Rondine - NOTIZIE DALLA CITTADELLA DELLA PACE - n.18

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NOTIZIE DALLA CITTADELLA DELLA PACE “GIOVANI DA PAESI IN CONFLITTO INSIEME IN UNO STUDENTATO IN TOSCANA PER UN LABORATORIO DI DIALOGO DA ESPORTARE IN ITALIA E NEL MONDO” EDITORIALE Il prossimo come risorsa È depressivo dedicare parole ormai logore alla crisi che stiamo vivendo, ripetere adagi stereotipati e banali, tipici di quando ci si saluta indugiando per strada o si condivide il tragitto di alcuni piani in ascensore. Qualche tempo fa, su un muro di una città italiana, vidi, tra molte scritte ed estemporanei dipinti murali, tre parole in un verde brillante: “È un momentaccio!”. Dopo alcuni mesi, ripassando per la stessa strada, constatai che l’imbianchino, ripulita tutta la parete, aveva intenzionalmente lasciato solo quella scritta. Filosofo, quell’artigiano, mi sono detto. In effetti, da un punto di vista, è sempre “un momentaccio”! Così come, simmetricamente, si può affermare che è sempre un buon momento. Dipende dal punto di vista. Che ha certamente elementi oggettivi - di condizione geografica, sociale, economica, di salute o di lavoro - ma anche soggettivi, derivanti dal proprio atteggiamento interiore. Potendo far poco sulle condizioni oggettive, è utile invece domandarsi quale atteggiamento ha consentito ad altri prima di noi, nelle crisi, di uscirne e trovare energie, orientandole in modo positivo e costruttivo per sé e per gli altri.Una prima considerazione riguarda il chiasso: non alimentarlo. In acqua, chi si agita è destinato ad affogare. Filtrare gli stimoli perché, potendo far poco sul chiasso esterno, si possa coltivare un silenzio interiore, premessa della lucidità. Una seconda riguarda le relazioni: nella massa informe e angosciante, l’altro, la persona, è la concretezza e la solidità dell’agire. Un bimbo per mano a suo padre può traversare l’inferno. Benigni, ne “La vita è bella”, ce lo ha raccontato. Questo altro si può chiamare prossimo, proprio perché ci sta accanto, e in questa prospettiva invece di essere un peso può diventare la risorsa. A Rondine, lontano dal chiasso e accanto all’altro, al proprio nemico addirittura, si alimenta un clima di fiducia e di speranza e ogni giorno cresce il germoglio del futuro. Franco Vaccari Presidente dell’Associazione Rondine Cittadella della Pace UN NUOVO STUPORE Tanti arrivi nel borgo durante l’estate O gni anno Rondine è abituata ad accogliere decine di giovani che si avventurano nel borgo toscano per la durata di un campo estivo, per un corso di tre mesi di lingua italiana oppure per restare qualche anno. Puntualmente il rito si ripete, eppure c’è sempre una sorpresa, uno stupore, un’emozione in più. Per esempio l’ingresso nello Studentato Internazionale di rappresentanti di Paesi mai apparsi prima: Rwanda, Azerbaijan, Pakistan. Per esempio certe storie che sconvolgono e commuovono. Ibrahim, palestinese, e Marc, rwandese, portano – da Paesi molto diversi e lontani fra loro – terribili ricordi di guerra, per certi versi simili. A pochi anni Ibrahim, con la sua famliglia, è riuscito a scampare a un massacro in un campo profughi libanese ed è sfuggito alla morte anche Marc, ma ha perso i genitori nel genocidio in Rwanda del 1994. Lo stupore non è generato soltanto dal racconto di eventi drammatici. C’è lo stupore allegro di quando si scopre che tra gli studenti del Comitato Cattolico per la Collaborazione Culturale (vedi p.7) c’è Maksim, direttore del coro nella Chiesa Ortodossa di Monaco di Baviera e interprete di opere di Puccini, Donizetti e Mozart. O anche Nikodimos, che nella sua Grecia è una star della musica religiosa ortodossa orientale. È stato per certi versi sorprendente vedere a fine luglio giovani georgiani e abcasi, insieme a italiani e a studenti dello Studentato Internazionale, riuniti nel campo internazionale “Building Bridges”. È stata una delle rare opportunità, dal conflitto russo-georgiano dell’agosto 2008, di contatti diretti tra questi ragazzi provenienti dalle sponde opposte del fiume Enguri, che separa l’autoproclamata Repubblica dell’Abcasia dalla Georgia. A Rondine si sono trovati bene perché, con il suo respiro internazionale e l’ormai comprovata esperienza nella gestione del conflitto, è il posto ideale dove imparare rispetto e comprensione per culture diverse dalla propria. Su questi stessi principi – comprensione e rispetto – si è basato il campo Triumph, con israeliani, arabo-israeliani e italiani, e il progetto “Faccia a Faccia” dell’Associazione Pamat di Prato, cui Rondine ha contribuito con formatori e studenti. Stupore è anche quando i pregiudizi più diffusi lasciano il posto a nuovi punti di vista. Durante le commemorazioni per l’11 settembre all’Ambasciata Usa presso la Santa Sede a Roma, a cui gli studenti di Rondine erano stati caldamente invitati dall’amico ambasciatore Miguel Humberto Díaz, il pakistano Sultan, interrogato su cosa è successo nel suo Paese dopo il tragico evento, ha dichiarato: “Abbiamo perso la libertà”. E ha detto di provare empatia per le vittime degli attentati, perché “come si può non provarla vedendo persone che si lanciano disperate dal centesimo piano?”. In effetti è impossibile, soprattutto se nell’altro non si vede un potenziale “nemico” ma soltanto un essere umano. Luciana Maci IN QUESTO NUMERO: p.2 e 3 Speciale sugli studenti dello Studentato Internazionale p.5 Building Bridges, un campo internazionale unico nel suo genere p.7 Ancora insieme agli ortodossi del Cccc p.8 Ricordare senza rabbia l’11 settembre PERIODICO BIMESTRALE DI INFORMAZIONE - AREZZO LUGLIO-AGOSTO-SETTEMBRE 2011, ANNO IV° NUMERO 18 Direttore responsabile: Luciana Maci - Redazione: Cooperativa Sociale Rondine Servizi - S.c.r.l. Onlus – via Mazzini 6/A – 52100 Arezzo Poste Italiane Spa – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) art.1, comma 1 CB AREZZO Giovani arrivati a luglio nello Studentato Internazionale di Rondine Foto Cristiano Proia

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Diciottesima uscita del periodico di Rondine

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N O T I Z I E D A L L A C I T T A D E L L A D E L L A P A C E“GIOVANI DA PAESI IN CONFLITTO INSIEME IN UNO STUDENTATO IN TOSCANA PER UN LABORATORIO DI DIALOGO DA ESPORTARE IN ITALIA E NEL MONDO”

