MADRE TRINIDAD DE LA SANTA MADRE IGLESIA Fondatrice … · Davanti all eccellenza di Dio Madre...

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Davanti all’eccellenza di Dio, la creatura, oltrepassata e soggiogata dalla bellezza del suo Volto ed inebriata dal nettare della sua Divinità, ecceduta e cadendo rapita d’amore, in riverente prostrazione adora! Il «non ti servirò» di Lucifero aprì un abisso per lui e per coloro che, come lui, ostinatamente si ribellano contro il Dio tre volte Santo Nell’inferno e senza Dio, che farebbe la mia povera anima? Alla fine del Cammino della vita c’è l’abisso che aprì il peccato, e che bisogna valicare con ali grandi di aquila reale MADRE TRINIDAD DE LA SANTA MADRE IGLESIA Fondatrice de L’Opera della Chiesa Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

Transcript of MADRE TRINIDAD DE LA SANTA MADRE IGLESIA Fondatrice … · Davanti all eccellenza di Dio Madre...

Davanti all’eccellenza di Dio,la creatura, oltrepassata e soggiogata

dalla bellezza del suo Voltoed inebriata dal nettare della sua Divinità,

ecceduta e cadendo rapita d’amore,in riverente prostrazione adora!

❋ ❋ ❋

Il «non ti servirò» di Luciferoaprì un abisso

per lui e per coloro che, come lui, ostinatamentesi ribellano contro il Dio tre volte Santo

❋ ❋

Nell’inferno e senza Dio,che farebbe la mia povera anima?

Alla fine del Cammino della vitac’è l’abisso che aprì il peccato,

e che bisogna valicare con ali grandi di aquila reale

MADRE TRINIDAD DE LA SANTA MADRE IGLESIAFondatrice de L’Opera della Chiesa

Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

19-5-1975

L’ECCELLENZA DI DIO

Sotto la vicinanza dello Spirito Santo e l’im-peto del suo fuoco, si percepiscono come mi-riadi e miriadi di battaglioni di essere nel tu-bare amoroso ed infinito del passo di Dio che,in potenza di Immenso, si avvicina con la brez-za del suo volo alla creatura che, in prostra-zione riverente, aspetta adorante ed amorosal’infinito Essere, affinché si lanci a possederla ead inebriarla con il tubare silenzioso e sacro-santo del suo passo e con l’assaporamento delnettare della sua Divinità;

e così la creatura, dalla limitazione e bassezzadel suo nulla, sia possesso totale ed incondi-zionato di Colui che la creò nel suo infinito pen-siero solo ed esclusivamente per introdurla nel-la sua camera nuziale a vivere bevendo, nellapartecipazione felicissima della sua infinita ecoeterna perfezione;

e lì, dentro, nel recondito dell’Essere, lo con-templi oltrepassata in sapienza amorosa sottogli astri brillanti, candenti e sapienziali dellafede, pieni di penetrativa luminosità, guardan-dolo con il suo Sguardo, cantandolo con la suastessa Parola ed ardendo nell’amore letificantedello Spirito Santo; che, nel tubare sostanzialee sacrosanto del suo passo di fuoco, la invitaa riceverlo davanti alla vicinanza silenziosa esacra della brezza del suo volo.

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2ª EDIZIONE

Nihil obstat: Julio Sagredo Viña, CensoreImprimatur: Joaquín Iniesta Calvo-Zataráin

Vicario Generale Madrid, 29-05-2001

Tratto da libri inediti della Madre Trinidad de la SantaMadre Iglesia e dai libri pubblicati:“FRUTTI DI PREGHIERA” e “VIVENCIAS DEL ALMA”

1ª Edizione: Giugno 2001© 2001 EDITORIAL ECO DE LA IGLESIA

L’OPERA DELLA CHIESAROMA - 00149 MADRID - 28006Via Vigna due Torri, 90 C/. Velázquez, 88Tel. 06.551.46.44 Tel. 91.435.41.45

E-mail: [email protected] www.loperadellachiesa.org

www.clerus.org (Santa Sede: Congregazione per il Clero)

ISBN: 84-86724-23-6Depósito legal: M. 37.760-2002

Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

di qua; comprendendo in un modo profondo,segreto e trascendente la distanza infinitamentedistinta e distante che esiste tra la creatura edil Creatore, tra il Tutto ed il nulla, tra l’Infinitoe ciò che è creato.

Ed in una penetrazione profonda, immersanei fulgori dei suoi Occhi, sotto i candenti e bril-lanti Astri della sua infinita sapienza, sorpresiDio così grande...!, così distinto e così distanteda tutto ciò che non è Lui...!, in una eccelsitu-dine di eccellenza così pletorica e infinitamen-te divina...!, che tutto ciò che è creato, davantialla mia esperienza, passò come a non essere...

Compresi che nulla è; che nulla è al di fuo-ri dell’Essere, essuto e posseduto in se stesso eda se stesso nella sua intercomunicazione divita familiare e trinitaria, senza principio e sen-za fine, senza frontiere e senza tramonto.

Per cui, dalla concavità profonda e intima delmidollo del mio spirito, ripetevo senza parole:

Che ha a che vedere la creatura con ilCreatore...!! Solo Dio si è nel suo esseersi infi-nito di maestà sovrana...!

E sentendomi ogni volta più penetrata e spro-fondata, piena dell’assaporamento dell’Infinito eSussistente Essere, esclamavo:

Cos’è una creatura che è stata tirata fuori dalnon essere, che un tempo non era e che ades-so, soltanto per un volere della volontà di Dio,è...? Che cosa può essere una creatura, perquanto sia eccellente, che ebbe un principio di-pendente dall’infinito Essere nella signoria eter-

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Davanti a questo, la settimana precedentealla Pentecoste ho percepito la vicinanza del-l’Infinito che mi inondava, tenendomi come intensione in un preludio saporoso dell’impetodello Spirito Santo che, avvicinandosi nel suopassare, mi faceva presentire la sua venuta.

Per cui, senza saper dire come è stato, manoa mano che passavano i giorni, sentivo che loSpirito Santo si avvicinava nella potenza dellasua effusione, per una forza misteriosa che miteneva sotto torchio, riempiendo il mio spiritoin possesso penetrativo e fruitivo di sapienzaamorosa ricolma di speranza, nella mia ricercainstancabile che corre in volo veloce all’incon-tro dell’Amore infinito.

E, arrivato il giorno di Pentecoste, per il qua-le lo Spirito Santo mi stava preparando in sog-giogazione amorosa di attesa insaziabile per ilsuo possesso; al mettermi in contatto con Dio,iniziai a percepire vicinanza dell’Eterno..., lonta-nanza di tutto ciò che è creato..., necessità delDio vivo..., contatto con i suoi misteri..., profon-dità nel suo seno e assaporamento penetrativonell’immensità infinita dell’eccellenza di Dio...

E successivamente, nella misura in cui la miaanima, innalzata come in un volo, era adden-trata in contemplazione amorosa, lentamente esilenziosamente attratta dalla melodica compa-gnia del passo di fuoco in brezza sacra delloSpirito Santo; davanti all’eccelsitudine dell’eccel-lenza eccellentemente immensa dell’eternoEssente, mi sentivo allontanare da tutte le cose

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Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

Poiché, davanti alla magnitudine splendidadell’eccellenza dell’infinito Essere, tutto passòcome a non essere, tutto rimase come la pa-gliuzza che, in un bosco, in un giorno di terri-bile uragano, è portata e riportata dal vento,senza essere percepita per la piccolezza dellasua realtà...

Nulla era se non l’Essere...! Nulla era necessa-rio...! Tutto appariva insignificante davanti al miosguardo spirituale, sorpassata sotto la luce dellosplendore della gloria di Jahvè nella sua magnifi-cenza divina, passando come a non essere...!

Era tanta l’eccellenza di Dio, così immensala grandezza del suo infinito Essere nella pie-nezza della sua forza, così infinitamente distin-to e distante da tutto ciò che Egli non era, chetutto ciò che non era Lui, davanti al mio sguar-do spirituale, in pratica passava a non essere...

Nulla era se non Dio!, poiché Dio si era l’u-nica realtà che era nella pienezza eccellentedella potenza del suo infinito, consustanziale ecoeterno essere divino.

Arrivò a tanto la penetrazione del mio spiri-to davanti all’eccellenza di Dio, che sentii pau-ra di dire a voce alta quanto comprendevo.Poiché, guardando la contenzione compattadella creazione nella grandezza così esuberan-temente pletorica e traboccante con cui lo stes-so Dio la creò, –riflesso dell’esuberanza dellasua stessa perfezione, e che il nostro sguardoin essa scopre–, la vidi così piccolina..., tanto,tanto...!, che feci il proposito di non dire maifino in fondo quanto avevo inteso.

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na del suo consustanziale esseersi; il quale solocon il soffio della sua bocca dà l’essere, e solocon il soffio della sua bocca lo può spazzaredalla faccia della terra e fare che tutta la crea-zione cessi di esistere...?

Che distanza compresi che esisteva tra Coluiche si È di per sé e ciò che non è altro cheuna manifestazione reale che è stata ed è peril volere dell’Eterno Esseersi...!

E piena di amore e di sorpresa, oltrepas-sata e sublimata e sprofondata ogni volta dipiù davanti a ciò che stavo comprendendodella realtà eccelsa dell’infinito Essente che siè e si effonde verso fuori in volontà creatri-ce, ripetevo senza parole nel recondito delmio cuore:

Ma che ha a che vedere la creatura con ilCreatore...!! E, come e quando potrò spiegarel’eccellenza eccellentissima di ciò che Dio si èdi per sé, della signoria della sua realtà...?!

Era tanto ciò che andavo comprendendo sot-to il pensiero divino e penetrata della sua infi-nita sapienza, che, nel guardare la creazione etutto ciò che, dentro l’ambito della pienezza edell’esuberanza della sua grandezza era creato,non sapevo se ridere o piangere..., se tremareo morire...; poiché la mia possibilità di adora-zione rimaneva così sorpassata, che neppure sa-pevo adorare per come ne aveva bisogno la li-mitazione schiacciante del mio nulla davanti alCreatore infinito tre volte santo, in profonda eriverente venerazione, prostrata e soggiogatadalla sua maestosa magnificenza.

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alla trascendenza trascendente di Colui che siÈ la sua stessa ragione di essere, essuta e pos-seduta nella pienezza sussistente e infinitamen-te sufficiente della sua Divinità:

Ma che ha a che vedere la creatura con ilCreatore...!

E lodavo Gesù, l’Unigenito di Dio Incarnato,che per l’unione della sua natura divina e lasua natura umana nella Persona del Verbo, ètanto Dio quanto uomo e tanto uomo quantoDio. E che nella sua umanità adora, prostratoin riverente venerazione, l’Altezza infinita dellasua Persona divina; essendo l’adorazione per-fetta, compiuta e infinitamente glorificatrice eriparatrice della creatura davanti al Creatore: da-vanti all’eccellenza sussistente della sua stessaDeità.

E così, trascesa e oltrepassata d’amore, ine-briata dal nettare della Divinità, e oltrepassatadi gaudio nello Spirito Santo, sotto la brezzadella sua soavità e l’aleggiare del suo passo di-vino sulla mia povera, piccolina e tremante ani-ma, apparve Maria, Regina e Madre dell’Amorebello, con la grandezza inimmaginabile dellasua Maternità divina.

E la vidi così grande...!, così elevata...!, cosìsublimata...!, così innalzata...!, al di sopra di tut-te le altre creature...!, degli Angeli del Cielo!perché era la Madre di Dio, Regina dell’uni-verso, Vergine, Madre e Signora...!; ed Ella eradopo Gesù, come pura creatura, la più grandeespressione dell’Infinito.

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Poiché forse alcune menti distorte e alcunicuori rachitici, non avendo intravisto mai l’ec-cellenza eccellente dell’infinito Essere, avreb-bero potuto pensare che io disprezzavo in qual-cosa quelle creature che, dentro la creazione,sono l’espressione più meravigliosa in manife-stazione della potenza coeterna e infinitamen-te trascendente di Colui che si È.

E davanti alla conoscenza di questa realtà,sono stata come nuovamente introdotta ancorapiù profondamente nell’eccellenza di Dio.

E da lì, soggiogata e piena di sorpresa eamore, vidi la magnificenza maestosa dell’uma-nità di Cristo. E la contemplai così immensa-mente grande, tanto!, che è più ricca essa solache tutta la creazione; compendio compatto ditutta essa, giacché «in Lui, per mezzo di Lui eper Lui furono fatte e create tutte le cose»1 comemanifestazione splendente e soggiogante dellasua stessa perfezione; e così capace nella suaumanità, che questa non ha altra Persona chequella divina, potendo dire Cristo attraverso lasua voce umana, per la pienezza del misteroche in sé racchiude: Io sono Dio...!

E nonostante tutto ciò, davanti alla distanzache esiste tra la creatura ed il Creatore, tra ciòche è divino e ciò che è umano, tra Colui cheÈ di per sé e ciò che tutto ha ricevuto da Lui,dovetti gridare nel più profondo e recondito delmio spirito, sorpassata ed oltrepassata davanti

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1 Cfr. Col 1, 16.

Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

cipio; di colui che non è altro che la realizza-zione della volontà di Dio creatrice in manife-stazione splendente dell’infinito potere del coe-terno Essente, davanti a Colui che si È di persé.

E poco a poco, quanto più penetravo l’ec-cellenza di Dio, tanto più andavo compren-dendo, nello stesso tempo, la grandezza cosìtrascendente dell’umanità di Gesù, creata daDio per non avere altra persona che quella di-vina, e la distanza quasi infinita che esiste ri-spetto alle altre creature. È stato così sublima-to dalla magnificenza infinita di Dio...!, cosìinnalzato dall’Essere sussistente!, tanto!, chepuò dire come uomo:

Io sono Dio; potendo chiamare Dio: Padre,in diritto di proprietà, essendo Luce della suastessa Luce e Figura della sua sostanza.

Tra la sua umanità però e la sua Divinità è tan-ta la distanza che esiste, tanta, tanta...!, che Eglistesso è in sé Colui che si È ed Egli stesso è in sél’infinitamente adorato e l’Adoratore infinito...

