (GE 14): In questo bivacco ho capito che il mondo è completamente diverso da quello che crediamo che sia, e che esistono persone diverse da noi ma ugualmente importanti se non di più!SONIA (SANREMO 2): Grazie a questa bottega sono riuscita ad entrare un po' di più in un mondo che non avevo mai toccato da vicino e passare qualche ora a fare servizio con queste persone ti cambia veramente il modo di affrontare varie situazioni. Anche il filmato sul "Circo della farfalla" è stato importante per me, nonostante l'avessi già visto, perché spesso ho avuto bisogno di capire quello che questo cortometraggio mi ha ricordato: ognuno di noi vale qualcosa, bisogna riuscire a tirarlo fuori e con l'impegno si possono raggiungere i propri obiettivi. Per finire volevo ringraziare tutti per aver reso questo bivacco speciale con la vostra simpatia, grazie!LISA (Golfo Paradiso 1) A livello regionale era la mia prima esperienza. Devo dire che ne sono rimasta molto entusiasta !! Ieri pomeriggio (all'Unità Spinale) avrei preferito, oltre a capire di cosa si trattasse, interagire anche con i pazienti oppure se ciò non fosse stato possibile per vari motivi, mi sarebbe piaciuto conoscere meglio i Rover e le Scolte che facevano parte della bottega insieme a me. Attività serale secondo me molto mirata al tema del bivacco; inoltre ho conosciuto il servizio a Lourdes e mi piacerebbe incominciare a farne parte.Sono contenta di avervi conosciuto e di portavi con me nel mio cammino. Anch’io spero che un giorno a qualche altro evento ci sia la possibilità di rincontrarci.Volevo per ultimo ringraziare chi ha organizzato questa bottega sul tema della dis-abilità poiché l'anno prossimo in vista della maturità vorrei basare la mia tesina su questo argomento.

Passato prossimo

13

Nel corso dello scorso mese di dicembre è stata ufficializzata la partnership a livello regionale tra AGESCI e ANPAS, l’associazione che raccoglie tutte le pubbliche assistenze volontarie presenti sul territorio della Liguria.

La collaborazione è sfociata in un progetto che ha curato la Formazione Capi regionale insieme al settore formazione di ANPAS, rivolto a tutti i capi  e ai novizi e rover e scolte. È stata così progettata e offerta la partecipazione ad un corso di formazione sul primo soccorso e sulle tecniche di rianimazione cardio-polmonare, con l’ulteriore e utile possibilità di ricevere l’abilitazione all’uso del defibrillatore semiautomatico certificata da una licenza riconosciuta anche in ambito lavorativo.

La risposta alla proposta è stata superiore alle aspettative con ben 5 corsi attivati nel Porto a Genova, a Sestri Ponente, a Pegli, a Chiavari e a Pontedecimo. La partecipazione è stata sia di singoli capi ed R/S interessati che di intere Comunità Capi e ha toccato i 100 aderenti, un ottimo traguardo per un progetto appena nato!

Martedì 14 giugno con una serata di condivisione nella sede di Vico Falamonica, si è conclusa questa prima esperienza con la consegna degli attestati e dei brevetti a tutti i partecipanti. Luca ed Eleonora, incaricati alla Fo.Ca., insieme ai Responsabili regionali Laura e Gianvittorio hanno ringraziato i rappresentanti ANPAS intervenuti, in particolar modo Luca Cosso, referente formazione, per l’impegno e la disponibilità gratuita data ai nostri capi ed R/S. L’auspicio è quello di riproporre nel prossimo anno associativo la stessa iniziativa e di portare avanti una sempre più proficua collaborazione tra le associazioni per garantire ai nostri bambini e ragazzi capi sempre più preparati e pronti nel loro servizio. Per qualsiasi domanda: [email protected]     

Di seguito riportiamo il contributo di Emanuele Alboini (Genova 49) e di Luca Lottero (Genova 27) sulla loro esperienza.

Passato prossimoA cura di Luca Frisone, Eleonora Sodano, Emanuele Alboini e Luca Lottero

ANPAS e Agesci LiguriaFormazione per Capi e RS sulle tecniche di primo soccorso.

14

Passato prossimo

A cura di Emanuele AlboiniLa mia comunità capi aveva già messo in progetto a Settembre di voler partecipare a un corso di primo soccorso e così, appena ne siamo venuti a conoscenza, abbiamo approfittato con grande piacere dell'occasione offertaci dall'ANPAS!Il corso si è svolto in tre moduli: dal primo molto teorico fino ad arrivare al terzo quasi esclusivamente pratico - l'ESAME!! - e rilascia una certificazione ed autorizzazione all’uso del DAE (defibrillatore semiautomatico) ai sensi della D.G.R 125/2015, valida a fini lavorativi. Per i non addetti ai lavori sarebbe un patentino BLS-D per primo soccorso (Basic Life Support) ed uso DAE.Se parteciperete in futuro sentirete parlare di manovra GAS ( guardo, ascolto, sento ), di catena del soccorso, di MO.TO.RE. (movimento, tosse, respiro), imparerete la PLS (posizione laterale di sicurezza ), quante respirazioni fare durante la rianimazione cardiopolmonare ( o RCP ) e tantissime altre cose! Sì, il 118 sembra adorare gli acronimi tanto quanto li adoriamo noi.I formatori sono stati competenti ed informali ed hanno corredato le loro spiegazioni con numerosi racconti di interventi da loro eseguiti con l'ambulanza o da ipotetiche situazioni da “campo di reparto” e quindi per forza di cose ci siamo sentiti subito a nostro agio.Se dovessi riassumere in un'unica frase l'intero corso e l'atmosfera che si era creata tra noi ed i formatori sarebbe "tutto con il gioco niente per gioco" - lo ammetto: sono un L/C – perché abbiamo imparato ridendo e scherzando a fare i soccorritori ma in ogni istante avevamo ben presente che quello che ci veniva spiegato, un domani, ci potrà essere d'aiuto a salvare una vita.Last but not least: la nostra parrocchia ha una polisportiva e dal 1 Luglio per via del D.M. 24/4/2013 questa dovrà essere dotata di un defibrillatore semiautomatico. Aver seguito questo corso permette quindi alla nostra CoCa di essere anche maggiormente al servizio del nostro territorio.

A cura di Luca LotteroVa bene il CFT, il CFM e il CFA, vanno bene i CAM. Ma “formazione continua” vuol dire (anche) migliorarsi continuamente in tutti gli aspetti che possono migliorare la propria capacità di fare servizio. Con questo spirito, le Comunità Capi del Genova 27 e del Genova 54 hanno deciso di lanciarsi.Tre lezioni per un totale di 12 ore tra simulazioni di massaggi cardiaci, manovre per la disostruzione delle vie aeree e (appunto) l’approccio con il defibrillatore, un giocattolo semplice da usare ma in grado di salvare una vita.Le prime due lezioni si sono svolte nei locali della Croce Verde sestrese, la terza, tenuta dai soccorritori di Anpas, presso la sede del Genova 54. Al corso hanno partecipato anche alcuni ragazzi della Comunità R-S, che al pari di noi capi fanno attività con i ragazzi e possono trovarsi in situazioni che richiedono un intervento.Durante la prima lezione, dopo un’introduzione teorica su infarto, ustioni e ferite, i nostri eroi hanno fatto la conoscenza del tipico manichino da esercitazione, e simulato (ovviamente dopo debita spiegazione) una situazione in cui due persone trovano una persona incosciente per strada.La seconda lezione ha riguardato “incidenti” che a noi scout capitano più spesso come le fratture, le ustioni e soprattutto le ferite. Situazioni relativamente meno gravi rispetto a un arresto cardiaco, ma che se non trattate nel modo giusto possono portare a conseguenze poco piacevoli.Infine, l’ultima maxi-lezione di 5 ore, in cui i volontari dell’Anpas ci hanno introdotto all’uso del defibrillatore semi-automatico. Dopo un corposo “riassunto delle puntate precedenti” e alcune simulazioni con manichini a forma di adulti e neonati (che ovviamente vanno trattati in modo differente) finalmente abbiamo fatto la conoscenza del macchinario. Quello che fa la differenza, ancora una volta, è il sangue freddo e l’attenzione ai dettagli. Piccoli accorgimenti, ma che possono salvare una vita.“Alla fine di questo corso – afferma Stefano, il Capo gruppo del Genova 27 - ci sentiamo più ‘parati’, sia nel nostro servizio, sia nella vita quotidiana. I docenti con cui abbiamo seguito il corso sono stati tutti molto professionali e sono tutti volontari, come noi scout. È bello vedere come questa variegata, molteplice e forte legione del volontariato possa fare tanto”.

15

Futuro sempliceA cura di Michela Mazzoccolie Alessandro DenicolaiIncaricati alla Branca R/S Liguria

Anche per dare forza a questo pensiero, è stato rivisitato l’articolo 7 (Educazione alla cittadinanza): “La comunità R/S, momento prezioso di esperienza politica, di partecipazione attiva e di democrazia, è il luogo principe in cui matura il senso della cittadinanza dei rover e delle scolte... “.Ci piacerebbe provare a dare alcune chiavi di lettura del nuovo articolo 7bis “Percorsi di rappresentanza e partecipazione” per aiutare capi R/S e incaricati alla Branca di Zona ad utilizzarlo al meglio.

