Novembre 2010 Gli attrezzi agricoli. novembre 2010 Sella Haiti 2009.
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Stampato in proprio dalla Parrocchia S. Eusebio
Salt. II sett.
Domenica 24 febbraio DOMENICA II DI QUARESIMA(3) Messa propria, Credo, prefazio proprio Lez. Fest.: Gen 15,5-12.17-18; Sal 26; Fil 3,17 - 4,1;
Lc 9,28b-36 VIOLA
08,00
10,00
19,00
Def. Giovanni Solinas
Def. Rubina Antico (5° anniversario)
Deff. Giovanni-Gigi-Roberto e Gina Serra
Lunedì 25 febbraio FERIA DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA (4) Messa propria, prefazio della Quaresima Lez. Fer.: Dn 9,4b-10; Sal 78; Lc 6,36-38 VIOLA
08,30
18,00
19,00
Ad mentem offerentis
Def. Giovanni Solinas
INCONTRO DI PREGHIERA
Martedì 26 febbraio FERIA DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA (4) Messa propria, prefazio della Quaresima Lez. Fer.: Is 1,10.16-20; Sal 49; Mt 23,1-12 VIOLA
08,00
18,00
Def. Giovanni Solinas
Def. Mariangela Casula (trigesimo)
Salt. IV sett.
Mercoledì 27 febbraio FERIA DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA (4) Messa propria, prefazio della Quaresima Lez. Fer.: Ger 18,18-20; Sal 30; Mt 20,17-28 VIOLA
08,30
18,00
19,00
Def. Giovanni Solinas
Def. Mario Arrais
INCONTRO SULLA BIBBIA
Giovedì 28 febbraio FERIA DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA (4) Messa propria, prefazio della Quaresima Lez. Fer.: Ger 17,5-10; Sal 1; Lc 16,19-31 VIOLA
08,30
17,00
18,00
18,30
Def. Giovanni Solinas
Def. Giovanni Lecca (trigesimo)
Deff. Giovanni e Gina Cocco
ADORAZIONE PRO PAPI
Venerdì 1 Marzo FERIA DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA (4) Messa propria, prefazio della Quaresima Lez. Fer.: Gen 37,3-4.12-13a.17b-28; Sal 104;
Mt 21,33-43.45-46 VIOLA
Astinenza Primo venerdì del mese
08,30
09.30
17,00
18,00
20,00
Def. Giovanni Solinas
Comunione ai malati
VIA CRUCIS
Sacro Cuore
VIA CRUCIS
Sabato 2 Marzo FERIA DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA (4) Messa propria, prefazio della Quaresima Lez. Fer.: Mi 7,14-15.18-20; Sal 102; Lc 15,1-3.11-32
VIOLA
08,30
17,00
18,00
Def. Giovanni Solinas
Def. Maria Allegri (trigesimo)
Def. Pino Pisano
Salt. II sett.
