Sacro iliaca e mobilità del bacino

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70/Scienza &Sport in loco dalle numerose strutture legamentose e muscolari che hanno relazione con questo. Infatti, molti muscoli di arti superiori e inferiori trovano inserzione proprio in uno o più punti del bacino. La principale responsabilità dell’articolazione sacro-iliaca (SI) è quella di trasferire il peso del corpo superiore alle estremità inferiori (Snijders et al., 1993; 1997; Vleeming et al., 1990; 1997 figura 2). L’articolazione sacro-iliaca deve anche sopportare le forze esercitate dal tronco quando questo si gira, si torce, tira o spinge. Quando questi movimenti esercitano una forza eccessiva sui legamenti che tengono insieme l’articolazione e sui muscoli che la connettono (come quando si sollevano dei pesi), così una forte tensione si sviluppa sull’articolazione (Mosbys, 2009). Diversamente da molte altre articolazioni, non vi sono muscoli che agiscono direttamente sulla sacro-iliaca. Il movimento che si verifica è il risultato dell’azione dell’ileo tramite le forze provenienti dalle anche e dal tronco (Gudgel, 2007). L’articolazione sacro-iliaca è poi “diartrodiale” vera. Le superfici articolari sono a forma di orecchio e contengono creste e depressioni irregolari. Nelle ossa iliache, la superficie articolare che interagisce Abstract IL BACINO È UNA STRUTTURA CHIAVE NELLA VALUTAZIONE BIOMECCANICA DEL MOVIMENTO UMANO. EVENTUALI RIDUZIONI DI MOBILITÀ POSSONO ALTERARE LA FUNZIONE E LA LUNGHEZZA DI MOLTI GRUPPI MUSCOLARI SIA DEGLI ARTI SUPERIORI SIA DI QUELLI INFERIORI. IN QUESTO ARTICOLO SARÀ DESCRITTO UN TEST CHE ANALIZZA SIA LA MOBILITÀ DELL ARTICOLAZIONE SACRO-ILIACA SIA DI QUELLA LOMBO-SACRALE E CHE CI PERMETTE DI VALUTARLA RISPETTO A QUELLA TORACICA E CERVICALE. SARANNO USATI NEL TEST LO STRUMENTO DEL SIT AND REACH E UNA PEDANA DI PRESSIONE. • Bacino • Articolazione sacro-iliaca • Mobilità • Prevenzione degli infortuni A natomicamente il bacino, nella nostra struttura scheletrica, ha un ruolo importante nell’esprimere un gesto di qualità ed è altrettanto rilevante per la prevenzione degli infortuni. Perché questo? Perché il bacino è un insieme di componenti che ha sub- componenti; ciò significa che si muove come un’unità, ma comunque c’è un’azione comune fra le strutture e le articolazioni che compongono il complesso e che lo formano. Il bacino è un osso formato dall’ileo destro e sinistro, dalla zona ischiatica destra e sinistra, dalle ossa del pube e dal sacro che si incunea tra le due parti iliache (figura 1). Quando il soggetto è in stazione eretta il bacino è anatomicamente “sospeso”, cioè sostenuto inferiormente dall’articolazione coxo-femorale e superiormente si relaziona tramite l’articolazione lombo-sacrale con la colonna vertebrale. Quindi, è un osso che nel cadavere a secco non è vincolato ad alcuna struttura, ma viene mantenuto La valutazione della mobilità del bacino come prevenzione degli infortuni allenamento e prevenzione

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in loco dalle numerose strutturelegamentose e muscolari che hannorelazione con questo. Infatti, moltimuscoli di arti superiori e inferioritrovano inserzione proprio in uno o piùpunti del bacino. La principaleresponsabilità dell’articolazione sacro-iliaca (SI) è quella di trasferire il peso del corpo superiore alle estremitàinferiori (Snijders et al., 1993; 1997;Vleeming et al., 1990; 1997 – figura 2).L’articolazione sacro-iliaca deve anche sopportare le forze esercitate dal tronco quando questo si gira, si torce,tira o spinge. Quando questi movimentiesercitano una forza eccessiva suilegamenti che tengono insiemel’articolazione e sui muscoli che laconnettono (come quando si sollevanodei pesi), così una forte tensione sisviluppa sull’articolazione (Mosbys,2009). Diversamente da molte altrearticolazioni, non vi sono muscoli cheagiscono direttamente sulla sacro-iliaca.Il movimento che si verifica è il risultatodell’azione dell’ileo tramite le forzeprovenienti dalle anche e dal tronco(Gudgel, 2007). L’articolazione sacro-iliaca è poi “diartrodiale” vera. Le superfici articolari sono a forma diorecchio e contengono creste edepressioni irregolari. Nelle ossa iliache,la superficie articolare che interagisce