E nonostante tutta questa grandezza, nellamisura in cui il mio spirito si addentrava nel-l’eccellenza di Dio, essendo innalzata fino alsuo Seno e fuori ed al margine di ciò che è ter-reno; andavo lasciando tutto ciò che è creatoindietro, e ripetevo nel mio cantico di supremalode davanti all’eccellenza di Dio:

Com’è magnifico lo splendore del potere del-la gloria di Jahvè nel creare le sue creature e,fra queste, nell’effondersi così splendidamentesu alcune di esse a lode della sua gloria, sotto

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Mentre continuavo a ripetere nel più segre-to del mio spirito e nel più recondito del miocuore palpitando d’amore davanti al passo del-lo Spirito Santo che, illuminando il mio spirito,mi rivelava la sublimità sublime e sussistente diColui che si È di per sé e la distanza infinitache esiste tra l’Infinito e la creatura, uscita dal-le mani del suo coeterno ed infinito potere:

Ma che ha a che vedere la creatura con ilCreatore...!

Intendevo, vedevo e continuavo a penetra-re, in una intuizione di profondo rispetto, Gesù,come Sommo ed Eterno Sacerdote, adorantel’infinito Essere, sorpassato di gaudio, per il fat-to di essere Egli stesso in se stesso e per sestesso, come Uomo, la risposta riverente di ado-razione perfetta che la Santità infinita di Coluiche È merita in risposta di ridonazione amoro-sa delle sue creature; poiché, che ha a che ve-dere la creatura con il Creatore...!

Il Creatore si è in sé e di per sé ciò che siè, per il fatto di avere in sé la sua stessa ragiond’essere per la sua sussistenza in possesso in-finito e coeterno di Divinità; mentre la creatu-ra, per quanto sia eccellente, è, per la manife-stazione splendente della magnitudine di Dionel suo essersi eterno, venerazione che adorasoggiogata e oltrepassata a distanza infinita,soddisfacendo così la capacità del suo esserecome creatura davanti al Creatore; di colui chetutto ha ricevuto, davanti all’Eterno Esseersi; dicolui che ebbe un principio, davanti all’Imprin-

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acqua persa nella immensità immensa degli in-numerevoli mari che la creazione contiene...

Ma, tra la gocciolina di acqua e gli immensimari, o la fogliolina di un albero tra i milioni emilioni di foglioline di alberi che racchiude laterra –tutte distinte tra loro per la sovrabbon-danza della ricchezza pletorica ed esuberanteche racchiude la creazione, come espressionein modo finito e come riflesso dello stessoCreatore–, c’era solo distanza di quantità, nep-pure però distanza infinita di quantità.

Tra una gocciolina di acqua e l’immensità ditutti i mari non c’era distanza infinita; alla finfine erano due creature create che, per quantopletoriche ed esuberanti fossero, passavano, da-vanti all’eccellenza di Dio, nell’intuizione delmio sguardo spirituale, come a non essere eda non avere altra distanza che essere creatureche un giorno non furono, che oggi sono di-pendenti dall’infinito Essere, infinitamente di-stinte e distanti dalla sua pletorica eccellenza,e che domani forse cesseranno di essere...

E l’eccellenza di Dio continuerà ad essereugualmente eccellente davanti a tutte le crea-ture che per Lui sono, che per la sua volontàsi mantengono e che, dipendenti dalla sua stes-sa volontà, continueranno ad essere o lasce-ranno nuovamente di esistere...!

Come intesi che solo Dio si è...! Che distan-za così immensa quella dell’infinito Essere, datutto ciò che non è Lui...!

E durante tutta questa mattina di Pentecostedel 1975, la mia anima sommersa in preghiera,

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la maestà del suo infinito potere! Ma, che ha ache vedere la creatura con il Creatore...!

E lo ripetevo e lo ripetevo..., portata da Luia contemplarlo, per viverlo in assaporamentofelicissimo di Eternità. Percependo che, quantopiù ero addentrata e quanto più lo ripetevo in-teriormente, più entravo dentro l’eccellenza diDio e più profondamente lo dovevo ripetere;comprendendo che stavo nella verità: nella ve-rità chiara!, nella verità unica della creatura da-vanti al Creatore...!

E mi accadeva la stessa cosa quando guar-davo la Santa Madre Chiesa, che, come Sposadi Cristo e grazie al suo Capo regale, aveva insé la pienezza della Divinità: piena di santità edi bellezza, di freschezza e di giovinezza, ca-pace di saturare tutti gli uomini con la pienez-za delle sue Sorgenti ricevute da Dio tramiteCristo attraverso Maria e adagiate nel suo senodi Madre; ma che, a sua volta, abbracciava purenel suo seno tanti uomini che inoltre sono pec-catori; poiché la Chiesa è divina ed umana nelcompendio pletorico e compatto della suarealtà:

Che ha a che vedere la creatura con il Crea-tore...!

Dall’altezza dell’eccellenza di Dio, guardavotutta la creazione, che per me era, davanti alpensiero divino, così bella e così glorificatricedello stesso Dio; e tornava ad apparire nuova-mente il filamento di paglia o la gocciolina di

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nella partecipazione gloriosa dell’Eternità, da-vanti alla magnificenza di Dio e soggiogati dallabellezza del suo Volto, contemplandolo senzaveli, non resta altra possibilità che adorare in uninno riverente di lode davanti all’infinito Esserenella sua Trinità di Persone.

Per cui, tremando di venerazione riverenteed in adorazione profonda, irrompevo nel piùprofondo del mio cuore ripetendo nella miacanzone di Chiesa e come Eco in proclamazio-ne degli infiniti cantici che essa ha nel suo seno,quale torre fortificata, Regina e Signora, avendocome capo e corona di gloria l’Unigenito di Dio:

Ma che ha a che vedere la creatura con ilCreatore...!

Perché, davanti alla magnitudine della co-noscenza che ebbi dell’eccellenza di Dio, inquegli istanti, secondo il mio povero intende-re, rimasi senza capacità, non soltanto di desi-derare di essere come Dio, –giacché solo que-st’idea, davanti all’eccelsitudine che concepiscodella sua eccellenza e magnitudine, mi farebbeessere disprezzo per me stessa, divenendo da-vanti al mio sguardo spirituale la creatura piùpovera e abominevole della creazione, in unaprofonda e continuata risata di beffa in di-sprezzo della mia mente atrofizzata–, bensìneanche poter desiderare o appetire qualcosache non fosse, nel mio atto di amor puro, glo-rificare l’Infinito per quello che Egli è in sé, dasé e per sé, e senza di me...

Essere come Dio...! Che oscurità di intendi-mento...!: Desiderare qualcosa contro Dio...!

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ripeteva come una melodica lode in inno di glo-ria davanti alla magnificenza maestosa dell’infi-nita potenza di Colui che si È:

Ma che ha a che vedere la creatura con ilCreatore...!

Sembra che Dio se ne compiaceva; poiché,quanto più lo ripetevo, tanto più dentro entra-vo, più spiccavo il mio volo, più piccolina ve-devo la creazione, e più eccellente appariva da-vanti al mio sguardo spirituale il coeterno etrascendente Essere...

Ed anche, nella mia ascensione di fronteall’Essere, apparvero davanti al mio sguardospirituale diversità di creature: gli Angeli ribel-li..., Adamo..., Eva...

Come poterono, se conobbero qualcosa del-l’eccellenza di Dio, ribellarsi contro di Lui...?!

Come poterono credersi come Dio o desi-derare di essere come Lui, se nel momento incui si ribellarono ebbero qualche conoscenzasimile a quella che io, nella mia limitazione, hoavuto oggi...?!

Com’è possibile che, in questa verità che iooggi vivo, si possa desiderare qualcosa che nonsia essere lode di gloria davanti alla magnifi-cenza del coeterno Essente...?!

Che conoscenza avevano di Lui, e fin dovearrivò la penetrazione della loro conoscenza, chefurono capaci di dire a Dio: «non ti servirò», odi desiderare qualcosa che non fosse adorarlo...?

Sentivo paura di dire ciò che stavo vedendo;comprendendo con chiarissima sicurezza che,

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Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

davanti alla sapienziale sapienza di quanto sta-vo penetrando, mi faceva vedere ogni volta piùprofondamente la distanza infinita di essere cheesiste tra il Creatore e la creatura, tra la suagrandezza ed il nostro nulla, il suo esseersi e ilnostro essere ricevuto e dipendente dalla vo-lontà amorosa dell’infinito Essere.

Fui così cosciente di questa doppia verità,che ripetevo costantemente davanti alla magni-tudine di Dio in distanza infinita da tutto ciòche non è Lui:

Che ha a che vedere la creatura con il Crea-tore...!

E compresi pure, piena di paura, che, finoin fondo fondo! io non potrei dire sulla terrafinché vivrò ciò che nel giorno di Pentecostedel 1975 avevo inteso...

Impotente, oltrepassata ed invasa da Dio,arresa e prostrata, soggiogata ed annientata da-vanti alla luce di quella Pentecoste, ardendo nelfuoco dello Spirito Santo, davanti all’eccellenzadi Dio, in modo riverente, adoravo...!

Piena di gaudio, come vidi grande Gesù nel-la sua umanità, che è distinto e distante da tut-ta la creazione e da tutte le altre creature, e chefu capace di adorare Dio come Egli infinita-mente aveva bisogno da parte dell’uomo...!

Mistero meraviglioso dell’Incarnazione, chedà a Dio nella sua creatura tutto ciò che Eglida lei attendeva...! Grandezza inimmaginabiledell’umanità sacratissima di Cristo...!

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Cercare qualcosa che non sia adorarlo...! Volerequalcosa che Egli non voglia...!

Tanto intesi, tanto...!, che compresi che nonavrei potuto esprimerlo...; ancor di più, che pru-dentemente non dovevo dire quanto avevo vi-sto e udito, e che questo era un altro dei gran-di segreti della mia vita...

Ricordai l’anno 1960: «Anima mia, non ti guar-dare...» Ebbi paura di me medesima...; desideraidi volare al Cielo con tutte le mie forze davan-ti alla meschinità ed alla piccolezza del mio nul-la e davanti alla sublimità di ciò che, senza in-tendere come né perché, stavo contemplando.

E annientata e senza volerlo esprimere, ir-rompevo nel mio canto di: Chi come Dio...!,che ha in sé, da sé e per sé la potenza di es-sersi di per sé e di starsi ad essere, per l’ec-cellenza infinita dell’infinita potenza del suo ec-celso essere, tutto ciò che può essere, essuto,infinitamente goduto e posseduto in gaudio fe-licissimo e gloriosissimo di Eternità.

E sotto la luce, l’impulso, il fuoco e la veri-tà dello Spirito Santo, vidi pure che il mio spi-rito stava nella verità, ricordando la frase diGesù: «Io sono venuto per rendere testimo-nianza alla verità»2; e che mi trovavo introdot-ta nella realtà pletorica della Verità infinita.

Mi sentii posseduta da questa medesimaVerità, la quale amorosamente e liberamente,

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2 Gv 18, 37.

Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

21-7-1982

SATURA DELL’ETERNO

Dio non mi c’entranella profondità del mio petto;da tutte le parti trabocca,e nel mio intimo lo contengo.

Sono le sue fiamme come vulcaniche mi bruciano dentro,facendomi scoppiarein pienezze dell’Eterno.

Lo sento dentro di meche mi brucia nei suoi fuochi,che mi bacia con la sua Bocca,dandomi il suo pensiero.

Egli è mio ed io sono sua...,dentro..., profondo..., segreto...!,dove, in sacre manifestazioni d’amori,mi rivela i suoi misteri.

Parole di vita eternaDio mi dice senza concetti,nella sapienza infinitadel suo essersi Detto il Verbo.

Egli mi ama..., io lo amo...in un profondo silenzio,

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Rapita dall’eccellenza della sua adorazione,come uomo, alla sua stessa Divinità, con Lui,adoravo!

E nella mia anima rimaneva inciso, come afuoco, dalla brezza dello Spirito Santo in pas-so veloce che mi ha fatto conoscere, intuire evivere qualcosa dell’eccellenza eccellentissimadell’infinito Essere, sorpassata di gaudio e pro-strata in riverente ed umile adorazione, il gridodell’Arcangelo San Michele:

«Chi come Dio...?!»

Perché, che ha a che vedere la creatura conil Creatore...?!

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Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

Dio è vicino a me,in modo intimo, profondo e segreto...!,in sapienziale insegnamento,con bacio di intendimento,con parole di amor puro, per chiedermi di nuovoche mi consegni senza riservead essere la sua «Eco» in cauterizzazione.

Parola del Dio benedetto,senza parole, sento dentro,in amorosi amori,in reconditi segreti.

Io lo bacio ed Egli mi baciafuori del modo del tempo,nella maniera perfetta che Dio fa nel suo petto.

Grazie, mio Amore infinito!,poiché in tenerezza oggi hai postoil mio petto addolorato,con molteplice baciare di consolazione.

Grazie di tutto, mio Sposo!Grazie di tutto, mio Padrone!Io già so bene che non mi dimentichi;oggi lo comprendo di nuovo.

Com’è buono quando Dio passa...!,e, quanto corto si fa il tempo!,poiché è vita della Gloriache ci è data su questo suolo.

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senza che ci sia nulla che possainterrompere questa melodia sacra.

Com’è dolce Dio quando bacia...!Io, nel suo tubare, lo percepisco,quando si avvicina gaudiosoper introdurmi nel suo seno.

Tutto come se non fosse...,quando, nel passare l’Immenso,si posa in fiamme incandescentidentro il mio segreto.

E lì, in profondità, nel profondo,irrompiamo in sacre manifestazioni d’amore,in un dare e ridarcisenza parole né concetti,al di fuori delle cose di qua,al modo del Coeterno.

Oh, com’è dolce incontrarlo...!E com’è terribile perderlo,per tornarlo a cercarecon nuovi frutti di incontro...!

Le mie nostalgie oggi mi opprimonoper possedere Colui che anelo,come nel giorno felicein cui mi introdusse nei Cieli

per cantare lì la sua vitadentro il suo occultamento,baciandomi con la sua Boccae abbracciandomi nel suo petto.

