Salute! - chimici.it · La scarpa che l’attore mangia era stata realizzata con della liquirizia....

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Salute! La Chimica è sicurezza. Alimentare, ambientale e sanitaria. Per tutti. Per loro di più Tra passato e presente le garanzie offerte dalla ricerca Primo Piano Innovazione e sostenibilità salvano l’industria del settore Attualità Le esperienze delle vincitrici del Premio L´Oréal Le storie 2 Anno XXIV - n° Giugno 2013

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Salute!La Chimica è sicurezza. Alimentare,ambientale e sanitaria. Per tutti.Per loro di più

Tra passato e presente le garanzie offerte dalla ricerca

Primo PianoInnovazionee sostenibilità salvano l’industria del settore

AttualitàLe esperienze delle vincitrici del Premio L´Oréal

Le storie

2Anno XXIV - n°Giugno 2013

In questo numeroGIUGNODUEMILATREDICI

EditoreConsiglio Nazionale dei Chimici

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LA VOCE DEL DIRETTOREUna storia fatta di idee e di lavoro: QR

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L’EDITORIALEUsa vs Europa: seduttori, sedotti ed abbandonati

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PRIMO PIANOLa chimica della sicurezza

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Il Punto - Consumi e qualità alimentare8

L’intervista - Sicurezza alimentare, buone notizie per l’Italia9

CHIMICA OGGIProfessione e Lavoro - Ticket in sanità

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Normative - Agenda16

15 Basta cianuro: recuperare l’oro in modo ecosostenibile

APPROFONDIMENTOUn mondo di plastica: materiali a contatto con gli alimenti

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* L’immagine della copertina è tratta da un fotogramma del film “La febbre dell’oro” (1925), di e con Charlie Chaplin. La scarpa che l’attore mangia era stata realizzata con della liquirizia.

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ATTUALITÀChimica Über Alles

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ATTUALITÀ 2Non si vive di solo PIL

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L’OPINIONEUn Paese ricco di risorse. Ma non ci crede

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QUESTIONI DI CHIMICA26Scenari - I due volti della Chimica

GreenLab - Molestie olfattive: che cosa sono27

H2O - Se il buon umore si vede dalla Chimica27

CHI SIAMOIo, un chimico - E non sono quote rosa

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Pionieri - Una Lady Chimica29

EUCHEMS35-39

CONTRO-COPERTINA40

Chimica in mostra a CremonaVOCI DAL TERRITORIO31

Relazione Morale anno 2012FORMAZIONE32

SPAZIO RICERCA17-24Mirolav Novak - Heritage of alchemical cryptography

2ILCHIMICOITALIANO

�ILCHIMICOITALIANOGIUGNODUEMILATREDICI

Proprio in questi giorni numerose notizie stampa hanno riportato, clamorosamente, la presenza di “carne non identificata” proveniente dall’estero usata nei cibi confezionati, polpette e tortellini.É evidente che con una intelligente politica volta al controllo di ogni alimento, a cominciare da quelli importati, si potranno evitare situazioni spiacevoli e contribuire al mantenimento della qualità del settore.Riteniamo che l’adozione di un apposito codice QR potrebbe rappresentare una soluzione alla problematica di filiera in quanto esso sarebbe posto a totale garanzia sia del produttore che del consumatore.Ma in che cosa consistono tali codici ?Mentre quelli a barre verticali, sviluppati da Norman J. Woodland ed altri nel lontano 1948, possiamo trovarli ormai su ogni prodotto in vendita, i codici QR (acronimo per Quick Response) sono da poco comparsi su giornali e riviste. Si tratta di moduli neri su sfondo bianco

e apprezzata sempre grazie alla loro economicità, facilità d’uso e di realizzazione. In definitiva nel QR si possono inserire facilmente tutte le informazioni descritte, a partire dalla produzione di un qualsiasi alimento, sia esso carne, prodotto alimentare agricolo o industriale sino alla commercializzazione, analisi chimica, venditore finale.Appare di tutta evidenza la praticità d’uso del codice e la trasparenza di cui lo stesso è portatore: con un semplice telefonino munito di apposita applicazione, o mediante l’uso di un lettore già posizionato in molteplici centri commerciali, l’utente finale può accedere ad un gamma di notizie estremamente ampia, oltre che al costo del prodotto stesso.Il Chimico analista o consulente di sistema, ad esempio, oltre che garantire l’assenza di antibiotici nei generi alimentari come ad esempio carni o latte, potrebbe con grande competenza ed efficacia contribuire ad assicurare anche una maggiore qualità al sistema.Ne sarebbero garantiti i produttori onesti e i consumatori verrebbero rassicurati in modo determinante.

di ANTONIORIBEZZOLa voce del Direttore

racchiusi in una cornice quadrata e rimandano, a volte, a una pagina internet dove si trovano video, foto e altri tipi di informazioni. I codici possono essere collegati anche a testi, numeri di telefono, o sms. A questo punto le informazioni contenute nei crittogrammi dovranno poi essere “tradotte” mediante l’uso di appositi software. I nuovi codici si sono diffusi inizialmente in Giappone e Stati Uniti dove hanno trovato utilizzo su poster, biglietti da visita, badge, magliette, cartelloni pubblicitari affissi su autobus e palazzi, financo sulle etichette dei vini. Insomma i QR offrono il vantaggio di fornire maggiori informazioni ogni volta che c’è poco spazio o poco tempo. Un esempio evidente in questo senso è dato da una nota catena di pasti veloci (MacDonald) che fornisce le specifiche nutrizionali dei suoi pasti proprio tramite QR stampati sul packaging. Anche in Giappone chi usa FaceBook può accedere alla propria pagina personale utilizzando un apposito codice.Mentre negli Stati Uniti sul programma degli eventi sportivi, grazie ai QR, si possono vedere video di precedenti incontri. La “discrezione” dei codici è riconosciuta

fatta di idee

Attuare i principi di sussidiarietàper snellire la burocrazia,ma anche far ripartire l’Italiaed il lavoro, specie delle giovani leve.In tale contesto risulta determinanteil coinvolgimento del professionistaChimico nel controllo dei settori alimentari

Una storia

e di lavoro: QR

Sopra un esempio di QR

�ILCHIMICOITALIANO

�ILCHIMICOITALIANO

“Après moi le deluge” (Dopo di me il diluvio). La finanza internazionale, essenzialmente americana, ha adottato, corroborandola di un cinismo post moderno che farebbe impallidire il suo autore, la più egocentrica delle affermazioni storiche. Vale la pena citare la fonte, Luigi XV, tanto per chiarire quale pizzico di autostima avesse chi l’ha pronunciata – e soprattutto pensata - e chi, di fatto, la attualizza senza sconti a distanza di secoli. Entrando nel cuore del problema, possiamo comprendere bene come il presente malfermo della chimica, europea e quindi anche italiana, sia dovuto davvero all’incrocio quanto mai diabolico tra la protervia della finanza d’oltreoceano e la colpevole, quasi assoluta assenza di politica industriale dell’Unione. Nel nostro Paese si può senz’altro togliere il quasi. Il tutto costruito su un piano accelerato, ma totalmente miope, che cresce come se il problema delle risorse rinnovabili non esistesse. Ora la disponibilità di energia fossile a costo relativamente basso, a seguito dello sfruttamento di scisti bituminosi in Alaska e al gasdotto che attraversa il Canada, motiva i top manager dell’industria chimica mondiale (ma americani), a spingere verso la logica del breve periodo, a investire in impianti negli Stati Uniti (ovviamente da derivati del petrolio) arrivando a dismettere quelli in Europa ed in Italia in particolare, dal momento (pensiamo male? Faremo penitenza) che l’Europa resterà in recessione per almeno altri dieci anni e il mercato del vecchio continente non giustifica i maggiori costi di produzione.Nel frattempo, inevitabile stressare indicatori e parametri perché i risultati

arrivino entro il tempo stabilito. Poi si salvi chi può. Un bell’esempio di visione illuminata e prospettica, non c’è che dire. A guidare la mano (e il cervello) di queste lobby lungimiranti non c’è ovviamente un progetto esplicito di distruzione, piuttosto la logica di tornaconto immediato, meglio insomma l’uovo oggi. E a farne le spese è in particolare la ricerca che ha tempi lunghi e così, spinti da questa mentalità dell’abbastanza e subito, ad essere finanziati sono soprattutto quei programmi che, ca va sans dire, possono ottenere risultati in tempi molto brevi.La chimica italiana negli ultimi 30 anni non ha mai potuto contare invece su una solida politica industriale, necessaria ad opporsi all’aggressività di Wall Street che ha così trovato il vuoto. Ridotti infine eventuali investimenti nella green chemistry, che cozzano naturalmente con l’idea di rapido profitto. Il quale muove gli imprenditori a continui processi di delocalizzazione in quei Paesi dove i lavoratori, trattati né più né meno che da schiavi, non hanno diritti, tanto meno quello di reclamare. Vorrei così in chiusura citare il Presidente della Camera Laura Boldrini quando afferma che l’economia europea resterà in ginocchio se nel processo di globalizzazione della produzione non saranno globalizzati anche i diritti. Non c’è altro da aggiungere. E’ notte e corriamo a tutta velocità a fari spenti: di questo passo in Italia, “l’american must”, subìto, del breve periodo potrebbe trasformarsi in brevissimo e game over a tutta la nostra chimica.

Sono d’accordo con il Presidente della Camera,Laura Boldrini, quando afferma che l’economia europearesterà in ginocchio se nel processo di globalizzazionedella produzione non lo saranno anche i diritti

di ARMANDOZINGALESL’editoriale

Usa vs Europa: seduttori, sedotti

ed abbandonati

GIUGNODUEMILATREDICI

6ILCHIMICOITALIANO GIUGNODUEMILATREDICI

Quando il medico e bio chimico Gerhard Domagk, dopo essere sceso infreddolito dal proprio calesse, entrò in casa dei genitori della piccola Gertrude, disperati perché colpita da una forma gravissima di setticemia, quasi certamente due fatti non gli erano ancora noti: innanzitutto che sarebbe riuscito a salvare la vita della bambina, e che quell’intervento sarebbe stato la prima concretizzazione di una scoperta che avrebbe rivoluzionato il mondo della medicina al pari della chimica applicata nel campo della salute umana: divenuti farmaci di uso comune, i sulfamidici da lui utilizzati ed ottenuti da composti sino a quel momento buoni come coloranti nell’industria tessile, in quel 1935 rappresentarono, nelle cure antibatteriche, la chiave per aprire un nuovo mondo medico, modificando negli anni successivi, radicalmente, la sopravvivenza post operatoria dei pazienti e trasformando le aspettative dei bambini nei primi anni di vita.

Il resoconto, ovviamente romanzato (Gertrude poteva chiamarsi anche Matilde e il calesse era già sostanzialmente allora superato) di

di ANDREAZACCARELLIPrimo Piano

Con i sulfamidici è stata avviata una rivoluzione medica

La chimicadella sicurezza

aumentano i controlliMicotossine,

La dieta di gran parte della popolazione mondiale è contaminata dalle micotossine, sostanze tossiche di origine fungina, presenti, ad elevata percentuale (25%), nelle derrate alimentari. Attualmente se ne contano oltre 300 diverse tipologie che alla lunga, specie in diete ricche di alimenti contaminati (più ampia la diffusione nei Paesi a basso reddito, in cui l’alimentazione si basa principalmente sui cereali) possono generare malattie pericolose ed anche gravi. Rischi riguardano tuttavia anche i bambini, fin dal livello fetale, poiché le micotossine riescono ad attraversare la barriera

placentare con conseguenze serie sul funzionamento del tubo neurale. Che fare? “Ogni giorno – sostiene il Consiglio Nazionale dei Chimici - lavoriamo per garantire, con analisi e controlli sempre più sofisticati, la sicurezza alimentare, ma occorrono maggiori controlli sulla filiera agroalimentare, da quella industriale a quella a chilometro zero, poiché le contaminazioni possono avvenire in entrambi casi. Anche i produttori e l’industria alimentare devono intensificare le verifiche in autocontrollo, alla luce dei probabili ulteriori monitoraggi previsti dalla Comunità Europea”.

Ora se ne contano300 tipologie

�ILCHIMICOITALIANO

come vennero applicati per la prima volta questo genere di farmaci ci aiuta a capire in realtà come la chimica non solo faccia parte del nostro quotidiano senza che noi ce ne rendiamo palesemente conto, ma contribuisca fortemente a salvaguardarlo e proteggerlo. Basta aprire un frigorifero per confermarcelo, e scegliere a caso tra frutta, verdura, formaggi o quello che si vuole: per secoli sono stati la neve e il ghiaccio a refrigerare gli alimenti. Poi è intervenuta la chimica e la messa a punto dei gas refrigeranti, necessari alla conservazione del cibo. E se il frigo rappresenta uno dei simboli del progresso del secondo novecento, quel progresso, mantenendo sani i prodotti alimentari, ha soprattutto consentito di debellare malattie connesse al consumo di cibo non fresco. É per questo che oggi la chimica chiede di essere inserita in maniera più stabile nei molti organi di controllo esistenti, proprio perché i suoi rappresentanti sono consapevoli che una loro maggiore partecipazione e più elevate responsabilità verso i processi di monitoraggio ed analisi, significa aumentare le garanzie a tutela della popolazione. Ospedali e frigoriferi ce lo ricordano tutti i giorni.

La conservazione dei cibiuna garanziaper alimenti e salute

La chimicadella sicurezza

ora personale abilitatoVerifiche agenti pericolosi

Classificare in maniera sicura le sostan-ze pericolose per l’uomo e ad elevato impatto ambiantale è una delle priorità stabilite dai chimici italiani tra le pro-prie azioni nel breve e nel lungo pe-riodo, muovendo dalle indicazioni del regolamento europeo Reach. L’esempio più consueto che spiega la nocività di tali agenti è ovviamente quello relativo alle fibre di amianto già al bando (ma le fibre sostitutive in diversi casi hanno avuto comunque riscontri preoccupan-ti). Non è l’unico però. Tra i numerosi altri, la lavorazione del Pvc che, per aumentarne la flessibilità, viene talvolta ottenuto con l’aggiunta di plastificanti –

quali alcuni ftalati – messi al bando per comprovata causa di disfunzioni ormo-nali e malformazione dei feti. “A nostro avviso è necessario ampliare il nume-ro delle sostanze il cui utilizzo debba essere compiuto sotto la sorveglianza di chi ha competenze chimiche sino a rendere necessaria l’introduzione dello stesso controllo chimico, anche perché continuano ad essere tanti gli elementi difficilmente sostituibili con altri meno dannosi. Auspichiamo che queste ope-razioni avvengano pertanto utilizzando personale competente e abilitato, pro-prio come avviene per i gas tossici e per la valutazione del rischio chimico”.

