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LA STAMPA GIOVEDÌ 24 APRILE 2014 . Primo Piano . 5 R “Costretti dai Tar ad andare avanti ma ci sono delle falle nel sistema” Il ministro Lorenzin: certe decisioni non spettano ai singoli ospedali Gli esperti Il ministro ha ribadito che il comitato di scienziati dovrà esprimersi sul metodo Stamina perché «è giusto togliere ogni dubbio a chi, spinto dalla disperazione, ha coltivato illusioni» B eatrice Lorenzin la raffica di capi d’accusa se l’aspet- tava, «anche se quelle mi- nacce alle famiglie Stami- na sono da film dell’orro- re».«Maallaveritàgiudiziarianedeve seguire una scientifica», puntualizza latitolaredellasalute,chenonintende bloccare il Comitato che dovrà dire se ci sono o meno le condizioni per speri- mentare il «metodo Vannoni». Però la riforma del sistema è dietro l’angolo: regole più trasparenti per le speri- mentazione«chenondovrannopiùes- sere decise dai singoli ospedali» e raf- forzamento del ruolo delle istituzioni scientifiche. Fissando qualche paletto ancheperimediacheavoltefannoan- ti-scienza per qualche punto di au- dience in più. Minacce ai genitori dei bambini, pazienti usati come cavie. Cosa ha provato a leggere quei passaggi delle notifiche consegnate agli in- dagati Stamina? «Icapidiimputazionesonoveramente pesanti ma del resto già nel parere del primocomitatoerascrittoachiarelet- terecheleinfusionipotevanoprovoca- re effetti anche gravi sulla salute». Allora perché non intervenire con un decreto e bloccare tutto? «Un intervento legislativo che vieti le infusioni Stamina lo può fare solo il Parlamento.Finoadoggi,èbenericor- darlo, siamo stati costretti ad andare avanti dai Tar e dai giudici del lavoro che hanno accolto le richieste di fami- glie disperate». Ha un senso anche attendere che il nuovo comitato scientifico dica la sua sulla sperimentazione? «Lo prescrive la legge. Ma a parte que- sto dico che c’è una verità giudiziaria che dovrà essere accertata, ma ce n’è una ancora più importante che è quella scientifica. In questi anni si sono ali- mentatetroppefalsesperanze.Ègiusto togliere ogni dubbio a chi, spinto dalla disperazione,hacoltivatoillusioni». E a Vannoni che dice di voler andare avanti con le infusioni come repli- ca? «Che in Italia non esistono ad oggi le condizioni per sperimentare qualcosa chenonhaavutolavalidazionedauna sola istituzione scientifica». Nonostante tutto Stamina è entrata in un grande ospedale pubblico. Co- me se lo spiega? «AgliSpedaliCivilisonostatefornitein- formazioni errate su Stamina ma ci so- no falle nel sistema. Abbiamo norme sullasperimentazionedifarmacietera- pie che lasciano troppi spazi alle libere interpretazioni. Dobbiamo definire re- gole più trasparenti e centralizzare maggiormente le decisioni». Anche in Aifa qualcosa non ha fun- zionato se un suo dirigente è finito nella lista degli indagati… «Si è trattato di un caso singolo. Su questa vicenda l’Aifa è stata quanto mai rigorosa. Però sto pensando di ri- formarla per renderla più autonoma, come lo è la Food and Drug Admini- stration in America». Basterà a interrompere la catena che da Di Bella porta a Stamina? «Dobbiamo riflettere anche sul ruolo delle istituzioni scientifiche, come la stessa Aifa o l’Istituto superiore di sani- tà, che devono essere più trasparenti e imparare a comunicare in modo com- prensibile le loro decisioni. Purtroppo siamounPaeseabassaalfabetizzazione scientifica.Lodimostrailruolochehan- no avuto certi talk show alla ricerca di audience con la Tv del dolore. Qualche regola prima o poi dovremmo scriverla anche qui, perché non si possono pro- muovere come terapie presunti metodi, chenonhannosuperatonemmenolafa- se uno della sperimentazione». Intanto cosa si sente di dire alle «fa- miglie Stamina»? «Non dovremo più lasciarle sole. Ho ap- pena messo a punto un Piano per le ma- lattie rare al quale indirizzerò anche i 3 milioni previsti per Stamina se il Comi- tatodaràparerenegativoallasperimen- tazione. Poi nel Patto per la salute stia- mo riorganizzando i servizi territoriali per garantire diagnosi precoci e riabili- tazione. Sulle cure però non possiamo imboccare scorciatoie fuori dal metodo sperimentale, che da secoli guida il pro- gresso della scienza e della medicina». Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, 43 anni, esponente del Nuovo Centrodestra, è alla guida del dicastero della Salute dal 28 aprile 2013. Nominata da Letta è stata riconfermata da Renzi Intervista/1 PAOLO RUSSO ROMA Ha detto Le due verità A quella giudiziaria deve seguire quella scientifica Sono state alimentate troppe false speranze ANSA ANSA U STAMINA LE REAZIONI Le istituzioni scientifiche L’Aifa e l’Istituto superiore di sanità devono essere più trasparenti e imparare a comunicare le loro decisioni «A ltro che truffatore. Io so- nounapersonaonesta.E StaminaèdapremioNo- bel per la medicina». Scusi, Vannoni, per quale ragione il premio Nobel? «Perché la metodica messa a punto dai due scienziati ucraini può salva- relavitaaunmilioneemezzodiper- soneinitaliaechissàquantiinEuro- pa. Perché il sistema funziona dav- vero:abbiamoleprove.Hotuttoqui, tutto documentato: una stanza zep- pa di documenti che porterò in tri- bunale. Voglio proprio vedere se mi condannano». Ma la Procura va giù pesante su di lei. E poi si è messo un bel po’ di soldi in tasca. Non è vero? «Ma quali soldi? Ho più di 360 mila euro di debiti con Equitalia. Io non homaipresouneurochesiaunodai pazienti. Ho fatto debiti, ma non ci ho mai guadagnato». Guariniello dice che la sua terapia è segreta, che il protocollo del co- siddetto metodo Stamina non è mai stato consegnato. Questo sa molto di truffa o quantomeno di terapia raffazzonata, non crede? «Ma cosa dice? Sono i Nas che non hanno acquisito la documentazio- ne, quando sono andati a fare l’ispezione a Brescia. E il ministero ha tutto in mano. Qui non c’è nulla di segreto». E non è da truffatore far credere ai pazienti che c’erano elevate pos- sibilità di guarigione? Lo dice la Procura che l’ha fatto? «Anche questo è falso. Ai pazienti abbiamo fatto firmare un consenso informatonelqualesispiegavatutto perfilopersegno.Anchechenonsa- pevamo se avrebbe fatto effetto. Ed eventuali gravi conseguenze. Qui non è stato preso in giro nessuno». Scusi, ma come ha fatto a diventa- re da un giorno all’altro da gesto- re di call center a medico che sa tutto di staminali? «Io non mi sono mai spacciato per medico». Ma a Lugano si è presentato o no come ricercatore dell’università di Brescia? «Questo è falso. Io insegnavo a Udi- ne, e non dovevo convincere nessu- no.Eranoquellidelcardiocentroche mi volevano. Non il contrario». Per lei è tutto uno sbaglio, degli altri. Ma ci sono tre medici che hanno fatto retromarcia sulle loro relazioni agiografiche su Stami- na. Come se lo spiega? «Me lo spiego dicendo che è una fol- liachetremedicidisconoscanolelo- rorelazioni.Epoiconquellemotiva- zioni,robadeltipomisonofattosug- gestionare». Sì ma lei con la medicina non c’en- tra nulla. E per caso un giorno ha scoperto la terapia delle terapie. «Misonocuratoconlestaminalicre- ate da quei due ricercatori Ucraini». Lo sa che sa molto di truffa, vero? «Maètuttoverissimo.Seavessivo- luto truffare qualcuno organizzavo viaggi della speranza per i malati. Mi facevo dare due o tremila euro e li mandavo su a Kiev. Io non avrei rischiato nulla e mi sarei fatto dei bei soldi. Invece ho trovato questi professionisti eccellenti e mi sono impegnato». Per guadagnarci? «No per i malati. E questo è stato il guaio. Le lobby farmaceutiche ci stanno facendo la guerra». E magari pure il Ministro Loren- zin, non è vero? «La Lorenzin fa come gli struzzi e nasconde la testa sotto la sabbia. Se tuttiavesserofattoillorodoverenon saremmo a questo punto». E adesso che farà? «Vadoavanticonleinfusioni.Ciso- no 180 giudici che le hanno ordina- te. Il 5 maggio, a Brescia, noi ri- prendiamo». Poi arrivano le elezioni. Se la con- dannano lei cosa fa, se ne sta in Europa al sicuro? «Non mi condanneranno. Ma se lo faranno mi dimetto subito». Intervista/2 LODOVICO POLETTO TORINO Vannoni rilancia: “Truffatore? Merito il Nobel” In difesa Davide Vannoni, fondatore dell’organizzazione che ha promosso il metodo Stamina al centro delle indagini