Abstract

IL BACINO È UNA STRUTTURACHIAVE NELLA VALUTAZIONE

BIOMECCANICA DEL MOVIMENTOUMANO. EVENTUALI RIDUZIONI

DI MOBILITÀ POSSONO ALTERARELA FUNZIONE E LA LUNGHEZZA

DI MOLTI GRUPPI MUSCOLARI SIADEGLI ARTI SUPERIORI SIA DIQUELLI INFERIORI. IN QUESTO

ARTICOLO SARÀ DESCRITTO UNTEST CHE ANALIZZA SIA LA

MOBILITÀ DELL’ARTICOLAZIONESACRO-ILIACA SIA DI QUELLA

LOMBO-SACRALE E CHE CIPERMETTE DI VALUTARLA

RISPETTO A QUELLA TORACICA ECERVICALE. SARANNO USATI NEL

TEST LO STRUMENTO DEL SITAND REACH E UNA PEDANA DI

PRESSIONE.

• Bacino

• Articolazione sacro-iliaca

• Mobilità

• Prevenzione degli infortuni

Anatomicamente il bacino,nella nostra strutturascheletrica, ha un ruoloimportante nell’esprimere un

gesto di qualità ed è altrettanto rilevanteper la prevenzione degli infortuni.Perché questo? Perché il bacino è uninsieme di componenti che ha sub-componenti; ciò significa che si muovecome un’unità, ma comunque c’èun’azione comune fra le strutture e learticolazioni che compongono ilcomplesso e che lo formano. Il bacino è un osso formato dall’ileodestro e sinistro, dalla zona ischiaticadestra e sinistra, dalle ossa del pube e dalsacro che si incunea tra le due partiiliache (figura 1).Quando il soggetto è in stazione eretta ilbacino è anatomicamente “sospeso”,cioè sostenuto inferiormentedall’articolazione coxo-femorale esuperiormente si relaziona tramitel’articolazione lombo-sacrale con lacolonna vertebrale. Quindi, è un ossoche nel cadavere a secco non è vincolatoad alcuna struttura, ma viene mantenuto

La valutazione della mobilità del bacino come prevenzione degli infortuni

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con l’osso sacro è orientata versol’interno. Nella porzione superioredell’articolazione, il sacro e l’ileo nonsono in contatto, ma collegati da potentilegamenti posteriori, interossei eanteriori (figura 3). La metà anteriore einferiore è un’articolazione sinovialetipica con cartilagine ialina sullesuperfici articolari. L’articolazionesacro-iliaca è pertanto un’articolazioneassiale con una superficieapprossimativa di 17,5 cm quadrati. La sua superficie è liscia nei giovani ediviene irregolare nel tempo. Il movimento (principalmente dirotazione) si riduce con l’età, mentre un aumento del movimento è associatoalla gravidanza.L’articolazione (SI) è stabilizzata, comegià accennato, da una rete di legamenti emuscoli, che limitano anche la mobilitàin tutti i piani di movimento. Quellanormale prevede unmovimento di piccolaentità di circa 2-4 mm inogni direzione (Sashin,1930). I legamenti sacro-iliaci nelle donne sonomeno rigidi rispetto agliuomini, in modo daconsentire la mobilitànecessaria per il parto.I movimentiI movimenti del bacino, grazieall’articolazione sacro-iliaca, sono(Lavignolle, 1983):1. l’inclinazione in avanti

contemporanea di entrambe le ossailiache rispetto all’osso sacro;

2. la retroversione (o inclinazioneall’indietro) contemporanea dientrambe le ossa iliache rispettoall’osso sacro;

3. l’inclinazione in avanti di un ossoiliaco e la contemporanearetroversione dell’altro osso iliaco.