Il pericolo resta l’amianto

GIUGNODUEMILATREDICI

Un controllo delle Forze dell’Ordine su giocattoli considerati a rischio

8ILCHIMICOITALIANO

Dall’Olanda carne di cane e gattonei nostri supermercati

Sul Tappetodi VERONICAFERMANI

SICUREZZAALIMENTARE:il caso

Dopo il cavallo tocca agli animali da compagnia, protagonisti della saga senza fine degli alimenti contaminati. Nel mirino dei controlli stavolta polpette olandesi, la cui carne conterrebbe resti di cani e gatti raccolti in Spagna. I prodotti, destinati a consumatori umani, sarebbero arrivati anche sugli scaffali della grande distribuzione italiana. La notizia, diffusa dal quotidiano olandese De Telegraaf, è stata pubblicata in seguito alla denuncia di alcuni cittadini spagnoli che avrebbero parlato della raccolta dei cadaveri dei loro animali domestici da parte di una misteriosa azienda. La polizia spagnola avrebbe poi collegato questo avvenimento alla chiusura di un’azienda alimentare di Amsterdam. L’Unione Europea si è affrettata a definire l’allarme assolutamente infondato. In Italia ci ha pensato Coldiretti a prendere le parti dei consumatori, chiedendo controlli rigorosi sulle 62mila tonnellate di carne importata dall’Olanda: dietro la dicitura burocratica “carne non identificata” trascritta sulle etichette, infatti, potrebbero celarsi proprio i resti di cani e gatti morti.

e qualitàIl punto

di ANTONIORIBEZZO

Cambiano le abitudini alimentari degli italiani. Secondo le associazioni di categoria, una persona su due è attenta agli sprechi e all’acquisto massivo di prodotti. Nel Bel Paese si mangia sempre meno carne, meno pesce, meno frutta e verdura e sono diminuiti i consumi di vino e olio. Poiché i morsi della crisi assomigliano sempre più a quelli della fame, oltre al lavoro e alla stabilità economica, gli italiani si preoccupano sempre di più di cosa poter mettere in tavola. Questi i dati delle associazioni di categoria, e questo muta anche la salute degli italiani. Ci si rivolge sempre più all’aperitivo per sostituire la cena al

ristorante e circa 33 milioni di italiani hanno dichiarato di essere più attenti agli sprechi alimentari richiedendo la “doggy-bag” (sacchetto antispreco) quando sono fuori a cena. Mentre uno degli effetti sociali che impone più attenzione riguarda il fatto che il 44% degli italiani nell’ultimo periodo ha dichiarato di andare più spesso a mangiare dai genitori e dai parenti, per ammortizzare la spesa alimentare quotidiana. Ciò porta ad una modifica già nel breve periodo delle nostre abitudini e della società. Ma la diminuzione dei consumi di carne rossa, precisamente il 7% in meno nel 2012, significa che

6 milioni di italiani dichiarano di non poter acquistare carne in maniera continuativa (cioè almeno una volta ogni due giorni). Di conseguenza la nostra salute, in carenza di proteine animali, potrebbe soffrire di una carenza di sviluppo, soprattutto per organismi più giovani, proprio perché sono gli adolescenti ad avere più bisogno di questo tipo di proteine.Anche la rinuncia nell’anno passato a 48 kg di frutta e verdura rispetto ai periodi precedenti, potrebbe suggerire che l’aumento dei casi di influenza che ha colpito il 15% di italiani in più nell’inverno 2013 rispetto alla stagione passata, dipenda anche da questa diminuzione di spesa. Ciò a causa della carenza di antiossidanti che ci espone di più alle malattie stagionali. In pratica, significa che d’inverno non ci sono state vitamine sufficienti per contrastare le infermità di stagione e d’estate si traduce in

una carenza dei sali minerali necessari per compensare le perdite di liquidi.Il calo del consumo di pesce, uno degli alimenti base della dieta mediterranea, comporta un assunzione di quantità minori di Omega-3, acidi grassi che contrastano le malattie cardiovascolari. Questo ci espone all’insorgenza di malattie legate, ad esempio, all’aumento del colesterolo. Si è assistito invece ad un aumento del consumo della pasta: l’ingestione di quantità maggiori di carboidrati può esporre ad uno squilibrio dietetico l’organismo umano con un possibile aumento di peso con conseguenze collegate. Oggi i bambini italiani sono tra i più obesi al mondo. Vuol dire che non provvediamo ad una corretta alimentazione dei nostri figli e nel lungo periodo ciò può implicare una più alta mortalità dei soggetti sovrappeso.Un ritorno all’essenzialità può anche essere virtuoso se aiuta la salubrità: l’importante è che sia causato da una scelta consapevole e non dall’impossibilità di poter comprare il cibo necessario per una corretta alimentazione.In tale situazione acquista importanza soprattutto la ricerca della qualità alimentare; se infatti è comprensibile risparmiare nell’acquisto delle derrate alimentari, occorre porre la massima attenzione alla qualità di ciò che si acquista.Ad esempio, i prodotti agroalimentari tipici per provenienza o per tecnica produttiva possono essere valorizzati attraverso una certificazione di qualità che ne attesti il rispetto di standard condivisi.A tale proposito, la certificazione di prodotto agroalimentare volontaria non è altro che una dichiarazione formale con la quale un ente o un organismo di riferimento attesta la conformità di un prodotto allo standard identificato da un documento tecnico per mezzo e con l’ausilio della consulenza di un Chimico.Un esempio di certificazione di prodotto agroalimentare su base volontaria è riportato dalla norma UNI EN ISO 22005. Con ciò si è voluto creare un sistema di rintracciabilità, al fine di valorizzare le caratteristiche specifiche del prodotto agroalimentare come, ad esempio, gli ingredienti peculiari, l’origine e la conservazione.

del cibo

Consumi

GIUGNODUEMILATREDICI

�ILCHIMICOITALIANO

La sicurezza alimentare è una tematica molto sentita dai cittadini. Vicende r e l a t i v a m e n t e lontane come lo scandalo della “mucca pazza” o il vino al metanolo hanno sensibilizzato notevolmente i consumatori. Per fare il punto sulla situazione abbiamo ascoltato il parere di Rolando Manfredini, responsabile nazionale per la sicurezza alimentare della Coldiretti.“Il quadro nazionale è sicuramente molto soddisfacente. Siamo in testa alla specifica classifica internazionale, insieme al Giappone, e gli allarmi relativi all’insicurezza dei cibi sono piuttosto contenuti”. Manfredini non nasconde come su una tematica così

delicata non si possa mai avere la garanzia assoluta, ma sottolinea come la realtà italiana non sia paragonabile a quella di altri Paesi europei ed extraeuropei. Un esempio può

rendere l’idea: “Per i residui italiani da fitofarmaci solo lo 0,3% dei prodotti manifesta dei problemi. Negli altri Paesi continentali la percentuale va moltiplicata per 4, in quelli extraeuropei per 20”. Dunque i consumatori italiani possono stare tranquilli anche se “la guardia non va mai abbassata, le nostre produzioni devono essere sempre sottoposte ad accurati controlli. E dall’Europa ci aspettiamo una legislazione più incisiva”. Altro capitolo rilevante

riguarda la tracciabilità. Per Rolando Manfredini la vicenda “mucca pazza” ha fatto da spartiacque. “Abbiamo un regolamento europeo, il 178, che di fatto gestisce il sistema della tracciabilità e consente alle autorità preposte di togliere i pericoli quando questi si verificano nella catena alimentare. Quindi è possibile ritirare quei prodotti che sono pericolosi per i consumatori”. Si tratta di una normativa efficace che gestisce anche il sistema di allerta rapido per cui tutti i Paesi sono tenuti a comunicare le situazioni critiche riguardanti il proprio sistema produttivo e i prodotti che penetrano nei mercati. Il 178 ha solo una limite: “A nostro avviso – rileva Manfredini - è carente per l’etichettatura.”Insomma in un mondo sempre più globale è necessaria la massima vigilanza e soprattutto la tutela di quei prodotti, come quelli italiani, sinonimi di qualità e genuinità.

di SERGIOSINIGAGLIA

L’intervistaTavole sicure,

per l’Italia

Il quadro della situazioneanalizzato da Rolando Manfredinidi Coldiretti e da Paolo Stacchinidell’Istituto Superiore di Sanità

buone notizie

“É fondamentale dividere l’uso corretto, poiché ben regolamentato, e quello eccessivo, fuori dalle regole, delle sostanze. Tutto ciò che passa per il controllo, in Italia all’avanguardia, non solo è garanzia di sicurezza del prodotto ma anche della sua qualità”, spiega, Paolo Stacchini dell’Istituto Superiore di Sanità.

Quindi, professor Stacchini da che cosa iniziamo, lei sa bene che il ruolo della chimica è piuttosto controverso in questo ambito…Iniziamo con il dire che quasi tutti gli alimenti vengono trattati. Nel campo dei prodotti primari con l’uso dei farmaci veterinari o nei prodotti di origine vegetale con i fitofarmaci: utilizzati

nelle norme, essi determinano qualità e standard adeguati; nell’integrazione alimentare, gli additivi permettono di contare su una serie di prodotti altrimenti non disponibili.

Allora entriamo nel supermercato, lei consiglia di guardare bene l’etichetta e…E si capisce il ruolo della chimica nel settore alimentare verificando come essa agisca su qualità e struttura del prodotto stesso. Conservanti, antiossidanti addensanti, le sostanze chimiche permettono di legarne le diverse fasi. Senza non sarebbero producibili. Quanti poi non mettono più zucchero nel caffè e si servono di edulcoranti?

Ma come la mettiamo con tutti quei prodotti che nei propri imballaggi esaltano la mancanza di conservanti, ad esempio?Va sottolineato che prima del loro utilizzo le sostanze subiscono un iter di valutazione tossicologica assai accurato, il quale ne rappresenta un prerequisito per il successivo uso. Del resto in Italia i controlli sono elevatissimi: è necessario infatti passare attraverso la regolamentazione nazionale, regionale e territoriale. Ed ora poi c’è il cosiddetto “pacchetto igiene”, che consente nuovi strumenti di valutazione”.

garanti dei prodottie conservanti,di ANDREAZACCARELLI

GIUGNODUEMILATREDICI

Rolando Manfredini,Coldiretti

Additivi

Paolo Stacchini,ISS

10ILCHIMICOITALIANO

di DOMENICOMENCARELLI

Approfondimento

definito un pastore proveniente dalla “fine del mondo”, resta nel mio cuore come un nostro connazionale d’altri tempi eroici, un figlio dalla nostra terra. Già dalla sera dell’annuncio del Cardinale Camerlengo mi sono sentito vicino a questo candido gesuita. Non pecco di irriverenza. Per lunghi minuti sono stato gomito a gomito con il S.Padre. Non solo è il custode della tenerezza, del creato, della pace, ma è la pace, dico l’inerme pace di Cristo. Rinuncia al fasto di paramenti. Mostra la Sua faccia di povero, di faticatore, di celestiale operaio. Nulla riesce ad allontanarceLo. Rimane ai nostri occhi il buon Pastore raccontato nelle candide parabole evangeliche. Mi ha intenerito la sottile ironia, la graziosa pazienza con le quali subisce il protocollo di nomina. Mi è tornato in mente il mio vecchio parroco, quando alla fine dei tristissimi anni quaranta (ero un acerbo chierichetto) lo aiutavo a vestirsi per la messa. Ho rivisto la sua tonaca lisa e sdrucita che d’incanto spariva sotto la fulgida pianeta, la sua sorridente bonomia, finita la funzione religiosa. La omelia con cui si presenta al mondo: una sorta di garbato biglietto da visita. Quando parla di Gesù, sulle sue labbra il divino Messia diventa una rottura di argini. Iddio, nel Gesù raccontato dal Pontefice, diventa fratello premuroso, usa, per bilancia delle nostre colpe, il suo torrido cuore. Il Suo appello è inequivocabile: non si deve fuggire dalla “tenerezza, il potere è Servizio; anche il Papa deve inchinarsi al Servizio umile di chi è straniero, nudo , malato, in carcere. Non c’è dubbio: dopo l’anima di Woitjla, la ragione di Raztinger, ora incontro l’amore di Bergoglio. Dirà successivamente in un consesso di Vescovi: ”Voglio una Chiesa che torni alla freschezza originale, che fugga ogni forma di supponenza, che cammini in mezzo al gregge. Più profezia e meno burocrazia. Purificate l’occhio con il collirio della memoria”. Non vergognatevi se gli occhi si inumidiscono. Quando in chiusura della sua omelia esclama: ”Custodite il creato con Amore” mi sembra si rivolga in particolare agli addetti ai lavori, e dunque anche ai chimici. Custode: in ebraico “scioter”; sarà sicuramente una parola chiave del Suo pontificato. Una frase importante che comparirà anche sul suo account. Rispetto e delicatezza verso l’ecosistema: un cenno all’inquinamento, alla penuria di risorse. Dunque queste parole pronunciate, con enfasi sincera in chiusura: “Custodiamo il Cristo nella nostra vita, custodiamo il creato con Amore”, debbono risuonare come un Comandamento per tutti, ma soprattutto per la nostra categoria. La natura non è puro oggetto di sfruttamento. La sua bellezza non appartiene solo a noi Cristiani, ma va condivisa.Termina la Cerimonia di nomina; si leva un canto gregoriano, lento e solenne, fitto di semibrevi. Poi un diacono legge il Vangelo in greco antico, nella lingua che custodisce la nostra più che millenaria civiltà. Benvenuto fra noi padre Bergoglio. Con stima e riverenza.