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LA STAMPA

GIOVEDÌ 24 APRILE 2014 .Primo Piano .5R

“Costretti daiTaradandareavantimaci sonodelle fallenel sistema”IlministroLorenzin: certe decisioni non spettanoai singoli ospedali

Gli espertiIl ministro

ha ribaditoche

il comitatodi scienziati

dovràesprimersi

sul metodoStamina

perché«è giusto

togliere ognidubbio a chi,spinto dalla

disperazione,ha coltivato

illusioni»Beatrice Lorenzin la rafficadi capi d’accusa se l’aspet-tava, «anche se quelle mi-nacce alle famiglie Stami-na sono da film dell’orro-

re». «Maallaveritàgiudiziarianedeveseguire una scientifica», puntualizzala titolaredella salute, chenon intendebloccare il Comitato che dovrà dire seci sono omeno le condizioni per speri-mentare il «metodo Vannoni». Però lariforma del sistema è dietro l’angolo:regole più trasparenti per le speri-mentazione«chenondovrannopiùes-sere decise dai singoli ospedali» e raf-forzamento del ruolo delle istituzioniscientifiche. Fissando qualche palettoancheper imediacheavolte fannoan-ti-scienza per qualche punto di au-dience in più.

Minacce ai genitori dei bambini,pazienti usati come cavie. Cosa haprovato a leggere quei passaggidelle notifiche consegnate agli in-dagati Stamina?

«I capidi imputazionesonoveramentepesanti ma del resto già nel parere delprimocomitato era scritto a chiare let-tere che le infusioni potevanoprovoca-re effetti anche gravi sulla salute».

Allora perché non intervenire conun decreto e bloccare tutto?

«Un intervento legislativo che vieti leinfusioni Stamina lo può fare solo ilParlamento.Finoadoggi, èbenericor-darlo, siamo stati costretti ad andareavanti dai Tar e dai giudici del lavoroche hanno accolto le richieste di fami-glie disperate».

Ha un senso anche attendere che ilnuovo comitato scientifico dica lasua sulla sperimentazione?

«Lo prescrive la legge.Ma a parte que-sto dico che c’è una verità giudiziariache dovrà essere accertata, ma ce n’èuna ancora più importante che è quellascientifica. In questi anni si sono ali-mentatetroppefalsesperanze.Ègiustotogliere ogni dubbio a chi, spinto dalladisperazione, ha coltivato illusioni».

EaVannonichedicedivolerandareavanti con le infusioni come repli-ca?

«Che in Italia non esistono ad oggi lecondizioni per sperimentare qualcosache nonha avuto la validazione da una

sola istituzione scientifica».Nonostante tutto Stamina è entratain un grande ospedale pubblico. Co-me se lo spiega?

«AgliSpedaliCivili sonostate fornite in-formazioni errate su Stamina ma ci so-no falle nel sistema. Abbiamo normesulla sperimentazione di farmaci e tera-pie che lasciano troppi spazi alle libereinterpretazioni. Dobbiamo definire re-gole più trasparenti e centralizzaremaggiormente le decisioni».

