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1 Anche quest’anno abbiamo il dono di celebrare la santissima notte di Natale. Notte di sentimenti profondi, di emozioni, di grandi pensieri; notte di preghiera, di contemplazione e di adorazione. Tutti noi, anche quelli che forse vanno poco in chiesa o vi entrano per la prima volta, vanno a questa Messa con qualche attesa, con qualche speranza, pur se forse non sappiamo esprimerla. È la speranza di essere riportati al nostro essere più vero, di ritrovare la nostra semplicità e schiettezza originaria, semplicità e schiettezza che abbiamo magari vissuto da bambini davanti al presepio. Eppure le letture della Messa di Natale non sono affatto semplici; non ci parlano di per sé né di Betlemme, né del presepio e nemmeno di Gesù Bambino, cioè di realtà che istintivamente ci aspettiamo. Sono invece testi di alta teologia, dedicati al mistero dell'Incarnazione, e richiederebbero da parte nostra una meditazione seria. Vorrei provare ad andare al di là, oltre il muro delle frasi difficili, e chiedermi con voi che cosa può voler dire alla nostra fantasia e al nostro cuore l'espressione: «il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi ». È l'affermazione che sta al centro della pagina evangelica e che riassume, nella sua brevità tutto il mistero di questa notte. Pensiamo allora a qualche brano più concreto del Vangelo, che probabilmente ricordiamo anche se vagamente: Gesù che piange davanti alla tomba del suo amico Lazzaro; Gesù che accarezza i bambini che vengono portati a lui; Gesù che guarda con tenerezza il giovane ricco che gli domanda che cosa fare per essere perfetto; Gesù che si indigna di fronte alla durezza degli ipocriti; Gesù che è invaso dalla tristezza nel giardino della sua agonia; Gesù che si lascia inchiodare alla croce e muore nella solitudine. Sono tutti episodi che ci fanno comprendere come il mistero di Dio si è fatto lacrime e pianto, si è fatto carezza e tenerezza; il Santo ha preso la misura e la figura dell'indignazione e della collera; l'Inaccessibile ha assunto la veste della tristezza e del dolore; il Trascendente ha preso la forma della debolezza; l'Onnipotente ha assunto la figura della morte in solitudine. E questo tra noi, per noi, in mezzo a noi. Quando dunque avremo richiamato tante pagine concrete del Vangelo, che raccontano il pianto, le carezze, la tenerezza e la gioia di Gesù, la sua indignazione e la sua tristezza, e le avremo applicate al mistero trascendente e altissimo di Dio, forse capiremo meglio il significato dell'annuncio proclamato in questa notte: «II Verbo si è fatto carne». Capiremo qualcosa del senso del Natale, cioè di una presenza del divino nella storia concreta di un uomo, di una presenza del mistero di Dio tra noi; di un Dio che prende su di sé le nostre debolezze quotidiane, che condivide la nostra esistenza, spesso affaticata e stanca, che entra nel mistero della nostra sofferenza e della nostra morte. La presenza e la condivisione di Dio della nostra vita non è solo di 2017 anni fa, ma continua e si manifesta oggi, nel nostro tempo, adesso, in questa santa notte. Perché ANNO XXIII NUMERO 3 S. NATALE 2017 FOGLIO DI INFORMAZIONE DELLA PARROCCHIA SS. PIETRO E PAOLO DI AZZANO MELLA BUON NATALE

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Anche quest’anno abbiamo il dono di

celebrare la santissima notte di Natale. Notte

di sentimenti profondi, di emozioni, di grandi

pensieri; notte di preghiera, di

contemplazione e di adorazione.

Tutti noi, anche quelli che forse vanno poco

in chiesa o vi entrano per la prima volta,

vanno a questa Messa con qualche attesa, con

qualche speranza, pur se forse non sappiamo

esprimerla. È la speranza di essere riportati al

nostro essere più vero, di ritrovare la nostra

semplicità e schiettezza originaria, semplicità

e schiettezza che abbiamo magari vissuto da

bambini davanti al presepio.

Eppure le letture della Messa di Natale non

sono affatto semplici; non ci parlano di per sé

né di Betlemme, né del presepio e nemmeno

di Gesù Bambino, cioè di realtà che

istintivamente ci aspettiamo.

