Hockey Club Biasca, - Sportiamo · «Cristiano Ronaldo e Zlatan Ibrahimovic». Il libro, il film,...

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10 Tre anni fa dopo il ritiro del HC Chiasso dalla prima divi- sione, avete preso il loro po- sto, passando dalla seconda alla prima divisione, come è nata questa decisione? «Il settore giovanile dell’Ambrì- Piotta si trovava già a Biasca, loro stavano collaborando an- che con il Chiasso e quello che ci ha spinto a salire di categoria per il fatto che abbiamo visto la quantità di ottimi giocatori che uscivano dai settori giovanili si sarebbero trovati senza uno sbocco, se spariva questa squa- dra. Abbiamo trovato dei nuovi sponsor che ci hanno permesso di continuare in prima lega». Quanti spettatori seguono il Biasca in prima divisione e qual è l’obbiettivo per questa stagione? «Le nostre partite sono seguite in media da 200-300 spetta- tori, purtroppo la concorrenza degli altri eventi si fa sentire, la prima divisione è un cam- pionato molto impegnativo. Questa stagione la vogliamo chiudere nel migliore dei modi, perÒ l’importante e che riu- sciamo a creare un gruppo di giocatori che ci permetta di lanciare il nostro progetto». Hockey Club Biasca, un futuro in National League B? S e l’Ambri-Piotta e il Lugano (in ordine alfabetico) possono essere considerate le locomotive dell’hockey ticinese, ci sono altre realtà che non sono sotto le luci dei riflettori, ma che lavorano per dare un futuro sportivo ai giovani che escono dal settore giova- nile delle due squadre. Stiamo parlando ad esempio dell’HC Biasca che parte- cipa dalla stagione 2013/14 al campionato di prima di- visione e che spera grazie al progetto Young Stars Tici- no di poter diventare la terza realtà dell'hockey ticinese; cosa spinge un gruppo di persone a lanciarsi in un tale progetto? L’abbiamo chiesto a Edy Pironaci presidente del sodalizio dal lontano 2001/02. Un sogno che potrebbe diventare realtà: dalla prossima stagione la squadra sopracenerina potrebbe disputare il campionato cadetto SPICCHI DI SPORT TESTO Ugo Morselli e Maurizio Urech FOTO TI-Press Questa stagione la vogliamo chiudere nel migliore dei modi, perÒ l’importante e che riusciamo a creare un gruppo di giocatori che ci permetta di lanciare il nostro progetto – Edy Pironaci –

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Tre anni fa dopo il ritiro del HC Chiasso dalla prima divi-sione, avete preso il loro po-sto, passando dalla seconda alla prima divisione, come è nata questa decisione?«Il settore giovanile dell’Ambrì-Piotta si trovava già a Biasca, loro stavano collaborando an-che con il Chiasso e quello che ci ha spinto a salire di categoria per il fatto che abbiamo visto la quantità di ottimi giocatori che uscivano dai settori giovanili si sarebbero trovati senza uno sbocco, se spariva questa squa-dra. Abbiamo trovato dei nuovi sponsor che ci hanno permesso di continuare in prima lega».

Quanti spettatori seguono il Biasca in prima divisione e qual è l’obbiettivo per questa stagione?«Le nostre partite sono seguite in media da 200-300 spetta-tori, purtroppo la concorrenza

degli altri eventi si fa sentire, la prima divisione è un cam-pionato molto impegnativo. Questa stagione la vogliamo chiudere nel migliore dei modi, perÒ l’importante e che riu-sciamo a creare un gruppo di giocatori che ci permetta di lanciare il nostro progetto».

Hockey Club Biasca, un futuro in National League B?

S e l’Ambri-Piotta e il Lugano (in ordine alfabetico) possono essere considerate le locomotive

dell’hockey ticinese, ci sono altre realtà che non sono sotto le luci dei riflettori, ma che lavorano per dare un futuro sportivo ai giovani che escono dal settore giova-nile delle due squadre.

Stiamo parlando ad esempio dell’HC Biasca che parte-cipa dalla stagione 2013/14 al campionato di prima di-visione e che spera grazie al progetto Young Stars Tici-no di poter diventare la terza realtà dell'hockey ticinese; cosa spinge un gruppo di persone a lanciarsi in un tale progetto? L’abbiamo chiesto a Edy Pironaci presidente del sodalizio dal lontano 2001/02.