Questo movimento ha luogo durantela deambulazione oppure la corsa;

4. la nutazione (o flessione sacrale).Durante questo movimento, la basedel sacro (è la parte superiore diquest’osso) si sposta in basso e inavanti, mentre l’apice del sacro (è laparte inferiore) si muove all’indietro.Ciò comporta la diminuzione, intermini di diametro, dello strettoinferiore del bacino e l’ampliamento,

xxxxxxxxxxxxx

Mauro Testa• RESPONSABILE SCIENTIFICO DI BIOMOOVELAB E BIOMECCANICO

• HA LAVORATO COME BIOMECCANICOAL BELLINZONA, AL CHIEVO, AL PARMAE PER ULTIMO AL BOLOGNA

Figura 1Le parti che compongono il bacino.

Figura 2Forze che agisconosull’articolazione sacro-iliaca.

Figura 3Il legamentidell’articolazione sacro-iliaca.

1

2

3 legamento ant. longitudinale

ileo lombare

inguinale

IV vertebra

pube

ischio

ileosacro-iliaca

OSSA DEL BACINO

cresta iliacacresta iliaca

leg. sacro-liaco ant.

gran trocantere

leg. pubico sup

fibro cartilagineinterpubica

membranadell’otturatore

capsula articolare

legamento ileo-femorale

leg. arquato

spina iliacaanteriore-superiore

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sempre in termini di diametro, dellostretto superiore del bacino;

5. la contronutazione (o estensionesacrale). Durante questo movimento,la base del sacro si sposta in alto eindietro, mentre l’apice del sacro vain avanti e in basso. Ciò causal’aumento, in termini di diametro,dello stretto superiore del bacino e ladiminuzione, sempre in termini didiametro, dello stretto inferiore(figura 4).

Anatomicamente gli Autori descrivononumerosi assi attorno ai quali avvengonoi movimenti del sacro (Lee et al., XXXX):1. verticale (o asse di rotazione);

2. di Zaglas;3. assile;4. respiratorio;5. obliqui (o assi di torsione).Nella figura 5 gli assi di movimentodell’osso sacro.L’asse verticale è un asse ipoteticoattorno al quale il sacro effettuatamovimenti di rotazione destra e sinistra.Sono movimenti generalmenteconseguenti a malformazioni o situazionipost-traumatiche (individuabiliradiograficamente).L’asse di Zaglas è un asse trasversoattorno al quale il sacro effettuamovimenti di flessione ed estensione esono presenti, a differenza deimovimenti meccanici,indipendentemente dalla posizionespaziale del sacro.L’asse assile è un asse meccanico checorrisponde per alcuni Autori allegamento assile e per altri al punto diconvergenza dei bracci delle auricole(istmo). Attorno a questo asse il sacroeffettua la maggior ampiezza deimovimenti di nutazione econtronutazione.L’asse respiratorio è un asse trasversoattorno al quale avvengono movimenti dinutazione e contronutazione durante attirespiratori profondi. L’asse obliquo, o asse di torsione,rappresenta l’asse attorno al qualeavvengono i movimenti funzionalimaggiori dell’articolazione sacroiliaca.L’asse obliquo di sinistra parte dallaparte superiore del braccio cortodell’auricola di sinistra ed esce nellaparte inferiore del braccio lungodell’auricola di destra. L’asse obliquo didestra parte dalla parte superiore delbraccio corto dell’auricola di destra edesce nella parte inferiore del bracciolungo dell’auricola di sinistra. Il sacropuò effettuare, attorno a ciascun asseobliquo, movimenti di torsione in

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LE PATOLOGIELo sforzo meccanico e le lesioniall’articolazione sacro-iliaca sonoprodotti da una combinazione dicompressione verticale e rapidarotazione (ad esempio, trasportodi oggetti pesanti, torsione, balzi,cambi di direzione) o da cadute

sul fondoschiena. Lesioni diquesto tipo possono produrre

lassità legamentosa e consentonomovimenti anomali dolorosi.

L’instabilità può anche derivare dainterventi chirurgici sulla colonna

lombare in cui viene lesionatauna grande porzione del

legamento ileo-lombare. Il doloreall’articolazione sacro-iliaca può

anche essere provocato dadiscrepanza della lunghezza delle

gambe, anomalie di andatura,esercizio intenso e prolungato,

traumi, parto traumatico e fusionial sacro da forte scoliosi.