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Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

O come rimase inciso nella mia anima ciòche il Signore, il 1º aprile 1959, mi fece vivere,penetrare e comprendere, piena di sorpresa, insapienza amorosa di profonda e trascendenteintuizione, su ciò che era l’Essere di Dio, mae-stoso...!, terribile e sussistente!, che prorompecome in cascate e cascate di essere, mettendo-si in movimento immutabile in volontà creatri-ce e che vuole realizzare verso fuori cose infi-nitamente distinte e distanti dalla sua realtàsussistente e divina, che lo riflettano e lo ma-nifestino...!

Poiché non è che Dio, quando vuole unacosa verso fuori, desideri realizzare qualcosa almargine di ciò che Egli è. Bensì Dio si è tuttociò che può essere infinitamente, potendo es-sere tutto ciò che è infinito in infinità, essuto,posseduto e abbracciato dalla sua sussistenzainfinitamente sufficiente; ed in Lui non ci sonoparti.

Giacché in Dio si identificano l’essere e l’o-perare; e quando vuole una cosa è tutto Luinella sua intercomunicazione di vita trinitariaColui che lo desidera; e tutto il suo essere im-mutabile si mette in movimento, senza muo-versi, in volontà creatrice, affinché si realizziquanto vuole secondo il suo infinito pensiero.

Per cui, il 1º aprile 1959, esprimevo, nellameschinità e nella povertà della limitazione delmio nulla essere, nulla potere e nulla sapere,come potevo e piena di sorpresa, ciò che Diomi faceva intendere:

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28-4-2001

LA VOLONTÀ DI DIO

O eccelsitudine coeterna dell’infinito e sus-sistente Essere...! Per la tua potenza eccelsa dimaestà sovrana, per il fatto di essere in te, da tee per te la ragione della tua coeterna Deità, seicapace, non solo di godere in ciò che Tu sei,essuto e posseduto in intercomunicazione fami-liare di vita trinitaria, ma di godere pure infini-tamente ed eternamente, perché sei buono, nelrendere felici altri esseri che, creati a tua imma-gine e somiglianza, vivano per partecipazione lastessa vita che Tu vivi in gaudio felicissimo digodimento eterno.

Per cui Dio, che non ha bisogno di nulla nédi nessuno per essere quanto è, essuto e pos-seduto, goduto e assaporato nel suo atto im-mutabile di sapienza amorosa, sotto i brillantiAstri consustanziali delle sue infinite pupille; inmanifestazione amorosa della sua volontà e gra-zie allo splendore e per lo splendore della suagloria, nella magnificenza del suo infinito po-tere, guarda verso fuori in volontà creatrice efa che esistano esseri che per mezzo di Luisono; la qual cosa esige corrispondenza, in ri-donazione riverente ed amorosa, della creaturarazionale al Creatore; ed essa è pure voce inspiegazione e in ridonazione di risposta di tut-ta la creazione inanimata.

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Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

Ah, com’è terribile...! [...] Com’è spavento-so...! Terribile e spaventoso è opporsi nella cosapiù minima alla volontà di Dio...! [...]

L’essere di Dio è terribile...!, terribilmentemaestoso...! Neppure molte cascate insieme, némolti terremoti insieme, né molte tempeste in-sieme... (io non so cosa dire...!), né molta paceinsieme..., né molta felicità insieme..., né mol-ta bontà insieme, né... Io non so...!, non ho pa-rola per esprimere l’essere di Dio che, mani-festandosi in volontà, ha creato gli uomini perportarli al suo seno, renderli partecipi della vitadivina e felici per tutta l’Eternità...! [...]

La volontà di Dio...! La volontà di Dio...! Ionon sapevo ciò che era la volontà di Dio... Enessuno lo sa nel mondo! Per una qualsiasi cosasi oppongono al piano divino...!

[...] Non so spiegarmi...! Io non vedo sola-mente il peccato; al peccato mortale neanchemi fermo, non posso guardarlo, morirei...! Ilpeccato veniale quasi non lo guardo.

Io guardo il fatto di avere un movimento vo-lontario, nient’altro, contro la volontà di Dio.

Un movimento della nostra volontà controla volontà di Dio merita l’inferno... Chi siamonoi per muoverci contro la volontà di Dio?!, chisiamo noi...? Che scoppi un terremoto e tremila terra, quando qualcuno si opponga al Diotre volte Santo!!

Oh, ciò che è l’Essere di Dio che si mani-festa in volontà! »

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1-4-1959

«L’Essere che si manifesta in volontà»(Frammenti)

« Oh, ciò che è Dio quando si manifesta involontà!

L’Essere...! L’Essere...! Oh, l’Essere che si ma-nifesta in volontà...! Com’è terribile...! [...]1

Oh, com’è spaventoso...!, com’è terribile...!,com’è orripilante il peccato di un uomo, crea-to da un movimento della volontà amorosa diDio, che è tutto l’essere di Questi mosso in vo-lontà...! [...]

Neppure mille inferni...! L’inferno, pur essen-do tanto terribile, tanto spaventoso, tanto tre-mendo, tanto rabbrividente, è la misura adeguataal peccato, e ancor di meno...! Non c’è misura,per grande che sia, né castigo, per un esserecreato che si ribella contro il suo Creatore...!

E gli Angeli e gli uomini: “non servirò”2...![...]

Alla volontà terribile del Dio terribile!: “nonservirò”...!

Quando tutto l’essere di Dio si è messo inmovimento a desiderare una cosa!: “non servi-rò”...!

Quando tutta la Divinità, manifestandosi involontà, ha voluto una cosa...!

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1 Con questo segno si indica la soppressione di brani piùo meno ampi che non si ritiene opportuno pubblicaredurante la vita dell’autrice.

2 Ger 2, 20.

Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

Uragani, maremotiin proteste di urla...;si schiantano le montagnecon terribile potenza...

O creazione, quel che accadequando si stravolge il cammino,al fuoriuscire in un istantedal pensiero divino...!

Uomo che segui la tua rottain così grande sproposito,non odi il lamentaredel tuo destino vicino...?

Non senti lo scricchiolaredel tuo vivere sempre in bilico,circondato da tutte le partida crudeli nemici...?

Metti silenzio nella tua vita,impedendo un cataclisma;segui sempre il Creatorefino a compiere i suoi disegni.

Ascolta la voce di Dio;Egli sa marcare il tuo destino! »

10-1-1974

Che sarà quel che succede quando la crea-tura razionale, creata da Dio sotto la volontàdel volere della sua potenza eterna e che cifece a sua immagine e somiglianza e ci prede-stinò niente di meno che ad essere figli suoinel suo Unigenito Figlio Incarnato, partecipidella vita divina ed eredi della sua gloria, ri-

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Giacché la creazione inanimata, quando inqualche momento della sua esistenza sembrauscire dalle leggi che le ha imposto il suoCreatore, tutta essa si commuove: la terra tre-ma...!, sorgono maremoti...!, si aprono abissi...!e si sconvolge tutto quello che in qualche modoriempie di spavento gli uomini, perché sonostate perturbate in qualcosa, con maggiore ominore intensità, con maggiori o minori conse-guenze, le leggi della creazione.

« Fedeltà dei mari, dei boschi e dei fiumi,della volta celestecon la sua immensa potenza...!

Tutto è ordinato alle sue leggisenza muovere il suo destino,obbedendo l’ordinedi Colui che marcò i suoi cammini;

ordine che implica silenzio,poiché tutto è compiutosecondo il volere di Dionel suo infinito disegno.

Ma, quando qualcosa si rivoltacontro chi lo fece,si provoca un terremotoe si aprono gli abissi.

Il silenzio erompe in vocidi reclami accesi,poiché vede che l’universosconcerta il suo equilibrio:

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Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

3-11-1976

CERCANDO LA TUA VOLONTÀ...

Non sa l’intendimentofare ciò che Tu desideri, e per questo, inciampando,camminiamo sulla terra,cercando la tua volontàe senza sapere come farla.

Se captassimo il tuo modo,che ci segna in linea retta,in modo semplice,ciò che ti ricrea...!

Ma le nostre complicazioni,sempre piene di ostacoli,non sanno trovare la tua rottadi chiarezze ricolma.

Vogliamo, e non sappiamo...!Ci è così difficile vederlaquando cerchiamo di compierlanon lasciando ciò che afferra,quando vogliamo trovarticon il nostro modo e maniera...

È così chiaro il tuo sguardo,così ampia la tua grande sapienzain orizzonti eternidi infinita trasparenza,che la nostra mente distorta,avvolta in oscure nebbie,

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bellandosi contro il suo Creatore gli dice: «Nonti servirò», in una risposta di superbia, d’ingra-titudine e di disprezzo...?!

Giacché ho compreso in una maniera sor-prendente, oltrepassata, tremante e spaventatadavanti alla limitazione della mia piccolezza edalla nullità ed alla miseria del mio nulla, chequando Tu vuoi una cosa, o mia infinita edeterna Potenza!, non è che la vuoi fuori di te,come qualcosa che pensi e vuoi nel modo incui noi vogliamo e pensiamo; no. Sei tutto Tunel tuo essere infinito e coeterno, essuto e pos-seduto nel tuo atto intercomunicativo di vita fa-miliare e trinitaria, Colui che lo vuole, nella ma-gnificenza dello splendore della tua gloria; laquale esige, per la sua stessa perfezione, ri-sposta, nella misura adeguata, di ridonazionedella creatura al Creatore, del nulla all’infinitoEssere.

Per cui l’anima che conosce Dio, piena diriverenza, di adorazione e di rispetto, come inun cantico di riconoscimento e di lode gridacon gli Angeli del Cielo: Chi come Dio...?!;

davanti agli Angeli ribelli che, nella pazziadella loro insensatezza, si ribellarono conLucifero e come Lucifero contro lo stesso Dionel loro grido rabbrividente e assurdo di: «nonti servirò».

Per cui si aprì un abisso insondabile nel qua-le fu precipitato Lucifero come un fulmine, per-so nell’oscurità tenebrosa dei suoi precipizi.

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Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

Dal libro “Frutti di preghiera”

1169. La morte è la resa dell’uomo davanti aDio, che, con la distruzione del suo essere, glidice: Tu solo sei da te stesso, e quello che nonsei Tu, non è altro che quello che Tu vuoi chesia, in tempo, in realtà e in essere. (8-5-70)

1170. Un uomo morto sta dicendo a Dio conla propria distruzione, in dimostrazione dellasua totale impotenza: Tu solo sei. (8-5-70)

1171. La superbia dell’uomo finisce con e nel-la propria distruzione il giorno della morte, sot-tomettendosi a Colui che È, in manifestazionedel suo nulla davanti al Tutto, che per esseretutto, si è in sé e da se stesso la risurrezione ela vita. (8-5-70)

1172. Grazie, Signore, per il riposo che mi dai,nel sapere che un giorno, con la mia morte, iosarò una dimostrazione visibile del fatto che Tusolo sei, e che io non sono. (8-5-70)

1173. Il giorno in cui l’uomo disse a Dio di «no»,morì; e con la sua morte, in resa totale, gridò inmaniera rabbrividente: Tu solo sei, e tutto quelloche non sei Tu a te è sottomesso. Io oggi lo di-mostro con la mia distruzione e fallimento totale,poiché, se Tu non mi risusciti, nulla ormai sonocapace d’essere o di fare. (8-5-70)

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non riesce a vedere i tuoi camminidi luce in sentieri divini,

grandi come il mare aperto,limpidi nella tua bellezza,trasparenti come l’acqua,semplici come la tua eccellenza.

Per questo, Gesù dell’anima,quando, portata alla tua altezza,intuisco il tuo pensieroe capto la tua scienza eterna,

spariscono i modidella mia invalidità di terrae s’impadronisce di me una pace dolce,piena della tua onnipotenza,

di amore e di gaudio completo,sapendo, nel tuo fulgore eccelso,che è semplice quel camminoche la tua volontà mi mostra,e sono io che lo complicocon le mie maniere terrene.

E così rimane oscurato,pieno di estrema povertà,di grandi contraddizionie di afflizioni immense;perché c’è distanza infinitatra quello che Tu esprimi,essendoti Divinità,e il mio modo nel comprenderla.

Signore di infiniti soli,io voglio il tuo pensiero,lontano dalla mia umana scienza!

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Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

18-5-1971

CHI POTRÀCONTRO IL DIO VIVO...?

Dio guarda dall’alto,nel suo eterno pensiero,dominando ciò che è creatoe reggendo l’universo.

Tutto gli è sottomesso,nulla rompe il suo concerto,compiendo la creazione,in tutto ed in ogni momento,le leggi che Egli posenelle cose e nel tempo.

Dio guarda dall’alto,con il suo potere immenso,per dominare il mare,per pacificare il vento,calmando le tempestecon la sua signoria eterna.

❋ ❋ ❋

Chi potrà contro il Dio vivo,che domina il pensiero,che comanda sulla vita,dal quale dipendono i cieli,

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1174. Signore, Tu che sei la risurrezione e lavita, dammi te stesso perché io possa ritornaread essere in te, da te e per te. (8-5-70)

1175. La morte è la conseguenza del «non tiservirò», e la resa dell’uomo, che dice con lasua distruzione: Soltanto Tu sei di per te, ed iodipendo totalmente ed esclusivamente dalla tuavolontà; lo riconosco, in te spero. (8-5-70)

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Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

Roma, 10-4-1997

ANIMA MIA, NON TI GUARDARE...!

Piena, inondata ed invasa dal santo timoredi Dio, tremante ed impaurita, e con l’unicodesiderio di glorificare l’infinito Essere, che,come bandiera d’amore, campeggia nel più in-timo e profondo del mio cuore, voglio espri-mere oggi [...] qualcosa della terribile e spa-ventosa esperienza che ebbi il 24 gennaio del1960.

Grazia incalcolabile che il Signore mi con-cesse, per mantenermi sempre nella verità delmio nulla, nella meschinità della mia piccolez-za e schiacciata dalla mia miseria, davanti allagrandezza insondabile della ricchezza infinita diColui che si È, oltraggiato e disprezzato dal «no»della creatura davanti al Creatore! [...]

