SAN MAURO D’ORO 2009Suor Fausta Beretta rappresenta un esempio virtuoso poiché, in nome di valori...

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COMUNE DI SAN PAOLO D’ARGON SAN MAURO D’ORO 2009 A SUOR FAUSTA BERETTA SABATO 10 GENNAIO 2009 BIBLIOTECA COMUNALE - SAN PAOLO D’ARGON

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COMUNE DI SAN PAOLO D’ARGON

SAN MAURO D’ORO 2009A SUOR FAUSTA BERETTA

SABATO 10 GENNAIO 2009BIBLIOTECA COMUNALE - SAN PAOLO D’ARGON

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Anche quest’anno, è ormai il quarto, cittadini, associazioni, amministratori si sonoimpegnati nell’esercizio d’individuare e segnalare “l’attività di coloro che abbianocontribuito a migliorare la vita della comunità stessa...”.

Come già in passato, l’ampio ventaglio di figure meritevoli e la ricchezza delle motivazioniconfermano quanto sia riconosciuto il valore civico dell’assegnazione del San Mauro d’Oroe ancor più evidenziano la capacità di una comunità nell’individuare persone o gruppi chesi siano distinte a tal punto da meritare il riconoscimento della benemerenza.

L’assegnazione del San Mauro d’Oro diventa, ancora una volta, occasione preziosa peresprimere corale riconoscenza alla persona che, distinguendosi a motivo delle proprie virtù,ha elevato il prestigio della nostra comunità e suscitato l’ammirazione quale esempiovirtuoso.

Il SindacoElena Pezzoli

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APERTURA ORE 20.30

• Elena Pezzoli

Sindaco di San Paolo d’Argon

ASSEGNAZIONE DELLA BENEMERENZA

BIOGRAFIA

TESTIMONIANZE

• Suor Augusta Borella

• Annalisa Codoni

• Alunni 3ª Media

• Bepi Beretta

CONSEGNA DELLA BENEMERENZA

INTERVENTO di Suor Fausta Beretta

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PROGRAMMA

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Donna di grande serenità e forza, sempre presente col suo limpido sorriso, come San Maurocorre in soccorso del proprio fratello compiendo talvolta atti di coraggio e di abnegazione.Suor Fausta Beretta rappresenta un esempio virtuoso poiché, in nome di valori di umanità esolidarietà, sta concretizzando nel cuore dell’Africa opere e servizi che restituiscono dignitàalle persone, in particolare ai bambini e alle donne e, tra pericoli e difficoltà, riesce a fareproprio quello che le piace fare.

(Estratto deliberazione Giunta comunale di San Paolo d’Argon, n. 88 del 22.12.2008)

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ASSEGNAZIONE DELLA BENEMERENZA“SAN MAURO D’ORO 2009”

A SUOR FAUSTA BERETTA

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Fausta Beretta nasce a Cenate Sopra il27 gennaio del 1950. Ultima di quattrofratelli si trasferisce con la famiglia nel

1952 a San Paolo d’Argon che lascerà nel1970 per entrare in postulato pressol’Ordine delle Suore Adoratrici a Rivoltad’Adda.

Novizia nel 1971 prende i voti perpetui nel1978.

Insegna presso la scuola materna di Cassanod’Adda dal 1976 al 1981.

Nel 1982 parte per Binza (nell’allora Zaire)dove viene nominata superiora dellaComunità.

Durante i diciotto anni trascorsi nello Zaire(poi Repubblica Democratica del Congo) ètestimone di due guerre civili: la prima por-terà la destituzione dell’allora dittatoreMobutu e l’arrivo al potere di Cabila; laseconda vedrà lo scontro tra Hutu e Tutsi, ledue etnie presenti nel paese. Alle due guer-re civili si aggiungeranno saccheggi, eventipericolosi, conflitti tra fazioni fino allo scon-tro di tutti contro tutti con l’obiettivo per cia-scuno di accaparrarsi ad ogni costo qualsia-

si bene (denaro, viveri, medicinali, bambini,donne…).La quotidianità nel gestire situazioni perico-lose e la grande fatica nel difendere il valo-re di ciò che fa lasciano in suor Fausta segniprofondi, ma, come lei afferma, l’aiuto delSignore le consente di mantenere la passio-ne e la fiducia nel suo progetto.