Partecipazione e non protagonismo. L'articolo non si pone il problema di realizzare il “protagonismo” dei ragazzi: a questo fine, già tutti gli strumenti del metodo possono dare risposta. L’attenzione invece si muove su come la nostra Associazione possa divenire un’occasione per sperimentare la cittadinanza su una scala più ampia rispetto alla propria comunità di appartenenza: l’opportunità educativa è quella di assumersi la responsabilità di generare percorsi di cambiamento a servizio della comunità medesima.

Come saprete, durante l’ultimo Consiglio Generale è stato votato un breve ma significativo nuovo articolo per il regolamento metodologico di branca Rover e Scolte.

Si tratta dell’ormai famigerato 7 BIS!

Dopo la Route Nazionale, in tutta l' Italia, in varie forme e a vari livelli, si sono sviluppate iniziative di coinvolgimento dei Rover e delle Scolte alla vita dell'Associazione.

Questa spinta “dal basso” ha fatto maturare l'esigenza di confrontarsi sul valore educativo di queste esperienze per capire se e come queste si potessero inserire nel contesto della metodologia della Branca.

La risposta a cui sono arrivate le riflessioni della pattuglia nazionale di Branca R/S è che tali esperienze possono avere un valore pedagogico, ma non sono sostitutive degli strumenti di educazione alla partecipazione che già il metodo offre: tali strumenti sono e rimangono determinanti nel percorso di ogni clan (comunità, carta di clan, servizio, capitolo).

Partecipazione RSIstruzioni per l’uso

16

2015 durante la verifica della Route Nazionale, perchè tali esperienze possano essere significative devono essere contestualizzate sul territorio e offrire la possibilità di generare un effettivo cambiamento. Per questo i luoghi associativi ideali sono la Zona e la Regione.

Incaricati alla Branca. Perché tali eventi rimangano nel contesto del percorso offerto dalla Branca, è richiesto che siano gli Incaricati alla Branca del livello opportuno a mantenere una funzione di garanzia sull'evento.

Progressione personale. La proposta di partecipare a tali esperienze deve rimanere all'interno del percorso di progressione personale del ragazzo. Non a tutti, sarà quindi opportuno presentare tali possibilità, non in qualsiasi momento e sempre dovrà esserci la presenza del capo clan non solo nella proposta, ma anche nel favorire la rilettura dell'esperienza e la ricaduta all'interno della comunità R/S.

Si tratta di offrire ai ragazzi occasioni in cui esercitare la partecipazione democratica attraverso la rappresentanza e la possibilità di contribuire al bene comune con idee e decisioni.

Occasioni, non strutture. L'obiettivo non è quello di dare vita a nuove strutture (il consiglio degli R/S, i rappresentanti di zona, …), né tanto meno di individuare schemi ricorrenti (i rappresentanti degli R/S si trovano per preparare l'evento di zona).

L’articolato pone l’accento sulla parola “occasione” a sottolineare come esperienze di partecipazione in contesti associativi possano nascere in situazioni particolari, che veramente meritano “la mobilitazione” dei rover e delle scolte.

In questo passaggio sarà determinante la chiarezza degli obiettivi delle proposte che andremo a formulare.

Terrritorio. Come i rover e le scolte hanno suggerito nell'ambito del Consiglio Generale

Art. 7bis - PERCORSI DI RAPPRESENTANZA E PARTECIPAZIONE

Al fine di educare i rover e le scolte a divenire cittadini capaci di entrare in relazione e impegnarsi in contesti più ampi della comunità di appartenenza, i vari organismi associativi, attraverso gli incaricati alla Branca R/S, possono proporre alle comunità R/S occasioni autentiche di ascolto, confronto ed elaborazione di un pensiero politico condiviso. In tali occasioni i rover e le scolte sono chiamati a contribuire alla vita dell’Associazione e delle realtà in cui vivono, attraverso l’esercizio della rappresentanza e l’assunzione di responsabilità e impegni comuni. Sono elementi essenziali: la chiarezza dell’obiettivo della proposta, l’approccio esperienziale, la fedeltà al metodo, l’esercizio della democrazia. È inoltre necessario curare il rispetto del percorso di crescita e di progressione personale dei rover e delle scolte, il coinvolgimento dei capi RS e il ritorno dell’esperienza dei singoli partecipanti nelle comunità di appartenenza.

Futuro semplice

17

Nazionali sono stati l’unica occasione per riunire la Chiesa universale intorno all’Eucaristia considerata cuore della vita cristiana. A partire dal Concilio, con la pubblicazione dei numerosi documenti sull’Eucaristia, è stato piena-mente ricuperato il rapporto tra Eucaristia e Chiesa e la celebrazione dell’Eucaristia è diventata fonte e culmine della vita cristiana.Il tema di quest’anno sarà “L’Eucarestia sorgente della missione: Nella tua misericordia a tutti sei venuto incontro.”L’appuntamento di settembre ha una proposta par-ticolare: Non sarà vissuto come un evento culturale fatto di conferenze seguite da pochi, ma di eventi in mezzo alla gente compresa l’esperienza da parte dei delegati di vivere praticamente alcune delle Opere di Misericordia: visita ai malati, ai carcerati a coloro che hanno bisogno.Il programma è denso di appuntamenti, in parti-colare una grande veglia sabato 17 sera in Piazza Matteotti, al termine della quale verranno uffi-cialmente inviati in Missione i Giovani che si sono preparati nel corso di quest’anno.Poi incontri di catechesi nelle principali chiese del centro storico sabato pomeriggio e domenica mat-tina grande Messa finale in Piazzale Kennedy.C’è anche la richiesta di volontari in servizio per accogliere i delegati, accompagnarli e indirizzarli nei vari eventi. La richiesta è di coprire almeno un turno di tre ore dalle 12 del 15 Settembre alle 13 di domenica 18 Settembre. Orari di attività: venerdì dalle 9 alle 21, sabato dalle 7 alle 22. I turni sono riportati sulla scheda di adesione. Chi fosse dispo-nibile può scaricare il modulo sul sito. Il modulo va vistato dal Capo gruppo che è il garante dell’identi-tà di chi aderisce.Per dettagli sul programma, orari e aggiornamenti sul Congresso potete visitare la pagina della Dioce-si di Genova: http://www.chiesadigenova.it oppure quello della Chiesa: www.chiesacattolica.it .

Si terrà a Genova i prossimi 15-18 Settembre il 26° Congresso Eucaristico della Chiesa Italiana. Un appuntamento con tanti stimoli per tutti.Il Congresso Eucaristico è un convegno nazionale di tutti i Vescovi e i delegati di tutte le 229 Diocesi Italiane che si incontrano attorno ai temi suscitati dal grande dono dell’Eucarestia. Il Congresso nazionale viene riconvocato ogni cin-que anni e manca da Genova dal 1923, il primo si svolse a Napoli nel 1891.Per quasi un secolo, prima che il magistero itine-rante della Chiesa trovasse la sua espressione più visibile nelle Giornate mondiali dedicate ai giovani, alla famiglia, ai malati etc., i Congressi Eucaristici

A Genova, appuntamentoa Settembre per il Congresso Eucaristico Nazionale

Futuro sempliceA cura di Giorgio Costa

GIOVEDÌ 15 SETTEMBREInizio del Congresso in ogni Diocesi. A Genova: arrivo dei delegati.− ore 20.30 Piazza Matteotti: S. Messa di inizio; segue Proces‐sione Eucaristica alla Cattedrale di S. Lorenzo per la Benedi‐zione. − ore 23.00 Chiesa di S. Matteo: Adorazione Eucaristica (conturni) tutta la notte, sino alle ore 8.00 del mattino successivo.

VENERDÌ 16 SETTEMBRE− ore 9.00 Cattedrale: S. Messa e Adorazione Eucaristica.− ore 10.30/12.30 Opere di misericordia: alcune delegazioni sirecheranno presso 25 luoghi.− ore 16.00/18.00 in alcune Chiese cittadine: Celebrazione pe‐nitenziale.− ore 20.30 Teatro Carlo Felice: Concerto offerto alle Delega‐zioni dal Teatro stesso.− ore 21.00 Chiesa di S. Matteo: Adorazione Eucaristica (conturni) tutta la notte, sino alle ore 8.00 del mattino successivo.

SABATO 17 SETTEMBRE− ore 9.00 Cattedrale: S. Messa e Adorazione Eucaristica.− ore 11.00 Percorsi storico religiosi nel Centro storico, offertialle Delegazioni.− ore 14.30 Catechesi svolte dai Vescovi nelle Chiese del Centro− ore 17.00 Porto Antico: adorazione solenne. − ore 18.00 Processione Eucaristica alla Cattedrale; partecipe‐ranno i Vescovi Italiani che, insieme ai fedeli, varcheranno laPorta Santa (Portone Centrale), Benedizione Eucaristica.− ore 21.00 Piazza Matteotti: serata preparata dai giovani pertutti. − ore 21.00 Chiesa di S. Matteo: Adorazione Eucaristica (conturni) tutta la notte, sino alle ore 8.00 del mattino successivo.