Anche in Aifa qualcosa non ha fun-zionato se un suo dirigente è finitonella lista degli indagati…

«Si è trattato di un caso singolo. Suquesta vicenda l’Aifa è stata quantomai rigorosa. Però sto pensando di ri-formarla per renderla più autonoma,come lo è la Food and Drug Admini-stration in America».

Basterà a interrompere la catena cheda Di Bella porta a Stamina?

«Dobbiamo riflettere anche sul ruolodelle istituzioni scientifiche, come lastessaAifa o l’Istituto superiore di sani-

tà, che devono essere più trasparenti eimparare a comunicare in modo com-prensibile le loro decisioni. PurtropposiamounPaeseabassaalfabetizzazionescientifica. Lodimostra il ruolo chehan-no avuto certi talk show alla ricerca diaudience con la Tv del dolore. Qualcheregola prima o poi dovremmo scriverlaanche qui, perché non si possono pro-muovere come terapie presuntimetodi,chenonhanno superato nemmeno la fa-se uno della sperimentazione».

Intanto cosa si sente di dire alle «fa-miglie Stamina»?

«Non dovremo più lasciarle sole. Ho ap-penamesso a punto un Piano per lema-lattie rare al quale indirizzerò anche i 3milioni previsti per Stamina se il Comi-tato daràparerenegativo alla sperimen-tazione. Poi nel Patto per la salute stia-mo riorganizzando i servizi territorialiper garantire diagnosi precoci e riabili-tazione. Sulle cure però non possiamoimboccare scorciatoie fuori dal metodosperimentale, che da secoli guida il pro-gresso della scienza e dellamedicina».

Ilministro

della Salute

Beatrice Lorenzin, 43 anni,esponente del Nuovo Centrodestra,

è alla guida del dicastero della Salutedal 28 aprile 2013. Nominata da

Letta è stata riconfermata da Renzi

Intervista/1

PAOLO RUSSO

ROMA

Hadetto

Le due verità

Aquellagiudiziariadeveseguirequella scientificaSonostatealimentatetroppefalsesperanze

ANSA

ANSA

U

STAMINALEREAZIONI

Le istituzioni scientifiche

L’Aifae l’Istitutosuperioredi sanitàdevonoesserepiù trasparentie imparareacomunicare le lorodecisioni

«Altro che truffatore. Io so-no una persona onesta. EStamina è da premio No-

bel per la medicina».Scusi, Vannoni, per quale ragioneil premio Nobel?

«Perché la metodica messa a puntodai due scienziati ucraini può salva-re la vita a unmilione emezzo di per-sone in italia e chissà quanti in Euro-pa. Perché il sistema funziona dav-vero: abbiamo le prove. Ho tutto qui,tutto documentato: una stanza zep-pa di documenti che porterò in tri-bunale. Voglio proprio vedere se micondannano».

Ma la Procura va giù pesante su dilei. E poi si è messo un bel po’ disoldi in tasca. Non è vero?

«Ma quali soldi? Ho più di 360 mila

euro di debiti con Equitalia. Io nonho mai preso un euro che sia uno daipazienti. Ho fatto debiti, ma non ciho mai guadagnato».

Guariniello dice che la sua terapiaè segreta, che il protocollo del co-siddetto metodo Stamina non èmai stato consegnato. Questo samolto di truffa o quantomeno diterapia raffazzonata, non crede?

«Ma cosa dice? Sono i Nas che nonhanno acquisito la documentazio-ne, quando sono andati a farel’ispezione a Brescia. E il ministeroha tutto in mano. Qui non c’è nulladi segreto».

E non è da truffatore far credere aipazienti che c’erano elevate pos-sibilità di guarigione? Lo dice laProcura che l’ha fatto?

«Anche questo è falso. Ai pazientiabbiamo fatto firmare un consensoinformato nel quale si spiegava tuttoper filo per segno. Anche che non sa-pevamo se avrebbe fatto effetto. Edeventuali gravi conseguenze. Quinon è stato preso in giro nessuno».