[...] Il 24 gennaio 1960, durante uno dei mieitempi di preghiera [...], all’improvviso, in unmomento, piena di sorpresa in aspettazione, ini-ziai ad intuire, penetrare e comprendere lagrandezza degli Angeli di Dio, creati con unanatura perfettissima per partecipare di Lui in

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gli abissi ed i mari,i turbini ed il vento,le stagioni dell’anno,il cambiare dell’universo,l’esistenza dell’essere vivo,il mantenimento dei tempi...?

Chi potrà contro il Dio vivo...?O stoltezza del superboche si rivolta contro di Luinel suo povero intendimento,sostenuto in ogni istantedal potere dell’Immenso,dal suo alito di vita,affinché continui ad esistere...!

❋ ❋ ❋

Dio guarda dall’altosenza cambiare il suo pensiero,sostenendo ciò che è creatoe reggendo l’universo.

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Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

La mia anima penetrava e comprendeva chequell’Angelo così bello veniva innalzato dallavolontà di Dio e dalla sua mano onnipotentead una sublimità così grande in partecipazionedello stesso Dio, perché lo possedesse, che nonc’era bellezza come la sua bellezza né bellez-za più splendente tra gli altri Angeli; perchénon c’era chi partecipasse e riflettesse l’Infinitocome lui all’effondersi l’Amore eterno su quel-la creatura, abbellendola, nobilitandola e por-tandola a partecipare in quel grado delle sueperfezioni infinite.

E possedeva Dio tanto, tanto, tanto! che, alguardarsi e vedersi così bello, così sublimato einnalzato dallo stesso Dio; in un atto di com-piacenza disordinata, insuperbendosi nel ve-dersi così bello, tutto il suo essere angelico, inuna pazzia di insensatezza raccapricciante edincomprensibile, esclamò:

«Chi come me...?!»

E, rivolgendosi sfacciatamente verso l’infini-to Creatore che tanto si era effuso su di lui, dis-se: «non ti servirò»1.

Per cui la mia anima, presa da quanto stavavedendo e comprendendo davanti al grido diribellione di quella Luce così Bella; piena di ter-rore, all’improvviso! contemplò che, davanti al-l’insensatezza inimmaginabile e inconcepibile diquel: «chi come me?!», «non ti servirò»; in quel-

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una maniera molto profonda e molto elevata,essendo essi innalzati ad una sublimazione cosìalta per adorarlo, oltrepassati e soggiogati dal-la bellezza del suo Volto, cadendo rapiti d’a-more, in riconoscimento di profonda riverenza,intonando cantici di lode davanti all’infinita ecoeterna Santità di Dio.

E, all’improvviso!, apparve davanti al miosguardo spirituale un Angelo che, eccellendo tratutti nella sua bellezza per la capacità di parte-cipazione di Dio alla quale era innalzato dallostesso Dio in ascesa gloriosa per possederlo, ve-niva denominato «Luce Bella», ricevuta dallaLuce infinita che su di lui così luminosamentetraboccava dalle infinite e torrenziali Sorgentidella Divinità.

Il quale [...], davanti all’aspettazione dellamia anima piena di sorpresa e di ammirazione,saliva..., saliva..., saliva...! al di sopra degli altriAngeli, nella partecipazione della vita divina, aduna altezza inimmaginabile, come in una asce-sa di predilezione da parte di Dio.

In modo che la mia anima lo contemplava pie-na di rispetto davanti a quell’ascesa in cui venivainnalzato in uno slancio veloce di elevazione cosìelevata, che lo vedeva ascendere, sublimato al disopra degli altri Angeli, verso il possesso, in par-tecipazione, dello stesso Dio; essendo questa cosìsplendente e così alta, che non c’era luce come lasua luce ricevuta dal Sole divino.

Per cui «Luce Bella» veniva denominata quel-la creatura piena dei fulgori del Sole eterno.

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1 Ger 2, 20.

Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

per sempre! a causa della ribellione della crea-tura davanti al Creatore.

Il quale, effondendosi nello splendore dellasua magnificenza infinita e a lode della sua glo-ria, li creò a sua immagine e somiglianza af-finché lo possedessero essendo un inno di ri-conosciuta lode, dando gloria al Padre, gloriaal Figlio e gloria allo Spirito Santo.

E quando il mio spirito si trovava sussultan-te di terrore e di spavento, tutto tremante e an-gosciato per quanto aveva appena contempla-to della precipitazione di Lucifero nell’abissoche fu creato in quell’istante come conseguen-za del «no» della creatura in ribellione contro ilsuo Creatore; piena di sorpresa e sussultante dipaura!, iniziai a vedere che la mia anima veni-va innalzata da Dio e portata per lo stesso cam-mino per il quale avevo visto salire Lucifero inpartecipazione di Dio, e dal quale lo vidi ca-dere per la sua superbia, al ribellarsi control’Eccellenza infinita del Dio tre volte Santo nelsuo: «chi come me?!»; «non ti servirò!»...!

E, impaurita, inorridita e tremante...!, mi ve-devo salire... e salire... e salire..., per il mede-simo cammino e allo stesso modo!, in trasfor-mazione di Dio, alla partecipazione della suavita divina.

E quando arrivai al grado di partecipazionedi Dio al quale Egli aveva determinato di in-nalzarmi, si incise nel più profondo del mio spi-

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lo stesso istante, quell’essere così esaltato, per-dendo tutta la sua bellezza e rimanendo inmodo mostruoso adombrato ed annerito, cad-de, con la rapidità di un fulmine e come in ungrido di urlo terrorifico di disperazione agoni-ca, dall’altezza alla quale era stato innalzato, adun abisso profondissimo ed insondabile, di ne-grezze terribili e raccapriccianti; che si aprì inquello stesso istante davanti alla ribellione diquella creatura contro il suo Creatore che l’a-veva elevato, in un’effusione amorosa del suopotere e della sua bontà, al di sopra degli altriAngeli a tanta partecipazione della medesimavita divina.

Invasa di terrore e di spavento, e tutta pie-na di commozione, lo vidi sparire, pieno di di-sperazione, con la rapidità di un fulmine inquella profondità profonda del cratere di quelVulcano aperto che inghiottì la Luce annerita,che era stata così Bella, nelle profondità dellasua tenebrosità; mentre Lucifero, divenuto undiavolo raccapricciante, in una amarezza indi-cibile di disperazione eterna, si perdeva in quel-l’abisso aperto per lui e per coloro che, comelui, così pazzamente e insensatamente avesse-ro detto a Dio: «non ti servirò»;

e rimangono separati per sempre dal pos-sesso dell’infinito Bene, –con il quale avrebbe-ro riempito tutte le capacità che Dio mise nelloro essere perché lo possedessero nel gaudiobeatissimo della felicità dei Beati–, vivendo nel-la disperazione di colui che ha perso tutto, e

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Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

lode, esclamando [...], piena di riverenza, diadorazione, di amore e di rispetto, davanti al-l’eccellenza della sublimità della Santità santis-sima della mia Trinità santa, dalla bassezza delmio nulla:

Chi come Dio, che è a distanza infinita datutto ciò che è creato; che è Colui che si È, l’u-nico al quale è dovuta ogni lode, onore e glo-ria nel cielo, sulla terra e nell’abisso...?!

Chi come Dio...?! [...] Chi come Dio, che hain sé, da sé e per sé, il potere di potenza infi-nita di starsi ad essere quanto è in fulgori coe-terni di consustanziale Santità...?! [...]

Chi come Dio, che fa tremare gli Angeli delCielo e tutto ciò che è creato, per la magnificenzasplendente di Colui che si è la ragione d’esseredella sua stessa Divinità, standosela ad essere etenendosela essuta, e la ragione di essere di tut-to quanto è stato, è e sarà; e si è l’infinitamenteDistinto e Distante da tutto ciò che non è Lui...?!

Poiché..., che ha a che vedere la creaturacon il Creatore, l’umano con il divino, le cosecreate con l’Increato...?!

Chi come Dio, che ha in sé, nel suo esseer-si eterno, la capacità infinita e consustanzialedi essersi e di starsi ad essere quanto è e la suamedesima sussistenza, per l’infinità della suasufficienza infinita che lo fa essere Dio, l’unicoDio in possesso assoluto del suo essere increatoed eterno, per tenersi essuto ed essersi in sé lapotenza infinita e coeterna di essersi la sua stes-sa ragion d’essere...?!

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rito –lasciandomi sussultare di terrore– comeuna frase senza parole, che rimase ed è rima-sta iscritta e sigillata come a fuoco per tutta lamia vita nel midollo più profondo del mio es-sere:

«Questo voglio fare con te. Ma: non ti guar-dare perché, se ti guardi, come cadde lui, po-tresti cadere tu».

Ed intesi, in penetrazione ed in spaventosacomprensione, che se mi guardavo in modo in-superbito e disordinato in compiacenza, potevocadere nella insensatezza di Lucifero, accecatadalla mia pazzia, e sarei arrivata alla situazionealla quale lui arrivò con tutte le sue conse-guenze [...].

Oh, [...] come potrò spiegare [...] ciò chequesta povera, miserabile, senza protezione néappoggio, e disprezzabile creatura sperimentòin tutto il suo essere...?!;

e rimasi sigillata e come segnata per tutta lamia vita, impregnata e satura di un santo timoredi Dio, che lo considero una delle grazie piùgrandi che l’amore misericordioso del Padre ce-leste ha potuto concedere alla mia anima po-vera, peccatrice e senza aiuto, per, come dicela Scrittura, «operare con timore e tremore lanostra propria santificazione»2.

E che mi fa vivere, davanti all’eccelsitudineinfinita di Colui che mi creò solo ed esclusiva-mente affinché lo possedessi, in un inno di

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2 Fil 2, 12.

Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

stessa vita divina: Angeli, Arcangeli, Cherubini,Serafini, uomini...?!

E tutto quello che Egli desiderasse di fare,gli avanza potenza per poterlo realizzare solocon il desiderio della sua volontà e con l’alitodella sua bocca in manifestazione creatrice!

Chi come Dio che ha la pienezza del suoessersi Creatore, non per quello che abbia vo-luto creare, ma per la potenza infinita che, nelsuo essersi Creatore, si è ed ha, di fare cose fi-nite ad immagine della sua medesima perfe-zione...?!

Potenza che è ugualmente ricca, esuberantee pletorica, se creasse come se non creasse.

E Dio ha la sua grandezza, non in ciò cheabbia fatto, bensì nel potere creatore della suaforza che Egli si è di per sé a manifestazione del-la sua gloria. Poiché a Lui avanza potenza perpoter realizzare tutto ciò che può desiderare.

La creatura non è null’altro che l’espressio-ne, in realtà esistente, di una volontà maestosadell’infinito Essere che, effondendosi in crea-zione, la fa ad immagine della sua medesimaperfezione a gloria del suo nome. [...]

Per cui la mia anima rimase penetrata, in-vasa ed inondata durante tutta la mia vita di unsanto timore di Dio, che mi fa ripetere dal piùprofondo e intimo del mio cuore:

«Anima mia, non ti guardare né in bene néin male. Poiché se ti guardi, come cadde Luci-fero, potresti cadere tu».

E ricordo pure l’8 marzo 1956, quando, inmodo molto diverso, mentre facevo preghiera

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Chi come Dio che è, in sé, da sé e per sé,tutto ciò che può essere nella sua signoria in-finita; potendo essersi e stando ad essersi tuttociò che, in infinità, infinitamente può essere nel-l’istante senza tempo dell’Eternità...?!

Eternità che Egli stesso si è senza tempo,senza principio, senza luogo, senza frontiere;senza che nessuno possa aggiungere né to-gliere nulla all’eccellenza sussistente del suoessere, essendosi Dio per la perfezione coe-terna della sua Divinità. Poiché, per la sua ca-pacità e nella sua capacità divina, racchiude,per la sua sussistenza eterna, la potenza di es-sersi Dio.

Dio è Dio per avere in sé la sua stessa ra-gion d’essere per il suo essere sufficiente, insufficienza ed in sussistenza infinita in un attocoeterno, perfetto e infinitamente abbracciatodi vita trinitaria!

Chi come Dio che, per il suo esseersi eter-no, è capace di essere il Creatore di intermi-nabili e insospettati mondi e creature, a secon-da di come piaccia alla sua volontà per lamanifestazione della sua gloria...?!

Chi come Dio che è Creatore che irrompein creazioni che manifestano lo splendore del-la potenza della sublimità magnifica dei suoi at-tributi e perfezioni infiniti; e che, in uno scop-pio di sapienza amorosa, tira fuori dal nullaesseri creati a sua immagine e somiglianza, ren-dendoli capaci di poter arrivare a parteciparlo,per una benevolenza in manifestazione del suoinfinito potere, nel gaudio felicissimo della sua

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Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

9-9-1965

ATTESA

Desidero in nostalgia, senza sapere che cosa...Cerco ansimante, senza trovare...Chiamo, senza alcuna risposta...Sospiro nel mio silenzio sordo...

Agogno nella mia lunga attesa...Piango nella mia notte, camminando...e, davanti al mio angoscioso vivere,mi risponde in burla il silenzio:

«Aspetta, aspetta ancora in morte...»

Aspettare...? Aspettare nella notte,sospesa sull’abisso senza luce...?Com’è duro per l’Amore aspettare,quando Questi mi chiama con la sua voce ansimante,davanti al mio amore che cerca, senza stancarsi,l’acqua dell’eterna Sorgente...!

Amore, perché, per lasciarmi, mi reclamiin torture che richiedono l’attesa, in esilio senza Sole, in ombre di morte...?

«Aspetta, aspetta ancora in prova...»

❋ ❋ ❋

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durante l’esposizione eucaristica del SantissimoSacramento nel Convento degli Angeli Custodi,Gesù mostrò alla mia anima povera, impaurita,senza appoggio né aiuto, ciò che voleva faredi me e attraverso di me, per la manifestazio-ne dello splendore della sua gloria; in modotale che, anche se sarei apparsa io, sarebbe sta-to Lui Colui che avrebbe realizzato tutto sfac-ciatamente, dietro la povertà della mia debo-lezza.

