Sbandieratori Arezzo APS - Presentazione standard di PowerPoint · 2020. 3. 27. · Sbandieratori e...
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Editoriale
opo la pausa invernale è di nuovo Giostra.
Ci sono stati dei passaggi importanti duran-
te i mesi scorsi per questo mondo che ci coin-
volge tutti: la premiazione dei cavalieri delle edizioni
2017, la cerimonia della Donazione dei Ceri, fino al
rinnovo dei direttivo dei Quartieri, oltre che del
Gruppo Musici e dell’Associazione Signa Arretii. Ed
è proprio di Giostra che si parla in questo nuovo nu-
mero de “L’Alfiere”, dando la parola ai quattro
Rettori, nuovi o confermati: interviste nelle quali ci
parleranno delle proprie esperienze, delle varie realtà
e delle attese all’interno dei rispettivi Quartieri.
Sarà la prima Giostra del Saracino senza Massimo
Bianchini, il “Nonno”, per decenni simbolo dei nostri
tamburi, più volte Consigliere, Sbandieratore d’Onore,
D
1L’ALFIERE - n. 2 - 2018
L’ALFIEREPeriodico di informazione dell’Associazione Sbandieratori di Arezzo
Autorizzazione Tribunale Arezzo n. 2/16 del 23/05/16 - Dir. Resp.: Sergio Rossi - Coordinamento redazionale: Romano Junior Vestrini, Daniele Serboli - L’ALFIERE
- Pubblicazione a cura dell’Associazione Sbandieratori di Arezzo, Piazzetta del Praticino, 7 - 52100 Arezzo - Hanno collaborato: Giovanni Bonacci, Lorenzo Diozzi,
Simone Duranti - Foto: archivio Sbandieratori
Anno III – n. 2
Giugno 2018
Sergio Rossi
Ciao Nonno!Massimo Bianchini, una figura indimenticabile
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Trasferte memorabiliIl nostro «Memoriale di Yalta»
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Speciale Giostra - Porta CruciferaRitorno alle origini con Fazzuoli e Raffaelli
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Speciale Giostra - Porta Sant’AndreaCarboni, quinto mandato e sette lance d’oro vinte
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Speciale Giostra - Porta Santo Spirito 9 lance d’oro in sette anni: nessuno come Ezio Gori
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Speciale Giostra - Porta del ForoRoberto Felici, tanti progetti per tornare competitivi
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Mercatino dei RagazziSbandieratori e solidarietà: al lavoro per il Calcit
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Sommario
conosciuto e stimato non solo dagli Sbandieratori ma
anche dai tanti amici e cittadini che sono stati vicini a
noi e alla sua famiglia. Su di lui troverete, in questo nu-
mero, un collage di ricordi, esperienze, aneddoti che
siamo certi farà piacere e che saprà tratteggiare la per-
sonalità e la passione genuina di Massimo per il Sara-
cino e per la sua Città.
Per quanto riguarda l’esibizione del Gruppo Sbandie-
ratori in questa Giostra del 23 giugno, il Direttore
Tecnico Stefano Giorgini, assieme all’entusiasmo e al-
l’impegno dei nostri ragazzi, proporrà ancora una vol-
ta un saggio inedito, in cui le difficoltà tecniche saran-
no esaltate dagli effetti cromatici offerti dalla sugge-
stiva illuminazione dell’edizione notturna.
Buona lettura a tutti!
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ueste poche righe sono il nostro ricordo di
Massimo Bianchini, il nostro “Nonno”,
anzi “Il Nonno” per tutti gli aretini.
Avevamo scritto un piccolo ritratto di Massimo, su
questo periodico, in un numero dello scorso anno e
lo avevamo fatto prendendo le mosse da un episo-
dio personale che riguardava chi scrive: l’invito che
mi fece proprio lui ad entrare a far parte del
Gruppo degli Sbandieratori. Era il 1971 e io avevo
già suonato il tamburo con lui, con i Musici diretti
in quegli anni dal compianto William Monci. Ecco
perché, con profonda tristezza ma anche con la
certezza di ricordare ed onorare come merita
Massimo, mi sono permesso di introdurre queste
brevi note ed aneddoti, simpatici, talvolta goliardici,
per far conoscere a tutti chi era veramente. Questo
perché credetemi, io il Nonno lo conoscevo davve-
ro e la nostra era proprio un’amicizia, una stima, un
rispetto antichi di oltre quarant’anni che mi rimar-
ranno sempre nel cuore e nella mente.
Fabrizio Bulletti (Ex Sbandieratore/Preparatore
atletico professionista)
Due episodi ricordo di Massimo: il primo in Argen-
tina, in occasione della prestigiosa trasferta del
Gruppo Sbandieratori ai Campionati del Mondo di
Calcio nel 1978. Stante la mia attività e i miei
rapporti con il mondo del calcio, promisi a Massimo
che saremmo andati a trovare la Nazionale Azzurra
al ritiro di Casa Italia a Mar del Plata, nella fase
iniziale del mondiale. Lui scettico, mi disse, “non ci
credo”. Ebbene, per una settimana tutte le sere an-
davamo a prendere il caffè al ritiro azzurro, insieme
ai calciatori e allo staff. Non finì mai di ringraziarmi.
