Sbandieratori Arezzo APS - Presentazione standard di PowerPoint · 2020. 3. 27. · Sbandieratori e...

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E ditoriale opo la pausa invernale è di nuovo Giostra. Ci sono stati dei passaggi importanti duran- te i mesi scorsi per questo mondo che ci coin- volge tutti: la premiazione dei cavalieri delle edizioni 2017, la cerimonia della Donazione dei Ceri, fino al rinnovo dei direttivo dei Quartieri, oltre che del Gruppo Musici e dell’Associazione Signa Arretii. Ed è proprio di Giostra che si parla in questo nuovo nu- mero de “L’Alfiere”, dando la parola ai quattro Rettori, nuovi o confermati: interviste nelle quali ci parleranno delle proprie esperienze, delle varie realtà e delle attese all’interno dei rispettivi Quartieri. Sarà la prima Giostra del Saracino senza Massimo Bianchini, il “Nonno”, per decenni simbolo dei nostri tamburi, più volte Consigliere, Sbandieratore d’Onore, D 1 L’ALFIERE - n. 2 - 2018 L’ALFIERE Periodico di informazione dell’Associazione Sbandieratori di Arezzo Autorizzazione Tribunale Arezzo n. 2/16 del 23/05/16 - Dir. Resp.: Sergio Rossi - Coordinamento redazionale: Romano Junior Vestrini, Daniele Serboli - L’ALFIERE - Pubblicazione a cura dell’Associazione Sbandieratori di Arezzo, Piazzetta del Praticino, 7 - 52100 Arezzo - Hanno collaborato: Giovanni Bonacci, Lorenzo Diozzi, Simone Duranti - Foto: archivio Sbandieratori Anno III – n. 2 Giugno 2018 Sergio Rossi Ciao Nonno! Massimo Bianchini, una figura indimenticabile 2 T rasferte memorabili Il nostro «Memoriale di Yalta» 6 Speciale Giostra - Porta Crucifera Ritorno alle origini con Fazzuoli e Raffaelli 8 Speciale Giostra - Porta Sant’Andrea Carboni, quinto mandato e sette lance d’oro vinte 10 Speciale Giostra - Porta Santo Spirito 9 lance d’oro in sette anni: nessuno come Ezio Gori 12 Speciale Giostra - Porta del Foro Roberto Felici, tanti progetti per tornare competitivi 14 Mercatino dei Ragazzi Sbandieratori e solidarietà: al lavoro per il Calcit 16 S ommario conosciuto e stimato non solo dagli Sbandieratori ma anche dai tanti amici e cittadini che sono stati vicini a noi e alla sua famiglia. Su di lui troverete, in questo nu- mero, un collage di ricordi, esperienze, aneddoti che siamo certi farà piacere e che saprà tratteggiare la per- sonalità e la passione genuina di Massimo per il Sara- cino e per la sua Città. Per quanto riguarda l’esibizione del Gruppo Sbandie- ratori in questa Giostra del 23 giugno, il Direttore Tecnico Stefano Giorgini, assieme all’entusiasmo e al- l’impegno dei nostri ragazzi, proporrà ancora una vol- ta un saggio inedito, in cui le difficoltà tecniche saran- no esaltate dagli effetti cromatici offerti dalla sugge- stiva illuminazione dell’edizione notturna. Buona lettura a tutti!

Transcript of Sbandieratori Arezzo APS - Presentazione standard di PowerPoint · 2020. 3. 27. · Sbandieratori e...

  • Editoriale

    opo la pausa invernale è di nuovo Giostra.

    Ci sono stati dei passaggi importanti duran-

    te i mesi scorsi per questo mondo che ci coin-

    volge tutti: la premiazione dei cavalieri delle edizioni

    2017, la cerimonia della Donazione dei Ceri, fino al

    rinnovo dei direttivo dei Quartieri, oltre che del

    Gruppo Musici e dell’Associazione Signa Arretii. Ed

    è proprio di Giostra che si parla in questo nuovo nu-

    mero de “L’Alfiere”, dando la parola ai quattro

    Rettori, nuovi o confermati: interviste nelle quali ci

    parleranno delle proprie esperienze, delle varie realtà

    e delle attese all’interno dei rispettivi Quartieri.

    Sarà la prima Giostra del Saracino senza Massimo

    Bianchini, il “Nonno”, per decenni simbolo dei nostri

    tamburi, più volte Consigliere, Sbandieratore d’Onore,

    D

    1L’ALFIERE - n. 2 - 2018

    L’ALFIEREPeriodico di informazione dell’Associazione Sbandieratori di Arezzo

    Autorizzazione Tribunale Arezzo n. 2/16 del 23/05/16 - Dir. Resp.: Sergio Rossi - Coordinamento redazionale: Romano Junior Vestrini, Daniele Serboli - L’ALFIERE

    - Pubblicazione a cura dell’Associazione Sbandieratori di Arezzo, Piazzetta del Praticino, 7 - 52100 Arezzo - Hanno collaborato: Giovanni Bonacci, Lorenzo Diozzi,

    Simone Duranti - Foto: archivio Sbandieratori

    Anno III – n. 2

    Giugno 2018

    Sergio Rossi

    Ciao Nonno!Massimo Bianchini, una figura indimenticabile

    2

    Trasferte memorabiliIl nostro «Memoriale di Yalta»

    6

    Speciale Giostra - Porta CruciferaRitorno alle origini con Fazzuoli e Raffaelli

    8

    Speciale Giostra - Porta Sant’AndreaCarboni, quinto mandato e sette lance d’oro vinte

    10

    Speciale Giostra - Porta Santo Spirito 9 lance d’oro in sette anni: nessuno come Ezio Gori

    12

    Speciale Giostra - Porta del ForoRoberto Felici, tanti progetti per tornare competitivi

    14

    Mercatino dei RagazziSbandieratori e solidarietà: al lavoro per il Calcit

    16

    Sommario

    conosciuto e stimato non solo dagli Sbandieratori ma

    anche dai tanti amici e cittadini che sono stati vicini a

    noi e alla sua famiglia. Su di lui troverete, in questo nu-

    mero, un collage di ricordi, esperienze, aneddoti che

    siamo certi farà piacere e che saprà tratteggiare la per-

    sonalità e la passione genuina di Massimo per il Sara-

    cino e per la sua Città.