Sono invece testi di alta teologia, dedicati al

mistero dell'Incarnazione, e richiederebbero

da parte nostra una meditazione seria.

Vorrei provare ad andare al di là, oltre il

muro delle frasi difficili, e chiedermi con voi

che cosa può voler dire alla nostra fantasia e

al nostro cuore l'espressione: «il Verbo si fece

carne e venne ad abitare in mezzo a noi».

È l'affermazione che sta al centro della pagina

evangelica e che riassume, nella sua brevità

tutto il mistero di questa notte. Pensiamo

allora a qualche brano più concreto del

Vangelo, che probabilmente ricordiamo anche

se vagamente: Gesù che piange davanti alla

tomba del suo amico Lazzaro; Gesù che

accarezza i bambini che vengono portati a lui;

Gesù che guarda con tenerezza il giovane

ricco che gli domanda che cosa fare per essere

perfetto; Gesù che si indigna di fronte alla

durezza degli ipocriti; Gesù che è invaso dalla

tristezza nel giardino della sua agonia; Gesù

che si lascia inchiodare alla croce e muore

nella solitudine.

Sono tutti episodi che ci fanno comprendere

come il mistero di Dio si è fatto lacrime e

pianto, si è fatto carezza e tenerezza; il Santo

ha preso la misura e la figura

dell'indignazione e della collera;

l'Inaccessibile ha assunto la veste della

tristezza e del dolore; il Trascendente ha preso

la forma della debolezza; l'Onnipotente ha

assunto la figura della morte in solitudine.

E questo tra noi, per noi, in mezzo a noi.

Quando dunque avremo richiamato tante

pagine concrete del Vangelo, che raccontano

il pianto, le carezze, la tenerezza e la gioia di

Gesù, la sua indignazione e la sua tristezza, e

le avremo applicate al mistero trascendente e

altissimo di Dio, forse capiremo meglio il

significato dell'annuncio proclamato in questa

notte: «II Verbo si è fatto carne». Capiremo

qualcosa del senso del Natale, cioè di una

presenza del divino nella storia concreta di un

uomo, di una presenza del mistero di Dio tra

noi; di un Dio che prende su di sé le nostre

debolezze quotidiane, che condivide la nostra

esistenza, spesso affaticata e stanca, che entra

nel mistero della nostra sofferenza e della

nostra morte.

La presenza e la condivisione di Dio della

nostra vita non è solo di 2017 anni fa, ma

continua e si manifesta oggi, nel nostro

tempo, adesso, in questa santa notte. Perché

ANNO XXIII – NUMERO 3

S. NATALE 2017

FOGLIO DI INFORMAZIONE DELLA PARROCCHIA SS. PIETRO E PAOLO DI AZZANO MELLA

BUON NATALE

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Gesù Figlio di Dio e Verbo del Padre, si fa

ora perdono attraverso le parole del perdono

della Chiesa nel sacramento della penitenza;

Gesù ci parla attraverso le parole della Messa;

Gesù si fa cibo tra le mie mani che

consacreranno il pane eucaristico; Gesù viene

nel nostro cuore come nutrimento e come

amico. Dio vuole entrare fino in fondo nella

nostra umanità sempre un po' stanca e opaca,

per renderla partecipe della sua energia

divina, la quale attraversa tutti i tempi,

penetra nell'oggi e ci fa vivere, fin da ora,

l'inizio della pienezza eterna.

Il Verbo si è fatto Bambino, è diventato

membro della razza umana, si è fatto uomo, è

morto, è risorto, si fa presenza viva a ciascuno

di noi.

A noi è chiesto semplicemente di

riconoscerlo, di aprire le braccia alla sua

venuta; allora ogni Natale è un Natale nuovo,

è una nuova offerta di amicizia e di

condivisione che Dio rivolge ad ogni persona

umana.

E da parte nostra, ogni atto di accoglienza, di

giustizia, di perdono, di comprensione, di

solidarietà è il coronamento naturale della

celebrazione del Natale.

Così gli auguri che ci scambiamo avranno il

sapore della consolazione.