Sempre legato al calcio: quando discutevamo di cal-
cio, ai primi anni di carriera di Francesco Graziani
che allora giocava nelle giovanili dell’Arezzo, mi dice-
CIAO NONNO!
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Massimo Bianchini, una figura indimenticabile
L’ALFIERE - n. 2 - 2018
Q
va continuamente: “questo ha un bel fisico, è forte ma
non diventerà mai un fenomeno”. Mai tanta avventa-
tezza nel giudizio: Massimo con “Ciccio” si “bruciò”
gran parte della sua reputazione di esperto di calcio.
Ma in effetti lo era davvero, esperto e competente!!
Carlo Polci (noto e stimato professionista della
Città, già Presidente della Sezione Aretina
dell’Associazione Italiana Arbitri)
Tra i tanti punti di contatto con Massimo quasi una vi-
ta vissuta (incidentalmente) insieme. Dai primi incontri
Il nostro ricordo del «Nonno» attraverso gli aneddoti di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo
Sergio Rossi
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CIAO NONNO!
3L’ALFIERE - n. 2 - 2018
al Liceo Scientifico, io al primo anno, lui al decimo
(da cui l’appellativo “Il Nonno”), alle partite del CSI,
lui arbitro (a modo suo) io portiere (scarso) dei
Pomito del compianto Pommella, ai suoi incitamenti
seduto sul colonnino di P.za S. Domenico nel mentre
facevo ripetute in via Madonna Laura, fino all’ultimo
incontro di pochi giorni prima che si sentisse male
nel quale mi chiese un aiuto per un (ultimo) “perso-
nalissimo desiderio”. Poi la partecipazione comune
alla Giostra del Saracino, ma lì ci sono molti più
autorevoli di me. A me piace ricordare Massimo
come un innamorato della sua Città. Ne ha portato il
nome orgoglioso in giro per il mondo, ne ha difeso il
dialetto usandolo a più non posso. Ne ha amato la
squadra sostenendola incessantemente (a modo suo).
Ecco “a modo suo”…un po' la sua caratteristica su
tutte le cose ma con grande costanza e per tutta una
vita. Un esempio per tutti … a modo suo.
Francesco Graziani (Calciatore professionista,
Campione del Mondo 1982, commentatore
sportivo) e la moglie Susanna
Il ricordo di Massimo, “il Nonno” era per noi come
una persona “di casa”: era spesso qui, ai nostri
campi, parlava di calcio solo con Francesco - gli altri
diceva - “non ci capiscono niente”. Ha arbitrato
partite dalla panchina, oltre la rete del campo, in caso
di pioggia con l’ombrello. Mi mostrano un mazzo di
carte da gioco nuove, con le quali giocava, con su
scritto: “Nonno nuove”. Francesco e Susanna danno
proprio l’impressione e la sensazione – e ciò si
avverte e si sente dalle loro parole – di aver avuto un
rapporto con Massimo come con uno di famiglia,
fatto di attenzioni, consigli, passaggi in macchina,
qualche pasto caldo. Una mancanza che avvertiamo,
mi dicono, salutandomi.
Stefano Bulletti (Sbandieratore)
La storia dei capelli riportati - il parrucchino - esibito
a volte alterne: memorabile la foto a Nizza quando si
nascose dietro una pianta altrimenti il vento lo
avrebbe fatto volare via.
Leonardo Calcini (Sbandieratore)
In Giappone quando per il troppo caldo tolse il solito
parrucchino e l’accompagnatore incuriositosi doman-
dò chi fosse e Massimo, candidamente disse “ho un
fratello che suona come me il tamburo”.
Oppure, sempre Giappone, 1989, dopo quasi 50
giorni di trasferta, l’ultima delle 104 esibizioni, il
capogruppo candidamente gli fece un assist: “Non-
no, è l’ultimo giorno, oggi si fa come ci pare a noi”.
E lui, illuminandosi, prende l’invito alla lettera e
inizia la sfilata con il suo passo svelto ma deviando
dal percorso obbligato e rigido del ferreo protocollo
giapponese. L’accompagnatore responsabile della
manifestazione, sbiancato, terrorizzato non sapendo
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Via Madonna del Prato, 12, Arezzo
CIAO NONNO!
4 L’ALFIERE - n. 2 - 2018
le intenzioni sudando e smanettando lo invitava a
riprendere il percorso stabilito. Il Nonno imperterrito
e incurante continuò il suo “fuori pista” fermandosi
infine davanti ad un negozio di cristalleria e vetri,
dove il possente suono del suo “rullante” fece
tremare vetri, arredi e merce in mostra, con gli
spettatori, solitamente compiti e formali, avendo
capito cosa stesse accadendo si sciolsero in un
applauso e in una risata generale collettiva e di stima
e affetto, insolita per loro.
Edo Bonucci (Sbandieratore)
Come non ricordare le nottate in bianco dello
sventurato compagno di camera (il più delle volte io)
a causa del suo “russare come un trattore” o
l’intervento che il Tinti, da buon infermiere e
aspirante medico, gli fece sul piede ammalato.