Alla fine degli anni 90 la quasi totalità degliordini religiosi e delle organizzazioni nongovernative abbandona il Congo, le SuoreAdoratrici rimangono nelle missioni a conti-nuare il loro operato.

Nel 2000 suor Fausta rientra in Italia e vienetrasferita a Como per gestire ed animare lacomunità delle ragazze di strada. Diventa lamamma di questa comunità.

All’inizio del 2002 rientra in Casa Madreper motivi di salute; dopo l’intervento chi-rurgico e durante la convalescenza, i medi-ci le sconsigliano il ritorno in Africa.

Nel frattempo un Vescovo del Camerun è inItalia alla ricerca di un ordine religioso di-sposto ad aprire una missione a nord dellacapitale Yaundé in una regione dove non

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BIOGRAFIA

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esistono né scuole né strutture sanitarie. IlVescovo bussa alla casa di Rivolta d’Adda.La valigia di suor Fausta è già pronta el’amore per la gente d’Africa ancora nel suocuore.

Non ci sono tentennamenti: parte.

Arriva a Ndoumbi nel novembre del 2002accompagnata da alcune suore congolesi.

Il villaggio è privo di qualsiasi servizio; leiprende contatto con i capi villaggio e sistendono i primi progetti: la scuola maternaqui, la scuola elementare lì vicino, un po’più in là la casa delle suore con la chiesa ela scuola professionale per le ragazze e, piùdistante, il dispensario.

Il progetto è chiaro nella testa di suor Fausta,ora bisogna condividerlo e realizzarlocreando tutte le condizioni perché diventi ilprogetto della gente di Ndoumbi.

Da allora sono passati sei anni: a quel pro-getto iniziale manca solo la realizzazione dialcune parti, altre si sono aggiunte e altre,per ora, sono ancora idee. Un vulcano diidee.

Il 27 ottobre 2008 suor Fausta è a San Paolod’Argon: incontra gli alunni di terza mediaai quali racconta la sua esperienza e duran-te la serata è ospite della comunità dallaquale riceve concreti sostegni per continua-re la realizzazione del suo progetto umani-tario.

Nello stesso contesto l’AmministrazioneComunale di San Paolo d’Argon riconfermaa suor Fausta (come gli anni precedenti) lapropria attenzione e il proprio sostegno allasua missione consegnandole copia delladelibera n.70 del 24.09.2008 Erogazionecontributo per attività con finalità sociali alleSuore Adoratrici del Santissimo Sacramento.

Un testimone racconta che, durante unacena con amici, suor Fausta abbia dichiara-to:“…Appena torno in Camerun passo daun’officina che ripara un po’ di tutto, mi fac-cio regalare delle molle di camion scartate,poi le faccio pulire e murare in terra nel giar-dino della scuola materna; con un tronco fis-sato sopra diventeranno cavalli a dondoloper i bambini.”.

Questa è suor Fausta!

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Testimonianza di Suor Augusta Borella

Ho conosciuto sr. Fausta nella missione diBinza, a Kinshasa. E’ arrivata nella primave-ra del 1982 e io ero già là da qualche anno,dove prestavo servizio come ostetrica allamaternità e sr. Fausta prestava servizio nellaScuola Materna della Parrocchia con circacinquecento bambini.L’ho conosciuta “donna e suora grande”,dall’animo generoso e aperta ai bisogni delluogo e della sua gente. Subito ha notato che i bambini non presta-vano molta attenzione o si addormentavanonella mattinata sui banchi di scuola perchéavevano fame. Allora con l’aiuto di alcunibenefattori italiani ha garantito pane e lattead ogni bimbo, riuscendo a distribuire unamerenda tutte le mattine. Dopo otto anni è diventata responsabiledella comunità e della missione. L’ho cono-sciuta generosa nel dono di sé e ricca digioia, atteggiamenti che alimentava nell’in-contro con il Signore nella Celebrazione enell’Adorazione eucaristica.Due fatti confermano la sua generosità!Durante la guerra ha avuto un coraggioevangelico: ha saputo affrontare i militaricon abilità intelligente. Per difendere le gio-vani suore ha inventato che la loro abitazio-ne era lontana dal luogo in cui si trovavano;quando poi volevano uccidere lei, è stata