Per cui vivo sospirando anelante, nella miaricerca instancabile e insaziabile di dare gloriaa Dio e vita alle anime, il Giorno eterno dovecontempleremo Dio senza poterlo offendere népoterlo perdere per sempre.

Giacché, al contemplarlo faccia a faccia nelGiorno delle Nozze eterne, ci trasformeremo,davanti alla luce del suo sembiante, di chiarezzain chiarezza in quello che contempliamo.

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Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

3-8-1965

UN GIORNO IN PIÙ...!

Un giorno in piùsenza di tenella tua lucesenza veli...!

Un giorno in più nella mia notte,vivendo, senza vivere,in attesache sospira per te,in amore...

Com’è duro il mio tormentoin nostalgia che aspetta...!

Un giorno in più...,un giorno...!;un giorno in più senza Dio in sole...!,in torture di morte,in urgenze di vederti,in attesa della fine;in nostalgie che richiedonoil giorno dell’incontronel suo eterno festino...

Un giorno in piùsenza Sole...!Alla fine, «un giorno in piùin prova»,

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Aspettare, per il mio amore che muore...?,per il mio spirito rinsecchito di chiamare...?,per la mia anima che, affamata, viene meno...?,per la mia sete assetata che chiede ansimantel’Acqua dell’eterna Sorgente...?

Aspettare...? Aspettare l’amore segretoche nella mia anima apristi per raggiungerti...?Com’è duro il mio esilio in attesache non può né sa aspettare...!

«Aspetta... aspetta, sposa..., ché ancora è presto...!»

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Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

28-9-1972

IL CAMMINO DELLA VITA

Non c’è compassione per il mio petto feri-to!

Risate..., sghignazzate..., disprezzi e incom-prensioni ascolto intorno a me, mentre il miospirito, esaurito dal tanto patire, si sente stra-mazzato sotto il peso travolgente della richie-sta di Dio, che diventa dentro di me torrentedi inesauribili sorgenti.

Silenzi di morte e risposte di beffa, di indif-ferenza e di contraddizione, fanno cadere lamia anima, svenuta a causa del proprio peso,nell’annichilimento a cui l’apparente fallimentodella sua missione non ricevuta la porta.

Non voglio esprimere con frasi che non di-cono ciò che ho, non voglio dire nuovamente,nel modo che non è, ciò che opprimo nellospirito...! Non voglio essere profanata, persinoda me...! Non voglio, perché non ne possopiù...!

[...] In quanta violenza si consuma il mio es-sere e la mia sete e le mie ansie e le mie ap-petizioni e le mie suppliche e le mie nostalgiee le mie richieste e le mie malinconie e le mieattese... [...]

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diranno coloro che non sannola mia profondità,nel vedermi sospirare,senza luce.

Un giorno in più,cos’è...?:

Tortura che mi fa aspettare giorno dopo giornonella mia notte,in nostalgia amorosadel giorno dell’Amorein luce.

Com’è duro per l’amoreaspettare un giorno in più...!

Un giorno in più, cos’è...?

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Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

del mio cuore l’oppressione del mio spirito an-gosciato.

Ascolto in lontananza sghignazzate beffardedi disprezzo e d’incomprensione che si beffa-no della Nuova Sion... Intuisco cuori superbi,menti oscurate, pensieri offuscati, passi tre-manti, codardia e rispetto umano; percepiscoconcupiscenza, umanesimo e sconcerto...; e tra-dimenti subdoli, che, per trenta monete, con unbacio consegnano il Figlio dell’uomo, comeGiuda, «per il quale sarebbe stato meglio nonessere nato»1.

Ma, che importa quello che io percepisco,se l’«Eco della Chiesa» con lei si è sprofondatanel silenzio e, piangente, scoppia, senza forze,in lamentazioni profetiche che sono angoscienelle strettezze del proprio cuore...?

Cosa importa che la Chiesa con la sua «Eco»sia crollata, piena di cicatrici e arrochita nellacanzone infinita del Verbo che attraverso di leiscandisce agli uomini in teneri, dolci ed amo-rosi colloqui d’amore le sue eterne perfezioni,o stia imprigionando l’affluente inesauribile del-le Fonti delle sue infinite e coeterne Sorgenti...?!

Cosa importa per quelli che non hanno sco-perto i pensieri luminosi di Dio...?! Che impor-ta che la Chiesa avvolga il suo pianto tra sin-ghiozzi, se quelli che non sono Chiesa, con unafuriosa e sarcastica sghignazzata davanti ad untrionfo apparente che oggi è e domani sprofon-

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Che solitudine nel paese della vita...! Che si-lenzio intorno a me...! Che sghignazzate bef-farde d’incomprensione e di disprezzo...!

Che mistero davanti alla scoperta maestosache la luce della fede, piena di speranza e dicarità, ricevuta nel Battesimo per la vita dellagrazia, apre al mio cuore angosciato...! Che ab-bagliamento di verità, di pienezza e di vita...!Che comunicazione di amore e di effusione...!Che impulsi di speranza in slancio veloce ver-so l’incontro dell’aldilà...!

Sono stanca di lottare; sono sfinita, mi sen-to venir meno... Mi finiscono le forze e sprofon-do nell’agonia della mia solitudine... Sono incompagnia e mi sento sola nel paese della vita,perché cerco ampiezze di cuori assetati, molti-tudini con ansie immense in attese dell’Amore,e la mia sete di anime si consuma nella no-stalgia reclamante l’innumerevole discendenzache mi promise il Signore, con grida di morte.

Di quanto sguardo soprannaturale ho biso-gno...! Come dev’essere forte il mio spirito difede...! Che immensa fiducia quella del miocuore...! Muoio nella pena di non trovare riso-nanza nell’eco della mia canzone.

[...] Io conosco Dio, intendo i suoi misteri,penetro il suo pensiero, scopro il suo piano, soil suo modo di essere e di fare, e mi sento op-pressa dallo sconcerto e dalla desolazione che,in terrori di tenebre, avvolgono la Chiesa...

Non so se mi spiego, e nemmeno ci provo.Oggi tutto mi è indifferente. Vivo nel silenzio

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1 Mt 26, 24.

Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

Solitudine che atterriscea causa del suo sconcerto,contemplando l’animache piange nel suo cordoglio...

Solitudine che atterrisceavvolge il mio volo,con incomprensioneche trafigge il petto.

Solitudine che atterriscesoffocata in lamento,che, senza dire nulla,è notte d’inverno...

Solitudine che atterrisce,profondo silenziocon risposta mutaa quanto desidero...

Solitudine che atterrisce,in detti senza eco,poiché, quanto dico, aumenta il tormento...

Solitudine che atterrisce,esilio deserto,con voci che invitanoa volare al Cielo...

Solitudine che atterrisce,gemiti segreti,torturanti peneche sigilla il mistero...

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derà nel fallimento raccapricciante della mortee della disperazione, vanno frettolosi nel daf-fare funesto della sua distruzione...?!

Che importa che gli Apostoli siano addor-mentati, se uno di loro, Giuda, è ben sveglio;poiché «i figli delle tenebre sono più scaltri deifigli della luce»2...?!

Guardo intimorita, cercando fosse anche solouna mano amica che mi offra il suo riparo, lasua compassione e il suo appoggio, e scoproin lontananza una sghignazzata beffarda, rispo-sta angosciosa alla mia torturante richiesta...

Sono stanca..., scoraggiata... Cerco e non tro-vo, e l’eco del mio singhiozzare si perde nel si-lenzio dell’incomprensione immolante del mioincruento peregrinare.

Che importa che l’«Eco della Chiesa» pianga,se nel pellegrinaggio della vita tutti hanno cosìtanto da fare da non esserci posto per ascolta-re il lamento, pieno di richieste di Dio con sup-pliche eterne, posto nel mio petto addolorato...?

« Solitudine che atterrisce,voci dell’Immenso,segreti profondiche serbo in silenzio...

Solitudine che atterriscein lamenti quietidentro la profonditàche opprime il segreto...

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2 Cfr. Lc 16, 8.

Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

so tempo dolorosa, della scoperta del cammi-no che ci porta all’incontro amoroso e infinitodi nostro Padre Dio...!

L’esilio è il cammino che ci conduce all’E-ternità. Dio, nel suo piano eterno, ci creò perSé, solo ed esclusivamente per Sé!; affinché,possedendolo, entrassimo nella sua vita, vives-simo della sua felicità nel possesso del suo gau-dio infinito, nella partecipazione felicissima del-la sua pienezza. E, con affetto e tenerezza diPadre, ci mise sul cammino della vita, attraver-so il quale tutti, senza interruzione, saremmoandati da Lui.

Al termine glorioso e trionfante di questo pe-regrinare per il cammino che ci porta all’in-contro del possesso di Dio, ci sono i Portonisontuosi ed ampi dell’Eternità, aperti per intro-durre attraverso di essi tutti i figli di Dio chearriveranno segnati sulle loro fronti con il nomedi Dio ed il sigillo dell’Agnello... E in questiportoni della Gerusalemme celeste ed eterna ciaspetta l’Amore infinito, in attesa dell’arrivo fret-toloso di tutti noi per introdurci nella festa del-le Nozze eterne.

Questo è il senso reale del cammino dellavita che Dio determinò per tutti e per ciascu-no di noi; ma il peccato, la ribellione, il «nonti servirò» dei nostri Progenitori nel Paradiso ter-restre, si mise in mezzo ed aprì una «breccia»al termine del nostro peregrinare, fra il Cielo ela terra, fra la creatura e il Creatore, fra la vita

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Solitudine che atterrisce,con scricchioliidi agonie lentee lamenti che feriscono...

Solitudine che atterrisce,fa passare il mio volo! »

18-4-1975

Oggi il mio essere è abbattuto, e camminacome perso, crollato e atterrito, per il cammi-no frettoloso dell’incontro del Padre...

Sì..., il cammino...!! La mia anima ha sorpre-so, in un momento, con la rapidità di un ful-mine, penetrata dalla luce del pensiero divino,un cammino che attraversava davanti a me: Ilcammino che conduce tutti gli uomini al ter-mine beato della luce, della pace e dell’amo-re...!

Un cammino ampio ha contemplato il miosguardo spirituale, preparato da Dio per tutti isuoi figli, perché tutti noi passiamo attraversodi esso nel nostro peregrinare e arriviamo altermine beato della Luce... Un cammino ampioattraverso cui tutti corriamo: il cammino dellavita!, il cammino della Nuova Gerusalemme, at-traverso il deserto per arrivare alla Terra Pro-messa...!

Come lo comprendo bene...!, così bene...!Com’è chiara e penetrante oggi per il mio spi-rito angosciato la verità gustosissima, e allo stes-

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Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

E lì c’è Cristo, sospeso tra il Cielo e la ter-ra, che ci invita con suppliche di morte, comeunico ponte e tavola di salvezza, a passare at-traverso di Lui e con Lui l’abisso insondabileche il peccato ha aperto tra Dio e l’uomo, trala creatura ed il Creatore...

Oh...! Oggi, piena di sorpresa, ricolma diluce, e dal pensiero divino, piena di sapienzaamorosa, vedo e scopro come gli uomini, incorsa vertiginosa, corrono senza sapere dove,verso il giorno luminoso dell’incontro dell’a-more, della giustizia e della pace.

Oh...! tutti corrono alla medesima velocità,tutti vanno per lo stesso deserto, ma quantisono quelli che raggiungono il giorno beato eglorioso del Regno della Luce in conquista digloria come trionfo del torneo? Tutti arrivano altermine del proprio peregrinare, ma, chi attra-versa la frontiera per introdursi nel Regno del-la pace e della felicità...?

«Entrate per la porta stretta, perché ampia èla porta e spaziosa la via che conduce alla per-dizione, e sono molti coloro che vi entrano.Com’è stretta la porta e com’è angusta la viache conduce alla vita, e quanto pochi sono co-loro che vi si imbattono!»3.

Oggi ho compreso in un momento, illumi-nata dai fulgori incandescenti che ci dà la fede,in un modo semplice ma profondo, pieno di

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e la morte; dov’è l’abisso, conseguenza racca-pricciante del «non ti servirò» di Lucifero. Unabisso così insondabile, così profondo, così in-valicabile tra la terra ed il Cielo, che rese im-possibile a tutti gli uomini introdursi con si-gnoria, al termine del loro pellegrinaggioattraverso il cammino della vita, nelle Dimoresontuose e gloriose dell’Eternità.

I Portoni dell’Eternità, davanti all’abisso cheaveva aperto il peccato, si chiusero, e ormainessuno poteva più possedere il Regno dellaLuce, verso il quale tutti camminano, e unicofine per il quale siamo stati creati...

Dio però nella sua infinita sapienza, pienodi tenerezza e di compassione, ha voluto sta-bilire nuovamente la sua amicizia con gli uo-mini. L’Amore infinito si è sentito spinto a com-passione misericordiosa verso l’uomo caduto, inmodo tale che il Padre ha inviato il suo Uni-genito Figlio che, nella e per la pienezza delsuo Sacerdozio, appeso sull’abisso, tra Dio e gliuomini, estese le sue braccia e, in virtù dell’e-sercizio della pienezza del suo Sacerdozio, lan-ciando un grido straziante d’amore e di miseri-cordia, sospeso tra il Cielo e la terra, esclamò:«Venite a me, ché Io vi introdurrò nel Regnodell’Amore»; non senza prima avere spalancatonuovamente con il frutto della sua passionesanguinante e della sua resurrezione gloriosa,con le sue cinque piaghe, gli ampi Portoni del-la Gerusalemme celeste.

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3 Mt 7, 13-14.

Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

di tutti gli uomini e di tutti i secoli passò in unistante; tanto!, che tutti i secoli, con tutta la pie-nezza dei loro giorni e delle loro realtà, si rac-chiudono in un batter d’occhi per il pensierodi Dio e lo sguardo spirituale di coloro a cuisono scoperti quegli stessi pensieri sotto la lucecandente e luminosa della fede...

Cos’è la vita...? Un batter d’occhi in corsavertiginosa verso l’Eternità.