    Per quanto riguarda l’esibizione del Gruppo Sbandie-

    ratori in questa Giostra del 23 giugno, il Direttore

    Tecnico Stefano Giorgini, assieme all’entusiasmo e al-

    l’impegno dei nostri ragazzi, proporrà ancora una vol-

    ta un saggio inedito, in cui le difficoltà tecniche saran-

    no esaltate dagli effetti cromatici offerti dalla sugge-

    stiva illuminazione dell’edizione notturna.

    Buona lettura a tutti!

  • ueste poche righe sono il nostro ricordo di

    Massimo Bianchini, il nostro “Nonno”,

    anzi “Il Nonno” per tutti gli aretini.

    Avevamo scritto un piccolo ritratto di Massimo, su

    questo periodico, in un numero dello scorso anno e

    lo avevamo fatto prendendo le mosse da un episo-

    dio personale che riguardava chi scrive: l’invito che

    mi fece proprio lui ad entrare a far parte del

    Gruppo degli Sbandieratori. Era il 1971 e io avevo

    già suonato il tamburo con lui, con i Musici diretti

    in quegli anni dal compianto William Monci. Ecco

    perché, con profonda tristezza ma anche con la

    certezza di ricordare ed onorare come merita

    Massimo, mi sono permesso di introdurre queste

    brevi note ed aneddoti, simpatici, talvolta goliardici,

    per far conoscere a tutti chi era veramente. Questo

    perché credetemi, io il Nonno lo conoscevo davve-

    ro e la nostra era proprio un’amicizia, una stima, un

    rispetto antichi di oltre quarant’anni che mi rimar-

    ranno sempre nel cuore e nella mente.

    Fabrizio Bulletti (Ex Sbandieratore/Preparatore

    atletico professionista)

    Due episodi ricordo di Massimo: il primo in Argen-

    tina, in occasione della prestigiosa trasferta del

    Gruppo Sbandieratori ai Campionati del Mondo di

    Calcio nel 1978. Stante la mia attività e i miei

    rapporti con il mondo del calcio, promisi a Massimo

    che saremmo andati a trovare la Nazionale Azzurra

    al ritiro di Casa Italia a Mar del Plata, nella fase

    iniziale del mondiale. Lui scettico, mi disse, “non ci

    credo”. Ebbene, per una settimana tutte le sere an-

    davamo a prendere il caffè al ritiro azzurro, insieme

    ai calciatori e allo staff. Non finì mai di ringraziarmi.

    Sempre legato al calcio: quando discutevamo di cal-

    cio, ai primi anni di carriera di Francesco Graziani

    che allora giocava nelle giovanili dell’Arezzo, mi dice-

    CIAO NONNO!

    2

    Massimo Bianchini, una figura indimenticabile

    L’ALFIERE - n. 2 - 2018

    Q

    va continuamente: “questo ha un bel fisico, è forte ma

    non diventerà mai un fenomeno”. Mai tanta avventa-

    tezza nel giudizio: Massimo con “Ciccio” si “bruciò”

    gran parte della sua reputazione di esperto di calcio.

    Ma in effetti lo era davvero, esperto e competente!!

    Carlo Polci (noto e stimato professionista della

    Città, già Presidente della Sezione Aretina

    dell’Associazione Italiana Arbitri)

    Tra i tanti punti di contatto con Massimo quasi una vi-

    ta vissuta (incidentalmente) insieme. Dai primi incontri

    Il nostro ricordo del «Nonno» attraverso gli aneddoti di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo

    Sergio Rossi

  • CIAO NONNO!

    3L’ALFIERE - n. 2 - 2018

    al Liceo Scientifico, io al primo anno, lui al decimo

    (da cui l’appellativo “Il Nonno”), alle partite del CSI,

    lui arbitro (a modo suo) io portiere (scarso) dei

    Pomito del compianto Pommella, ai suoi incitamenti

    seduto sul colonnino di P.za S. Domenico nel mentre

    facevo ripetute in via Madonna Laura, fino all’ultimo

    incontro di pochi giorni prima che si sentisse male

    nel quale mi chiese un aiuto per un (ultimo) “perso-

    nalissimo desiderio”. Poi la partecipazione comune

    alla Giostra del Saracino, ma lì ci sono molti più

    autorevoli di me. A me piace ricordare Massimo

    come un innamorato della sua Città. Ne ha portato il

    nome orgoglioso in giro per il mondo, ne ha difeso il

    dialetto usandolo a più non posso. Ne ha amato la

    squadra sostenendola incessantemente (a modo suo).

    Ecco “a modo suo”…un po' la sua caratteristica su

    tutte le cose ma con grande costanza e per tutta una

    vita. Un esempio per tutti … a modo suo.

    Francesco Graziani (Calciatore professionista,

    Campione del Mondo 1982, commentatore

    sportivo) e la moglie Susanna

    Il ricordo di Massimo, “il Nonno” era per noi come

    una persona “di casa”: era spesso qui, ai nostri

    campi, parlava di calcio solo con Francesco - gli altri

    diceva - “non ci capiscono niente”. Ha arbitrato

    partite dalla panchina, oltre la rete del campo, in caso

    di pioggia con l’ombrello. Mi mostrano un mazzo di

    carte da gioco nuove, con le quali giocava, con su

    scritto: “Nonno nuove”. Francesco e Susanna danno

    proprio l’impressione e la sensazione – e ciò si

    avverte e si sente dalle loro parole – di aver avuto un

    rapporto con Massimo come con uno di famiglia,

    fatto di attenzioni, consigli, passaggi in macchina,

    qualche pasto caldo. Una mancanza che avvertiamo,

    mi dicono, salutandomi.