EDITORIALE

Il prossimo come risorsa

Èdepressivo dedicare parole ormailogore alla crisi che stiamo vivendo,ripetere adagi stereotipati e banali,

tipici di quando ci si saluta indugiando perstrada o si condivide il tragitto di alcunipiani in ascensore. Qualche tempo fa, suun muro di una città italiana, vidi, tra moltescritte ed estemporanei dipinti murali, treparole in un verde brillante: “È unmomentaccio!”. Dopo alcuni mesi,ripassando per la stessa strada, constataiche l’imbianchino, ripulita tutta la parete,aveva intenzionalmente lasciato soloquella scritta. Filosofo, quell’artigiano, misono detto. In effetti, da un punto di vista,è sempre “un momentaccio”! Così come,simmetricamente, si può affermare che èsempre un buon momento. Dipende dalpunto di vista. Che ha certamenteelementi oggettivi - di condizionegeografica, sociale, economica, di salute odi lavoro - ma anche soggettivi, derivantidal proprio atteggiamento interiore.Potendo far poco sulle condizionioggettive, è utile invece domandarsi qualeatteggiamento ha consentito ad altri primadi noi, nelle crisi, di uscirne e trovareenergie, orientandole in modo positivo ecostruttivo per sé e per gli altri.Una primaconsiderazione riguarda il chiasso: nonalimentarlo. In acqua, chi si agita èdestinato ad affogare. Filtrare gli stimoliperché, potendo far poco sul chiassoesterno, si possa coltivare un silenziointeriore, premessa della lucidità. Unaseconda riguarda le relazioni: nella massainforme e angosciante, l’altro, la persona,è la concretezza e la solidità dell’agire. Unbimbo per mano a suo padre puòtraversare l’inferno. Benigni, ne “La vita èbella”, ce lo ha raccontato. Questo altro sipuò chiamare prossimo, proprio perché cista accanto, e in questa prospettiva invecedi essere un peso può diventare la risorsa.A Rondine, lontano dal chiasso e accantoall’altro, al proprio nemico addirittura, sialimenta un clima di fiducia e di speranzae ogni giorno cresce il germoglio delfuturo.

Franco VaccariPresidente dell’Associazione Rondine Cittadella della Pace

UN NUOVO STUPORETanti arrivi nel borgo durante l’estate

Ogni anno Rondine è abituata adaccogliere decine di giovani che siavventurano nel borgo toscano per

la durata di un campo estivo, per un corsodi tre mesi di lingua italiana oppure perrestare qualche anno. Puntualmente il ritosi ripete, eppure c’è sempre unasorpresa, uno stupore, un’emozione inpiù. Per esempio l’ingresso nello

Studentato Internazionale dirappresentanti di Paesi mai apparsi prima:Rwanda, Azerbaijan, Pakistan. Peresempio certe storie che sconvolgono ecommuovono. Ibrahim, palestinese, eMarc, rwandese, portano – da Paesimolto diversi e lontani fra loro – terribiliricordi di guerra, per certi versi simili. Apochi anni Ibrahim, con la sua famliglia, èriuscito a scampare a un massacro in uncampo profughi libanese ed è sfuggitoalla morte anche Marc, ma ha perso igenitori nel genocidio in Rwanda del1994.Lo stupore non è generato soltanto dalracconto di eventi drammatici. C’è lostupore allegro di quando si scopre chetra gli studenti del Comitato Cattolico perla Collaborazione Culturale (vedi p.7) c’èMaksim, direttore del coro nella ChiesaOrtodossa di Monaco di Baviera einterprete di opere di Puccini, Donizetti e

Mozart. O anche Nikodimos, che nella suaGrecia è una star della musica religiosaortodossa orientale.È stato per certi versi sorprendentevedere a fine luglio giovani georgiani eabcasi, insieme a italiani e a studenti delloStudentato Internazionale, riuniti nelcampo internazionale “Building Bridges”.È stata una delle rare opportunità, dal

conflitto russo-georgiano dell’agosto2008, di contatti diretti tra questi ragazziprovenienti dalle sponde opposte delfiume Enguri, che separa l’autoproclamataRepubblica dell’Abcasia dalla Georgia. ARondine si sono trovati bene perché, conil suo respiro internazionale e l’ormaicomprovata esperienza nella gestione delconflitto, è il posto ideale dove impararerispetto e comprensione per culturediverse dalla propria.Su questi stessi principi – comprensionee rispetto – si è basato il campo Triumph,con israeliani, arabo-israeliani e italiani, eil progetto “Faccia a Faccia”dell’Associazione Pamat di Prato, cuiRondine ha contribuito con formatori estudenti.Stupore è anche quando i pregiudizi piùdiffusi lasciano il posto a nuovi punti divista. Durante le commemorazioni perl’11 settembre all’Ambasciata Usa presso

la Santa Sede a Roma, a cui gli studenti diRondine erano stati caldamente invitatidall’amico ambasciatore Miguel HumbertoDíaz, il pakistano Sultan, interrogato sucosa è successo nel suo Paese dopo iltragico evento, ha dichiarato: “Abbiamoperso la libertà”. E ha detto di provareempatia per le vittime degli attentati,perché “come si può non provarla

vedendo persone che si lancianodisperate dal centesimo piano?”. In effettiè impossibile, soprattutto se nell’altro nonsi vede un potenziale “nemico” masoltanto un essere umano.

Luciana Maci

IN QUESTO NUMERO:

• p.2 e 3 Speciale suglistudenti dello Studentato Internazionale

• p.5 Building Bridges, un campo internazionale unico nel suo genere

• p.7 Ancora insieme agli ortodossi del Cccc

• p.8 Ricordare senza rabbia l’11 settembre

PERIODICO BIMESTRALE DI INFORMAZIONE - AREZZO LUGLIO-AGOSTO-SETTEMBRE 2011, ANNO IV° NUMERO 18Direttore responsabile: Luciana Maci - Redazione: Cooperativa Sociale Rondine Servizi - S.c.r.l. Onlus – via Mazzini 6/A – 52100 Arezzo

Poste Italiane Spa – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) art.1, comma 1 CB AREZZO

Giovani arrivati a luglio nello Studentato Internazionale di Rondine

Foto Cristiano Proia

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Ogni estate c’è qualcosa di nuovo aRondine, anzi di antico. La novità sonogli studenti che, a fine giugno o inizio

luglio, fanno il loro ingresso nello StudentatoInternazionale del borgo toscano, trovandosiimprovvisamente catapultati da Paesi lontanie diversi in questo angolo di Italia cosìparticolare. L’“antico” sono le radici su cuipoggia Rondine: anni di esperienza nellagestione di giovani provenienti da Paesi inconflitto l’hanno resa il luogo ideale per unaconvivenza tra “nemici”.Un po’ nuova e un po’ “antica”, nonostanteabbia solo 25 anni, è Tamara, dell’Osseziadel Nord (Federazione Russa): è ai suoi primimesi nello Studentato, eppure aveva giàsoggiornato a Rondine nell’ottobre 2009,nell’ambito di un progetto del ServizioVolontariato Europeo su iniziativadell’associazione “Mondo in cammino”.All’epoca partecipò alla stesura delDocumento in 14 punti per la pace inCaucaso, progetto voluto dagli studenti dellaCittadella della Pace e realizzato aconclusione della Conferenza internazionaledei popoli del Caucaso (maggio 2009, LaVerna, Arezzo). Laureata in Psicologia, Tamarascherza: “Quando gli amici mi chiedono comesto qui rispondo semplicemente che sonoviva. Se ci sono problemi con gli altri studentinon è perché sono ingusci (Ossezia eInguscezia, altra repubblica autonoma dellaFederazione Russa, sono in conflitto tra loro,ndr) ma perché fanno qualcosa che non mipiace”.“Il conflitto tra Ossezia e Inguscezia non finiràmai – ribatte Magomed, residente a Nazran(Inguscezia) – perché ci sarà semprequalcuno che non è d’accordo a fare la pace.Tamara è una brava ragazza: qui a Rondinepossiamo fare qualcosa per migliorare irapporti tra noi, ma non per tutti”. Ventidueanni, nato a Grozny (Cecenia), trasferitosi inInguscezia a 4 anni e laureato a Mosca in