difesa da un ragazzo “ritardato” mentre sinascondeva dietro le grosse lavatrici dellalavanderia. Al momento del suo rientro inItalia, per obbedienza, un missionario hadetto apertamente alla Madre:” Lei ruba ilpane ai poveri, portando via sr. Fausta!”.Ma anche in Italia si è sempre prodigata peri poveri: le ragazze vittime della tratta. Edopo una seria malattia, ha ritrovato in sé ilcoraggio di ritornare tra la gente povera delCamerun, presso l’attuale missione diNdoumbi, dove opera con altre quattrosorelle.

Testimonianza di Annalisa Codoni

Sono passati più di 20 anni da quando hoconosciuto suor Fausta.Vivevo da poco a S. Paolo quando, presso ilmio vicino di casa, nonché suo fratello, hoincontrato questa figura, che ai miei occhiaveva molti elementi per diventare un perso-naggio; appassionata di viaggi in terre lonta-ne, non potevo non essere attratta da quelladonna che aveva scelto di operare a migliaiadi chilometri da casa, in un paese, lo Zaire,tanto ricco quanto martoriato da anni diconflitti.Dei nostri brevi incontri a scadenza annuale,ricordo i suoi racconti tremendi ed avventu-rosi che, pur avendo sullo sfondo un’Africasempre più povera e negletta, non si conclu-

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devano mai senza un messaggio di speranza,un sorriso e, invariabilmente, la stessadomanda: “Quando vieni a trovarmi?”. Leoccasioni per raggiungerla non sarebberomancate negli anni successivi, se non fosseche, ogni volta, una nuova guerra ci costrin-geva a rivedere i nostri piani.Ma ecco la svolta: suor Fausta è chiamata aduna nuova destinazione, il Camerun, chenon è il paradiso, ma almeno non vi sonoconflitti armati in corso. In un tempo brevis-simo, mi viene fornito il necessario e mi ritro-vo a Ndoumbi, con l’incarico di aiutare suorLouise al dispensario.Ripensando a quel soggiorno breve, mastraordinariamente intenso, ricordo la sorpre-sa che provai scoprendo a poco a poco deilati della personalità di suor Fausta assoluta-mente inediti per me: dove era finita la per-sona timida, ritrosa, in evidente imbarazzo almomento di parlare in pubblico? Quasi noncredevo ai miei occhi quando mi trovai difronte questa donna il cui sorriso disarmantenascondeva una grinta e una determinazionedavvero insospettabili.Fra i vari episodi che riaffiorano alla memo-ria, la rivedo sfrecciare a tutto gas a bordodel fuoristrada verso i bazar della città allaperenne ricerca di materiale edile per la mis-sione (era un vero spettacolo vederla con-trattare il prezzo di lamiere e laterizi) , oppu-re alzare la voce con i militari, stanziati negli

innumerevoli posti di blocco, per far rimuo-vere velocemente i chiodi dalla strada e con-sentirle così il passaggio senza ulteriori perdi-te di tempo (concetto tanto prezioso perqualunque bergamasco, seppur d’espor-tazione, tanto quanto relativo in Africa!) .Mi sono bastati pochi giorni per capire cheera quello, il mondo di suor Fausta, la mis-sione la sua casa, l’Africa una terra senza laquale non avrebbe più potuto vivere.Ho ancora ben presente quando, un giorno,di ritorno dalla città ed entrambe affamate,abbiamo incominciato a mangiare una fra-grante baguette appena sfornata, e non cisiamo più fermate fino alle ultime briciole.Confesso di non aver visto nessuno addenta-re un pane con più gusto, e che mi è venu-to spontaneo pensare a suor Fausta come aduna persona che ogni giorno, con la stessavoracità, divora la vita, sorretta da una forzainteriore che la sola ragione non può com-prendere e senza la quale non sarebbe pos-sibile far fronte con pazienza, spiritod’intraprendenza e coraggio alle infinite dif-ficoltà di quell’ambiente.Questo è, in poche righe, ciò che mi avvici-na a un personaggio speciale come suorFausta, ed ecco perché sono infinitamentefelice che la comunità di S. Paolo abbiadeciso di attribuirle la prestigiosa beneme-renza, dando prova di riconoscere e premia-re le straordinarie qualità di questa sua figlia,

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così lontana ma idealmente mai così vicinacome ora ai suoi compaesani.