    Stefano Bulletti (Sbandieratore)

    La storia dei capelli riportati - il parrucchino - esibito

    a volte alterne: memorabile la foto a Nizza quando si

    nascose dietro una pianta altrimenti il vento lo

    avrebbe fatto volare via.

    Leonardo Calcini (Sbandieratore)

    In Giappone quando per il troppo caldo tolse il solito

    parrucchino e l’accompagnatore incuriositosi doman-

    dò chi fosse e Massimo, candidamente disse “ho un

    fratello che suona come me il tamburo”.

    Oppure, sempre Giappone, 1989, dopo quasi 50

    giorni di trasferta, l’ultima delle 104 esibizioni, il

    capogruppo candidamente gli fece un assist: “Non-

    no, è l’ultimo giorno, oggi si fa come ci pare a noi”.

    E lui, illuminandosi, prende l’invito alla lettera e

    inizia la sfilata con il suo passo svelto ma deviando

    dal percorso obbligato e rigido del ferreo protocollo

    giapponese. L’accompagnatore responsabile della

    manifestazione, sbiancato, terrorizzato non sapendo

  • Via Madonna del Prato, 12, Arezzo

    CIAO NONNO!

    4 L’ALFIERE - n. 2 - 2018

    le intenzioni sudando e smanettando lo invitava a

    riprendere il percorso stabilito. Il Nonno imperterrito

    e incurante continuò il suo “fuori pista” fermandosi

    infine davanti ad un negozio di cristalleria e vetri,

    dove il possente suono del suo “rullante” fece

    tremare vetri, arredi e merce in mostra, con gli

    spettatori, solitamente compiti e formali, avendo

    capito cosa stesse accadendo si sciolsero in un

    applauso e in una risata generale collettiva e di stima

    e affetto, insolita per loro.

    Edo Bonucci (Sbandieratore)

    Come non ricordare le nottate in bianco dello

    sventurato compagno di camera (il più delle volte io)

    a causa del suo “russare come un trattore” o

    l’intervento che il Tinti, da buon infermiere e

    aspirante medico, gli fece sul piede ammalato.

    In evidenza

    Sbandieratori e Arezzo Calcio

    Giovanni Bonacci

    l legame fra gli Sbandieratori e l’Arezzo Calcio

    è storico e lo stesso inno della squadra ricorda

    nel testo i colori delle nostre bandiere. Sono

    state tantissime le occasioni di esultanza in cui le

    nostre bandiere hanno volteggiato sul prato dello sta-

    dio, sin dalla sua inaugurazione nel 1961. Per questo

    salutiamo la felice conclusione di un campionato tan-

    to tribolato quanto imprevedibile: la salvezza raggiun-

    ta dell’Arezzo - sul campo e nelle aule del tribunale -

    è coincisa con una grande manifestazione di affetto e

    identificazione popolare, vera e propria apoteosi dello

    sforzo collettivo dell’intera comunità aretina nel voler

    tenacemente salvaguardare il patrimonio sportivo e

    storico degli amaranto. In questo contesto, assume

    grande rilievo la recente inaugurazione del neonato

    “Museo Amaranto”, che racchiude tanti cimeli dei

    quasi 100 anni di storia del club. Un impegno ecce-

    zionale che i promotori hanno voluto intraprendere

    per amore verso la maglia amaranto, anche a vantag-

    gio delle future generazioni.

    “È stato meraviglioso vedere con quanto affetto tifosi

    di ogni età hanno voluto portare il proprio contributo

    donando oggetti e ricordi custoditi gelosamente”

    afferma Stefano Turchi, anima di un Museo che

    nasce per perpetuare e divulgare la memoria di uno

    dei simboli della

    città. E noi Sban-

    dieratori, a nostra

    volta orgogliosa-

    mente simbolo di

    Arezzo, ci sentia-

    mo onorati di far

    parte di questa

    comunità!

    Forza Amaranto!

    I

  • CIAO NONNO!

    5L’ALFIERE - n. 2 - 2018

    Gino Rossi e Carlo Lobina (Sbandieratori)

    Le zingarate con la mitica Mini rossa e bianca, a rubare

    i cocomeri a Marina di Grosseto, alcuni con le moto di

    Carlo Lobina e del compianto Sergio Dini che quando

    furono affrontati dal proprietario delle cucurbitacee,

    candidamente lo affrontò “ma lei è mai stato ragazzo”

    e ce la cavammo con 5000 lire e una lavata di capo.

    Grotti Rodolfo (Sbandieratore)

    Il suo ingresso nel Gruppo, quando a forza di starmi

    di dietro, in palestra, quando accompagnavo i saggi,

    alla fine una bandiera ce la fece a finirgli addosso –

    precisamente sul labbro – e il Professor Dini, disse

    “che si fa ora?, bisogna farlo entrare, gli facciamo

    suonare il tamburo, viene dai Musici del Monci”.

    Fabrizio Migliorini (Sbandieratore)

    Appena entrato mi avvisò: ”guarda che qui se picchia

    e se sona, mica se fanno i discorsi”.

    Giovanni Bonacci (Sbandieratore)

    In Sudafrica 1988, quando mi esibì per la prima volta

    nel “singolo” e Massimo per incoraggiarmi e aiutarmi

    In evidenzaSbandieratori e L’Ardita

    Daniele Serboli

    l legame fra gli Sbandieratori e l’Ardita è sempre più stretto. La

    ciclostorica aretina, giunta alla III° edizione, ha salutato i suoi

    331 partecipanti con il grande spettacolo degli Sbandieratori, le

    cui bandiere hanno volteggiato in Piazza Grande il 22 Aprile 2018.