DOMENICA 18 SETTEMBRE− ore 9.00 dalla Chiesa dei Servi a Piazzale Kennedy: Processione delle Confraternite liguri con le Bande musicali.− ore 10.00 Piazzale Kennedy: S. Messa conclusiva.

Ormai da mesi fervono i prepara‐tivi per ospitare a Genova il XXVICongresso Eucaristico Nazionale,che si terrà da giovedì 15 a dome‐nica 18 settembre 2016. Il Congresso avrà due fasi: la

prima, vissuta in tutte le Diocesiitaliane (giovedì e venerdì), e un’al‐tra celebrata solo a Genova (sa‐bato e domenica). Nella giornatadi venerdì emergerà il legame conl’Anno Santo in quanto in ogni Dio‐cesi si compiranno alcune opere dimisericordia. Non si dimenticherà,poi, il recente Convegno Ecclesialedi Firenze, i cui contenuti sarannopresentati dai Vescovi nelle cate‐chesi del sabato.La professione di fede nel Signore

Gesù presente nel Sacramento av‐verrà in modo del tutto particolarenella manifestazione al Porto An‐tico.L’organizzazione di questo evento

è svolta dal Comitato Nazionaledella CEI in collaborazione con l’Ar‐cidiocesi. Anche le Istituzioni civilioffrono il loro prezioso contributo,specialmente per l’utilizzo dellearee pubbliche che ospiteranno al‐cune significative manifestazioni:Piazza G. Matteotti, il Porto Antico,Piazzale J.F. Kennedy.Si sta anche preparando un nu‐

mero adeguato di volontari cheavranno lo scopo di accogliere ledelegazioni diocesane ed affian‐carle negli spostamenti, provve‐dendo a tutto il necessario. Sonoattesi Vescovi, sacerdoti, diaconi,religiosi e fedeli provenienti da tut‐t’Italia.E i genovesi? Siamo tutti invitati a

partecipare ai momenti organiz‐zati insieme agli ospiti che arrive‐ranno. Di fianco viene presentato il pro‐

gramma.Mons. Marco Doldi

Vicario Generale

CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE

L’Eucaristia sorgente della missione.«Nella tua Misericordia a tutti sei venuto incontro»

GENOVA, 15 ‐ 18 SETTEMBRE 2016

18

Fare scautismoA cura di Doris Fresco

Intervista all’autore di Cambuse Critiche Massimo Acanfora

La cambusa spendendo (poco)di più, ma meglio:una scelta etica e politica

associativo e della Legge Scout: essere laboriosi ed economi, amare e rispettare la natura e impegnarsi a vivere e promuovere una cultura di responsabilità verso l’ambiente, devono essere i principi secondo i quali pensiamo il menù dei campi e organizziamo la cambusa. Quando, nel 2010, quei rover romani hanno scelto di lavorare su questo per il loro capitolo forse non sapevano che il loro progetto avrebbe coinvolto tanti altri gruppi, conquistando praticamente tutta l’Italia. (Potete trovare tutte le informazioni sul progetto e le modalità di adesione al sito http://www.cambusecritiche.org) Con alcune domande a Massimo Acanfora, cerchiamo di spiegare il motore del progetto: scelte etiche che dobbiamo portare con noi ai campi, scoprendo che anche questo strumento aiuterà i ragazzi a crescere come cittadini migliori.

Massimo, cosa vuol dire consumo critico? «Significa effettuare delle scelte, perché, come diceva Francesco Gesualdi già 20 anni fa, “votiamo ogni volta che andiamo a fare la spesa”. Dobbiamo sempre impegnarci e la scelta dei prodotti non

Tre giorni dedicati alla sostenibilità ambientale hanno riempito Bocca di Magra dal 29 Aprile al 1 Maggio di convegni ed incontri per la sesta edizione di Io Vivo Sostenibile. In questo contesto, la Zona Spezia, ha presentato Massimo Acanfora, autore di Cambuse Critiche, il libro, edito da Altraeconomia, in cui racconta l’esperienza dei rover e delle scolte di un clan laziale, che, nel giro di pochi anni, ha dato lo slancio a numerosi altri gruppi in tutta Italia per capire che fare la spesa ha, e deve avere, una forte valenza educativa e che come scout non possiamo sottrarci al fatto che ogni scelta quotidiana deve coincidere con il grande insegnamento di BP: lasciamo il mondo un po’ migliore di così (o almeno proviamoci).Cambuse Critiche è un grande progetto che unisce lo scautismo e il consumo critico, nato da alcuni ragazzi che per primi hanno pensato ad un’alternativa al classico modo di fare cambusa per un campo: andare al discount puntando al risparmio. Fare la spesa può diventare un vero e proprio motore di cambiamento, perché le risposte a tutte queste domande nascono dalle basi nel nostro patto

19

Fare scautismo

Che rapporto c’è tra agricoltura e consumo del suolo? «Certamente un rapporto gestito nell’ottica di difesa del territorio che ci nutre, logica che spesso viene dimenticata, puntando alla cultura intensiva o, ancor peggio, alla cementificazione, scelte da cui poi non si torna indietro. Il suolo è una risorsa viva, unica e non rinnovabile. Paolo Pileri, nel suo libro “Cosa c’è sotto”, spiega che per generare 2,5 centimetri di suolo fertile, cioè in grado di sostenerci e di nutrirci, ci vogliono 500, ma noi troppo spesso ce ne dimentichiamo: lo calpestiamo e distruggiamo. Consumo il suolo in Italia è una minaccia gravissima (in Liguria avete un esempio della gravità di questa minaccia…). Pensate che si consumano 8 mq di suolo fertile al secondo. Il suolo è un bene comune: dovremmo sempre ricordarci che dove c’è suolo c’è vita».

può essere casuale. Ci vuole criterio, un’attenzione speciale a quale modello di produzione o distribuzione scegliamo insieme al nostro cibo. Compiere queste scelte non è facile, perché bisogna tenere conto di numerosi criteri, come quelli ambientali e sociali, da cui derivano le modalità di produzione del bene, il suo trasporto, le sue modalità di smaltimento e le caratteristiche del produttore. Lo scopo del consumo critico quindi è quello di ridurre al minimo questo peso, attraverso un’azione concreta, con la quale miro a ridurre l’impatto ambientale e sociale della spesa, ma non solo, perché cerco, contemporaneamente, di agire su una dimensione politica».

Scelta politica ed etica quindi, ma come possiamo concretizzarla e farla diventare una scelta di vita quotidiana? «Se ci pensiamo, possiamo tranquillamente evitare il discount e cambiare il nostro modo di fare la spesa e, anche se non esiste l’acquisto perfetto, possiamo iniziare a cambiare le nostre abitudini, scegliendo i prodotti a filiera corta, optando per l’autoproduzione o informandoci sulla storia del prodotto. Evitando una distanza stridente tra i principi etici che sono, ad esempio, propri dello scoutismo e la realtà. Cambuse Critiche racconta quella particolare esperienza, ma compiere questa scelta significa pensarci ogni volta che andiamo a fare la spesa».

Biologico, biodinamico e km 0, come trovare l’equilibrio?«Credo che l’equilibrio stia tutto nella conoscenza approfondita e più diretta possibile di ogni singolo prodotto che compro. Se ho la possibilità di trovare un’azienda con la certificazione di coltivazione biologica vicino a casa, ho trovato una soluzione, ma potrebbe anche esistere il caso di un agricoltore che non ha quella certificazione, forse solo per motivi legati al costo della procedura burocratica, ma che comunque rispetta certi criteri e regole: ecco, tutte queste informazioni io le posso ottenere solo se riesco ad approfondire la conoscenza diretta».

20

Fare scautismoA cura di Stefano Barberis

Le radici antifasciste dell’AGESCI e di ogni partenza.

Un 25 Aprile di Libertàe Responsabilità

passo del Gallo a progettare il nostro futuro e il nostro ruolo di cittadini significativi a Genova, Torino, Como, La Spezia, Venezia…

Responsabilità e libertà: quei due ingredienti che gli uomini e le donne della partenza devono sapere sapientemente miscelare nelle loro scelte. Quei due ingredienti che il fascismo aveva cancellato con un regime autoritario che provvedeva a tutto e allo stesso tempo toglieva tutto, non lasciandoti porre domande, prendere posizione, essere una persona significativa, essere un singolo diverso dagli altri!

Tutte quelle cose che questi ragazzi stavano cercando in ROSS camminando sulla loro strada! Così durante la messa di Don Davide sul prato ho ripensato al nostro patto associativo e alla vocazione antifascista della nostra associazione. Una vocazione che non possiamo mai dimenticare e che dobbiamo testimoniare ai nostri ragazzi,

Ho sempre voluto bene al 25 Aprile, quell’aria di primavera e di libertà che intrinsecamente si porta dentro insieme al profumo di sardo, fave e salame sui prati. Quest’anno ho festeggiato il 25 aprile con lo zaino sulle spalle e gli scarponi ai piedi, un fazzolettone rosso al collo e una comunità di ventenni intorno a me, camminando sulle colline tra la Val Fontanabuona e il mare, dove 70 anni fa tanti ragazzi come loro e come me combattevano per il proprio paese. Subito sono partite nella mia testa le solite domande: sarei stato anche io sulle montagne? E questi ragazzi? Sarei stato in grado di combattere per il mio paese seppur io odi le armi e la guerra! È stato davvero bello questo 25 aprile in ROSS!