Testimonianza degli alunnidella classe 3ªB di San Paolo d’Argon

Noi, ragazzi della scuola media di San Paolod’Argon, in occasione del 60° anniversariodella “Dichiarazione dei diritti umani”,abbiamo avuto la grande opportunità diincontrare Suor Fausta e di venire a cono-scenza della sua esperienza missionaria inAfrica e precisamente in Camerun.Il racconto che suor Fausta ci ha fatto delsistema di vita di quella popolazione ed inparticolare dei bambini e dei ragazzi, ci hafatto molto riflettere.Noi, in qualità di studenti, siamo stati colpitidal fatto che i ragazzi del Camerun nonhanno diritto all’istruzione e che per raggiun-gere le scuole che la missione ha istituitosono disposti a percorrere a piedi dodici chi-lometri di strada.Noi, invece, troviamo spesso noioso andarea scuola e riteniamo un grande sacrificioquello che in realtà è un diritto da cuidovremmo ricavare soddisfazione.Inoltre abbiamo appreso che i popoli chevivono nella foresta traggono tutto da essasenza, però, rovinare la bellezza di quell’am-biente naturale, contrariamente a quantofacciamo noi paesi evoluti e sviluppati.

Questa umile e semplice suora, che sembrapersino non essere consapevole di quantoimportante sia quello che fa per questagente, ci ha permesso di capire quanto noisiamo fortunati a vivere in un paese dove idiritti sono garantiti a tutti e quanto grandesia l’opportunità che essa offre a quei bambi-ni attraverso l’istruzione: “costruire un futuromigliore per il loro paese”.

Testimonianza di Bepi Beretta

Fausta aveva solo due anni, quando nel1952 la nostra famiglia, i nostri genitori, ioche avevo sei anni e gli altri due fratelli piùgrandi, Erminia e Andreino, ci trasferimmo aSan Paolo d’Argon. La nostra vita era quelladi un’umile famiglia contadina, ma non-ostante la durezza di quegli anni,l’emigrazione dei due fratelli Andreino edErminia in Svizzera, i ricordi della nostrainfanzia, la scuola e i giochi con Fausta, sonoben fissati nella mente e sono molto belli.Fausta era sempre allegra e sorridente, sem-pre buona e solidale con gli altri, non ricordodi aver avuto mai litigi con lei. Corrono glianni e mentre io smetto di andare a scuola einizio a lavorare, lei continua gli studi e poiinizia la sua esperienza di lavoro a Bergamopresso il Patronato San Vincenzo. Aveva solosedici anni, ma forse è questo il momento di

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ispirazione più determinante per Fausta e perle sue decisioni future. E così infatti, unadomenica, a tavola durante il pranzo, ci dice,in modo semplice ma deciso: “Voglio farmisuora”. Il silenzio ci avvolse per qualcheistante, ma anche se dovette aspettare dueanni, a me aveva confessato che la sua deci-sione nasceva dal profondo del suo cuore.Suor Fausta studia, diventa maestra d’asilo ecomincia questa esperienza a CassanoD’Adda, dove resta dal ‘75 all’’81. Solo seianni, che però lasciano un segno indelebilenella gente e nel paese; è per questo che nel2006 le viene riconosciuta la cittadinanzaonoraria. Ma Suor Fausta ha nel cuore e nellamente i fratelli più poveri, pensa alle missio-ni in Africa, impara rapidamente la lingua inFrancia e, il 28 febbraio del 1982, inizia lasua storia di donazione nello Zaire. Ricordo igiorni e i mesi successivi, gli occhi gonfi erossi di mia madre; piangeva durante la notteper non farsi vedere da noi. Poi il desiderio diandare a trovarla, a vedere come stava, non-ostante il suo stato di salute e il suo cuore sof-ferente. Nostra madre parte il 23 luglio 1986e quando ritorna è felice, perché la sua suoralontana è però amata e dona se stessa, perdare un sorriso alla vita di tanti bambini.Dopo 19 anni suor Fausta ritorna per unapausa di riflessione di circa tre anni. Ma nonsa dare sosta al suo spirito di donazione: nel