Gli auguri di «buona festa» sgorgheranno

davvero dall'esperienza che la nascita del

Figlio di Dio in noi, in ciascuno di noi, è fonte

di pace, di serenità, di apertura di cuore, di

libertà, di cambiamento di vita.

Preghiamo questa notte insieme, gli uni per

gli altri.

Preghiamo affinché la luce del Verbo

incarnato illumini, rischiari tante situazioni

confuse, tanti luoghi di dolore: penso ai

malati, alle persone sole, a chi passerà le feste

negli ospedali, nelle case di cura, penso ai

terremotati, agli stranieri soli: penso a quanti

sono nella sofferenza e nella disperazione.

Affidiamo le nostre preghiere e i nostri

desideri all'intercessione di Maria Madre di

Gesù.

Ella, che nel silenzio adorante contempla il

volto del Verbo che in lei ha preso carne e in

lui, contempla il volto di tutti gli uomini e le

donne della terra, specialmente dei più

sofferenti nel corpo e nello spirito.

Con questi sentimenti, ci diciamo: Buon

Natale!

Don Domenico,

Don Renato,

Don Battista

La storia della matita

Il bambino guardava la nonna che stava scrivendo una lettera. Ad un certo punto, le domandò: "Stai scrivendo

una storia che è capitata a noi? E che magari parla di me?".

La nonna interruppe la scrittura, sorrise e disse al nipote: "E' vero, sto scrivendo qualcosa di te. Tuttavia, più

importante delle parole è la matita con la quale scrivo. Vorrei che la usassi tu, quando sarai cresciuto".

Incuriosito il bimbo guardò la matita senza trovarvi alcunché di speciale.

"Ma è uguale a tutte le altre matite che ho visto nella mia vita!".

"Dipende tutto dal modo in cui guardi le cose. Questa matita possiede cinque qualità: se riuscirai a trasporle

nell'esistenza, sarai sempre una persona in pace con il mondo.

Prima qualità: puoi fare grandi cose, ma non devi mai dimenticare che esiste una mano che guida i tuoi

passi."Dio": ecco come chiamiamo questa mano! Egli deve condurti sempre verso la sua volontà.

Seconda qualità: di tanto in tanto, devo interrompere la scrittura e usare il temperino. E' un'azione che provoca

una certa sofferenza alla matita ma, alla fine, essa risulta più appuntita. Ecco perché devi imparare a sopportare

alcuni dolori: ti faranno diventare un uomo migliore.

Terza qualità: il tratto della matita ci permette di usare una gomma per cancellare ciò che è sbagliato.

Correggere è un'azione o un comportamento non è necessariamente qualcosa di negativo: anzi, è importante per

riuscire a mantenere la retta via della giustizia.

Quarta qualità: ciò che è realmente importante nella matita non è il legno o la sua forma esteriore, bensì la

grafite della mina racchiusa in essa. Dunque, presta sempre attenzione a quello che accade dentro di te.

Ecco la quinta qualità della matita: essa lascia sempre un segno. Allo stesso modo, tutto ciò che farai nella

vita lascerà una traccia: di conseguenza, impegnati per avere piena coscienza di ogni tua azione".

Don Domenico

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“Tra moglie e marito”

Il regalo di Natale

«Ogni volta succede immancabilmente la stessa cosa!» commenta Edward, ridendo di gusto. «Io mi presento e dico: "Mi chiamo Edward, e vengo da Pretoria". E più di una volta, anziché Pretoria capiscono Pistoia!». Edward parla perfettamente l'italiano. Al suo italiano perfetto, però, aggiunge una lieve inflessione straniera, che porta gli interlocutori, incuriositi, a domandargli da dove venga. «Mi scusi...» puntualizza Edward cortesemente «non sono di Pistoia, ma di Pretoria, Sudafrica!». Ma qui le cose vanno ancora peggio: l'interlocutore spesso rimane sbalordito: «Sud... Africa?!». Già: perché per molti «Africa» significa solo pelle nera, occhi neri e capelli neri, come l'ebano o come la pece... E invece Edward è bianco che pare albino, ha gli occhi azzurri e chiari, ed è biondo come un campo di grano. Ma non c'è in realtà nulla di strano: i nonni di Edward, come molti sudafricani, erano di origine olandese.