E, cos’è l’Eternità...? La pienezza dell’esi-stenza che saturerà in realtà esistente, in un «persempre» di felicità e di pienezza nel gaudiodell’Infinito, tutte le nostre capacità create edaperte al possesso di Dio per la pienezza delSommo Bene.

Soltanto un senso ho visto per la vita del-l’uomo: il correre con signoria verso la metaper incontrarsi alla fine con Cristo e Questi cro-cifisso e glorioso per il trionfo della sua resur-rezione, ed essere introdotti da Lui, nel gaudiodel Padre.

Tutti noi corriamo per legge di vita e la-sciamo indietro il posto ad altri che vengonopure di corsa e come spingendo davanti allavelocità di coloro che in modo impellente lispingono in corsa veloce, correndo dietro diloro per occupare il posto che, nel loro passa-re, vanno lasciando a coloro che frettolosa-mente stanno arrivando nell’attraversare il cam-mino di ogni uomo...

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sapienza amorosa in acuta penetrazione che,come una spada affilata, si è conficcato nellepupille scintillanti del mio spirito, un camminoattraverso cui tutti noi uomini correvamo in unacorsa vertiginosa verso il termine dell’esilio, cheè l’incontro della felicità eterna.

Cammino che, davanti al mio sguardo spiri-tuale, mi è sembrato molto corto per la velo-cità compatta di quelli che vi passavano, ed hocompreso questa frase della Scrittura: «Per Diomille anni sono come un giorno»4; poiché hovisto passare battaglioni di milioni di uomini ditutti i tempi per la vita in un momento, sco-prendo la velocità e la rapidità del nostro pe-regrinare.

Oh, che momento...! Quanto ho visto inquell’istante di luce...! Come ho visto piccolino,povero e corto il cammino della vita...!

Che poca trascendenza quella dei calcoliinimmaginabili degli uomini...! Com’è fugacetutto ciò che racchiude la vita...! Tutte le cosecome se non fossero; con un solo senso: cor-rere frettolosamente incontro al Regno dellaLuce come dice l’Apostolo: «Corro verso lameta, per arrivare al premio, al quale dall’altoDio chiama in Cristo Gesù»5.

Ed è così fugace tutto quello che succede inquesto camminare frettoloso per ottenere il pre-mio, tanto!, che, davanti al mio sguardo spiri-tuale, come se non esistesse; tanto!, che la vita

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4 Sal 89, 4 = 2 Pe 3, 8. 5 Flp 3, 14.

Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

cando il cammino certo e sicuro della volontàdivina, arrivando alle frontiere dell’abisso, lo at-traversavano sotto l’ombra dell’Onnipotente ela brezza della sua vicinanza, passando con si-gnoria, come in volo, l’abisso insondabile che,frapponendosi nel cammino della vita, ci sepa-ra dalla Luce...

Ma per passare dall’esilio alla Vita, dall’o-scurità alla Luce e valicare l’abisso insondabile,bisogna scoprire Cristo appeso sull’abisso, congli occhi candenti, illuminati dalla fede e spin-ti dalla speranza, e ascoltare il suo supplicante«Venite a me»!6; e dobbiamo lanciarci attraversoil vuoto con la speranza riposta nel passo lu-minoso della sua misericordia infinita.

E questo abisso bisogna superarlo volando,con ali di aquila che ci assicurino un passag-gio sicuro nella dimora dell’Amore...

Quanti vanno di corsa senza premunirsi del-le loro ali...! Quanti vanno di corsa impazziti ver-so la fine...!: Alcuni in modo sorprendente ca-dono nell’abisso nella loro ribellione dissennatae ostinata come Lucifero di «non ti servirò»; al-tri, che erano ancora in tempo di riflettere, si fer-mano di botto davanti all’impotenza di poterlovalicare; mentre coloro che purificati e lavati conil sangue dell’Agnello, che arrivano dalla grandetribolazione, i figli della Luce, superano l’abissocon la velocità di un fulmine, perché sono uo-mini con ali grandi d’aquila, che vanno frettolo-si davanti alla voce di Cristo appeso nell’abisso

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Tutti arriviamo, alcuni prima, altri dopo, allefrontiere delle infinite chiarezze del Sole eter-no...

Arrivando a questa frontiera, verso la qualein modo vertiginoso andiamo frettolosi, al ter-mine della vita, –o sorpresa piena di stupore!–,scoprii che alcuni si fermavano di botto: sonoquelli che sono ancora in tempo di riflettere,quelli che al termine del loro peregrinare nel-la loro corsa vertiginosa hanno scoperto unosprazzo di luce.

Altri, o terrore!, nella loro vertiginosa corsa,nella loro pazza ostinazione, nel loro inco-sciente camminare, cadono nell’abisso –che èstato aperto per Lucifero ed i suoi seguaci perla loro ribellione di «non ti servirò»–, con la ve-locità e trepidazione di un fulmine, perdendo-si nelle profondità rabbrividenti dei seni delVulcano aperto, pieni di terribili urla davantialla disperazione eterna di sapere che sono ca-duti lì senza potersi fermare, né retrocedere, nétornare, e per sempre!

E come cadevano...! Cadevano...! Cadeva-no...! tra angosciose urla di morte e di inim-maginabile disperazione in quella oscurità sen-za fondo, in quell’abisso insondabile che la miaanima frettolosa e spaurita tentò di guardare;ma non ne vedeva la fine, per la sua tenebro-sa e profonda oscurità...

Cadevano nell’abisso...!

Mentre coloro che andavano con lo sguar-do fissato in Dio, coloro che correvano cer-

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6 Mt 11, 28.

Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

tanea e inoltre in una marcia che era vertigi-nosa e, pertanto, avrebbe presto raggiunto lasua fine.

Ma in questa marcia alcuni vanno strofinan-dosi e vanno sporcandosi nella fangaia delmondo: «nuvole senz’acqua portate via dai ven-ti; o alberi di fine stagione senza frutto, duevolte morti, sradicati; onde selvagge del mare,che buttano la schiuma delle loro impurità; astrierranti, ai quali è riservato l’abisso tenebrosoper sempre»7; e che, arrivando al termine e tro-vando l’abisso che li separa dal loro fine, nel-la loro pazza e sconcertante corsa, cadono al-l’improvviso in quell’abisso tenebroso einsondabile di terribile amarezza e di dispera-zione eterna, senza fermarsi a riflettere.

Mentre i secondi, che vanno con le loro alispiegate senza macchiarsi nella fangaia, conti-nuano avanti al di sopra dell’abisso, lo supera-no, lo attraversano velocemente lasciandolo in-dietro, perché camminano spinti dalla vocedell’Amore infinito che, appeso sull’abisso, in-chiodato tra Dio e gli uomini, grida loro: «Venitea me». E con Lui e da Lui sono introdotti nel-la Dimora della Luce, della Vita e dell’Amore...

Ci sono anche dei terzi che, fermandosi dibotto sul ciglio dell’abisso, sono in tempo di ri-flettere.

Noi tutti corriamo ad una stessa velocità,benché non tutti arriveremo ad uno stesso ter-

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per attraversare grazie a Lui le frontiere che ciseparano dall’Eternità.

Con quanta chiarezza contemplavo, com-prendendolo sotto i fulgori dei soli del pensie-ro divino, che l’abisso è l’inferno dove cadonogli uomini insensati al termine della loro corsavertiginosa, perché hanno detto a Dio di «no»nel loro grido di ribellione in una sfacciataggi-ne inconcepibile contro il Creatore!

Le ali d’aquila sono lo sguardo soprannatu-rale, la ricerca di Dio, l’inserimento nel suo pia-no, e la carità, i Sacramenti, i doni ed i fruttidello Spirito Santo, che ci fanno camminare sul-la terra come in volo senza sporcarci nel suofango; rendendoci capaci di correre al di sopradelle cose create, con occhi candenti capaci discoprire l’eterna sapienza. Perché la sapienza diDio nell’anima che la possiede è come fiammeaccese, come saette scoccate dall’amore, ecome freccia appuntita che, introducendosi nelpiù profondo dell’essere, penetra tutta la vitadell’uomo, facendogli conoscere la verità delpiano divino e procurandogli la forza di cui habisogno per seguirlo sino alla fine.

Com’è strana la mia vita...! Oggi mi è statoscoperto in un momento un cammino rapido,breve, attraverso il quale tutti noi uomini cor-revamo velocemente. Tutti ad uno stesso pas-so; nessuno, benché volesse, poteva restare in-dietro: sono i giorni della vita. Nessuno di noiandava più velocemente né più lentamente; tut-ti ad una stessa velocità, in una marcia simul-

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7 Giu 12b-13.

Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

to oggi scoperto al mio sguardo spirituale, nelpiù profondo del midollo dell’anima.

Com’è corto il cammino...! Com’è vicino l’a-bisso...! Com’è invalicabile senza ali d’aquila...!E le ali solo l’amore, il sacrificio, la rinuncia ela vita di fede, speranza e carità, i Sacramenticon i doni ed i frutti dello Spirito Santo, sonocapaci di darcele; ali d’aquila che ci portino allasperanzosa luce dell’Amore:

«Se la tua mano ti scandalizza, tagliala; è me-glio per te entrare nella vita monco, che conentrambe le mani andare nell’abisso, nel fuocoinestinguibile, dove il verme non muore né ilfuoco si spegne. E se il tuo piede ti scandaliz-za, taglialo: è meglio per te entrare nella vitazoppo che esser gettato con due piedi nell’a-bisso, dove il verme non muore né il fuoco sispegne. E se il tuo occhio ti scandalizza, cava-lo; è meglio per te entrare senza un occhio nelRegno di Dio che con entrambi gli occhi esse-re gettato nell’abisso, dove il verme non muo-re né il fuoco si spegne»8.

Com’è corto il cammino...! Che velocità quel-la dei suoi viandanti...! Che insensatezza quel-la dell’immensa maggioranza di quelli che vicamminano...!

Anima cara, apri le tue ali e allarga lo spiri-to, perché Dio è vicino...!

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mine, anche se il termine che Dio ha volutoper tutti è lo stesso; ma non possono raggiun-gerlo se non coloro che, vivendo del sopran-naturale mediante la vita della grazia e sottol’impeto dello Spirito Santo, hanno ali, e ali d’a-quile reali, che li rendono capaci di valicare l’in-sondabile abisso che esiste tra la Vita e la mor-te, tra la terra ed il cielo.

Strana concezione della vita quella che oggi,in un momento, ho scoperto...! Strana intuizio-ne che mi ha insegnato nuovamente la fugacitàdelle cose, il modo affrettato in cui scorre tut-to, e la necessità di cercare solo Dio per vali-care trionfalmente in conquista di gloria l’abis-so che si antepone alla Luce.

Abisso interrotto bruscamente, immensa-mente profondo, tanto, che non se ne vede lafine!; per cui soltanto con ali immense d’aqui-la potrà essere attraversato.

Sento sghignazzate in lontananza... corsa afrotte... cammino di vita... Perché è il camminodella vita per il quale andiamo tutti, perché èl’esilio il cammino che ci porta alla Vita, attra-verso il quale non tutti vanno allo stesso modo,sebbene sì tutti corrono alla stessa velocità...

Sono ali d’aquila quelle di cui ha bisogno ilmio cuore addolorato, per correre incontroall’Amore...! Ma sento, nel camminare del miovertiginoso pellegrinaggio, sghignazzate beffar-de di disprezzo e d’incomprensione, che mifanno rabbrividire davanti a tutto ciò che è sta-

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8 Mc 9, 43-48.

Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

La mia anima, adorante,contempla il misterodel Cielo e la terra;profondo dolore!

Vivo nell’Immensodentro la sua profondità,e mi trovo sul suolodella distruzione...

Solitudine che atterrisce,dolce compagnia,contrasti che avvolgonoil nostro camminare...

Non c’è nulla di tanto segreto,di tanto dolce e sacro,come un’anima orantenella sua solitudine.

Dio chiama la sposasempre e senza stancarsi,con invitialla sua intimità;e costei si eleva,carica di amori,in risposte prontedi fedeltà...

Egli ne interrompe il passoquando lei si lancia,e le dice sottovoce:Devi ritornare;raccogli covoni,riempi i tuoi granai,ricolma il tuo senodi fecondità.

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La vita è contrastodi pena e di gaudio,del giorno e la notte,di freddo e caldo,in profonda nostalgiache attende, in pienezza,di calmare le sazietàdel proprio cuore.

La vita è contrasto,piena di appetizioni,in ricerca costantedi un giorno di sole;poiché nulla è così tristecome la notte ghiacciata,di nuvole cariche,senza sentire calore.

Saette pungentiche vanno e vengonoe che si introducononell’interiore,incidendo nell’animacauterizzazionidi gaudi e di peneper l’incomprensione...

La vita è camminoche porta all’Immenso,e va intessendo,nel suo contenimento,giorni di estatecon notti serene,e giorni d’invernopieni di paura.

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Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

Mio Gesù glorioso,Tu ed io ci guardiamol’uno nell’altro,profonda intimità...!

Con teneri amorie traboccanti di gaudio,entrambi ci diciamonel tuo palpitare:

Ti amo, mio Amore...!e così ci gloriamo,Amatore eterno.

Che gaudio! Che profondità! Che pace!

31-3-1976

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E così, con i fruttidei nostri amori,quando passerà il tempodel tuo camminare,ti aprirò il mio petto,ricolmo di doni,affinché tu gustila mia Divinità,senza che nulla impediscadi aprire i Portoni,ora sigillati,dell’Eternità.

Oh! che giorno, allora,Sposo divino,quando Tu mi chiameraicon premura tale,che io ti risponderòricolma di doni:Vengo, Amato mio,non ti farò attendere!

Ora i tuoi palpititasteggiano la mia animae intrecciano idillidi un mutuo baciare.

Riposa, mio Sposo,nella mia anima amanteché devo farti riposare,sapendo appoggiare,così con i miei figli,la mia fronte sul tuo petto,affinché Tu gustiquesto reclinare.

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Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

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1-6-1994

NELL’INFERNO E SENZA DIO,CHE FAREBBE LA MIA POVERA ANIMA?