2001 apre una casa lavoro a Como, doveospita ragazze di strada, ragazze madri,spesso senza documenti. Insegna loro unlavoro e con l’aiuto dei servizi sociali permet-te loro di inserirsi e di ottenere i documenti.Tuttavia il pensiero dei bambini che soffrononell’altra parte del mondo è troppo forte;torna in Africa, a Ndoumbi in Camerun,dove si trova ancora oggi. Nella prima partedi questo periodo, supera i suoi gravi proble-mi di salute e un intervento chirurgico, con laforza della sua fede e del suo sorriso; con lasua allegria dissolve le nostre preoccupazio-ni e ignora i consigli dei medici di evitare unritorno in Africa.Nella missione di Ndoumbi, con l’aiuto divolontari, dei contributi dell’Amministra-zione di San Paolo d’Argon e dellaParrocchia, oggi suor Fausta ha portato unacasa, una scuola materna, una casa lavoro,un dispensario, una scuola elementare e duebacini con due pozzi di acqua.Io ogni tanto vado a trovarla e posso testimo-niare con gioia e con un grazie di cuore atutti quelli che hanno aiutato, e spero conti-nueranno ad aiutare mia sorella suor Fausta,che laggiù, fra tanta sofferenza e povertà, visono bambini e adulti che vivono un po’meglio, che sanno donare tanto affetto ericonoscenza a Fausta e a tutti noi.Ringrazio affettuosamente tutti voi.

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Lettere indirizzateal Sindaco Elena Pezzoli,scritte da Suor Fausta Beretta

Signora Elena Pezzoli,Sono suor Fausta. L’Amministrazione comu-nale precedente mi aveva chiesto un reso-conto degli aiuti che mi aveva dato, ma soloora riesco a mandarle qualcosa.Nel novembre del 2002 siamo state chiamatedal vescovo di Bertoua per aprire una missio-ne a Ndoumbi, un villaggio nella Diocesi diBerta a circa 350 km a est di Yaoudé, la capi-tale del Camerun. In questo villaggio nonc’era niente: la gente andava nella foresta perraccoglierne i frutti selvatici e per coltivarequalche pezzetto di terra.In Camerun lo stato non prevede nessunaassistenza sanitaria e la gente deve pagareinteramente sia le visite che i medicinali, manon sempre ha le possibilità economiche perfarlo.Quindi per rispondere alla necessità degli abi-tanti di Ndoumbi e dei villaggi vicini di avereuna struttura dove poter ricevere le curemediche, nel 2003 è stato costruito il dispen-sario. La spesa complessiva , che comprende

l’edificio e le attrezzature sanitarie, è stata di59.364 euro. Con la suora responsabile lavo-rano altre quattro persone che si occupanodegli esami, del laboratorio, delle consulta-zioni e della farmacia.Nello stesso anno è stata aperta la Scuolamaterna, composta da tre sezioni con 150bambini in totale, le insegnanti che lavoranocon i bambini sono donne del villaggio che inquesto modo hanno trovato un impiego sicu-ro, diverso dal tradizionale lavoro nei campi.L’edificio è tutto colorato e qui i bambini sisentono a casa loro. Le aule sono arredate amisura di bambino e nel giardino esterno cisono anche delle altalene e altri giochi. Laspesa complessiva è stata di 11.756 euro,relativamente bassa perché è stato utilizzatoparecchio materiale di recupero.Accanto alla Scuola materna nel 2004, conuna spesa di 34.375 euro, è stato costruito ilCentro di Formazione femminile, frequentatoda circa 70 ragazze. La struttura comprendetre aule, una per ogni classe dei tre anni didurata del corso, e un laboratorio in cui cisono le macchine da cucire che le ragazzeutilizzano per imparare a lavorare.Consapevoli del fatto che educare una donnaè un passo fondamentale per la formazione di