    L’Ardita, fin dalla sua prima edizione, si è posta l’obiettivo di valoriz-

    zare, attraverso il ciclismo, la città di Arezzo, il suo territorio e le sue

    eccellenze ed è per questo motivo che la scelta del luogo di partenza

    ed arrivo non poteva che essere Piazza Grande, con l’accoglienza che

    solo gli sbandieratori possono offrire con il loro spettacolo di bandiere

    e musica. La ciclostorica ha portato ad Arezzo ciclisti e cicliste da tutta Italia ed anche dall’esterno, coinvolgendoli in

    una tre giorni di eventi, iniziati con il teatro e proseguiti con il dibattito con i ciclisti professionisti “senza freni” senza

    dimenticare il Museo del Ciclismo, con le bici dei collezionisti de l’Ardita e di Marconi Arredamenti e la mostra

    scambio di bici e abbigliamento d’epoca. Un impegno eccezionale che i promotori hanno voluto intraprendere per

    amore verso la città e per lo sviluppo turistico della stessa. “Il serpentone di ciclisti partiti da Piazza Grande tra gli

    sbandieratori che ha allegramente invaso il centro storico è stato uno spettacolo unico, l’Ardita con queste basi non

    può che crescere” afferma Massimiliano Refi, presidente dell’Asd Gli Arditi del ciclismo che organizza l’evento. E noi

    Sbandieratori, a nostra volta orgogliosamente simbolo di Arezzo, ci sentiamo onorati di collaborare nella buona

    riuscita di questo evento! W gli sbandieratori e W l’Ardita!

    I

    nell’impresa, iniziò ad avvicinarsi lentamente,

    continuando ad accompagnarmi con il rullare del

    tamburo ed improvvisammo quasi un duetto

    “swing” con il sottoscritto che agitava le bandiere

    verso il Nonno e lui ondeggiando e “quasi ballando”

    ritmava i movimenti dell’alfiere. Indimenticabile.

    Ecco, Massimo era questo, ma anche tanto altro.

    Tutti i ricordi non possiamo menzionarli, ma lui, il

    Nonno era così e con questo ricordo rimarrà sempre

    nei nostri cuori e nella nostra memoria.

  • TRASFERTE MEMORABILI

    6

    Il nostro “Memoriale di Yalta”

    Gli Sbandieratori di Arezzo per la prima volta in Crimea

    L’ALFIERE - n. 2 - 2018

    Simone Duranti

    on questo titolo irriverente per la storia del

    comunismo internazionale (è noto infatti che

    il “Memoriale di Yalta” fu redatto come sorta

    di testamento politico da Palmiro Togliatti nel 1964) il

    solito tamburino addetto a ricordare le nostre trasferte

    memorabili, si accinge a raccontarvi una esperienza

    recente, molto importante, che il gruppo ha vissuto

    nella Penisola di Crimea nell’aprile scorso.

    Il riferimento storico ci serve comunque per dare l’idea

    di quanto la terra di Crimea e la città di Yalta siano state

    un rilevantissimo concentrato di avvenimenti tanto per

    l’epoca contemporanea quanto per l’antichità. La

    geografia la destina a rappresentare uno dei crocevia per

    eccellenza fra l’Europa, simbolo della civiltà occidentale

    e l’oriente.

    Il Mar Nero: Europa o Asia? Questo interrogativo

    apparentemente retorico condiziona da sempre la

    percezione di un’area di cintura fra mondi e spazi

    diversi, dove il concetto stesso di spazio diventa anche

    mentale e percettivo, culturale e politico. Un importante

    storico della contemporaneità – Dan Diner – ha posto

    proprio il problema del “punto di vista” dal quale si

    osserva il mondo – tradizionalmente per noi

    eurocentrico – come questione fondamentale, invitando

    il lettore ad immaginarsi di guardare agli avvenimenti

    dell’ottocento e del novecento con l’angolo di

    osservazione di un uomo seduto sulla scalinata di

    Sebastopoli, degradante su quel Mar Nero che

    recentemente ha ospitato le gesta del gruppo

    sbandieratori. Con molta curiosità pertanto ci siamo

    presentati in un luogo purtroppo ancora teatro di grandi

    tensioni e conflitti fra Russia e Ucraina. Con una

    operazione spregiudicata e di forza Putin ha riportato

    alla Russia una penisola che Kruschev aveva “restituito”

    all’Ucraina pur sempre all’interno della federazione delle

    repubbliche socialiste sovietiche, ed oggi i venti di

    guerra da Yalta, nonostante il suo turismo balneare, non

    sono affatto distanti.

    Il turismo ha reso Yalta e la Crimea luogo deputato al-

    le vacanze estive dai tempi degli Zar e parte del nostro

    C

    tempo libero è stato dedicato alla visita delle residenze

    fatte costruire dai Romanov e da parte della nobiltà

    russa dell’ottocento, prediligendo lo stile inglese e

    francese per gli edifici e gli arredi, nonostante le

    inevitabili citazioni di un classicismo greco e romano.

    La penisola, verdissima, ci ha visto scorrazzare in

    autobus per giorni lungo la costa, mantenendo come

    luogo centrale la città di Yalta tanto per l’esibizione

    principale quanto per la vita notturna della quale

    abbiamo colto qualche scampolo. L’occasione della

    nostra trasferta era la partecipazione, come attrazione

    per gli addetti ai lavori, ad un forum internazionale

    economico ma l’organizzazione si è dimostrata assolu-

    tamente impreparata a sfruttare al meglio le nostre

    caratteristiche e non possiamo ritenerci soddisfatti della

    scarsa visibilità che ci è stata concessa all’interno dei

    giorni di tale Forum. Le nostre esibizioni si sono

    pertanto concentrate attorno alle dimore storiche cui ho

    accennato, lasciandoci perplessi sul senso di una orga-

    nizzazione complessa e onerosa che ci destinava poi a

    performances francamente improvvisate.