Economia, Mago (questo il suo diminutivo)intende intraprendere un master nel settorecreditizio. “Nella mia terra c’è poco lavoro –afferma – perciò vorrei lavorare a Mosca e allostesso tempo fare qualcosa per il mio Paese”.È impegnato per il suo popolo anche Temur,25 anni, originario dell’Abcasia, repubblicaautoproclamatasi indipendente dalla Georgianel 1992 ma mai riconosciuta come tale daTbilisi e dalla maggioranza della comunitàinternazionale. Sei anni fa ha partecipato acampi tra giovani georgiani, abcasi e russi interritorio neutrale. “I georgiani delloStudentato sono miei amici – afferma ilgiovane, laureato in Economia e intenzionato aconseguire un master nella stessa disciplina -e insieme parliamo di conflitti in generale. Perora non abbiamo mai parlato di quello traGeorgia e Abcasia, ma in effetti in futuro dovràsuccedere. Sono qui perché penso di poterincidere sulla realtà”.Tra i caucasici c’è anche Murad, 24enne

nato a Grozny, in Cecenia, e laureato inScienze politiche a Jaroslavl’, grande cittàvicino a Mosca, dove la sua famiglia si eratrasferita al termine del conflitto russo-ceceno. “Non ho problemi con i russi, sonoaperto e non faccio fatica a comunicare contutti” afferma lo studente, che nel suo futurovede un master sempre nel settore delleScienze politiche. “A Mosca – ammette –circolano stereotipi negativi sui caucasici, maio preferisco comunicare con chi non hastereotipi”.Dalla Russia, e in particolare da Rostov sulDon, arriva Sabina, 22 anni, laureata inLinguistica. La sua vita non è stata facile: lamadre è rimasta vedova molto presto, con trefigli da mantenere, così da 28 anni lavora inuna fabbrica di jeans, nonostante le sostanzechimiche con cui è quotidianamente acontatto le stiano causando problemi disalute. “Ogni giorno penso alla mia famiglia –dice – ma ho sempre voluto studiare in un

Paese straniero e la borsa di studio diRondine mi ha consentito di superare ledifficoltà economiche”. Sostiene di non aver“mai avuto problemi con i caucasici” e ritieneche tutti gli uomini debbano vivere in pace. Trai suoi progetti c’è quello di aprire un centroper bambini dai 7 ai 12 anni per lo sviluppodella loro personalità attraverso lo studio e ilgioco.Oltre a Caucaso meridionale e FederazioneRussa, nello Studentato sono arrivate duegiovani kossovare a rinforzare la schiera degliospiti balcanici. Manuela, 22 anni, abita aGjakova, nell’ovest, e durante la guerra inKosovo ha vissuto due anni in Montenegrocon la famiglia. “Nonostante la diversaprovenienza, a scuola avevo fatto amicizia congli altri bambini e non volevo andare più via”.Laureata in Pubblica amministrazione edEconomia all’Università americana delKosovo, Manuela vorrebbe fare un master indiplomazia e relazioni internazionali. Parlainglese, albanese, italiano e capisce il serbo“ma l’ho un po’ dimenticato perché mi ricordala guerra”. “So che i serbi hanno opinionidiverse dalle mie e viceversa – ammette – maqui possiamo dircelo. La diversità è bella:dobbiamo usarla per capire gli altri e farequalcosa di nuovo”.“Abbiamo punti di vista diversi rispetto aiserbi, ma possiamo convivere con questadifferenza” le fa eco Ermira, altra kossovaradi 20 anni abituata all’incontro con altreculture. “Alle elementari in classe eravamoalbanesi e turchi e questo mi ha insegnato acondividere le esperienze con persone dinazionalità diverse. Poi ho fatto il Liceo DonBosco, anche se sono musulmana, altrabuona esperienza di convivenza”. Per lei lacosa più bella di Rondine è “quando siamotutti insieme a parlare senza barriere, senzache si debba pensare ‘Non devo stare conquella o con quell’altra persona’”.

Luciana Maci

2 IL DEBUTTO DEGLI STUDENTIQuattordici giovani sono arrivati a giugno a Rondine da Medio Oriente, Balcani, Asia e Africa

NOTIZIE DALLA CITTADELLA DELLA PACE

Tante facce, tante storie

Foto di

Fourteen new students from variousparts of the world arrived in July and

August at the International Hall ofResidence of Rondine Cittadella dellaPace. This is an International house, basedin a village near Arezzo (Tuscany), welcom-ing students from opposing sides of con-flict areas (the Middle East, the RussianFederation, the Southern Caucasus, theBalkans, Africa, India and Pakistan). Duringtheir stay at Rondine, the students experi-ence reconciliation, and they overcometensions and divisions along the road topeaceful coexistence. This unique experi-ence also allows them to attend under-graduate or postgraduate study courses.On completion, they return to their homecountries where they will “grow the seeds”of peace. This year three new countries arerepresented in the International house:Rwanda, Pakistan and Azerbaijan. Otherstudents come from Ossetia, Inguscetiaand Chechenya (Caucasus, RussianFederation), Abkhazia (the self-proclaimedindipendent republic never officially recog-nized by Georgia), Rostov on Don, a city inthe Russian Federation, Israel, PalestinianTerritories, Lebanon and Kosovo. Amongthe young students there are psycologists,experts in international studies, econo-mists and people interested in social andhumanitarian activities.

ENGLISH SUMMARY A RONDINE IL “PREMIO DELLA PACE”

Giovani dello Studentato e membri dellostaff hanno ricevuto l’11 settembrescorso il “Premio della Pace” a Cave(Roma) da parte dell’AssociazioneRievocazione Storica “Trattato di Pace diCave 1557”.Il riconoscimento suggella il rapporto dicollaborazione avviato tra Rondine e ilterritorio di Cave attraverso un progettodi collaborazione con una scuola locale.Lavorando con formatori e giovani dellaCittadella, gli studenti hanno compresol’esperienza della convivenza con il“nemico” che quotidianamente vienesperimentata nel borgo toscano.Il premio, istituito nel 2007, è assegna-to a chi ha contribuito a lavorare per lacostruzione e la promozione della paceed è intitolato a padre Alberto Amatisse,nativo di Cave e sacerdote dell’Ordinedei Frati Minori custodi di Terra Santa,ucciso nel 1920 a Jenige–Kalè, piccolocentro dell’Armenia Minore (oggiTurchia), insieme ad un gruppo di fedelirifugiati nella comunità cristiana delluogo.

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3DOLORE E RICONCILIAZIONE: IL BAGAGLIO DEI NUOVI ARRIVATIDa Ibrahim, palestinese scampato a un massacro, all’israeliano Noam che vuole capire il punto di vista degli altri

I nuovi studenti durante un momento di formazione

Foto Sara Bindi

Lavoro di gruppo: da sinistra Ermira (Kosovo), Noam (Israele) e Tamara (Ossezia, FederazioneRussa).