È stato bello parlare con loro di scelta politica, di libertà e di responsabilità e subito il mio pensiero è corso oltre quelle colline, a chi è morto per noi per darci la possibilità di essere quel giorno al

21

Fare scautismo

Le comunità scout, dal branco alla Co.Ca., ci permettono di “giocare alla democrazia” dove possiamo insegnare rispetto, libertà e responsabilità, dove ognuno possa sentirsi fondamentale, senza “capi-duce” o anarchie regolatorie, insegnando l’importanza della legalità, ma anche del pensiero critico e disobbediente.

Con la promessa scout, promettiamo di servire Dio e il nostro Paese; quando ero ragazzino in reparto trovavo questa frase anacronistica e un po’ troppo “nostalgica”. Poi un giorno ho letto il libro di Lèzard quando la capo guida svizzera prova a capire cosa voglia dire “servire la patria” ricordando i suoi luoghi dell’anima (l’azzurro del lago e l’azzurro del cielo, le strade di cui conosce il nome…) e tutte le persone che incontra ogni giorno e fanno o hanno fatto parte della nostra vita (lo spazzino, il medico che mi ha curato…).

In quel momento ho capito che la mia promessa alla fine mi chiedeva di promettere di mettermi in gioco per le persone che mi stanno accanto, per tutto ciò che ho “a cuore”, proprio come ci impegniamo con la nostra scelta politica a dire “I care”, a essere cittadini liberi, significativi e responsabili. Allo stesso tempo ho capito anche che sebbene oggi non mi vedrei molto con un fucile in mano, quello che ho promesso quel giorno, non è poi così distante da quello che facevano quei ragazzi sulle montagne 70 anni fa: servire la propria patria, la propria terra, perché noi “…vogliamo bene al nostro suolo e non vogliamo che questo sia calpestato dallo straniero” (Aldo Gastaldi – Bisagno).

C’è una bella differenza dal concetto di patria fascista direi!

Buon 25 Aprile a tutti!

ma non strumentalizzando l’antifascismo scout prendendo una posizione da “teatrino politico”, ma vivendo profondamente la libertà e responsabilità del percorso educativo che ogni giorno proponiamo ai nostri ragazzi che vogliamo rendere cittadini del mondo che al “me ne frego” fascista contrappongano il “We Care” di Don Milani: ci interessa, vogliamo prendercene cura, ci sta a cuore, ci impegniamo.

“Ci impegniamo ad educare al discernimento e alla scelta, perché una coscienza formata è capace di autentica libertà.

Ci impegniamo a rifiutare decisamente, nel rispetto delle radici storiche e delle scelte democratiche e antifasciste espresse nella Costituzione del nostro Paese, tutte le forme di violenza, palesi ed occulte, che hanno lo scopo di uccidere la libertà e di instaurare l'autoritarismo e il totalitarismo a tutti i livelli, di imporre il diritto del forte sul debole, di dare spazio alle discriminazioni razziali.”

Quante parole libere, quanto antifascismo in questo testo: non penso che queste due frasi siano state messe vicine a caso.

In queste frasi c’è tanto da imparare per noi capi soprattutto per ricordarci di mettere sempre al centro i nostri ragazzi, di insegnar loro a scegliere, di formare la loro coscienza in libertà autentica partendo dall’ “ask the boy” guardando ai loro bisogni e interessi senza creare mai proposte che siano ciò che vogliamo noi o ancor peggio “doppioni” della nostra esperienza perché dobbiamo rendere ciò che abbiamo ricevuto! No, un capo vero deve donare sé stesso, testimoniare la sua significatività e la sua libertà e responsabilità, per insegnare ai suoi a sviluppare la propria! Noi siamo camicie azzurre: non vogliamo giovani balilla, ma giovani adulti il più possibile diversi da noi e felici dello scoutismo ugualmente a noi!

22

Fare scautismoa cura di Giorgio Costae Vincent de Beaucoudrey

Dall’esperienza della branca Compagnons degli Scouts de France, un’interessante proposta metodologica per rileggere il nostro cammino, per dare un senso alla nostra esperienza scout o di vita, per introdurre a un punto della strada.

Iabbok, una proposta di rilettura Non importa pensare a tutto, valutare se le

cose sono andate bene, ma fermarsi sulle cose che vengono naturalmente in mente e hanno un sapore.

2- Cammino a coppie Si parla a cuore aperto delle proprie gioie di

quello che ci ha colpito, delle proprie difficoltà, ascoltandosi reciprocamente.

Bisogna aprirsi, parlarsi e ascoltarsi. Senza aver paura di affrontare insieme brevi silenzi, o di non avere niente da rispondere.

Si può comunicare all’altro cosa ha aperto in mio sguardo, ciò che mi ha smosso, quello che mi fa sentire vivo e appartenente a questo mondo. Ascolto quello che l’altro mi dice, mi apro alla sua presenza.

Partendo dal nostro stupore è possibile dare un nome a quello che è stato difficile: confido ciò che ho vissuto male, le mie delusioni.

3- Condivisione di gruppo. In gruppi non troppo grandi, con tempi

proporzionati al periodo di vita da rileggere. Si comincia con un breve momento di silenzio in cui ciascuno mette a fuoco due o tre punti forti che vuole mettere in comune. In un tempo definito non si può dirsi proprio tutto.

Prima ciascuno mette in comune le sue scoperte. Cosa c’è di nuovo o rinnovato da quello che ha messo a fuoco nelle prime due tappe dello Iabbok? Cosa è emerso? Cosa ha potuto capire e perché? Poi si racconta quello che ha fatto crescere, ma le domande possono rimanere aperte se è troppo presto per rispondere in modo esaustivo.

Non è una discussione, ciascuno parla senza essere interrotto si possono solo chiedere brevi chiarimenti.

Vivere una rilettura è tornare indietro sulla propria vita, recuperare il ricordo, collegare gli avvenimenti, cercandone il senso e accorgersi della presenza di Dio che si rivela in quello che ci accade. È anche aprirsi all’inatteso delle esperienze, inatteso che ci trasforma.

Rilettura è un po’ come immergere la carta fotografica nel bagno chimico quando l’immagine confusa fino a quel momento nello scuro, nei colori nelle luci, si rivela definita. Quello che già è presente si fa vedere chiaramente a ciascuno nella realtà.

L’esperienza ha tre ingredienti principali: un tratto di vita da ripercorrere insieme (un periodo di vita anche normale, dopo un momento significativo ricco di incontri, una fase di un’esperienza ben definita, ma anche qualunque momento in cui sia utile riflettere), un itinerario a piedi con un punto di arrivo dove si possa ritrovarsi insieme, la lettura della Parola.

Cinque tappe.

1- Cammino in silenzio. Da soli, ripercorrere la propria storia e dare un

nome a quello che si è vissuto.

Ripercorrere il tratto di vita che si è scelto di rivisitare. Cercare di ricordarsi con precisione dei momenti, dei luoghi, degli odori, musiche, nomi, facce, gesti, parole.

A cosa mi rimanda tutto questo rispetto alla mia vita scout? Rispetto alla mia storia personale? Di tutto questo cosa mi è rimasto dentro? Cosa ha un gusto? Cos’è buono o bello? Cos’è vivo e cosa mi rende vivo? Me ne meraviglio e, se lo desidero rendo grazie a Dio.

23

Fare scautismo

La rilettura non è quindi una verifica a caldo, non è una valutazione per considerare gli obiettivi raggiunti. La rilettura è un modo per fermarsi e non farsi passare addosso le tante cose che viviamo, è un modo per raccogliere i frutti di un’esperienza o della vita quotidiana.

È un esercizio che contiene diversi valori educativi: imparare a vivere il silenzio, imparare a meravigliarsi, imparare a guardare prima le cose buone, saper tirare fuori le nostre difficoltà, saper costruire la nostra storia, imparare a dire “io”, imparare a vedere le esperienze anche da alti punti di vista, confrontarsi con la Parola, vivere il perdono, rivolgersi con fiducia al futuro e saper condividere le nostre speranze positive.

Gli strumenti dell’esperienza sono tradizionali: dalla strada al deserto personale, la condivisione in gruppo, l’incontro con la Parola. È una proposta sapiente da calibrare e ben dosare, potente perché stimola tutti gli elementi di spiritualità dello scoutismo per ripartire da noi stessi e arrivare agli altri e a Dio.

L’atteggiamento del capo è sempre attento, mai giudicante. Il capo sa offrire il suo ascolto in confidenza offrendo appoggio su quello che può pesare, problemi, conflitti. Sempre avendo rispetto di quello che i ragazzi credono, delle scelte di ognuno.