    Le nostre caratteristiche di gruppo da parata e da esibi-

  • TRASFERTE MEMORABILI

    7

    zione in larghi spazi hanno fortunatamente avuto

    soddisfazione sul lungo mare della città di Yalta, in

    presenza di molto pubblico, fino alla piazza nella quale

    troneggia la statua di Lenin. In questa cornice storica

    sorprendente (sono ormai pochissime negli spazi

    pubblici urbani le effigi di Lenin e i simboli del

    socialismo nel mondo post ’89) abbiamo sciorinato il

    nostro intero repertorio: squadra, acrobatica, singoli,

    coppie e intermezzi musicali. La risposta del pubblico,

    in un luminoso pomeriggio di sole sul Mar Nero, è stata

    all’altezza delle nostre abitudini: entusiasmo, stupore e la

    richiesta di una miriade di fotografie.

    Il nostro albergo si trovava nella cittadina costiera di

    Alushta, piccola località turistica a circa mezz’ora da

    Yalta. Qui, di fronte ad un cippo che ricordava una

    coppia di medici vittime dell’occupazione nazista

    durante la seconda guerra mondiale, abbiamo svolto

    una breve esibizione di congedo. Il pubblico presente

    non soltanto ha gradito il fuori programma ma ci ha

    proiettati, ancora in costume, con strumenti e bandiere,

    ad accettare l’invito entusiasta di un ristoratore che ci ha

    voluto “per forza” nel suo locale dove abbiamo gustato

    pesce fresco e vino bianco. Alla fine ci siamo sdebitati

    con una serie di lanci proprio di fronte al ristorante,

    capendo immediatamente che uno sbandieratore in

    divisa ed equipaggiato non potrà mai morir di fame!!!

    Al di là di questo siparietto divertente, la trasferta in

    Crimea è stata importante e culturalmente arricchente.

    Sono testimone di un gruppo che ha dedicato parte del

    L’ALFIERE - n. 2 - 2018

    suo tempo libero alla visita del palazzo nel quale venne

    ospitata nel 1945 la celeberrima Conferenza fra le

    delegazioni russa inglese ed americana che contribuì a

    decidere gli assetti geopolitici del mondo post seconda

    guerra mondiale.

    Fra i ritratti di Churchill, Roosevelt e Stalin, venti

    sbandieratori in divisa osservavano le stanze di un

    passato recente, spartiacque del mondo che

    conosciamo, un segmento di storia che realmente ha

    determinato collocazioni e divisioni di quel novecento

    che ancora caratterizza molto del nostro presente.

    Capire cosa è stato il mondo in rovina (materialmente e

    moralmente) del 1945 per la coscienza di un giovane

    europeo di oggi non è immediato né semplice e la vista

    di luoghi che ti rendono testimone di alcuni aspetti di

    quel passato significa molto per la coscienza civile e la

    consapevolezza di chi siamo.

    Chi scrive queste note si occupa di storia come pro-

    fessione e posso garantire al lettore che non è irrilevante

    l’occasione che a volte ti fornisce l’essere sbandieratore:

    il diventare testimone, lo sperimentare le caratteristiche

    spaziali e perfino il sapore di luoghi che rappresentano

    un fondamentale condensato di storia, in questo caso

    una storia che dall’antico Ponto Eusino ci porta diret-

    tamente in pieno novecento.

    A tanti studenti negli anni ho consigliato quel libro di

    Diner che invitava a osservare il mondo stando seduti di

    fronte al Mar Nero, ma mai mi sarei immaginato di

    farlo io stesso, in compagnia dei miei fratelli di bandiera!

  • tornati ad essere, quello che dovevano e devono

    essere. Cioè momenti di passione e fede per i propri

    colori, ma anche e soprattutto occasione di vita

    sociale, divertimento, attrazione, festa. Anche noi,

    come peraltro gli altri, abbiamo il nostro comitato

    giovanile, il circolo, dove effettuiamo anche durante

    l’anno e non solo per il periodo delle Giostre,

    attività sociali, ludiche, culturali, ricreative. Certo c’è

    ogni volta qualche problema o polemica con i

    residenti, per le questioni del rumore e della

    vivibilità delle zone vicine alla sede: a proposito di

    queste quest’anno adotteremo una iniziativa

    informando e soprattutto invitando proprio i resi-

    denti ad una cena durante la settimana del quartie-

    rista, cercando di comprendere le esigenze di tutti.

    E poi voglio ricordare la massima attenzione di noi

    responsabili, e su questo siamo in assoluta sintonia

    anche con gli altri colleghi Rettori, perché tutto avven-

    SPECIALE GIOSTRA - PORTA CRUCIFERA

    8

    Ritorno alle origini con Fazzuoli e Raffaelli

    Puntare sui giovani, sotto la guida di Carlo Farsetti, per tornare presto al successo

    Sergio Rossi

    L’ALFIERE - n. 2 - 2018

    ndrea buongiorno e bentornato, in pri-

    ma persona, nel mondo della Giostra: la

    tua nomina a Rettore del Quartiere, uni-

    ta a quella di Rodolfo Raffaelli a Capitano cosa

    è, un ritorno al passato e con quali obbiettivi?

    Sì certamente, questo nostro impegno diretto ed in

    prima persona mio e di Rodolfo è senz’altro un

    ritorno alle origini e alla tradizione del quartiere, ma

    attenzione, senza nessuno spirito di rivalsa o rottura

    con in passato. Anzi, abbiamo fatto tesoro delle

    esperienze degli ultimi anni e addirittura abbiamo

    coinvolto nel nuovo Consiglio Direttivo alcuni dei

    giovani attivisti e protagonisti della vita del

    sodalizio.

    Noi mettiamo al servizio la nostra esperienza nel

    segno della continuità affiancata all’entusiasmo delle

    nuove generazioni.

    Dal punto di vista strettamente tecnico e delle

    strategie per la piazza, quali sono gli elementi e

    le intenzioni?

    I giovani. Certamente continueremo sulla politica di

    investimento sui giovani giostratori e il ritorno a

    casa di Adalberto Rauco ne è il primo passo. Poi

    confermiamo, dal febbraio scorso, l’affidamento a

    Carlo Farsetti del ruolo di allenatore e con la messa

    a punto delle nuove scuderie e del campo prova, ec-

    co chiarite e programmate le nostre scelte. Tempo,

    pazienza, lavoro e siamo certi che i risultati

    arriveranno.