Mi riaffaccio da queste colonne dopo un lungo periodo di silenzio. Nel frattempo molta acqua è passata sotto i ponti, anche se è il caso di dire: “nihil novi sub sole”. A dire il vero qualcosa di decisamente nuovo sotto il sole c’è stato: di nuovo, ma anche di sconvolgente. Ripercorriamo gli eventi. L’anno 2012 si chiude con una notizia che fa scalpore: Papa Benedetto XVI, il Pontefice dolce e riservato, il teologo colto e raffinato, stanco e forse malato, comunica le sue dimissioni. È un fulmine a ciel sereno. Il Papa teologo, autore di libri, da cui non Vi dissuado affatto, che raccontano un Gesù amico, traboccante di umanità e di sapienza, scende dal Soglio di Pietro. Ripete, con ben altre modalità ed in altro contesto, il gesto di Celestino, bollato di “viltade” da Padre Dante. Ratzinger se ne va senza chiasso, quasi in punta di piedi, come nel Suo stile riservato e rispettoso. Marzo 2013: si apre il Conclave, meno fastoso del passato, ma sempre maestoso e solenne; porporati di ogni continente; reminescenze rinascimentali nei fastosi palazzi apostolici. Si incrociano previsioni, si azzardano pronostici, si avanzano i soliti nomi delle più illustri Eminenze. Ma si sa: chi entra Papa in Conclave, ne esce Cardinale. 13 Marzo. La grande assise di tutti i cardinali sembra chiudersi nel segno della Chimica. Leggo che hanno bruciato, unitamente alle schede, additivi chimici (lattosio in particolare), per sbiancare i fumi e rendere inequivocabile la lettura della fatidica fumata. “Habemus papam”. L’umanità tutta, cattolica e non, prende atto che il 266° successore di Pietro si accinge a salire il fatidico Soglio. Si tratta, come al solito, del meno pronosticato. Ma chi è Jorge Mario Bergoglio? Sembrano domandarsi i più. Non è certo un illustre Carneade. È ben noto agli addetti ai lavori. Un Prelato di spessore, già conosciuto ai più alti livelli della politica mondiale. Origine italiana: il suo idioma è pressoché perfetto. Una prima giovinezza tormentata da gravi patologie polmonari. Diploma da Perito Chimico. Sì, cari Colleghi, avete ben inteso. Un Papa che sa di chimica: un chimico; c’è da menarne giustificato vanto. Poi, ventenne, la celeste chiamata; entra nel Seminario di Villa Devoto.

È consacrato sacerdote: umano, cordiale con tutti, aperto con i poveri. È il sacerdote degli ultimi, dei perdenti, degli esclusi: loda Abele il giusto, ma sa camminare anche con Caino. Aspetta sull’uscio di casa il figliol prodigo; esce per cercare la pecorella smarrita. Si muove senza paludamenti da sinedrio, senza discorsi accademici o raffinate analisi bibliche. Osserva un solo comandamento: ama il prossimo come te stesso. Lo avevano già esclamato, fra gli altri, anche a prezzo della vita, giganti della Fede e della Storia quali: Cristo, Paolo, Francesco, Agostino. È tifoso del S. Lorenzo de Almagro, un club calcistico della Capitale. È nominato Arcivescovo; rinuncia all’autista e sale sui mezzi pubblici. Gli viene imposto il galero rosso. Ora è Sua Eminenza, è il Primate di una delle Chiese più popolose e devote del pianeta; ma rimane il sacerdote zelante con gli esclusi: sogna una Chiesa povera con i poveri. Ed ora, ancora relativamente giovane, diventa: ”Sua Santità Francesco”. L’Argentina è in festa: Plaza de Majo, che vide il pianto accorato delle madri in lutto e le effimere glorie di Peron prima e di Evita poi, risuona di campane e si accende di inni di giubilo. Una veglia straordinaria, di preghiere, canti, suoni, unisce Roma a Buenos Aires. È il riscatto dell’America latina. Esultano anche nei luridi vicoli delle squallide bidonville, alla periferia della Capitale: si può leggere gioia soprattutto nei volti emaciati, segnati dalla malattia e dalla fame, delle decine di migliaia di diseredati che si aggirano in quei siti disperati. Esultano i cartoneros: i paria della società. Lui amava frequentarli; per pochi soldi riciclano la spazzatura. Ha sempre affermato: “amo il creato”. Certamente lo ama: non solo con il cuore del Buon Pastore, ma anche con la cultura di chi conosce la struttura intima della materia e non ignora quali danni le arrechi l’umanità di oggi e quali rimedi si possano ancora; (sì, siamo in tempo) apportare. Questo è Bergoglio; il migrante che ritorna festoso alla sua terra di origine, assurto alla dignità del Soglio di Pietro.Dicono che si venga in questa valle di lacrime con un destino già bello e segnato. Il suo aveva da essere scritto sui costoni delle campagne, spesso ingenerose, delle sue terre liguro-

piemontesi. Ripenso alla sorte dolorosa di tanti Italiani di inizio secolo XX. Hanno lavorato un suolo avaro spremendo sudore, con sacrifici di epica imponenza. Su quelle terre dure da coltivare, si sono sfiancate intere generazioni, riuscendo a conquistare solo poco più del pane; che, ahimè, era spesso di farina di mais: forme grevi e rugginose da averne bruciori e pellagra. In alcuni documentari, che raccontano storie di emigrazione di inizi secolo, rivedo volti di nostri connazionali in partenza per le Americhe. Volti segnati, disfatti. Il Santo Padre possiede i caratteri di quelle generazioni abituate a stenti e fatica. Ne consegue, a mio avviso, che Papa Bergoglio, per quanto nel suo iniziale discorso dal balcone di S.Pietro si sia

Chimicum ad naturam

servandam

Habemus Papam:

Jorge Mario Bergoglio è stato eletto Papa il 13 marzo 2013

11ILCHIMICOITALIANO

In un quadro industriale a tinte fosche è uno dei pochi comparti, se non l’unico, in netta controtendenza. La parola ma-gica sembra essere innovazione, non sempre presente nel vocabolario delle nostre imprese. Non ci sono dubbi: la chimica si pone come settore dove oc-cupazione e ricerca vanno a braccetto. I dati sono significativi. L’incremento del-le nuove assunzioni è del 25% e supera del 7% il totale degli addetti (18%). In un Paese che per quanto riguarda l’oc-cupazione giovanile ha percentuali da

brividi, chi è uscito con la laurea in chi-mica, quasi l’80% dei nuovi dottori, in poco tempo trova lavoro. Precisamente sei mesi e mezzo nell’ambito industriale tradizionale, tre in più nella cosiddetta chimica verde. E a proposito di soste-nibilità le prospettive sono quanto mai interessanti. Come è emerso durante il recente convegno nazionale di Catania promosso dal Consiglio Nazionale dei Chimici, nel medio periodo dal setto-re green può arrivare un contributo sostanziale per dare una prospettiva ai tanti giovani che si affacciano sul mercato del lavoro. Un concetto sotto-lineato dal Presidente del CNC Arman-do Zingales: “Entro il 2020 nel campo dell’energia e in quello della mobilità eco-sostenibile è prevista una domanda di circa 800mila addetti”. Del resto la chimica interessa vari settori e se una ri-conversione compatibile con l’ambiente è necessaria, ecco che si possono apri-re importanti prospettive. Dal controllo dei prodotti e alla loro eventuale tossici-tà, al filone energetico dove il recupero

e il riciclo dei rifiuti può rivelarsi una miniera d’oro. Insomma da un settore che attualmente nelle 3.000 imprese chimiche e farmaceutiche occupa ben 180.000 persone, arrivano segnali più che incoraggianti. Parlavamo del ruolo della ricerca. Sempre Zingales fa notare come “il costo elevato dell’ener-gia e delle materie prime ha spinto le aziende a rivedere la loro offerta, con-centrando la loro attività su prodotti ad alto contenuto di innovazione e valore aggiunto, con forti investimenti sulla ricerca avanzata”. Da qui l’inevitabile aumento della competitività sul mercato internazionale con numeri significativi: dal 2000 la quota di export sul fattura-to complessivo della chimica naziona-le è aumentato di 12 punti. Tornando all’aspetto occupazionale da cui siamo partiti, le ricadute per le giovani ge-nerazioni sono interessanti, anche dal punto di vista della qualità del rappor-to di lavoro: il 45,8 dei laureati può contare su un contratto a tempo inde-terminato. Di questi tempi non è poco.

di SERGIOSINIGAGLIA

Attualità

I venti della crisisoffiano fortee colpisconotutti i settori industriali.Ma il comparto chimicoè in controtendenzagrazie a innovazionee sostenibilità

ChimicaChimicaÜber Alles

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“Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi. Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani”. E’ un estratto del famoso discorso che Robert Kennedy fece il 18 marzo del 1968 sul Pil. Una riflessione molto controcorrente. In Italia eravamo nel pieno del boom economico e anche dal

PILpunto di vista internazionale lo scenario non era certamente quello attuale. Tre anni dopo la presidenza Nixon avrebbe detto basta alla convertibilità del dollaro in oro e messo fine agli accordi di Bretton Wods, segnando l’inizio di una nuova fase per l’economia mondiale. Oggi, a 45 anni dal fatidico 1968, possiamo dire che l’analisi di Kennedy si è rivelata per molti aspetti profetica. Oramai autorevoli economisti di livello internazionale sottolineano come sia necessario puntare sulla qualità dello sviluppo, più che sulla quantità. Naturalmente nei Paesi più avanzati. Un segnale in questo senso viene dal rapporto recentemente presentato dal Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro e dall’Istat, “Bes 2013”. L’acronimo sta per Benessere Equo Sostenibile e il nome dice già molto. Come viene spiegato nella presentazione “le crisi degli ultimi anni hanno reso urgente lo sviluppo di

nuovi parametri di carattere statistico”. Per cui “ferma restando l’importanza del Prodotto interno lordo come misura dei risultati economici di una collettività”, serve integrare tale rilevatore con altri parametri altrettanto rilevanti per la vita delle persone, indicatori di carattere economico, sociale e ambientale, come termometro del progresso di una comunità. Il BES in sostanza si ripromette di analizzare in modo articolato la soddisfazione delle persone dal punto di vista complessivo. Dunque usando parametri diversi, che fanno riferimento ad un concetto oggi sempre più abusato, ma comunque fondamentale: la qualità della vita. Del resto i tempi sempre più frenetici in cui siamo immersi forse necessitano di robuste dosi di saggezza e buon senso. Ce lo hanno insegnato i padri greci e latini molti secoli fa.

Attualità2

Non si vive di soloIl Prodotto interno lordo non è più l’unico indicatore economico utile per misurare il

benessere di una comunità. Altri parametri acquistano autorevolezza. Come il BES…

di SERGIOSINIGAGLIA

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L’opinione

Più povera ed inquinata l’Italia ritratta dal Bes (Benessere equo e sostenibile) eppure con grandi opportunità di cui ha scarsa consapevolezza. Stefano Bruni il-lustra la ricerca promossa da Cnel e Istat

Da quali presupposti muove la ricer-ca Bes (Benessere equo e sostenibile), voluta dal Cnel? Oggi viviamo nella società post-Pil. Nu-merosi sono stati, negli ultimi anni, i di-battiti che si sono susseguiti allo scopo di individuare le definizioni più adeguate a cogliere le caratteristiche principali della società contemporanea e “del futuro”. Da qui prende le mosse il progetto Bes (Benessere equo e sostenibile), realizzato dal Cnel e dall’Istat con l’obiettivo di rac-contare, in modo inedito, l’Italia.134 indicatori suddivisi in dodici domini che consentano di misurare il progresso della nostra società, integrando, comple-tando e superando la “dittatura dell’indi-catore Pil”.

Una ricerca innovativa quindi, che ritrae l’Italia da angolazioni insolite. Che quadro ne esce?Ciò che emerge da questa “nuova misu-razione” è l’immagine di un Paese più povero (il reddito disponibile delle fami-glie in termini reali è diminuito del 5% tra il 2007 e il 2011), inquinato (il numero di

giorni in cui nelle maggiori città italiane si è superato, nel corso del 2011, il livello di PM10 si è attestato a 54,4 giorni, in aumento rispetto ai 44,6 del 2010), con poca fiducia nelle istituzioni (la fiducia media verso i partiti politici, su una scala da zero a dieci, è pari ad appena 2,3; seguono il Parlamento (3,6), le Ammini-strazioni locali (4) e la Giustizia (4,4) e nel prossimo (nel 2012 solo il 20% delle persone di 14 anni e più ritiene che gran parte della gente sia degna di fiducia), un Paese sfilacciato.

Una specie di Guernica sociale italia-na del duemila.La situazione è senza dubbio preoc-

cupante ma il Paese è comunque ricco di risorse, forse troppo spesso e troppo a lungo dimenticate. Un Paese con un paesaggio storico naturale e un patri-monio culturale unici al mondo (con 47 siti nazionali iscritti come “patrimonio dell’umanità” nella World Heritage List dell’Unesco e una densità di beni cultu-rali - monumenti, musei, siti archeolo-gici, ecc. - che supera i 33 beni censiti ogni100 chilometri quadrati), da tutelare e sfruttare, un Paese con una forte rete di solidarietà (nel 2009, quasi il 76% della popolazione ha dichiarato di avere parenti, amici o vicini su cui contare e il 30% ha fornito aiuti gratuiti).

A questo canto e controcanto di occa-sioni perdute e opportunità da coglie-re come reagisce l’Italia? L’Italia appare, così come disegnata dal Bes, consapevole della crisi, ma forse troppo inconsapevole dei propri mezzi e delle potenzialità per uscirne. La scom-messa del Bes è tutta qui: riuscire cioè a far capire ai decisori politici come orien-tare al meglio le proprie scelte, promuo-vendo un modello di sviluppo che abbia come perno centrale la persona, non più, o meglio non solo, i beni e i servizi pro-dotti.

In questa sorta di terra di nessuno quale ruolo può ascriversi il mondo della chimica? L’industria chimica, per esempio, è certa-mente uno dei settori che maggiormente costruisce la propria azione investendo e sostenendo la ricerca e l’innovazione. Grazie a questa propensione alla inno-vazione si contribuisce positivamente alle esportazioni e alla tutela dei livelli occu-pazionali. Ovvero una delle direttrici lun-go le quali deve investire il nostro Paese.

L’Italia possiedetesori storici, naturalie culturali unicial mondo - 47 i siti nazionali iscritti come “patrimonio dell’umanità” nella World Heritage List dell’Unesco

Un Paese ricco

Ma non ci crede

intervista realizzata da ANDREAZACCARELLI

di risorse

Stefano Bruni illustra la ricerca promossa da CNEL e ISTAT

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parlamentari più giovani. Originario di Capo D’Orlando e messinese di adozione, è stato eletto nel Movimento 5 Stelle. Dopo la laurea in chimica, ha lavorato come consulente scientifico, con contratto di lavoro occasionale, presso la scuola Empedocle di Messina. Angelo Senaldi, invece, classe 1964, abita a Gallarate, in provincia di Varese, dove è responsabile commerciale di un’azienda di materie plastiche. Edoardo Patriarca, nativo di Carpi, insegna dedicandosi anche ad

Professione e Lavoro

La conferma viene dai numeri. Il ticket da dieci euro richiesto al cittadino che ha bisogno di esami e visite specialistiche è entrato in vigore nel 2011. Avrebbe dovuto fruttare 834 milioni di euro. O almeno a tanto ammontava la copertura da parte dello Stato. Ma all’appello mancano circa 300 milioni. Questo l’annuncio fatto lo scorso 9 maggio dal presidente dell’Agenas (Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali) Giovanni Bissoni, dimezzate le entrate che si attestano tra i 400 e i 500 milioni.

La cifra stimata da Agenas è stata estrapolata a partire dai dati di undici Regioni che hanno condotto approfondimenti specifici in merito. Valerio Fabio Alberti, presidente della Federazione di Asl e ospedali (Fiaso), aveva già evidenziato il paradosso secondo cui un eccessivo rincaro delle tariffe non corrisponde a un analogo incremento delle entrate. Ora lo confermano le cifre dello studio Agenas: il cosiddetto superticket ha avuto l’effetto di provocare una diminuzione delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale.

Occorre sottolineare che è la prima volta che si verifica e il calo è dell’8,5%; questo valore medio è determinato specialmente dalla riduzione di prestazioni specialistiche ed esami richiesti da coloro che non hanno un’esenzione dal ticket: tra questi cittadini, il calo è del 17,5%. «Il rischio - aveva ammonito Alberti - è quello di avviare dei fenomeni di esclusione sociale dalle garanzie assistenziali». Un’altra conseguenza è la fuga verso un privato-privato che offre in alcuni casi servizi più convenienti rispetto al servizio sanitario pubblico ed accreditato. Speriamo che i nuovi dati indurranno il governo a riflettere sui nuovi rincari dei ticket previsti a partire dal prossimo anno.

Ticketin Sanità:

di ANTONIORIBEZZO

Quattro chimici

di ANTONIORIBEZZO

Le esperienze di vitae di professione a Montecitorio. Dalle scuole e dalle aziendei laboratori arrivano in politica

in Parlamento

Quando la professione diventa un valore aggiunto al servizio di tutti i cittadini italiani. Con le recenti elezioni il mondo della chimica si è ritagliata uno spazio negli scranni che contano, quelli del Parlamento. Quattro infatti i chimici eletti: Francesco D’Uva, Angelo Senaldi, Edoardo Patriarca e Silvia Velo. Quattro colleghi, quattro professionisti che hanno svolto attività molto diverse tra loro, ma uniti dalla passione per il proprio lavoro oltre che per la politica. Francesco D’Uva, 24 anni, è uno dei

attività sociale e di volontariato, è stato eletto nel collegio Piemonte 1. Entrambi sono nelle fila del PD. Infine Silvia Velo, laureata in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche. È nata a Campiglia Marittima (Livorno) ed è dirigente farmacista dell’ASL. Anche lei è stata eletta alla Camera tra gli schieramenti del Partito Democratico. Per tutti e quattro un impegno comune: contribuire a dare nuova dignità alla politica nazionale.

-1�,�% per visiteed esami

Come sostenuto da numerosi esperti, il provvedimento non ha datoi risultati sperati per le casse pubbliche

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1�ILCHIMICOITALIANO

Non è tutto oro quello che luccica, se si pensa per esempio che per l’estrazione di questo metallo prezioso si ricorre al cianuro, sostanza tossica e inquinante, utile per recuperare ad esempio l’oro dai rifiuti elettronici. Per le sue proprietà chimico-fisiche infatti, l’oro è un’eccellente conduttore termico ed elettrico, ideale per apparecchiature come pc, cellulari, stampanti. Il business del recupero dell’oro dall’immondizia elettronica potrebbe avere una svolta più sostenibile, grazie a un metodo, scoperto dai ricercatori della Northwestern University e illustrato su Nature Communications; metodo che comporta meno rischi di contaminazione ambientale, isolando l’oro dagli altri metalli presenti nei materiali di scarto non con il cianuro, ma con un semplice zucchero derivato dall’amido di mais. La scoperta è stata casuale: facendo semplici esperimenti di chimica in laboratorio, si è giunti alla conclusione

che l’alfa-ciclodestrina, un polisaccaride ciclico derivato dall’amido, riesce a isolare l’oro. Utilizzando questo zucchero quindi i ricercatori sono riusciti a estrarre il metallo prezioso da una miscela di metalli disciolti in acqua. “Per ottenere l’oro in soluzione, a partire da una matrice solida, come un rifiuto elettronico, bisogna però prima renderlo solubile. A tal fine, in laboratorio, abbiamo utilizzato acidi e poi, grazie all’aggiunta dello zucchero derivato dall’amido, è stato molto facile isolare il metallo prezioso”, spiega Marco Frasconi, chimico italiano co-autore della ricerca. “Anche se l’utilizzo di acidi per solubilizzare l’oro potrebbe sembrare tutt’altro che verde, tuttavia è di gran lunga meno tossico del cianuro, che è una sostanza letale”, aggiunge il ricercatore. Inoltre anche “i rifiuti del processo alcalino sono relativamente benigni per l’ambiente, mentre quelli dei metodi convenzionali comprendono

sali di cianuro e gas tossici”, afferma il professor Fraser Stoddart a capo del team di ricercatori della Northwestern University. Fiducioso dei risultati ottenuti, il professore sostiene che la scoperta sarà certamente destinata a future applicazioni tecnologiche. “Forse è ancora prematuro parlare di un metodo alternativo al cianuro» commenta nuovamente Frasconi “tuttavia qualora questa procedura riuscirà a essere trasferita dall’ambito accademico a quello industriale, per esempio grazie all’avvio di una start-up, allora la possibilità potrebbe diventare realistica”. Intanto le indagini in laboratorio hanno dimostrato l’efficacia della procedura nel separare l’oro dagli altri metalli, tanto che, secondo i ricercatori, il metodo messo a punto potrebbe rilevarsi più efficiente dei processi attualmente utilizzati per estrarre l’oro da rifiuti elettronici di consumo.

a cura di VERONICAFERMANI

Dall’Illinois l’alternativa “verde”ad un metodo di estrazionevecchio e altamente inquinante

Basta cianuro: recuperare l’oro in modo

ecosostenibile

Basta cianuro: recuperare l’oro in modo

ecosostenibile

GIUGNODUEMILATREDICI

La scoperta utilizza un derivato dello zucchero per isolare l’oro

16ILCHIMICOITALIANO MARZODUEMILATREDICI

cortesemente forniti dall’ing. Antonio Milillo – Responsabile della Divisione “Rischio Industriale e IPPC” del Mini-stero dell’Ambiente – mostrano che il Ministero dell’Ambiente ha autorizzato 110 centrali termiche, 29 raffinerie, 35 grandi impianti chimici, due acciaierie, tre rigassificatori e una piattaforma per I’estrazione del petrolio. A loro volta, le Regioni hanno autorizzato 17.030 im-pianti esistenti e 603 nuovi impianti. Il campo delle autorizzazioni ambienta-li è attualmente all’attenzione del CNC sia perché offre opportunità di lavoro per i nostri colleghi, che per le recenti novità legislative legate alla introdu-zione nel nostro ordinamento dell’Au-torizzazione Unica Ambientale, di cui al DPR 59/2013, che include diverse autorizzazioni settoriali.

Le aspre polemiche che da qualche anno investono il complesso siderurgi-co ILVA di Taranto hanno portato alla ribalta I’Autorizzazione Integrata Am-bientale (AIA) introdotta dalla Direttiva 96/61/CE, meglio nota come Direttiva IPPC (da “IntegratedPollutionPrevention and Control), attualmente sostituita dalla Direttiva 2008/1/CE. Nel nostro paese la Direttiva è stata dapprima recepita per i soli impianti esistenti con il D.Lgs. n. 372 del 04/08/1999, poi estesa an-che ai nuovi impianti con il Decreto le-gislativo n. 59 del 18/02/2005. Infine, con D.Lgs. n. 128 del 29 giugno 2010, la normativa è confluita nel testo unico ambientale (Parte II, Titolo III-bis) di cui al D.Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006 e successive modifiche ed integrazioni. Devono dotarsi di questa autorizzazio-

ne i grandi impianti di combustione, le raffinerie, le cokerie, i grandi impianti di produzione e trasformazione dei me-talli, le industrie di trattamento di pro-dotti minerali, talune industrie chimiche, gli impianti di trattamento dei rifiuti e altre particolari attività come le cartiere, le concerie, i macelli, gli allevamenti in-tensivi di bestiame, ecc.. Per la maggior parte di questi impianti, I’AIA viene ri-lasciata dalle Regioni, mentre per le raf-finerie, le centrali elettriche e le grandi industrie chimiche I‘AIA viene rilasciata dal Ministero dell’Ambiente. Purtroppo, però, a causa dei ritardi accumulati nell’attuazione della Diret-tiva IPPC l’Italia è stata recentemente condannata dalla Corte Europea di Giustizia con sentenza del 31 marzo 2011. Dati aggiornati a luglio 2012,

Più tutela

La Divisione di Spettrometria di Massa della Società Chimica Italiana e il Consiglio Nazionale d e i C h i m i c i , organizzano per il prossimo 17-18

ottobre, presso l’Università di Palermo, un corso dedicato a chimici, biologi, farmacisti e tecnici di laboratorio. Obiettivo della due giorni sarà fornire ai partecipanti una panoramica delle tecniche attualmente in uso per l’analisi e la caratterizzazione di proteine e peptidi mediante spettrometria di massa a diverse configurazioni strumentali e loro accoppiamenti. Particolare attenzione sarà dedicata allo screening neonatale e alla diagnostica di laboratorio.

Corso di formazione»

Agenda »

Normative »di LORENZOVETERE

Il provvedimento di Autorizzazione Integrata Ambientale è obbligatorio sia per gli impianti esistenti che per quelli in via di realizzazione.Dovranno attenersi ad esso molti settori tra cui raffinerie, impianti di combustione, industrie chimiche, di trattamento metalli

Tra i relatori del corso Gianluca Giorgi, docente dell’Università di Siena, Roberta Seraglia del CNR di Padova, Giancarlo la Marca e Giovanna Danza dell’Università di Firenze, Barbara Pioselli della Chiesi Farmaceutici SpA e Vincenzo Cunsolo dell’Università di Catania. per il corso sarà richiesto l’accreditamento ECM.

Per informazioni ed iscrizionirivolgersi alla Segreteriadel Consiglio Nazionaledei Chimici

Tel. O6 47883819Fax 06 47885904e-mail: [email protected] pec:[email protected]

sulla proteomica

con l’Aia

1�ILCHIMICOITALIANO

Spazio Ricerca

GIUGNODUEMILATREDICI

EXTENDED ABSTRACTMedieval European alchemists used a disorganized way of coded expressing together with a very complicated system of diverse graphical symbols for description of chemical substances, laboratory devices and operations. The symbols, besides their shorthand role, also serve as a specific cryptographic system, for very often the alchemists tried to conceal the results from the Christian church, avaricious noblemen and possible competitors. Origin of alchemical symbols was diverse: some symbols stood for simplified images of instruments or substances, some ones distinctly proceeded from Egyptian hieroglyphs, on certain symbols influence of other graphical systems, e.g., ancient Greek shorthand, Tironian notes, etc., can be traced. Of course, in most cases invention of an alchemist, usually influenced by esoteric concepts, played a not negligible role. In spite of a useful shorthand role the alchemical symbols complicated intercommunication between alchemists and complicate reading of alchemical documents in the present days as well. On the other

hand, the idea to describe chemical elements and compounds by certain glyphs, whose originally graphic form was step by step transformed to the alphabetical one, represented the basis of contemporary chemical logograms - probably the most perfect nomenclature system among other professional ones.

Keywords: Alchemy, cryptography, symbols, logograms, chemical nomenclature

Everyone who had tried to read any alchemical tractate found that most of alchemical texts were to a certain degree encrypted. Generally, this encryption is twofold - verbal (written) encryption, consisting in allegoric or symbolic way of expressing, and graphical or semiotic one, using allegoric and symbolic pictures and, last not least, graphical signs or symbols, functioning as logograms. In the alchemical cryptography both of these modes of encryption were applied and mutually related, but while the verbal encryption stays a specialty of alchemical texts, the glyphic signs

Heritage of

Miroslav Novak

cryptographyalchemical

*di MIROSLAVNOVAK

* Institute of Chemical Technology, 166 28 Prague, Czech Republic [email protected]

and symbols adumbrates a basic principles of the modern symbolic chemical nomenclature. Prior to the following contemplations it should be emphasized that these problems are very extensive - the alchemy reigned more than one thousand years - and only certain examples, without claims to complexity, will be mentioned. The cryptography (or cryptology; from Greek κρυπτός, “hidden, secret”; and γράφειν, “writing”, or -λογία, “study”, respectively) is the practice and study of techniques for secure communication in the presence of third parties (called adversaries) (Wikipedia). And these adversaries were the main reason, why alchemists coded their written products.Who were those adversaries? First, it was a temporal power - e.g., in 620 AD the Roman emperor Diocletian issued a decree ordering to destroy all alchemical manuscripts for he was afraid of devaluation of the currency by false silver and/or gold made by alchemists. Lately it was the Catholic Church, according it alchemists violated a law of God having tried

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to prepare anew substances, which were created by God. Alchemists were also reasonably afraid of different noblemen or church dignitaries; fate of many alchemists kept in prison by these self-governing potentates and forced to prepare gold for them is sufficiently known. Alchemists encrypted also their tractates to complicate their reading for other - competing - alchemists, as well as inquisitive subjects, and lastly, very often such an encryption hid missing knowledge of the writer. The alchemists, similarly as all medieval writers, had a passion for a language with complicated semantic constructions and their language was esoteric and vague, based on analogy and metaphoric phrasing, used

allegorical figures, in some cases even in rhymes, and was rather far from contemporary conception of an exact scientific expression. Without certain knowledge of an alchemical expressing style it might be very difficult to decode allegorical descriptions of chemical reactions or substances; in fact, in many cases decoding of alchemical texts has been unsuccessful till now.As an example of an alchemical encrypted text a description of several reaction steps of preparation of lapis philosophorum written by an English cleric George Ripley (1415?-1490) is often cited (Ripley G., 1684). The text exists in several versions and transcriptions, even modern ones (Dumas, J. B.A., 1837; Rodygin M.

Yu. and Rodygin I. V.,1997), but the content is generally the same: it concerns dissolving of a lead oxide in vinegar and consecutive thermal decomposition of formed products. Here is an abridged passage of one version of the Ripley’s text:Take of sericon of antimony ... dissolve in vinegar ... evaporate the filtered liquors ... into a green gum, called our green lion. Then take the gum ... and with a moderate fire distill a weak water to be cast away. Then increase the fire ... till bloody drops come ... (and) the spirits ... called our blessed liquor. Now take the residue of the faeces, or black dragon ... and light it with a live coal ... and it will calcine into a citrine colour. etc...

Sopra una incisione de L’antro dell’alchimista, fine XVI secolo

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If we don’t believe to existence of the philosophic stone, the text (bold printed words) can be deciphered as follows: A sericon in alchemy generally means a solution of unknown composition, perhaps a red tincture, but also often minium (lead tetraoxide), of course without any relation to antimony. Green gum or green lion must be a mixture of lead acetate and lead(IV) oxide:

Pb3O4 + 2 CH3COOH −> 2 Pb(CH3COO)2 + PbO2.

Weak water is undoubtedly plain water and the blessed liquor is probably acetone, originated from thermal decomposition of dry lead acetate:

Pb(CH3COO)2 −> CH3COCH3 + PbCO3.

Continuing thermal decomposition of lead acetate results finally in a black mixture of (pyrophoric) lead with carbon (the black dragon):

Pb(CH3COO)2 −> Pb + 3 C + CO + 3 H2O.

The pyrophoric lead after initiation by a live coal is oxidized to yellow lead(II) oxide:

2Pb + O2 −> 2 PbO.

Of course, there are some ambiguities in this text – a green color of products in the first reaction or the bloody drops. It can be with a high degree of probability ascribed to the presence of unforeseen admixtures, e.g., greenish copper acetate (in the green lion), or some iron compound forming red distillable iron(III) tris(acetylacetonate) (probatum est!) (bloody drops). The color reaction is very sensitive; the compound can be formed by the set of the following reactions (wine vinegar contained always some ethanol):

CH3COOH + CH3CH2OH −> CH3COOCH2CH3 + H2O

CH3COOCH2CH3 + CH3COCH3 −> CH3COCH2COCH3 + CH3CH2OH

3CH3COCH2COCH3 + Fe3+ −> Fe(CH3COCHCOCH3)3 + 3 H+.

In various alchemical texts many other examples of coded names of chemical substances can be found, for instance for mercury (mercurius): argentum vivum, silver water, divine water, lunar water, eternal fugitive, dragon’s bile, dragon egg, divine dew, milk of black cow, etc. It should be entered to alchemists’ credit that this redundancy of compound names was not always a result of their liking in cryptography, but simply a result of non-existence of a rational nomenclature.So, for example, for mercuric oxide can be found in alchemical texts following names: Mercurius praecipitatus, Mercurius praecipitatus ruber, Mercurius praecipitatus per se, Mercurius calcinatus per se, Mercurius corrosivus, Mercurius corrosivus ruber, Mercurius sublimatus rubeus non corrosivus, Praecipitatus per se, Praecipitatus ruber, etc.; these names relatively accurately describe qualities of the compound and are virtually non encoded. Attributes of alchemical cryptography mentioned above are interesting from the point of history of alchemy, and their deciphering can be useful for studies of alchemical texts, but assets for the modern chemistry are very moderate. On the contrary, the alchemical graphical signs or symbols substituting names of substances and compounds, represent a stepping stone on the way to modern chemical logograms, one of the foundations of the contemporary chemical nomenclature.

Il Vicolo d’Oro è una celebre stradina di Praga conosciuta ache come Via degli Alchimisti

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Original motive for using alchemical symbols was probably tachygraphic while cryptographic application was more recent; this is evident when we examine sources of them: some symbols were derived from the ancient Greek and Roman stenographic handwriting; examples of ancient Greek shorthand signs from Codex Marcianus are on Fig.1a, and alchemical symbols derived from Roman Tironian notes (Notae Tironiae, invented by Marcus Tulius

Among the sources of the alchemical symbols we can also notice, e.g., certain Egyptian hieroglyphs (Fig.2a), old astronomical or astrological symbols (Fig.2b), and schematic symbols of the ancient four elements (Fig.3).

Fig.1 a - Examples of ancient Greek stenographic symbols (Codex Marcianus 299); meaning of the underlined names from the top: gold, silver, lead, electrum, iron, copper, tin.b - Examples of alchemical symbols derived from ancient Roman stenographic symbols -Tironian notes (Anon., 1755)

Fig.2 a - Examples of alchemical symbols derived from Egyptian hieroglyphs. b - Astronomic and astrologic symbols used as alchemical symbols (Final association of heavenly bodies and metals by Stephanos of Alexandria, 7th century)

Fig.3 Triangular alchemical symbols derived from the schematic representation of four elements system

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Probably lately, pictographic symbols representing schematic depiction of substances or processes (Fig.4a), as well as alphabetical abbreviations came into use (Fig.4b). However, symbols originated from these sources are relatively infrequent compared to a plethora of used alchemical symbols. Overwhelming majority of symbols used in alchemical texts represent an invention of individual writers, which resulted in their high redundancy (Fig.5).

Fig.4 a - Examples of alchemical symbols represented schematic depiction of substances or processes. b - Examples of alchemical alphabetic abbreviations

Fig. 5 Examples of redundant alchemical symbols. a - Mercurius, Argentum vivum - mercury. b - Mercurius Saturni precipitatus, Sericon of antimony - lead tetraoxide. c - Tartarus - potassium bitartrate

In alchemical “dictionaries” of the symbols (e.g., Anon., 1755) several hundreds of symbols were summarized. Because of these facts decryption of the alchemical symbols is for contemporary readers complicated (and probably it was also for alchemists):- symbols are highly redundant (the “code” is degenerated),- some symbols are logically constructed, but most of them is formed usually without any relationship between the symbol and composition and/or property of a symbolized compound. With time the situation had becoming unsustainable and still worsened by an increasing number of new compounds. Many attempts to simplify a system of symbols were performed with the aim to reduce ambiguity and redundancy (see two examples on Fig. 6).

Fig. 6 Examples of symbols of (a) Nicolas Lémery (1698) and (b) John Quincy (1730)

The Alchemist di William Fettes Douglas, 1835

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This system of alphabetical symbols was adopted by Dalton (1808), but not for all elements; graphical symbols were obviously very persistent (Fig.9).

Fig. 9. Dalton’s symbols of elements

Some of these attempts have not lacking a certain portion of rationality – e.g., de Locques (1655) had summarized at first available graphical material, from which more complicated symbols were afterwards composed (Fig.7). But all these attempts were in fact unsuccessful for the unsystematic and irrational nomenclature hindered it. The breakthrough in this status was induced by two phenomena: definition of the chemical element (Boyle R., 1661) and creation of the rational chemical nomenclature (de Morveau L.B.G., et alii, 1787), inspired by Linné’s Natural System (Linnaeus C., 1758). A part of the Méthode there was an outline of a new system of chemical symbols (Hassenfratz J.H. & Adet P.A., 1787). Some of the symbols were still graphical but many of them were already alphabetical, created from initial letters of French names of elements, written in circles or triangles (Fig.8). It was the first attempt to assign alphabetical symbols to chemical elements.

Fig. 7 Examples of the system of symbols of Nicolas de Locques (1665)

Fig. 8 Examples of some alphabetical symbols of Hassenfratz and Adet (1787)

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The flawless and complete system of alphabetical symbols was created not until by Berzelius (1813) (Fig.10). Due to his consummate system of alphabetical symbols for chemical elements chemistry gained perhaps the most perfect nomenclature among other scientific and technical ones. Contemporary logograms in chemistry have at least four functions: (i) tachygraphic and (ii) substituting, replacing whole names of elements and compounds, (iii) quantitative, representing moles of atoms and/or compounds, and, last but not least, (iv) they serve as a lingua franca, a way of universal communication between chemists (and other users) no matter what a sort of national language they use. These functions of logograms can be considered as the biggest heritage of the alchemical cryptography.

Fig. 10 Logograms of Berzelius (A - original Berzelius’ logograms, B - contemporary logograms)

L’alchimista, di Pieter Bruegel il Vecchio, primi XVII secolo

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BIBLIOGRAPHY

ANONYMOUS, “Medicinisch-Chymisch- und Alchemisti-sches Oraculum”, Ulm, 1755

BERZELIUS J.J., On the Chemical Signs, and the Method of Employing them to Express Chemical Proportions. Annals of Philosophy, vol. 2, (1813), p. 443-454; vol. 3, (1814), pp. 51-2, 93-106, 244-255, 353-364

BOYLE R., “The Sceptical Chymist or Chymico-Physical Doubts and Paradoxes”, London, 1661

CODEX MARCIANUS 299, Biblioteca Marciana,Venezia, 10th century

DALTON J., “New System of Chemical Philosophy”,Manchester and London, (1808), p.561

DUMAS, J. B.A., “Leçons sur la Philosophie Chimique”,Paris, 1837, p. 30–33

HASSENFRATZ J.H., ADET P.A., “Nouveau Systéme de Caractéres Chimique, adaptés de cette Nomenclature”, Paris, 1787

LÉMERY N., “A Course of Chymistry”, London, 1677

LINNAEUS C., “Systema Naturae”, Stockholm,10th Edition, 1758

DE LOCQUES N., “Les Rudiments de la PhilosophieNaturelle”, Paris, 1665

DE MORVEAU L.B.G., LAVOISIER A.-L., BERTHOLLET C.L., FOURCROY A.F., “Méthode de Nomenclature Chimique”, Paris, 1787

QUINCY J., “New Medicinal Dictionary”, London, 1730

RIPLEY G., “The Bosome Book, containg his Philosophi-cal Accurtations in the making the Philosophers Mercury and Elixirs”, in “Collectanea Chymica: Collection Of Ten Several Treatises in Chymistry”, London, 1684

the abridged text from: http://www.levity.com/alchemy/ripfivepreps.html, downloaded Sept 25, 2012

RODYGIN M. YU., RODYGIN I. V., The Use of Combined Chemical Methods in a Historical Study. Journal of Che-mical Education, vol. 74, n. 8 (1997), p. 949-950

WIKIPEDIA, http://en.wikipedia.org/wiki/Cryptography, downloaded Sept 25, 2012.

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Fotosintesi

Immagina che senza la chimica…

Van Gogh avrebbe dipintoi “Girasoli”in bianco e nero

La chimica racconta anche l’evoluzione della pittura, attraverso la storia dei pigmenti che i pittori hanno avuto a disposizione nelle diverse epoche. Dai dipinti delle grotte di Lascaux al giallo dei girasoli di Van Gogh, creato dalla chimica dell’800, ai colori moderni, allo smascheramento dei più clamorosi falsari. La storia dell’arte e della chimica si inseguono: sono le sue strutture che hanno consentito al mondo non restare orfani di capolavori come questo

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A dispetto della sua immagine, peraltro infondata, della più ottusa delle scienze fisiche e della corrente chemofobica che la incrimina per l’avvelenamento e l’inquinamento delle nostre città e delle nostre campagne, la chimica è in realtà la scienza centrale del 20˚ secolo, base per comprendere la biologia, la medicina, la fisica dello stato solido e l’intera gamma delle tecnologie entrate nella nostra vita di tutti i giorni. Allora perché l’immagine del chimico è così negativa? Forse perché all’inizio del secolo nessuna nuova grande teoria concettuale è emersa, che fosse paragonabile a quella di Planck, Einstein e Bohr in Fisica o di Freud in Psicologia? Oppure la chimica è meno integrata con la nostra storia culturale poiché non è riuscita a sollevare alcun interesse filosofico? O è dovuto al fatto che la prima immagine di

creazione di beni materiali sostenuta da libri ed annunci pubblicitari è stata drammaticamente messa in discussione da disastri come quello di Bhopal? Le due facce della Chimica possono essere esaminate a partire da eventi storici importanti: così la prima guerra mondiale segna il passaggio dalla chimica Vittoriana dedicata ai problemi della fame del mondo, della fissazione dell’azoto atmosferico ad una chimica che prepara esplosivi e armi chimiche, innescando drammatici dilemmi: è creazione o distruzione, napalm in Vietnam o crescita della produzione alimentare, inquinamento o disinquinamento? Le richieste della società hanno innescato risposte specifiche da parte della chimica che ora deve però far fronte alle numerose istanze, in termini di eco-sostenibilità, nate proprio dall’avere soddisfatto le prime. Le cose vanno meglio nel settore alimentare e in quello farmaceutico. Nel primo la rivoluzione chemio gastrica e le proibizioni carcinogeniche sono i segnali di una sensibilizzazione verso la salvaguardia del diritto della scienza a proteggere il cittadino al di là degli interessi economici. Nel secondo l’ingegneria razionale delle molecole ha consentito grandi risultati sia sul piano industriale che sanitario. John Kenly Smith, scrivendo sull’industria chimica americana, l’ha definita interattiva.Altre domande emergono però passando dalle applicazioni alla teoria: esiste una via chimica alla teorizzazione? La chimica ha i momenti propri e razionali o le modificazioni e gli sviluppi scientifici si devono tutti spiegare in termini di contingenze sociali e culturali? I fattori sociali sebbene non insignificanti nella scelta dei problemi chimici, specialmente in un contesto industriale e commerciale,

assumono tutto il proprio ruolo nel contesto accademico quando i risultati delle scoperte devono divenire oggetto di investimenti e di scelte di mercato.La storia in questo caso dovrebbe e potrebbe essere di grande aiuto, ma qui si avverte la separatezza fra chimici e storici della chimica: la grande maggioranza dei ricercatori del settore non legge – e fa male! – libri di storia della chimica preoccupandosi più del rigore e della precisione delle proprie ricerche, eppure esiste una base metafisica della chimica moderna che rappresenta una scienza matura e empiricamente ricca. E’ certo tuttavia che i chimici possono avere successi limitati senza una prospettiva storica: per il passato le colpe possono essere equamente distribuite, ma il presente e il futuro non escludono possibilità di correzioni ed i segnali si vedono.

I due voltiScenari

di LUIGICAMPANELLA

della chimica

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Giulio Natta, premio Nobel per la Chimica nel 1963Il napalm. La Chimica viene spesso associata alla produzione di gas mortali usati in guerra

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I processi di urbanizzazione hanno ri-dotto criticamente le distanze tra le zone industriali ed artigianali ed i quartieri periferici dei centri abitati. In questo contesto, la presenza nell’aria ambien-te di sostanze “odorigene” è sempre più spesso causa di malcontento e di lamentele da parte dei cittadini, soprat-tutto quando alle stesse viene associato un carattere sgradevole o, ancor più, se insorge il sospetto di possibili effetti tossici.Le sostanze chimiche in grado di gene-rare un odore sono solitamente carat-terizzate da una soglia olfattiva molto bassa; in altre parole, anche in presen-za di concentrazioni in atmosfera estre-mamente limitate di tali sostanze, viene nettamente percepito il loro odore. Ben di rado quindi alla molestia olfattiva corrisponde un impatto tossicologico.

nell’identificare gli odori).Per questi motivi, in presenza di Ditte regolarmente autorizzate e a fronte di emissioni che non superino i livelli di flusso o concentrazione eventualmen-te fissati nell’atto autorizzatorio per le singole sostanze, il parametro princi-pale adottato per valutare l’idoneità dell’esalazione maleodorante a recare offesa o molestia è il superamento del limite della normale tollerabilità.È inoltre quasi superfluo ricordare come non sia facile anche solo individuare con certezza una sorgente di odori, spesso compositi, a causa della loro presenza nell’atmosfera per periodi e in condizioni (soprattutto meteorologiche e climatiche) ampiamente variabili. Si ritiene perciò opportuno in questi casi cercare la collaborazione della locale Polizia Municipale (o Polizia Provincia-le), sia per poter disporre di un maggior numero di rilevamenti, sia per poter confrontare le valutazioni di soggetti di-versi, cercando, mediante sopralluoghi congiunti, di valutare le stesse situazioni nel medesimo momento.

Se è vero che nella normativa nazionale non sono contemplate norme specifiche e valori limite in materia di emissione di odori, è anche vero che in passato sono stati adottati criteri, individuati

nel Testo Unico delle Leggi Sanitarie, che consentono al Sindaco, in quanto massima autorità sanitaria locale, di porre degli argini contro le emissioni maleodoranti e moleste. Sulla base di questo approccio tuttavia, ogni atto amministrativo che proceda in tale di-rezione deve essere adeguatamente motivato, deve cioè portare prove con-crete dell’asserita insalubrità dell’aria, per non rischiare l’annullamento di fronte al T.A.R. E tutto ciò non è affatto semplice, dal momento che gli odori, specialmente quelli sgradevoli, vengo-no ben percepiti dal naso umano anche a concentrazioni estremamente basse e difficili da caratterizzare e quantifi-care analiticamente (nessun apparato strumentale è in grado di raggiungere l’estrema specializzazione dei nostri sensori olfattivi, sia nell’avvertire, sia

che cosa sonoMolestie olfattive:

H2O

La ricetta della felicità? Esiste eccome. A dirlo è un gruppo di ricercatori dell’Università del-la California (UCLA) che ne ha individuato l’ingrediente fondamentale: si tratta di uno specifico peptide, un neurotrasmettitore, che aumenta quando siamo felici e diminuisce quando siamo tristi. Si chiama orexina, e per tutti è ormai la molecola della felicità. Stimo-larla aiuta a migliorare l’umore e l’energia. Una svolta importante non solo per chi con il sorriso in bocca proprio non sa starci, ma anche e soprattutto per chi soffre di patologie legate a disordini psichiche e depressione. I risultati aprirebbero la strada a cure rivolu-

SE IL BUON UMORE SI VEDE DALLA CHIMICA

zionarie, una volta individuate le anomalie chimiche del cervello: attualmente infatti i farmaci antidepressivi in circolazione non sono basati su provate misurazioni di caren-ze o eccessi di un qualsiasi neurotrasmettito-re. C’è di più. La scoperta consentirà di fare importanti passi avanti anche nell’ambito di un altro disturbo: la narcolessia. L’orexina infatti è la stessa molecola che aiuta a stare svegli: in caso di soggetti affetti da disturbi narcolettici essa si riduce del 95%. Lo studio, pubblicato sul Journal Nature Communications, lascia intravedere scenari incoraggianti, a dir poco “felici”.

GreenLabdi PAOLOBAGNOLI

Nell’aria si registra una presenzasempre più massicciadi sostanze “odorigene”:dove arriva la tolleranza?

di VERONICAFERMANI

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Io, un chimico

Da dove nasce la passione per la chimica?Sin da piccola ho mostrato interesse per le materie scientifiche che studiavo con piacere e nelle quali riuscivo facilmente. La passione per la chimica e nella tecnica farmaceutica è maturata negli anni, in particolare all’università. Mi appassiona il legame tra queste materie e le scienze mediche. Come racconterebbe la sua vita di ricercatrice?La mia vita da ricercatrice in realtà è appena iniziata, ho conseguito il titolo di dottorato lo scorso marzo. Durante i tre anni di dottorato ho seguito diversi lavori, e ho potuto confermare la mia passione per la scienza e per la ricerca, che considero fondamentale per il progresso sociale oltre che per quello scientifico, tecnologico, medico.

Ci può raccontare della sua ricerca e da dove le è venuta l’idea?Ho iniziato a familiarizzare con le nanoparticelle durante il periodo vissuto a Parigi, all’università Paris-Sud XI in cui ho svolto la mia tesi di laurea. Durante il dottorato ho potuto approfondire l‘argomento e l’idea nel particolare è nata parlando con una mia collega nonché amica che si occupa di biotecnologie e studia il comportamento di cellule tumorali a contatto con determinati chemioterapici. Ho pensato bene di unire i due settori tramite la preparazione di un veicolo per i farmaci chemioterapici. Grazie al premio “L’Oreal Italia per la Donna e la Scienza” potrà approfondire la sua ricerca all’Università di Camerino. Pensa sia questa la sua strada per il futuro?Io credo molto nella ricerca, e credo molto in questo progetto. La borsa L’Oréal- Unesco mi consente di continuare a lavorarci per i prossimi 10 mesi. Spero sia questo soltanto l’inizio di un percorso che mi accompagnerà per tutta la vita e spero di poterlo percorrere nel nostro Paese. È vero che in Italia, più che in altri Paesi d’Europa, è difficile il percorso che lei ha intrapreso?È vero, purtroppo in Italia il lavoro della

Tra le cinque ricercatrici che hanno vinto il Premio 2013 “L’Oréal Italia per le Donne e la Scienza” ci sono Valentina Martena e Valentina Pirro,due chimiche. Il conferimento è stato ottenuto unitamentealla SCI di premi destinatia giovani autori di ricerchedi alto rilievo

Valentina Martena

di ANNAMARIAGABRIELLI

Da dove nasce la passione per la chimica?È nata al liceo scientifico. La mia insegnante di scienze era un chimico: condizione più unica che rara. Non voglio alimentare polemiche di nessun genere, parlo per quella che è stata la mia esperienza diretta nella scuola superiore: avere un chimico come insegnante ha decisamente fatto la differenza. Lei ha saputo trasmettermi l’interesse per questa disciplina.

Come racconterebbe la sua vita di ricercatrice?Incasinata!!! Ma io mi diverto un sacco ad essere incasinata…. Non so stare senza far nulla per più di 5 minuti!

Ci può raccontare della sua ricerca e da dove le è venuta l’idea?Direi che è la fisiologica continuazione

Valentina Pirro

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E non sono quoterosa

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Pionieri

Margaret Thatcher ha iniziatola sua carriera come ricercatrice dopo la laurea al Somerville College dell’Università di Oxford

Tutti la conoscono come la Lady di Ferro. Ma Margaret Hilda Roberts, meglio nota come Margaret Thatcher, prima di diventare una delle donne più potenti al mondo dello scorso secolo, era una Chimica.Figlia di un droghiere di Grantham nel Lincolnshire, si laureò al Somerville College dell’Università di Oxford. Fu proprio nel periodo dei suoi studi che iniziò la sua attività politica all’interno di un’associazione studentesca.Impegno che proseguì anche quando intraprese la sua carriera di ricercatrice chimica in un’industria di ingegneria per materiali plastici, la BX Plastic. Ma proprio la politica spinse il futuro Primo Ministro inglese a trasferirsi a Datford nel Kent, cittadina a pochi chilometri da Londra che diventerà il collegio storico della Lady di Ferro. E proprio qui, dopo un periodo di lavorò in un’azienda conserviera, spiccò il volo verso quella carriera che la consacrò come la Lady di Ferro.

UNA LADYCHIMICA

ricerca è duro, si fatica molto, ma devo dire che nonostante questo i progetti procedono e le idee non mancano. All’estero c’è maggiore riconoscimento e maggiore consapevolezza. Ci sono paesi che investono molte energie e denaro nelle università e nella ricerca, cosa che purtroppo non accade in Italia. La ricerca e l’istruzione sono fondamentali per un paese, per la sua crescita e per il suo benessere. Esiste una differenza di genere nella sua esperienza di ricercatrice? Nel mio settore no, le donne sono tenute in considerazione tanto quanto lo sono gli uomini.

del lavoro e dello studio che ho portato avanti durante il percorso di dottorato. Il progetto ha, come comune denominatore, la spettrometria di massa. In poche parole, consiste nell’applicare ad alcune indagini clinico-forensi le innovative ambient ionization MS techniques. I vantaggi di queste tecnologie consistono nella possibilità di fare analisi di campioni intatti, anche liquidi o solidi, in tempi rapidi e minimizzando/eliminando il pre-trattamento del campione. Queste tecniche, quindi, consentono di ridurre drasticamente tempi e costi delle analisi.

Grazie al premio “L’Oreal Italia per la Donna e la Scienza” potrà approfondire la sua ricerca all’Università di Torino e al Centro Regionale Antidoping e di Tossicologia “A. Bertinaria”. Pensa sia questa la sua strada per il futuro?Sì, lo spero ardentemente. Io ho una passione enorme per quello che faccio, per quello che studio. Fare ricerca è un modo per alimentarla continuamente. Tenerla viva. In più, ho capito che l’unico modo utile di sfruttare tutta questa energia è fare un lavoro che mi consenta di trasmetterla ad altre generazioni, insegnando.

È vero che in Italia, più che in altri Paesi, è difficile il percorso che lei ha intrapreso?Sinceramente penso di si. Io non ho avuto esperienze dirette in altri Paesi Europei, perché il mio percorso di dottorato mi ha portato a fare ricerca negli Stati Uniti. Vedo però indirettamente che il percorso in altri Paesi è più facile. I motivi sono diversi. Intanto la conoscenza della lingua inglese, che è mediamente molto più alta rispetto all’Italia, e la maggiore apertura delle Università alla comunità. Le nostre molto spesso peccano di contatti con il resto della comunità scientifica

internazionale, le collaborazioni sono scarse e da studenti/dottorandi è difficile partecipare ai congressi, che sono fondamentali per farsi conoscere. Poi, i servizi offerti agli studenti sono migliori che in Italia. In ultimo, la scarsa considerazione. Siamo inseriti in una società che considera poco la ricerca e questo si percepisce, io credo, attraverso gli scarsi finanziamenti che vengono stanziati per portarla avanti. Appena arrivata negli Stati Uniti come visiting scholar ho passato i primi giorni ad ambientarmi andando in giro per il paesino (West Lafayette, IN) per scoprire dove fossero i servizi di prima necessità. Un giorno in coda alla cassa del supermercato, una signora anziana mi ha chiesto da dove arrivassi e cosa stessi facendo in quel di West Lafayette. Probabilmente a loro apparivo parecchio spaesata e nervosa. Risposi che ero uno studente in visita e che avrei fatto ricerca per 7 mesi alla Purdue University. Lei mi rispose sorridendo: “Grazie per aver scelto la nostra Università per fare ricerca. Sono sicura che ci aiuterai a farla diventare ancora più prestigiosa. In bocca al lupo”. Forse neanche 2 anni prima, mio nonno – buon anima – alla notizia che avevo scelto di rimanere in università per fare ricerca mi rispose: “Braccia rubate all’agricoltura”. Esiste una differenza di genere nella sua esperienza di ricercatrice?Per quella che è stata la mia esperienza sin’ora, no. Ora come ora, se dovessi trovare delle differenze, sicuramente le direi che ce ne sono (enormi) tra vecchie e nuove generazioni. Per i giovani in generale c’è poco spazio, si ha poca fiducia nelle capacità e nelle potenzialità che abbiamo. E le posso assicurare che in altre realtà la situazione è decisamente diversa.