NOTIZIE DALLA CITTADELLA DELLA PACE

Ibrahim, palestinese, ricordaesattamente cosa gli successe quandoaveva solo 2 anni. Sembra impossibile,

eppure è in grado di rivedere ogni singolaimmagine: sua madre che lo prende inbraccio, afferra sua sorella per la mano escappa via come una pazza dal campoprofughi libanese di Sabra e Satila, senzaportare nient’altro con sé. Poi rivede lamadre trattenuta da un gruppo di soldati.Ricorda ore e ore di trattative. Erapiccolissimo ma non ha dimenticatoniente perché quel giorno, il 16 settembre1982, in quel campo, milizie cristianelibanesi massacrarono un numero diarabi palestinesi stimato tra diversecentinaia e 3500. E lui e i suoi familiarifurono tra i pochi sopravvissuti. OraIbrahim ha davanti agli occhi unoscenario di pace: Rondine, le colline, iritmi rallentati della vita in un borgo. Mala sua esistenza non è stata sempre così:suo padre era fuggito in Libano daiTerritori Palestinesi nel 1948, allo scoppiodella guerra con gli israeliani, perciò lasua famiglia ha vissuto per diversi anninei campi profughi. “È molto difficile:tante persone sono costrette a dividere inpochi metri quadrati, spesso senzaelettricità né ventilazione, con rumori diogni sorta tutt’intorno”. Ibrahim, 30 anni,6 sorelle e 2 fratelli, era a Saida City alavorare per l’Unrwa (United NationsRelief and Works Agency, Agenzia delleNazioni Unite per il Soccorso el’Occupazione dei profughi palestinesi nelvicino oriente) quando ha incontrato unadelegazione di Rondine e ha deciso dipresentare domanda per l’ingresso nelloStudentato. Del suo futuro dice: “diecianni fa facevo progetti, poi ho scopertoche non li puoi fare, devi fare solo ciò cheè giusto. Voglio essere una personamigliore, imparare di più, parlare italianomolto bene. Vorrei intraprendere unmaster in Project management, perché èrichiesto in Libano”.Se non fosse approdato nella Cittadella,Ibrahim non avrebbe mai potutoincontrare Noam, 28 anni, israeliano.

“Vivendo con palestinesi e libanesi possocapire il loro punto di vista” dice Noam,laureato in assistenza sociale eintenzionato a intraprendere un master indiritti umani. “L’esperienza quotidiana –prosegue il giovane residente a Rishon le-zion – conferma quello che pensavo: cisono tante somiglianze tra noi medio-orientali per cultura e mentalità”. Sulconflitto israelo-palestinese, oltre asottolineare che “sta distruggendo i nostripopoli da oltre 40 anni”, ritiene che tantigiovani italiani ne abbiamo un’ideasuperficiale e non siano adeguatamenteinformati. Della Cittadella della Pace amala “sensibilità verso gli altri” che intravedenelle persone, mentre non gli piace lamancanza di privacy.“Rondine è troppo calma per me”, ribatteFadi, estroverso libanese di Beirut, 23anni, con laurea nel settore alberghiero.Proveniente da una famiglia di ristoratori,Fadi è convinto che l’esperienza nelpiccolo borgo medievale gli sarà utilenella vita per relazionarsi con persone divarie origini e culture. “Prima di arrivarequi – afferma - pensavo che fossedifficile vivere con israeliani e palestinesi,poi, proprio il mio primo giorno, hoincontrato Noa, che è di Israele..”.Residente a Tel Aviv e laureata inArchitettura, Noa è arrivata a Rondine“per realizzare un cambiamento. Vorreifare qualcosa - spiega – non solo per mestessa ma anche per il mio Paese”. InItalia intende iscriversi all’Università perconseguire una laurea magistrale inArchitettura e intanto si gode le bellezzeche la circondano: le abitazioni antiche, ilfiume Arno, il ponte che collega lecolline...“I libanesi – dice dopo qualchemese di convivenza nello Studentato –sono più vicini alla nostra cultura deipalestinesi e degli italiani”. Una scopertaper lei, una sensazione comune a tutti imedio-orientali che passano per Rondine.

Luciana Maci

Per approfondimenti su questa notiziavai su www.rondine.org

L’ESORDIO DI PAKISTAN, RWANDA E AZERBAIJAN

Nuove storie da nuovi Paesi mai rappresentati prima nello Studentato: storieparticolari, a volte drammatiche e difficili da raccontare.

Lo è quella di Marc, 21 anni, nato a Kigali, capitale del Rwanda, la “terra dalle millecolline” dove nel 1994 vennero massacrate tra 800.000 e 1 milione di persone, inprevalenza tutsi e hutu moderati. Marc aveva 4 anni quando uccisero i suoi genitori:dice di non ricordare niente, solo che era in un’abitazione con altri bambini e checambiava spesso casa. Da allora ha vissuto in orfanotrofio con la sorella. È stato lì chegli hanno parlato di Rondine. Specializzato in veterinaria durante le scuole superiori, inItalia vuole prendere una laurea in Scienze agrarie, per poi tornare in patria e“contribuire allo sviluppo del proprio Paese”. “Non possiamo dimenticare quello che èsuccesso durante il genocidio” dice. “Cerchiamo di farlo e di guardare al futuro, manon possiamo riuscirci completamente”. Il primo rwandese dello Studentato (negli anniscorsi la rappresentanza africana era limitata alla Sierra Leone) ha già stretto buoneamicizie: “Parliamo molto, condividiamo opinioni. Penso che abbiamo lo stesso scopo:superare il conflitto”.

Si spende per questo anche Sultan, primo pakistano ad aggirarsi tra le abitazionimedievali della Cittadella. “Non avevo mai vissuto lontano dalla mia famiglia” dice ilgiovane originario di Lahore, 19 anni, il più piccolo di tre fratelli. Il suo arrivo erafortemente desiderato proprio dalla ufficiale “nemica”, la studentessa indiana Rijuta.“Io parlo urdu, la lingua nazionale pakistana, e lei hindi ma ci capiamo bene perchésono simili” spiega lo studente, che si è specializzato in biologia alle scuole superiori ein Italia intende intraprendere una laurea in Economia aziendale. “Indiani e pakistanisono uguali, solo la religione è diversa” continua Sultan. “Con Rijuta non parliamo delconflitto in Kashmir (Stato indiano a maggioranza musulmana conteso da oltre mezzosecolo tra India e Pakistan, ndr) se non attraverso battute per alleggerire la tensione.Purtroppo è un problema di cui non si vede la soluzione. Adesso, almeno nel mioPaese, ci sono questioni più urgenti: dopo l’uccisione di Osama bin Laden, siamo tradue fuochi, Al Qaida e gli Usa, e ogni giorno si contano centinaia di atti terroristici peropera dell’organizzazione estremistica ancora attiva”. Tra i suoi sogni c’è quello direalizzare un progetto sul modello di “Building Bridges” (vedi p.5) tra indiani e pakistaniperché, spiega, “attualmente nel mio Paese non esiste niente del genere”.

Nemmeno Elmira, 23 anni, prima studentessa di Rondine proveniente dall’Azerbaijan,ha ancora avuto modo di affrontare con l’amico armeno Sevak la questione delconflitto tra i rispettivi Stati per il controllo del Nagorno-Karabakh. “Ognuno di noi haun’opinione e, se siamo qua, cercheremo di parlare. Certo, da soli non possiamotrovare una soluzione, ma la pace dovrebbe cominciare proprio da noi. Io non guardo alui come a un ‘nemico’ ma a una persona”. Laureata in Economia a Baku, la capitale,Elmira ha fatto un corso di italiano all’Università per Stranieri di Perugia e in quellacittà, durante la manifestazione “Le Piazze di Maggio 2011”, ha incontrato Rondine.“Mi piacciono questi giorni trascorsi insieme: è importante parlare dei conflitti deglialtri, perché ti fa vedere in modo diverso anche il tuo conflitto” dice. Intenzionata conogni probabilità a intraprendere un master in Economia Internazionale, Elmira ècontenta di essere in Italia anche per poter raccontare agli italiani le bellezze della suaterra. “A volte non sanno nemmeno dov’è, invece è un posto in cui vale la penavivere”. (L.M.)