    Parliamo di Quartiere più in generale. Come

    noto anche per te Andrea, i quartieri, tutti, sono

    molto cresciuti negli ultimi anni, diventando

    veri e propri centri di attrazione e aggregazione

    per i quartieristi ma non solo. Come vedi ma

    soprattutto cosa significa tutto questo?

    Vedo bene, molto bene questa crescita. Al di là del

    ruolo e dei compiti all’interno della Istituzione Gio-

    stra, effettivamente i quartieri sono diventati, o sono

    A

  • SPECIALE GIOSTRA - PORTA CRUCIFERA

    9L’ALFIERE - n. 2 - 2018

    ga, sempre nel rispetto massimo della sicurezza,

    della prevenzione in modo da far si che i nostri

    giovani vivano la Giostra e si divertano ma nel

    rispetto delle regole.

    Una ultima domanda Andrea è d’obbligo, su di

    noi: come vedi gli Sbandieratori di Arezzo, il loro

    ruolo all’interno della Giostra, la loro presenza?

    Ho un ottimo anzi direi viscerale rapporto con gli

    Sbandieratori, con molti dei ragazzi che ne fanno

    parte ma soprattutto con i Dirigenti, quelli di oggi

    ma anche quelli passati, rapporti e stima anche per-

    sonali. E che dire: che siete bravi, i migliori. Date

    valore e dignità alla Giostra e rappresentate al

    meglio la nostra Città, forse il più importante

    biglietto da visita e di promozione che abbiamo.

    Ogni volta che da Borgunto entrate in piazza è una

    emozione per tutti. Poi voglio sottolineare l’impe-

    gno, la passione, la grande tecnica, che spesso anche

    i miei ospiti apprezzano, e che so essere il frutto di

    anni e anni di lavoro, dedizione, fatica e grande

    passione ed amore per Arezzo.

    Grazie e bravi davvero per tutto questo.

  • 10 L’ALFIERE - n. 2 - 2018

    SPECIALE GIOSTRA - PORTA SANT’ANDREA

    Carboni, quinto mandato e sette lance d’oro vinte

    Romano Junior Vestrini

    aurizio, quinto mandato, 7 lance d’oro

    vinte. Cosa ti ha spinto a ricandidarti

    e quale emozione provi nell’essere sta-

    to riconfermato a suon di voti? E quali sono gli

    obiettivi del Quartiere per il prossimo triennio?

    La spinta è dettata da un gruppo di consiglieri che si

    presentavano, cercando di convincermi a guidare il

    quartiere anche per il prossimo triennio. La

    vicinanza di tanti quartieristi, che mi hanno mani-

    festato grandi apprezzamenti nella fase interlo-

    cutoria prima delle elezioni e la voglia di non

    lasciare a metà l’ambizioso progetto iniziato solo un

    anno fa con l’allenatore Formelli, sono state

    certamente le leve che alla fine mi hanno fatto

    prendere la decisione di ributtarmi nella mischia.

    L’obiettivo è sempre quello di migliorare anche dal

    punto di vista associativo. A tal proposito cito

    l’undicesima edizione di “Metti in piazza lo sport”,

    la ormai classica Pedalata, giunta alla trentesima

    edizione, con l’aggiunta di un pranzo all’interno del

    cortile della sede a base di salsicce, rigatino e buon

    vino. Come sempre cerchiamo di migliorare il

    programma dell’anno precedente, così come

    facciamo sempre, almeno dal 2006, anno in cui

    decidemmo, durante la settimana del quartierista di

    creare tre spazi, uno dedicato alla ristorazione, uno

    ai ragazzi e uno ai bambini, cercando così di essere

    attrattivi per tutti. In più ricordo lo sviluppo della

    sede e del museo.

    Parliamo di Giostra: come vi state preparando

    per arrivare pronti agli appuntamenti di giugno

    e settembre? Vedi sempre una sfida prevalente-

    mente a due oppure pensi che finalmente

    potremmo rivedere in giostra quattro quartieri

    tutti con le stesse possibilità di vittoria?

    La preparazione di quest’anno è stata ancora più

    intensa rispetto a quella, già gravosa, dell’anno

    scorso, perché nell’ottica di fare una scelta interna tra

    M

    i nostri giostratori per poterli valutare ancora me-

    glio, abbiamo pensato con allenatore e capitano che

    qualche allenamento in più e maggiore intensità ci

    avrebbero potuto fornire ulteriori indicazioni per la

    scelta. Relativamente al resto, il dato di fatto è che

    negli ultimi anni sembra, dai risultati ottenuti, che ci

    sia stata più una sfida a due che una sfida a quattro.

    In realtà, per esperienza, ti posso dire che quando

    meno te lo aspetti vince il quartiere apparentemente

    meno attrezzato. Alla lunga, secondo me, i più bravi

    prevalgono ma non è così scontato che i più bravi

    vincano sempre.

    Dicevamo tante vittorie con la stessa coppia di

    giostratori, Vedovini e Cherici. Come avete scel-

    to chi affiancare a un veterano come Enrico?