In evidenza
Sbandieratori e Arezzo Calcio
Giovanni Bonacci
l legame fra gli Sbandieratori e l’Arezzo Calcio
è storico e lo stesso inno della squadra ricorda
nel testo i colori delle nostre bandiere. Sono
state tantissime le occasioni di esultanza in cui le
nostre bandiere hanno volteggiato sul prato dello sta-
dio, sin dalla sua inaugurazione nel 1961. Per questo
salutiamo la felice conclusione di un campionato tan-
to tribolato quanto imprevedibile: la salvezza raggiun-
ta dell’Arezzo - sul campo e nelle aule del tribunale -
è coincisa con una grande manifestazione di affetto e
identificazione popolare, vera e propria apoteosi dello
sforzo collettivo dell’intera comunità aretina nel voler
tenacemente salvaguardare il patrimonio sportivo e
storico degli amaranto. In questo contesto, assume
grande rilievo la recente inaugurazione del neonato
“Museo Amaranto”, che racchiude tanti cimeli dei
quasi 100 anni di storia del club. Un impegno ecce-
zionale che i promotori hanno voluto intraprendere
per amore verso la maglia amaranto, anche a vantag-
gio delle future generazioni.
“È stato meraviglioso vedere con quanto affetto tifosi
di ogni età hanno voluto portare il proprio contributo
donando oggetti e ricordi custoditi gelosamente”
afferma Stefano Turchi, anima di un Museo che
nasce per perpetuare e divulgare la memoria di uno
dei simboli della
città. E noi Sban-
dieratori, a nostra
volta orgogliosa-
mente simbolo di
Arezzo, ci sentia-
mo onorati di far
parte di questa
comunità!
Forza Amaranto!
I
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CIAO NONNO!
5L’ALFIERE - n. 2 - 2018
Gino Rossi e Carlo Lobina (Sbandieratori)
Le zingarate con la mitica Mini rossa e bianca, a rubare
i cocomeri a Marina di Grosseto, alcuni con le moto di
Carlo Lobina e del compianto Sergio Dini che quando
furono affrontati dal proprietario delle cucurbitacee,
candidamente lo affrontò “ma lei è mai stato ragazzo”
e ce la cavammo con 5000 lire e una lavata di capo.
Grotti Rodolfo (Sbandieratore)
Il suo ingresso nel Gruppo, quando a forza di starmi
di dietro, in palestra, quando accompagnavo i saggi,
alla fine una bandiera ce la fece a finirgli addosso –
precisamente sul labbro – e il Professor Dini, disse
“che si fa ora?, bisogna farlo entrare, gli facciamo
suonare il tamburo, viene dai Musici del Monci”.
Fabrizio Migliorini (Sbandieratore)
Appena entrato mi avvisò: ”guarda che qui se picchia
e se sona, mica se fanno i discorsi”.
Giovanni Bonacci (Sbandieratore)
In Sudafrica 1988, quando mi esibì per la prima volta
nel “singolo” e Massimo per incoraggiarmi e aiutarmi
In evidenzaSbandieratori e L’Ardita
Daniele Serboli
l legame fra gli Sbandieratori e l’Ardita è sempre più stretto. La
ciclostorica aretina, giunta alla III° edizione, ha salutato i suoi
331 partecipanti con il grande spettacolo degli Sbandieratori, le
cui bandiere hanno volteggiato in Piazza Grande il 22 Aprile 2018.
L’Ardita, fin dalla sua prima edizione, si è posta l’obiettivo di valoriz-
zare, attraverso il ciclismo, la città di Arezzo, il suo territorio e le sue
eccellenze ed è per questo motivo che la scelta del luogo di partenza
ed arrivo non poteva che essere Piazza Grande, con l’accoglienza che
solo gli sbandieratori possono offrire con il loro spettacolo di bandiere
e musica. La ciclostorica ha portato ad Arezzo ciclisti e cicliste da tutta Italia ed anche dall’esterno, coinvolgendoli in
una tre giorni di eventi, iniziati con il teatro e proseguiti con il dibattito con i ciclisti professionisti “senza freni” senza
dimenticare il Museo del Ciclismo, con le bici dei collezionisti de l’Ardita e di Marconi Arredamenti e la mostra
scambio di bici e abbigliamento d’epoca. Un impegno eccezionale che i promotori hanno voluto intraprendere per
amore verso la città e per lo sviluppo turistico della stessa. “Il serpentone di ciclisti partiti da Piazza Grande tra gli
sbandieratori che ha allegramente invaso il centro storico è stato uno spettacolo unico, l’Ardita con queste basi non
può che crescere” afferma Massimiliano Refi, presidente dell’Asd Gli Arditi del ciclismo che organizza l’evento. E noi
Sbandieratori, a nostra volta orgogliosamente simbolo di Arezzo, ci sentiamo onorati di collaborare nella buona
riuscita di questo evento! W gli sbandieratori e W l’Ardita!
I
nell’impresa, iniziò ad avvicinarsi lentamente,
continuando ad accompagnarmi con il rullare del
tamburo ed improvvisammo quasi un duetto
“swing” con il sottoscritto che agitava le bandiere
verso il Nonno e lui ondeggiando e “quasi ballando”
ritmava i movimenti dell’alfiere. Indimenticabile.
Ecco, Massimo era questo, ma anche tanto altro.
Tutti i ricordi non possiamo menzionarli, ma lui, il
Nonno era così e con questo ricordo rimarrà sempre
nei nostri cuori e nella nostra memoria.