Foto Sara Bindi

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5BUILDING BRIDGES, A UNIQUE INTERNATIONAL CAMPAn international programme involving young adults: Abkhazians, Georgians, Italians and students from other parts of theworld together at Rondine

Venti giovani abcasi e 20 georgianitra i 18 e i 25 anni, insieme agiovani italiani provenienti da

università, associazioni, organizzazioninon governative e agli studenti delloStudentato Internazionale, hannopartecipato dal 18 al 31 luglio aBuilding Bridges, campo internazionaledell’Associazione Rondine Cittadelladella Pace (Arezzo).Si è trattato di un campo residenziale discambio e formazione mirato a favorirela reciproca conoscenza e fiducia. Oltread attività di gruppo e ricreative, igiovani hanno preso parte a workshopformativi mirati a perfezionare la loropreparazione in vari ambiti. Molti i temitrattati: dall’europrogettazione ericerca di finanziamenti comunitari alteam building e team working(capacità di lavorare in gruppo), dallaparità di genere alla redazione di testigiornalistici, dal webmastering(gestione di siti web) all’analisi dellequestioni ambientali. I partecipantihanno lavorato in piccoli gruppi misti,confrontandosi e collaborando perpresentare al termine del camporelazioni finali che contenesseroconsiderazioni condivise.La realizzazione dell’iniziativa, attuatanell’ambito del COBERM (ConfidenceBuilding Early Response Mechanism),fondo finanziato dall’Unione Europea egestito dall’UNDP (United NationsDevelopment Programme, Programmadi sviluppo delle Nazioni Unite), è stataresa possibile grazie anche al sostegnoassicurato dal Ministero degli Esteriitaliano e da altre organizzazioni.

Building Bridges was an internationalprogram involving young adults aged from18 to 25. The participants were 40Caucasian people (20 young Abkhazians and

20 young Georgians), 10 young Italiansselected by the main Italian NGOs (NonGovernamental Organizations) and by someof the most important Italian Universities,and 20 students from the International Hallof Residence as well as other young guests.It was held at Rondine Cittadella della Pace(Arezzo, Tuscany, Italy) from the 18th to the31st July.The initiative was one of the rareopportunities since the conflict in August2008 for direct contacts between youngpeople coming from the two sides of theEnguri river.The young participants attended educationalworkshops in various fields, aimed atimproving their capacity to promotecooperation projects. They were able to workin small mixed groups, teaming up andcollaborating whit each other in order tosubmit their final reports at the end of theprogram. The workshop teachers werechosen from among the best experts in theirfield of competence:Chiara Lapi, University of Pisa (GenderIssues); Alessandro Romei, AssociationAlcedo (Environmental Awareness ); GuidoBosticco, journalist and professor at theUniversity of Pavia (Journalistic Writing);Sandro Mazzi and Ursula Armstrong,trainers (Team Building and Team Working);

Carlo Gubitosa, writer and journalist (WebDesign and Networking); Andrea Cardillo,professor of Philosophy at the UniversityFederico II, Naples (Project CycleManagement and European Funding).The participants had the opportunity to visitFlorence, Venice and Rome and to shareseveral recreational moments. AdmiringItalian monuments and works of art, playingsoccer or having a party helped nourishfriendship and create a positive climateamong individuals.By living together, studying together andhaving fun together, the youth got to knowand understand each other and shared theirexperiences and points of view. In addition,by working in small and mixed groups, theywere encouraged to listen to and learn fromeach other, to investigate and experiment, tobe creative and take initiative, to shareproject ideas and develop their skills.Rondine, with its international milieu, wasthe ideal place to develop mutualunderstanding and respect for othercultures.The project Building Bridges is funded bythe European Union, and administered bythe United Nations DevelopmentProgramme (UNDP) in the frame of the“Confidence Building Early ResponseMechanism”.

NOTIZIE DALLA CITTADELLA DELLA PACE

Nella foto a sinistra: Un momento del campo Triumph. A destra: Riunione dei partecipanti a “Building Bridges”

Foto Cristiano Proia

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ECCO IL TRIUMPH 2011

Quando abbiamo cominciato a costruireTriumph, campo internazionale Rondinedal 31 luglio al 9 agosto, ci sentivamo

muratori che non hanno abbastanza terrenoné pietre per costruire. Ma la metafora erasbagliata. Non erano blocchi di pietra, misuratie tagliati precisi, quelli arrivati nel piccoloborgo toscano da Israele e da varie partidell’Italia centrale. Ognuno aveva il propriocolore, la propria forma e un nome. Il CampoTriumph non poteva essere costruito. Semmai,coltivato.A dare una mano ai 12 israeliani e arabo-israeliani e ai 6 ragazzi italiani sono statianche gli studenti di Rondine. Sono stati loro apreparare la “Caccia al tesoro”, per scoprirel’affascinante mondo di Rondine. Sono statiloro i libri viventi della “Living library”, contestimonianze personali che hanno suscitatomille domande. Sono stati loro a proporre econdurre alcune attività, come Tamara,studentessa dell’Ossezia (Federazione Russa),che ha convinto i partecipanti a lasciarsiandare a testa all’ingiù dall’alto del palco delTeatrotenda. Non era pericoloso, perché sottoil palco li attendeva un letto formato dalle manidi tutti gli altri.Il numero ridotto permetteva uno scambio piùintenso, così c’è stato più tempo perconoscere a fondo le vere capacità degli altri edi sé stessi. Si sono scoperti un chitarrista eun violinista, due poeti, alcuni cantanti edanzatori e, infine, molti attori improvvisati. Sisono viste danze arabe, ebraiche e irlandesi, sisono sentite svariate melodie e canzoni, di cuiuna composta alla fine del campo da ragazzidi tre diverse nazionalità – l’italianoAlessandro, l’ebreo Yuval e gli arabo-israeliani Amir e Assil.Ma anche chi non cantava e non ballava daprofessionista è stato capace di portareun’impronta personale: così Shani, che hauna passione per i bambini, ha fatto ballaretutti con una dolce canzoncina ebraica.Saldati i legami interpersonali, anche il lavorodurante le intense giornate di formazione,condotte dall’educatore Luca Crivellari, èstato proficuo. La professionalità e la cordialitàgli hanno permesso di coltivare questocampo-giardino con impegno e, insieme, tantoaffetto.L’esperienza del “Triumph 2011” non si èlimitata alle 10 giornate residenziali delcampo. In questi giorni lo scambio continua suFacebook. Lì si ascoltano canzoni, siscambiano notizie e si danno gli appuntamentiper i prossimi incontri. Speriamo!

Riva Evstifeeva, russa, Rondine d’Oro

Il Campo Triumph, alla sua terza edizione, si èsvolto in partenariato con il RotaryInternational di Haifa in Israele e con ilcontributo di Teva Italia.

