Sant'Efisio, Un museo a cielo aperto

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Festa di Sant’Efisio Festa di Sant’Efisio UN MUSEO A CIELO APERTO Guardare i dettagli per capire l’insieme

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Descrizione della Festa di Sant'Efisio sottolineando i dettagli, i colori e i volti della tradizione.

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Festa di Sant’EfisioFesta di Sant’Efisio

UN MUSEO A CIELO APERTO

Guardare i dettagli per capire l’insieme

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La Sagra di Sant’EfisioSant’Efisio è frutto di una combinazione di fede e devozione a cui si aggiungono tutti gli

elementi della manifestazione popolare. In migliaia sfilano a piedi, traccas e cavalieri, miliziani in

un’esplosione di colori: ognuno porta un pezzo della propria terra, della famiglia d’origine, delle usanze

del paese d’appartenenza per rendere

omaggio al martire e regalare alla folla un

museo a cielo aperto.

La regia di una celebrazione così grande

come quella del primo maggio ha bisogno

di molta preparazione, molto tempo prima.

Il risultato ha subìto qualche piccolo muta-

mento negli anni, perché la folla si aspetta

una manifestazione religiosa e non una

sagra tipica.

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in alto: Il Santo all’interno del cocchio

[foto: Marcello Treglia]

in basso: Traccas: carri trainati da buoi ornati a festa

[foto: Annamria Pillosu]

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Tanta serenità nei volti delle donne e degli

uomini che indossano gli abiti della tradi-

zione cercando di attenersi alle regole

anche nella scelta dei dettagli perché ad

adornare le figure è esclusivamente il patri-

monio più autentico custodito da ogni fami-

glia.

La processione non si snoda secondo un percorso geografico immaginario né seguendo un ordine alfa-

betico come avveniva in passato, ma secondo una scansione che tiene alta l’attenzione del pubblico

mettendo una di fronte all’altra le caratteristiche di ogni paese.

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Cavalieri . [foto: Marcello Treglia]

Ragazze in abito tradizionale. [foto: Alinari, Mura Monia]

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Abiti d’altri tempi contraddistinguono i vari comuni, i tessuti conservano ancora quei colori vivaci che

venivano realizzati usando erbe naturali ed applicando speciali miscele rimaste segrete. Abiti di uso co-

mune, magari per le grandi occasioni, sono rimasti a indicare le varie comunità dei circa cento paesi

che vi prendono parte.

Variopinti, quelli femminili, bianchi e

neri e dai colori freddi e austeri che

esprimono essenzialità e fierezza, quelli

maschili.

Per una mattinata tutta la storia del-

l’Isola sfila per le vie del centro di Ca-

gliari. È scritta con i colori delle preziose

stoffe e degli antichi gioielli, basta guar-

darsi attorno per assaporare il passato.

Nei grembiuli dai ricami a mo-

tivi geometrici delle donne

provenienti da Mamoiada e

Orgosolo, e in quelli a sac-

chetto con i fili d’oro intrec-

ciati delle vesti in arrivo da

Sinnai, nelle mantiglie delle

donne di Ploaghe e in quelle

rosse con il bordo di pizzo ar-

gentato di Cagliari, tra le cuf-

fiette rosse

e azzurre delle ragazze di De-

sulo, nelle piccole cappe rica-

mate dalle signore di Osilo.

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in basso:Ragazze in abito tradizionale di Orgosolo. [foto: Treglia Marcello]

in alto: Abito tradizionale barbaricino. [foto: Alinari, Messina Elisabetta]

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Si distinguono da paese e paese, da rione a rione e anche nei differenti ceti sociali (tessuti rustici di or-bace si contrappongono ai teli di lino), tracce degli influssi dei popoli stranieri si ritrovano un po’ ovun-que, in una spettacolare sequenza cromatica.

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Particolare spilla. [foto: Treglia Marcello] Soggolo in pizzo. [foto:Alinari, Pisano Barbara]

Ragazza in costume

[foto: Alinari, Messina Elisabetta]

Particolare rosario.

[foto:Alinari, Pisano Barbara]

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Il passato rivive tanto nei corpetti ricchi d’oro delle donne di Quartu Sant’Elena quanto nei piedi scalzi

dei pescatori di Cabras, passa attraverso l’eleganza delle ragazze di Tempio, nel loro abito nero con sog-

golo in pizzo bianco.

La spilla è il gioiello più presente, a forma di mar-

gherita è usata per fermare il fazzoletto sul seno o

solo come decoro, viene indossata insieme ai di-

versi amuleti di corallo e ai pendenti, ai bottoni a

forma di melagrana in filigrana d’argento, agli

orecchini (arracadas) intricati come more di rovo.

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in grande: Bottoni in argento

[foto: Alinari,Pisano Barbara]

in alto:Sa Ramadura

[foto: Treglia Marcello]

affianco: Particolare gonne

[foto: Treglia Marcello]

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