Un’articolazione sacro-iliaca nonlibera non consente la naturale

distribuzione dei carichi e diventadunque un altro fattore

predisponente la patologia.

BOX

■ Contro nutazione■ Nutazione■ Anteroversione■ Retroversione

4

5torsione

rotazione

assile

zaglas

torsione

iliacorespiratorio

flessione estensione

Figura 4I movimenti di

nutazione.

Figura 5Gli assi di movimento

dell’osso sacro.

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direzione della nutazione e dellacontronutazione. Nel movimento ditorsione attorno all’asse obliquo disinistra, l’emibase sacrale di destra sisposta anteriormente e l’angolo infero-laterale del sacro (AIL) di sinistraposteriormente (sacro in nutazione),oppure l’emibase di destra siposteriorizza e l’AIL di sinistra si muoveanteriormente (sacro incontronutazione). Nel movimento ditorsione attorno all’asse obliquo didestra, in nutazione l’emibase sacrale disinistra si anteriorizza e l’AIL di destrasi posteriorizza; in contronutazionel’emibase di sinistra si posteriorizza el’AIL di destra si anteriorizza.Il bacino durante le fasi dinamiche Nella figura 6 sono indicati i movimentidel bacino con corsa, torsione eoscillazione aumentate dal movimentodelle braccia. Durante la deambulazioneil sacro, racchiuso tra le iliache, effettuamovimenti di torsione attorno agli assiobliqui di destra e sinistra (movimentosacro-iliaco). Per consentire un normaleschema del passo, le due ossa iliacheeffettuano un movimento opposto,passando da una condizione dianteriorità a una posteriorità, attorno aun asse anteriore in corrispondenza dellasinfisi pubica e attorno a un asseposteriore a livello del sacro(movimento ileo-sacrale). Nellarotazione anteriore dell’osso iliacoquest’ultimo ruota in avanti rispetto alsacro con la spina iliaca anterosuperioreche viene portata anteriormente, in bassoe verso l’esterno, mentre la spina iliacaposterosuperiore si sposta in direzioneanterosuperiore e il pube verso il basso.Nella rotazione posteriore dell’ossoiliaco la spina iliaca anterosuperioreviene portata verso posteriormente, inalto e verso l’interno, la spina iliacaposterosuperiore in direzione

posteroinferiore e il pube verso l’alto. Imovimenti descritti a livello del sacrocorrispondono, in maniera inversa, aquelli effettuati dall’iliaca. È facilequindi comprendere come learticolazioni sacro-iliache sonosollecitate in senso opposto a ogni passo.Nella marcia, il piede al suolo trasmetteuna forza ascendente lungo l’arto che siapplica a livello dell’articolazione coxo-femorale. Poiché l’articolazionesacro-iliaca si trova posteriormente,questo si manifesta a livello dell’iliacacon un movimento di posteriorità. Ilpeso del tronco trasmette una forzadiscendente che tende a rendereorizzontale l’emisacro. Riassumendo,durante l’appoggio monopodalico siregistra, dalla parte dell’appoggio alsuolo, un sacro che si “orizzontalizza” eun’iliaca che si “posteriorizza”. Dallaparte dell’arto inferiore sospeso, il pesodi questo genera una forza discendentesull’iliaca, a partire dalla coxo-femorale:l’iliaca subisce così un movimento di