Scusi, ma come ha fatto a diventa-re da un giorno all’altro da gesto-re di call center a medico che satutto di staminali?

«Io non mi sono mai spacciato permedico».

Ma a Lugano si è presentato o nocome ricercatore dell’universitàdi Brescia?

«Questo è falso. Io insegnavo a Udi-ne, e non dovevo convincere nessu-no. Erano quelli del cardiocentro chemi volevano. Non il contrario».

Per lei è tutto uno sbaglio, deglialtri. Ma ci sono tre medici chehanno fatto retromarcia sulle lororelazioni agiografiche su Stami-na. Come se lo spiega?

«Me lo spiego dicendo che è una fol-lia che tre medici disconoscano le lo-ro relazioni. E poi con quelle motiva-zioni, roba del tipomi sono fatto sug-gestionare».

Sì ma lei con la medicina non c’en-tra nulla. E per caso un giorno ha

scoperto la terapia delle terapie.«Mi sono curato con le staminali cre-ate da quei due ricercatori Ucraini».

Lo sa che sa molto di truffa, vero?«Ma è tutto verissimo. Se avessi vo-luto truffare qualcuno organizzavoviaggi della speranza per i malati.Mi facevo dare due o tremila euro eli mandavo su a Kiev. Io non avreirischiato nulla e mi sarei fatto deibei soldi. Invece ho trovato questiprofessionisti eccellenti e mi sonoimpegnato».

Per guadagnarci?«No per i malati. E questo è stato ilguaio. Le lobby farmaceutiche cistanno facendo la guerra».

E magari pure il Ministro Loren-zin, non è vero?

«La Lorenzin fa come gli struzzi enasconde la testa sotto la sabbia. Setutti avessero fatto il loro dovere nonsaremmo a questo punto».

E adesso che farà?«Vado avanti con le infusioni. Ci so-no 180 giudici che le hanno ordina-te. Il 5 maggio, a Brescia, noi ri-prendiamo».

Poi arrivano le elezioni. Se la con-dannano lei cosa fa, se ne sta inEuropa al sicuro?

«Non mi condanneranno. Ma se lofaranno mi dimetto subito».

Intervista/2

LODOVICO POLETTO

TORINO

Vannoni rilancia:“Truffatore?

Merito ilNobel”In difesa

Davide Vannoni, fondatoredell’organizzazione che ha

promosso il metodo Staminaal centro delle indagini

2 .Primo Piano .LA STAMPA

GIOVEDÌ 24 APRILE 2014

La rete dello psicologo che sispacciava per medico, Davi-de Vannoni, è stata ufficial-mente smascherata. Venti gliindagati dal procuratore Raf-faele Guariniello, a vario tito-lo, per associazione a delin-quere finalizzata alla truffaaggravata dall’essere in dan-no al servizio sanitario nazio-nale, somministrazione peri-colosa di farmaci, esercizioabusivo della professionemedica e reati minori.

Le 71 pagine, a conclusio-ne delle indagini preliminari,che preludono alla richiestadi rinvio a giudizio, fannorabbrividire. Ecco le accusedi Guariniello: «Centounopazienti trattati come cavie»e «in assenza di qualsivogliapubblicazione scientifica delcosiddetto metodo Stami-na», «con autocertificazionidel 2011 fallaci e mendaci agliSpedali civili di Brescia». Eancora: «Giudici del lavorotrattati come pedine incon-sapevoli di un gioco più gran-de di loro». E si spera che lafine dell’inchiesta fermi l’al-talena di autorizzazioni eproibizioni del metodo impo-ste da tribunali del lavoro oamministrativi.