Domenica 3 Marzo DOMENICA III DI QUARESIMA(3) Messa propria, Credo, prefazio della Quaresima Lez. Fest.: Es 3,1-8a.13-15; Sal 102; 1Cor 10,1-6.10-12;
Lc 13,1-9 VIOLA
08,00
10,00
19,00
Def. Giovanni Solinas
Deff. Salvatore, Emilio e Lodovica
Deff. Franco Cadelano, Antonio e Angela,
Gianni, Mariano e Sabrina
V. Q. Sella Tel. e Fax 070504200 09121 CAGLIARI Fax 1782740992
E-mail: [email protected] Sito internet: www.parrocchiasanteusebiocagliari.it
24 Febbraio –3 Marzo 2013 ANNO XI N. 537
La Pasqua è il culmine e la sorgente della nostra fede, ne è l’essenza
professata con le parole e il cuore, e realizzata nel culto e nella vita
quotidiana. Per questo possiamo dire che “precede” la quaresima e
che ne è la “preparazione”: la quaresima ha senso se partiamo dalla
professione di fede di domenica scorsa “Gesù è il Signore” e dalla teofania della trasfigu-
razione. L’attualizzazione della presenza di Dio richiede la disponibilità a lasciarsi condur-
re fuori, come Abramo “salire sul monte a pregare”, come gli Apostoli “restando saldi
nella fede” secondo l’esortazione di Paolo. Abramo deve fondare la speranza sulla sua fede
nella fedeltà di Dio alle Sue promesse. Dio, conoscendo le debolezze dell’uomo, non gli
chiede di passare come Lui (la fiaccola ardente) in mezzo agli animali squartati a simbo-
leggiare di augurarsi di fare la stessa fine se avesse trasgredito il patto. Un oscuro timore
assale sempre l’uomo davanti a Dio, sia per l’infinita maestà del tre volte santo, sia per la
coscienza della propria indegnità se Dio non ci purifica. Eppure “è bello per noi stare
qui”, tanto che Pietro dimentica se stesso e i compagni pur di trattenere Mosè, Elia e il
Signore trasfigurato. Non importa che si stia parlando dell’esodo di Gesù, cioè della sua
morte che stava per compiersi a Gerusalemme. La trasfigurazione sul monte è la rivelazio-
ne della presenza di Dio in mezzo agli uomini nella carne dell’uomo di Nazaret. La fede
nella Pasqua di resurrezione trasfigura, aiuta gli uomini a capire il vero significato del do-
lore e della morte del Cristo e di chi si unisce intimamente a Lui nell’amore. Nell’Euca-
restia, celebrata e ricevuta, Cristo entra nel nostro tempo e nel nostro spazio deponendovi
un germe di eternità e di divinità. Il nostro quotidiano entra in una dimensione nella quale
tutto acquista un nuovo senso e un nuovo orientamento. Resta la difficoltà della fatica, del
dolore, della morte, delle gioie e delle soddisfazioni che non durano, ma il Figlio le fa pro-
prie e le offre al Padre dando loro un valore salvifico. Sac. Giuseppe
RIFLETTIAMO
SULLA
PAROLA DI DIO
PREGHIERA Signore Gesù, mi hai detto che per pregare non devo andare lontano, su cime scoscese di
alte montagne. Una stanza di casa può essere il mio Tabor, luogo per pregare alla tua pre-
senza e lì, in silenzio, ascoltare la voce del Padre e trovare la forza per continuare ad an-
dare. Pregare non è abbandonare; pregare non è curvare le spalle subendo la croce; pre-
gare è fare spazio nel cuore a chi non sa più dire “Padre!”; pregare è abbracciare la Cro-
ce come ala che porta in alto, da te. Pregare è lasciarsi portare sulle ali del vento creatore
che rende nuove le cose. Insegnami a pregare come preghi tu, amante divino, sempre in
ascolto di chi vuol lasciarsi trasfigurare in te.
“Ben consapevole della gravità di questo atto,
con piena libertà, dichiaro di rinunciare al mini-
stero di Vescovo di Roma, Successore di San
Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il
19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio
2013, alle ore 20.00, la sede di Roma, la sede di
San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convoca-
to, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice”.
E’ l’annuncio dato da Benedetto XVI lunedì 11 febbraio, festa della Beata Vergine di
Lourdes, durante il Concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto. Un fulmi-
ne a ciel sereno, una notizia che in pochi minuti fa il giro del mondo. “Vi ho convocati
a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una
decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente
esaminato la mia coscienza davanti a Dio - ha detto il Papa in latino -, sono pervenuto
alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in
modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per
la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole,
ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi
mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per gover-
nare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia
del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale
da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affida-
to”….“Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con
cui avete portato con me il peso del mio ministero - ha concluso il Pontefice -, e chie-
do perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo
Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria,
affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo
Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuo-
re, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio”. Straordinaria mo-
dernità. “La più antica delle istituzioni che l’uomo contemporaneo ricordi ha prodotto
la più straordinaria innovazione - sottolinea Domenico Delle Foglie, neodirettore
dell’agenzia di stampa Sir -. E’ proprio vero che la lezione dei padri può giungere,
inaspettata, a sconvolgere anche le più radicate tradizioni. Che la loro capacità di inter-
pretare il deposito del passato nella pressante modernità è un dono della sapienza uma-
na. Che la saggezza dell’età può rendere concreto quello che pure è stato scritto, ma
che nessuno prima ha avuto il coraggio di realizzare. Che la purezza del cuore può
rendere comprensibile quello che agli occhi del mondo è uno «scandalo»”. “Quando
una notizia esplosiva come le dimissioni del Papa giunge in ogni angolo del mondo è
come se in ciascuno si scavasse un vuoto - aggiunge Delle Foglie -. Nessuno può ri-
manere indifferente e il clamore lascia il passo al silenzio. La forza del gesto di Bene-
T empo fa abbiamo parlato
della raccolta dei tappi di
plastica, vi ricordate?