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TRASFERTE MEMORABILI
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Il nostro “Memoriale di Yalta”
Gli Sbandieratori di Arezzo per la prima volta in Crimea
L’ALFIERE - n. 2 - 2018
Simone Duranti
on questo titolo irriverente per la storia del
comunismo internazionale (è noto infatti che
il “Memoriale di Yalta” fu redatto come sorta
di testamento politico da Palmiro Togliatti nel 1964) il
solito tamburino addetto a ricordare le nostre trasferte
memorabili, si accinge a raccontarvi una esperienza
recente, molto importante, che il gruppo ha vissuto
nella Penisola di Crimea nell’aprile scorso.
Il riferimento storico ci serve comunque per dare l’idea
di quanto la terra di Crimea e la città di Yalta siano state
un rilevantissimo concentrato di avvenimenti tanto per
l’epoca contemporanea quanto per l’antichità. La
geografia la destina a rappresentare uno dei crocevia per
eccellenza fra l’Europa, simbolo della civiltà occidentale
e l’oriente.
Il Mar Nero: Europa o Asia? Questo interrogativo
apparentemente retorico condiziona da sempre la
percezione di un’area di cintura fra mondi e spazi
diversi, dove il concetto stesso di spazio diventa anche
mentale e percettivo, culturale e politico. Un importante
storico della contemporaneità – Dan Diner – ha posto
proprio il problema del “punto di vista” dal quale si
osserva il mondo – tradizionalmente per noi
eurocentrico – come questione fondamentale, invitando
il lettore ad immaginarsi di guardare agli avvenimenti
dell’ottocento e del novecento con l’angolo di
osservazione di un uomo seduto sulla scalinata di
Sebastopoli, degradante su quel Mar Nero che
recentemente ha ospitato le gesta del gruppo
sbandieratori. Con molta curiosità pertanto ci siamo
presentati in un luogo purtroppo ancora teatro di grandi
tensioni e conflitti fra Russia e Ucraina. Con una
operazione spregiudicata e di forza Putin ha riportato
alla Russia una penisola che Kruschev aveva “restituito”
all’Ucraina pur sempre all’interno della federazione delle
repubbliche socialiste sovietiche, ed oggi i venti di
guerra da Yalta, nonostante il suo turismo balneare, non
sono affatto distanti.
Il turismo ha reso Yalta e la Crimea luogo deputato al-
le vacanze estive dai tempi degli Zar e parte del nostro
C
tempo libero è stato dedicato alla visita delle residenze
fatte costruire dai Romanov e da parte della nobiltà
russa dell’ottocento, prediligendo lo stile inglese e
francese per gli edifici e gli arredi, nonostante le
inevitabili citazioni di un classicismo greco e romano.
La penisola, verdissima, ci ha visto scorrazzare in
autobus per giorni lungo la costa, mantenendo come
luogo centrale la città di Yalta tanto per l’esibizione
principale quanto per la vita notturna della quale
abbiamo colto qualche scampolo. L’occasione della
nostra trasferta era la partecipazione, come attrazione
per gli addetti ai lavori, ad un forum internazionale
economico ma l’organizzazione si è dimostrata assolu-
tamente impreparata a sfruttare al meglio le nostre
caratteristiche e non possiamo ritenerci soddisfatti della
scarsa visibilità che ci è stata concessa all’interno dei
giorni di tale Forum. Le nostre esibizioni si sono
pertanto concentrate attorno alle dimore storiche cui ho
accennato, lasciandoci perplessi sul senso di una orga-
nizzazione complessa e onerosa che ci destinava poi a
performances francamente improvvisate.
Le nostre caratteristiche di gruppo da parata e da esibi-
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TRASFERTE MEMORABILI
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zione in larghi spazi hanno fortunatamente avuto
soddisfazione sul lungo mare della città di Yalta, in
presenza di molto pubblico, fino alla piazza nella quale
troneggia la statua di Lenin. In questa cornice storica
sorprendente (sono ormai pochissime negli spazi
pubblici urbani le effigi di Lenin e i simboli del
socialismo nel mondo post ’89) abbiamo sciorinato il
nostro intero repertorio: squadra, acrobatica, singoli,
coppie e intermezzi musicali. La risposta del pubblico,
in un luminoso pomeriggio di sole sul Mar Nero, è stata
all’altezza delle nostre abitudini: entusiasmo, stupore e la
richiesta di una miriade di fotografie.
Il nostro albergo si trovava nella cittadina costiera di
Alushta, piccola località turistica a circa mezz’ora da
Yalta. Qui, di fronte ad un cippo che ricordava una
coppia di medici vittime dell’occupazione nazista
durante la seconda guerra mondiale, abbiamo svolto
una breve esibizione di congedo. Il pubblico presente
non soltanto ha gradito il fuori programma ma ci ha
proiettati, ancora in costume, con strumenti e bandiere,
ad accettare l’invito entusiasta di un ristoratore che ci ha
voluto “per forza” nel suo locale dove abbiamo gustato
pesce fresco e vino bianco. Alla fine ci siamo sdebitati
con una serie di lanci proprio di fronte al ristorante,
capendo immediatamente che uno sbandieratore in
divisa ed equipaggiato non potrà mai morir di fame!!!
Al di là di questo siparietto divertente, la trasferta in
Crimea è stata importante e culturalmente arricchente.