    Relativamente alla soluzione interna non abbiamo

    mai avuto il minimo dubbio. Sia tradizionalmente,

    Una preparazione ancora più intensa in vista della Giostra per continuare a vincere

  • 11L’ALFIERE - n. 2 - 2018

    SPECIALE GIOSTRA - PORTA SANT’ANDREA

    ma ancora di più con Formelli, ma anche prima con

    Checcacci, abbiamo sempre cercato di costruire il

    giostratore in “casa” perché secondo noi c’è sempre

    un vantaggio se il giostratore si affeziona, crescendo

    all’interno di un ambiente. Pensiamo che solo così si

    possono porre le premesse per creare i campioni del

    futuro, quelli che segnano la storia a suon di lance

    d’oro. La nostra scelta è ricaduta su due ragazzi mol-

    to validi e proprio per questo molto dolorosa perché

    è come se un genitore dovesse scegliere se dare un

    premio particolare al figlio A o al figlio B. Sia Tom-

    maso che Francesco sono infatti due paggetti del

    quartiere, due ragazzi nati e cresciuti lì dentro. Seri

    tutti e due, simpatici, buoni di carattere. Arrivati ad

    un livello tecnico molto simile, è stato doloroso sce-

    gliere Tommaso, dovendo dire a Francesco che non

    avrebbe fatto parte della coppia titolare. Spero che

    l’ambiente dia il pieno sostegno e il giusto incitamento

    a Tommaso che si appresta a realizzare il sogno della

    vita e che Francesco continui a lavorare per raggiun-

    gere il suo sogno della vita, forse solo rimandato.

    Una domanda infine su di noi: come vedi gli

    Sbandieratori di Arezzo e il loro ruolo

    all’interno della Giostra?

    Ti risponderò in modo sincero. Quando andavo in

    Piazza da bambino con mia zia o con gli amici,

    spesso in tribuna, capitava di entrare dopo gli

    Sbandieratori in quanto interessati solo alla Giostra.

    Poi, una volta diventato rettore mi sono accorto di

    essermi perso negli anni tanti spettacoli perché

    quello che fate in piazza è qualcosa di una bellezza

    sconvolgente ed è una delle emozioni più belle, un

    qualcosa veramente da brividi.

    Ho capito, conoscendovi meglio, il valore sociale

    che portate avanti e il vostro ruolo nel far conoscere

    fuori da Arezzo la Giostra del Saracino. Il vostro

    valore si vede dalle vostre cene, da come vi

    presentate, da come vi comportate, da dove andate

    e dal numero di persone sempre disponibili a

    presenziare alle iniziative. Insomma siete davvero

    un punto di riferimento.

  • 12 L’ALFIERE - n. 2 - 2018

    SPECIALE GIOSTRA - PORTA SANTO SPIRITO

    9 lance d’oro in sette anni: nessuno come Ezio Gori

    Lorenzo Diozzi

    zio, il Quartiere di Santo Spirito ha di-

    mostrato di possedere organizzazione e

    grande carattere con continuità nel tem-

    po, quali sono i prossimi passi da compiere per

    confermarsi e migliorare?

    Il punto forte del nostro Quartiere è quello di non

    accontentarsi mai.

    Siamo tutti convinti che le vittorie arrivino curando

    i più piccoli particolari e che solo con abnegazione,

    impegno e voglia di migliorarsi riusciremo a

    preservare la nostra fame di vittorie.

    Riguardo alle prossime mosse, lavoriamo per

    confermare il nostro livello di preparazione e

    scendere in piazza convinti della nostra forza.

    Rispetto per tutti, ma paura di nessuno.

    Una squadra che si conferma ma anche una

    squadra che cerca sempre di progredire. Ci

    racconti qualche piccolo gesto o compor-

    tamento che per tradizione si ripete nella

    preparazione di ogni giostra?

    Non vorrei, anche per scaramanzia, parlare della

    mia personale ritualità, che come vedi qualche

    risultato lo ha portato, ma vorrei nuovamente

    sottolineare la compattezza dell'intero consiglio in

    preparazione della Giostra.

    Ognuno di noi sa benissimo quello che deve fare

    per rendere competitivo il Quartiere e non mi

    riferisco soltanto allo staff delle scuderie o alla

    squadra tecnica.

    Faccio riferimento anche a coloro che curano tutti i

    dettagli del pregiostra, ai consiglieri che lavorano

    nell'ombra per permettere a giostratori e non solo di

    pensare unicamente a correre la carriera e centrare

    quel fatidico pomodoro. Ognuno dei miei uomini

    sa, in sintesi, come comportarsi e cosa fare per

    primeggiare in Piazza e fuori.

    La Giostra e i quartieri stanno vivendo un meri-

    tato ottimo momento con grande partecipazione

    E

    di giovani della città e interesse da parte di

    turisti. Ormai innegabile è il ruolo dei quartieri

    nel tessuto sociale cittadino. Quali responsa-

    bilità senti da questo ruolo e quali difficoltà

    organizzative si possono incontrare?

    La responsabilità è altissima. I quartieri sono diven-

    tati un centro di aggregazione fondamentale per le

    dinamiche cittadine e per la crescita dei nostri

    giovani! Sta a noi, e all'Amministrazione, fare in mo-

    Come continuare a dominare la piazza con i ragazzi terribili Scortecci e Cicerchia

  • 13L’ALFIERE - n. 2 - 2018

    SPECIALE GIOSTRA - PORTA SANTO SPIRITO

    do che questa aggregazione sia "ordinata" e

    rispettosa della nostra Manifestazione e della storia

    della nostra città. E' opportuno stringere un patto,

    in modo che ci sia fiducia reciproca e volontà di

    investire (culturalmente e socialmente) nel mondo

    dei quartieri. Con questa Amministrazione sono

    stati fatti in questo senso dei passi in avanti

    notevoli. Mi auguro che sempre di più ci sia la

    volontà di coinvolgere i Quartieri nelle scelte che

    riguardano non solo il quartiere, ma il "benessere"

    della nostra città.

    Domanda di rito vista la natura della rivista

    “L’Alfiere”: non di soli quartieri si colora la

    Giostra, come vedi la presenza degli

    Sbandieratori nella manifestazione e nella città?

    Gli Sbandieratori sono parte integrante della

    manifestazione e sono una delle maggiori attrattive

    per i tanti turisti.

    Durante tutto l'anno svolgono una sorta di

    ambasceria della città e rappresentano il principale

    veicolo comunicativo della Giostra.