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Seminari, incontri con le scuole, viaggidi istruzione, momenti di arte, musicae spiritualità: è il frutto di un anno di

collaborazione tra Rondine Cittadella dellaPace e Trentino Marketing Spa. Un rapportonato da un intento comune: la volontà disuperare antichi conflitti per riuscire adiventare testimoni di pace nelle propriecittà ma anche fuori dai rispettivi confini.L’avventura è iniziata ufficialmente anovembre 2010 con una visita di due giornidell’Associazione in Trentino. Ad accoglierei giovani dello Studentato Internazionalesono stati i rintocchi della Campana deiCaduti di Rovereto, sul Colle Miravalle, fusacon il bronzo dei cannoni di vincitori e vintidella prima guerra mondiale. Poi il grupposi è spostato nella vicina Trento per laconferenza “Per la pace in Caucaso: unlaboratorio di diplomazia popolare”,organizzata nella Facoltà di Sociologia dallaCooperativa Sociale Rondine incollaborazione con Trentino Marketing Spa,Osservatorio Balcani e Caucaso (Obc) el’Università di Trento. Lo scopo eradescrivere la situazione geo-politicanell’area caucasica, al centro di costanticrisi, illustrare il progetto di Rondine per ilCaucaso e mettere a confronto l’esperienzadei caucasici con quella dei trentini che,dalle macerie della guerra, hanno saputocostruire una pace duratura. Tra ipartecipanti al dibattito Aldo Ferrari,docente all’Università Ca’ Foscari diVenezia e collaboratore dell’Ispi (Istituto pergli studi di politica internazionale) di Milano.Sempre in quell’occasione, oltre a variincontri istituzionali, il gruppo di Rondine havisitato l’Istituto del Sacro Cuore di Trento:giovani hanno parlato ad altri giovani didialogo, diversità e progetti di pace.Rondine ha poi affiancato il Trentinodurante un viaggio speciale: quello aIstanbul (Turchia) del 24 gennaio scorsoper far visita al Patriarca ecumenicoortodosso Sua Santità Bartholomeos I.Incontro reso possibile anchedell’intervento di Franco Vaccari,presidente della Cittadella della Pace, chenel luglio 2010 aveva accompagnato dalPatriarca studenti e staff durante il Viaggio

di amicizia in Caucaso del Sud e Turchia.La visita di gennaio si è svolta quando giàda alcuni giorni il sacro luogo ospitava unamostra sulla Natività con materialeproveniente dal Trentino, predisposta inoccasione del Natale ortodosso. A tutt’oggisi sta lavorando per ripetere l’esperienzadei “presepi in trasferta” per il Natale 2011a Betlemme e Gerusalemme.Si prevede di ripetere anche l’esperienzadei viaggi di istruzione in Trentino: il primo èstato ad aprile, quando centinaia di giovanistudenti di scuole medie e superiori hannotrascorso insieme momenti di svago,scoperta, divertimento ma hannosoprattutto potuto usufruire di un’altaformazione alla pace e al vivere civile.Tappa saliente del progetto “Scuole inpace”, realizzato con il contributo dellaFondazione Monte dei Paschi di Siena edella Trentino Marketing Spa, il viaggio halasciato in tutti i partecipanti, insegnanti eaccompagnatori di Rondine compresi, lasensazione che non si sia trattato di unagita qualsiasi. Le visite al Museo StoricoItaliano della Guerra, da 80 anni impegnatonella raccolta e conservazione di documentisul primo conflitto mondiale, così comequelle alle trincee di Matassone (luogo chetestimonia come la guerra abbia segnatoquesti posti in maniera indelebile), hanno

lasciato nella memoria degli studenti ricordiindelebili.Un ricordo altrettanto significativo se loporteranno dietro i partecipanti a “Le Piazzedi Maggio 2011”, tradizionalemanifestazione artistico-culturaledell’Associazione Rondine, giuntaquest’anno alla sua quarta edizione edintitolata “Mondi in viaggio”. La prima tappadell’evento itinerante è stata a Rovereto,davanti all’inconfondibile scenario dellaCampana dei Caduti. Il 18 maggio Rondinesi è regalata un momento intimo,raccogliendo intorno a sé nuovi e “vecchi”studenti per un inizio de “Le Piazze diMaggio” all’insegna della spiritualità. Laperformance di un gruppo di giovanipercussionisti, i Tetraktis, ha fatto dacontrappunto alle parole di alcune Rondinid’Oro (ex studenti di Rondine),temporaneamente rientrate dai loro Paesiper riabbracciare gli amici.L’anno di collaborazione tra Rondine eTrentino è terminato nello stesso luogodove era iniziato, tra le stesse superbemontagne e nello stesso magico silenzio.Ora, come accade per tutti gli amici che sitrovano bene insieme, nasce il desiderio dicontinuare il viaggio. Altri momenti comunici attendono.

UN ANNO INSIEMEViaggi di istruzione, cultura, arte e spiritualità: ecco i tanti frutti della collaborazione con il Trentino

A YEAR TOGETHER

The collaboration between ‘RondineCittadella della Pace’ and the company‘Trentino Marketing’ started thanks to their

common motivation and goals: their will to over-come ancient conflicts and become testimoniesof peace in their own cities and outside theirboundaries. Many have been the results of thisone-year collaboration: seminars, meetings withschools, trips and various moments dedicated toart, music and spirituality.The adventure officially started in November2010 with a two-day visit of the association tothe region of Trentino.To welcome the young stu-dents of Rondine’s Hall of Residence were thetolls of the Peace Bell of Rovereto, made withmelted cannons from World War I. Then thegroup moved to the city of Trento for the confe-rence “For peace in the Caucasus: a populardiplomacy laboratory”, organized at the faculty ofSociology by Rondine’s social cooperative incollaboration with Trentino Marketing, the OBC(Osservatorio Balcani e Caucaso) and theUniversity of Trento, to describe the geo-politicalsituation of the Caucasian area, illustrateRondine’s project and compare the Caucasianexperience with that of the people of Trento whowere able to build peace after destruction. Thegroup also visited the students of the ‘SacroCuore’ Institute and talked about dialogue, diver-sity and peace projects.Rondine then joined Trentino in a special trip toIstanbul on the 24th January to visit theEcumenical Patriarch Bartholomew I for an expo-sition of Nativities coming from the Italian region.The meeting was also possible thanks to the pre-sident of Rondine, Mr. Franco Vaccari, who hadalready met the Patriarch in 2010 during a mee-ting with the students. The intention is to repeatthe “travelling nativities” experience forChristmas 2011 in Bethlehem and Jerusalem.In April hundreds of young students from middleand high schools took part in the project entitled“Schools in peace” that resulted to be more thanjust a trip and was an opportunity for students tolearn about war, peace, citizenship and humanrights.Another significant memory is that of Rondine’scultural event ‘Le Piazze di Maggio’. It’s 4th edi-tion in 2011 was entitled “Travelling worlds” andstarted in Rovereto where present and formerstudents from Rondine gathered in front of thePeace Bell and shared moments of spiritualityand music.This year of collaboration ended where it hadstarted, among those beautiful mountains andthat magic silence, but the desire to continue thetrip together is strong as for any great friendship.New moments together are expected.