4- Insieme, in gruppo aprirsi alla Parola di Dio.

I ragazzi scelgono di ascoltare un brano della Bibbia (o, se non sono pronti, un testo della saggezza umana). Scelgono loro stessi il brano con l’aiuto dell’AE prima dello Iabbok in funzione del percorso di vita che andranno a rileggere.

Un lettore, un po’ di silenzio e di risonanza.

5- In gruppo, guardare al futuro. Rivolgersi al futuro e percepire i richiami a

vivere che ci attraversano.

Ciascuno prende la parola: cosa mi rimane da quello che ho vissuto nelle prime quattro tappe? Quale uomo/donna di giustizia e pace sono stato chiamato a essere? A che punto del cammino mi trovo?

Se l’AE partecipa al momento, può confermare, chiarire, ricordare, senza mettersi in primo piano.

È il momento della benedizione per i ragazzi. Chi vuole, partendo da ciò che è stato detto da ciascuno, pronuncia una “benedizione” cioè una parola di bene per l’avvenire di un altro o di altri.

Si prende spunto dal detto e dal vissuto per augurarsi ancora reciprocamente di continuare, osare, scoprire.

Questo testo è tratto dal documento ufficiale pubblicato sul sito dei Compagnons SGDF (http://compagnons.sgdf.fr).

Il documento “Le Yabboq, proposer la relecture aux compagnons” è il risultato di due anni di lavoro della Branca a cui hanno contribuito i partecipanti al gruppo di lavoro “Rilettura” di Pourranque (2010), i membri della commissione Yabboq di Paris d’Avenir e i membri dell’Equipe nationale Jeunes Adultes & Branche ainée. Coordinatori e redattori del lavoro, Anne Furst con Vincent de Beaucoudrey, coordinamento editoriale Amélie Teisserenc.

24

Visti da fuoriZoom LiguriaA cura di Matteo #Orso Altruista

Cent'anni di scautismoa Sampierdarena

generazioni di capi e ragazzi) e delle prime promesse ASCI. Compiere gli anni, compierne così tanti, già profuma di responsabilità, e compierli insieme a cotanta storia ti suggerisce che, per qualche tempo, puoi sentire l’importanza - quella sì che la senti – e non tanto di chi sei, ma di quello che fai. Sì perché a cent’anni, se sei fortunato, festeggi il compleanno... ma può capitare di non ricordarti precisamente il giorno in cui sei nato... però ci sei, eccome se ci sei, e prometti che ci sarai ancora. E provi a ricordare questi cent’anni, pensando al dove, al come, con chi li hai trascorsi.Cent’anni lunghi una Promessa. Cent’anni fatti delle vite di tutti coloro che, proprio a Sampierdarena, hanno fatto la loro Promessa, che l’hanno vissuta per le strade del nostro quartiere, che l’hanno portata lontano, per le strade del mondo, alcuni, persino in Cielo!Ed anche se è difficile fare la storia dello scoutismo senza le storie di ognuno di questi ragazzi e ragazze che hanno sognato di lasciare il

Cent’anni. Capita che ci si soffermi, a volte anche da subito, sull’annoso problema: “ma tu, cent’anni, te li senti oppure no?” A pensarci bene, però, il tempo non lo senti, non lo vedi (se non a distanza, con l’altrettanto celebre - e non meno annoso - senno del poi). Il tempo lo vivi, e credo che sia il come, il quanto e il dove lo vivi a fare la differenza, sulle sensazioni, sulle emozioni, che il suo trascorrere ti suggerisce. Ed ecco, l’ingrato compito, quello di raccontare cent’anni di scoutismo a Sampierdarena avendone vissuto –appunto - soltanto venti. Cent’anni fa – mi dicono – un primo gruppo di ragazzi dal nome “Gioiosa” vede la luce nel nostro quartiere; allora lo scoutismo iniziava la sua diffusione anche in altri territori, dilagava – credo – grazie alla gioia che lo contraddistingue ancora oggi, in tutto il Paese. Non è un caso che quest’anno, sempre a proposito di gioia, si festeggi anche il centenario del Lupettismo (che di gioia, parola di Akela, ha ancora tanto da dire e insegnare nonostante i cent’anni di età a diverse

La lunga storia alle spalle del Genova 58 e del Genova 53

25

mondo un po’ migliore di come l’hanno trovato, la nostra segue quella del nostro Paese, forse come la vostra: ci sono un maestro, un colonello conte e un medico inglese dei primi del Novecento. Sembrano trovare un incontro, me li immagino intorno a un tavolo come quelli, un po’ sbilenchi, intorno cui ci sediamo anche noi, con una candela accesa in una notte del 1906. Hanno un progetto che si realizza. Il movimento gioioso di Sampierdarena coadiuva la nascita dell’ASCI. Poi arriva il primo conflitto mondiale, alcuni capi vengono chiamati alle armi. Eppure, nel 1916, nasce il primo Riparto a Sampierdarena, il quindicesimo d’Italia. Sarà che questo sorridere e cantare nei momenti di difficoltà inizia a funzionare e, a fianco del Sampierdarena 1, nascono anche il 2 e il 3, ma le difficoltà non sembrano destinate a finire. È il 1928, l’ASCI dichiara il proprio auto-scioglimento. Tutte le unità sospendono ogni attività per non aderire all’ONB, organizzazione del regime fascista. Ad una cerimonia che vede il rinnovo collettivo della Promessa (mi sembra di poterla guardare quella cerimonia, oltre ai canti, quando i tempi si fanno bui, c’è quella Promessa che devi ricordare, che ti manterrà forte) seguono le sepolture delle Fiamme dei Reparti e dei Guidoni delle Squadriglie. Il canto dell’Addio segna l’impegno di ritrovarsi uniti appena lo scautismo potesse avere, di nuovo, via libera. Nasce la Giungla Silente, perché lo scoutismo, perché quella Promessa, potesse vivere ancora, nell’aiuto del prossimo, nonostante le avversità, perché il fiore rosso potesse bruciare ancora. Dopo il secondo conflitto mondiale nasce subito un clan, e poi il MASCI, nel 1954, poi ancora 4 gruppi, il tentativo di formarne un quinto. Siamo di nuovo in piedi. A metà degli anni 50 nasce l’AGI, da cui due gruppi femminili. Poco dopo, nel 1957, dall’unione del Sampierdarena 1 e 3 nasce il Genova 53.Qualche anno dopo, nel 1974, in modo forse non dissimile da quanto succede ancora, anche oggi

(qualcosa bolle in pentola in Regione) il coraggio di rispondere ad una grande sfida per la nostra Associazione, l’intuizione del fare nuove tutte le cose a partire dalle persone, dal loro valore, dalla ricchezza reciproca che origina dalle diversità, ecco l’AGESCI dall’unione di ASCI e AGI. E così, dall’unione del ceppo AGI di Sampierdarena e il Genova 53, lo scoutismo attivo in Sampierdarena diventa conosciuto per la qualità del suo operato in tutta Italia. Dilaga, ancora, e così fortemente, che Il numero dei censiti in quegli anni diviene superiore alle 400 unità; moltissimi capi sampierdarenesi iniziano a prestare servizio come formatori nei Campi Scuola regionali e nazionali (mi dicono che, all’epoca, si contavano 4 fra branchi e cerchi e 6 reparti maschili e femminili) e vivono l’Associazione da veri protagonisti, responsabili di zona, regionali, persino a livello nazionale. Grazie alla volontà e all’operato di capi, ex-capi e genitori, lo scoutismo da Sampierdarena arriva a Cornigliano, Certosa, e porta con sé importanti iniziative di carattere sociale. Pochi anni dopo, nel 1980, a Belvedere, nasce il Genova 58. Lo rivedo quel procedimento, la ricetta classica, e questa volta riesco a dare un nome, una figura, ai volti seduti a quel tavolo sgangherato che hanno la stessa idea, la stessa voglia, lo stesso sogno di quasi ottant’anni prima, animato da una Promessa comune. Sono in sei, ma presto, sono già in dodici. C’è un prato che è stato di un canile, un prefabbricato in legno recuperato dalla società autostrade, che ospiterà le strade di tanti bambini e tanti giovani destinate ad incontrarsi. Dopo 20 anni, nel 2000, quel prefabbricato brucia, in piena estate, resta solo un pugno di cenere e qualche pezzo di metallo incandescente. Qualcuno ci raccontò che si erano salvate una Bibbia e un’accetta. Io non l’ho mai detto ai miei capi, ma non ci ho mai creduto davvero, me li sono immaginati a quel tavolo sgangherato, di nuovo, a bruciacchiare qualcosa per ricordarmi