Sono testimone di un gruppo che ha dedicato parte del
L’ALFIERE - n. 2 - 2018
suo tempo libero alla visita del palazzo nel quale venne
ospitata nel 1945 la celeberrima Conferenza fra le
delegazioni russa inglese ed americana che contribuì a
decidere gli assetti geopolitici del mondo post seconda
guerra mondiale.
Fra i ritratti di Churchill, Roosevelt e Stalin, venti
sbandieratori in divisa osservavano le stanze di un
passato recente, spartiacque del mondo che
conosciamo, un segmento di storia che realmente ha
determinato collocazioni e divisioni di quel novecento
che ancora caratterizza molto del nostro presente.
Capire cosa è stato il mondo in rovina (materialmente e
moralmente) del 1945 per la coscienza di un giovane
europeo di oggi non è immediato né semplice e la vista
di luoghi che ti rendono testimone di alcuni aspetti di
quel passato significa molto per la coscienza civile e la
consapevolezza di chi siamo.
Chi scrive queste note si occupa di storia come pro-
fessione e posso garantire al lettore che non è irrilevante
l’occasione che a volte ti fornisce l’essere sbandieratore:
il diventare testimone, lo sperimentare le caratteristiche
spaziali e perfino il sapore di luoghi che rappresentano
un fondamentale condensato di storia, in questo caso
una storia che dall’antico Ponto Eusino ci porta diret-
tamente in pieno novecento.
A tanti studenti negli anni ho consigliato quel libro di
Diner che invitava a osservare il mondo stando seduti di
fronte al Mar Nero, ma mai mi sarei immaginato di
farlo io stesso, in compagnia dei miei fratelli di bandiera!
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tornati ad essere, quello che dovevano e devono
essere. Cioè momenti di passione e fede per i propri
colori, ma anche e soprattutto occasione di vita
sociale, divertimento, attrazione, festa. Anche noi,
come peraltro gli altri, abbiamo il nostro comitato
giovanile, il circolo, dove effettuiamo anche durante
l’anno e non solo per il periodo delle Giostre,
attività sociali, ludiche, culturali, ricreative. Certo c’è
ogni volta qualche problema o polemica con i
residenti, per le questioni del rumore e della
vivibilità delle zone vicine alla sede: a proposito di
queste quest’anno adotteremo una iniziativa
informando e soprattutto invitando proprio i resi-
denti ad una cena durante la settimana del quartie-
rista, cercando di comprendere le esigenze di tutti.
E poi voglio ricordare la massima attenzione di noi
responsabili, e su questo siamo in assoluta sintonia
anche con gli altri colleghi Rettori, perché tutto avven-
SPECIALE GIOSTRA - PORTA CRUCIFERA
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Ritorno alle origini con Fazzuoli e Raffaelli
Puntare sui giovani, sotto la guida di Carlo Farsetti, per tornare presto al successo
Sergio Rossi
L’ALFIERE - n. 2 - 2018
ndrea buongiorno e bentornato, in pri-
ma persona, nel mondo della Giostra: la
tua nomina a Rettore del Quartiere, uni-
ta a quella di Rodolfo Raffaelli a Capitano cosa
è, un ritorno al passato e con quali obbiettivi?
Sì certamente, questo nostro impegno diretto ed in
prima persona mio e di Rodolfo è senz’altro un
ritorno alle origini e alla tradizione del quartiere, ma
attenzione, senza nessuno spirito di rivalsa o rottura
con in passato. Anzi, abbiamo fatto tesoro delle
esperienze degli ultimi anni e addirittura abbiamo
coinvolto nel nuovo Consiglio Direttivo alcuni dei
giovani attivisti e protagonisti della vita del
sodalizio.
Noi mettiamo al servizio la nostra esperienza nel
segno della continuità affiancata all’entusiasmo delle
nuove generazioni.
Dal punto di vista strettamente tecnico e delle
strategie per la piazza, quali sono gli elementi e
le intenzioni?
I giovani. Certamente continueremo sulla politica di
investimento sui giovani giostratori e il ritorno a
casa di Adalberto Rauco ne è il primo passo. Poi
confermiamo, dal febbraio scorso, l’affidamento a
Carlo Farsetti del ruolo di allenatore e con la messa
a punto delle nuove scuderie e del campo prova, ec-
co chiarite e programmate le nostre scelte. Tempo,
pazienza, lavoro e siamo certi che i risultati
arriveranno.
Parliamo di Quartiere più in generale. Come
noto anche per te Andrea, i quartieri, tutti, sono
molto cresciuti negli ultimi anni, diventando
veri e propri centri di attrazione e aggregazione
per i quartieristi ma non solo. Come vedi ma
soprattutto cosa significa tutto questo?
Vedo bene, molto bene questa crescita. Al di là del
ruolo e dei compiti all’interno della Istituzione Gio-
stra, effettivamente i quartieri sono diventati, o sono
A
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SPECIALE GIOSTRA - PORTA CRUCIFERA
9L’ALFIERE - n. 2 - 2018
ga, sempre nel rispetto massimo della sicurezza,
della prevenzione in modo da far si che i nostri
giovani vivano la Giostra e si divertano ma nel
rispetto delle regole.
Una ultima domanda Andrea è d’obbligo, su di
noi: come vedi gli Sbandieratori di Arezzo, il loro
ruolo all’interno della Giostra, la loro presenza?