NOTIZIE DALLA CITTADELLA DELLA PACE

Giovani delle scuole accompagnati da Rondine ad aprile di quest’anno lungo le trincee diMatassone in Vallarsa, dove tra il 1915 e il 1918 soldati austroungarici e italiani si scontraronoin una sanguinosa lotta

Il Patriarca ecumenico ortodosso Bartholomeos I ammira il lavoro degli artigiani trentini nellamostra a Istanbul (Turchia) lo scorso gennaio

Ercamedia - Archivio ufficio stam

pa Provincia di rento

Conferenza sulla pace in Caucaso organizzata dalla Cittadella della Pace nella Facoltà diSociologia di Trento nel novembre 2010

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NOTIZIE DALLA CITTADELLA DELLA PACE

Èstata memorabile la giornata di addioagli studenti ortodossi del ComitatoCattolico per la Collaborazione

Culturale (Cccc), strumento di dialogo persviluppare relazioni e reciproca conoscenzacon l’Oriente cristiano. Questi giovaniprovenienti da varie parti del mondo, arrivatinel borgo toscano a luglio per frequentare ilcorso di italiano e conoscere la nostracultura, hanno dato il meglio di sé mercoledì28 settembre, a partire dalla preghieracollettiva celebrata da monsignor RiccardoFontana, arcivescovo di Arezzo. Il presuleha paragonato le confessioni cristiane a tantichicchi di un melograno che fanno capo aun unico frutto, Dio. Ha poi mandato unsaluto al Catholicos di Armenia (arcivescovoa capo della Chiesa nazionale armena),Karekin II, attraverso il suo diacono, DavitSaribekyan, ospite a Rondine durante ilsuo periodo di frequenza di un corso direstauro a Firenze. È seguito un concertodegli studenti, la cena con la consegna deidiplomi di fine corso e una festa nelTeatrotenda, particolarmente ricca di idee,da giochi di vario genere alla proiezione divideo e foto.

Il concerto, in particolare, è stato di altolivello professionale grazie alla presenza dimusicisti di qualità. Il Cccc ha infatti ospitatoquest’anno una vera star della musicareligiosa ortodossa orientale: NikodimosKabarnos, 30 anni, dalla Grecia, cantantedi musica sacra bizantina che conta quasi52.000 fan su Facebook. Oltre alla grandepassione per la musica che lo porta in giroper il mondo tra festival e concerti, padreNikodimos lavora per una televisione greca.“Nel 2008 sono stato direttore dellafotografia per un cortometraggio che mi haavvicinato alla cultura italiana” racconta.“Siamo stati in Calabria, in un paesino doveil dialetto parlato dalle persone anziane è

molto simile al greco antico. Questo perdimostrare la grande influenza che ha avutola Grecia del bacino mediterraneo, inparticolare nel sud del vostro Paese dove indiverse zone si parla ancora una linguagreco-calabra”.

Legato alla musica è anche padre MaksimMatsiushenkau, 30 anni, di Minsk(Bielorussia). Ha studiato per sette annimusica a Salisburgo, la patria di Mozart,diventando baritono: “Adesso lavoro comedirettore del coro nella Chiesa Ortodossa aMonaco di Baviera e sono anche insegnantedi canto e pianoforte. Seguire il corso diitaliano qui a Rondine mi ha permesso diapprofondire la mia conoscenza della vostrabellissima lingua che per me è molto utileconoscere: essendo baritono infatti hocantato molte opere di Puccini, Donizetti,Mozart ed è fondamentale per me capire ilsenso di ciò che canto per poterlointerpretare al meglio”.Anche quest’anno sono vari i Paesi diprovenienza dei dodici studenti (dai 20 ai 35anni): Bielorussia, Serbia, Romania,Georgia, Russia, India e Grecia. La maggiorparte rimarrà in Italia per un anno grazie alleborse di studio erogate dal Comitato (Cccc)

e frequenteranno corsi e master presso leUniversità Vaticane a Roma: dallacomunicazione sociale alla teologiapatristica, dalla sociologia della religione allateologia dogmatica.

A Rondine la rispettiva conoscenza dellacultura e delle origini di ognuno è statarafforzata dalle attività che gli studentihanno condiviso con i nuovi arrivati nelloStudentato Internazionale, attraversolaboratori e seminari condotti dalleinsegnanti di italiano Daniela Tubercoli eLuciana Salvischiani con il contributo deivolontari.Oltre allo studio, come ogni anno ci sonostate diverse gite fuoriporta: insieme aglistudenti di Rondine i giovani del Comitatohanno visitato Firenze, Orvieto, Pitigliano,Montepulciano e assistito alle prove per laGiostra del Saracino, tradizionalemanifestazione aretina, e alla benedizionedel corteggio storico sul sacrato del Duomodalla terrazza dell’edificio della Provincia diArezzo.

Sara Bindi

Per approfondimenti su questa notiziavai su www.rondine.org

Monsignor Riccardo Fontana e i giovani ortodossi del Comitato durante le celebrazioni di fine corso

“FACCIA A FACCIA”VERSO L’INTEGRAZIONE

Sei giorni intensi per mettereinsieme un gruppo eterogeno macompatto, solidale e tollerante:

questo è stato “Faccia a Faccia”,esperienza formativa per una quarantinadi ragazzi di Prato tra i 13 e i 15 anni,che dal 5 al 10 settembre, presso lascuola Datini della città toscana, hannovissuto, lavorato e giocato insieme,guidati da formatori e studentidell’Associazione Rondine Cittadella dellaPace.Centrati in pieno i principali obiettivi delprogetto: l’integrazione di personeprovenienti da varie realtà attraverso laconoscenza dell’altro, non più percepitocome ostile in quanto sconosciuto; ladiminuzione di aggressività tra ragazzi dietnie diverse o della stessa etnia;l’accrescimento dell’autostima el’acquisizione di competenze espressiveed emotive. Tutto questo grazie a unaserie di attività tra cui sport, laboratori,occasioni di discussione e confronto,animazione, gite e momenti di festa.La metaforica “valigia” del gruppo si èriempita di musica e immagini, culture elingue diverse, momenti di gioia etristezza, smarrimento e scoperta.Dai commenti dei partecipanti, detti avoce o scritti su Facebook, è emersoentusiasmo e voglia di fare. “Non trovoparole per spiegarvi come mi sonosentito – ha scritto un partecipante – misono divertito in ogni istante e non vedol’ora di tornare ad incontrarvi tutti”. “Èstata una settimana intensa emeravigliosa – ha scritto un altro – e cisiamo tutti messi in gioco”.Un’esperienza analoga a quella deglistudenti dello Studentato Internazionaledi Rondine (alcuni di loro co-formatori sulcampo), impegnati ogni giorno a farsipromotori di tolleranza e rispettoreciproco. “Ho tenuto un laboratorio didanza – racconta Elmira, tra i nuoviarrivati nello Studentato, provenientedall’Azerbaijan – e già mi chiamano ‘lanostra ballerina’. Era in assoluto la miaprima esperienza come insegnante ecome rappresentante della Cittadelladella Pace. All’inizio non è stato facile, cisono stati momenti di tensione ma allafine ci siamo riusciti”.

Il progetto “Faccia a Faccia” è statorealizzato dall’Associazione Pamat(Prevenzione Abuso Minori AssociazioneToscana) in collaborazione con Rondinegrazie ai finanziamenti del Distretto 108LA Lions Club Toscana e del Comune diPrato, in particolare dell’Assessorato airapporti con l’Unione Europea, allerelazioni con il pubblico e alle politiched’integrazione guidato dall’assessoreGiorgio Silli.