Visti da fuoriZoom Liguria

26

che cosa fosse importante per ripartire. Per ripartire servivano la Fede, la fatica, e certo, servivamo anche noi, serviva restare insieme.E grazie a loro, qualcosa rinasce ancora, cresce, si rende più forte. Si riparte, poi si rallenta. Succede qualcosa. L’anno della mia partenza i capi clan mi comunicano che, a breve, il gruppo avrebbe chiuso. E invece no. Arrivano nuovi capi e qualche altra vecchia conoscenza, un capo ritorna, è uno di quelli del tavolo antico dove tutto ha avuto inizio, rincontra l’amico di sempre, che a quel tavolo era seduto anche lui (e a cui potesse sedere ancora, lo immagino imbronciato o ridere forte mentre ci ascolta) rinasce un branco, la giungla silente canta ancora, il reparto si rinsalda, il clan si rimette in cammino. Qualche anno dopo il Genova 53 e 58 si gemellano. Poi ci ripensano ancora, di nuovo, sarà che questi cent’anni iniziano a farsi… sentire?O sarà che, forse, e più semplicemente, ti invitano a riflettere. E come mi ha insegnato il Capo che davvero tutto mi ha insegnato, ha ragione, quando ci invita a ricordare che, a proposito di tempo: “Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo” E se li guardo, questi cento anni, rivedo il tempo che c’è stato per nascere (e ho amato ripercorrerlo con voi), per piantare un albero per coloro che

ci hanno lasciato, per ammalarsi, per rallentare e poi per guarire. Un tempo per piangere, e uno per ridere forte. Un tempo in cui abbiamo lanciato sassi e uno in cui li abbiamo raccolti, un tempo che ci chiamerà a cercare, che ci porterà - inesorabilmente - a perderci, uno per strappare e uno per ricucire, uno per tacere (mai troppo speso) e uno per parlare, per discutere, un tempo in cui abbiamo pensato alla guerra, e uno in cui abbiamo prediletto la pace. E infine, un tempo per amare gli altri, per amare chi siamo e quello che facciamo, e che speriamo il Signore ci dia ancora modo di fare, un tempo, quello ben speso, per promettere, per fare tutto ciò che è in nostro potere perché quella Promessa la si possa mantenere, “se Dio vuole, per sempre”. Per celebrare questo bel compleanno il Genova 53 e il Genova 58 hanno organizzato, insieme, tanti eventi per ricordarci chi siamo, da dove veniamo, e chissà, forse anche dove andiamo, e tanti altri eventi ancora devono venire. Poi, poi... poi non lo so, sarà che sono sempre e ancora indeciso su quanto riesca a sentirli o no questi cento anni, ma so per certo quanto desidererei averne altri cento, da vedere, da vivere, da regalare. “Ma chi potrà condurmi a vedere ciò che avverrà dopo di me?!”Buona strada, con l’augurio che, la sentiate o meno, sia bella, lunga e luminosa, come la nostra.

Visti da fuoriZoom Liguria

27

A cura di Francesco Bavassano

Esperimenti e passidi comunicazione RS

Aggiornamento flash su ciò che si muove online e sui social. Nel week-end delle botteghe, intorno a metà Aprile nata la pagina RYS 3.0 Liguria. A quanto sappiamo è uno dei primi esperimenti in Italia di una piattaforma online a gestione mista capi – rover e scolte.

È nata la pagina facebook regionale gestita da un pattuglino di RS liguri!

Comunicazionedi servizio

Nelle settimane successive alcuni ragazzi hanno preso in mano la gestione della pagina, prendendo subito alcune decisioni e mettendo in cantiere alcune grandi novità che vedremo a breve. Inutile dire che come tutte le cose al loro sorgere è necessario sostenerle e curarle!

Speriamo che questa collaborazione vada bene, come altre in passato.L'idea della pagina facebook nasce dalla richiesta dei Rover/Scolte Liguri di avere una piattaforma multime-diale di condivisione. Tale richiesta è stata votata all'interno del Progetto Regionale: la Branca R/S ligure ha quindi ricevuto il mandato di portarla avanti.La piattaforma sarà aperta a tutte le comunità R/S per condividere contenuti e informazioni.Siamo anche alla ricerca di Rover e Scolte interessati a collaborare in veste di editori a tale piattaforma. Chiunque avesse voglia di giocarsi nel campo della comunicazione può quindi farsi avanti!!!Alessandro, Michela e FrancescoA questo QR code trovate il video di lancio!

A quest’altro QR code trovate il primo post del pat-tuglino, composto, come RS da Gabriele, Leonardo, Marta e Riccardo.

28

Scout chi legge!A cura di Francesco Bavassano

A day in the life,Matteo: Akela di 22 anni

Ore 9:10, facciamo la conta dei bambini. Oggi siamo dodici, tre vanno via a mezzogiorno. Sei non sono venuti perché la scorsa settimana c'era allerta gialla, per paura di una ricaduta.

Ore 10:00, stiamo per scendere dal treno. La carrozza si è svuotata, il livello sonoro ha incrinato i finestrini e un pensionato spietato osservandomi, con gli occhiali sporchi e storti, gli scarponi slacciati e i bambini che mi mangiavano in testa invece di ascoltarmi, ha bisbigliato: mia che abbelinou!

Ore 12:00, la mezzoretta di cammino per rag-giungere il prato calcolata sul treno con google maps, ci ha tradito. Irene non ha retto la salita, l’abbiamo lasciata legata ad un albero con una borraccia. La riprenderemo al ritorno.

Ore 13:00, dopo un'ora di Mastino imposto dai lupetti con una rivolta popolare è il momento di mangiare. Luca estrae la frittata di spaghetti al ragù. Sveva tira fuori un beverone arancione ma-crobiotico vegano. Io, organizzatissimo, estraggo gli affettati del minimarket della stazione e cu-pamente inizio a ingollarli rubando l’acqua a un cucciolo seduto a fianco a me.

Ore 15:00, mentre provo a fare il racconto giungla passano a fianco a noi circa 400 perso-ne, cani, bambini, un fuoristrada enorme, avvie-ne un'eclissi solare, una signora sviene, appare miracolosamente la protagonista di Frozen, ma i bambini, immersi in una sorta di ipnosi collet-tiva… continuano a scavare il loro buco nella terra col bastoncino.

Ore 8:30, mia madre tira su la tapparella. Matte svegliati! Il Branco ti aspetta a manca un quarto in piazza! Il passato, complice il rum cooler di ieri sera, si mescola per un attimo al presente: torno lupettino, 10 anni, la mamma che tira giù il panino nella tromba delle scale perché me lo sono scordato nella fretta. Solo che stavolta sono io Akela, ho 22 anni e mia madre mi tira giù il totem, rischiando di trafiggere la signora gattara del piano terra.

Ore 9:00, posteggio la panda in freno a mano, scendo trafelato. Tutto il branco è già lì. Baghe-era è in Erasmus. 2 R/S su 3 dovevano studiare per l’interrogazione di ginnastica. Sono in panta-loncini corti ma non di distingue lo stacco a cau-sa dei peli, già sudato, gli occhi ancora chiusi dal sonno, la barba in stile metro-ISIS, la mamma di Stefania copre gli occhi alla sorellina più piccola scuotendo la testa.

29

Ore 20:00, avevo iniziato a studiare per l’esa-me di domani. Mi risveglio con un capitolo di Anatomia stampato sulla guancia. Ho le gambe completamente graffiate, la faccia e le braccia scottate e probabilmente mi sta salendo la feb-bre.

Ore 21:30 il Don manda un messaggio su whatsapp della Co.ca. “Per chi non verrà stase-ra alle prove dei canti in parrocchia dispongo la scomunica latae sententiae, ci vediamo tra poco”.

Ore 23:30, So che dovrei studiare, o riposare ma si vive una sola volta, così guardo 3 puntate di Game of Thrones sul pc.. Quando chiudo il pc sono in uno stato psicofisico subumano, lancio il quaderno di Caccia sull’interrutore per spegnere la luce e collasso a letto. Ula Ula Ula..

Ore 16:00, Mohamed piange perché Giulia gli ha rotto l'iphone mentre si facevano un selfie. “Non puoi togliermelo, Akela” strilla! In effetti non posso, in base al recente accordo con il Sindacato delle Mamme Apprensive siglato dai capi gruppo. “Questi sindacati… dove andremo a finire”, dice Silvia la precoce caposestiglia dei Fulvi, mentre con sguardo torvo si accende una sigaretta post-merenda proprio davanti a me.

Ore 17:00, riconsegnamo i bambini, alcuni genitori, sempre molto amichevoli, aspettano il pargolo con il motore acceso e la portiera aperta. Pino Baden Parodi, papà di Mowgli Parodi ci co-stringe ad un debriefing di 20 minuti con annessi “ai miei tempi”.

Ore 18:30, anche l'ultimo genitore è arrivato, un’ora e mezza dopo… Scende dalla Harley Da-vidson con copriserbatoio in pelle umana, guida a gambe divaricate a 180 ° e un lanciafiamme al posto del clacson. “Scusi, siamo arrivati un’ora e mezza in anticipo rispetto al suo arrivo” dico facendo un rapido inchino e indietreggio senza distogliere lo sguardo dai suoi stivali, mentre riparte senza emettere un fiato.

Scout chi legge!