Certo non lo sapevano i genitori di Silvia, brianzoli, mobilieri da tre generazioni, quando la figlia, una domenica sera del mese di novembre del 1994, annunciò in casa che era fidanzata con un sudafricano. A Silvia piacevano i colpi di scena, aveva un grande senso dell'umorismo e sapeva che i suoi erano un pochino razzisti: e si divertì un mondo nel vedere la madre farsi aria con il fazzoletto, come se fosse venuto a mancarle l'ossigeno, e il padre sbiancare al punto da diventare più bianco di Edward e di tutta la sua genealogia olandese.

Edward e Silvia si erano sposati l'anno

successivo, nel 1995.

Benché il livello economico della famiglia di lei fosse piuttosto elevato, i due giovani sposi non avevano voluto troppi aiuti economici e si erano arrangiati da soli anche per cercare e affittare una casa. Edward si era licenziato dalla società petrolifera presso cui lavorava facendo la spola fra l'Europa e il Sudafrica, e aveva trovato lavoro presso una società di import-export, anche se, in questo modo, aveva dovuto accettare un livello di impiego notevolmente inferiore a quello precedente. Il

suo stipendio e la sua posizione sociale erano cambiati... un po' in peggio. Agli inizi, però, era così bello per Edward e Silvia poter vivere finalmente insieme, che non ci facevano caso. Con il passare del tempo, però, la situazione si fece pesante per l'orgoglio di Edward, che cominciò a intristirsi, consapevole del fatto di non essere riuscito a dare a Silvia ciò che sin dall'inizio avrebbe voluto: una bella casa, qualche cena al ristorante, magari una vacanza a Parigi. E la situazione peggiorò quando Edward si vide recapitare a casa una richiesta di pagamento per alcuni debiti che un suo fratello aveva contratto in Sudafrica anche a nome suo. Non si trattava di una grossa cifra, ma... proprio non ci voleva! Edward sentì in cuor suo di avere fallito. Silvia non gli faceva pesare quanto stava accadendo e capiva il rifiuto di Edward all'invito pressante dei suoceri, mobilieri, di accettare un posto di lavoro presso l'azienda familiare. Però l'amarezza e la delusione, pian piano, finirono per investire anche il loro rapporto di sposi, che divenne teso, senza slanci, fatto di piccole recriminazioni e di lunghi silenzi.

Edward decise di partire per Pretoria nel mese di dicembre del 2000 per capire meglio e intervenire di persona sulla questione dei debiti del fratello. In realtà non c'era molto da capire e neppure da fare. Forse, e soprattutto, Edward voleva «staccare» un po', respirare un po' di aria del proprio paese e riflettere. Giunto in Sudafrica, però, subito, ma proprio subito, capì quanto Silvia fosse importante per lui; ricordò i tempi del fidanzamento, quando doveva farsi quattordici ore di volo e a volte anche di più, facendo scalo a Francoforte o ad Amsterdam, per poter stare insieme a Silvia magari per mezza giornata; si accorse di quanto gli mancasse il suono dolce e familiare dell’italiano, che era la lingua di sua moglie… Alla vigilia di Natale tornò in Italia. Aveva con sé un diamante, piccolo e lucente: un dono per Silvia; un simbolo che racchiudeva alla perfezione ciò che Silvia rappresentava per lui.

I suoceri un po' si inquietarono. «È un incosciente! » esclamò il padre. «Con i debiti da pagare, una casa che sembra una catapecchia... un diamante?! Manca di senso pratico!». Ma poi, l'anziano padre, brianzolo, mobiliere da tre generazioni, incrociò lo sguardo della moglie e i due si commossero. E così fu per Silvia.

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Un regalo non «serve» a niente. Un regalo manca di senso pratico. A volte però racchiude in se stesso ciò che molte parole non riuscirebbero a dire. Per questo un regalo è bello: soprattutto per ciò che riesce.

Non sempre le cose che allietano la vita di una

persona o di una famiglia sono cose «pratiche».

In un certo senso non “servono” proprio a nulla;

eppure possono «significare» molto. Se non

significano nulla sono soldi buttati e uno scandalo per

chi vive in povertà.