Un sogno che potrebbe diventare realtà: dalla prossima stagione la squadra sopracenerina potrebbe disputare il campionato cadetto

SPICCHI DI SPORTTESTOUgo Morselli e Maurizio Urech

FOTOTI-Press

Questa stagione la vogliamo chiudere nel migliore dei modi,

perÒ l’importante e che riusciamo a creare un gruppo di giocatori che ci

permetta di lanciare il nostro progetto

– Edy Pironaci –

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Parliamo del vostro progetto Young Stars Ticino visto che a fine anno scade il termine per la presentazione del vostro dos-sier, a che punto siete?«Stiamo completando il nostro dossier, abbiamo anche avuto una riunione con i rappresen-tanti della Lega Nazionale che ci hanno dato delle indicazioni utili per presentare la domanda. Da poche settimane la buona notizia è che abbiamo trovato un nuovo sponsor principale, quindi siamo ottimisti e sulla buona strada per trovare i soldi necessari onde ottenere la licenza per la National League B, valida

per i prossimi tre anni a partire dal campionato 2016/17».

Domanda personale al Presi-dente Pironaci, dopo così tanti anni non ha mai pensato di ritirarsi?«Noi siamo un gruppo di persone che sta lavorando con grande passione e sinceramente non ho mai pensato di mollare, soprat-tutto in un momento particolare come questo in cui siamo ad un passo per poter coronare il nostro sogno con l’obbiettivo fissato anni fa, assicurare un futuro sportivo ai giovani tici-nesi».

Luca Cereda, nato a Bellinzona nel 1981, ha indossato la maglia di Ambrì-Piotta e Berna realizzando in 263 partite 23 reti e 59 assist. Nel 1999 è stato scelto al primo turno al 24imo posto dai Toronto Maple Leafs durante il draft della NHL e in seguito ha disputato 2 stagioni e mezzo con il Farm-Team dei Leafs, i Toronto Marlies, per un totale di 182 partite con 14 gol e 29 assist. Alla fine della stagione 2006/07 ha dovuto interrompere la sua carriera di giocatore in seguito a dei problemi di salute. Attualmente allena la squadra di Prima Lega dell’HC Biasca, gli Juniori Élite dell’HCAP ed è assistant coach della Nazionale Under 18.

Ma parliamo di HC Biasca: un primo bilancio dopo la prima fase del campionato...«Sicuramente positivo, siamo partiti con un nuovo progetto e una squadra ringiovanita. La priorità era di trovare la stessa lunghezza d’onda per quello che riguarda la nostra idea di gioco, il modo di lavorare e allenarsi. Dopo un inizio di campionato altalenante, abbia-mo trovato una certa costanza, ma ul-timamente il nostro rendimento e stato costellato nuovamente da alti e bassi».

Qual è l’obbiettivo da raggiungere a fine stagione?«L’obbiettivo primario è la qualifica per i playoffs, poi continuare a progredire e crescere come squadra; visto che a questo livello le squadre ticinesi hanno sempre fatto fatica a superare il primo

turno (e successo una solo volta quando si sono incontrate due squadre ticinesi) vogliamo provare a proseguire il cammi-no nei playoffs».

Con l’arrivo d’un sponsor importante il progetto Ticino Young Stars sembra vicino alla realizzazione, un suo pensie-ro in merito?«Questo progetto e una grandissima op-portunità per far vedere che da noi in Ticino non si parla solo di fare qualco-sa per i giovani, ma che si fanno delle cose concrete. Possiamo dimostrare che crediamo veramente nei nostri giovani e che vogliamo costruire qualcosa che serve per il loro futuro. Dare una con-tinuità all’ottimo lavoro che viene fatto nei nostri settori giovanili, offrendo la concreta possibilità di continuare nel loro processo di crescita».

Parlando dei giovani, ci può raccontare della sua esperienza con la Under 18, con un grande mondiale la scorsa primavera a Zugo?«Sono state due settimane molto emo-zionanti, credo che abbiamo fatto qual-cosa di grande, siamo arrivati a un passo dal grande exploit. Il coronamento di un lavoro iniziato 6 anni fa, insieme ai ragazzi, siamo cresciuti anche noi dello staff, lavorando con continuità e grande umiltà. È chiaro che a questo livello ci sono ancora 2-3 nazioni che sono troppo forti, mentre con le altre ce la possiamo giocare, per fare un altro passo avanti bisogna trovare dei nuovi metodi per far crescere ulteriormente i nostri talenti.

Un torneo iniziato quasi tra l’indiffe-renza del pubblico, ma grazie ai risultati della squadra, le ultime partite si sono disputate con il tutto esaurito».

