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F rancesco di Assisi la chiamava, amo- revolmente, «sorella morte». A voler sottolineare che essa è parte essenziale della vita dell’uomo. Con i fratelli e le sorelle della pro- pria famiglia si cresce, ci si confi- da, si piange e sorride assieme. Si cammina insieme e insieme si matura. In quel dire di san Fran- cesco «sorella», vorrei ripensare e tratteggiare il ritorno al cielo della mamma del caro don Paolo Giulietti. Nei giorni in cui egli stava vivendo e percorrendo a piedi la Via Lauretana con alcuni giovani (riportata in cronaca nelle pagine a seguire), partendo da Assisi e avendo come meta la basi- lica della Santa Casa, sua madre è tornata in paradiso. Zaino in spal- la, scarponi, “vieira” di Santiago al collo (costituisce il simbolo della peregrinazione giacobea dei pelle- grini, attraverso il loro viaggio di ritorno, ai luoghi più lontani d’Europa) e in mano il bastone. Quando una madre genera un figlio lo pone sulla strada della vita, del mondo. Nel tempo imparerà a camminare, a tenere la schiena diritta anche nella pesantezza dello zaino, non per orgoglio ma per responsabilità. Le madri sono così: silenziose, eloquenti negli sguardi, decise nelle gesta, sicure nell’amo- re, presenti ma senza invadenza. Come Maria, la madre di Cristo: custodiva nel suo cuore i passi del suo figlio di Nazaret, figlio di Dio. Che cosa addita questo avvenimen- to, comune eredità dell’uomo ed esperienza che bussa alla porta di ogni famiglia, secondo il tempo e il momento stabilito dalla Provvidenza? Addita la gratitudine per l’amore di una madre e di una madre che si è fatta scelta d’amo- re. Addita la testimonianza di una sposa che ha dato credito al pro- prio sposo e nella loro unione si è concretizzato il “non più due, ma una carne sola”. Addita la perseve- ranza nel rimanere sul sentiero EDITORIALE dal Centro Giovanni Paolo ll • Giugno 2011 DON GIACOMO RUGGERI [email protected] re amati dallo sguardo del Cristo. Zaino in spalla, bastone in mano, sudore sulla fronte. Le madri le ritroviamo nelle scelte che la vita ci chiede, si ripresentano a noi in gesta ed eventi inattesi, insperati, ma carichi di novità di Dio. Le madri non muoiono mai; si addor- mentano sulla terra, si risvegliano nella gloria di Dio, ma rimangono sempre sveglie al fianco dei loro figli e di coloro che hanno amato e conosciuto. Sveglie come fa una madre quando attende che il figlio rientri, in tarda notte. Nessuna notte, allora, è oscura quando vi è la luce della Madre di Dio dove riconoscere le movenze della madre che ci ha generato alla vita, alla fede, alla vita eterna. Per mezzo della Chiesa. anche quando la tentazione di fer- marsi per sempre o tornare indietro si fa stringente. Addita l’eco di bontà che si propaga negli anni a venire. Addita il sacrificio di tanto lavoro, di fatica spesso bagnata dalle lacrime, di sofferenze intrise alla disperazione ma che non si sono mai lasciate andare alla rasse- gnazione. Perché se il nome di una madre si legge attesa, il suo cogno- me si scrive compimento. Ai piedi della croce Maria era pre- sente, con accanto il discepolo Giovanni.Ai piedi della croce impa- riamo a deporre la nostra umanità bisognosa di misericordia, perdono, grazia, pace interiore. Non indugia- mo nell’aiutare altri ad accostarsi ai piedi della croce per ritrovare la forza nell’alzare lo sguardo ed esse- d a l C e n t r o G i o v a n n i P a o l o l l i n s e r t o g i o v a n i Nei passi della Nei passi della Madre Madre

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Francesco di Assisila chiamava, amo-

revolmente, «sorella morte». Avoler sottolineare che essa è parteessenziale della vita dell’uomo.Con i fratelli e le sorelle della pro-pria famiglia si cresce, ci si confi-da, si piange e sorride assieme. Sicammina insieme e insieme simatura. In quel dire di san Fran-cesco «sorella», vorrei ripensare etratteggiare il ritorno al cielo dellamamma del caro don PaoloGiulietti. Nei giorni in cui eglistava vivendo e percorrendo apiedi la Via Lauretana con alcunigiovani (riportata in cronaca nellepagine a seguire), partendo daAssisi e avendo come meta la basi-lica della Santa Casa, sua madre ètornata in paradiso. Zaino in spal-la, scarponi, “vieira” di Santiago alcollo (costituisce il simbolo dellaperegrinazione giacobea dei pelle-grini, attraverso il loro viaggio diritorno, ai luoghi più lontani

d’Europa) e in mano il bastone.Quando una madre genera un figliolo pone sulla strada della vita, delmondo. Nel tempo imparerà acamminare, a tenere la schienadiritta anche nella pesantezza dellozaino, non per orgoglio ma perresponsabilità. Le madri sono così:silenziose, eloquenti negli sguardi,decise nelle gesta, sicure nell’amo-re, presenti ma senza invadenza.Come Maria, la madre di Cristo:custodiva nel suo cuore i passi delsuo figlio di Nazaret, figlio di Dio.Che cosa addita questo avvenimen-to, comune eredità dell’uomo edesperienza che bussa alla porta diogni famiglia, secondo il tempo e ilmomento stabilito dallaProvvidenza? Addita la gratitudineper l’amore di una madre e di unamadre che si è fatta scelta d’amo-re.Addita la testimonianza di unasposa che ha dato credito al pro-prio sposo e nella loro unione si èconcretizzato il “non più due, mauna carne sola”.Addita la perseve-ranza nel rimanere sul sentiero

EDITORIALE

dal Centro Giovanni Paolo ll • Giugno 2011

DON GIACOMO RUGGERI

[email protected]

re amati dallo sguardo del Cristo.Zaino in spalla, bastone in mano,sudore sulla fronte. Le madri leritroviamo nelle scelte che la vita cichiede, si ripresentano a noi ingesta ed eventi inattesi, insperati,ma carichi di novità di Dio. Lemadri non muoiono mai; si addor-mentano sulla terra, si risveglianonella gloria di Dio, ma rimangonosempre sveglie al fianco dei lorofigli e di coloro che hanno amato econosciuto. Sveglie come fa unamadre quando attende che il figliorientri, in tarda notte.Nessuna notte, allora, è oscuraquando vi è la luce della Madre diDio dove riconoscere le movenzedella madre che ci ha generato allavita, alla fede, alla vita eterna. Permezzo della Chiesa.

anche quando la tentazione di fer-marsi per sempre o tornare indietrosi fa stringente.Addita l’eco dibontà che si propaga negli anni avenire.Addita il sacrificio di tantolavoro, di fatica spesso bagnatadalle lacrime, di sofferenze intrisealla disperazione ma che non sisono mai lasciate andare alla rasse-gnazione. Perché se il nome di unamadre si legge attesa, il suo cogno-me si scrive compimento.Ai piedi della croce Maria era pre-sente, con accanto il discepoloGiovanni.Ai piedi della croce impa-riamo a deporre la nostra umanitàbisognosa di misericordia, perdono,grazia, pace interiore. Non indugia-mo nell’aiutare altri ad accostarsiai piedi della croce per ritrovare laforza nell’alzare lo sguardo ed esse-

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«Beati noi»! Abbiamo vis-suto la festa della beati-

ficazione di Giovanni Paolo II aLoreto, nel Centro che lui stes-so ha voluto e che porta il suonome. Lui beato, noi beati, felici,per averlo conosciuto e incon-trato. Non più soli. Una giorna-ta piena di commozione e digioia. Di canti festosi e di silen-ziosa preghiera. Una festa di fa-miglia. È stato come sfogliareun album di foto: riguardandoleuna per una, tutti abbiamo pian-to e siamo stati finalmente or-gogliosi di essere cristiani. Unagiornata riscaldata da un soleprimaverile splendente in unbel cielo azzurro.Anche la na-tura sussurrava che proclamareun uomo beato non poteva chemanifestare la sua attesa di re-denzione. Una giornata piena ditanti volti: bambini, ragazzi, gio-vani, adulti, anziani. Uomini edonne. Mariti e mogli, preti, dia-coni, religiosi e religiose. Profes-sionisti, operai, pensionati. Cre-denti e non credenti. Italiani,polacchi. Un popolo unito. Unafamiglia che grazie a GiovanniPaolo II ha visto abbattere imuri che la separavano, distrug-

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“Beati noi!”