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anteriorità e l’emisacro di questo latotende a verticalizzarsi. Ne consegue unasollecitazione di taglio della sinfisipubica che tende a innalzare il pube dallato portante e ad abbassarlo dal latosospeso. La cintura pelvica deve avere,pertanto, una propria mobilità di insiemee al tempo stesso una certadeformabilità, al fine di adattarsi aglisforzi asimmetrici che nella quotidianitàsi presentano. Le ali iliache costituisconoimportanti bracci di leva per tutte quellecatene muscolo-fasciali che vi siinseriscono a partire dal tronco e dagliarti inferiori. È del tutto evidente che lamobilità dell’articolazione sacro-iliaca(SI) condiziona la statica e la dinamicadel bacino nel suo insieme econseguentemente degli arti inferiori edel tronco. Per molti anni era consolidatal’opinione che la SI fosse priva dimovimento, oggi sappiamo che non ècosì: i movimenti legati al fulcro diquesta importante articolazione sonodefiniti come abbiamo visto “nutazione econtronutazione”. Durante la corsa oanche semplicemente la camminata, gliilei e il sacro si muovono tra lorotorsionalmente e obliquamente; questamobilità è importante per evitare allamuscolatura del bacino allungamentieccesivi dovuti a una zona inserzionalerigida. Ad esempio, un bicipitemassimamente allungato in uno sprint oin un balzo deve trovare la sua emipartedi ileo in grado di fare tilt (nutazionemonolaterale) posteriore, riducendo cosìil rischio di stiramento del muscolostesso. Da quanto sopra, comprendiamol’importanza della valutazione del gestosportivo, ad esempio della corsa o dellosprint (ricordando che questi atti motorisono spesso generati a seguito diimportanti valori di forza espressa perl’esecuzione del gesto stesso): saràsemplice così per lo specialista inbiomeccanica trovare la relazione tra ladinamica del bacino e la prevenzione da

infortuni in quest’area. Vale la penaancora una volta sottolineare il ruolodeterminante di un’articolazione SI benfunzionante, in ambito preventivo, sumuscoli come gli ischiocrurali o altridelle pelvi che trovano nel bacino una opiù zone di inserzione. Possiamo quindidire che pattern motori della parte altadel tronco alterati o di quella bassapossano trovare nel bacino la sede delloro compenso? E come valutiamo lamobilità della SI?Stato dell’arte della valutazione della SILo studio della mobilità e della funzionedella sacro iliaca parte nel 1905 daLovett sui cadaveri a secco; vengono poiintrodotte tecniche in vivo più modernecome radiografie, risonanze magnetiche,TAC, ricostruzioni al computer conelementi finiti, stereofotogrammetria,elettromiografia e tecniche di palpazionivarie. I test sono ovviamente diversi peri pazienti sani rispetto a quelli chesoffrono di mal di schiena localizzatonella parte inferiore della stessa. Lascarsità di strumenti utili a valutareun’area della macchina biologica umanaper noi così importante oltre allacomplessità e al costo degli strumentiutilizzati ci ha indotto a pensare a unnuovo test che vorremmo proporre comeelemento di valutazione della mobilitàdella sacro-iliaca.Il test Biomoove, la biomeccanica Siamo partiti per sviluppare il nuovo testda uno già esistente, ma utilizzatonormalmente per la valutazione dellaflessibilità della colonna e del cingoloscapolare. Il test in questione è il Sit andReach test; storicamente questo vienedescritto per la prima volta da Wells &Dillon nel 1952 (foto A).Biomeccanicamente il test in questione(sebbene molti ne evidenzino

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giustamente i limiti) ha dei vantaggi.Uno di questi è che viene eseguito acatena cinetica chiusa. Quindi, se ilposizionamento è corretto e controllatodall’operatore, il test è fortementeripetibile, poco operatore-dipendente epoco atleta-dipendente. In questo modo,non è richiesta alcuna tecnica esecutiva aquest’ultimo. Pertanto, noncoinvolgendo aspetti coordinativi etecnici, la ripetibilità è alta. È un testsemplice che necessita di attrezzaturaridotta, dura pochi secondi e non è pernulla invasivo. Per alcuni sport a catenacinetica chiusa (come ciclismo) èaddirittura sport specifico.Il Sit and Reach richiede che il soggettosia seduto con la schiena dritta, quindicon un angolo pelvico di circa 90°, conle gambe allungate e distese eappoggiate sotto un ripiano facente partedello strumento usato per la valutazionein questo test. Lo stesso piano è usatodall’atleta per scivolare con le maniposte sopra lo stesso al fine di riuscire ad allungarsi il più possibile senzapiegare le ginocchia. La misura rilevata sul piano di appoggiodelle mani rappresenterà il valore dimobilità della schiena e delle spalle delsoggetto in esame. Nel test Biomoove il soggetto è posto come nel test appenadescritto, ma seduto su una pedanacapacitiva di pressione normalmenteusata per la posturografica o labaropodometria (foto B e C).A differenza del Sit and Reach il test hauna durata di 1 min, nel qualel’individuo con entrambe le bracciaparallele cerca in avanti la posizionemassima per poi tornare a una con laschiena “a squadra”. L’alternativa a questa dinamica semprenell’arco del minuto è il soggetto che sispinge avanti e torna, maalternativamente con un braccio, mentrel’altro resta fermo incrementando inquesto modo le torsioni del cingolo