30

Educare è un’arteA cura di Andrea Borneto

In entrambe le pellicole il protagonista è l'attore-acrobata indiano Sabu che è rispettivamente Toomai e Mowgli. Il film del 1942 a differenza del primo è girato in Technicolor (a colori) dando vitalità all'am-biente giunglesco. Esso narra le vicende del famoso cucciolo d'uomo già a contatto con il villaggio degli uomini.Nel 1967 uscì la pellicola diretta da Wolfgang Rei-therman. Walt Disney s’interessò personalmente al progetto, fu l'ultimo film che produsse, lui stesso incitò gli sceneggiatori a distaccarsi dall'originale di Kipling tanto da regalare ad uno di essi, Larry Clem-mons, una copia del libro dicendogli: "La prima cosa che voglio che tu faccia è non leggerlo". A Disney interessava una storia che fosse lontana dalla scon-nessa episodicità e cupezza del libro. Le famiglie erano il target di riferimento, serviva più semplicità e linearità. Il risultato fu straordinario, la leggerezza del tocco Disney si dimostrò vincente specialmente per gli incassi. Fu essenziale anche l'inserimento di una canzone leit-motif come "The bare necessity" ("lo stretto indispensabile"), una pratica utilizzata con successo ancora oggi, "Let it go" vi dice qual-cosa?In Russia, contemporaneamente al famoso film Disney furono realizzati tra il 1967 e il 1971 cinque cortometraggi animati che nel 1973 furono montati insieme per dar forma al lungometraggio (Maugli) diretto da Roman Davydov. L'animazione russa era completamente diversa, le figure erano più squa-drate e meno antropomorfizzate rispetto a quelle americane, si prediligeva una bidimensionalità

Cari amici quanti di voi hanno visto l'ultimo film de Il libro della giungla? Alzi la mano chi c'è andato! Batta le mani chi si è portato dietro anche il C.d.A! Faccia spallucce chi non l'ha visto! digrigni i denti chi non l'ha apprezzato perché "deh il cartone è molto meglio".In principio è necessario fare una piccola carrellata cronologica, più completa possibile, tralasciando amaramente per motivi di spazio alcuni lavori tra cui quelli targati Stardust, l' anime di Furio Kuro-kawa(1989-90), The second Jungle book: Mowgli e Baloo (1997) di Duncan McLachlan, The Jungle Book, Mowgli's story (1998) di Nick Marck, Jungle Book: Lost Treasure (1998) di Michael McGreevey, la serie televisiva Mowgli: The New Adventures of Jungle Book. Non avranno avuto tanta risonanza ma comunque esercitano sul fenomeno una certa fascinazione.Il primo film tratto dal libro di Rudyard Kipling è del 1937 e si intitola Elephant Boy, prende spunto dal racconto Toomai degli elefanti e vede coinvolte per-sone di un certo calibro come Robert Flaherty alla regia. Questo regista è conosciuto come il fondatore del film documentario, di un rapporto genuino tra cinema e reale volto a rappresentare il vero contin-gente in maniera poetica.Il suo Nanook of the North (1922) infatti, grazie an-che alla presa diretta, è considerato da molti il primo documentario della storia del cinema. A collaborare con lui alla regia c'è anche Zoltan Korda che curerà cinque anni dopo insieme ai suoi fratelli il primo film intitolato Jungle book (1942).

Un viaggio nella Giungla al cinema

31

branco". Quale sgomento avranno provato invece per l'inaspettata e feroce uccisione di Akela per opera di Shere Khan? Quest’ultimo reso splendida-mente, guercio invece che zoppo, più spaventoso che mai; va fatto sicuramente un plauso al doppiatore Luca Ward (Idris Elba in v.o.). Kaa rimane marginale e ambiguo ma comunque profetico. Baloo invece del saggio maestro della legge è al contrario uno scansafatiche giocherellone che suggerisce a Mowgli come le regole non deb-bano essere prese alla lettera e che a volte è meglio aggirarle perché non bisogna prendersi mai troppo sul serio. Invoca alla libera espressione di se stessi e non di come vogliono che tu sia. Quando Mowgli recita la legge della giungla Baloo gli risponderà con la battuta più sarcastica e tagliente del film: "Ma questa è propaganda!". Insomma se volevate un Baloo fedele ai nostri racconti, cercatelo altrove, nel "Maugli" di Davydov per esempio, questo è più simpatico e leggero e meno moralista. Interessante è il legame che si crea tra Mowgli e gli elefanti, fa tornare alla mente i primi film interpretati da Sabu. Il cucciolo umano non sa a quale popolo appartiene ma capisce che per difendere i suoi amici e liberarli dalla tirannia di Shere Khan deve essere se stesso cioè un uomo. Solo con l’ingegnosità e i "trucchi" ce la potrà fare. Anche Bagheera molto critico per i suoi atteggiamenti stravaganti gli dirà nel momento cul-minante: "Battiti non da lupo ma da uomo!". E così nella spettacolare cornice di ombre e fiamme sfiderà la feroce tigre e la giungla tacerà attonita. Nel complesso The Jungle Book è un ottimo film con una giusta costruzione dell'atmosfera e un sapiente uso dei siparietti comici e degli animaletti carini e coccolosi (Grey – alias fratel Bigio – è il più eclatante). La Warner Bros ha già annunciato per il 2017 un altro film tratto dalla storia di Kipling, alla regia Andy Serkis (il Gollum jacksoniano), grande maestro della motion-capture. Mentre la Disney sta già progettando un seguito. Insomma ne vedremo delle belle ... Buona Caccia, Goodbye e Dasvidania

Playlist video:https://www.youtube.com/playlist?list=PLIGqfXZLyR_2riCJ-A8aMks_urgBuwnF3

estetizzata che si rifaceva alla tradizione delle icone sacre prettamente bizantine. Qui Baloo è realmente l'insegnante della legge che governa la giungla, severo ma giusto, amico e maestro. La Sojuzmultfilm era una delle più importanti case di animazione so-vietiche ed era riuscita a dare quell'aura misteriosa e sinistra che Disney aveva ripudiato. Colpisce so-prattutto la parte della Caccia di Kaa con le Bandar Log, finalmente ne vediamo una fedele e originale versione con annessa danza psichedelica del serpen-te, i dettagli sono tanto curati che – confesso – mi hanno fatto esclamare: "Cavolo, è proprio come l'ho raccontato al branco in caccia lo scorso week-end". Stiamo parlando di qualcosa di veramente pregevo-le, un piccolo capolavoro poiché tutte le componenti spingono sulla visionarietà dell'atmosfera rimanen-do però molto fedeli al libro.Mowgli - il libro della giungla (1994) diretto da Stephen Sommers è un film passato spessissi-mo nelle domeniche pomeriggio di italia uno, si concentra bislaccamente sulla storia d'amore tra Mowgli(Jason Scott Lee) e Kitty (Lena Headey).Nell'animazione americana notevole è stato anche l'apporto del disegnatore Chuck Jones (Warner Bros) che nel 1977 propose il cortometraggio Mowgli's Brothers in cui Tabaqui è la copia di Willy Coyote, mentre nel 1975-76 diede spazio a due storie assai trascurate: quella della foca Kotick The White Seal e di Rikki-Tikki-Tavi, la mangusta ammazza-serpenti, che può vantare Orson Welles come narratore. Quest’ultima è stata rappresentata anche in due film russi: un live action del 1975, bruttino ma godibile, e un corto animato della Sojuzmultfilm (1965) net-tamente migliore.Siamo arrivati al 2016 e nel frattempo la Disney da semplice casa di animazione è diventata la più grande multinazionale di entertainment cinema-tografico. Questa mega produzione diretta da Jon Favreau è spacciata per live action ma di reale ha giusto l'attore Neel Sethi (Mowgli) e poco altro. Le influenze tecniche e visive provengono da opere re-centi: Avatar, Il pianeta delle scimmie e Vita di Pi. La trama è una sorta di sintesi tra il vecchio cartone del 1967 e alcune parti del libro, vedi roccia della pace e tregua dell'acqua.Saranno venuti gli occhi lucidi ai capi L/C sentendo le poderose parole maestre, tra tutte riecheggia "la forza del branco è nel lupo e la forza del lupo è nel

Educare è un’arte

Un viaggio nella Giungla al cinema

32

Dio e verso i più poveri e abbandonati. Amava ed era amato per la sua gioia, la sua dedizione generosa, il suo cuore universale. Era un mistico e un pellegrino che viveva con semplicità e in una meravigliosa armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stesso. In lui si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore.” (n.10)

San Francesco come esempio....ma dai!?! Qualcuno di voi , tirando fuori tutto l’orgoglio Scout (e magari anche quello di lupettaro), potrebbe anche dirmi: «Ma dai! Che novità! Noi lo sapevamo già! È anche il nostro santo patrono!... e poi sai quante cacce francescane abbiamo già cacciato noi?...»

Bene... allora questa enciclica di papa Francesco non può che aiutarci e fornirci nuovi spunti di riflessione e approfondimento anche per degli esperti scout.