UN’ALTRA ESTATE CON GLI ORTODOSSI DEL COMITATOCATTOLICO PER LA COLLABORAZIONE CULTURALETra gli studenti anche una star greca della musica sacra bizantina. Successo per la giornata conclusiva con l’arcivescovo Fontana

Foto Elmira Teyyubova

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Rondine – Notizie dalla Cittadella della PaceReg. tribunale di Arezzo n°5/2008 del 26/03/2008

Editore: Cooperativa Sociale Rondine Servizi S.c.r.l. Onlus

Tel. + 39 0575 299666 – Fax + 39 0575 353565 Direttore responsabile: Luciana Maci

Hanno collaborato: Franco Vaccari, Riva Evstifeeva,Sara Bindi, Stefano Marinelli, Veronica Rogialli

Realizzazione editoriale: Fruska srl - Soci (Ar)Stampa: Litograf Editor srl - Città di Castello (Pg)

Iscr. al Roc (Registro operatori comunicazione) n° 20860 dell'11/03/2011

8 DAI GIOVANI UN MESSAGGIO DISPERANZA PER L’11 SETTEMBRE

Ricordare senza rabbia: a 10 annidagli attentati dell’11 settembre2001 alle Torri Gemelle e al

Pentagono l’ambasciata statunitensepresso la Santa Sede ha scelto diraccogliere intorno a sé persone di ogniprovenienza e credo, soprattutto giovani,per rievocare quel tragico momento senzainutili rancori e con il desiderio di fartrionfare la speranza.Gli studenti di Rondine sono statiprotagonisti della giornata organizzatadall’Ambasciatore degli Stati Uniti presso laSanta Sede, Miguel H. Díaz, e intitolata“9/11 tenth anniversary: reflections fromyouth”. Nella residenza romanadell’Ambasciatore, lo scorso 9 settembre, igiovani di Rondine hanno potuto presentarele loro diverse esperienze, raccontandocome nei Paesi d’origine, da Israele alPakistan, dal Rwanda ai TerritoriPalestinesi, è stato vissuto il giorno degliattentati.

Al dibattito, articolato in tavole rotonde,hanno preso parte anche seminaristi delNorth American College e membri delPontificio Consiglio per il dialogointerreligioso, sotto la guida del moderatoreAlessandro Gisotti, giornalista di RadioVaticana e autore di “11 settembre, unastoria che continua”.Dalla discussione è emerso che le reazioninelle varie parti del mondo, per quantodiversi siano stati i modi di apprendere lanotizia, sono state accomunatedall’incredulità per l’attacco allasuperpotenza americana, allora consideratainvulnerabile, e di empatia umana per levittime, che ha istintivamente prevalso suqualsiasi osservazione di natura politica.I partecipanti hanno convenuto anche sulleconseguenze degli attentati, che hannoportato, negli Stati Uniti come in MedioOriente e nella Federazione Russa, a unatteggiamento di chiusura, diffidenza erestrizioni delle libertà.

Ampio spazio è stato dato al possibile ruolodel dialogo interreligioso per risolvere iconflitti. Cattolici, ortodossi, musulmani,ebrei e non-credenti presenti al dibattito sisono trovati d’accordo nel sostenere che laviolenza non è insita in nessun credo e chei leader religiosi hanno la responsabilità diesercitare la propria influenza perpromuovere messaggi di dialogo etolleranza.L’auspicio generale, a 10 anni dagliattentati, è che abbia inizio una nuova fasedi apertura, in cui si superi la paura che hacontraddistinto il decennio appenatrascorso. Il fatto che la diplomaziastatunitense commemori la tragedia delsuo Paese invitando a un confronto igiovani di tutto il mondo, oltre a confermare il grande rapporto di amicizia estima tra l’Ambasciatore Díaz e Rondine,costituisce in sé un forte segnale di taleapertura.

Stefano Marinelli

Per sostenere RondineÉ possibile finanziare le attivitàdell’Associazione in diversi modi:1. con bonifico bancario nel conto

corrente 36337 presso BancaEtruria – IBAN:IT46W0539014100000000036337

2. con la dichiarazione dei redditi,destinando il 5X1000 all’Associazioneapponendo una firma e il numero dicodice fiscale di Rondine:92006970518

3. con versamenti sul conto correntepostale C/C n. 26108555 intestato a:Associazione Rondine Cittadella della Pace

Sulle modalità di pagamento, l’iscrizionecome socio, la partecipazione alle attivitàdell’Associazione o per qualsiasi altrainformazione puoi chiamare il numero + 39 0575 299666 o consultareil sito www.rondine.org o scrivere [email protected]

Chi siamo L’Associazione Rondine è un’esperienza

unica nel panorama nazionale einternazionale grazie all’esperienza

concreta dello Studentato Internazionale natonel 1997. Gli studenti provenienti da Paesi inconflitto o reduci da guerre dei Balcanioccidentali, della Federazione Russa, delCaucaso meridionale, del Medio Oriente,dell’Africa e dell’India convivono nel piccoloborgo medievale di Rondine in provincia diArezzo (Toscana), scoprendo giorno pergiorno che un altro mondo è realmentepossibile. Una volta completato il ciclo di studi(corso di laurea o master), rientrano nelPaese di origine per testimoniare, nei luoghidel proprio impegno professionale e civile, lapossibilità del dialogo, della riconciliazione edella pace. Rondine abilita ad essere“cittadini del mondo” i giovani delloStudentato e chiunque partecipi alle attivitàpromosse dall’Associazione. Aperta aqualsiasi religione o credo, è attiva in campoculturale attraverso l’organizzazione diincontri, dibattiti ed eventi di interesse localee nazionale.

A destra l’Ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede, Miguel H. Díaz, con alcuni studenti di Rondine durante la giornata dicommemorazione per l’11 settembre a Roma

NOTIZIE DALLA CITTADELLA DELLA PACE

AL VIA IL CONCORSO“VOLTATI, JANINEVIVE!”

Liliana Segre, una delle ultimesopravvissute alla Shoah, invitatada Rondine il 10 maggio per una

testimonianza al Centro Affari e Convegnidi Arezzo, ha rievocato Janine, ragazzafrancese giudicata inabile al lavoro eperciò uccisa nel campo diconcentramento di Auschwitz. La Segrenon si è mai perdonata di non essereriuscita nemmeno a porgerle un ultimosegno di saluto. Rondine vuolepermettere alla memoria di Janine divivere ancora. I giovani, attraverso ilconcorso “Voltati, Janine vive!”, sonoinvitati a dare un volto a Janine: sipotranno metaforicamente “voltare”,come non ha potuto fare Liliana, peruscire dall'indifferenza e incamminarsisulla strada dell'impegno civile. Potrannopartecipare ragazzi e ragazze tra i 12 e i22 anni. Le opere dovranno rispettare ilformato di un A4 ma potranno essererealizzate in qualsiasi materiale e conqualsiasi tecnica espressiva. È previstauna quota di partecipazione di 10 euro.Gli elaborati dovranno essere inviati allasede dell'Associazione entro il primodicembre 2011. I proventi del concorsoandranno a costituire una borsa di studiointitolata a Janine: due studenticonsiderati “nemici” nei loro Paesi diorigine potranno vivere l'esperienza diRondine così da scoprire nel volto delnemico quello di un amico. Alcune dellemigliori opere saranno esposte in unamostra allestita in un luogo simbolo dellaprovincia di Arezzo. Per approfondimentisul concorso internazionale, perscaricare il bando e per saperne di piùsulla borsa di studio dedicata a Janinevisita il sito: www.rondine.org

Veronica Rogialli