  • 14 L’ALFIERE - n. 2 - 2018

    SPECIALE GIOSTRA - PORTA DEL FORO

    Roberto Felici, tanti progetti per tornare competitivi

    Risolvere il «problema sede» e creare le premesse per tornare ai fasti del recente passato

    Sergio Rossi

    oberto buongiorno. La domanda è

    d’obbligo, dopo Giancarlo Felici, il mi-

    tico e leggendario Rettore, un altro Fe-

    lici al timone di comando del Quartiere. Che

    significa, questo, con quali idee e obbiettivi?

    Certamente mio padre qualcosa di buono mi ha

    insegnato, in primis mi ha trasmesso proprio la

    grande passione per la Giostra e l’attaccamento al

    Quartiere. Ma il vero motivo del mio impegno

    diretto e in prima persona è frutto anche di una

    riflessione che ho fatto, con alcuni amici e

    sostenitori del Quartiere, dopo anni nei quali

    eravamo rimasti un po' ai margini della

    manifestazione, i risultati mancavano; ecco per

    questo abbiamo deciso di metterci la faccia, di

    smettere di stare a guardare e abbiamo ritenuto di

    impegnarci in prima persona. Abbiamo presentato

    un programma di attività, di obbiettivi sui quali

    abbiamo chiesto di votarci, darci fiducia, farci

    provare. Ed eccoci qui. Cercheremo di operare con

    la collaborazione di tutti.

    Dal punto di vista strettamente tecnico e delle

    strategie per la piazza, quali sono gli elementi e

    le intenzioni, c’è un ruolo, si dice anche per

    Martino Gianni?

    Punteremo sui nostri giostratori che sono in gamba

    e che hanno il sostegno di tutto il Quartiere e che

    già hanno dimostrato le loro potenzialità. Abbiamo

    affidato a Maurizio Orlandi, un professionista nel

    suo campo il ruolo di preparatore. Con Martino

    Gianni c’è innanzitutto un grande rapporto di stima

    ed amicizia anche personale ed in questo momento i

    suoi consigli, sono e saranno di grandissimo aiuto

    per la crescita dei nostri fantini.

    Parliamo di Quartiere più in generale. Come

    noto anche a te, i Quartieri, tutti, sono molto

    cresciuti negli ultimi anni, diventando veri e

    propri centri di attrazione e aggregazione per i

    R

    quartieristi ma non solo. Come vedi ma

    soprattutto cosa significa tutto questo?

    Vedo molto bene questa crescita. Purtroppo noi

    abbiamo, come noto a tutti, un serio problema di

    sede, sia per le attività strettamente tecniche ed

    organizzative del Quartiere ma soprattutto le attività

    sociali, del circolo, del comitato giovanile. In

    proposito abbiamo in corso dei contatti con

    l’Amministrazione Comunale per risolvere la

    questione, ci sono delle opzioni in campo, vediamo,

    sono fiducioso che presto troveremo una soluzione

    a questo problema. Mi preme, permettimi,

    sottolineare questo aspetto perché come sai, noi a

    Porto del Foro abbiamo anche una grande

    tradizione per le attività sociali, per la solidarietà per

    esempio, e una sede adeguata e un Quartiere vissuto

    e frequentato da appassionati e sostenitori, soprattutto

  • 15L’ALFIERE - n. 2 - 2018

    SPECIALE GIOSTRA - PORTA DEL FORO

    giovani è proprio uno dei punti del programma e di

    obbiettivi di cui accennavo all’inizio – per esempio

    un ritorno alla importante cena medioevale – ed i

    Quartieri sono diventati momenti ed occasione di

    festa, aggregazione, divertimento nel segno della

    passione ma anche nel rispetto delle regole e della

    sicurezza.

    Un’ultima domanda è d’obbligo, su di noi: come

    vedi gli Sbandieratori di Arezzo, il loro ruolo

    all’interno della Giostra, la loro presenza?

    Il ruolo degli Sbandieratori è essenziale all’interno del

    mondo della Giostra: è l’elemento di grande spettacolo

    di contorno e preludio al torneo cavalleresco vero e

    proprio ed è apprezzato giustamente sia da tutti gli

    aretini – a prescindere dal quartiere di appartenenza –

    ma soprattutto da i tanti ospiti e turisti che vedono la

    manifestazione. Anzi io avrei anche una idea che

    potremmo approfondire con voi, con i vostri

    dirigenti: organizzare qualche evento durante l’anno,

    al di fuori dei periodi di Giostra, soprattutto con le

    scuole per far conoscere, avvicinare le giovani

    generazioni a questa nostra splendida manifestazione

    che è la Giostra del Saracino.

    Con l’interesse reciproco e l’impegno a risentirci su

    questa interessante idea ci salutiamo dandoci appun-

    tamento in Piazza Grande il prossimo 23 giugno.

  • MERCATINO DEI RAGAZZI

    16

    Giovanni Bonacci

    L’ALFIERE - n. 2 - 2018

    Sbandieratori e solidarietà: al lavoro per il Calcit

    Il nostro piccolo contributo ad una delle più belle realtà della nostra Città

    n una domenica libera dai tanti consueti

    impegni del mese di maggio, i nostri ragazzi

    si sono mescolati fra la gente senza costumi,

    bandiere o strumenti: animati da tanto entusiasmo

    hanno preso parte al Mercatino dei Ragazzi in favo-

    re del CALCIT, ente benemerito e vanto di Arezzo,

    in occasione del quarantennale della sua fondazione.

    Con il nostro colorato "banchino" c’eravamo orgo-

    gliosamente anche noi assieme alle centinaia di festo-

    Isi protagonisti di una giornata di volontariato e

    solidarietà, ed è stata un'occasione per stringerci

    ancora di più alla nostra città.

    Allo stand di via Niccolò Aretino sono state poste

    in vendita a scopo benefico le nostre bandierine

    assieme ai nostri libri storici illustrati, al vino

    "Ařetium" da collezionare, oltre a tanti gadget e

    oggetti vari. Anche questo è il grande cuore della

    Giostra e degli Sbandieratori!

    www.sbandieratori.arezzo.it #SbandieratoriArezzo SbandieratoriArezzoSbandieratori di Arezzo

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