Ho un ottimo anzi direi viscerale rapporto con gli
Sbandieratori, con molti dei ragazzi che ne fanno
parte ma soprattutto con i Dirigenti, quelli di oggi
ma anche quelli passati, rapporti e stima anche per-
sonali. E che dire: che siete bravi, i migliori. Date
valore e dignità alla Giostra e rappresentate al
meglio la nostra Città, forse il più importante
biglietto da visita e di promozione che abbiamo.
Ogni volta che da Borgunto entrate in piazza è una
emozione per tutti. Poi voglio sottolineare l’impe-
gno, la passione, la grande tecnica, che spesso anche
i miei ospiti apprezzano, e che so essere il frutto di
anni e anni di lavoro, dedizione, fatica e grande
passione ed amore per Arezzo.
Grazie e bravi davvero per tutto questo.
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10 L’ALFIERE - n. 2 - 2018
SPECIALE GIOSTRA - PORTA SANT’ANDREA
Carboni, quinto mandato e sette lance d’oro vinte
Romano Junior Vestrini
aurizio, quinto mandato, 7 lance d’oro
vinte. Cosa ti ha spinto a ricandidarti
e quale emozione provi nell’essere sta-
to riconfermato a suon di voti? E quali sono gli
obiettivi del Quartiere per il prossimo triennio?
La spinta è dettata da un gruppo di consiglieri che si
presentavano, cercando di convincermi a guidare il
quartiere anche per il prossimo triennio. La
vicinanza di tanti quartieristi, che mi hanno mani-
festato grandi apprezzamenti nella fase interlo-
cutoria prima delle elezioni e la voglia di non
lasciare a metà l’ambizioso progetto iniziato solo un
anno fa con l’allenatore Formelli, sono state
certamente le leve che alla fine mi hanno fatto
prendere la decisione di ributtarmi nella mischia.
L’obiettivo è sempre quello di migliorare anche dal
punto di vista associativo. A tal proposito cito
l’undicesima edizione di “Metti in piazza lo sport”,
la ormai classica Pedalata, giunta alla trentesima
edizione, con l’aggiunta di un pranzo all’interno del
cortile della sede a base di salsicce, rigatino e buon
vino. Come sempre cerchiamo di migliorare il
programma dell’anno precedente, così come
facciamo sempre, almeno dal 2006, anno in cui
decidemmo, durante la settimana del quartierista di
creare tre spazi, uno dedicato alla ristorazione, uno
ai ragazzi e uno ai bambini, cercando così di essere
attrattivi per tutti. In più ricordo lo sviluppo della
sede e del museo.
Parliamo di Giostra: come vi state preparando
per arrivare pronti agli appuntamenti di giugno
e settembre? Vedi sempre una sfida prevalente-
mente a due oppure pensi che finalmente
potremmo rivedere in giostra quattro quartieri
tutti con le stesse possibilità di vittoria?
La preparazione di quest’anno è stata ancora più
intensa rispetto a quella, già gravosa, dell’anno
scorso, perché nell’ottica di fare una scelta interna tra
M
i nostri giostratori per poterli valutare ancora me-
glio, abbiamo pensato con allenatore e capitano che
qualche allenamento in più e maggiore intensità ci
avrebbero potuto fornire ulteriori indicazioni per la
scelta. Relativamente al resto, il dato di fatto è che
negli ultimi anni sembra, dai risultati ottenuti, che ci
sia stata più una sfida a due che una sfida a quattro.
In realtà, per esperienza, ti posso dire che quando
meno te lo aspetti vince il quartiere apparentemente
meno attrezzato. Alla lunga, secondo me, i più bravi
prevalgono ma non è così scontato che i più bravi
vincano sempre.
Dicevamo tante vittorie con la stessa coppia di
giostratori, Vedovini e Cherici. Come avete scel-
to chi affiancare a un veterano come Enrico?
Relativamente alla soluzione interna non abbiamo
mai avuto il minimo dubbio. Sia tradizionalmente,
Una preparazione ancora più intensa in vista della Giostra per continuare a vincere
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11L’ALFIERE - n. 2 - 2018
SPECIALE GIOSTRA - PORTA SANT’ANDREA
ma ancora di più con Formelli, ma anche prima con
Checcacci, abbiamo sempre cercato di costruire il
giostratore in “casa” perché secondo noi c’è sempre
un vantaggio se il giostratore si affeziona, crescendo
all’interno di un ambiente. Pensiamo che solo così si
possono porre le premesse per creare i campioni del
futuro, quelli che segnano la storia a suon di lance
d’oro. La nostra scelta è ricaduta su due ragazzi mol-
to validi e proprio per questo molto dolorosa perché
è come se un genitore dovesse scegliere se dare un
premio particolare al figlio A o al figlio B. Sia Tom-
maso che Francesco sono infatti due paggetti del
quartiere, due ragazzi nati e cresciuti lì dentro. Seri
tutti e due, simpatici, buoni di carattere. Arrivati ad
un livello tecnico molto simile, è stato doloroso sce-
gliere Tommaso, dovendo dire a Francesco che non
avrebbe fatto parte della coppia titolare. Spero che
l’ambiente dia il pieno sostegno e il giusto incitamento
a Tommaso che si appresta a realizzare il sogno della
vita e che Francesco continui a lavorare per raggiun-
gere il suo sogno della vita, forse solo rimandato.