gere pregiudizi. Una giornata incui i protagonisti sono stati tut-ti quelli che nei 27 anni del suopontificato lo hanno visto,ascoltato, toccato.Come Giovanni di Pesaro eStefania di Milano, che si sonoincontrati durante Eurhope nel1995 e hanno preso la decisio-ne di sposarsi proprio sulla col-lina di Montorso. Sono stati lo-ro, insieme ai loro due figli,Francesca e Giacomo, a tagliarel’immancabile torta, segno dellafesta condivisa. Come Glauco eRita. Lui lavorava all’aeronauticamilitare e nel 1979, quando ilPapa venne per la prima volta aLoreto, era tra le 100 personefortunate ad accoglierlo. Insie-me a lui, la suocera e la moglieRita incinta con continue mi-nacce di aborto. Per questo lasuocera, rompendo il cordoned’ordine, strinse tra le sue mani

il volto del Papa dicendogli:«Quant’è bello il Papa dal vivo.Benedica mia figlia che ha pauraper i suoi figli». Sono nati duegemelli.Un giornata raccontata dai gio-vani, i veri biografi del Papa. Mi-lioni di loro si sono messi incammino, pellegrini nella fede,motivati dalle GMG. Grazie aigiovani del gruppo Shekinà diPesaro, abbiamo ricordato lanecessità di renderli protagoni-sti nella Chiesa e nella società;la necessità di ascoltare le lorodomande, la loro sete di feli-cità. Siamo tornati a sognare ilfuturo, abbandonando brontoliie miopie. Il problema restaquello di una Chiesa che fa fati-ca ad intercettarli, a camminarecon loro, a vivere dei loro dub-bi e delle loro provocazioni

senza scadere nel giovanilismoe nelle mode. «La santità èsempre giovane,- diceva Gio-vanni Paolo alla GMG di Toron-to - così come eterna è la gio-vinezza di Dio». Noi adulti fac-ciamo più fatica a vedere «ilvero sotto le vesti del nuovo».Una giornata che si è conclusacon l’eucaristia, vissuta piena-mente per quello che è: rendi-mento di grazie a Dio.Abbia-mo celebrato sulla collina diMontorso, memori dei duegrandi incontri del 1995 e del2004. Un giovane pittore po-lacco ha dipinto il ritratto diGiovanni Paolo II che, come ul-timo gesto, abbiamo posto nel-la nostra cappella alla venera-zione dei fedeli.Una giornata bella, il primomaggio 2011, che ci ha fatto vi-vere da beati!

Con Wojtyla diciamo:

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La «Via Lauretana» ritrova i pellegriniLa «Via Lauretana» ritrova i pellegrinipo una frugale colazione, ha trovato unmomento di pausa a Serravalle delChienti per l'incontro col vice-sindaco.Dopo un’intervista della regionale TVCentro Marche, si è ripartiti alla volta diMuccia,presso l’eremo in cui il beato Riz-zerio, seguace e amico di san Francesco,aveva scelto la sua dimora da eremita, eoggi casa di accoglienza. Nel pomeriggio,dopo una breve visita alla chiesa romani-ca di S.Giusto,abbiamo raggiunto le suo-

re clarisse di Camerino, che ci hanno ac-colto calorosamente. Il vespro e la santamessa sono stati celebrati nella chiesache custodisce il corpo di santa CamillaBattista da Varano,da poco innalzata aglionori dell’altare. Il quarto giorno, dopoaver celebrato insieme con le suore le lo-di, ci siamo rimessi in cammino alla voltadi Caccamo, dove ci hanno ospitato, e,dopo una visita rispettivamente a Serra-petrona e Caldarola, accompagnati dairispettivi parroci,abbiamo percorso l’ulti-mo tratto che ci ha portato a Belforte,dove ci siamo riuniti alla comunità delle

Guidati da don Paolo Giulietti, vica-rio generale di Perugia, e dal vice-

direttore del Centro Giovanni Paolo II,don Gianpaolo Grieco, un piccolo mamotivato gruppo di pellegrini ha riper-corso la vecchia strada conosciuta come“Via Lauretana”, che collegava la cittàdi Assisi a Loreto e che, ai tempi dellecrociate, era anche luogo d’imbarco percoloro che partivano per la Terra Santadalla vicina cittadina di Porto Recanati.La finalità di questo pellegrinaggio vuolprendere in seria considerazione non so-lo storia e tradizioni che si sono affievo-lite col passare degli anni, ma una vera epropria rivalorizzazione di un percorsospirituale adatto alle nuove generazioni.Con la messa nella basilica di Assisi, pre-sieduta da S. E. mons. Giovanni Tonucci,arcivescovo di Loreto, e da S. E. mons.Domenico Sorrentino, arcivescovo di As-sisi, si è dato avvio a questa nuova espe-rienza. Nel pomeriggio si è ufficializzatala partenza con una cerimonia che havisto la partecipazione dei sindaci deicomuni inseriti nel progetto e con ilmandato attraverso la consegna dellaborsa e del bastone, simbolo del pellegri-no, a don Paolo Giulietti e agli altri com-ponenti del gruppo, che ha subito dopopercorso il primo tratto del camminocon sosta nella struttura di accoglienza“San Girolamo” a Spello, ora in gestioneall’Azione Cattolica, e conosciuta per ilcarisma di Carlo Carretto. La sera è sta-ta celebrata la preghiera del vespro pre-sieduta da S.E. mons. Gualtiero Sigi-smondi, vescovo di Foligno.Il secondo giorno, cominciato con le lo-di, è stata la giornata con il percorso piùlungo dell’intero tragitto (31 km circa).Il terzo giorno la marcia, cominciata do-

suore per la messa e dopo la visita guida-ta ad uno dei più grandi polittici d’Euro-pa ci si è fermati a cena col sindaco. Unanota da ricordare di questo paese è lachiesa di San Sebastiano (oggi Museo diBelforte sul Chienti), che secondo diversefonti storiche sarebbe una chiesa che ser-viva come luogo per il passaggio e per ilculto dei pellegrini diretti a Loreto.Da Belforte il gruppo dei pellegrini si èdiretto verso Tolentino, dove hanno in-

contrato l’amministrazione e ilsindaco per raccontare unpo’ del lungo cammino che li

ha portati nella città diSan Nicola.Il giorno dopo si è partitialla volta di Macerata, consosta presso l’Abbadia diFiastra, con la presenza dialcuni monaci cistercensiche mantengono viva laspiritualità di quel luogo.La sera, dopo l’arrivo e lasistemazione dei pellegrini,il vescovo Claudio Giulio-dori ha presentato la figu-ra dell'ormai celebre Mat-

teo Ricci, che con grande perspicacia, in-gegno e pazienza ha saputo penetrarenell’impero cinese aprendo così le porteper i futuri missionari. Il 1° maggio i pel-legrini si sono uniti ai festeggiamenti inoccasione della beatificazione di Gio-vanni Paolo II. L’ultima tappa del pelle-grinaggio è stata con partenza da Ma-cerata e sosta a Recanati, per giungerenel piazzale della basilica di Loreto, do-ve ad attendere i pellegrini c’era il vesco-vo mons.Tonucci, il direttore del CentroGiovanni Paolo II, i sindaci e altre auto-rità dei comuni partecipanti al progetto.

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La visita del vescovo anglicano Alan di St. Albansalle diocesi di Loreto, Fano, Pesaro e Urbino ci

incoraggia a continuare il cammino ecumenico ini-ziato da vari anni con questa diocesi anglicana. Ilvescovo ha voluto conoscere la realtà con cui sonogemellati e il Centro Giovanni Paolo II, dove da treanni si svolgono gli incontri ecumenici a cui parteci-pano i giovani della sua Chiesa. Con le parole che ilvescovo ci ha lasciato - Prego perché la nostra cre-

scente amicizia fortifichi anche la nostra fra-ternità nel Vangelo e ci conduca ancora più inavanti nel cammino per l’unità, per cui nostroSignore ha pregato - continuiamo anche que-st’anno il progetto triennale per confermareun cammino ben orientato e la volontà di da-re al progetto un respiro più ampio e solido.Si continua con i sacramenti dell’iniziazionecristiana – Battesimo, Cresima ed Eucaristia –da sviluppare in tre anni. L’Eucaristia nel 2010,il Battesimo nel 2011 e la Cresima nel 2012.Il 2011 sarà dunque l’anno del Battesimo,

A Ma-drid vi aspettia-

mo nella chiesa di San NicolaDei Servi (vicino alla cattedraledi Madrid) per pregare insiemeintorno alla immagine dellaMadonna di Loreto e al crocifis-so di San Damiano, dono degliitaliani alla Spagna.

l ’ A -gorà delMedi ter raneosarà anche l’occasione perraccontarci la GMG di Madrid.A breve i vescovi delle vostrediocesi e i responsabili dellaPastorale Giovanile riceve-ranno la lettera d’invito con ilprogramma.