All’apice del sistema Sta-mina c’è lui, il guru delle pre-sunte guarigioni: DavideVannoni, 47 anni, torinese,una passione per le Porsche eun’indole da incantatore diserpenti, tanto da indurreuna schiera di malati e pa-renti alla sua adorazione e al-la sua difesa a oltranza. Il suobraccio destro è il medicoMarino Andolina, 68 anni, excoordinatore del Centro tra-pianti all’Irccs Burlo Garofo-lo di Trieste. Per la procura ei carabinieri del Nas di Tori-no, coordinava e «controllavale manipolazioni delle stami-nali. Ha favorito parenti difunzionari della RegioneLombardia e dell’Asl di Bre-scia, solo per ottenere che laterapia Stamina potesse es-sere applicata in una struttu-ra pubblica: gli Spedali civilidi Brescia».

Quattro i medici indagati.C’è Leonardo Scarzella, neu-rologo all’ospedale Valdese diTorino, «che faceva leva sullasua figura di medico su pa-zienti e familiari e li mandavaa Vannoni». Il suo collegad’ospedale, l’ortopedico An-drea Losana che «effettuavaall’ambulatorio Lisa di Car-magnola biopsie midollari». ACarmagnola lavorava ancheLuciano Ettore Fungi «cheeseguiva la biopsia midollaree la reintroduzione di stami-nali». Mentre agli Spedali ci-vili di Brescia, Gabriele To-masoni, dirigente dell’unitàd’anestesia «seguiva diretta-mente le terapie infusionali esomministrava la sospensio-ne cellulare “segreta” prepa-rata dalla Mollino». Per non

parlare poi di venti medici«pentiti» che si sono vergogna-ti della loro «leggerezza e diaver alimentato false speran-ze». Hanno ammesso: «Non co-nosco nulla del metodo Stami-na», «Mi vergogno della mialeggerezza», «Un metodo spe-rimentale senza fondamentoscientifico». Sconvolgente:«Non ho rilevato nessun miglio-ramento concreto».

Grazie a un sistema di socie-tà incastrate, stile scatole ci-nesi, dai pazienti si incassava-no «tra il 2007 e il 2009 sommedai 30 ai 50 mila euro». Inoltresi puntava ad estendere Sta-mina all’estero, «in Messico,Hong Kong e Svizzera». Nellanota integrativa al bilancio2012 della Medestea Stemcellssrl, l’amministratore delegatoGianfranco Merizzi, indagato,

scrive che «la reazione dellefamiglie dei malati e di diverseassociazioni ha scatenatoun’attività mediatica di forteimpatto che ha indotto il mini-stro della Salute (Balduzzi,ndr) a emettere un decretoche consente alla StaminaFoundation di arruolare nuovipazienti di patologie rare econtinuare le terapie pressol’ospedale di Brescia per 18mesi». Indagato anche l’archi-tetto Luigi Bistagnino, sociodella «srl ReGene» che «costi-tuiva e utilizzava società».

Una delle pietre dello scanda-lo è Erica Molino, biologa noniscritta all’albo, accusata di avereffettuato l’attività di manipola-zione ed espansione del materia-le biologico umano per l’estrazio-ne di cellule staminali a San Ma-rino, all’Ircss Burlo Garofalo di

Trieste e agli Spedali Civili diBrescia. Qui era abusivo Mau-rielloRomanazzi. Indagatianchei biologi russi e ucraini KlimenkoVyacheslav e Olena Scheghelskae Arnalda Lanfranchi in servizioagli Spedali civili di Brescia.

Assai nutrito è anchel’elenco dei manager finitinel mirino di inquirenti e in-vestigatori. Si tratta diMauro Delendi, direttoregenerale dal 2007 al 2010del Irccs di Trieste; Marcel-lo La Rosa, dirigente del-l’Ires Piemonte; RobertoFerro, presidente del Po-liambulatorio Lisa di Car-magnola (in provincia di To-rino). Non finisce qui. Spic-cano inoltre ben tre dirigen-ti degli Spedali civili di Bre-scia: il direttore sanitarioErmanna Derelli, FulvioPorta, direttore di strutturae Carmen Terraroli, mem-bro della segreteria scienti-fica del Comitato etico.

Purtroppo anche chi dove-va controllare non lo ha fatto.