Una domanda infine su di noi: come vedi gli
Sbandieratori di Arezzo e il loro ruolo
all’interno della Giostra?
Ti risponderò in modo sincero. Quando andavo in
Piazza da bambino con mia zia o con gli amici,
spesso in tribuna, capitava di entrare dopo gli
Sbandieratori in quanto interessati solo alla Giostra.
Poi, una volta diventato rettore mi sono accorto di
essermi perso negli anni tanti spettacoli perché
quello che fate in piazza è qualcosa di una bellezza
sconvolgente ed è una delle emozioni più belle, un
qualcosa veramente da brividi.
Ho capito, conoscendovi meglio, il valore sociale
che portate avanti e il vostro ruolo nel far conoscere
fuori da Arezzo la Giostra del Saracino. Il vostro
valore si vede dalle vostre cene, da come vi
presentate, da come vi comportate, da dove andate
e dal numero di persone sempre disponibili a
presenziare alle iniziative. Insomma siete davvero
un punto di riferimento.
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12 L’ALFIERE - n. 2 - 2018
SPECIALE GIOSTRA - PORTA SANTO SPIRITO
9 lance d’oro in sette anni: nessuno come Ezio Gori
Lorenzo Diozzi
zio, il Quartiere di Santo Spirito ha di-
mostrato di possedere organizzazione e
grande carattere con continuità nel tem-
po, quali sono i prossimi passi da compiere per
confermarsi e migliorare?
Il punto forte del nostro Quartiere è quello di non
accontentarsi mai.
Siamo tutti convinti che le vittorie arrivino curando
i più piccoli particolari e che solo con abnegazione,
impegno e voglia di migliorarsi riusciremo a
preservare la nostra fame di vittorie.
Riguardo alle prossime mosse, lavoriamo per
confermare il nostro livello di preparazione e
scendere in piazza convinti della nostra forza.
Rispetto per tutti, ma paura di nessuno.
Una squadra che si conferma ma anche una
squadra che cerca sempre di progredire. Ci
racconti qualche piccolo gesto o compor-
tamento che per tradizione si ripete nella
preparazione di ogni giostra?
Non vorrei, anche per scaramanzia, parlare della
mia personale ritualità, che come vedi qualche
risultato lo ha portato, ma vorrei nuovamente
sottolineare la compattezza dell'intero consiglio in
preparazione della Giostra.
Ognuno di noi sa benissimo quello che deve fare
per rendere competitivo il Quartiere e non mi
riferisco soltanto allo staff delle scuderie o alla
squadra tecnica.
Faccio riferimento anche a coloro che curano tutti i
dettagli del pregiostra, ai consiglieri che lavorano
nell'ombra per permettere a giostratori e non solo di
pensare unicamente a correre la carriera e centrare
quel fatidico pomodoro. Ognuno dei miei uomini
sa, in sintesi, come comportarsi e cosa fare per
primeggiare in Piazza e fuori.
La Giostra e i quartieri stanno vivendo un meri-
tato ottimo momento con grande partecipazione
E
di giovani della città e interesse da parte di
turisti. Ormai innegabile è il ruolo dei quartieri
nel tessuto sociale cittadino. Quali responsa-
bilità senti da questo ruolo e quali difficoltà
organizzative si possono incontrare?
La responsabilità è altissima. I quartieri sono diven-
tati un centro di aggregazione fondamentale per le
dinamiche cittadine e per la crescita dei nostri
giovani! Sta a noi, e all'Amministrazione, fare in mo-
Come continuare a dominare la piazza con i ragazzi terribili Scortecci e Cicerchia
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13L’ALFIERE - n. 2 - 2018
SPECIALE GIOSTRA - PORTA SANTO SPIRITO
do che questa aggregazione sia "ordinata" e
rispettosa della nostra Manifestazione e della storia
della nostra città. E' opportuno stringere un patto,
in modo che ci sia fiducia reciproca e volontà di
investire (culturalmente e socialmente) nel mondo
dei quartieri. Con questa Amministrazione sono
stati fatti in questo senso dei passi in avanti
notevoli. Mi auguro che sempre di più ci sia la
volontà di coinvolgere i Quartieri nelle scelte che
riguardano non solo il quartiere, ma il "benessere"
della nostra città.
Domanda di rito vista la natura della rivista
“L’Alfiere”: non di soli quartieri si colora la
Giostra, come vedi la presenza degli
Sbandieratori nella manifestazione e nella città?
Gli Sbandieratori sono parte integrante della
manifestazione e sono una delle maggiori attrattive
per i tanti turisti.
Durante tutto l'anno svolgono una sorta di
ambasceria della città e rappresentano il principale
veicolo comunicativo della Giostra.
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14 L’ALFIERE - n. 2 - 2018
SPECIALE GIOSTRA - PORTA DEL FORO
Roberto Felici, tanti progetti per tornare competitivi
Risolvere il «problema sede» e creare le premesse per tornare ai fasti del recente passato
Sergio Rossi
oberto buongiorno. La domanda è
d’obbligo, dopo Giancarlo Felici, il mi-
tico e leggendario Rettore, un altro Fe-
lici al timone di comando del Quartiere. Che
significa, questo, con quali idee e obbiettivi?