Un mazzo di fiori, una festa, una serata al ristorante:

non sono cose «pratiche».

Ma se sono il segno di un amore «esagerato», allora...

qualche volta è bello e importante che la persona

che amiamo riceva un regalo «esagerato».

SALUTI DAL PERÙ!

Polloc 09/08/2017

Caro Don Domenico,

come stai? Qua è davvero bello… vorrei prestarti i miei occhi perché possa vedere quello che vedo io

tutti i giorni. La vita è molto diversa, il tempo scorre lentamente, il silenzio è una delle cose che mi sta

colpendo molto…

Ora, fino alla fine di settembre, vivo nella scuola d’arte femminile con altre due ragazze italiane, un

ragazzo peruviano e una ventina di ragazzine. Ci sono numerose regole che, però, le ragazze non

rispettano e quindi sono perennemente in castigo…

I poveri bussano in continuazione per chiederti viveri e ogni volta mentre li consegno penso: “COME

POSSO DIRGLI DI NO?!”. Ti guardano con quel volto sporco e sorridente, con vestiti rotti e

sporchi. Il sabato e la domenica faccio oratorio… le ragazze della foto sono le mie ragazze

dell’oratorio… mi sembra di vivere in un’opera d’arte il cui artista è il Signore.

La cosa che mi ha colpito è l’aiuto al povero… un sabato con le ragazze siamo andate a portare i

viveri ad una coppia (marito e moglie) conosciuti come “los muditos”: non sentono, non parlano e

non vedono… per arrivare da loro il cammino è stato lungo e faticoso, avevo lo zaino pieno di viveri,

mi domandavo perché lo stavo facendo, ma quando sono arrivata da loro è stata una sensazione

strana, come se il mio cuore di pietra si stesse rompendo dando spazio a un cuore caldo…

Penso spesso ai ragazzi di Azzano Mella… la Denise, Alessandro Barbieri, Emanuele, la Giada; la

Giorgia, Liam, Kayl, Andrea, i gemelli Marco e Andrea, Loca Zola, Lorenzo… e anche a tutte le

persone della parrocchia che ho incontrato e a cui voglio molto bene…

Qui c’è bisogno d’aiuto e ne serve molto ma io sola senza l’aiuto di qualcun altro non posso fare

nulla… ti chiedo aiuto… Con la parrocchia sarebbe bello se raccoglieste qualcosa : soldi, viveri…

vedete voi…

Quanto vorrei fossi qui con me…

Questo, secondo me, è un grande regalo… non c’è sera che non penso a quanto sono grata al Signore

che i miei genitori abbiano incontrato questa realtà e che i miei che mi abbiano sempre appoggiata

anche se per loro era sacrificio ( anche tutt’ora).

Aspetto tue notizie…

Come va lì ad Azzano?

Ti porto nel cuore…

Con affetto, SORELLA VALE

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RINATI NELLO SPIRITO

Barbaglio Daniele

Moiana Bianca

Maresca Gianluca

Maresca Matilde

Anni Carlo Alberto

Raineri Erika

Zecchini Francesco

Montanavelli Cristian

Lodrini Matilde

MATRIMONI

Agnelli Gianbattista – Adreoletti Stefania

Birbes Oscar – Delpero Valentina

Zuccarello Luca – Armano Natalia

Ponzoni Alberto – Rivetti Veronica

Pedrana Norman – Metelli Chiara

S. Battesimo Moiana Bianca (3/09/2017)

S. Battesimo Moiana Bianca (3/09/2017)

TORNATI ALLA CASA DEL PADRE

Mensi Maurizio

Carnesecca Angelo

Cavagnoli Rosalia

Scalvenzi Pier Enrico

Albini Ottorino

Lanzanova Enrico

Serventi Paola

Boldini Caterina

Baronchelli Alessandro

Varisco Savina

S. Battesimo Lodrini Matilde (5/11/2017)

ANAGRAFE PARROCCHIALE

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Matrimonio Ponzoni Alberto e Rivetti Veronica

16/09/2017

Matrimonio Zuccarello Luca e Armanu Natalia

22/09/2017

INAUGURAZIONE DEI LOCALI

RISTRUTTURATI DEL BAR DELL’ORATORIO

DOMENICA 24 DICEMBRE

dopo la S. Messa delle ore 10.00

CONTRIBUISCI ANCHE TU CON UN AIUTO PER IL NOSTRO ORATORIO!

