ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PADOVA FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA CORSO DI LAUREA IN ASSISTENZA SANITARIA PRESIDENTE: Prof. Vincenzo Baldo TESI DI LAUREA LA VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE DELL’ASSISTENTE SANITARIO NEI SERVIZI DI PREVENZIONE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO Relatore: Prof. Mario A. Bonamin Correlatori: Dr.ssa Carmela Russo, Dr. Graziano Maranelli

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tesi di laurea

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PADOVA

FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIACORSO DI LAUREA IN ASSISTENZA SANITARIA

PRESIDENTE: Prof. Vincenzo Baldo

TESI DI LAUREA

LA VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE DELL’ASSISTENTE SANITARIO NEI SERVIZI DI

PREVENZIONE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO

Relatore: Prof. Mario A. Bonamin

Correlatori: Dr.ssa Carmela Russo, Dr. Graziano Maranelli

LUREANDO: Giacomozzi Monica

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Anno Accademico 2010 -2011

INDICE

1. Background

2. Materiali e metodi

3. Risultati della rilevazione: l’attuale situazione degli SPISAL/PSAL del

Triveneto

4. Prospettive: competenze dell’Assistente Sanitario nel Servizio di Prevenzione e

Sicurezza negli Ambienti di Lavoro

5. Conclusioni: considerazioni sulla situazione del Triveneto

6. Allegati

7. Bibliografia

(iconografia)

2

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1. BACKGROUND

I cambiamenti etici e normativi della Sanità Pubblica, negli ultimi decenni, hanno

comportato inevitabilmente delle modifiche nell’approccio alla persona e alla comunità

da parte dei professionisti che operano in questo ambito.

La sanità è un organismo molto complesso in quanto occupandosi della persona

in tutte le sue componenti psicologiche, fisiche e sociali, richiede un’adeguata

integrazione di numerosi professionisti che sottendano ad un obiettivo di benessere.

Ogni figura professionale che opera all’interno dell’Igiene e Sanità Pubblica dà

il suo contributo attraverso la propria professionalità e specificità. Queste caratteristiche

di ciascun operatore fanno si che essi si integrino fra di loro determinando i “confini” a

seconda delle competenze personali.

Per competenza si intende l’insieme delle caratteristiche individuali che

concorrono all’efficace presidio di una situazione lavorativa, di una prestazione, di

un’attività. Le Boterf1 sostiene che la competenza è la capacità di orientarsi in

determinate situazioni ed è formata da tre componenti:

- “La Conoscenza, cioè l’ambito del sapere concettuale;

- L’Abilità (o Skill), cioè l’aspetto operativo della competenza, il mettere in

atto i principi che appartengono alla conoscenza;

- Il Comportamento (o modo d’agire), cioè la parte relativa al modo di

eseguire le attività che incide sui rapporti con gli altri e sull’efficacia della

mobilitazione dell’intera competenza stessa”.2

La mia esperienza di tirocinio all’interno dei servizi di prevenzione e sicurezza

negli ambienti di lavoro, mi ha portata ha fare delle riflessioni in merito alle attività

svolte dalla figura dell’Assistente Sanitario (AS) nelle varie realtà territoriali.

La figura di questo professionista storicamente ha trovato una sua collocazione

nell’ambito della Medicina del Lavoro in maniera diversificata a seconda

1 Guy Le Boterf, consulente e direttore de “Le Boterf Conseil” è esperto di gestione e sviluppo delle risorse umane.2 Regione Toscana – Commissione regionale per la formazione sanitaria, “Le competenze delle professioni sanitarie”, Volume I°, http://www.regione.toscana.it/regione/export/RT/sito-RT/Contenuti/minisiti/sst/formazione/visualizza_asset.html_1829915857.html, ultima visita il 5 luglio 2011

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dell’orientamento organizzativo dei vari servizi, senza tener conte delle sue specificità e

competenze.

Il contesto che si è presentato è quindi disomogeneo nelle attività svolte perché i

direttori non si rifanno alle competenze tipiche di questa figura, ma ai diversi

orientamenti e retaggi storici presenti nei vari territori.

Da qui è nata l’esigenza di comprendere quale sia l’attuale realtà lavorativa della

figura professionale dell’AS nei servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di

lavoro del Triveneto.

Il campo proprio di attività e responsabilità delle professioni sanitarie3 è

determinato dai contenuti dei decreti ministeriali istitutivi dei relativi profili

professionali e degli ordinamenti didattici dei rispettivi corsi di diploma universitario e

di formazione post-base nonché degli specifici codici deontologici.

Anche la formazione diventa uno dei pilastri caratterizzanti un professionista,

che non deve soltanto servire per l’acquisizione delle conoscenze teoriche, della

competenza professionale e dell’abilità pratica, ma deve fornire gli strumenti per

affinare un metodo di ragionamento che permetta di comprendere e integrare tra ciò che

è di competenza dell’AS e ciò che degli altri professionisti.

Come dichiarato nello specifico Profilo emanato con DM n. 69 del 1997, il

Codice Deontologico e il percorso formativo, l’Assistente Sanitario “(…) é l’operatore

sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante e dell’iscrizione all’Albo

professionale, è addetto alla prevenzione, alla promozione ed alla educazione per la

salute”.4

L’agire comprende competenze tecniche, relazionali ed educative che prevedono

prioritariamente l’identificazione dei “… bisogni di salute sulla base dei dati

epidemiologici e socio-culturali, individua i fattori biologici e sociali di rischio ed è

responsabile dell'attuazione e della soluzione e degli interventi che rientrano nell'ambito

delle proprie competenze; b) progetta, programma, attua e valuta gli interventi di

educazione alla salute in tutte le fasi della vita della persona …”5.

3 Camera del deputati ed il Senato della Repubblica, “Disposizioni in materia di professioni sanitarie” ,Legge 26 febbraio 1999, n.42, Gazzetta Ufficiale 2 marzo 1999, n.504 Ministero della Sanità, “Regolamento concernente l’individuazione della figura e relativo profilo professionale dell’assistente sanitario”, DM 17 gennaio 1997, n.69, Gazzetta Ufficiale 27 marzo 1997, n.725 Ibidem

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Tali funzioni possono essere applicate in autonomia, in quanto presuppongono

conoscenze, competenze metodologiche e cliniche basate sulla scientificità.

Un’equazione matematica può aiutare a capire lo sviluppo che è avvenuto con

l’emanazione del profilo professionale:

6

Per autonomia professionale si intende l’insieme delle competenze e abilità che

un soggetto può esprimere ed esercitare, così come definente da sistemi di regole, di

legge o contrattuali7. A tale concetto corrisponde l’altra faccia della medaglia: la

responsabilità, ossia l’obbligo di rispondere del proprio operato dal punto di vista

penale, civile e deontologico.

Nell’agire non si parla più quindi di atto esecutivo, ma diventa azione

complessa, che richiede una visione più ampia e una maggior assunzione di

responsabilità.

Ciò comporta la capacità di operare in collaborazione con altre figure

professionali in un’ottica multidisciplinare: l’AS “[…] l) collabora per quanto di sua

competenza, agli interventi di promozione ed educazione alla salute […]; m) partecipa

alle iniziative […]; r) agisce sia individualmente sia in collaborazione con altri operatori

sanitari, sociali e scolastici, avvalendosi, ove necessario, dell’opera del personale si

supporto”8.

Nello specifico contesto della Medicina del Lavoro vi è stato un forte

cambiamento a livello normativo che ha portato inevitabilmente ad un cambio culturale

e valoriale mirata alla auto responsabilizzazione del proprio benessere e sicurezza

nell’ambito del lavoro.

Già il D.Lgs. n. 626/94, definito come “la rivoluzione copernicana della

sicurezza sul lavoro”9, inquadra una moderna visione della sicurezza e della

prevenzione degli infortuni sul lavoro fondata su un processo di “consapevolizzazione”

6 G. Barbierie A. Pennini, “Le responsabilità dell’infermiere”, Carocci Faber, Roma 2009, pag. 24 7 Felice Majori (2006), Autonomia e responsabilità dell’assistente sanitario nel processo di riforma delle professioni sanitarie, Seminario di studio “L’assistente sanitario tra nuova prevenzione e nuove responsabilità”, Regione Veneto, ASNAS, ULSS 7 – Pieve di Soligo, San Bonifacio 26 maggio 20068 Ibidem 9 M. Lepore, “La rivoluzione copernicana della sicurezza nel lavoro”, Lavoro Informazione, n. 22, 1994, pag. 9

5

MANSIONARIO : COMPITO = PROFILO : COMPETENZA

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e “responsabilizzazione attiva” con il giusto protagonismo del lavoratore. Ancor più

questi concetti sono ripresi dal D.Lgs. n. 81/2008 dove i processi e misure di sicurezza

non sono più “calati dall’alto ed etero imposti”, ma da un attivo percorso di autotutela,

di empowerment individuale e collettivo. Il processo di empowerment chiama in gioco

le competenze attive della persona che la rendono capace di esercitare un realistico

controllo sugli eventi e sulle situazioni in cui è coinvolta, per far fronte ai cambiamenti

e produrre essa stessa le condizioni di cambiamento.

Intuitivo risulta il cambiamento dell’approccio, da incentrato sui fattori di rischio

alla auto responsabilizzazione della persona.

Occorre quindi trasformare un comportamento coercitivo, voluto dall’alto, in un

esigenza per lavorare meglio: gli strumenti legislativi rappresentano una solida base ma

sulla quale deve poter insistere una cultura della sicurezza che vada realmente oltre la

mera applicazione formale di una norma.

Passaggio fondamentale di questo processo è il cambiamento dell’individuo che

generalmente viene intrapreso solo se si percepisce un’utilità maggiore nell’adottare

nuovi atteggiamenti e comportamenti, e si trasforma stabilmente in una nuova cultura

solo se condiviso collettivamente e se capace di generare il consenso sociale.

Il ruolo dell’AS trova una sua specifica collocazione nell’integrazione degli

aspetti sanitari ed educativi. Le sue competenze negli ambiti metodologici di

programmazione, progettazione degli interventi di promozione e prevenzione della

salute sono peculiarità dell’AS.

Per poter valorizzare questa figura professionale è necessario quindi conoscere

qual è l’attuale situazione nei Servizi per la Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di

Lavoro (SPISAL/PSAL). Infatti, alla luce delle carenze riscontrate in tale argomento,

l’obiettivo di questa tesi è ricostruire “un quadro” dell’attuale situazione degli

SPISAL/PSAL in merito alla figura dell’AS.

Il titolo di questa tesi cerca quindi di richiamare lo scopo di tale studio. Per

affrontare tale argomento si è scelto di seguire come strutturazione: in una prima parte

le modalità e i materiali utilizzati nello studio, nonché le definizioni a cui ci si riferisce;

una seconda parte dove si presentano i dati raccolti, elaborati e ragionati in modo tale da

poter essere comprensibili e significativi; in fine le conclusioni derivanti dal precedente

lavoro. Si è ritenuto opportuno affrontare in un paragrafo finale le prospettive dell’AS

inserita nello SPISAL/PSAL, come potenziale spunto per una crescita professionale.

2. MATERIALI E METODI

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Per raggiungere l’obiettivo di questo studio si è scelto di utilizzare come

strumento un questionario conoscitivo semistrutturato distribuito, come target, agli AS

e direttori degli SPISAL/PSAL del Triveneto.

La ricerca bibliografica che ha preceduto l’analisi del contesto, è stata effettuata

attraverso la modalità cartacea tramite la documentazione raccolta nei tirocini formativi

frequentati nei servizi in questione durante il percorso universitario e on line con i

motori di ricerca “Google”, “Pap-Med” e “Medline”.

Una prima ricerca era orientata a cercare un sistema di rilevazione di opinioni

già sperimentato per la richiesta di pareri di operatori che lavorano in servizi. Le parole

chiave utilizzate in “Google” sono state: “operatori” AND “questionario” OR

“rilevazione di opinioni”. In “Pap-Med” sono state utilizzate le seguenti parole

combinate tra loro in vario modo: "Workplace"[Mesh], "Questionnaires"[Mesh],

"Interviews as Topic"[Mesh], "Interview" [Publication Type], "Qualitative

Research"[Mesh] .

Una seconda ricerca, effettuata con gli stessi motori di ricerca, era indirizzata

all’analisi delle attività e competenze dell’AS negli ambienti di lavoro.

Sono state inserite in varie modalità i termini: "Workplace"[Mesh], "Community

Health Nursing"[Mesh], "Public Health Nursing"[Mesh], "Health Promotion"[Mesh],

"Clinical Competence"[Mesh], “Effectiveness” [Mesh], “Practice Guideline”

[Publication Type]. Nel motore di ricerca “Google” i termini utilizzati tra loro sono

stati: “Assistente Sanitario”, “attività”, “competenze”, “efficacia interventi”, “ambiente

di lavoro”, “prevenzione e promozione della salute”, “sicurezza negli ambienti di

lavoro”, “job description Assistente Sanitario”.

Sono stati visitati siti quali: http://www.ispesl.it /whp/; http://health-evidence.ca/;

http://www.dors.it/; http://www.york.ac.uk/;

http://www.ccm-network.it/ebp_e_lavoro/letteratura_scientifica;

http://www.enwhp.org/; http://www.cochrane.org/reviews/; http://www.iga-info.de.

Da tali ricerche non sono emersi strumenti standardizzati replicabili per lo scopo

di questa tesi e per quanto riguarda le competenze, sono stati pochi i risultati

apprezzabili e utilizzabili. E’ stato quindi strutturato ex novo un questionario con la

collaborazione di vari professionisti che hanno portato un loro contributo per la

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realizzazione di tale azione (Medici ed Assistenti Sanitari di vari SPISAL/PSAL,

docente di Statistica, altri professori universitari).

Per favorire una maggiore adesione alla compilazione dei quesiti e per una

comparazione più significativa, è stato scelto di redigere le domande con risposte

chiuse, lasciando l’opportunità di risposte aperte quando ritenuto opportuno.

Il questionario costruito è composto da quattro sezioni:

- Sezione A: Informazioni generali sul servizio (solo per i direttori);

- Sezione B: Aree di impiego degli Assistenti Sanitari;

- Sezione C: Prospettive;

- Sezione D: Competenze.

Le ultime tre sezioni sono state presentate in ugual modo sia ai direttori dei

servizi che agli AS.

Nella prima sezione viene valutato l’organigramma del servizio al 31 dicembre

2010 attraverso la seguente tabella :

N° persone Di cui UPG Unità equivalenti

N° totale personale nel servizio

Medici

Amministrativi

Tecnici della Prevenzione (TdP)

Assistenti Sanitari (A.S.)

Infermieri

Altro: Biologi Chimici ……………..

Poiché non sempre il personale lavora a tempo pieno, sono state chieste anche a

quanto ammontano le unità equivalenti.

Nella stessa sezione è stato indagato il tourn-over (o ricambio, permanenza

media) degli AS nel servizio. Nel porre questa domanda si è scelto, per evitare

fraintendimenti, di chiedere alla data di compilazione del questionario, da quanti anni

gli attuali AS lavorano nel Servizio in questione. Poiché le risposte possono essere

molto varie (da meno di una anno a 60) si è scelto di lasciare la riposta aperta,

specificando gli anni di servizio di ogni AS.