pelvico e scapolare, quasi a riprodurre ilgesto di torsione del tronco effettuatodurante i cambi di direzione.La ragione della durata di un minuto deltest è duplice; raccogliamo piùmovimenti di flessione ed estensione deltronco, ottenendo una media del dato cheriduce gli errori esecutivi; inoltre, siamoin grado di leggere la capacità delsistema motorio in esame di fare riusoelastico o in termini più fisici di saperstoccare energia potenziale elastica nelsuo sistema, restituendoci così un datopiù significativo sulla reale mobilità delsoggetto nell’area sacrale.Perché insistiamo nell’affermare cheriusciamo a leggere in questo modo lamobilità sacro-iliaca? Il soggetto sedutograva con il proprio peso sulle duetuberosità ischiatiche. Questa posizione“àncora” tramite le due tuberosità i dueilei, riducendone la mobilità sia nelsenso torsionale sia nei movimenti di tiltanteriore o posteriore degli stessi. Inpratica, questi risultano stabilizzati dalcarico del peso del soggetto.Quando viene richiesto al soggetto dipiegarsi in avanti con il tronco e poi di ritornare in posizione per un minuto,la parte che può maggiormente garantirequesta mobilità è quella nell’area dellasacro-iliaca. Sarà cioè il sacro a farenutazione e contronutazione durante il test, evidenziando la capacitàposseduta dall’atleta di ottenere questomovimento. La pedana registra ilmovimento dei CoP, cioè dei Centri di Pressione dei due punti in appoggio(le tuberosità ischiatiche),manifestandoli graficamente con unrettangolo (il rettangolo pelvico), che indica un’eventuale differenza dimobilità tra parte destra e sinistra delsoma, ma anche informando l’operatoregrazie a dei dati sulla quantità (in mm) di percorso effettuato dal CoP centraledurante il test.Questo ultimo valore indica chiaramente

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Foto AIl test Sit and Reach.

Foto B e CIl test Biomoovenelle due modalità.

A

B

C

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una sacro-iliaca in blocco e ci informaanche sul lato in cui il blocco èmaggiormente presente. Dai dati sin quiregistrati un valore inferiore ai 10 mm dimovimento del CoP generale indica unbacino fortemente in blocco, mentrevalori superiori a 30 mm evidenziano unbacino libero in questa zona. Perverificare l’attendibilità del datoripetiamo sempre sia in giorni differentisia in orari diversi il test, ritrovandosempre la stessa indicazione. Così siamoin grado di registrare miglioramentianche significativi su soggetti sottopostia trattamento fisioterapico di sbloccooppure trattati con esercizi di mobilitàspecifici per quest’area.Il test è facilmente ripetibile, nonoperatore-dipendente e all’atleta sonorichiesti due soli aspetti per eseguirlo inmodo soddisfacente: non piegare leginocchia durante la flessione anterioredel tronco mantenendo le caviglie a

squadra e i piedi ben appoggiati allostrumento del Sit and Reach; inoltre,nella fase di ritorno alla verticale deltronco si chiede di evitarel’iperestensione posteriore. Percontrollare questo usiamo inserire unostacolino alto alle spalle dietro allaschiena del soggetto in modo tale chel’individuo non alteri il dato di mobilitàa motivo di un’iperestensione posteriore.Materiali e metodiSono stati valutati 22 soggetti calciatoriprofessionisti di serie A nella stagione2016-2017 a cui era riscontrata unascarsa mobilità della sacro-iliaca erivalutati dopo lavoro di mobilizzazionedel bacino. Ognuno di loro ha svolto piùvolte il test come descritto ed è stataverificata la qualità esecutiva delmovimento. Abbiamo usato una pedanaSensor medica maxi e uno strumento Sit and Reach dalle dimensioni di 60 x 60 x 70 cm (lunghezza del pianosuperiore) per lato. L’altezza dellostrumento di 60 cm è stata scelta peressere utilizzata dal 95 percentile degliatleti senza che questi partano già con laschiena piegata. Abbiamo correlato intutti i soggetti della rosa gli infortuniprecedenti con problematiche di bloccoo di troppa mobilità del bacino. I valori espressi in mm e contrassegnaticon il rosso sono quelli consideratiipomobili di bacino, quelli in giallorappresentano atleti anche loro pocoflessibili e quelli contrassegnati in verdesono considerati con valori ottimali (siricorda che si tratta di dati elaborati dalsoftware della pedana e che registrano ilmovimento del COP del soggettodurante il test rappresentato dallalunghezza dell’ellisse posturale).La LAI è la larghezza del bacino ed è anch’essa valutata per escludere che le forze verticali derivate dal peso in un soggetto con bacino piccolopotessero essere causa di infortuni da