Grande l'attesa dei 135 gio-vani di Loreto che prende-

ranno parte alla GMG di Ma-drid. Un numero così elevato dipersone certamente non ce loaspettavamo. Per la grandemaggioranza accompagneran-no anche in pellegrinaggio laVergine di Loreto, la statua cheha percorso le tredici diocesimarchigiane e che ora è con-servata al Centro GPII; verràconsegnata alla Chiesa spagno-la il 17 agosto prossimo nel

pieno della GMG, ma non sa-ranno soli in questo cammino: liaffiancheranno l’arcivescovo ealtri giovani marchigiani. La Pa-storale Giovanile di Loreto hagià svolto nei mesi di febbraioe di aprile due incontri di pre-parazione all’evento: il primopiù illustrativo, soprattutto per itanti che per la prima volta vipartecipano; l’altro approfon-dendo le tematiche del “Radi-cati - Fondati - Saldi” con unasorta di laboratori per ogni

punto nevralgico della letteradel Papa.Tanta grinta, tanta ca-rica e, soprattutto, tanta vogliaancora una volta di vivere un’e-sperienza ecclesiale forte e gio-vane, per ravvivare la freschez-za del messaggio di Gesù, chenon toglie nulla alla vita e alcuore dell’uomo, ma ne amplifi-ca la portata e la qualità.

DON PAOLO VOLPE

responsabile diocesanoPG Loreto

Volete scriverci? Voletemettervi in comunicazio-ne coi vostri coetanei at-

traverso questo giornale? Allora met-tetevi in contatto con noi.La nostra Comunità:

Don Francesco [email protected]

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Suore Oblate di Maria Vergine di Fa-tima:sr.Michela,sr.Alfonsina,[email protected] a cura diDon Giacomo Ruggeriparroco e direttore dell’Ufficio Comu-nicazioni Sociali - [email protected] GIOVANNI PAOLO II

Via Montorso n. 3 - 60025 Loreto (AN)tel. 071.7501552 [email protected]

INFOPOINT

Per saperne di più, visitate il sitowww.giovaniloreto.it

l’anno di ciò che ci unisce tutti e che ci mostra ilvolto e l’identità del cristiano, l’uomo delle beatitu-dini. Gli approfondimenti biblici debbono aiutare igiovani a comprendere cosa vuol dire essere cri-stiani (Vangelo delle beatitudini: Matteo 5,1-12).Il titolo del campo è: «Da Eurhope a Eurhome. Voisiete il sale della terra e la luce del mondo. Il cri-stiano è l’uomo delle beatitudini». Come gli altrianni accompagna il titolo una frase di un giovanedel campo. Quest’anno abbiamo pensato a «Unascalata verso l’amicizia e l’unità» per indicare ilcammino di santità che nasce e si sviluppa dal bat-tesimo. «Diventa quello che sei» dicevano i padridella Chiesa. Tutto questo assomiglia a una scalatache vale la pena compiere.Questo vale anche per il cammino dell’unità: na-sciamo uniti e poi crescendo ci scopriamo divisi.I giovani vogliono andare controcorrente e cre-scere nell’unità e nell’amicizia. Parlando di ciòche ci unisce diventano sale e luce per le loroChiese e per l’Europa.

I giovani lauretani in cammino verso Madrid con Maria

“DA EURHOPE A EURHOME

VOI SIETE IL SALE DELLA TERRA

E LA LUCE DEL MONDO

IL CRISTIANO

È L’UOMO DELLE BEATITUDINI”

“Una scalata verso l’amicizia e l’unità”

27 LUGLIO - 3 AGOSTO 2011

AGORÀ DEI GIOVANIDEL MEDITERRANEO 2011«SIGNORE DA CHIANDREMO?»L’eucaristia per la vitaquotidiana

2 - 12 SETTEMBRE 2011 Loreto - Centro Giovan-ni Paolo II

Carissimi giovani, cistiamo preparando al-

la X Edizione dell’Agorà deiGiovani del Mediterraneo,quest’anno legata al XXVCongresso Eucaristico Na-zionale, promosso dalla Con-ferenza Episcopale Italiana,che avrà sede ad Ancona.Vivremo giornate intense aLoreto presso il Centro Gio-vanni Paolo II e ad Ancona eavremo la possibilità di parte-cipare all’incontro con il San-

to Padre Be-nedetto XVI.Quest ’anno