8

Tabella I: Tabella A1 del questionario da compilare da parte dei direttori degli SPISAL/PSAL del Triveneto

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La terza domanda: “Gli Assistenti Sanitari attualmente presenti, sono sufficienti

per le esigenze dell'attività del Servizio?” va ad indagare delle opinioni personali, per

cui si è deciso di utilizzare una scala non comparativa del differenziale semantico che

comprende quattro possibilità di risposta previste entro i due poli opposti (sì,

completamente – in numero gravemente insufficiente).

L’ultima domanda della prima sezione (A) chiede se nel Servizio vi sono attività

specifiche di AS ricoperte da altro personale. La risposta è su scala nominale dicotomica

con giudizio sì/no, in caso di risposta affermativa si chiede quanti e che tipo di

personale la sostituiscono. Questa domanda va ad indagare comunque un’opinione dei

direttori, in quanto dà per scontato che essi sappiano quali sarebbero le attività

specifiche degli AS e il loro sviluppo.

La sezione B e le successive sono state presentate in ugual modo agli AS e

direttori per poi poter confrontare i due punti di vista.

Sono state individuate 17 attività che solitamente vengono svolte negli

SPISAL/PSAL e, inserite in una tabella, si è chiesta un’opinione sulla rilevanza di

ciascuna rispetto all’attività complessiva della sola figura del AS, per tempo ed energie

richieste. Si è utilizzata una scala numerata da 0 a 4 (con 0=attività non svolta,

1=attività poco rilevante, 2=attività sufficientemente rilevante, 3=attività che assorbe

una notevole quantità di tempo/energie, 4=attività che assorbe la maggior parte del

tempo/energie). Per comprendere i tipi di collaborazione e il grado di autonomia

dell’AS, si chiede di barrare con quali operatori tale professionista collabora: Medico,

Tecnico della Prevenzione, altro, o non se ne occupa l’AS.

Nella sezione “Prospettive” (C1) si chiede, oltre alle aree considerate dalla

precedente domanda (B1), se ci sono altri ambiti a cui gli AS si dedicano. La risposta

dicotomica sì/no prevede, in caso di positività, uno spazio libero per descrivere quali

sono queste aree.

La C2 va a sondare un’opinione, in riferimento all’attuale situazione operativa

della figura dell’AS, quali ambiti si ritiene utile incrementare a breve termine. Ciascuna

delle 8 indicazioni individuate prevede una scala auto ancorante che parte da 1 (meno

importante) a 8 (più importante).

La sezione D, nella prima parte ripropone alcuni punti ricavati e selezionati, in

base alla coerenza con il tipo di attività indagata, dal Profilo Professionale

dell’Assistente Sanitario (Decreto Ministeriale 17 gennaio 1997, n.69) e viene chiesto di

9

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esprimere un parere utilizzando una scala a parziale autonomia semantica del tipo “Per

niente, Poco, Abbastanza, Molto”.

Lo stesso tipo di scala viene riproposto anche per i quesiti D2 e D3 i quali vanno

ad indagare le capacità professionali e tecniche che si ritiene debba avere un AS per

lavorare in un Servizio SPISAL/PSAL.

In fine sono state lasciate alcune righe vuote per eventuali note aggiuntive.

Stabilito il target e il questionario, con il docente di statistica, è stata selezionata

l’area d’indagine. Le difficoltà nel somministrarlo in tutti i Servizi di Prevenzione e

Sicurezza negli Ambienti di Lavoro d’Italia era evidente anche per la limitazione di

risorse. Un indagine che prenda in considerazione solo alcune aziende a campione

randomizzato non sarebbe stata appropriata in quanto in molte zone d’Italia la figura di

AS non è presente nei servizi indagati e ci sarebbe stato il rischio di avere una

numerosità non significativa per lo studio. Quindi si è optato di restringere l’area

d’interesse al fine di ottenere dei risultati statisticamente rilevanti, ovvero una

“fotografia” della situazione valorizzando l’aspetto qualitativo rispetto al quantitativo.

Per omogeneità e somiglianza è stato scelto il Triveneto.

E’stata prevista una procedura autorizzativa da parte della coordinatrice del

corso di laurea per la richiesta di dati e la somministrazione di questionari presso i

servizi. Per tale motivo quindici giorni prima l’inizio della rilevazione dei dati è stata

spedita con posta ordinaria a tutti i direttori degli SPISAL/PSAL del Triveneto una

lettera nella quale veniva spiegato lo scopo della raccolta dati e la richiesta di una

gentile collaborazione (ALLEGATO).

Come modalità di invio si è deciso di utilizzare la posta elettronica in quanto

rapido, presente in ogni servizio dove viene utilizzato più o meno ordinariamente e gli

indirizzi mail sono facilmente reperibili sui siti internet aziendali. La mail inviata in data

9 aprile 2011 ai direttori delle 29 Aziende Sanitarie10 (da qui in avanti ci riferiremo a

ASL - Aziende Sanitarie Locali), indicava lo scopo della tesi, la modalità di trattamento

dati, i recapiti ed i contatti, la modalità (posta elettronica, posta ordinario o fax), i tempi

(15 giorni) di restituzione dei questionari e due allegati contenti i questionari: uno per il

direttore di servizio e l’altro che riprendeva le stesse domande (tranne la parte generale)

10 Le Aziende Sanitarie hanno diversa denominazione nelle varie regioni:in Trentino A.A sono denominate APSS – Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari; in Friuli-Venezia-Giulia sono ASS – Azienda per i Servizi Sanitari, in Veneto ci si riferisce a ULSS – Unità Locali Socio-Sanitarie.

10

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Analisi del problema Definizione del problema e obiettivi

Ricerca bibliografica

Formazione del gruppo di lavoro

Nessun risultato

Definizione strumenti

Definizione tempi

Definizione target

Analisi delle risorse

Definizione area d’indagine

Stesura questionario

Fine marzo: invio ai direttori dei Servizi in esame di una lettera di presentazione e richiesta di collaborazione

 

9 aprile 2011: invio per mail dei questionari ai Direttori e AS degli SPISAL/PSAL del Triveneto

Restituzione dei questionari compilati

Nessuna rispostaSolleciti telefonici e tramite mail

Ulteriori permessi scritti alla dirigenza

Nessuna rispostaArchiviazione e analisi dei dati

Definizione materiali e metodi

riadattate per la compilazione da parte di ciascun AS operante nel servizio

(ALLEGATI).

Trascorsi i quindici giorni stabiliti per le risposte, si è reso necessario contattare

telefonicamente e/o per mail le ASL che non avevano restituito il questionario al fine di

ottenere una migliore compliance e quindi di qualità dell’indagine. I contatti telefonici

sono stati, in alcuni casi, più di uno nell’arco di venti giorni perché non sempre il

personale con il quale si desiderava parlare era presente in servizio. In due casi i contatti

si sono protratti per quasi due mesi ed è stato necessario redigere delle autorizzazioni

più specifiche alla direzione aziendale per ottenere il permesso alla raccolta dati.

Gli ultimi questionari sono stati restituiti in data 13 luglio 2011.

11

Grafico1: Flow chart nella realizzazione della raccolta dei dati per la tesi

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Delle 29 ASL interessate, il 96,55% dei direttori ha risposto al questionario,

anche se in un caso in modo molto parziale. Il 18,52% degli AS non ha mandato

risposta (ricevuti 44 questionari su 54), ma in 4 casi si è trattato di un’impossibilità a

rispondere perché nel servizio non sono presenti AS. Togliendo questi casi, gli effettivi

non rispondenti sono l’11,11%.

Le informazioni raccolte, ovvero le risposte ai questionari somministrati, sono

state inserite in una matrice di dati all’interno di un foglio elettronico (Microsoft Office

Excel 2007), ove le righe rappresentano le unità statistiche, ovvero i rispondenti e le

colonne sono le diverse variabili rilevate, codificate con un codice alfanumerico

(ALLEGATO).

Sono state create due matrici separate per le risposte dei direttori e degli AS

rispettivamente raggruppate per regione. Le stesse matrici sono state utilizzate per delle

rielaborazioni, sempre con l’ausilio delle applicazioni contenute nel foglio elettronico

Excel 2007, per la costruzione di medie, indicatori e grafici che meglio rappresentassero

i dati. Nei grafici sono stati utilizzati gli indici standardizzati dei dati moltiplicati per

100.

Nei due casi di dati mancanti alla domanda A1 riguardante il numero e tipologia

di personale presente in servizio, i dati sono stati inseriti attingendo dalle indicazioni

contenute nelle relazioni di servizio 2010 pubblicati nei siti aziendali.

Per la rielaborazione delle risposte degli AS le difficoltà sono state maggiori.

Sono state escluse dai calcoli i casi in cui non fosse stata data nessuna risposta o

le ASL nelle quali non vi fosse presente un AS. Nei casi in cui dal questionario fossero

state omesse solo qualche risposta, essa è stata sostituita per i calcoli con la media

aritmetica della regione di riferimento.

Poiché in alcune ASL sono presenti più AS nel servizio in esame, per rendere

uguale il peso di ciascuna Azienda, si è scelto di calcolare una media aritmetica per

ASL e regionale delle risposte date. Nei due casi in cui più AS hanno compilato

congiuntamente lo stesso questionario, esso è stato valutato e contato per il numero di

rispondenti, come se ogni uno avesse compilato un questionario.

A livello regionale si è scelto di calcolare la media di tutte le ASL che hanno

risposto e per le batterie A3, C2, D1, D2, D3 anche un indice di valutazione o indice di

performance standardizzato (I). Questo indicatore è ottenuto togliendo dalla somma dei

risultati rilevati la somma dei valori minimi, dividendo per la somma dei valori massimi

a cui è tolta la somma dei valori minimi. Come risultato si ottiene sempre un valore

12

Page 13: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

compreso tra 0 e 1, che va ad indicare l’intensità media dei valori considerati rispetto al

massimo considerato. Moltiplicandolo per 100 l’indice si ottiene una percentuale di

intensità dei valori ponendo come massimo il valore 100.

Si utilizza la standardizzazione perché attraverso questa procedura statistica è

possibile rendere confrontabili variabili identiche appartenenti a distribuzioni diverse,

ma anche variabili diverse, o variabili espresse in unità di misura diverse.

L’unico caso in cui non è stata utilizzata la media aritmetica ma una somma

delle risposte, riguarda la domanda che B1 che chiedeva, per ogni attività, di indicare

con quali professionisti l’AS collaborasse. Quindi se per esempio in un ASL un AS

indica che per un tipo di attività collabora con il Medico e un’altra con il Tecnico della

Prevenzione, facendo la media si può dire che in quell’attività la collaborazione è con

entrambi i professionisti (e/o).

Per le domande B1, nella quale sono elencate 17 attività e D1 che comprende 16

punti del profilo professionale dell’AS, poiché prevedono molti settori, è stato reso

necessario raggruppare tali in quattro macroaree che permettessero una più agevole

comprensione rendendo i dati maggiormente significativi nel confronto e paragone tra

varie ASL e regioni. Di seguito vengono riportati i raggruppamenti effettuati

.

MACROAREE AREE DI COMPETENZA codice domanda

Sorveglianza e vigilanza

Sorveglia, per quanto di sua competenza, le condizioni igienico-sanitarie nelle famiglie, nelle scuole e nelle comunità assistite e controlla l'igiene dell'ambiente e del rischio operativo

D1E

Attiva risorse di rete anche in collaborazione con i medici di medicina generale ed altri operatori sul territorio

D1F

Relaziona e verbalizza alle Autorità competenti e propone soluzioni operative D1H

Partecipa alle iniziative di valutazione e miglioramento alla qualità delle prestazioni dei servizi sanitari rilevando, in particolare, i livelli di gradimento da parte degli utenti

D1L

Tutela dei dirittiConcorre alle iniziative dirette alla tutela dei diritti dei cittadini con particolare riferimento alla promozione della salute

D1M

Promozione, educazione/formazione,

progetti

Progetta, programma, attua e valuta gli interventi di educazione alla salute in tutte le fasi della persona

D1B

Collabora alla definizione delle metodologie di comunicazione, ai programmi ed a campagne per la promozione e l'educazione sanitaria

D1C

Concorre alla formazione e all'aggiornamento degli operatori sanitari per quanto concerne la metodologia dell'educazione sanitaria

D1D

Opera nell'ambito dei Centri congiuntamente o in alternativa con i servizi di D1G

13

Indice di valutazione (I) = (∑i=1

n

yi)−n∙ min[ y ]

n ∙¿¿

Tabella II: Raggruppamento in macroaree delle attività della domanda del questionario B1Tabella III: Raggruppamento in macroaree delle attività della domanda del questionario D1

MACROAREE ATTIVITA' codice domanda

Sorveglianza e vigilanza

Inchieste di malattie professionali B1A1Sopralluoghi negli ambienti di lavoro B1B1Infortuni sul lavoro B1C1Controllo dei sistemi di gestione della sicurezza B1D1Vigilanza negli ambienti di lavoro B1E1Coordinamento/controllo attività MC B1O1Valutazione stress lavoro correlato B1P1

Tutela dei diritti

Attività ambulatoriale B1F1Tutela maternità B1G1Tutela invalidi B1H1Attività di sportello assistenza B1Q1

Promozione, educazione/formazione,

progetti

Educazione/promozione salute B1I1Formazione B1L1Partecipazione a progetti B1M1

Attività di tutoraggio B1S1

Analisi, ricerca, sviluppo Attività epidemiologica B1N1Ricerca e sviluppo B1R1

Page 14: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

educazione alla salute, negli uffici di relazione con il pubblicoCollabora, per quanto di sua competenza, agli interventi di promozione ed educazione alla salute

D1I

Partecipa alle attività organizzate in forma dipartimentale, sia distrettuali che ospedaliere, con funzioni di raccordo interprofessionale, con particolare riguardo ai dipendenti destinati a dare attuazione ai progetti obiettivo individuati dalla programmazione sanitaria nazionale, regionale e locale

D1N

Svolge attività didattico-formativa e di consulenza nei servizi, ove richiesta la sua competenza professionale

D1P

Agisce sia individualmente sia in collaborazione con altri operatori sanitari, sociale e scolastici, avvalendosi, ove necessario, dell'opera del personale di supporto

D1Q

Contribuisce alla formazione del personale di supporto e concorre direttamente all'aggiornamento relativo al proprio profilo professionale

D1R

Analisi, ricerca, sviluppo

Identifica i bisogni di salute sulla base dei dati epidemiologici e socio-culturali, individua i fattori biologici e sociali di rischio ed è responsabile dell'attuazione e della soluzione degli interventi che rientrano nell'ambito delle proprie competenze

D1A

Svolge le proprie funzioni con autonomia professionale anche mediante l'uso di tecniche e strumenti specifici

D1O

Per quanto riguarda i questionari dei direttori, si è adottata la stessa metodologia

per le parte comuni ma evitando la media aritmetica per ALS in quanto in ogni azienda

è presente un solo direttore di servizio.

Nella parte generale, per l’anzianità di servizio degli AS è stata calcolata una

media aritmetica per ASL.

Poiché la numerosità del personale in servizio o degli AS come dato a se stante

non è molto significativo, è stato ritenuto opportuno confrontarlo con la popolazione

occupata del territorio di riferimento invece che la popolazione residente, in quanto i

servizi SPISAL/PSAL operano come target su tale popolazione. Inoltre è stato calcolato

il rapporto in relazione agli infortuni sul lavoro e malattie professionali denunciati

all’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro).

I dati disponibili sono rilevati e consultabili nel sito dell’ISTAT (Istituto

Nazionale di Statistica) per gli occupati e nel sito INAIL per le malattie professionali e

infortuni sul lavoro dell’anno 2009, in entrambi i casi con un dettaglio massimo a livello

provinciale. In tabella, oltre agli occupati per settore di attività, sono state evidenziate la

forza lavoro, il tasso di occupazione e il tasso di attività, come da definizioni dell’ente

rilevatore, riportate in “Glossario dei termini”.

Per poter calcolare alcuni indici si è reso necessario accorpare i dati sommando

il numero totale del personale presente in servizio e il numero di AS delle ASL

appartenenti alla stessa provincia. Non potendo inserire le unità equivalenti perché in

14

Page 15: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

molti casi tale dato non è stato fornito, si è scelto di mettere il numero dei dipendenti in

servizio. Gli indici sono stati calcolati facendo un rapporto tra il personale presente nei

servizi e i soli AS degli SPISAL/PSAL e il totale degli occupati moltiplicando per 1.000

ottenendo così il rapporto ogni 1.000.000 occupati. Il risultato di questi calcoli è stato

evidenziato nella cartina dove per ogni provincia del Triveneto si è attribuito una

gradazione di colore sempre più intensa in base all’intensità degli AS rapportato con gli

occupati del territorio.

Il rapporto del personale e AS dei Servizi ogni 1.000 malattie professionali e

infortuni sono stati inseriti in tabella, rapportando i dividendi e moltiplicando per 1.000.

E’ stato calcolato anche la percentuale degli AS rispetto il totale del personale

presente nel Servizio.

Nelle presentazioni grafiche, create con il supporto delle funzioni contenute nel

programma Excel 2007, si sono utilizzati i dati rielaborati come sopra descritto,

utilizzando gli indici standardizzati moltiplicati per 100 in modo tale da avere una

immediata comprensione dell’intensità della risposta data e le macroaree sopra citate.

Si è scelto di utilizzare l’analisi fattoriale per rappresentare le singole risposte

riportate dagli AS indagati per le domande C2, D1, D2 e D3.

“L’analisi fattoriale è una procedura matematico-statistica che viene solitamente

effettuata per studiare, riassumere e semplificare le relazioni in un insieme di variabili.

Lo scopo di questa tecnica di analisi dei dati è quella di ridurre l’informazione in un

insieme di dati, individuando uno o più “fattori” o “dimensioni latenti” che rendono

conto delle similarità che accomunano una serie di variabili. L’ipotesi di base è che la

correlazione tra le variabili è determinata da dimensioni non osservabili (o fattori), che

in qualche modo “causano” o determinano i punteggi riscontrabili nelle variabili

osservate.”11 Utilizzando le risposte date dagli AS al questionario, sono state

rappresentate graficamente i vettori nei grafici a dispersione che possono spiegare gli

aspetti delle risposte. La percentuale attribuita a ciascun vettore (fattore) indica la

variabilità congiunta spiegata dai dati. Ciascun asse è stata nominata in relazione alla

collocazione delle domande del questionario: ovvero le domande che si avvicinano

maggiormente al vettore trattano l’aspetto che più corrisponde a quello attribuito al

vettore stesso.11 Dott. Filipponi Luca, Analisi Fattoriale, http://www.unich.it/unichieti/ShowBinary/BEA%20Repository/Area_Siti_federati/Psicologia/2_Materiale_Didattico/0_AA0910_Materiale_Didattico/0_Mag%20Psico/Filipponi/Lez.1//file;jsessionid=Fqv6N7PPJLHPGwzf2VHJjPnZRYqvS436vw66L8VTjJGG0yKj78Sh!1636089678!1261124551, ultima visita 24 agosto 2011

15

Page 16: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

I risultati sono statisticamente significativi se il p-value o probability value,

calcolato tramite il software “R”12 risulta minore di 0,05 (p-value<0,05).

Glossario dei termini

Nel presente elaborato vengono presentati alcuni dati relativi all’aria d’indagine

estrapolati dalle banche dati INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli

Infortuni sul Lavoro) e ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica). Poiché alcuni dati sono

disponibili solo riferiti all’anno 2009, per una corretta confrontabilità si è scelto di

utilizzare tutti i dati riferiti a questo periodo di rilevazione.

Per comprendere a cosa ci si riferisce di seguito vengono riportate le definizioni

utilizzate dagli enti rilevatori.

12 “R” è un software per l’elaborazione matematica e statistica con la capacità di rappresentare graficamente i risultati ottenuti. E’ disponibile con licenza Open Source per i principali sistemi operativi ed è disponibile on-line presso diversi siti web definiti CRAN, ovvero Comprehensive R Archive Network. Il sito di riferimento è http://r-progject.org

16

Page 17: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

FORZE DI LAVORO: comprendono le persone occupate e quelle disoccupate.

OCCUPATI: comprendono le persone di 15 anni e più che nella settimana di

riferimento:

-hanno svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un

corrispettivo monetario o in natura;

-hanno svolto almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare

nella quale collaborano abitualmente;

-sono assenti dal lavoro (ad esempio per ferie o malattia). I dipendenti assenti

dal lavoro sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi, oppure se durante

l’assenza continuano a percepire almeno il 50% della retribuzione. Gli indipendenti

assenti dal lavoro, ad eccezione dei coadiuvanti familiari, sono considerati occupati se,

durante il periodo do assenza, mantengono l’attività. I coadiuvanti familiari sono

considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi.

SETTIMANA DI RIFERIMENTO: settimana a cui fanno riferimento le

informazioni raccolte.

TASSO DI OCCUPAZIONE: rapporto tra gli occupati e la corrispondente

popolazione di riferimento.

TASSO DI ATTIVITA’: rapporto tra le persone appartenenti alle forze di lavoro

e la corrispondente popolazione di riferimento.13

INFORTUNI SUL ALVORO E MALATTIE PROFESSIONALI

I dati relativi agli Infortuni sul Lavoro e alle Malattie Professionali si riferiscono

agli eventi avvenuti/manifestatesi nel periodo aggiornate alla data di rilevazione del 31

ottobre 2010 che coincide con la data di rilevazione del secondo aggiornamento

semestrale della Banca Dati Statistica INAIL. I dati sono elaborati considerando le

gestioni assicurative del’Industria e Servizi, dell’Agricoltura e dei Dipendenti del Conto

Stato. Sono presi in esame gli infortuni e le malattie professionali definiti per i quali si è

concluso positivamente l’iter sanitario e amministrativo e che hanno prodotto un grado

di inabilità superiore o pari all’1%. Sono quindi compresi i casi che hanno dato luogo ad

un indennizzo per inabilità temporanea, permanente o morte ed i cosiddetti regolari

13 ISTAT - Istituto Nazionale di Statistica, “Flash: Occupati e Disoccupati – Anno 2010” http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20110401_00/testointegrale20110401.pdf, 1 aprile 2011, ultima visita 7 luglio 2011.

17

Page 18: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

senza indennizzo (casi riconosciuto dell’Istituto per i quali non è prevista una

prestazione economica).

INFORTUNIO SUL LAVORO: secondo il DPR 112 DEL 30/06/1965 “Testo

unico delle disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e

le malattie professionali”: all’art.2 “L’assicurazione comprende tutti i casi di infortunio

avvenuti per causa violenta in occasione di lavoro, da cui sia derivata la morte o

un’inabilità permanente al lavoro, assoluta o parziale, ovvero un’abilità temporanea

assoluta che importi l’astensione dal lavoro per più di tre giorni”. Il nuovo Testo Unico

sulla Sicurezza sul Lavoro del 30 aprile 2008 n.81 richiederà all’INAIL di raccogliere e

registrare a fini statistici anche gli infortuni si durata superiore ad un giorno.

INFORTUNIO “IN ITINERE”: si tratta di infortunio avvenuto nel tragitto tra

sede del lavoro e abitazione (casa-lavoro-casa) salvo il caso di interruzione o deviazione

del tutto indipendente dal lavoro o, comunque, non necessaria. Se non c’è un servizio

mensa aziendale comprende anche lo spostamento dal luogo di lavoro a quello del

pasto. L’interruzione o la deviazione è necessaria quando è dovuta a causa di forza

maggiore, ad esigenze essenziali ed improrogabili o all’adempimento di obblighi

penalmente rilevanti. Comprende anche l’uso di mezzi di trasporto privato purché

necessitato; in questo caso sono esclusi gli infortuni cagionati direttamente dall’abuso di

alcolici, psicofarmaci e stupefacenti. Con l’attuazione del D.Lgs. 38/2000 art.12

l’infortunio in itinere rientra tra gli infortuni indennizzabili quando si presentano le

condizioni su esposte.

INFORTUNIO “IN OCCASIONE DI LAVORO”: si tratta di infortunio

strettamente collegato all’attività lavorativa. Sono, pertanto, tutti gli infortuni al netto di

quelli “in itinere”.

MALATTIA PROFESSIONALE: secondo il DPR del 30/06/1965 “Testo unico

delle disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuno sul lavoro e le

malattie professionali”: all’art. 3 “L’assicurazione è altresì obbligatoria per le malattie

professionali indicate nella tabella allegato n. 4, le quali siamo contratte nell’esercizio e

a causa delle lavorazioni specificate nella tabella stessa ed in quanto tali lavorazioni

rientrino tra quelle previste nell’art.1”. Per epoca di manifestazione della malattia

professionale non si intende il momento dell’insorgenza della malattia; se questa ha

determinato assenza dal lavoro, coincide con il primo giorno di assenza, in caso

18

Page 19: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

contrario con la data di attestazione di probabile malattia professionale da parte del

medico curante. 14

INDICE DI FREQUNZA DEGLI INFORTUNI: La dimensione del rischio

infortunistico si misura attraverso gli indici di frequenza, presi in esame anche dalla

norma UNI 7249, “Statistiche degli infortuni sul lavoro”. Gli indici di frequenza previsti

dalla norma UNI hanno al numeratore gli infortuni verificatisi in un anno ed al

denominatore le ore lavorate nello stesso anno moltiplicati per un milione. In alcuni

casi, compresa la seguente rielaborazione dati, l’indice di frequenza è calcolato ponendo

al denominatore il numero di operai anziché le ore lavorate. Anche l’INAIL e ISPESL

utilizzano questo indice con riferimento il numero dei lavoratori addetti, come misura

della durata delle esposizioni.15

3. RISULTATI E DISCUSSIONE DELLA

RILEVAZIONE: L’ATTUALE SITUAZIONE DEGLI

SPISAL/PSAL DEL TRIVENETO

Sono stati inviati i questionari per i direttori degli SPISAL/PSAL e gli AS di

tutte le ASL del Triveneto: 21 del Veneto, 6 del Friuli-Venezia-Giulia e 2 del Trentino

Alto Adige.

14 INAIL - Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, “Casellario Centrale Infortuni – Rapporto statistico 2009”, http://casellario.inail.it/repository/ContentManagement/information/P803694308/RapportoCasellario2009%20corretto.pdf, stampato nel mese di aprile 2010, ultima visita il 7 luglio 2011

15 ISPESL – Istituto Superiore per la Prevenzione E Sicurezza del Lavoro, “Indici di frequenza”, <http://www.ispesl.it/infmp/freqinfo.htm>, ultima visita il 21 luglio 2011

19

Page 20: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

Solo una ASL ha deciso di non rispondere al questionario, mentre una ha dato

risposte solo ad alcune batterie di domande, quindi in totale ne sono stati restituiti

compilati 28 su 29.

ASLn° A.S.

personale che sostituisce AS figura sostitutiva ASL

n° A.S.

personale che sostituisce AS

figura sostitutiva

1 Belluno 1 no 1Triestina 4 no

2 Feltre 1 no 2 Isontina 2 no

3 Bassano 0 si Infermiere 3 Alto Friuli 0 no

4 Alto Vicentino 1 no 4 Medio Friuli 2 no

5 Ovest Vicentino 0 si Infermiere 5 Bassa Friulana 1 si

Tecnico della Prevenzione, Medico del Lavoro

6 Vicenza 2 no 6 Friuli Occident. 5 no

7 Pieve di Soligo 2 no Tot. Friuli 14

8 Asolo 1 si Infermiere 1 Trento 3 no

9 Treviso 2 si Infermiere 2 Bolzano 9 no

10 Veneto Orientale 0 Tot. Trentino 12

12 Veneziana 2 si Infermiere

13 Mirano 2 no

14 Chioggia 0 siTecnico della Prevenzione

15 Alta Padovana 3 no

16 Padova 2 si Infermiere

17 Este 2 no

18 Rovigo 2 no

19 Adria 0

20 Verona 1 si "non specificato"

21 Legnago 3

22 Bussolengo 2 no

Tot Veneto 29

Per quanto riguarda gli AS in quattro ASL del Veneto, non avendo nel servizio

AS, non è stato possibile far compilare loro il questionario e in altre tre non è stato

possibile ottenere nessuna risposta. In un azienda sanitaria del Friuli è stato segnalata la

non presenza di AS in servizio, ma il direttore ha specificato che attualmente ce n’è una

di recente assunzione. Poiché nelle 29 ASL possono essere presenti più AS, è stato

calcolato che in totale vi sono 54 di queste figure, ma sono stati restituiti 44 questionari

(corrispondenti al 81,5%).

Alla domanda A4 “Attualmente nel Servizio vi sono attività specifiche di

Assistente Sanitario ricoperti da altro personale?” circa il 31% dei rispondenti ha

20

Tabella IV: Numero di Assistenti Sanitari per ASL ed eventuale figura che ricopre attività tipiche di questa figura

Page 21: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

risposto di sì, e la figura alternativa solitamente è Infermiere, in qualche caso anche

Tecnico della Prevenzione. Queste due figure sostituiscono l’AS nei servizi dove essa

non è presente.

Il semplice numero di AS presenti in ogni ASL o per regione come dato a se

stante non può dire molto. Quindi per cercare di dare un idea della realtà locale nella

quale i servizi SPISAL/SPASL operano, si riporta in tabella i dati relativi alla

popolazione occupata come rilevato nel rapporto delle forze lavoro 2009 dell’ISTAT 16.

I dati disponibili con dettaglio a livello provinciale hanno richiesto quindi di

raggruppare i dati delle ASL appartenenti alla stessa provincia.

Occupati per settore di attività economica e forze lavoro per provincia Anno 2009 (dati in migliaia)    

PROVINCIA ULSS

popolazione per

provinciaAGRICOLTURA

INDUSTRIA

SERVIZITOTALE

OCCUPATI*FORZE

LAVORO*

Tasso di occupaz

ione (15-64)*

Tasso attività (15-64 anni)* 

di cui costruzioni

Verona

n.20 Verona, n.21 Legnago, n.22 Bussolengo

872.550 14 137 33 258 408 428 67,40% 70,70%

Vicenza n.3 Bassano, n.4 Alto Vicentino, n.5 Ovest Vicentino,

826.121

6 183 33 187 375 395 65,00% 68,50%

16 ISTAT - Istituto Nazionale di Statistica, “Occupati e disoccupati, Media 2009”, http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20110401_00/, diffuso il 1 aprile 2011, ultima visita 19 giugno 2011

21

Tabella V: Forze lavoro, occupati per settore di attività economica, tasso di occupazione ed attività, popolazione e ASL per provincia, ISTAT 2009, dati in migliaia e in percentuale

Page 22: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

n.6 Vicenza

Bellunon.1 Belluno, n.2 Feltre

214.150 1 44 8 43 89 93 63,30% 66,30%

Treviso

n.7 Pieve di Soligo, n.8 Asolo, n.9 Treviso

879.245 8 164 29 203 376 395 63,80% 66,90%

Venezia

n.10 Veneto Orient., n.12 Veneziana, n.13 Mirano, n.14 Chioggia

906.917 11 101 29 240 353 374 62,00% 65,80%

Padova

n.15 Alta Padovana, n.16 Padova, n.17 Este

921.218 10 144 31 253 407 425 65,60% 68,60%

Rovigon.18 Rovigo, n.19 Adria

245.224 10 35 10 59 103 107 62,90% 65,00%

Tot. VENETO 

4.865.425 60 808 172 1.243 2.112 2.217 64,60% 67,90%

Udine

n.3 Alto Friuli, n.4 Medio Friuli, n.5 Bassa Friulana

540.581 6 78 20 138 222 236 62,50% 66,30%

Gorizia n. 2 Isontina 14

2.627 2 20 4 36 57 61 62,20% 66,10%

Trieste n.1 Triesitna 26

3.546 [0] 20 5 73 93 97 63,60% 66,80%

Pordenonen.6 Friuli Occidentale

313.870 3 55 8 77 136 143 65,40% 68,80%

Tot. FRIULI-VEN. GIULIA

1.260.624 11 173 36 324 508 537 63,40% 67,00%

Trento Trento 52

4.826 8 62 21 159 229 238 66,60% 69,10%

Bolzano Bolzano 50

3.434 16 57 20 164 237 144 70,50% 72,60%Tot. TRENTINO A.A. 

1.028.260 24 119 41 323 467 482 68,50% 70,80%

I dati per regione sono rappresentati nei seguenti grafici.

22

Tabella adattata da Giacomozzi Monica

*Vedi definizione in “Glossario termini” a pag….

Page 23: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

LEGENDA

□ = AGRICLTURA

□ = INDUSTRIA IN SO STRETTO

□ = EDILIZA

□ = SERVIZI

Nella tabella seguente sono stati calcolati, per provincia e per regione, il

rapporto tra personale presente negli SPISAL/PSAL e la popolazione occupata e

successivamente in riferimento ai soli AS. Inoltre viene evidenziata la percentuale di AS

sul totale del personale presente nei servizi presi in considerazione.

Questi calcoli sono stati effettuati per comprendere su quanta popolazione i

professionisti dei servizi lavorano. A livello teorico e a ragion di logica, maggiore è la

popolazione occupata di un territorio, più alto dovrebbe essere il numero di operatori

che si occupano di sicurezza e prevenzione negli ambienti di lavoro.

23

Grafico 2-3-4: Totale occupati per settore di attività economica delle regioni Veneto, Friuli-Venezia-Giulia, Trentino A.A. nel 2010, dati in percentuale

5% 17%

9%

69%

Occupati per settore di attività economica TRENTINO A.A. (anno 2009)

3%

30%

8%

59%

Occupati per settore di attività economicaVENETO (anno 2009)

2%27%

7%64%

Occupati per settore di attività economica FRIULI-VENEZIA-GIULIA (anno2009)

regione , loro rapporto con la popolazione occupata per provincia e percentuale di AS rispetto il totale del personale in servizio

Page 24: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

Nel seguente grafico sono stati messi in correlazione non il numero del

personale che lavora negli SPISAL/PSAL di ciascuna provincia e gli occupati. Tale

rapporto non è stato fatto per la singola figura dell’AS in quanto se per caso vi fossero

meno AS, ciò non vorrebbe dire che in quella provincia si esegue meno interventi di

prevenzione e sicurezza, ma che magari altri professionisti se ne occupano.

24

regione , loro rapporto con la popolazione occupata per provincia e percentuale di AS rispetto il totale del personale in servizio

PROVINCIA ASL

persone in

servizio PSAL

rapporto su

1.000.000

occupati AS

rapporto su

1.000.000

occupati

AS su tot personale servizio

PSALTrento Trento 59 257,6 3 13,1 5,08%Bolzano Bolzano 38 160,3 9 38,0 23,68%Tot. Regione TRENTINO A.A. 97 207,7 12 25,7 12,37%

Verona

n.20 Verona, n.21 Legnago, n.22 Bussolengo 54 209,3 6 23,3 11,11%

Vicenza

n.3 Bassano, n.4 Alto Vicentino, n.5 Ovest Vicentino, n.6 Vicenza 52 278,1 3 16,0 5,77%

Bellunon.1 Belluno, n.2 Feltre 14 325,6 2 46,5 14,29%

Treviso

n.7 Pieve di Soligo, n.8 Asolo, n.9 Treviso 41 202,0 5 24,6 12,20%

Venezia

n.10 Veneto Orient., n.12 Veneziana, n.13 Mirano, n.14 Chioggia 55 229,2 4 16,7 7,27%

Padova

n.15 Alta Padovana, n.16 Padova, n.17 Este 60 237,2 7 27,7 11,67%

Rovigon.18 Rovigo, n.19 Adria 22 372,9 2 33,9 9,09%

Tot. Regione VENETO 298 239,7 29 23,3 9,73%

Udine

n.3 Alto Friuli, n.4 Medio Friuli, n.5 Bassa Friulana 44 318,8 3 21,7 6,82%

Gorizia n. 2 Isontina 17 472,2 2 55,6 11,76%Trieste n.1 Triestina 19 260,3 4 54,8 21,05%

Pordenonen.6 Friuli Occidentale 22 285,7 5 64,9 22,73%

Tot. Regione FRIULI 102 314,8 14 43,2 13,73%

Page 25: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

Dal grafico risulta che la linea di tendenza (in rosso) che è calcolata rendendo

minima la distanza da ciascun punto e la retta, riesce a spiegare il 77,3% dei dati

(coefficiente di determinazione). Poiché la “statistica F” calcolata è 37,46 e il p-value

calcolato è 7,517e-05 (<0,05) ciò sta ad indicare che il risultato non è casuale: si può

affermare che esiste una relazione diretta lineare tra i dati considerati e la rilevanza è

staticamente significativa. Maggiore è la popolazione occupata, maggiore è il numero

del personale che lavora nell’ambito della sicurezza e prevenzione del lavoro.

Rispetto alla popolazione occupata nella regione del Friuli-Venezia-Giulia

risultano 43,2 AS ogni 1.000.000 popolazione occupata con punte di 64,9 nella

provincia di Pordenone, valori molto lontani dalla media della regione Trentino A.A.

(25,7) con il rapporto minimo del triveneto fatto registrare nella provincia di Trento, o

del Veneto con media di 23,3 AS.

Una rappresentazione grafica può aiutare a comprendere meglio la distribuzione

degli AS ogni 1.000.000 di popolazione occupata per provincia.

25

10 20 30 40 50 60 700

50,000

100,000

150,000

200,000

250,000

300,000

350,000

400,000

450,000

Bz Tn

Bl

Pd

Ro

TvVe

Vr

Vi

Go

Pn

Ts

Ud

f(x) = 6771.80439706008 x − 21466.4450260661R² = 0.773002113527584

Rapporto personale SPISAL e occupati

N° personale SPISAL per provincia

occu

pati

per

p ro

vinc

ia

Grafico 5:Regressione lineare bivariata, correlazione tra popolazione occupata e personale presente nei servizi SPISAL/PSAL per provincia

Page 26: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

Lo stesso ragionamento effettuato precedentemente con la popolazione occupata

è possibile ed interessante affrontarlo anche, in modo più mirato, con gli infortuni sul

lavoro e malattie professionali rilevati dall’INAIL nel 2009.

Poiché l’AS si occupa proprio di questi eventi, i dati possono dare un’idea di

quanti casi questo professionista deve seguire annualmente.

Di seguito vengono riportati i dati relativi agli infortuni sul lavoro e malattie

professionali del 2009 per provincia, come rilevati dall’ente nazionale.

26

Grafico 6: Mappa degli AS presenti negli SPISAL/PASL per provincia del Triveneto ogni 1.000.000 occupati

Numero di Assistenti Sanitari in servizio presso gli SPISAL/PSAL ogni 1.000.000 di occupati nelle province del Nordest

Page 27: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

INFORTUNI SUL LAVORO INAIL

2009*

Agricoltura Industria e ServiziDipendenti Conto Stato TOTALE

Infortuni in itinere* Infortuni

in occasione di lavoro*

Indice frequenza

relativa infortuni*

di cui

mortali di cui

mortali di cui

mortali

di cui mortal

i di cui

mortali

BOLZANO 2.548 5

14.666

5

148

-

17.362

10

738

1

16.624 70,07

TRENTO 987 5

8.915

12

229

-

10.131

17

856

3

9.275 40,46

TRENTINO A.A. 3.535 10

23.581 17

377 -

27.493 27

1.594

4

25.899 55,52

BELLUNO 149 -

3.114

4

136

-

3.399

4

254 -

3.145 35,46

PADOVA 693 1

14.606

20

497

-

15.796

21

2.547

10

13.249 32,55

ROVIGO 311 -

3.037

4

79

-

3.427

4

293 -

3.134 30,32

TREVISO 967 1

15.141

6

416

-

16.524

7

1.965

3

14.559 38,71

VENEZIA 436 -

13.818

12

446

1

14.700

13

1.880

6

12.820 36,36

VERONA 1.505 3

16.933

16

533

1

18.971

20

2.214

4

16.757 41,03

VICENZA 724 2

15.447

8

434

-

16.605

10

1.725

4

14.880 39,63

VENETO 4.785 7

82.096 70

2.541 2

89.422 79

10.878

27

78.544 37,20

GORIZIA 128 1

3.106

-

82

-

3.316

1

235 -

3.081 53,77

PORDENONE 320 -

5.023

3

152

-

5.495

3

439

1

5.056 37,22

TRIESTE 19 -

4.533

4

179

-

4.731

4

510

1

4.221 45,49

UDINE 478 1

8.026

11

264

-

8.768

12

819

1

7.949 35,73

FRIULI VEN.GIULIA 945 2

20.688 18

677 -

22.310 20

2.003

3

20.307 39,94

MALATTIE PROFESSIONALI INAIL 2009*

Agricoltura Industria e Servizi Totale (agric.,

industria/servizi, dip. conto Stato)

BOLZANO 13 233 246

TRENTO 45 247 293

TRENTINO ALTO ADIGE 58 480 539

BELLUNO 8 214 225

PADOVA 17 418 435

ROVIGO 6 90 96

TREVISO 22 444 468

VENEZIA 24 338 367

VERONA 29 243 275

VICENZA 7 259 267

VENETO 113 2.006 2.133

GORIZIA 2 170 174

27

Tabella VIII: Malattie professionali rilevati dall’INAIL nel 2009 per provincia, regione e settore di attività

Tabella VII: Infortuni sul lavoro, infortuni mortali e in occasione di lavoro e indice di frequenza relativa degli infortuni rilevati dall’INAIL nel 2009 per provincia, regione e settore di attività

Tabella adattata da Giacomozzi Monica*Vedi definizione in “Glossario dei termini” a pag..

Page 28: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

PORDENONE 3 360 366

TRIESTE 27 461 491

UDINE 3 152 155 FRIULI VENEZIA GIULIA 35 1.143 1.186

Rapportando questi dati con il personale presente e AS negli SPISAL/PSAL per

provincia si ha un’idea, ogni 1.000 infortuni sul lavoro e malattie professionali, quanto

personale è presente nella provincia.

28

Tabella IX: Numero del personale e nello specifico di AS presente negli SPISAL/PSAL del Triveneto per provincia in rapporto a 1.000 infortuni e 1.000 malattie professionali a livello provinciale rilevati dall’INAIL

Tabella adattata da Giacomozzi Monica

*Vedi definizione in “Glossario termini a pag…

PROVINCIA

persone in

servizio PSAL

rapp. su 1.000

infortuni

rapp. su 1.000

malattie profes. AS

rapp. su 1.000

infortuni

rapp. su 1.000

malattie profes.

BOLZANO 38 2,19 154,47 9 0,52 36,59 TRENTO 59 5,82 201,37 3 0,30 10,24 TRENTINO ALTO ADIGE 97 3,53 179,96 12 0,44 22,26 BELLUNO 54 1,59 240,00 6 1,77 26,67 PADOVA 52 3,29 119,54 3 0,19 6,90 ROVIGO 14 4,09 145,83 2 0,58 20,83 TREVISO 41 2,48 87,61 5 0,30 10,68 VENEZIA 55 3,74 149,86 4 0,27 10,90 VERONA 60 3,16 218,18 7 0,37 25,45 VICENZA 22 1,32 82,40 2 0,12 7,49 VENETO 298 3,33 139,71 29 0,32 13,60 GORIZIA 44 13,27 252,87 3 0,90 17,24 PORDENONE 17 3,09 46,45 2 0,36 5,46 TRIESTE 19 4,02 38,70 4 0,85 8,15 UDINE 22 2,51 141,94 5 0,57 32,26 FRIULI VENEZIA GIULIA 102 4,57 86,00 14 0,63 11,80

Page 29: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

Si è deciso di mettere a confronto il numero di personale dei servizi indagati e

dei soli AS rispetto l’indice di gravità degli infortuni rilevati dagli enti nazionali.

Come dimostrato nei grafici 7 e 8 tale correlazione non esiste e i due fenomeni

sono indipendenti tra loro. Infatti in entrambi i casi il p-value risulta maggiore di 0,05,

quindi il risultato non è statisticamente significativo.

1 2 3 4 5 6 7 8 9 100.00

10.00

20.00

30.00

40.00

50.00

60.00

70.00

80.00

Bz

Tn

BlPdRo

Tv

VeVrVi

Go

Pn

Ts

Ud

f(x) = 2.34216914697119 x + 31.3826300449851R² = 0.226662847003946

Rapporto AS negli SPISAL e indice di frequenza degli infortuni

N° AS degli SPISAL per provincia

indi

ce d

i fre

qunz

a in

fortu

ni p

er p

rovi

ncia

.

I grafici di regressione lineare (grafico 5, 7 e 8) suggeriscono che il numero di

addetti e di AS negli SPISAL/PSAL sia legato al numero di occupati, ma indipendente

dal numero e gravità degli infortuni e malattie professionali (inserire i grafici). Ciò

29

10 20 30 40 50 60 700.00

10.00

20.00

30.00

40.00

50.00

60.00

70.00

80.00

Bz

TnBl

PdRo

TvVe

VrVi

Go

Pn

Ts

Udf(x) = − 0.0897460469283789 x + 44.7228676147404R² = 0.0220623999781534

Rapporto personale SPISAL e indice di frequenza degli infotuni

N° personale SPISAL per provincia

indi

ce d

i fre

quen

za n

fort

uni p

er p

rovi

ncia

Grafico 7:Regressione lineare bivariata, correlazione tra numero di personale presente nei servizi SPISAL/PSAL e indice di frequenza degli infortuni per provincia

[Digitare una citazione tratta dal documento o il sunto di un punto di interesse. È possibile collocare la casella di testo in qualsiasi punto del documento. Utilizzare la scheda Strumenti casella di testo per cambiare la formattazione della citazione.]

Grafico 8:Regressione lineare bivariata, correlazione tra numero di AS presenti nei servizi SPISAL/PSAL e indice di frequenza degli infortuni per provincia

Page 30: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

potrebbe suggerire che la presenza degli operatori sia maggiormente collegata ad attività

amministrative che non ad attività preventive.

Il rapporto tra AS e infortuni e malattie professionali danno dei risultati

differenziati. Rispetto agli infortuni in occasione di lavoro in Friuli ci sono 0,63 AS per

1.000 infortuni denunciati all'INAIL, quasi il doppio rispetto il valore registrato in

Veneto con una media regionale di 0,32. All'interno di una stessa regione i valori

possono essere molto vari: in Veneto si registra il rapporto maggiore di 1,77 nella

provincia di Belluno e il minore di 0,12 a Vicenza. Anche i rapporti calcolati rispetto

alle malattie professionali sono molto eterogenei, ma il Friuli non si trova più al primo

posto, anzi fa registrare il rapporto minore (11,80 AS ogni 1.000 malattie professionali)

cedendo il primato al Trentino con una media regionali di 22,26; il Veneto ha una media

di 13,60. Il rapporto massimo in assoluto è registrato nella provincia di Bolzano, mentre

il minore è nella provincia di Pordenone. Sempre nella provincia di Pordenone si

registra la percentuale più alta di AS nei servizi SPISLA/PSAL rispetto al totale del

personale presente in servizio con una presenza di 22,73% e sempre in Trentino, ma

nella provincia di Trento, questa percentuale è la minore (5,08%).

Quando viene chiesto nella domanda A3 “Gli Assistenti Sanitari attualmente

presenti, sono sufficienti per le esigenze dell’attività del Servizio?” chiedendo di

attribuire un punteggio di 4 per la risposta “sì, completamente” , 3 per “quasi

completamente”, 2 “in

numero insufficiente” e 1 a “in numero

gravemente insufficiente, i pareri espressi

sono molto vari, ma in nessun caso è stato

rilevato una grave insufficienza di

personale AS.

30

Tabella X: Pareri espressi dai direttori SPISAL/PSAL delle ASL del Triveneto alla domanda “Gli AS attualmente presenti, sono sufficienti per le esigenze dell’attività del Servizio?”con medie indice standardizzato (I) per regione

Copertura di esigenze di attività degli ASVeneto Friuli Trentino

1 Belluno 4 1Triestina 3 1 Trento 3

2 Feltre 3 2 Isontina 22 Bolzano 4

3 Bassano -3 Alto Friuli 3 (I) 0,83

4 Alto Vicentino 2

4 Medio Friuli 3 Media 3,50

5 Ovest Vicentino 3

5 Bassa Friulana 2

6 Vicenza 46 Friuli Occident. 3

7 Pieve di Soligo 4 (I) 0,568 Asolo 3 Media 2,67

9 Treviso 210 Veneto Orientale -12 Veneziana 313 Mirano 414 Chioggia 215 Alta Padovana 416 Padova 417 Este 318 Rovigo 419 Adria -20 Verona 321 Legnago -22 Bussolengo 2(I) 0,73Media 3,18

LEGENDA

4 = sì, completamente

3 = quasi completamente

2 = in numero insufficiente

1 = in numero gravemente

- = nessuna risposta

Page 31: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

Questa domanda va a sondare come viene percepita l’attuale situazione. Infatti il

27% dei direttori interessati ha risposto che gli attuali AS presenti in servizio riescono a coprire

completamente le esigenze dell'attività del servizio, il 38% in modo quasi completo, il 21% in

numero insufficiente e nessuno percepisce gravi insufficienze di copertura (con il 14% di non

rispondenti).

L’anzianità media di servizio degli AS del triveneto è di circa 10 anni, facendo

registrare una media più bassa nel Friuli (circa 5 anni), una massima in Veneto con

quasi 15 anni in servizio e il Trentino

che si colloca nella media dell’area in

esame.

Con la domanda B1 si andava

a chiedere, in ugual modo agli AS e ai direttori, per ogni attività individuata, quanto

tempo ed energia vi si dedica l’AS e con che altro professionista collabora. Per motivi di

confrontabilità le diciassette attività individuate nel questionario sottoposto, sono state

raggruppate in quattro macroaree.

31

14%

28%

38%

21%

Copertura esigenze attività AS nel Servizi PSAL/SPISAL del Triveneto

no risp

4 sì,completamente

3 quasi completamente

2 in numero insuf.

1 in numero gravemente insuf.

Grafico 9: Opinione espressa dai direttori SPISAL/PSAL del Triveneto sulla copertura delle esigenze dell’attività rispetto la figura di AS

Page 32: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

L’area che ha fatto registrare degli indici standardizzati più alti tra le risposte dei

direttori risulta quella della “Tutela dei diritti”, con una registrazione massima in

Veneto, mentre in Trentino si trova sullo stesso piano assieme all’area “Promozione,

educazione/formazione, progetti”. Molto rilevante risulta la considerazione nel Trentino

rispetto le altre regioni considerate, del settore “Analisi, ricerca, sviluppo”, sia da parte

dei direttori che degli AS.

Anche l’opinione degli AS risulta simile con un picco maggiore in Veneto per

l’area dei dritti. Il fatto che in Trentino secondo gli AS essi dedicano minor tempo ed

energie per l'area della sorveglianza e vigilanza, può indicare che probabilmente altre

figure ve se ne occupano, lasciando più spazio ad aree come la tutela dei diritti. Da

notare è come il campo di analisi, ricerca e sviluppo, settore che permette a qualsiasi

azienda di progredire, adattarsi alle esigenze del territorio e svilupparsi, faccia registrare

opinioni molto basse in merito, sia tra i direttori che tra gli AS, con eccezione della

regione Trentino.

Nella maggior parte dei casi è stato segnato sia dai direttori che dagli AS che le

attività, quando vengono svolte nei servizi, sono effettuate in collaborazione con altre

figure professionali, principalmente con il Medico.

32

Sorveglianza e

vigilanza

Tutela dei d

iritti

Promozione, educaz

ione/formazio

ne, progetti

Analisi, ri

erca, sv

iluppo

0

10

20

30

40

50

Risorse/energie dedicate per macroaree (DIRETTORI)

Veneto Friuli

Trentino

Grafico 10: Pareri espressi dai direttori SPISAL/PSAL delle tre regioni del Triveneto in merito a risorse ed energie dedicate dagli AS nelle macroaree, indici standardizzati moltiplicati per 100

Sorveglianza e

vigilanza

Tutela dei d

iritti

Promozione, educaz

ione/formazio

ne, progetti

Analisi, ri

erca, sv

iluppo

0

10

20

30

40

Risorse/energie dedicate per macroaree (AS)

Veneto Friuli

Trentino

Page 33: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

Oltre alle attività individuate nella domanda è stato lasciato lo spazio per chiarire

se vi fossero altre attività a cui gli AS si dedicano. I direttori in cinque casi e 16 AS di

11 Aziende Sanitarie diverse hanno segnalato che vengono svolte altre attività.

Come attività aggiuntive sono state segnalate: gestione di attrezzature, attività

amministrative e di archiviazione, gestione/sorveglianza registri di malattia ed

esposizioni, attività di collaborazione con altri servizi aziendali, corsi di formazione

interna del personale del Servizio o di altri professionisti anche esterni all’azienda,

realizzazione di materiale divulgativo, adesione a progetti nazionali (es: PASSI),

inserimento notifiche cantieri, gestione risorse umane, accertamenti sanitari preventivi e

periodici. Nei casi in cui gli AS abbiano anche l’incarico di Ufficiale di Polizia

Giudiziaria (U.P.G.) tali figure hanno maggio autonomia e attività in più da svolgere in

relazione all’incarico conferitogli.

Gli AS che hanno anche la qualifica di U.P.G. segnalati nel Triveneto sono 9,

ma in 4 casi su 29 non è stata data risposta alla domanda. In Friuli una ASL non ha

risposto e nelle altre 5 sono presenti 6 AS con qualifica di U.P.G., in Trentino è

segnalato solo un AS/U.P.G. , ma l’altra ASL non ha dato in merito nessuna risposta. In

Veneto, pur non avendo la risposta di 2 ASL, negli altri casi sono state segnalate solo 2

AS con incarico U.P.G..

Nella domanda D1 veniva chiesto quanto si reputa importante il contributo

dell’AS riprendendo i punti elencati nel Profilo Professionale coerenti con il Servizio in

questione attribuendo un parere (per niente – poco – abbastanza – molto). Anche in

questo caso, per una confrontabilità dei dati, si è scelto di raggruppare le aree di

competenza nelle stesse quattro macroaree individuate per la domanda B1.

33

Page 34: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

Le risposte date, sia per quanto riguarda i direttori sia gli AS, rispecchiano

grosso modo i pareri espressi per la domanda B1, avendo utilizzato come modalità di

raggruppamento dei settori nelle stesse macroaree.

Volendo fare un confronto, si può dire che la domanda B1, in merito alle attività,

corrisponde “all’osservato”, mentre la domanda D1 rispecchia “l’atteso”.

Le differenze tra i pareri di due posizioni diverse (direttore e professionista-

operatore) sono prevedibili anche in ragione del fatto che un direttore, nonostante

conosca le figure professionali e le attività svolte nel servizio, non possa avere un reale

riscontro e una profonda conoscenza dell'applicazione del Profilo Professionale.

Nonostante ciò mediamente i direttori hanno dato un punteggio maggiore alle

aree individuate rispetto lo stesso parere degli AS. Da notare che in molte ASL ad

alcuni punti identificati e selezionati dal Profilo Professionale, gli AS abbiano dato un

punteggio corrispondente a zero (ovvero per niente importante). Questo fatto sembra di

poca importanza, ma i punti che sono stati ricavati dovrebbero avere sempre più o meno

pertinenza con il lavoro da svolgere in un servizio. Il fatto che alcune parti non vengano

ritenute importanti, dimostra quanto poco interesse e possibilità ci siano affinché sia

34

Grafico 12: Parere espresso dai direttori SPISAL/PSAL delle tre regioni del Triveneto sull’importanza delle competenze individuate dal Profilo professionale degli AS in merito a tale figura e mission del Servizio, raggruppati in macroaree, indici standardizzati moltiplicati per 100

Grafico 13: Parere espresso dagli AS presenti negli SPISAL/PSAL delle tre regioni del Triveneto sull’importanza delle competenze individuate dal Profilo professionale degli AS in merito a tale figura e mission del Servizio, raggruppati in macroaree, indici standardizzati moltiplicati per 100

Sorveglianza e vigilanza Tutela dei diritti Promozione, educazione/formazione,

progetti

Analisi, rierca, sviluppo0

1020304050607080

Importanza aree di competenza - profilo professionale (AS)

Veneto Friuli

Trentino

Sorveglianza e vigilanza Tutela dei diritti Promozione, educazione/formazione,

progetti

Analisi, rierca, sviluppo0

1020304050607080

Importanza aree di competenza - profilo professionale (DIRETTORI)

Veneto Friuli

Trentino

Page 35: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

possibile uno sviluppo che favorisca la piena realizzazione delle competenze di questo

professionista, tendendo a fossilizzarsi su le sole attività che vengono offerte.

Nel grafico 14 tramite l’analisi fattoriale, vengono rappresentate le risposte date

dagli AS alle aree di competenza individuate dal profilo professionali, in merito allo

SPISAL/PSAL (domanda D1). I fattori individuati “lavoro in collaborazione” per l’asse

x e “aspetti pratici” per l’asse y, spiegano rispettivamente il 49,64% e l’11,30% della

35

-1.00 -0.50 0.00 0.50 1.00-1.00

-0.50

0.00

0.50

1.00

A

B

CD

E

F

G

H

I

L

M

N

O PQ

R

Aree di competenza (D1)

lavoro in collaborazione (49,64%)

aspe

tti p

ratic

i (11

,30%

)

-2.00 -1.50 -1.00 -0.50 0.00 0.50 1.00 1.50 2.00-2.00

-1.50

-1.00

-0.50

0.00

0.50

1.00

1.50

2.00

V1

V2

V4

V6V6

V7

V7

V8

V9

V12

V12

V13

V13V15V15

V15

V16

V16

V17

V17

V18

V18V22

V22

F1F1

F1

F2

F2

F3

F4 F4

F5

F6

F6

F6

F6

F6

T1T1

T2

T2

Aree di competenza (AS)

lavoro in collaborazione

aspe

tti p

ratic

i

Grafico 14: Analisi fattoriale delle risposte date da ciascun AS alla domanda D1 rispetto all’importanza del contributo dell’AS nei servizi SPISAL/PSAL, come definiti da Profilo professionale

LEGENDAcodic

e ASLVENETO

V1 n.1 BellunoV2 n.2 FeltreV3 n.3 BassanoV4 n.4 Alto VicentinoV5 n.5 Ovest VicentinoV6 n.6 VicenzaV7 n.7 Peive di soligoV8 n.8 AsoloV9 n.9 TrevisoV10 n.10 Veneto OrientaleV12 n.12 VenezianaV13 n.13 MiranoV14 n.14 ChioggiaV15 n15 Alta PadovanaV16 n.16 PadovaV17 n.17 EsteV18 n. 18 RovigoV19 n.19 AdriaV20 n. 20 Verona V21 n.21 Legnago V22 n.22 Bussolengo

FRIULIF1 n.1 TriestinaF2 n.2 IsontinaF3 n.3 Alto FriuliF4 n.4 Medio FriuliF5 n.5 Bassa FriulanaF6 n.6 Friuli Occidentale

TRENTINOT1 TrentoT2 Bolzano

Grafico 15: Analisi fattoriale delle domande del quesito D1 del questionario con percentuale della variabilità congiunta spiegata dei dati

Page 36: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

variabilità congiunta dei dati e suddividono i rispondenti in quattro quadranti. Nel

settore A si trova chi ritiene sia poco importante la collaborazione ma dà più valore agli

aspetti pratici, come in B gli aspetti pratici risultano rilevanti ma anche il lavoro in

collaborazione. Nel quadranti C si trova chi ritiene dà poca importanza agli aspetti

pratici e collaborati e in D chi invece reputa che, nonostante gli aspetti pratici possano

passare in secondo piano, d’importanza risulta essere la collaborazione.

In base alla vicinanza e lontananza dai vettori si può comprendere in che tipo di

ottica lavora il professionista che ha dato la risposta. Da notare come non è possibile

individuare dei gruppi definiti di rispondenti con le stesse opinioni, in quanto i dati

risultano molto sparsi.

Come accennato nel capitolo introduttivo, una figura professionale è

caratterizzata dal suo percorso formativo, oltre a quello esperienziale. Per tale motivo è

stata chiesta l'importanza di alcune capacità professionali degli AS in merito al Servizio

Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (domanda D2).

I punteggi ottenuti sono mediamente maggiori per le risposte date dagli AS in

quanto, mettendo in pratica quotidianamente le proprie capacità e competenze, danno

maggior valore al proprio operato e strumenti per raggiungerli. Tra le risposte degli AS

36

(A) Capacità interpersonali, di relazione con gli utenti

(B) Saper prendere decisioni, saper gestire situazioni complesse

(C) Saper lavorare in gruppo, in equipe anche interdisciplinare

(D) Organizzare e coordinare le attività

(E) Pianificare e organizzare praticamente il proprio lavoro

(F) Saper reperire, gestire info-dati dalle istituzioni/privato

(G) Redigere relazioni

(H) Elaborare progetti relativi ad attività

(I) Proget., program., attuare e valutare eventi formativi

(L) Comunicare con pubblico/stackeholders del privato/pubblico

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Capacità professionali (AS)

Trentino Friuli Veneto

Grafico16: Parere espresso dagli AS degli SPISAL/PSAL del Triveneto in merito alle proprie capacità professionali individuate, indice standardizzato per regione moltiplicato per 100

Page 37: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

Grafico 18: Analisi fattoriale delle risposte date da ciascun AS alla domanda D2 rispetto alle capacità professionali degli AS nei servizi SPISAL/PSAL

si può notare come i campi “Capacità interpersonali, di relazione con gli utenti”,

“Saper lavorare in gruppo” e “Pianificare e organizzare praticamente il proprio

lavoro” hanno maggior rilevanza, raggiungendo mediamente, in alcuni casi, il massimo

del punteggio attribuito. La capacita di “Progettare, programmare, attuare e valutare

eventi formativi” ha fatto registrare

mediamente i punteggi più bassi.

Questo aspetto è da interpretare: può

darsi che questa capacità non venga

riconosciuta come molto importante

perché forse non c’è l’occasione di

poterla mettere in pratica.

Come risulta dal grafico 18, tramite l’analisi fattoriale, le risposte date dagli AS

alle capacità professionali individuate nel questionario, sono suddivise in quattro

raggruppamenti distinti, nei rispettivi quadranti, individuati dai vettori. Nei quadranti

37

-3.50 -3.00 -2.50 -2.00 -1.50 -1.00 -0.50 0.00 0.50 1.00 1.50-2.50

-2.00

-1.50

-1.00

-0.50

0.00

0.50

1.00

1.50

2.00

V1

V2

V4

V6V6

F6 V7

T2

V9

V12

V12V13

V13

V15V15V15

V16

V17

V17

V18V18

V22V22

F1F6

F1

F2

F2

F3

F4

F4F5

F1

F6

F6

F6

T1

T1

T1T2V8

Capacità professioniali (AS)

organizzare il lavoro

lavo

rare

in co

llabo

razi

one

LEGENDAcodic

e ASLVENETO

V1 n.1 BellunoV2 n.2 FeltreV3 n.3 BassanoV4 n.4 Alto VicentinoV5 n.5 Ovest VicentinoV6 n.6 VicenzaV7 n.7 Peive di soligoV8 n.8 AsoloV9 n.9 TrevisoV10 n.10 Veneto OrientaleV12 n.12 VenezianaV13 n.13 MiranoV14 n.14 ChioggiaV15 n15 Alta PadovanaV16 n.16 PadovaV17 n.17 EsteV18 n. 18 RovigoV19 n.19 AdriaV20 n. 20 Verona V21 n.21 Legnago V22 n.22 Bussolengo

FRIULIF1 n.1 TriestinaF2 n.2 IsontinaF3 n.3 Alto FriuliF4 n.4 Medio FriuliF5 n.5 Bassa FriulanaF6 n.6 Friuli Occidentale

TRENTINOT1 TrentoT2 Bolzano

Grafico 17: Analisi fattoriale delle domande del quesito D2 del questionario con percentuale della variabilità congiunta spiegata dei dati

-1.00 -0.50 0.00 0.50 1.00-1.00

-0.50

0.00

0.50

1.00

A

B

C

D

E

F

G

HI

L

Capacità professionali (D2)

organizzare il lavoro (30,54%)

lavo

rare

in co

llabo

razi

one (

16,2

8%)

Page 38: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

positivi (B) per l’asse x (“organizzare il lavoro”) ci sono chi ritiene che questo aspetto

sia importante nel proprio lavoro, nelle parti negative (A) chi non la pensa così. Lo

stesso vale per l’asse y (“lavorare in collaborazione”). Appare rilevante come nel

gruppo A2, che corrisponde a ritenere poco importante il lavoro in collaborazione e

l’organizzazione dello stesso, vi sono pochi rispondenti e tutti facenti parte della regione

Veneto. Da notare come gli altri raggruppamenti siano eterogenei con gruppi di

rispondenti provenienti da tutte e tre le regioni indagate. Unica eccezione riguarda il

Trentino dove la maggior parte si colloca in B1 o A1, testimoniando quanto la

collaborazione sia un aspetto molto rilevante nel lavoro.

Andando ora ad analizzare le risposte date dai direttori, si può notare come essi

hanno dato punteggi minimi per la capacità di “Elaborare progetti relativi ad attività”

ma anche “Progettare, programmare, attuare e valutare eventi formativi”. In Trentino

sono stati raggiunti punteggi mediamente minori sulle capacità professionali indicate

nel questionario, specialmente al punto (B) “Saper prendere decisioni, saper gestire

situazioni complesse”.

Questi dati si devono interpretare cercando di comprendere la situazione

generale del servizio e le risorse disponibili. Alcune attività possono passare in secondo

38

Grafico 19: Parere espresso dai direttori degli SPISAL/PSAL del Triveneto in merito alle capacità professionali individuate riferite agli AS, indice standardizzato per regione moltiplicato per 100

(A) Capacità interpersonali, di relazione con gli utenti

(B) Saper prendere decisioni, saper gestire situazioni complesse

(C) Saper lavorare in gruppo, in equipe anche interdisciplinare

(D) Organizzare e coordinare le attività

(E) Pianificare e organizzare praticamente il proprio lavoro

(F) Saper reperire, gestire info-dati dalle istituzioni/privato

(G) Redigere relazioni

(H) Elaborare progetti relativi ad attività

(I) Proget., program., attuare e valutare eventi formativi

(L) Comunicare con pubblico/stackeholders del privato/pubblico

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Capacità professionali (DIRETTORI)

Trentino Friuli Veneto

Page 39: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

piano perché c’è maggior urgenza in altri campi, dove è stata stabilita una priorità

maggiore.

Con la domanda D3 si è andato a chiedere quanto sono importanti alcune

competenze tecniche non specifiche dell’AS, ma che ciascun professionista, in merito al

tipo si settore in cui opera, deve possedere. Di seguito in grafico le risposte

standardizzate (moltiplicate per 100) date dai direttori e dagli AS.

Tra i direttori sono stati registrati punteggi alti alle domande I, L, M, anche

perché molto più specifici per il settore della Medicina del Lavoro, facendo registrare in

Trentino il massimo punteggio (I = 100).

Rispetto le competenze informatiche, che sono state distinte in generiche e

avanzate, queste ultime non sembrano avere un grosso peso anche tra le opinioni degli

AS in quanto si presume che le competenze mediamente possedute da un utente

generico siano sufficienti per svolgere il lavoro, lasciando agli esperiti maggiori

competenze.

39

(A) Competenze informatiche di base (utente generico)

(B) Competenze informatiche avanzate (utente esperto)

(C) Conoscenza della lingua inglese

(D) Conoscenza di altra lingua straniera

(E) Saper analizzare dati

(F) Essere di supporto informativo alle decisioni della direzione di servizio

(G) Sulla base di dati epidem. Svolgete attività di previsione/pianificaz.

(H) Conoscenza delle metodologie educative per adulti

(I) Conoscere i rischi prevalenti dei settori produttivi

(L) Conoscere le tipologie produttive del territorio

(M) Conoscenze normative (relative all'ambiente di lavoro)

0 20 40 60 80 100

Competenze tecniche (DIRETTORI)

Trentino

Friuli

Veneto

Grafico 20: Parere espresso dai direttori degli SPISAL/PSAL del Triveneto rispetto alle competenze tecniche che gli AS che lavorano in questo servizio dovrebbero possedere, indici standardizzati moltiplicati per 100

Page 40: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

Per quanto riguarda le lingue straniere: l’inglese viene vista come una

competenza tecnica rilevante per AS e direttori in Trentino. La conoscenza di un’altra

lingua straniera non sembra molto importante, nonostante la sempre maggior presenza

di stranieri anche nel mondo del lavoro e tenendo presente che due di queste regioni,

trovandosi sul confine di stato, sono continuamente in contatto con lingue di oltre

confine nonché di minoranze presenti nel territorio.

In riferimento al percorso formativo dell’AS, in questo tipo di servizio risultano

abbastanza rilevanti la “Conoscenza delle metodologie educative per adulti”, “Sulla

base dei dati epidemiologici svolgere attività di previsione, pianificazione” e

“Analizzare dati”.

Vediamo ora come risultano distribuite le stesse risposte tramite l’analisi

fattoriale riportata nel grafico 22.

40

Grafico 21: Parere espresso dagli AS presenti negli SPISAL/PSAL del Triveneto rispetto alle competenze tecniche che dovrebbero possedere nel servizio preso in esame individuate nel questionario, indici standardizzati moltiplicati per 100

(A) Competenze informatiche di base (utente generico)

(B) Competenze informatiche avanzate (utente esperto)

(C) Conoscenza della lingua inglese

(D) Conoscenza di altra lingua straniera

(E) Saper analizzare dati

(F) Essere di supporto informativo alle decisioni della direzione di servizio

(G) Sulla base di dati epidem. Svolgete attività di previsione/pianificaz.

(H) Conoscenza delle metodologie educative per adulti

(I) Conoscere i rischi prevalenti dei settori produttivi

(L) Conoscere le tipologie produttive del territorio

(M) Conoscenze normative (relative all'ambiente di lavoro)

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Competenze tecniche (AS)

Trentino

Friuli

Veneto

Page 41: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

41

-2.00 -1.50 -1.00 -0.50 0.00 0.50 1.00 1.50 2.00-3.50

-3.00

-2.50

-2.00

-1.50

-1.00

-0.50

0.00

0.50

1.00

V1V2

V4

V6

V6

V7

V7 V8

V12

V12

V13

V15V15

V15V16V16

V17

V17

V18V18

V12

V12

F1F1

F1

F2

F2

F3

F4 F4F5 F6

F6

F6F6

F6

1T

T1

T2T2

Competenze tecniche (AS)

conoscenze teoriche

cono

scen

ze d

ella

Med

icin

a de

l Lav

oro

LEGENDAcodic

e ASLVENETO

V1 n.1 BellunoV2 n.2 FeltreV3 n.3 BassanoV4 n.4 Alto VicentinoV5 n.5 Ovest VicentinoV6 n.6 VicenzaV7 n.7 Peive di soligoV8 n.8 AsoloV9 n.9 TrevisoV10 n.10 Veneto OrientaleV12 n.12 VenezianaV13 n.13 MiranoV14 n.14 ChioggiaV15 n15 Alta PadovanaV16 n.16 PadovaV17 n.17 EsteV18 n. 18 RovigoV19 n.19 AdriaV20 n. 20 Verona V21 n.21 Legnago V22 n.22 Bussolengo

FRIULIF1 n.1 TriestinaF2 n.2 IsontinaF3 n.3 Alto FriuliF4 n.4 Medio FriuliF5 n.5 Bassa FriulanaF6 n.6 Friuli Occidentale

TRENTINOT1 TrentoT2 Bolzano

Grafico 22: Analisi fattoriale delle risposte date da ciascun AS alla domanda D3 rispetto alle competenze tecniche degli AS nei servizi SPISAL/PSAL

Page 42: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

Molto evidente risulta essere

l’importanza attribuita alle conoscenze

del settore lavorativo, ovvero la

Medicina del Lavoro, che gli AS devono

possedere per lavorare negli

SPISAL/PSAL, in quanto quasi tutti i

valori rilevati si trovano nella parte

positiva (quadranti A e B) rispetto

l’asse y. Rispetto le conoscenze

teoriche, chi si trova nei quadrati B e D

reputa che esse siano fondamentali per

il proprio lavoro, mentre tale aspetto viene considerato di mina importanza per chi si

colloca nei settori A e C. La distribuzione dei dati fa notare come se sull’aspetto più

attinente l’ambito della medicina del lavoro le opinioni sono quasi tutte concordanti,

altrettanto non si può definire per le opinioni rispetto le conoscenze teoriche, andando a

distribuirsi lungo tutto l’asse.

Per valutare non solamente una “foto istantanea” dell’attuale situazione degli AS

negli SPISAL/PSAL, ma per avere anche una percezione della prospettiva futura,

seppur a breve termine, si è deciso di chiedere (domanda C2) ad entrambe le parti,

direttori e AS, quali ambiti si ritiene utile incrementare a breve termine rispetto l’attuale

situazione operativa della figura dell’AS esprimendo un giudizio su una scala da 1 a 8

(con 1 = meno importante e 8 = più importante) .

La prima indicazione è “Promuovere la comunicazione interna ed esterna” (A).

I direttori hanno risposto: nel Veneto con una media di 4,31 (I = 0,47) il Friuli con 4,00

(I = 0,43) e Trentino 2,50 (I = 0,21). In modo diverso hanno risposto gli AS con delle

medie più alte: Veneto 5,25 (I = 0,61), Friuli 4,93 (I = 0,56) e Trentino con il valore la

media massima di 7,50 (I = 0,93).

Delle medie molto simili, tranne per i direttori del Friuli, risultano anche per la

seconda indicazione “Promuovere la comunicazione con i cittadini ed i professionisti

del settore” (B) come risulta in grafico.

42

Grafico 24: Indicazioni a breve termine espresse dai direttori e AS degli SPISAL/PSAL del Triveneto su una scala da 1 a 8, medie regionali

-1.00 -0.50 0.00 0.50 1.00-1.00

-0.50

0.00

0.50

1.00

A

B

CD

E

F

G

H

i

L

M

Competenze tecniche (D3)

conoscenze teoriche (46,88%)

cono

scen

ze d

ella

Med

icin

a de

l Lav

oro

(1

3,22

%)

Grafico 23: Analisi fattoriale delle domande del quesito D3 del questionario con percentuale della variabilità congiunta spiegata dei dati

Page 43: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

Per quanto riguarda la variabile C “Sostenere sportelli informativi rivolti alle

imprese, datori di lavoro, lavoratori e loro rappresentanti” le medie tra regioni oscilla

tra 4,67 (I =0,52) degli AS nel Trentino e 5,60 (I = 0,66) dei direttori del Veneto.

L’indicazione D prevede un parere in merito ad “Aumentare e migliorare i colleganti

con i Medici Competenti e i Medici di Base”. I risultati delle medie mostrano come i

pareri tra direttori sia mediamente più alto rispetto gli AS con la differenza massima (I =

0,20) tra le due posizioni in Friuli. Per quanto riguarda “Incrementare i collegamenti

con le Università e i Centri di Ricerca” (E) si sono ottenuti valori molto bassi nelle

medie dei direttori: 1,50 Trentino, 1,81 Veneto e 3,83 Friuli; ma valori medi

decisamente più alti da parte degli AS: 6,00 in Trentino, 4,54 in Veneto e 4,29 in Friuli.

Il punto F indicava un parere su “Promuovere, migliorare e garantire i

collegamenti con le istituzioni pubbliche locali” facendo registrare opinioni differenti

tra i direttori delle regioni con medie di 5,00 in Friuli, 3,63 in Veneto e solo il 3,00 in

Trentino. Gli AS invece danno una media di 4,71 in Friuli e Veneto e 5,00 in Trentino.

43

Direttori Veneto

Direttori Friuli

Direttori Trentino

AS Veneto

AS Friuli

AS Trentino

0.00

5.00

10.00

Indicazioni a breve termine

(A) Promuovere la comu-nicazione interna ed esterna

(B) Promuovere la comu-nicazione con i cittadini ed i professionisti del settore

(C)Sostenere sportelli infor-mativi rivolti alle imprese, da-tori di lavoro, lavoratori e loro rappresentanti

(D) Aumentare e migliorare i collegamenti con i Medici di Base e Competenti

(E) Incrementare i col-legamenti con le Università e i Centri di Ricerca

(F) Promuovere, migliorare e garantire i collegamenti con le istituzioni pubbliche locali

(G) Promuovere presso le aziende l'attivazione del sis-tema di Gestione della Si-curezza

Page 44: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

In quest’ultimo caso sono evidenti la differenza di opinione tra le due parti all’interno

della stessa regione.

Per G “Promuovere presso le aziende l’attivazione del Sistema di Gestione della

Sicurezza” solamente in un caso, tra i direttori del Trentino, si è registrato una media

molto bassa (1,50 I = 0,07) rispetto le altre regioni e i pareri degli AS. Anche per

quanto riguarda “Migliorare i collegamenti e le comunicazioni con i mass media” la

rilevanza indicata dai direttori in Trentino è bassa (I = 0,14) seguiti dal Veneto (I =

0,24) mentre in tutti gli altri casi la madia è uguale o superiore alla metà del punteggio

esprimibile.

Da tutto ciò risultano dei pareri discordanti tra i due punti di vista indagati.

Secondo i direttori del Trentino gli unici due aspetti che si ritiene utile

incrementare nel servizio a breve termine sono “aumentare e migliorare i collegamenti

con i Medici di Base e Competenti” e “sostenere sportelli informativi rivolti alle

imprese, datori di lavoro, lavoratori e loro rappresentanti”. Soprattutto in quest'ultimo

punto l'AS può apportare un grosso contributo. Sempre in termini di comunicazione ma

interna ed esterna al servizio nonché con i cittadini ed i professionisti del settore,

sembrano i due aspetti che maggiormente vorrebbero incrementare gli AS in Trentino.

In Friuli gli AS ritengono che tutti gli aspetti indicati dovrebbero essere ugualmente

incrementati a breve termine e anche i direttori non si discostano molto, dando meno

importanza ai contatti e comunicazioni interna ed esterna al servizio, con Università e

Centri di Ricerca e i mass media. Nel Veneto mediamente gli AS danno valori oltre la

media esprimibili per tutti gli aspetti indicati riconoscendo quindi l'importante ruolo di

ciascuno di essi affinché un servizio possa operare nel miglior modo, con trasparenza e

in base ai reali bisogni della popolazione del suo territorio. Gli stessi direttori prendono

in poca considerazione gli stessi aspetti ritenuti meno importati in Friuli, mentre

l'aspetto che maggiormente ha ricevuto interesse è sostenere sportelli informativi rivolti

alle imprese, datori di lavoro, lavoratori e loro rappresentanti.

44

Page 45: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

4. PROSPETTIVE: COMPETENZE DELL’ASSISTENTE

SANITARIO NEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E

SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO

In questo paragrafo si vuole illustrare una mappatura delle competenze

dell’Assistente Sanitario, nello specifico nel settore della Prevenzione e Promozione

della Salute negli Ambienti di Lavoro.

Prima di addentrarci nell’argomento è utile definire i termini:

- “Capacità: insieme delle conoscenze, dei compiti e degli atteggiamenti,

acquisiti sia in processi d’apprendimento mirati, sia nell’esperienza pratica.

Le capacità rappresentano il potenziale di una persona.

- Competenze: combinazione, interazione delle capacità che vengono

mobilitate per soddisfare determinate esigenze o per effettuare determinate

attività.

45

Page 46: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

- Qualifiche: gruppi di competenze che vengono riconosciute da un’autorità

esterna.”17

Infatti secondo Le Boterf 18 “.. la competenza esprime una relazione tra un

soggetto e una specifica situazione lavorativa; essa scaturisce dall’analisi del “soggetto

in azione”, dalla considerazione del tipo di risorse che mette in campo e dalla modalità

con cui le combina per raggiungere i risultati di volta in volta richiesti”19.

Secondo la Commissione Formazione Regione Toscana, costituita da esperti

designati dal Coniglio Sanitario Regionale, che ha ricevuto il compito di mappare le

competenze delle figure professionali del settore socio-sanitario, ha riscontrato che in

Italia non c’è un modello univoco di analisi delle competenze ed ogni azienda crea un

proprio modello.

La Commissione, dopo un’attenta analisi bibliografica dei vari modelli, ha

deciso di creare un metodo di analisi calandolo nella Sanità e che consenta il confronto

con altre realtà a livello nazionale ed europeo in modo da poter riconoscere il

patrimonio delle conoscenze e capacità acquisite dal professionista lungo tutto l’arco

della propria vita professionale e personale.

Vengono analizzate:

- “COMPETENZE DI BASE: sono le capacità che tutti i professionisti

devono possedere all’ingresso nel mondo del lavoro e comprendono l’inglese,

l’informatica, l’organizzazione aziendale e il diritto del lavoro;

- COMPETENZE TRASVERSALI: sono le capacità comunicative e

relazionali che ogni professionista dovrebbe possedere in qualunque settore

professionale e che acquisisce durante l’arco della vita in contesti di educazione

formale, non formale e informale. Queste riguardano l’area gestionale,

innovativa e relazionale;

- COMPETENZE TECNICO PROFESSIONALI: sono le capacità

distintive identificate da diverse funzioni in base alla figura professionale che

caratterizzano;

17 Regione Toscana – Commissione regionale per la formazione sanitaria, “Le competenze delle professioni sanitarie”, Volume I°, http://www.regione.toscana.it/regione/export/RT/sito-RT/Contenuti/minisiti/sst/formazione/visualizza_asset.html_1829915857.html, ultima visita il 5 luglio 201118 Guy Le Boterf, consulente e direttore de “Le Boterf Conseil” è esperto di gestione e sviluppo delle risorse umane.19 Regione Toscana – Commissione regionale per la formazione sanitaria, “Le competenze delle professioni sanitarie”, Volume I°, http://www.regione.toscana.it/regione/export/RT/sito-RT/Contenuti/minisiti/sst/formazione/visualizza_asset.html_1829915857.html, ultima visita il 5 luglio 2011

46

Page 47: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

- COMPETENZE TECNICO PROFESSIONALI TRASVERSALI:

identificano le funzioni che descrivono le competenze comuni ad ogni

professionista dell’ambito sanitario e comprendono la gestione, la formazione, la

ricerca e la consulenza”20.

Il Decreto del Ministero della Sanità 17 gennaio 1997, n.69 e successive modificazioni

ed integrazioni, definisce l’Assistente Sanitario come “Art.1: (1) (...) l’operatore

sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante e dell’iscrizione all’Albo

professionale, è addetto alla prevenzione, alla promozione e all’educazione per la salute.

(2) La sua attività è rivolta alla persona, alla famiglia, alla collettività; individua i

bisogni di salute e le priorità d’intervento preventivo, educativo e di recupero.

(3) L’ Assistenti Sanitari identifica i bisogni di salute. (…) le priorità d’intervento

preventivo, educativo e di recupero. (…) Progetta, programma, attua e valuta interventi

di educazione alla salute in tutte le fasi della vita della persona. Attuano interventi

specifici di sostegno alla famiglia, (…) attivando risorse di rete (…) e partecipa ai

programmi di terapia per la famiglia. (…) Svolge le proprie funzioni con autonomia

professionale anche mediante l’uso di tecniche e strumenti specifici, (…) compresa la

sorveglianza igienico sanitaria. (…) Concorre alla realizzazione di iniziative dirette alla

tutela dei diritti dei cittadini riferiti alla promozione della salute”.21

Le competenze di base e quelle trasversali, poiché non specifiche di una singola

figura professionale, sono state riportate in dettaglio nell’ALLEGATO…

In generale però si può riassumere dicendo che un professionista che lavora con

e per le persone, devo avere una buona conoscenza di una lingua straniera (inglese) che

include le capacità di leggere e comprendere articoli scientifici in inglese, relazionarsi,

verbalizzare ed esprimersi con utenti, colleghi e autorità. La conoscenza dell’inglese è

anche molto utile per saper navigare in rete e quindi effettuare ricerche in banche dati

internazionali. L’informatica però è anche utile ad ogni professionista per utilizzare i

20 Regione Toscana – Commissione regionale per la formazione sanitaria, “Le competenze delle professioni sanitarie”, Volume I°, http://www.regione.toscana.it/regione/export/RT/sito-RT/Contenuti/minisiti/sst/formazione/visualizza_asset.html_1829915857.html, ultima visita il 5 luglio 2011

21 Ministero della Sanità, “Regolamento concernente l’individuazione della figura e relativo profilo professionale dell’assistente sanitario”, DM 17 gennaio 1997, n.69, Gazzetta Ufficiale 27 marzo 1997, n.72, Art. 1

47

Page 48: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

programmi di base per progettare il proprio lavoro, redigere relazioni e progetti,

analizzare dati, archiviare in modo snello e funzionale le informazioni necessarie al

proprio o altrui lavoro, gestire la posta elettronica per i contatti interni ed esterni

all’azienda, non tenendo conto che in alcuni servizi deve l’AS lavora alcuni flussi

nazionali/regionali di dati oltre ad essere obbligatori sono solo informatici.

Tra le competenze di base troviamo anche i principi che stanno alla base del

diritto al lavoro (intese come: contratto di lavoro, regole di accesso e sicurezza sul

lavoro, ecc..) e dell’organizzazione aziendale. Quest’ultima comprende la conoscenza di

cosa si intende, come è strutturata, le funzioni di un’organizzazione, l’ambiente, i ruoli

e i processi organizzativi, le principali strategie organizzative nonché tutto ciò che

riguarda la privacy.

Le competenze trasversali si riferiscono: all’area gestionale che comprende la

capacità di diagnosticare le proprie competenze, affrontare e risolvere i problemi,

organizzare le proprie attività orientandosi ai risultati; l’area relazionale con particolare

sensibilità nelle capacità di comunicare e lavorare in gruppo; l’area innovativa che

riguarda lo sviluppare soluzioni creative e potenziare l’autoapprendimento.

Le competenze tecnico professionali trasversali al settore socio-sanitarie sono

riportate nella tabella seguente.

COMPETENZE TECNICO PROFESSIONALI TRASVERSALI AL SETTORE SOCIO-SANITARIO

GESTIONE Effettuare diagnosi organizzative

Gestire il proprio lavoro nell’ambito del servizio in ci si opera

Gestire la privacy in ambito sanitario

Effettuare progettazione organizzativa;Proporre soluzioni ai problemi organizzativi in collaborazione con gli altri profili;Utilizzare gli strumenti di integrazione organizzativa;Definire percorsi e procedure in collaborazione con altri profili per favorire la continuità assistenziale;

definire gli interventi sulla base dei bisogni di salute;Ottimizzare le risorse e le attività per il raggiungimento degli obiettivi;Utilizzare strumenti di integrazione per uniformare le modalità operative;Evidenziare eventuali problemi legati allo sviluppo delle attività;Monitorare i risultati dell’attività espletata;

Analizzare le ulteriori misure di sicurezza per gli operatori sanitari;Analizzare il trattamento dei dati in casi specifici;Analizzare il segreto professionale dal punto di vista giuridico e deontologico;Orientare il proprio comportamento al rispetto della riservatezza dei dati e dei clienti;

48

Tabella XI: Competenze tecnico professionali trasversi al settore socio-sanitario individuate dalla Commissione Formazione Toscana nel volume I° “Le Competenze delle professioni sanitarie”

Page 49: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

Gestire il rischio clinico

Operare in qualità

Monitorare la propria attività lavorativa rispetto a criticità organizzative, errori ed eventi avversi;Identificare le principali tipologie di errore ed evento avverso;Segnalare tempestivamente eventi avversi o disfunzioni organizzative;Promuovere la sicurezza del paziente in collaborazione con altri profili;Ridurre il verificarsi di eventi avversi;Minimizzare il danno causato dall’evento avverso;ricercare soluzioni che riducano il rischio ed aumentino il livello di sicurezza in collaborazione con altri profili;Partecipare alla stesura di buone pratiche per il rischio clinico;

Salvaguardare la qualità della vita in relazione alo stato di salute;Ottimizzare le risorse disponibili;Analizzare le problematiche e le cause;Promuovere progetti di miglioramento;Elaborare un progetto di miglioramento;Utilizzare indicatori di misurazione della qualità;Utilizzare i sistemi informativi/informatici per la raccolta e analisi dei dati.

FORMAZIONE Progettare programmi di formazione

Erogare programmi di formazione

Monitorare programmi di formazione

Elaborare un programma modulare in collaborazione con altri profili;Formulare gli obiettivi generali e specifici di apprendimento;Identificare i contenuti in base agli obiettivi definiti;

Trasmettere le informazioni pertinenti agli obiettivi dichiarati;Utilizzare un linguaggio adeguato al target di riferimento;

Orientare;Valutare l’appropriatezza dell’intervento formativo;Monitorare le sequenze di apprendimento;Supervisionare il tirocinio.

RICERCA Svolgere progetti di ricerca mirati alla promozione della salute in collaborazione con altri profili

Raccogliere dati relativi al proprio ambito lavorativo;Identificare specifici ambiti di ricerca;Effettuare una ricerca/revisione bibliografica;applicare i risultati delle ricerche al fine di migliorare la qualità della salute.

CONSULENZA Fornire un parere tecnico esperto

Identificare l’ambito in cui è richiesta la consulenza;Utilizzare un linguaggio adeguato al tipo di consulenza richiesta;Fornire supporto alla selezione di tecnologie e risorse tecnologiche;fornire consulenza giuridica.

Nella successiva tabella sono riportate, raggruppate per macroaree, le attività che

sono state rilevate durante lo studio negli SPISAL/PSAL del Triveneto. Nella colonna

“POSSIBILI INTEGRAZIONI” sono state inserite le possibili attività che gli AS che

operano in tale servizio potrebbero effettuare. L’intento non è quello di elencare una

serie di attività, ma far emergere quali competenze questo professionista può apportare

come contributo alla prevenzione e promozione della salute nel mondo del lavoro.

COMPETNZE TECNICO PROFESSIONALI DELL’ASSISTENTE SANITARIO nei Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro

COSA E’ STATO RILEVATO ?????????????

49

Tabella XII.: Competenze tecnico professionali dell’AS negli SPISAL/PSAL riadattato traendo spunto da “Le Competenze delle professioni sanitarie” volume I ° della Commissione Formazione Toscana

Page 50: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

MACROAREE ATTIVITA’Sorveglianza e vigilanza

Inchieste di malattie professionali;Tenuta ed organizzazione dei registri nazionali e regionali (Registro ex esposti ad amianto e Registro mesoteliomi);Sopralluoghi negli ambienti di lavoro;Collaborazione con altri servizi (es: SIAN) per indagini epidemiologiche in caso di tossinfezioni alimentari e per l’igiene degli ambienti e degli alimenti nei luoghi di lavoro;Infortuni sul lavoro;Controllo dei sistemi di gestione della sicurezza;Vigilanza negli ambienti di lavoro;Coordinamento/controllo attività Medici Competenti e di Base;Valutazione stress lavoro correlato.

Individua i fattori biologici e sociali di rischio; Identificare i rischi per la salute (fisici, chimici, biologici, psicologici) correlati al lavoro e attivarsi per eliminarli/ridurli/contenerli;Effettua indagini statistiche ed epidemiologiche mirate ai danni conseguenti agli infortuni e alle malattie professionali; Esegue accertamenti strumentali di sua competenza anche su richiesta di aziende ; Gestisce i ricorsi dei pareri di idoneità lavorativa espressa dai Medici Competenti;Gestisce i flussi delle malattie professionali e soggette a sorveglianza/procedura speciale;Valuta l’andamento epidemiologico locale degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali;Indicare la profilassi adeguata valutando le caratteristiche socio culturali del target di riferimento;Effettuare follow up di sorveglianza sanitaria per le malattie professionali in collaborazione con altre figure professionali e i servizi preposti;Sorvegliare l’igiene ambientale ed il rischio per la salute correlata al lavoro nei luoghi di lavoro;Sorvegliare la prevenzione delle malattie croniche correlate ad inadeguati stili di vita;Sorvegliare le condizioni igienico-sanitarie nei luoghi di lavoro e verbalizzare alle autorità competenti; Programmare sopralluoghi e raccolta di informazioni anche su richiesta dell’Autorità Giudiziaria;Gestire i programmi di profilassi delle malattie professionali e correlate al lavoro;Attivare risorse di rete con i Medici di Medicina Generale, Medici Competenti, Sindacati e Rappresentati del Lavoratori per la Sicurezza(RLS).

Tutela dei diritti Attività ambulatoriale;Collaborazione con il Medico per la certificazione dell’idoneità lavorativa;Tutela maternità;Tutela invalidi, collaborazione con il Servizio Inserimento Lavorativo (SIL) per l’inserimento nel mondo del lavoro dei disabili fisici e psichiciTutela sul lavoro: mobbing;Attività di sportello assistenza e punto d’ascolto.

Concorre alle iniziative dirette alla tutela dei diritti dei cittadini in particolare nell’ambito della promozione della salute;Rilevare il gradimento degli utenti sulla qualità delle prestazioni erogate dai servizi sanitari verbalizzando e proponendo soluzioni operative in collaborazione con i Servizi di Relazione con il Pubblico e i Centri di Educazione alla Salute;Valutare i bisogni di salute nella popolazione proponendo interventi mirati; Collaborare con il Medico alle visite di idoneità lavorativa dei minori;Esprimere pareri in merito alla tutela di lavoratrici madri (in gravidanza, puerperio, allattamento) mediante accertamento delle condizioni di rischio lavorativo e ambientale;Esegue accertamenti sanitari Preventivi e Periodici;Organizza e programma l’attività di tutela della salute dei lavoratori esposti a cancerogeni;Mantiene le relazioni garantendo degli sportelli informativi per gli RLS e RSPP.

Promozione, educazione, formazione, progetti

Educazione/promozione salute:Ideazione e stesura di progetti di promozione della salute nei luoghi di lavoro;

Gestire la prevenzione degli infortuni, malattie professionali e promozione di sani stili di vita, progettando e partecipando a campagne di sensibilizzazione;

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Formazione:Gestione operativa dei corsi di formazione interna del personale;Organizzazione di corsi specifici per AS (es: comunicazione pubblica e sociale);Formazione del personale del SIL in materia di sicurezza, su metodologie strumenti utili per far ricadere le conoscenze sui ragazzi disabili, cha andranno presso le aziende come tirocinanti;Formatore di docenti in relazione a progetti regionali (es: “educare alla cultura della sicurezza nelle scuole”);Partecipazione a progetti:Collaborazione con le scuole sulla valutazione degli stili di vita in età adolescenziale (studio HBSC);Collaborazione ai gruppi della didattica per diffondere progetti e costruire materiali;Attività di tutoraggio;Ideazione ed organizzazione della realizzazione di depliant, opuscoli, guide, poster;Organizzazione di eventi aziendali (conferenze stampa, convegli, riunioni);

Gestire il processo e l’organizzazione degli interventi preventivi, di promozione ed educazione negli ambienti di lavoro;Effettuare interventi mirati di prevenzione, promozione ed educazione in relazione alle caratteristiche socio-produttive locali;Progettare, attuare e valutare interventi di educazione alla salute alla singola persona, alla famiglia e nella comunità lavorativa, ricercando la collaborazione di altri professionisti;Programma ed attua attività di informazione ed educazione sanitaria alla popolazione target (lavoratori, studenti, agricoltori, ecc) sulla prevenzione nei luoghi di lavoro;Promuovere il sistema di sorveglianza delle malattie prevenibili o soggette a sorveglianza speciale;Progettare, attuare e valutare programmi di educazione e promozione della salute nell’ambito dei corretti stili di vita;Promuovere la sorveglianza nutrizionale;Programma ed attua interventi di promozione della salute nelle aziende in relazione alle problematiche più rilevanti del territorio (alcol, fumo, tossicodipendenza, sana alimentazione, attività fisica, malattie croniche, malattie croniche, gestione dello stress);Programma ed attua interventi di promozione della salute nelle scuole in previsione dell’entrata nel mondo del lavoro (alcol, fumo, tossicodipendenza, sana alimentazione, attività fisica, gestione dello stress);Promuovere l’adozione graduale e per aree strategiche di sistemi di qualità aziendale;Promuovere e diffondere la cultura della qualità all’interno delle aziende;Predisporre piani e programmi per la realizzazione della politica della qualità; Concorrere alla formazione degli operatori sanitari e del mondo del lavoro, per quanto concerne l’educazione alla salute, coinvolgendoli negli interventi mirati alla prevenzione del rischio individuato;Programma ed attua attività di informazione, formazione e assistenza rivolte alle figure aziendali della prevenzione e in particolare Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), Medici competenti, Consulenti per la prevenzione, Responsabili dei Servizi di Prevenzione e Protezione (RSPP).

Analisi, ricerca, sviluppo

Attività epidemiologica;Collaborazione nella stesura del rapporto annuale di attività del Servizio;Ricerca e sviluppo.

Gestire gli archivi e le anagrafe della popolazione target di lavoro;Redigere verbali degli interventi;Sulla base delle ricerche svolte e analisi epidemiologiche propone interventi per affrontare le problematiche più rilevanti nel mondo del lavoro.

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1. CONCLUSIONI: CONSIDERAZIONI SULLA SITUAZIONE

DEL TRIVENETO

Analizzando i dati raccolti durante questo studio ne è risultato un quadro

molto eterogeneo su vari aspetti.

La situazione degli SPISAL/PSAL delle tre regioni del Triveneto sono

diversificate, ma anche all’interno di una stessa regione possiamo trovare

opinioni divergenti, come anche all’interno di uno stesso servizio.

Da quello che è stato raccolto emerge che le competenze professionali

dell’AS non sono sviluppate al meglio. Ciò può derivare da retaggi storici

differenti, ma è emerso che spesso la visione dei direttori e degli operatori non

sembra volgono nella stessa direzione. Anche tra gli stessi professionisti le

priorità o valutazione delle proprie competenze non sempre coincidono.

Quello che è importante è che, nonostante sia stato evidenziato da tutti

come il lavoro in collaborazione risulta un aspetto importante, le potenzialità che

l’AS potrebbe apportare nella promozione, prevenzione e sicurezza negli

ambienti di lavoro sarebbe meglio esprimibile. Ma per fare ciò i passi sono

molti.

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Page 53: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

Prima di tutto ci si deve rendere conto dell’attuale situazione con

un’analisi critica, che sottende delle conoscenze sulle caratteristiche della figura

professionale. Poi dal confronto tra il possibile sviluppo e la reale situazione

stabilire congiuntamente con tutto il servizio quali sono le priorità e quali le

figure professionali più adatte. Questi passaggi sembrano di poca importanza,

ma si è notato come le prospettive per poter maturare uno sviluppo dell’azienda,

debbano procedere nella medesima direzione, altrimenti tutte le risorse ed

energie che vengono investite si disperdono. Poi spetta a ciascun professionista

assumersi la responsabilità di sviluppare al meglio le proprie potenzialità in base

al Profilo Professionale e codice Deontologico, il percorso formativo, le

esperienze professionali nonché le proprie caratteristiche individuali.

Quello che è stato proposto nella tabella rispetto alle competenze

tecnico-professionali dell’AS negli SPISAL/PSAL rivela quanto, dopo una

semplice analisi e con un po’ di conoscenze di base sulle competenze, sia

possibile ampliare e valorizzare un professionista che deve essere visto come

una risorsa per il servizio, ma specialmente per la comunità.

Quindi da questo lavoro risulta che le premesse per uno sviluppo

professionali per l’AS ci sono, ma importante risultano essere: la collaborazione,

la condivisione e la responsabilità da parte di ciascuno che opera per raggiungere

un obiettivo di benessere della comunità.

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Page 54: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

BIBLIOGRAFIA

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ASNAS, ULSS 7 – Pieve di Soligo, San Bonifacio 26 maggio 2006

G. Barbierie A. Pennini, Le responsabilità dell’infermiere, Carocci Faber, Roma

2009, pag. 24

Mario A. Bonamin, Indagini Campionarie e Sondaggi Demoscopici, Università

degli Studi di Padova, Padova 2009

Mario A. Bonamin, Statistica medica per la Professione, Università degli Studi

di Padova, Padova 2010

Ministero della Sanità, Regolamento concernente l’individuazione della figura e

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n.69, Gazzetta Ufficiale 27 marzo 1997, n.72

M. Lepore, La rivoluzione copernicana della sicurezza nel lavoro, Lavoro

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Page 55: ruolo dell'assistente sanitario negli SPISAL

ARTICOLI DI RIVISTE: Cognome e nome autore (anno), titolo articolo, “Titolo della rivista”, luogo di edizione, casa editrice, volume, numero di pagina iniziale e finale

CAPITOLI LIBRI, ATTI DI CONGRESSI,SAGGI: Cognome e nome autore (anno), titolo articolo, in “titolo dell’opera collettiva”, nome e cognome del curatore, numero edizione, luogo di edizione, casa editrice, anno, numero volume, numero di pagina iniziale e finale.

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ISTAT - Istituto Nazionale di Statistica, Flash: Occupati e Disoccupati – Anno

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testointegrale20110401.pdf, 1 aprile 2011, ultima visita 7 luglio 2011.

Regione Toscana – Commissione regionale per la formazione sanitaria, Le

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ICONOGRAFIA

TABELLE

Tabella I: Tabella A1 del questionario da compilare da parte dei direttori degli SPISAL/PSAL del Triveneto

Tabella II: Raggruppamento in macroaree delle attività della domanda del questionario B1

Tabella III: Raggruppamento in macroaree delle attività della domanda del questionario D1

Tabella IV: Numero di Assistenti Sanitari per ASL ed eventuale figura che ricopre attività tipiche di questa figura

Tabella V: Forze lavoro, occupati per settore di attività economica, tasso di occupazione ed attività, popolazione e ASL per provincia, ISTAT 2009, dati in migliaia e in percentuale

Tabella VI: Numero di personale e AS presente negli SPISAL/PSAL di ciascuna provincia e regione , loro rapporto con la popolazione occupata per provincia e percentuale di AS rispetto il totale del personale in servizio

Tabella VII: Infortuni sul lavoro, infortuni mortali e in occasione di lavoro e indice di frequenza relativa degli infortuni rilevati dall’INAIL nel 2009 per provincia, regione e settore di attività

Tabella VIII: Malattie professionali rilevati dall’INAIL nel 2009 per provincia, regione e settore di attività

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Tabella IX: Numero del personale e nello specifico di AS presente negli SPISAL/PSAL del Triveneto per provincia in rapporto a 1.000 infortuni e 1.000 malattie professionali a livello provinciale rilevati dall’INAIL

Tabella X: Pareri espressi dai direttori SPISAL/PSAL delle ASL del Triveneto alla domanda “Gli AS attualmente presenti, sono sufficienti per le esigenze dell’attività del Servizio?”con medie indice standardizzato (I) per regione

Tabella XI: Competenze tecnico professionali trasversi al settore socio-sanitario individuate dalla Commissione Formazione Toscana nel volume I° “Le Competenze delle professioni sanitarie”

Tabella XII.: Competenze tecnico professionali dell’AS negli SPISAL/PSAL riadattato traendo spunto da “Le Competenze delle professioni sanitarie” volume I ° della Commissione Formazione Toscana

GRAFICI

Grafico1: Flow chart nella realizzazione della raccolta dei dati per la tesi

Grafico 2-3-4: Totale occupati per settore di attività economica delle regioni Veneto, Friuli-Venezia-Giulia, Trentino A.A. nel 2010, dati in percentuale

Grafico 5: Regressione lineare bivariata, correlazione tra popolazione occupata e personale presente nei servizi SPISAL/PSAL per provincia

Grafico 6: Mappa degli AS presenti negli SPISAL/PASL per provincia del Triveneto ogni 1.000.000 occupati

Grafico 7: Regressione lineare bivariata, correlazione tra numero di personale presente nei servizi SPISAL/PSAL e indice di frequenza degli infortuni per provincia

Grafico 8: Regressione lineare bivariata, correlazione tra numero di AS presenti nei servizi SPISAL/PSAL e indice di frequenza degli infortuni per provincia

Grafico 9: Opinione espressa dai direttori SPISAL/PSAL del Triveneto sulla copertura delle esigenze dell’attività rispetto la figura di AS

Grafico 10: Pareri espressi dai direttori SPISAL/PSAL delle tre regioni del Triveneto in merito a risorse ed energie dedicate dagli AS nelle macroaree, indici standardizzati moltiplicati per 100

Grafico 11: Pareri espressi dagli AS negli SPISAL/PSAL delle tre regioni del Triveneto in merito a risorse ed energie dedicate dagli AS nelle macroaree, indici standardizzati moltiplicati per 100

Grafico 12: Parere espresso dai direttori SPISAL/PSAL delle tre regioni del Triveneto sull’importanza delle competenze individuate dal Profilo

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professionale degli AS in merito a tale figura e mission del Servizio, raggruppati in macroaree, indici standardizzati moltiplicati per 100

Grafico 13: Parere espresso dagli AS presenti negli SPISAL/PSAL delle tre regioni del Triveneto sull’importanza delle competenze individuate dal Profilo professionale degli AS in merito a tale figura e mission del Servizio, raggruppati in macroaree, indici standardizzati moltiplicati per 100

Grafico 14: Analisi fattoriale delle risposte date da ciascun AS alla domanda D1 rispetto all’importanza del contributo dell’AS nei servizi SPISAL/PSAL, come definiti da Profilo professionale

Grafico 15: Analisi fattoriale delle domande del quesito D1 del questionario con percentuale della variabilità congiunta spiegata dei dati

Grafico16: Parere espresso dagli AS degli SPISAL/PSAL del Triveneto in merito alle proprie capacità professionali individuate, indice standardizzato per regione moltiplicato per 100

Grafico 17: Analisi fattoriale delle domande del quesito D2 del questionario con percentuale della variabilità congiunta spiegata dei dati

Grafico 18: Analisi fattoriale delle risposte date da ciascun AS alla domanda D2 rispetto alle capacità professionali degli AS nei servizi SPISAL/PSAL

Grafico 19: Parere espresso dai direttori degli SPISAL/PSAL del Triveneto in merito alle capacità professionali individuate riferite agli AS, indice standardizzato per regione moltiplicato per 100

Grafico 20: Parere espresso dai direttori degli SPISAL/PSAL del Triveneto rispetto alle competenze tecniche che gli AS che lavorano in questo servizio dovrebbero possedere, indici standardizzati moltiplicati per 100

Grafico 21: Parere espresso dagli AS presenti negli SPISAL/PSAL del Triveneto rispetto alle competenze tecniche che dovrebbero possedere nel servizio preso in esame individuate nel questionario, indici standardizzati moltiplicati per 100

Grafico 22: Analisi fattoriale delle risposte date da ciascun AS alla domanda D3 rispetto alle competenze tecniche degli AS nei servizi SPISAL/PSAL

Grafico 23: Analisi fattoriale delle domande del quesito D3 del questionario con percentuale della variabilità congiunta spiegata dei dati

Grafico 24: Indicazioni a breve termine espresse dai direttori e AS degli SPISAL/PSAL del Triveneto su una scala da 1 a 8, medie regionali

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