di ANNAMARIAGABRIELLI

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Paginapubblicitaria

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Dalla preistoria ai giorni nostri: Un viaggio per ripercorrere l’evoluzione dell’uomo guidati dai fenomeni chimici che ne hanno accompagnato la storia. È questo il tema della mostra “ALCHI-MIX… dopo l’anno della chimica, la chimica degli anni”: l’esposizione pro-mossa dall’Ordine dei Chimici della Provincia di Cremona in collaborazio-ne con il Liceo Scientifico “G. ASELLI” di Cremona e dal Museo di Storia Natura-le cremonese, ha incassato l’apprezza-mento di esperti della materia, ma an-che di semplici appassionati, studenti e insegnanti che, incuriositi, hanno scelto di visitare la prima vera mostra intera-

Nella città lombarda la prima esposizioneinteramente dedicata alla materiae alle sue applicazioni

Voci dal territorio

Chimica in mostra

mente dedicata alla Chimica allestita a Cremona. Simbolo dell’esposizione, “ALCHIMIX, il Gallio” un simpatico personaggio di fantasia ispirato al ben più noto “ASTERIX, il Gallo” dei fumetti, pensato e realizzato proprio dagli stu-denti del Liceo Aselli. Alla base dell’intera iniziativa c’è sta-ta la volontà forte di far conoscere la chimica sotto una luce diversa: non la disciplina scientifica, noiosa, insegnata tra i banchi di scuola, ma la scienza vivace, coinvolgente, accattivante e di-vertente che è riuscita a migliorare la vita dell’uomo. Grande la sorpresa dei visitatori nell’apprendere che numerose

delle conquiste tecnologiche, divenute ormai ordinaria quotidianità, derivano proprio da fenomeni chimici. Obiettivo raggiunto dunque. E il giudizio sulla materia non potrà più essere lo stesso.

a Cremona

di VERONICAFERMANI

Il logo della mostra “ALCHIMIX”

L’ing. VITTORIO PARMA del CERN di Ginevra in visita alla mostra

Una studentessa del liceo “G. ASELLI” spiega il funzionamento di antichi distillatori in rame e vetro

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di ANTONIORIBEZZO

Formazione

Cari Colleghi, come di consueto, Vi sottoponiamo un breve excursus relativo alle attività portate avanti nell’ultimo periodo.Anche il 2012, come il precedente, è stato un anno denso di attività per il Consiglio Nazionale dei Chimici, impegnato su più fronti per lavorare su iniziative a sostegno della categoria e diffondere, nel contempo, nell’opinione pubblica una più attenta sensibilità verso la “cultura chimica”.Per questo, il CNC è stato presente in incontri con gli Ordini Territoriali e in riunioni Istituzionali presso il Ministero di Grazie e Giustizia.A settembre 2012 si è tenuto un significativo confronto CNC/Ordini territoriali a Ferrara durante il RemTech e, in questa occasione, si è potuto avere un ampio confronto fra i Presidenti e Consiglieri del CNC sul

decreto relativo alle nuove norme sul funzionamento degli Ordini.Ma quello appena trascorso è stato l’anno delle riforme anche per i professionisti e le attività dell’Ordine. Il decreto 137 dell’agosto scorso ha infatti ridelineato le competenze degli Ordini e, di conseguenza, dello stesso CNC. A tal proposito vale la pena di ricordare che il regolamento si applica alle professioni regolamentate e ai relativi professionisti, cioè alle attività il cui esercizio è consentito solo a seguito d’iscrizione in ordini o collegi, subordinatamente al possesso di qualifiche professionali o all’accertamento delle specifiche professionalità.Viene definita quale Professione regolamentata l’attività professionale riservata per disposizione di legge il cui esercizio è previsto solo a seguito di iscrizione nel corrispondente Ordine professionale e, di conseguenza, subordinata al possesso di qualifiche specifiche.Il decreto regolamenta anche la formazione continua, l’obbligo del possesso di una assicurazione professionale, una nuova funzione disciplinare e la pubblicità informata.Nello stesso tempo il CNC si è dedicato al confronto interno sul costituendo Albo Professionale dei Chimici e Fisici.La possibilità del controllo sull’attività professionale in campo sanitario, ha visto i Chimici presenti in una proposta di legge non convertita.La posizione relativa a passaggio al Ministero della Salute anche per i professionisti Chimici, legittimamente auspicata dai Colleghi impegnati nei campi sanitari, è stata al momento accantonata in sede di conversione.Il CNC si è poi riunito in sede giurisdizionale il 3 maggio 2012 su ricorso di un iscritto emettendo

una significativa decisione in campo etico-professionale. È anche continuato l’impegno nell’attività di Comunicazione ed Informazione che ha avuto un ulteriore impulso con la redazione di news agli iscritti.Per una prima revisione della spesa, evitando anche l’aumento eventuale delle quote a carico degli iscritti, il CNC ha affidato il servizio di “diffusione/addetto stampa/comunicazione esterna” ad un’apposita agenzia a seguito di gara con procedura negoziata. Così come è stato fatto sia per la redazione e la stampa della rivista “Il Chimico Italiano”, che per la consulenza legale. Quanto prima, verranno messe in campo nuove azioni per meglio diffondere ed evidenziare le attività poste in essere dal Consiglio Nazionale

dei Chimici, per evidenziare anche la specificità della scienza chimica portatrice di insostituibili ed i n d i s p e n s a b i l i contributi al p r o g r e s s o d e l l ’ u m a n i t à . L’anno 2012 è

stato anche quello che ha portato il CNC a richiedere l’accreditamento quale provider dell’aggiornamento continuo dedicato ai Chimici impegnati in sanità. Contemporaneamente, in attesa di ricevere l’attestazione Ecm, sono stati scelti dei corsi tenendo presente la specificità degli stessi, così come previsto dalle norme di settore.Per questo, l’elenco dei corsi è stato elaborato tenendo conto, sia degli obiettivi nazionali degli Ecm, che delle richieste pervenute dagli Ordini territoriali.È stato anche deciso di fissare dei criteri generali sulla formazione, prevedendo un quadro di attività formative articolato nei contenuti strutturali e culturali, immaginando anche il ricorso e l’uso delle tecnologie multimediali,

Relazione Moraleanno 2012

Nel 2012durante il Remtechun ampio confrontosul decretoche regola gli Ordini

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Il Ministero della Giustizia sede di incontriistituzuionali con il CNC

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iscritti. Il Consiglio Nazionale è poi intervenuto in materia di insegnamento della chimica nelle scuole, tornando anche a sollecitare una revisione ad hoc dei regolamenti che vede, ad esempio nei licei, l’impossibilità dei Chimici all’insegnamento delle discipline di loro competenza.Molteplice e di alta valenza l’attività del Consiglio Nazionale dei Chimici a livello internazionale, in particolare: notevole per contributo e risultati ottenuti la presenza del Consigliere Professor Sergio Facchetti nel Comitato Direttivo (Executive Board) della EuCheMS, incaricato delle attività professionali. Molte sono le azioni in corso, come la tessera professionale europea, la partecipazione di EuCheMS all’EXPO 2015 di Milano, la collaborazione con altre Società Professionali, la partecipazione alla organizzazione e alla gestione del “4th EuCheMS Chemistry Congress” (Praga 26-30 agosto 2012), la presenza di un Consigliere nel Comitato Organizzatore, nel Comitato Scientifico, nonché la coordinazione

della Sezione dedicata alla Educazione, alla Storia della chimica, alla Professione e all’Etica professionale.In rappresentanza di EuCheMS inoltre, il Consiglio prende parte, in qualità di osservatore permanente attraverso il VP Tomaso Munari, alle

attività del comitato di valutazione dei rischi (RAC) dell’agenzia chimica europea (ECHA). Il RAC è l’organo che predispone le raccomandazioni alla commissione europea per la classificazione armonizzata, la restrizione e, nel prossimo futuro, le autorizzazioni per le sostanze pericolose impiegate in Europa. Il RAC si occupa altresì della valutazione scientifica e successiva classificazione armonizzata dei biocidi. Trattandosi il RAC di organo prettamente scientifico, il contributo degli osservatori, seppure non vincolante, è sempre tenuto in massima considerazione dal comitato.

REMTECH 201�di VERONICAFERMANI

tenendo presente l’opportunità di prevedere una corretta integrazione tra la formazione prevista per gli ECM e quella, resa obbligatoria dal recente decreto di riordino ordinistico, per il mantenimento dei requisiti professionali.Degno di menzione è la decisione di partecipazione nel Comitato di valutazione e supporto all’iniziativa della cosiddetta Bandiera blu.Il programma rientra nella mission di base della FEE, cioè la diffusione delle buone pratiche per la sostenibilità ambientale, attraverso una serie diversificata di attività di educazione e formazione, particolarmente mirate alle scuole di ogni ordine e grado. L’esame e la valutazione dei questionari sono affidate ad una Commissione di Giuria, all’interno della quale sono presenti rappresentanti di Enti istituzionali, tra i quali il Consiglio Nazionale dei Chimici, e di organismi privati.Nell’ambito della programmazione annuale delle sue attività, il CNC ha indicato gli incarichi di istruttoria e studio da affidare alle Commissioni permanenti e i termini temporali per il loro assolvimento, in coerenza con

il calendario dei lavori del Consiglio stesso. Nel 2012, le Commissioni del CNC si sono interessate sia di sviluppo dell’informazione e comunicazione che delle problematiche connesse alle nuove classi di concorso per l’insegnamento della chimica, di sicurezza ambientale ed alimentare, di formazione ed aggiornamento, dell’evolversi della legislazione nazionale e delle competenze professionali e, infine, dei rapporti con le altre professioni.Nella trattazione dei numerosi argomenti posti in discussione, è stata evidenziata la necessità di un maggiore approfondimento dei temi presi in considerazione e della necessità di raccordo con gli Ordini Territoriali. Il tutto per raggiungere una sintesi ottimale e la soddisfazione delle importanti necessità dei Chimici.E’ anche proseguita l’attività relativa alla difesa della professione di Chimico anche mediante costituzione diretta in vari procedimenti, sempre per affermare il buon diritto dei Chimici in particolari settori della professione, come nel caso dei “Chimici di porto”, insieme alle altre attività riservate agli

Anche quest’anno i padiglioni della Fiera di Ferrara si preparano ad ospitare dal 18 al 20 settembre prossimi il salone più specializzato in Italia sulle bonifiche dei siti contaminati e sulla riqualificazione del territorio. Il Remtech Expo si riconferma nel 2013 un momento di confronto e partecipazione condivisa tra aziende, pubbliche amministrazioni, associazioni, istituzioni, professionisti, università, industria, comparto petrolifero, settore immobiliare e della pianificazione; attori capaci di inquadrare problemi e soluzioni attraverso diverse angolazioni e competenze. Ad un’area espositiva altamente qualificata si affianca una sessione congressuale di elevato profilo tecnico-scientifico. Tante le parole chiave di questa edizione: tecnologia, innovazione, proposte per il futuro, case histories, buyers nazionali ed internazionali, pubblica amministrazione, ricerca ed Università. Il Consiglio Nazionale dei Chimici sarà tra i protagonisti anche quest’anno con il convegno “Armonizzazione dei metodi di prova in campo ambientale” promosso in collaborazione con Federchimicia, Unichim, ARPAT e ALA. L’evento si terrà mercoledì 18 settembre dalle 14.30 alle 18,00 presso la Sala Plenaria. Il programma completo del Remtech Expo 2013 è disponibile al sito www.remtechexpo.com.

Il forte interesseverso le nuove classidi concorsodi insegnamentodella Chimica

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EuCheMsdi REINERSALZER

survey of European chemists

EuCheMSsupports employment

Two thirds of chemical companies currently have difficulty in filling vacancies. Some shortages arise from a mismatch between the requirements of industry and taught courses, e. g. academia focuses on synthetic chemistry but 40 percent of EU chemical production involves formulation chemistry.The American Chemical Society (ACS)regularly publishes an employment survey in Chemical & Engineering News. Data are collected from ACS members working within the USA. The survey results clearly show in which sub-discipline the graduates received their highest qualification and in which sub-discipline they are working after starting their professional career. It would be of utmost interest for decisions within the EU to access similar numbers.A European employment survey in chemistry was recently initiated by theEuropean Chemistry Thematic Network Association (ECTNA). This survey is supported by EuCheMS, the Joint Research Centre of the European Commission, the European Chemistry and Chemical Engineering Education Network and the European Chemical Industry Council (Cefic). The urvey will

be web-based and cover all aspects of basic knowledge, soft skills and entrepreneurial attitude. It addresses the content of education – from the Bachelor of Science to lifelong learning. The survey includes both chemists and chemical engineers.Details of the survey are being developed by ECTNA.EuCheMS currently has ca. 160 000 individual members organised in 41 national member societies. Those societies who agreed to participate in the survey account for approximately 80 percent of EuCheMS membership. EuCheMS stays in close contact to its member societies, who in turn will contact and encourage their membershipin order to ensure a reasonable participation in the survey. Each participating society nominated a national delegate, who is expected to check to web-based questionnaire for compatibility withnational particularities, advertise the survey within her or his society and answer possible questions over the span of the survey. The survey shall be performed during the year 2013.The significance of the collected data shall primarily depend upon participation of chemists across Europe, across all branches of chemistry and across all kind of employers. In particular we hope for active participation of chemists form industry, since industry is less represented in some national societies. Details about the survey and the questionnaire are published by your national society after the initial meeting of the delegates of the participating societies in April.

The committeefor Istanbul

During the next issues of the EuCheMS Newsletter, the scientific committee of the 5th European Chemistry Congress (ECC) 2014 in Istanbul will be introduced, starting here with Helena Grennberg, Peter Edwards and Katharina Landfester.Helena Grennberg serves as scientific chair of the 5th ECC (see interview in EuCheMS Newsletter September 2012). She is Professor of Organic Chemistry at Uppsala University, Sweden. She received her BSc in 1988 and her PhD in 1992, both from Uppsala. She became docent and senior lecturer in 1996 and was promoted to a professorship in 2005. Her research interests include organometallic chemistry,synthesis and catalysis.Peter Edwards is Professor of Inorganic Chemistry at Cardiff University, Wales.His research interests are in organometallic and coordination chemistry. He has keen interests in promoting public understanding of science and supporting pre-university chemistry education. He chairs the RSC local SE Wales section and is a member of the Board of the International Conference on Organometallic Chemistry and EuCheMS Inorganic Chemistry Division. He also serves on European Research Council committees.Katharina Landfester studied chemistry in Darmstadt, Germany. Her diploma thesis was from the Ecole d’Application des Hautes Polymères in Strasbourg, France. In 1995, she received her doctoral degree. After a postdoctoral stay at the Lehigh University, USA, she returned to Germany in 1998 joining the Max Planck Institute of Colloids and Interfaces in Golm. In 2003, she accepted a chair of Macromolecular Chemistry at the University of Ulm.Since 2008, she is Director at the Max Planck Institute for Polymer Research in Mainz.