Oggi desidero riferire,benché mi trovi stanca,ciò che un giorno mi accaddein maniera inattesa:qualcosa di terribile e di feroceche nella mia vita si incise;e nella mia anima si impresseche il Signore mi mostrava.

Senza sapere come fu ciò,nell’inferno mi trovavo...!

Che terrore!, figli amati,che amarezza così amara...!,con quale disperazione...!;la speranza era passata.

Ormai tutto era finito.A liberarmi non riuscivodi quel terribile terroredi coloro che lì si trovavano.

E anche se non so come fu,lì arrivava la mia anima,per poter esprimerela paura che mi inondava.

Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

La mia anima perse Colui che amava;giammai l’avrebbe trovato.Poiché, a questo luogo lanciata,mai mi sarei liberata;nell’abisso mi trovavo...!

Oh, che disperazionee che oscurità mi soffocavano...!

Nell’inferno e senza Dio,che farebbe la mia povera anima...?Come sarò lì caduta...?!

Il modo non mi spiegavo;poiché mi trovai repentinamentequando meno l’aspettavo.

E per quanto ti dicaaffinché tu lo penetri, giammai potrai comprendereciò che sperimentavo,quando all’inferno sono arrivatasenza sapere come arrivavo;ma vi dovetti caderein modo inaspettato.

Nella mia disperazione,volò al cielo il mio sguardo,e nella mia amarezza dicevo:Qui mi trovo racchiusa!e non so come è stato questo,né per quale buco sono entrata.

Era però per sempre...!,il dubbio non mi rimaneva!Avevo perso Dio,e non esisteva un domani

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O che disperazione...!,con nerezza insospettata!,senza potersi liberareanche se si forzasse.

E tentavo di scappare,ma mi trovavo imprigionatain lugubre segreta,oppressa...!, attanagliata...!E tanta angoscia sentivoche neppure a respirare riuscivo.

Che nerezza...!, che tenebra...!;Come mi disperavo...!:ciò si incise molto profondamente,molto profondo nel mio interiore.

E nella mia disperazione lottavo, nel caso riuscissia scappare da quel terroreche tutta mi rendeva schiava;e con terribili orrori...!,con mostruosi fantasmi...!che, anche se facce non avevano,li intravedevo molto bene.

Non potevo scappare...!Tutto chiuso si trovava; come con ganci afferrata.

La maniera non trovavodi rompere quei ferriche tanto mi attanagliavano.E lottavo nei miei affannidi trovarmi liberata.

In un silenzio molto sordoi miei gemiti rimanevano.Gemiti disperanti!:

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Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

affinché approfittasserodel sangue dell’Agnello,che sulla croce fu effusoper redimere l’uomoche con esso fosse pulito.

Si era perso tutto!;non esisteva la speranza!;solo disperazione,in un’amarezza tanta,che giammai potrò dirloper quanto ci provi.

Ciò fu la cosa più terribileche nella mia vita mi sia accaduta.«Anima mia, non ti guardare...»più piccolo rimase;perché speranza avevo,se il Signore non deludevonel modo in cui Egli lo imprimevanel centro della mia anima.

E benché fosse alcuni momenti,lì ormai per sempre mi trovavo...!Questa era l’esperienzache tutta mi penetrava.

E fu come molto tempo...!,poiché il tempo non passava.Stavo nell’inferno,e condannata mi trovavocon quei condannatiche in quel luogo stavano.

Paurosa oscuritàtutti noi possedeva.Lì nulla si vedeva;

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per correre da Luicosì come lo agognavo.

La mia perdita era per sempre!:così lo sperimentavo.Non sarei riuscita ad uscire,per quanto forzassi,da quel luogo terribiledove mi trovavo condannata.

Avevo perso Dioed ero disperata,senza sapere come caddinel luogo in cui mi trovavo.

E la cosa più terribile era che speranza non rimaneva...!Quello era per sempre,poiché il tempo non passava;benché il tempo non esistessein quella morte strana.

E per quanto io dicae, sforzandomi, esprima,non descriverò il luogo,senza essere luogo, nel quale stavo.

Era qualcosa di così strano,che nella mia agonia non trovavola maniera di dirlo,benché molto mi sforzassi.

Poiché la misericordiaper quelli non contava,infatti avevano abusatodi quanto Dio aveva loro donato;ed il tempo era passato

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Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

quando meno lo aspettavo,per il potere infinitodi Colui che tanto mi ama.

Vedo che mi liberaidi ciò di cui nessuno ci riuscì;infatti non può più uscirnecolui che è precipitatonell’abisso insondabile,di nerezza insospettata.

Infatti ti stringono feroci ganciaffinché non te ne vada;perché colui che cade lì,ormai per sempre ci si trova.

Io non so come ne usciiaffinché così oggi te lo racconti.Forse sia stato per questoper cui lì sia arrivata.

Ma per quanto ti dica,giammai a dirlo riuscirò;poiché non si può direciò che io sperimentaiquel giorno in cui caddinell’inferno, e provaila disperazione,che coloro che lì si trovavanohanno di sapere che giammai più raggiungeranno Dio,e che tutto hanno perso quando meno se lo aspettavano,per essersi ribellati a Colui che Èin forma deliberata.

Per questo, quando mi vidiche lì dentro mi trovavo

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gli uni con gli altri si scontravanoper la disperazioneche tanto faceva disperare.

E io stavo con i diavoli!Così lo sperimentavo.Essi ormai mi possedevanocon l’odio che sfogavanoper vendicarsi di me,e alla fine mi martirizzavano.

Oh che terribile prigione!,dove io tentavo di gridareper implorare il Signore che venisse e mi tirasse fuoricon il suo coeterno potere.Un’altra cosa non sarebbe bastata,poiché, senza saperne il perché,nell’inferno mi trovavo.

E anche se assai bene comprendevoche ormai ero condannata, gridavo molto fortenel caso il Signore mi ascoltasse,e la sua potenza divinala sua compassione mi mostrasse,–anche se non fosse possibileche da lì mi riscattassero–;e alla fine la sua eterna clemenza, in tenerezza si mostrassee, nel guardare la sua piccola,qualche maniera trovasse.

Per una misericordia,che in questo luogo non entrava,io fui tirata fuori da lì,

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e non ne potevo uscirené stendere le mie grandi ali,poiché tutto mi opprimeva affinché non ci riuscissi;nella disperazioneche sperimentò la mia anima,compresi che nell’infernosperanza non rimaneva,poiché coloro che cadevanomai più si liberavano.

Ed io caddi, figli amati,affinché te lo raccontassi;e per questo ne uscii,quando ad ottenerlo non ci riuscivo.

Ma all’improvviso mi trovaiche ero ormai liberata,pur senza sapere come entrainé in che modo me ne scappai.

Questo durò poco tempo.Dio volle che io provassiquel terribile tormentoed agli uomini lo raccontassi.

E mi liberò di corsa...!Egli stesso non sopportavache stessi molto tempo,infatti di poco aveva bisognoaffinché io lo sapessi e lì lo sperimentassi,e nulla rimanesse occultoche non dicesse la mia anima:

nulla di quanto Egli volevache io manifestassiagli uomini di questa terraprima che al cielo andassi.

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Questo mai ve l’ho raccontatocome adesso lo spiego,per non sapere come fare;poiché la maniera non trovavodi poterlo esporrecon la parola creata,decifrando i tormentidi chi contro Dio si alzae sprofonda nell’inferno,perdendo ogni speranza.

Mi piace tanto dirti,figlio della mia Chiesa amata,le cose dell’Infinito,quelle che Egli stesso mi ha insegnato,che quando ti devo esprimereciò che prima ti ho raccontato,resisto, figlio amato,nel caso bene non lo spiegassi,e credessero che era pocoquello che mi accaddeil giorno in cui nell’infernomi sentii condannata.

Ogni volta che lo ricordoe i suoi terrori mi spaventano,voglio lasciarlo in silenzio,e che giammai io decifrii tenebrosi tormentiche il mio spirito trovava,con la disperazionein cui mi disperavo,volendomi liberaree neppure speranza trovavo;mentre prorompevo in grida senza avere chi mi ascoltasse...!

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senza cadere nell’abisso,poiché da lì nessuno scappa.

Il Signore mi portò,ed Egli stesso mi liberò.Questo è stato un grande miracoloche l’Onnipotente operòcon la mia anima piccolinache quello non sopportava,e si rivolgeva piangendoaffinché Dio la tirasse fuori.

E con il suo braccio potente,pieno di tenerezza tanta,mi prese da quel luogo,e al suo Seno mi portòun diciotto marzodopo che questo passò.

Ebbene fu prima, figli miei,quando questo sperimentai.E così Dio mi preparòaffinché lo contemplassinel suo giubilo d’amoree nel suo Seno mi addentrassi.

Vieni con me alle Nozze,la tua anima si trova liberata.Finché dimori sulla terra,con attenzione la devi attraversare,nel caso potessi caderee tutto tu rovinassi.

Vieni con me ai cieli,la libertà ti reclamanel festino coeternodella Trinità Sacra.

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Figlio, per quanto lo dico,non esprimo quel che accaddequando mi trovai nell’inferno,da dove fui riscattatadalla mano dell’Eterno.

Egli non sopportava piùche lì stessi altro tempoin disperazione tanta,poiché l’avevo persoe nulla ormai mi importava;solo potermi liberaredalla segreta sigillatacon ganci di duri ferriche dentro mi attanagliavano.

Ma non voglio ripetereciò che non ha parole.Non sono cose della terra;con il suo fine, queste terminano.Quello sempre perdura...!

Ed il Signore che mi portavaaffinché te lo dicessied agli uomini lo spiegassi,con il suo potere infinitoe per il suo amore mi trasse fuori.

Senza sapere come fu ciò,io mi trovai liberatadall’oscurità oscurache l’inferno attanagliava.

Ventisette anni avevoquando questo mi accadde.

Vieni con me alle Nozzeché alcuni momenti fa ti spiegavo.Allarga le tue ali grandi,ché ancora sulla terra ti trovi

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3-10-1972

ALI D’AQUILA

È corto il cammino che conduce alla Vita. Ècorto poiché sono contati i giorni degli uomi-ni che vi camminano. È corto poiché siamo sta-ti creati per l’Eternità, per il giorno luminosodella Luce, per l’incontro del Padre, e questocammino che ci conduce alla Patria è solo cam-mino, pellegrinaggio attraverso l’esilio che ciporta irremissibilmente alle frontiere dell’aldilà.

Si è inciso nella mia mente, nel mio cuoreaddolorato per la durezza della vita, per l’in-comprensione degli uomini, per il tradimentodi molti che si chiamarono miei, per la risatadi coloro che mi disprezzano e per la folla dicoloro che non mi ricevono...; sì, si è inciso,davanti al mio sguardo stupito, un camminocorto per il quale noi tutti camminavamo fret-tolosi: erano i giorni della vita nell’esilio.

Così frettolosi camminavamo, che vertigino-samente correvamo in velocità simultanea, sen-za poterci trattenere né poter neanche sorpas-sare, dato che il tempo è una misura ugualeper tutti.

E arrivando alla fine dell’esilio, terminandoi giorni del nostro pellegrinaggio, ho visto un

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Corri alla mia anima, figlio mio,prima che al Cielo io parta,e quando ormai sia volataricorda i miei insegnamenti.

Ti necessito al mio fianconel luogo in cui vada,poiché sei la mia discendenza,quella che Dio mi affidòper adempiere la missioneche nella Chiesa mi ha donato.

Vieni con me alla Gloria,e lascia le cose vane.

Questa esperienza che la mia povera animavisse in un tempo brevissimo affinché lo ma-nifestassi, ha lasciato la mia vita suggellata persempre.

Trascrivendolo oggi, 28 maggio 2001, mi vie-ne al ricordo che ad alcuni santi Dio mostròl’inferno in un modo o nell’altro, con i suoi ter-rorifici tormenti e la situazione raccapricciantein cui si trovano i condannati, e manifestaronociò che lì videro e udirono. Tra di essi i Bambinidi Fatima, Santa Teresa di Gesù e Santa Fausti-na, recentemente canonizzata.

Cosa che ci deve portare tutti a vivere pie-ni del santo timore di Dio, poiché, anche se«molti sono chiamati, pochi sono gli eletti»1; ead essere vigilanti perché «all’ora che menopensiamo verrà il Figlio dell’uomo»2.

1 Mt 22, 14. 2 Cfr. Lc 12, 40.

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taglio netto davanti ad una frontiera; un abissoinsondabile, del quale non si vedeva il terminein profondità, nel fondo. Colui che lì cade, cadeper sempre; giammai potrà uscire, poiché laprofondità del suo seno è insondabile, poichéla forza della sua attrazione, pertanto, è irresi-stibile.

«C’era un uomo ricco, che vestiva di porpo-ra e di lino e tutti i giorni celebrava splendidibanchetti. Un mendicante, di nome Lazzaro,giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, bra-moso di sfamarsi di quello che cadeva dallamensa del ricco; perfino i cani venivano a lec-care le sue piaghe.

Ebbene accadde che il povero morì e fu por-tato dagli Angeli nel seno di Abramo; morì an-che il ricco e fu sepolto.

Nell’inferno, in mezzo ai tormenti, levò gliocchi e vide di lontano Abramo e Lazzaro nelsuo seno. E, gridando, disse: “Padre Abramo,abbi pietà di me e manda Lazzaro affinché, conla punta del dito bagnata d’acqua, rinfreschi lamia lingua, perché sono tormentato in questefiamme”.

Abramo disse: “Figlio, ricordati che hai rice-vuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro pari-menti i suoi mali, ed ora invece lui è qui con-solato e tu sei in mezzo ai tormenti. Per di più,tra noi e voi c’è un grande abisso, in modo checoloro che di qui vogliono passare da voi nonpossono, né di costì si può attraversare fino anoi”.

E disse: “Ti prego, padre, di mandarlo a casadi mio padre, perché ho cinque fratelli, per am-

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monirli, affinché non vengano anch’essi in que-sto luogo di tormento”.

E Abramo disse: “Hanno Mosè e i Profeti;ascoltino loro”.

E lui: “No, padre Abramo; ma se qualcunodai morti andasse da loro, farebbero peniten-za”.

Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè ei Profeti, neanche se uno risuscitasse dai mor-ti sarebbero persuasi”»1.

Sì, corsa vertiginosa e gente che a frotte cor-reva frettolosamente... E arrivando alla boccaprofonda del Vulcano aperto della perdizione,una parte cadeva nella profondità di quell’abis-so che li inghiottiva con la forza di un uraga-no, perdendosi per sempre, per sempre! e comedi sorpresa davanti al mio sguardo spirituale.

Un’altra, si fermava di colpo; forse ancoraaveva tempo di riflettere...

Era capace questo secondo gruppo di pas-sare l’abisso...? Non so come; perché, per pas-sarlo, erano necessarie ali ed ali grandi, forti,ali d’aquila, abituate a volare molto alto e a su-perare immensi abissi e grandi pericoli...; giac-ché non si può possedere Dio se non si arrivacon ali d’aquila che, innalzandoci verso di Lui,ci rendono capaci di vivere per partecipazionedella sua stessa vita, essendo figli suoi, ed ere-di della sua gloria.

1 Lc 16, 19-31.

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te lavate e purificate con il sangue dell’Agnello,mediante il quale, «anche se i nostri peccati fos-sero come lo scarlatto, diventeranno bianchicome la neve. Anche se fossero rossi come laporpora, diventeranno come la lana»3.

Poiché, per partecipare di Dio secondo il mo-dello di Colui che, guardandosi in ciò che a Luifa essere Dio, ci creò a sua immagine e somi-glianza per introdurci nell’intercomunicazionefamiliare della sua stessa vita divina; dobbiamorenderci conformi a Lui. Poiché, «nella sua lucevedremo la Luce»4, trasformati di chiarezza inchiarezza in ciò che contempliamo;

resteremo oltrepassati davanti allo splendoredella sua gloria, e saremo, con tutti i Beati, ri-sposta di adorazione riverente, in un atto d’amorepuro, alla Santità intoccabile del Dio tre volteSanto; il quale non può essere posseduto en-trando nel Convito eterno senza vestito di Nozze.

E questo è in modo tale, che l’anima, dopoche è stata liberata dalla schiavitù del corpo,penetrata dal pensiero divino, non trovandosipronta e capace di possedere Dio, istintiva-mente cercherebbe la propria purificazione, nelsuo grido di: Chi come Dio?!, davanti alla ne-cessità di adempiere il fine per il quale è statacreata.

E abbraccia amorosamente quel nuovo rega-lo che l’Eterno le fa per mezzo del Purgatorio,per poter arrivare a possederlo eternamente, fat-

3 Is 1, 18. 4 Cfr. Sal 35, 10.

Come sarebbe passato allora questo secon-do gruppo che non era premunito delle sueali...? Chi gli avrebbe dato ali d’aquila per vo-lare...? Forse i Sacramenti..., un atto d’amorepuro..., un raggio di luce che li trasformi, comeal buon ladrone, facendoli reagire davanti allarealtà drammatica della loro situazione in modotale che possano valicare l’abisso...

«Per la mia vita, dice il Signore, Jahvè, cheIo non godo della morte dell’empio, ma chedesista dalla sua condotta e viva. Convertitevi,convertitevi dalla vostra condotta perversa.Perché volete morire, Casa d’Israele?

E dicendo Io all’empio: “Certo morirai”; seegli si converte dal suo peccato e compie ciòche è retto e giusto, certamente vivrà, non mo-rirà. Nessuno dei peccati che ha commesso saràpiù ricordato; fece ciò che è retto e giusto, e cer-tamente vivrà. E diranno i figli del tuo popolo:“Non è retta la via del Signore”. “Sono invece leloro vie che non sono rette! Se il giusto si al-lontana dalla sua giustizia e compie l’iniquità,morirà a causa di questa; e se l’empio si allon-tana dalla sua iniquità e compie ciò che è rettoe giusto, a causa di ciò vivrà. E dite: ‘Non è ret-ta la via del Signore!’ Io vi giudicherò, o Casad’Israele!, ciascuno secondo i suoi cammini”»2.

Anche se l’immensa maggioranza, ancordopo averlo superato, dovrà purificarsi per po-ter arrivare a possedere Dio. Poiché, nel tra-scorso del peregrinare per la fangaia di questavita, non hanno le loro tuniche completamen-

2 Ez 33, 11. 14. 15b-20.

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dai doni e dai frutti dello Spirito Santo; in unaparola: con uno sguardo soprannaturale che av-volge e penetra tutti i cammini della sua asce-sa verso l’incontro del Padre e che fa loro vi-vere una vita di fede che aspetta instancabile,spinta dall’amore, la promessa dei figli di Dio;questi sono coloro che passano trionfalmentel’abisso invalicabile della perdizione.

Terribilmente impressionante è la vista di co-loro che cadevano nell’abisso...! Ma non è menoimpressionante quella di coloro che, arrivandoalle frontiere dell’eternità, al termine della vita,dietro l’abisso, intravedono una luce scintillan-te che, con la calamita delle sue fiamme can-denti, attrae verso di sé irresistibilmente gli uo-mini che, con occhi penetranti di sapienzadivina, scoprono la luce del Giorno eternodell’Amore...

Che gioia vedere quel corteo glorioso di co-loro «che vengono dalla grande tribolazione»,che vivono come in un volo nell’esilio senzamacchiarsi né strisciare per la fangaia della vita,e spiegando le loro grandi ali, quasi senza per-cepirlo, spiccano il loro volo e passano con si-gnoria attraverso e al di sopra dell’abisso; e allafine sono introdotti da Cristo in quella Luce can-dente e infinita di gaudio, di felicità, di beati-tudine e di possesso eterno...!

Si aprirono i Portoni dell’Eternità per l’aqui-la reale che viene dall’esilio ad introdursi nellacamera nuziale dello Sposo...! Si aprirono iPortoni che la introdussero per sempre, persempre!, nel gaudio infinito che posseggonoper partecipazione i beati...!

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ta una cosa sola con Cristo, e Questi crocifisso,che, per il trionfo glorioso della sua resurrezio-ne, ci introdusse nelle soglie dell’Eternità.

Per cui il Purgatorio è una nuova donazionedi Dio che si effonde in misericordia, piena dicompassione, amore e tenerezza; affinché lacreatura possa purificare tutto ciò che nel suoperegrinare, per mancanza d’amore e di corri-spondenza, trascinata dalle sue proprie passio-ni, piene di storture, la sfigurano tanto, che laimpossibilitano all’incontro definitivo con Dio.

Ed è il Purgatorio come il «luogo del disa-more» dove si trovano coloro che, per non avercercato di realizzare la volontà di Dio, distor-sero i suoi cammini e, anche senza traviarsi deltutto, non risposero in ridonazione amorosa alledonazioni infinite di Colui che, «amando i suoi,li amò sino all’estremo»5.

Non so come questo gruppo, che si ferma-va di botto davanti all’abisso, si sarebbe pre-munito delle sue ali per superarlo...; poiché,senza ali d’aquila reale, non si può attraversa-re l’abisso insondabile che separa questa vitadal giorno luminoso della Luce.

Ed il terzo gruppo, che cammina lungo l’e-silio senza sporcarsi nella fangaia del peccato,che lo passa come in volo, con il suo sguardoposto in Dio, con il suo cuore possedutodall’Infinito, con la sua mente illuminata dall’e-terna Sapienza e con la sua anima posseduta

5 Gv 13, 1.

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stessa velocità per uno stesso cammino, di sco-prire e mostrare loro quella Luce candente divita e di felicità. E per questo grido con ango-sce di morte in cantici, che davanti alla trage-dia del mio spirito sono diventati urla, per mo-strare agli uomini il modo sicuro di vivere nelnostro pellegrinare verso il Regno della Luce edell’Amore.

La mia anima è profondamente impressio-nata da questa verità dogmatica, sempre anti-ca e sempre nuova, della vita, della morte, delCielo e dell’inferno... Ma l’impressione di co-loro che cadevano nell’abisso mi è così dura,che quasi non mi lascia gioire per quelli cheattraversavano le frontiere gloriose e sontuosedell’Eternità...

Cadevano...! Cadevano...! Cadevano nell’a-bisso...! [...] E cadevano per sempre con la ve-locità di un fulmine nei giorni di temporale, conla rapidità di un uragano nelle notti di vento,con la rabbrividente sensazione della morte, esi perdevano nella profondità insondabile del«Vulcano aperto»...!

Sento sghignazzate in lontananza..., beffe...,scherni..., disprezzi..., incomprensioni, calunniee martìri per l’anima-Chiesa che, con ali d’a-quila, percorre attraverso l’esilio il suo vertigi-noso camminare...

Che impressionante, che grandiosa e terribi-le la visione della moltitudine degli uomini ditutti i tempi, che corrono per il cammino dellavita in corsa vertiginosa...!

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Che contrasto...! Anche, davanti a coloro checadono nell’abisso, si percepisce un «per sem-pre» senza termine, insondabile, terrificante; un«per sempre» conosciuto solo da coloro che, tra-scinati alla profondità dei suoi seni, si trovano,come di sorpresa, in quella fossa interminabiledi terrore...

Due «per sempre» diversi, ai quali ci condu-ce uno stesso cammino: il cammino dell’Eternità.Perché, quando Dio ci ha creati per Sé e ci haposti nell’esilio, ha fatto camminare noi tutti inuno stesso pellegrinaggio per il sentiero che ciconduce al suo possesso. Ma il peccato ha aper-to una fossa ed ha aperto un abisso tra la crea-tura e il Creatore, tra il Cielo e la terra, tra Dioe gli uomini; un abisso di malvagità, che solocon ali d’aquila ed occhi candenti di ardente sa-pienza si può attraversare...

Io voglio ali d’aquila per me e per tutti imiei; cuore di Chiesa con ali di Spirito Santoper tutti gli uomini della terra...! Io voglio alid’aquila reale che mi portino alle Dimore del-la felicità eterna; e cerco di camminare attra-verso il mio esilio con le mie ali spiegate pervarcare con signoria le frontiere dell’Eternità eliberarmi dell’abisso che il peccato ha apertotra Dio e gli uomini...!

Mi consumo in ansie di gridare con Cristo eaccanto a Lui a tutti gli uomini: «Venite a me».Io ho bisogno, perché sono Chiesa e pellegri-na tra i miei fratelli con cui cammino ad una

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24-2-1974

CHI IMPEDIRÀ IL MIO PASSO...?

Chi impedirà il mio passoquando intraprendo un rapido volo,quando rimonto l’altezzacon urgenti battiti d’ala?

Quale forza, di quanto esiste,interromperà la mia ascesa,spinta dalle vociinfinite dell’Eterno?

La terra mi diviene stretta,piccolino l’universo;i mari appaiono laghinell’ascensione della mia ascesa...!

Corsa vertiginosaintraprende la mia ascesacon l’impeto del fulmine,bruciando tutto ciò che incontro.

Nulla importano i miei cammini,né il pericolo che attraverso;uragani sono i miei passiper ottenere il mio intento!

Tutto rimane lontano,solo è un fatto il ricordo;e le mie ali spiegateattraversano il firmamento.

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E che contrasto alla fine dell’esilio...! Che ter-mine diverso!, che fine diverso!, conseguenzedi un diverso camminare per il paese dellavita...

« ... così sarà alla fine del mondo: Il Figliodell’uomo manderà i suoi angeli e raccoglie-ranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti glioperatori di iniquità, e li getteranno nella for-nace ardente, dove sarà pianto e stridore didenti. Allora i giusti brilleranno come il sole nelregno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti»6.

Che terribile insensatezza quella delle mentioffuscate, andare per un cammino così corto,così rapido e così incerto, in una mancanza dipreoccupazione così assurda e così sbagliata...!

Chiunque corre va cercando l’amore, la fe-licità, la pace, il gaudio, il possesso. Non tuttiperò lo vanno cercando secondo la volontà diDio e, per questo, molti si ritrovano, in un bat-ter d’occhi, trascinati nell’abisso insondabiledella perdizione.

Anima amata, munisciti di ali d’aquila, allar-ga le caverne del tuo cuore, cammina per lavia dell’amore, della fede, della speranza, aprii tuoi occhi alla verità, per essere capace distendere le tue ali e di introdurti nella felicitàbeata del gaudio di Dio!

6 Mt 13, 40-43.

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Silenzio sento nella mia profondità,di profondo raccoglimento,alienazione dalle cose,perdita di sentimenti,

trascendenza di ciò che è umano,contatto con il Mistero...Ah, ciò che sente la mia animaquando spicca il suo volo...!

Chi potrebbe interrompere la mia partenza,se non sentissi, nel suolo,la voce di Gesù penantenel tabernacolo prigioniero?;

se la mia esperienza di Chiesa,per la missione che in me racchiudo,non mi chiamasse con supplichea camminare sul suolo?

Vivo la vita e la morte,sono pellegrina nel cielo,con asfissie infernaliche tentano di troncare la mia ascesa.

Ma non c’è forza che impediscal’impeto del mio anelo,quando sento nel suo passareil profumo dell’Immenso!

Una voce grida sulla terracapace di fermarmi di botto:la voce di Gesù silente:Accompagnami nei miei cordogli!

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Chi potrebbe interrompere il mio passo,se il lamento di Colui che anelonon dimorasse tra di noinelle notti della sua prigionianel tabernacolo nascostoin sacrosanto mistero?

La mia vita è lotta nella mia marciaper la Patria e per il suolo;mi chiama il cielo e la terra,per questo il mio volo è lotta.

Mistero di vita e di morte,mistero di terra e di cielo...!

Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

NOTA:

Chiedo veementemente che tutto ciò cheesprimo attraverso i miei scritti, per crederlo vo-lontà di Dio e per fedeltà a quanto lo stessoDio mi ha affidato, quando nella traduzione adaltre lingue non si capisca bene o si desiderichiarimento, si ricorra all’autenticità di quantodettato da me nel testo spagnolo; giacché hopotuto comprovare che alcune espressioni nel-le traduzioni non sono le più adatte per espri-mere il mio pensiero.

L’autrice:

Trinidad de la Santa Madre Iglesia

Davanti all’eccellenza di Dio Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia