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Deontologia e responsabilità professionali dell'assistente socialeLaboratorio di formazione per assistenti sociali Brescia 2012

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“Deontologia e responsabilitàprofessionali dell'assistente sociale”

Laboratorio di formazione per assistenti sociali

Brescia ‐ 2012

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Articolo 1Professione di assistente sociale• 1.L'assistente sociale opera con autonomia tecnico-

professionale….

• 2. L'assistente sociale svolge compiti di gestione, concorre all'organizzazione e alla programmazione e può esercitare attività di coordinamento e di direzione dei servizi sociali.

• 3. La professione di assistente sociale può essere esercitata in forma autonoma o di rapporto di lavoro subordinato.

• 4. Nella collaborazione con l'autorità giudiziaria, l'attivitàdell'assistente sociale ha esclusivamente funzione tecnico-professionale.

Legge 23 marzo 1993, n.84 - Ordinamento della professione di assistente sociale e istituzione dell'albo

professionale

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I focus d’attenzione distintivi del servizio sociale sono tre,

TRIFOCALITA’ :

1. Il rapporto con le persone

2. Il rapporto con la comunità

3. Il rapporto con l’organizzazione

da “Tre committenti per un mandato” di Luigi Gui, in Servizio sociale trifocale, a cura di F. Lazzari, Franco Angeli, Milano, 2008

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1. IL RAPPORTO CON LE PERSONE

Questa dimensione impone agli assistenti sociali, deontologicamente e tecnicamente

di non anteporre altre ragioni al rispetto della dignità e del diritto

all’autodeterminazione di ogni persona, quale che sia la sua condizione di disagio

o di limite.

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2. IL RAPPORTO CON LA COMUNITÀ

L’intreccio relazionale, comunitario, di contesto, costruisce o decostruisce la sua identità, trae

nutrimento affettivo ed esistenziale. Il servizio sociale non può non lavorare anche nel e con il

contesto delle relazioni. Il lavoro di comunità è un elemento costitutivo dell’azione professionale. Il servizio sociale coniuga assistenza e promozione,

lavoro con i singoli (casework) e lavoro con il contesto relazionale (groupwork, community work )

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3. IL RAPPORTO CON L’ORGANIZZAZIONE

L’organizzazione colloca il servizio sociale anche su un piano istituzionale e politico.

Il servizio sociale non è astraibile dal tempo, dal luogo e dalle istituzioni entro cui si articola, deve ricercare i nessi con la dinamica contestuale più

ampia, con i fattori culturali, normativi, economici e politici

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E’ l’organizzazione che si prende cura delle persone e dei loro problemi

Io curo in quanto parte di una organizzazione

Accetto di essere parzialmente dipendente dagli altri

Orsenigo A., “Quando l’organizzazione è un sostegno, Animazione sociale n. 1, 2007 17

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CAPO I L’Assistente sociale nei confronti dell’organizzazione di lavoro

ART. 44L’assistente sociale deve chiedere il rispetto:- del suo profilo e della sua autonomia professionale- del segreto professionale e del segreto di ufficio- la tutela anche giuridica nell’esercizio delle sue

funzioni

Titolo VIResponsabilità dell’assistente sociale nei confronti

dell’organizzazione di lavoro

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1. Quali responsabilità nel concorrere all’attività di progettazione e

programmazione?

Quesiti formulati dal gruppo

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ART. 45. L’assistente sociale deve impegnare la propria

competenza professionale per contribuire al miglioramento della politica e delle procedure

dell’organizzazione di lavoro, all’efficacia, all’efficienza, all’economicità e alla qualità degli

interventi e delle prestazioni professionali. Deve altresìcontribuire all'individuazione di standards di

qualità e alle azioni di pianificazione e programmazione, nonché al razionale ed equo utilizzo

delle risorse a disposizione.

Titolo VIResponsabilità dell’assistente sociale nei confronti

dell’organizzazione di lavoro

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ART. 46L’assistente sociale non deve accettare o mettersi

in condizioni di lavoro che comportino azioni incompatibili con i principi e le norme del

Codice o che siano in contrasto con il mandato sociale o che possano compromettere

gravemente la qualità e gli obiettivi degli interventi o non garantire rispetto e riservatezza agli utenti e ai clienti.

Titolo VIResponsabilità dell’assistente sociale nei confronti

dell’organizzazione di lavoro

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2. Come tutelare i cittadini ed i professionisti a fronte di un eccesso di carico di lavoro e di

molte urgenze?

3. Quali responsabilità se non si lavora come si dovrebbe per eccesso di carichi di lavoro?

Quesiti formulati dal gruppo

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ART. 47L’assistente sociale deve adoperarsi affinché le

sue prestazioni professionali si compiano nei termini di tempo adeguati a realizzare

interventi qualificati ed efficaci, in un ambiente idoneo a tutelare la riservatezza dell’utente e

del cliente.

Titolo VIResponsabilità dell’assistente sociale nei confronti

dell’organizzazione di lavoro

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ART. 48

L’assistente sociale deve segnalare alla propria organizzazione l'eccessivo carico di lavoro o evitare nell’esercizio della libera professione cumulo di incarichi e di prestazioni quando questi tornino di pregiudizio all’utente o al

cliente.