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un popolo, durante la nostra permanenza cisiamo subito rese conto dell’urgenza di dareuna formazione alle donne: economia dome-stica, taglio e cucito e altre discipline, perdare loro la speranza di una vita migliore al dilà del lavoro nei campi.Nel 2005 sono stati fatti i lavori per la costru-zione della Scuola elementare, per una spesadi 71.391 euro. Le sei aule, per le sei classipreviste dall’ordinamento scolastico francese,sono abbastanza grandi per contenere cia-scuno circa 50 alunni. Attorno alla scuola c’èun ampio spazio per la ricreazione.Nello stesso anno, con una spesa di 27.074euro, abbiamo realizzato una cisterna checontiene 30.000 litri di acqua: ora gli abitan-ti del villaggio hanno la possibilità di poterprendere l’acqua direttamente da un rubinet-to, la cui apertura in determinati orari dellagiornata è gestita da un responsabile del vil-laggio stesso.I bambini che frequentano le nostre scuolevengono da 14 villaggi attorno a Ndoumbi;non tutti però hanno la possibilità di avere icontanti per l’iscrizione, perciò molti paganoil corrispettivo offrendo i prodotti del lorolavoro nei campi (banane, mais, arachidi,canna da zucchero, legno) .

È importante che i genitori capiscano chel’educazione dei figli è una loro responsabili-tà, ed è per questo motivo che chiediamoloro di fare il possibile per adempiere a que-sto impegno.Ora gli edifici sono stati costruiti, ma c’èancora bisogno del vostro sostegno per paga-re le spese scolastiche (materiale didattico,libri, stipendi per i docenti e per il personaleche lavora a scuola) . Questa la situazione.1 - Alla Scuola materna lavorano quattro inse-gnanti del villaggio e due collaboratrici.L’importo degli stipendi, secondo i parametristatali, è di 100 euro mensili per ogni educa-trice, di 50 per le collaboratrici e di 160 europer la suora direttrice.Per il materiale didattico, la spesa annuale èdi 1.000 euro. Ogni giorno, inoltre, è offertoai bambini un pezzo di pane per il quale laspesa mensile ammonta a 100 euro.2 - Alla Scuola elementare lavorano tre inse-gnanti e due collaboratrici. L’importo deglistipendi, secondo i parametri statali, è di 100euro mensili per ogni insegnante, di 50 per lecollaboratrici e di 160 per la suora direttrice.Per il materiale didattico, la spesa annuale èdi 2.000 euro.3 - Al Centro di Formazione Femminile lavo-

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rano cinque insegnanti il cui stipendio è di150 euro mensili. La suora direttrice percepi-sce 200 euro mensili.Per il materiale didattico, la spesa annuale èdi 1.600 euro.4 - Al Dispensario vengono circa 500 malatiogni mese.Le spese (per le medicine e gli esami di labo-ratorio) che ciascun malato dovrebbe soste-nere sono di circa 10 euro, ma generalmentepuò pagare solo 2 o 3 euro e il resto è a cari-co nostro.Con il vostro impegno potete aiutarci a far sìche gli abitanti di Ndoumbi scoprano il teso-ro unico e irripetibile che è ogni essereumano e il valore della sua educazione.Grazie a tutte le persone che aiutanoNdoumbi nel loro quotidiano cammino dicrescita. Grazie ancora per tutto ciò che fate.Con affetto grande.

Suor Faustanovembre 2006

Alla cortese attenzionedel Sindaco, Sig.ra Elena Pezzoli

Prima di partire volevo ringraziare lei e tutti

quelli di San Paolo per la sensibilità chehanno dimostrato nei miei confronti, soprat-tutto la Giunta Comunale, l’AssociazioneGenitori, il gruppo Altra Scelta, l’AssociazioneRuah, il Centro Anziani, la San Vincenzo, ilGruppo Alpini e tutti i Sanpaolesi.Devo ammettere che siete bravissimi perchénon solo avete creato degli spazi bellissimiper quelli di San Paolo, ma la bellezza piùvera sta nel fatto che non vi siete chiusi nelvostro star bene, ma avete creato unacoscienza verso il fratello più bisognoso chemi commuove.Ciò che più mi è piaciuto è l’incontro cheavete organizzato con gli alunni della terzamedia: penso che è partendo da questa etàche si forma una coscienza aperta ai bisognidei nostri fratelli che soffrono sulla mancanzadei diritti fondamentali alla vita, all’abitazio-ne, allo studio, al lavoro, a costruire una fami-glia; realtà, purtroppo non sempre rispettatenel mondo in cui vivo.Non ho parole per dirle il mio grazie e la miaprofonda riconoscenza.Con grande affetto.

Suor Fausta

novembre 2008

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REGOLAMENTO PER IL RICONOSCIMENTOPUBBLICO DI BENEMERENZA VERSOLA COMUNITA' DI SAN PAOLO D'ARGON(Approvato con delibera del Consiglio comunale diSan Paolo d’Argon n. 38 del 30/11/2005)

Art. 1Il Comune di San Paolo d'Argon, facendosi interpretedei sentimenti della comunità locale, intende ricono-scere e gratificare pubblicamente l'attività di coloroche abbiano contribuito a migliorare la vita dellacomunità stessa elevandone il prestigio o suscitando-ne l'ammirazione quale esempio virtuoso. L'attivitàbenemerita può essere stata svolta in San Paolod'Argon od oltre il contesto locale.

Art. 2Il riconoscimento istituzionale della benemerenza ècostituito dal conferimento del "San Mauro d'Oro",piccola opera d'arte che riproduce l'immagine delsanto, nel giorno coincidente o prossimo alla festivitàdi San Mauro Abate (15 gennaio).

Art. 3Il San Mauro d'Oro può essere conferito alle persone,alle istituzioni, alle associazioni, alle persone giuridi-che pubbliche e private che si siano particolarmente

distinte nel campo delle scienze, delle lettere, dellearti, dell'industria, del lavoro, dello sport, dell'assisten-za sociale, delle iniziative filantropiche, della collabo-razione all'attività della pubblica amministrazione oche si siano distinte per atti di coraggio e di abnega-zione in nome di valori di umanità e solidarietà. Incasi particolari, il riconoscimento della benemerenzapuò avvenire "alla memoria".

Art. 4Le segnalazioni di soggetti cui conferire la benemeren-za potranno essere formulate dai componenti dellaGiunta e del Consiglio Comunale, da persone giuridi-che pubbliche e private, da associazioni e singoli cit-tadini. Le indicazioni, corredate dai necessari elemen-ti informativi, dovranno essere depositate presso lasegreteria del comune entro il 30 novembre di ognianno. Per la prima edizione (2006), detto termine è fis-sato al 20 dicembre 2005.

Art. 5Il conferimento avviene con deliberazione dellaGiunta Comunale. Presso la segreteria comunale è isti-tuito un registro cronologico progressivo delle bene-merenze conferite.

ALLEGATO

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Il “San Mauro d’oro” è opera a sbalzo realizzata dall’orafo Ibo Pedrini. Riprende una delle tre formelle in bas-sorilievo presenti nel pulpito ligneo posto nella navata della Chiesa parrocchiale di San Paolo d’Argon - operaattribuibile a Gian Battista Caniana o alla sua bottega e realizzata agli inizi del ‘700 - e precisamente quellaposta sul lato rivolto verso l’entrata raffigurante “Mauro che salva Placido dalle acque”.A San Mauro, è infatti attribuito un celebre episodio miracoloso narrato da San Gregorio Magno nei suoiDialoghi. Mentre San Benedetto era nella sua cella, un giorno, il giovane Placido si recò ad attingere acqua nellago. Perse l'equilibrio e cadde nella corrente, che subito lo trascinò lontano dalla riva. L'Abate, nella cella, conobbe per rivelazione l'accaduto. Chiamò Mauro e gli disse di correre in soccorso delconfratello. Ricevuta la benedizione, Mauro si affrettò ad obbedire: valicò la riva, e seguitò a correre sull'ac-qua, fino a raggiungere Placido. Afferratolo, lo riportò a riva, e soltanto giungendo sulla terra asciutta, voltosiindietro, si accorse di aver camminato sull'acqua, come San Pietro sul lago di Tiberiade.

Page 23: SAN MAURO D’ORO 2009Suor Fausta Beretta rappresenta un esempio virtuoso poiché, in nome di valori di umanità e solidarietà, sta concretizzando nel cuore dell’Africa opere e

A cura del Comune di San Paolo d’ArgonSi ringraziano per la collaborazione:

Bepi Beretta, Annalisa Codoni, Giorgio Cortesi, Fortunato Pezzotta, Annalisa Speranza.

Gennaio 2009