Attraverso gli appunti, dai salmi agli scritti dei profeti, da san Francesco a San Basilio Magno, passando pure da Giovanni Paolo II e persino Dante Alighieri, il Santo Padre ci presenta un quadro completo sull’ecologia. “Ecologia integrale” (integrale, eh, mi raccomando... non integralista!) perchè l’ecologia è:

Inutile dirlo, Papa Francesco, con il suo linguaggio concreto, le sue catechesi durante le udienze generali, le sue encicliche, le sue lettere apostoliche, è una fonte inesauribile, una risorsa. E allora, perchè non sfruttare i suo scritti proprio mentre, magari, stiamo pensando a preparare la catechesi, la traccia di fede per le nostre VdB, campi, route?

Una delle encicliche, di cui vi voglio parlare questa volta, si intitola “LAUDATO SI’” (enciclica sulla cura della casa comune), in ordine temporale, è la seconda che il papa ha scritto.

La scelta del titolo (e, diciamolo, anche la scelta del suo nome da papa) non è casuale! E il Santo Padre non manca di confermarcelo già al punto n.10 dell’enciclica stessa:

“Non voglio procedere in questa Enciclica senza ricorrere a un esempio bello e motivante. Ho preso il suo nome come guida e come ispirazione nel momento della mia elezione a Vescovo di Roma. Credo che Francesco sia l’esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità. È il santo patrono di tutti quelli che studiano e lavorano nel campo dell’ecologia, amato anche da molti che non sono cristiani. Egli manifestò un’attenzione particolare verso la creazione di

Laudato Si’“Questa avventura, queste scoperte le voglio viver con te.Guarda che incanto è questa natura e noi siamo parte di lei...”

Spiritualità scoutA cura di Stefania Dodero

33

sorgente di meraviglia e di reverenza. Essa è, inoltre, una rivelazione continua del divino». ... «Percepire ogni creatura che canta l’inno della sua esistenza è vivere con gioia nell’amore di Dio e nella speranza». Questa contemplazione del creato ci permette di scoprire attraverso ogni cosa qualche insegnamento che Dio ci vuole comunicare, perché «per il credente contemplare il creato è anche ascoltare un messaggio, udire una voce paradossale e silenziosa».. Prestando attenzione a questa manifestazione, l’essere umano impara a riconoscere sé stesso in relazione alle altre creature (n.80)

Quindi con l’esempio di San Francesco e l’aiuto di papa Francesco lasciamoci guidare nella scoperta della creazione, perchè noi abbiamo la fortuna di poterla custodire e di poterci vivere a stretto contatto, magari guardandola pure con uno sguardo nuovo e più consapevole...Buona caccia, buon volo, buon sentiero e buona strada a tutti!

Nota: Le vignette sono tratte dai fumetti di Gibì e Doppiaw, due personaggi ideati e disegnati da Walter Kostner negli anni 80.

certamente quella ambientale, cioè la cura della terra (nostra casa comune), con attenzione allo sfruttamento delle risorse all'inquinamento e quindi allo sviluppo sostenibile...; ma anche ecologia economica, culturale e sociale con lavoro equo, giustizia, complementarietà, servizio....ed anche cura delle relazioni umane. Perchè “Trascurare l’impegno di coltivare e mantenere una relazione corretta con il prossimo, verso il quale ho il dovere della cura e della custodia, distrugge la mia relazione interiore con me stesso, con gli altri, con Dio e con la terra. Quando tutte queste relazioni sono trascurate, quando la giustizia non abita più sulla terra, la Bibbia ci dice che tutta la vita è in pericolo.” (n.70)

Infine non mancano anche alcune linee di orientamento e di azione senza dimenticarci, come ci ricorda anche San Francesco nel suo cantico delle creature, che la contemplazione della creazione è la base di tutto!

Dio ha scritto un libro stupendo, «le cui lettere sono la moltitudine di creature presenti nell’universo». .... «Dai più ampi panorami alla più esili forme di vita, la natura è una continua

Spiritualità scout

34

Bacheca

Il futuro di Vara, la base scoutpiù grande d’Italia

casa, come un luogo da proteggere e rendere sempre migliore.Vorrei darvi qualche informazione per spiegare perchè Vara non è una casa come le tante case scout, in realtà è una base un pò differente dalle altre; è la base scout più grande d'italia, sia come estensione e numero di posti letto, che per numero di pernottamenti annui, ed è probabilmente in Europa la base più grande di proprietà di una associazine scout.Da poco è stata acquisita una porzione di terreno sopra alla Romana ed alcuni campi dietro la casa, comprendenti anche una fonte di acqua,

Che cosa è una base scout?Una domanda mi ha colpito durante l'incontro di brainstorming sul futuro di Vara, una domanda che non mi ero mai posto..."Gli scout liguri, cosa pensano di Vara? Cosa rappresenta per loro?"Se la domanda fosse posta a me la risposta sarebbe certa: " Casa!", ma certamente molti capi giovani, magari delle zone più lontane forse a Vara non hanno mai fatto nemmeno un campo.Parlando con le persone intervenute all'incontro mi sono reso conto che non da tutti, forse, Vara è vista come una grande opportunità, come una

Era una casa molto carina, senza soffitto, senza cucina. (Sergio Endrigo)

A cura di Daniele Boeri, Pattuglia Vara

35

centri dello scoutismo mondiale, si è parlato di promozione e gestione informatica, delle tante possibilità di nuovi ampliamenti o ruderi da ricostruire.Abbiamo ragionato su come rendere più facile raggiungere la base e sulle attività che la base potrebbe fornire, dall'osservatorio astronomico alle mappe dei sentieri per hike ed escursioni, a convenzioni col vicino parco del monte Beigua.Tutto questo potrebbe essere una immensa risorsa, se ben gestito, ben curato e valorizzato!Ne è una bella testimonianza la buona riuscita del campo Ora et Labora di Pasqua, i clan che hanno partecipato hanno fatto un grandissimo lavoro in ogni ambito in cui si sono cimentati, dai lavori più semplici come la pulizia del bosco ed il taglio della legna ai lavori di rifinitura di casa Romana o alla riorganizzazione dei magazzini e delle linee elettriche. Lavori apparentemente semplici ma fondamentali per il mantenimento della base.Da parte della Pattuglia, un enorme ringraziamento a titti i ragazzi dei Clan, ai loro capi e soprattutto al carismatico Don Franco e agli amici "Rollers Adventur" che ci hanno aiutati con gioia.

superando così i 42 Ettari di terreno (la superfice di 60 campi da calcio di serie A).Con le sue 5 case al momento attive conta circa 200 posti letto e almeno 300 persone in tenda divisi in sette zone.L'anno scorso i pernottamenti sono stati più di 12000 e per questo anno il dato dovrebbe essere confermato, tutto questo con un utilizzo concentrato in pochissimi periodi dell'anno.L'incontro del 3 Maggio, per come era stato pensato, avrebbe potuto essere un ottimo tavolo per ascoltare idee e richieste di giovani capi per far sentire più vicina alle loro esigenze la base, invece i partecipanti erano tutti volti "noti" impoverendo un po la discussione.I pensieri per il futuro si sono molto concentrati sulla gestione della base, a giudizio mio e di molti, un impegno troppo grosso per il Comitato Regionale, che ha già altri compiti, da cui la proposta di individuare un sistema gestionale differente. Si è parlato di come potrebbe evolversi la figura del custode, che un domani potrebbe essere una presenza fissa, magari un dipendente e che possa anche proporre attività sulla falsa riga dei grandi

Bacheca

36

Bacheca

ai gruppi scout e valorizzare il patrimonio di AGESCI, per saperne di più visitate http://cba.agesci.it/base/rostiolo/Già che avete aperto il browser vi invito anche a lasciare un giudizio sulla base "il Rostiolo" su SCOUTADVISOR, un servizio gestito da scout di ricerca case e campi per vacanze, che a differenza di altri già esistenti si proponde di mantenere aggiornati i dati e favorire lo scambio di opinioni tra gli utenti, sulla falsa riga di Trip Advisor.A proposito di nuove basi, forse c'è una altra buona notizia, AGESCI Liguria potrebbe essersi aggiudicata l'assegnazione di una nuova struttura nel comune di Savona, molto bella e restaurata alla quale si dedicherà una pattuglia costituita nella zona e che appena possibile diverrà base di AGESCI Liguria, nel prossimo numero di SIL tutte le informazioni!

Purtroppo, l'apertura dei bivacchi di pattuglia al servizio di Clan o capi singoli per il momento non ha suscitato l'interesse sperato, ciò è un vero peccato perchè potrebbe essere una ottima esperienza di servizio e comunità, garantendo alla base un aiuto molto concreto a stretto contatto con i membri della pattuglia.Per questo motivo abbiamo deciso di spostare lavori di un certo livello, come rifare il tetto di casa Pippo, all'anno prossimo sperando in una maggior partecipazione da parte di capi e gruppi e permettendo alla pattuglia di dedicarsi maggiormente alla manutenzione ordinaria di bagni e cucine.Il 10 e 11 stettembre invece la pattuglia farà un campetto presso la casa Romana per creare un impianto di riscaldamento per poter utilizzare la casa anche in inverno, chi avesse voglia di partecipare scriva a [email protected] "Rostiolo" è entrato da qualche anno nella Comunità delle Base Agesci (CBA), nata con lo scopo di garantire strutture e terreni di buon livello anche dal punto di vista della sicurezza