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GIOCATORI VALORIMM

LAI PREV. INF.

ARTOLUNGO

NOTE

XXXX 12,28 138 sn blocco a sn

XXXX 9,18 134 sn sn ipomobile a dx

XXXX 16,32 132 sn sn blocco a sn

XXXX 32,45 142 sn blocco a destra

XXXX 11,09 133 sn blocco a dx

XXXX 3,72 132 dx blocco dx

XXXX 10,77 130 blocco a dx

XXXX 10,98 132 dx dx blocco a dx

XXXX 32,89 135 ant rot sn

XXXX 4,84 126

XXXX 7,88 140 dx

XXXX 18,48 135 dx dx

XXXX 7,94 143 dx dx blocco dx

XXXX 17,28 118 dx dx

XXXX 5,22 134 dx blocco dx

XXXX

XXXX 8,62 124 sn dx blocco sn

XXXX 16,69 145 dx blocco a dx

XXXX 8,33 146 sn blocco dx

XXXX 7,34 126 sn

XXXX 4,29 134 sn dx

XXXX 10,93 123 dx

Tabella AI dati del test.

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sovraccarico. Per “Prev. Inf.” sonoindicati gli infortuni precedenti (nonclassificati per tipologia ma solo per areadel corpo), mentre per “Arto lungo” lesituazioni in cui il soggetto haun’ipometria vera o presunta. Nelle notesono stati inseriti i blocchi evidenziatidal rettangolo posturale ricavato duranteil test (tabella A). I soggetti evidenziati in rosso sono anchequelli che generalmente lamentavanomaggiore affaticamento muscolare inparticolare alla catena posteriore dellagamba. Si possono notare, inoltre, inmolti casi, delle ripetizioni trovate graziealla correlazione tra i fattori di rischio intabella e le precedenti aree del somainfortunato; ad esempio, arto lungodestro con prevalenza di infortuni adestra e magari blocco del bacino inanteroversione o tilt o inclinazione dallostesso lato. Non crediamo, insomma, chel’articolazione sacro-iliaca sia una causadi infortunio primario, ma che funzionipiù come “salvavita” se il soggetto èportatore di fattori di rischio. A 8 diquesti giocatori contrassegnati in rosso(la casella in assenza di dato indica unvalore inferiore a 4) è stato proposto unallenamento personalizzatocomprendente esercizi di miglioramentodella mobilità del bacino con cadenzasettimanale da eseguire a iniziosettimana (ad esempio, martedì emercoledì), prima e dopo la sessione eprima della gara nella fase diriscaldamento. I miglioramenti hannoregistrato un incremento medio di 1,5mm per mese con differenze ovviamentepersonali tra diversi giocatori e con unariduzione marcata del senso di “pieno”alle catene posteriori lamentato da questisoggetti (figura 7 e 8, il dato di esempiodi un atleta).DiscussioneSinceramente è necessario continuare ainvestigare in questa direzione

continuando a utilizzare questoapproccio e magari migliorandoulteriormente il test, rendendolo piùsemplice e accessibile a tutti. I dati così come le correlazioni non sonoad oggi sufficienti per affermarel’esistenza di una stretta causa/effetto tra infortuni dei muscoli con inserzionenell’area del bacino e una disfunzionedella sacro-iliaca. Ma sono sufficientiper inserire questa tra le potenziali causeche possono generare uno stop forzatodell’atleta o una sua provvisoriainabilità; pertanto occorre inserire lasacro-iliaca tra le zone del soggettoimportanti da monitorare nonescludendola come invece purtroppoaccade oggi. �

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www.scienzaesport.it

La bibliografia completa alle pagine 85-97