Tra le ambizioni personali di Luca Cereda figura anche il sogno d’allenare un giorno in NLA?«Chiaro in futuro mi piacerebbe poter lavorare con dei professionisti, ma al mo-mento non ci penso. Ora ho questa bella opportunità, dove posso lavorare senza troppa pressione e questo mi permette di fare delle utili esperienze che mi serviran-no per il prosieguo della mia carriera».

Luca Cereda

Possiamo dimostrare che

crediamo veramente nei nostri giovani

e che vogliamo costruire qualcosa

che serve per il loro futuro

– Luca Cereda –

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Ristorante La Barchetta

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Patrick Incir, attaccante classe 1994, è un puro prodotto delle giovanili dell'Ambrì-Piotta, dove ha iniziato a giocare nei Mini Top e poi arrivare agli Juniores-Élite e a bussare alla porta della prima squadra, con cui ha disputato una partita durante il campionato 2011/12 sotto la guida di Kevin Constantine e otto partite nel campionato 2013/14 con Serge Pelletier. Nonostante il fatto d’aver disputato anche delle partite con le nazionali Under 19 e Under 20 non è mai riuscito a ritagliarsi un posto di titolare nella sua squadra del cuore.

Quali sono i tratti principali del tuo carattere?«Mi considero una persona forte, decisa e furba».

Il tuo sogno di felicità?«Incontrare la persona giusta con cui po-ter costruire il mio futuro, una famiglia».

Le qualità che apprezzi maggiormente nelle persone?«Apprezzo le persone oneste, simpatiche con spiccata personalità».

Ciò che detesti più di tutto?«Le persone false, quelle che non man-tengono le loro promesse».

Se potessi scegliere quale sarebbe il dono di natura che vorresti avere?«Semplicissimo, vorrei essere più alto».

Il tuo motto è?«Non si molla mai».

Il tuo idolo sportivo?«Pavel Datsyuk, attaccante russo che milita nella NHL e gioca per Detroit Red Wings».

Il libro, il film, l’attore e la musica che preferisci?«Non sono un gran lettore, ma in questo caso scelgo “Ogni maledetta domenica”, la mia attrice preferita è Jennifer Ani-ston e sono molto amante della musica italiana».

Potessi scegliere dove vivere, quale luogo sceglieresti?«Non ho dubbi, a Lugano».

Hai un rito pre-partita?«Non sono superstizioso, niente di par-ticolare».

Le quattro cose che porteresti su un’isola deserta?«Sicuramente un bastone di hockey, un disco per giocarci, tutta la mia famiglia e chiaramente anche i mei amici».

Sogno nel cassetto...«Giocare in una squadra della National League».

Patrick Incir

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Sacha Tosques, nato 21 anni fa a Lugano, ha iniziato a giocare nella squadra bianconera dai “Piccolo” fino alla squadra degli Juniores Élite. Ha conquistato una medaglia di bronzo e una d’argento con i Novizi Élite ed è stato vice campione svizzero due anni fa con gli Juniores Élite. Difensore right, spesso viene utilizzato nelle situazioni speciali (boxplay e powerplay). Dalla passata stagione gioca per il Biasca.

Quali sono i tratti principali del tuo carattere?«Sono un tipo calmo, preciso, puntiglioso e sicuro di me stesso».

Il tuo sogno di felicità?«Essere in pace con me stesso e con il prossimo e una vita in famiglia».

Le qualità che apprezzi maggiormente nelle persone?«Onestà, la voglia di vivere».

Ciò che detesti più di tutto?«Falsità e quelli che sparlano».

Se potessi scegliere quale sarebbe il dono di natura che vorresti avere?«Le mani di Linus Klasen...».

Il tuo motto è?«Continuare a dare sempre il 100%».

Il tuo idolo sportivo?«Cristiano Ronaldo e Zlatan Ibrahimovic».

Il libro, il film, l’attore e la musica che preferisci?«La biografia di Ibrahomovic – IO IBRA”, come attore Leonardo di Caprio e i suoi

film, come musica non ho assolutamen-te preferenze».

Potessi scegliere dove vivere, quale luogo sceglieresti?«Rimanere a Lugano».

Hai un rito pre-partita?«Si e anche tanti... i più strani... spal-marmi il sapone sulle mani per 7 volte e asciugarmi con sette fogli di carta, il riscaldamento con il casco slacciato e fare stretching prima di andare sul ghiaccio».

Le quattro cose che porteresti su un’isola deserta?«La mia ragazza, il mio cane Zuma, generi alimentari e una barca».

Sogno nel cassetto...«Giocare in Serie A e avere successo nella vita lavorativa».

Sacha Tosques