GIUGNODUEMILATREDICI

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The Mendeleev Russian Chemical Society will host the 8th Delegates Assembly of the European Young Chemists’ Network (EYCN) in St. Petersburg from 17 to 19 June.Young chemists’ representatives from each of the EuCheMS chemical societies are invited to join as well as colleagues from North and South America.Although there are occasional meetings of EYCN representatives during the year when we organise various local and national events, this is the only annual meeting where all of the representatives can meet and plan ahead together. This gives a very tight schedule over the two and a half day meeting in June. As well as the traditional topics of the EYCN meeting (discussing and sharing experiences from the individual chemical societies, deciding the action plan for the coming year, etc.), this year the Delegates Assembly has a few focus points:

• Preparation of the EYCN programme for the EuCheMS Congress in Istanbul 2014• Finalising of the details of EYCN Career Day events organised within different events around Europe• Fixing the final details for the 3rd Young Chemist Crossing Borders Programme along with the Younger Chemists Committee f the American Chemical Society

The meeting this year is particularly important since 2013 is an election year for EYCN. During the Delegates Assembly a new board will be formed to foster the ongoing activities and to develop new ones.For further details about the EYCN Delegates Assembly please contact us at [email protected]

At the EuCheMS General Assembly to be held in Budapest on 24 and 25 October 2013, the vacancies of President Elect (to become President in 2014) and five Elected Members of the Executive Board will be filled.You are asked to submit your nomination using the form available from EuCheMS website, which incorporates a signed declaration by the nominee that he or she is willing to make the necessary commitments if elected.The nomination must be supported by a signed letter from the President or General Secretary of the candidate’s member society.Members may also request a nomination form and additional information by email to [email protected]. Nominations must be received by 21 June 2013.NM

EuCheMS invites proposals for the EuCheMS Lecture Award 2013. The Lecture must be of a very high scientific level. It serves to strengthen the image of EuCheMS and of European chemistry in general. It should also emphasize the scientific cooperation among chemists in Europe. The Lecturer will be selectedby the EuCheMS Executive Board.EuCheMS member organisations are invited to make proposals. The Lecture is scheduled to be given at the EuCheMS Chemistry Congress 2014 in Istanbul (www.euchems2014.org).Deadline for nomination is 31 May 2013. For details and nomination form please check www.euchems.eu.NM

The human population doubles every 50 years. That creates global problems, including limitations on energy, raw materials, food, water, health and clean air. However, the future of humankind seems bright thanks to the even faster growth of human knowledge, doubling every 18 months, and the unpredictability of science. Our global challenges are likely to be met by yet unknown technologies, mostly invented by chemists, writes Ehud Keinan, member of EuCheMS Executive Board, in Angewandte Chemie International Edition, 2013, Volume 52, Issue 10.

di CRISTINATODASCA e NINETAMAJCEN

EuCheMsEuCheMS vacancies

Call forLecture Award 2013

Solving global challenges

Annual meetingof young chemists

in St. Petersburg

EuCheMSis partner in EC2E2N

In autumn 2012 the European Chemistry and Chemical Engineering Education Network (EC2E2N) accepted another project proposal, in which EuCheMS is involved. The project “Chemistry and Chemical Engineering Skills for Europe in 2020” was submitted within the Erasmus Lifelong Learning Programme and officially started on 1 October 2012 for a three year period i. e. to 30 September 2015. The project includes the following work packages:

• Towards excellence in school and university teaching• Enhancing professional activities• Sustainable entrepreneurship• Impact of chemistry on everyday life

• The virtual education community• Broadening student horizons• Re-tuning for competences in chemistry/chemical engineering for Europe 2020• Project management• Dissemination• Exploitation of project outcomes• Quality assurance

EuCheMS contributes to most of these, however its key contribution is the employability study led by Reiner Salzer (see page 1), Germany, which forms part of work package “Sustainable entrepreneurship”. The coordinator of the project is Anthony Smith, France.NM

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Numerous everyday products like mobile phones and rechargeable batteries depend on elements with a limited supply, such as rare earth metals. Many European countries are almost exclusively dependent on importing such resources to support existing and emerging industries. Thus they are more vulnerable to shortfalls in supply, as the global demand for these strategic elements increases. Maximising resource efficiency is crucial to addressing these challenges. In December 2011, the Royal Society of Chemistry (RSC) and the UK Science Innovation Network hosted a workshop that brought together scientific experts, industrialists, government agencies and policymakers at the British Embassy in Berlin to discuss ways in which this could be achieved.

that don’t costdi ANNIKASCHÜLLER

Resourcesthe earth

44th IUPACWorld Chemistry

Congress in Istanbul

The next IUPAC World Chemistry Congress will be held in Istanbul, Turkey from 11 to 16 August 2013. Three Nobel Laurates in chemistry and other distinguished chemists will be plenary and keynote speakers during the congress.Scientific topics are:

• Clean energy through chemistry• Chemical analysis• Chemistry for cultural heritage• Chemical synthesis• Physical chemistry• Macro and nano science and technology• Environmental and sustainable chemistry• Life chemistry• Materials science• Chemistry education• Chemical industry and innovation

Symposia will deal with eight specific topics, among them advancements in petroleum refining, preserving water resources and converting biomass to energy as well as nanomaterials, marine pollution and chlorine-free chemistry.For more information please visitwww.iupac2013.org.

di MEHMETMAHRAMANLIOGLU

Istanbul travel grantsThe Gesellschaft Deutscher Chemiker (German Chemical Society, GDCh) encourages young chemists to participate in the IUPAC Congress (see above) by offering three travel grants for young chemists from Germany and three for young chemists from Eastern Europe, each of 1200 Euro. The recipients should be under the age of 35 and are expected to take part in the World Chemical Leadership Meeting, which is part of the General Assembly, to discuss their vision of the future of chemistry. Applicants are required to provide a letter of application, a brief CV, a confirmation of their current status and affiliation, a publication list and a letter of support from the appropriate supervisor. Applications should be sent preferably by email to Barbara Köhler at GDCh ([email protected]). Deadline is 15 May.BK

A summary of the challenges and opportunities associated with resource efficiency was subsequently published in the report “Resources that Don’t Cost the Earth: Encouraging European collaboration and solutions”.The document, which was launched at the British Embassy in Berlin in October 2012, highlights the scope for technological advances and the development of new processes and materials to improve resource efficiency. It also recognizes that a shift to more resource-efficient supply chains will require substantial support and collaboration from governments internationally. The importance of international collaboration was reiterated by UK Foreign Secretary William Hague at the report launch.

12� yearsAngewandte Chemie

The flagship journal of the GDCh, Angewandte Chemie, celebrated its 125th anniversary with a special symposium on March 12 in Berlin.More than 1200 participants listened to talks by prominent speakers, including three Nobel laureates. The event was also broadcasted live over the internet and can be viewed at www.chemistryviews.org/view/0/angewandtechemie125.html.KJS

Slovakia:New SCHS President

Hungary:Chemistry roadshow

Mária Omastvá has been elected president of the Slovak Chemical Society (SCHS) for the period 2013/2014. She is the head of the Department of Composite Materials at the Polymer Institute, Slovak Academy of Sciences, Bratislava (PI SAS). She received her PhD in macromolecular chemistry in 1993 from PI SAS, and her DSc in 2009. Her research interests focuse on conducting polymers, con ductive polymeric micro- and nano-compositesand characterization of materials by X-ray photoelectron spectroscopy. She is the author of three chapters in monographs, 80 articles in scientific journals and co-author of 185 communications and posters at conferences.

The Hungarian Chemical Society and BASF have founded an educational portal where the fascinating world of chemistry is introduced for younger generations through state-of-theart web applications. “Now it leaves the virtualworld and a roadshow begins,” says Livia Sarkadi, president of the Hungarian Chemical Society.In the framework of the roadshow, elementary and high school students have an opportunity to carry out experiments in the laboratories of Hungarian universities and colleges.

di AGOTATOTH

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EuCheMs Physical Chemistry Conference

The German Bunsen Society for Physical Chemistry invites all EuCheMS physical chemists to participate in the Bunsentagung, 9 to 11 May 2013 in Karlsruhe, Germany. The conference,a EuCheMS co-sponsored event, covers all areas of physical chemistry.The main theme “Theory meets spectroscopy” addresses explicitly the interchange between experiment and theory to understand the behaviourof matter. Additional highlights include a special symposium on electrochemical interfaces and an industrial symposium.

di FLORIANAUSFELDER

European EnergyConference

On 27 to 30 October, the 3rd European Energy Conference (E2C) will be organised in Budapest.It will cover various recent outstandingenergy-related research developments as well as some policy aspects. Additionally, it will offer a platform for young researchers to present the results of their research. The conference was initiated by the European Physical Society and is organised by EuCheMS and the European Materials Research Society.

Synthetic biologydebate

Is synthetic biology really the much-hailed miracle cure to so many of mankind’s problems?The Royal Society of Chemistry (RSC) recently teamed up with the Biochemical Society, think tank BioCentre and the University of Bristol to host a panel discussion. In the lively debate scientists stressed that despite the potential of synthetic biology, claims about its world-saving capabilities are often overhyped. Critics are concerned that synthetic biology could be potentially harmful to human health or the environment. Lionel Clarke from the UK’s Department for Business, Innovation and Skills argued that existing legislations are sufficient to mitigate the greatest risk.A public dialogue showed the importance to inform the public to gain public acceptance.

di ANNIKASCHÜLLER

Events 201�9 – 11 May 2013, Karlsruhe, Germany112th Bunsentagungwww.bunsen.de/bunsentagung2013.html10 – 12 June 2013, Barcelona, Spain5th European Conference on Chemistry for LifeSciences, http://5ecclsbarcelona.com25 – 28 June 2013, Barcelona, SpainEuCheMS International Conference on Chemistryand the Environment, www.icce2013.org30 June – 4 July 2013, St Andrews, Scotland20th EuCheMS Conference on OrganometallicChemistry, www.eucomcxx.com3 – 5 July 2013, Limerick, Ireland5th Eurovariety in Chemistry Education Conferencewww.eurovariety2013.ul.ie7 – 12 July 2013, Marseille, France18th European Symposium on Organic Chemistry(ESOC 2013), www.esoc2013.eu/index.html7 – 11 July 2013, Tel-Aviv, Israel17th European Carbohydrate Symposium(Eurocarb 17), www.eurocarb2013.org25 – 29 August 2013, Warsaw, PolandEuroanalysiswww.euroanalysis2013.pl

Events 201�31 August – 4 September 2014, Istanbul, Turkey5th EuCheMS Chemistry Congresswww.euchems-istanbul2014.org

Green Chemistry

28 August – 1 September 2013, Wroclaw, PolandXII International Symposium on Inorganic Biochemistry,www.henryk.uni.wroc.pl/12.html30 August – 3 September 2013, Camerino, Italy9th International School of Organometallic Chemistry,http://d7.unicam.it/isoc1 – 5 September 2013, Sopron, Hungary9th European Conference of Computational Chemistry,www.euco-cc9.mke.org.hu/home.html1 – 4 September 2013, Darmstadt, GermanyGDCh Wissenschaftsforum Chemiewww.gdch.de/wissenschaftsforum201311 – 13 September 2013, Leipzig, GermanyEuCheMS conference Flavors & Fragrances 2013www.gdch.de/flavorsfragrances201315 – 19 September 2013, Thessaloniki, GreeceInstrumental Methods of Analysis – Modern Trendsand Applications, http://ima2013.web.auth.gr13 – 15 October 2013, Budapest, Hungary1st EuCheMS Congress on Green and SustainableChemistry, www.1eugsc.mke.org.hu27 – 30 October 2013, Budapest, Hungary3rd European Energy Conference E2Cwww.euenergy2013.mke.org.hu

Congressdi AGOTATOTH

EuCheMS announces its First Congress on Green and Sustainable Chemistry which will be held between October 13 and 15 in Budapest, Hungary. The congress offers an interactive forum to exchange ideas among scientists andindustrial professionals. Topics include bio-resources, novel synthetic methodologies and educational aspects of green chemistry as well as climate change and energy issues. Wolfgang Hölderich (Germany), Ferenc Joó (Hungary), Rafael Luque (Spain), Kenneth Sheddon (UK), Marco Mihovilovic (Austria) and Tibor Soos (Hungary) are confirmed invited speakers.

NewsletterEuCheMS

Newsletter coordinator:Karin J. Schmitz Please send all correspondence and manuscripts [email protected]: Wolfram Koch (responsible),Karin J. Schmitz, Uta Neubauer,Frankfurt am Main Advisory board:Wolfram Koch (Chair, Germany),Luis Oro (Spain), Giovanni Natile (Italy),Nineta Majcen (EuCheMS Secretariat),Ulrich Schubert (Austria), Marie-ClaudeVitorge (France), Paola Turano (Italy),Viktor Milata (Slovakia).Layout: Jürgen Bugler, Frankfurt am Main Production: Nachrichten aus der Chemie Publisher: Gesellschaft Deutscher Chemiker on behalf of EuCheMS Postfach 900440, D-60444 Frankfurt am Main [email protected]

on

EuCheMS General Secretary:Nineta Majcen, Avenue E.vanNieuwenhuyse 4,B-1160 [email protected] is registered as“Association internationalesans but lucratif” (AISBL,international non-profitassociation), AISBL-Registeredoffice: AvenueE. Van Nieuwenhuyse 4,B-1160 Brussels

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Contro-copertina »

Albert Einstein

“The intuitive mind is a sacred giftand the rational mind is a faithful servant.We have created a society that honorsthe servant and has forgotten the gift”

Albert Einstein“La mente intuitiva è un dono sacroe la mente razionale è un fedele servo.Noi abbiamo creato una società che onorail servo e ha dimenticato il dono”