IBAN IT 05 W 08575 58100 000000130763

CODICE FISCALE 80012770170 PARROCCHIA SANTI PIETRO E PAOLO

p.za Sagrato ss. Pietro e Paolo, 2

25020 – Azzano Mella

Per le persone giuridiche c’è la possibilità della deduzione fiscale.

Per info chiedere direttamente a don Domenico

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DICEMBRE

18-22 dicembre 18.00 Chiesa parrocchiale Novena di Natale

24 dicembre 24.00 Chiesa parrocchiale S. Messa di mezzanotte

25 dicembre 7.30-10.00-18.00 Chiesa parrocchiale S. Messa

25 dicembre 17.40 Chiesa parrocchiale S. Vespri

31 dicembre 18.00 Chiesa parrocchiale S. Messa con canto Te Deum

GENNAIO

1 gennaio 8.00-10.00-16.00 Chiesa parrocchiale S. Messa

1 gennaio 17.00 Marcia della pace (UP)

6 gennaio 15.00 Chiesa parrocchiale Benedizione Infanzia e

premiazione presepi

27 gennaio 19.00 Oratorio Tempo per la coppia

28 gennaio Pomeriggio

18.00

Oratorio

Chiesa

Festa dell’oratorio di

“DON BOSCO”

S. Messa animata dai ragazzi

delle medie e adolescenti. A seguire

cena al bar dell’oratorio

31 gennaio 18.30 Oratorio S. Messa di S. Giovanni

Bosco

FEBBRAIO

2 febbraio 18.30 Partenza oratorio

Celebrazione in chiesa S. Messa Candelora

3 febbraio 18.00 Chiesa parrocchiale s. Messa con benedizione di S.

Biagio

11 febbraio Pomeriggio Festa di Carnevale

14 febbraio 8.30-16.30-20.00 Chiesa parrocchiale S. Ceneri

Quaresima 15.00

20.30

Chiesa parrocchiale

Chiesa parrocchiale

Via Crucis

Quaresimali

18 febbraio 15.00 Chiesa - esterno S. Messa con processione con la

Madonna di Lourdes

24 febbraio 19.00 Oratorio Tempo per la coppia

25 febbraio Dalle 10.00 Chiesa - oratorio Giornata con la comunità

Shalom (s. Messa ore 10.00, a

seguire testimonianza per ragazzi

medie e superiori con genitori in

oratorio.

Pranzo aperto ai ragazzi,

adolescenti, giovani al bar con

iscrizione.

Pomeriggio: canti e bans in

teatro…)

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MARZO

2-4 marzo Roma Pellegrinaggio per

ragazzi delle medie e

giovani

8 marzo 20.00 Campetto Rogo della vecchia

11 marzo 15.00 Cimitero S. Messa

17 marzo Bar - oratorio Pizzata della festa del

papà

18 marzo 10.00 Chiesa parrocchiale S. Messa con

benedizione dei padri

24 marzo 19.30 Bar - oratorio Cena formativa per genitori

delle medie e adolescenti sulle

sfide educative odierne con la

presenza di un esperto.

Necessaria iscrizione

25 marzo 18.00 Chiesa S. Messa animata dai ragazzi

delle medie e adolescenti. A

seguire cena al bar dell’oratorio

29 – 31 marzo 20.30 Chiesa parrocchiale S. Triduo pasquale

APRILE

1 aprile 7.30-10.00-18.00 Chiesa parrocchiale S. Messa di Pasqua

9 aprile 18.30 Santuario

Madonna della

Formica

S. Messa

Annunciazione

“E’ Natale ogni volta che sorridi a

un fratello e gli tendi la mano. … E’

Natale ogni volta che riconosci con

umiltà i tuoi limiti e la tua

debolezza. E’ Natale ogni volta che

permetti al Signore di rinascere per

donarlo agli altri”.

(Madre Teresa di Calcutta)