Titolo VIResponsabilità dell’assistente sociale nei confronti

dell’organizzazione di lavoro

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4. Quali sono i confini tra responsabilità dell’a.s.e del dirigente?

5. Come definire i confini della propria responsabilità con altri collaboratori es. amministrativi nella funzione di filtro?

6. Quali confini di responsabilità tra a.s. e amministratori locali?

Quesiti formulati dal gruppo

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ART. 49L’assistente sociale che svolge compiti di direzione o

coordinamento è tenuto a:- rispettare e sostenere l’autonomia tecnica e di giudizio

dei colleghi, - promuovere la loro formazione, la cooperazione e la

crescita professionale, - Favorire il confronto fra professionisti.

Si adopera per promuovere e valorizzare esperienze e modelli innovativi di intervento, valorizzando altresìl'immagine del servizio sociale, sia all'interno, che

all'esterno dell'organizzazione.

Titolo VIResponsabilità dell’assistente sociale nei confronti

dell’organizzazione di lavoro

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ART. 50Il rapporto gerarchico funzionale tra colleghi risponde a

due livelli di responsabilità: verso la professione e verso l’organizzazione e deve essere improntato al rispetto reciproco e delle specifiche funzioni.

Nel caso in cui non esista un ordine funzionale gerarchico della professione, l’assistente sociale risponde ai responsabili dell’organizzazione di lavoro per gli aspetti amministrativi, salvaguardando la sua autonomia tecnica e di giudizio.

Titolo VIResponsabilità dell’assistente sociale nei confronti

dell’organizzazione di lavoro

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“Gli enti pubblici e privati datori di lavoro degli AS non possono imporre al professionista di modificare le sue valutazioni, poiché queste positive o negative , si presumono espresse in base all’autonomia tecnico professionale garantita dall’art 1 della L. n.84 che dispone all’art.1: “L’AS opera con autonomia tecnico-professionale e di giudizio in tutte le fasi dell'intervento….” .

PARERE DEL LEGALE dell’Ordine nazionale

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“I progetti individualizzati potrebbero essere soggetti ad osservazioni da parte dell’ente che deve

approntare le risorse finanziarie ma limitatamente all’aspetto della disponibilità di quelle risorse, con

eventuale motivato invito al professionista di procedere ad un adeguamento del progetto alle

effettive disponibilità finanziarie, adeguamento che rimane di esclusiva competenza dell’AS e non può

essere effettuato dell’ente senza il concorso determinante del professionista”

PARERE DEL LEGALE dell’Ordine nazionale

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Il principio generale:

distinzione tra funzione strategica e funzione gestionale

(D.Lgs. 29/1993 - esteso alle autonomie locali dall’art. 107 del D. Lgs n.267/2000 T.U.E.L, che rinvia alla fonte statutaria regolamentare solo per

la precisazione delle modalità di attuazione)

Rapporto con gli amministratori locali

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“…….Gli atti di normazione locale (statuti e regolamenti) debbono uniformarsi al principio

per cui i poteri di indirizzo e di controllo politico -amministrativo spettano agli organi di Governo, mentre, la gestione amministrativa, finanziaria e

tecnica è attribuita ai dirigenti mediante autonomi poteri di spesa, di organizzazione delle risorse

umane, strumentali e di controllo ……..”

dott. Raffaele Quindici – www.iussit.it

Rapporto con gli amministratori locali

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…Le giunte sono prive della competenza ad adottare concreti atti digestione, assegnati in via esclusiva alla responsabilità e

competenza dei dirigenti o responsabili di servizi ai sensi dell'art. 107 d.lgs 267/2000, esse non sono poste in posizione di

gerarchia……..

Il rapporto gerarchico può sussistere solo in quanto l'organo superiore e quello inferiore condividano una medesima

competenza.

..Meno che mai, poi, un rapporto gerarchico potrebbe intercorrere tra un singolo componente della giunta e l'organo tecnico, visto

che l'assessore non assume rilievo e poteri giuridici se non agendo collegialmente nell'ambito della giunta…….

dott. Raffaele Quindici – www.iussit.itAvv. Luigi Di Filippo, consulente legale Ordine Nazionale assistenti sociali

Rapporto con gli amministratori locali

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ART. 51

L’assistente sociale deve richiedere opportunitàdi aggiornamento e di formazione e

adoperarsi affinché si sviluppi la supervisione professionale.

Titolo VIResponsabilità dell’assistente sociale nei confronti

dell’organizzazione di lavoro

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1. Quali strategie è possibile adottare per l’assistente sociale al fine di incidere sull’organizzazione di appartenenza?

2. Quali strategie adottare per rafforzare un buon rapporto di collaborazione con gli amministratori locali?

3. Quali strategie può adottare l’as. per tutelare i cittadini in questa fase di crisi?

4. Quali strategie può adottare l’as professionista per tutelarsi in questa fase di crisi?

Temi da approfondire