Bene. La raccolta va alla gran-
de, come molti di voi ben sanno. Ci siamo allargati al di là delle nostre speranze: c’è
qualcuno che ha coinvolto i condomini del proprio palazzo, chi addirittura il bar dove
va a fare colazione, qualche bambino la sua classe. Un’operazione simpatica, diver-
tente e che costa poco. Il sabato mattina due signore vengono a ritirare i tappi e li
portano a un capannone dove rimangono fino a che non si è raggiunto il carico per
riempire il camion (gratuito!) che si imbarca per Livorno; lì vengono scaricati presso
il centro di raccolta di un gruppo missionario che provvede alla vendita all’industria
che li ricicla e quindi indirizza il ricavato a opere di sostegno per i paesi più disagiati.
Siete curiosi di sapere quanto si ricava dalla vendita dei tappi?
€ 3,50 al quintale, ovvero 35 centesimi al chilo. Pensate un po’: un chilo di tappi di
plastica per ricavarne 35 centesimi: non sembra una follia? Paradossalmente, il fatto
che il ricavato sia così insignificante in questo caso si risolve a favore dell’impresa,
infatti una singola persona o anche un piccolo gruppo non potrebbe mai ottenere un
guadagno tale da giustificare il tempo e la fatica necessari a raccogliere i tappi, spe-
dirli e così via, mentre mettere da parte i tappi e portare il sacchetto in parrocchia
costa ben poco e, come dicevo, per alcuni è anche divertente. Di sicuro questa espe-
rienza ci insegna una cosa: quando ci si muove in tanti per ottenere uno stesso scopo
… si spostano anche le montagne.
Mariella.
PS: se volete saperne di più, in biblioteca trovate tutte le informazioni.
PS bis: grazie a tutti i raccoglitori: sembra che facciano poca cosa,
ma non è vero. Qualcuno potrà anche dire: “per quello che gli co-
sta!”, ma non è così. La fiducia e la disponibilità a collaborare sono
merce di pregio.
detto ha la portata di quei passaggi della Storia che lasciano il segno. Nei cuori come
nelle tradizioni, nei costumi istituzionali come negli stili di comportamento persona-
li, negli orizzonti di senso come nei perimetri della ragione umana. Di questa consa-
pevolezza faremo certamente tesoro nei giorni, nei mesi e negli anni a venire. Nessu-
no potrà mai dire che Benedetto XVI ha avuto paura della modernità. Lui è il Papa
che ha sigillato nella storia contemporanea il rapporto inscindibile tra fede e ragione.
E di questo la Chiesa intera, ma anche il mondo laico più avveduto, gliene sarà grato
per sempre. L’Occidente non ne potrà fare a meno per affrontare le sfide del futuro.
A partire dal confronto con i mondi nuovi che si affacciano sulla scena mondiale. Per
non parlare della secolarizzazione e del relativismo, da lui denunciati con passione
come la moderna malattia dell’umanità. Ciascuno di noi porta con sé un ricordo. Ma
di sicuro possiamo affermare che mai una parola di Benedetto XVI è stata sprecata -
conclude Delle Foglie -. E noi sappiamo bene da chi ha imparato. Da quel Gesù nei
cui occhi ha sempre cercato la luce”. (Articolo tratto da “La vita del popolo”)