Certamente mio padre qualcosa di buono mi ha
insegnato, in primis mi ha trasmesso proprio la
grande passione per la Giostra e l’attaccamento al
Quartiere. Ma il vero motivo del mio impegno
diretto e in prima persona è frutto anche di una
riflessione che ho fatto, con alcuni amici e
sostenitori del Quartiere, dopo anni nei quali
eravamo rimasti un po' ai margini della
manifestazione, i risultati mancavano; ecco per
questo abbiamo deciso di metterci la faccia, di
smettere di stare a guardare e abbiamo ritenuto di
impegnarci in prima persona. Abbiamo presentato
un programma di attività, di obbiettivi sui quali
abbiamo chiesto di votarci, darci fiducia, farci
provare. Ed eccoci qui. Cercheremo di operare con
la collaborazione di tutti.
Dal punto di vista strettamente tecnico e delle
strategie per la piazza, quali sono gli elementi e
le intenzioni, c’è un ruolo, si dice anche per
Martino Gianni?
Punteremo sui nostri giostratori che sono in gamba
e che hanno il sostegno di tutto il Quartiere e che
già hanno dimostrato le loro potenzialità. Abbiamo
affidato a Maurizio Orlandi, un professionista nel
suo campo il ruolo di preparatore. Con Martino
Gianni c’è innanzitutto un grande rapporto di stima
ed amicizia anche personale ed in questo momento i
suoi consigli, sono e saranno di grandissimo aiuto
per la crescita dei nostri fantini.
Parliamo di Quartiere più in generale. Come
noto anche a te, i Quartieri, tutti, sono molto
cresciuti negli ultimi anni, diventando veri e
propri centri di attrazione e aggregazione per i
R
quartieristi ma non solo. Come vedi ma
soprattutto cosa significa tutto questo?
Vedo molto bene questa crescita. Purtroppo noi
abbiamo, come noto a tutti, un serio problema di
sede, sia per le attività strettamente tecniche ed
organizzative del Quartiere ma soprattutto le attività
sociali, del circolo, del comitato giovanile. In
proposito abbiamo in corso dei contatti con
l’Amministrazione Comunale per risolvere la
questione, ci sono delle opzioni in campo, vediamo,
sono fiducioso che presto troveremo una soluzione
a questo problema. Mi preme, permettimi,
sottolineare questo aspetto perché come sai, noi a
Porto del Foro abbiamo anche una grande
tradizione per le attività sociali, per la solidarietà per
esempio, e una sede adeguata e un Quartiere vissuto
e frequentato da appassionati e sostenitori, soprattutto
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SPECIALE GIOSTRA - PORTA DEL FORO
giovani è proprio uno dei punti del programma e di
obbiettivi di cui accennavo all’inizio – per esempio
un ritorno alla importante cena medioevale – ed i
Quartieri sono diventati momenti ed occasione di
festa, aggregazione, divertimento nel segno della
passione ma anche nel rispetto delle regole e della
sicurezza.
Un’ultima domanda è d’obbligo, su di noi: come
vedi gli Sbandieratori di Arezzo, il loro ruolo
all’interno della Giostra, la loro presenza?
Il ruolo degli Sbandieratori è essenziale all’interno del
mondo della Giostra: è l’elemento di grande spettacolo
di contorno e preludio al torneo cavalleresco vero e
proprio ed è apprezzato giustamente sia da tutti gli
aretini – a prescindere dal quartiere di appartenenza –
ma soprattutto da i tanti ospiti e turisti che vedono la
manifestazione. Anzi io avrei anche una idea che
potremmo approfondire con voi, con i vostri
dirigenti: organizzare qualche evento durante l’anno,
al di fuori dei periodi di Giostra, soprattutto con le
scuole per far conoscere, avvicinare le giovani
generazioni a questa nostra splendida manifestazione
che è la Giostra del Saracino.
Con l’interesse reciproco e l’impegno a risentirci su
questa interessante idea ci salutiamo dandoci appun-
tamento in Piazza Grande il prossimo 23 giugno.
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MERCATINO DEI RAGAZZI
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Giovanni Bonacci
L’ALFIERE - n. 2 - 2018
Sbandieratori e solidarietà: al lavoro per il Calcit
Il nostro piccolo contributo ad una delle più belle realtà della nostra Città
n una domenica libera dai tanti consueti
impegni del mese di maggio, i nostri ragazzi
si sono mescolati fra la gente senza costumi,
bandiere o strumenti: animati da tanto entusiasmo
hanno preso parte al Mercatino dei Ragazzi in favo-
re del CALCIT, ente benemerito e vanto di Arezzo,
in occasione del quarantennale della sua fondazione.
Con il nostro colorato "banchino" c’eravamo orgo-
gliosamente anche noi assieme alle centinaia di festo-
Isi protagonisti di una giornata di volontariato e
solidarietà, ed è stata un'occasione per stringerci
ancora di più alla nostra città.
Allo stand di via Niccolò Aretino sono state poste
in vendita a scopo benefico le nostre bandierine
assieme ai nostri libri storici illustrati, al vino
"Ařetium" da collezionare, oltre a tanti gadget e
oggetti vari. Anche questo è il grande cuore della
Giostra e degli Sbandieratori!
www.sbandieratori.arezzo.it #SbandieratoriArezzo SbandieratoriArezzoSbandieratori di Arezzo
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