Indagato Carlo Tomino,responsabile dell’ufficio ri-cerca e sperimentazione cli-nica dell’Aifa (Associazioneitaliana farmaco), per«l’aver agevolato o comun-que non aver impedito lacommercializzazione e lasomministrazione dei far-maci del metodo Stamina».Tomino, secondo l’accusa, hapermesso a Vannoni e soci difar partire e mantenere lasomministrazione del meto-do a Brescia e di «sostenerecon ogni mezzo e in ogni se-de (anche davanti ai tribuna-li del lavoro e ai Tar) di averottenuto l’autorizzazione o ilbeneplacito dell’Aifa, che in-debitamente e strumental-mente accusavano di essersipoi contraddetta».

GRAZIA LONGO

ROMA

IVERTICI

IBIOLOGI (VERIOPRESUNTI)

IDIRIGENTIOSPEDALIERI

U

STAMINASCIENZAEGIUSTIZIA

Ecco laretecriminalediVannoniLaProcuradiTorinochiude l’inchiesta:venti indagati.Tra ireati la truffae l’usodi farmacipericolosiConilguru,compliciprofessionisti inospedaliedentipubblici. “Centounopazienti trattaticomecavie”

IMEDICI

ILRESPONSABILEDELL’AIFA

LESOCIETA’

Spiega chi è, chiede la di-sponibilità di una «cli-ning room» per le infu-

sioni di staminali, inganna isuoi interlocutori e ottiene ilvia libera. Non conoscevamoquesta doppia identità. Co-

me non conoscevamo l’ho-stess pagata per fare l’infer-miera. L’amico farmacista chesi spacciava per dottore. Etutti insieme, protagonisti ecomparse, battevano consola-ti e ambasciate di Capo Verde,per illustrare il grande pro-getto per portare Stamina al-la clinica Murdeira sull’isoladi Sal. Sembra quasi una fuga,adesso. Il tentativo di perpe-tuare se stessi al di fuori daiconfini italiani, mentre la si-tuazione precipitava.

Sono gli ultimi sviluppi del-l’inchiesta dei Nas dei carabi-nieri, coordinati dal procurato-

re Raffaele Guariniello. Sei annidi lavoro difficilissimo. Contro-corrente. Fatto su fatto. Vittimadopo vittima. Risalendo campa-gne mediatiche orchestrate adarte, in cui il dolore dei pazienti èstato usato come mezzo di per-suasione. Nel provvedimento dichiusura indagini è citata un’in-tervista di Vannoni «che ha dif-fuso uno stato di allarme nellapopolazione». Questa: «Senza lemie cure possono morire fino a18 mila persone». Terrore. Pa-zienti «usati come cavie». Bam-bini malati mostrati su Face-book per commuovere un po’ dipiù. Fino a 48 mila euro per sin-

Partitodaunacantinail grupposognava

unbusinessmondiale

RetroscenaNICCOLÒ ZANCAN

TORINORaffaele

Guariniello,Il pubblicoministero

che hacondotto

l’inchiestasu Stamina

golo trattamento.Adesso è tutto scritto su car-

ta intestata alla «Procura dellaRepubblica». Quello che «LaStampa» aveva documentatocon interviste, reportage e com-menti dei più importanti scien-ziati. Non c’era nessun metodo.Non era una cura. Neppure lorosapevano cosa stessero sommi-nistrando. Abbiamo usato peranni parole sbagliate. Erano«falsi documenti», «autocertifi-

DavideVannoni

MarinoAndolina

LeonardoScarzella

GianfrancoMerizzi

LuigiBistagnino

CarloTomino

MauroDelendi

EricaMolino

KlimenkoVyacheslav

OlenaScheghelska

GabrieleTomasoni

AndreaLosana

LucianoEttore Fungi

MaurielloRomanazzi

ArnaldaLanfranchi

MarcelloLa Rosa

RobertoFerro

ErmannaDerelli

FulvioPorta

CarmenTerraroli

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

LA STAMPA

GIOVEDÌ 24 APRILE 2014 .Primo Piano .3

JenaComunisti

Bentornato tra noi compagnoBondi.

[email protected]

cazioni mendaci». Erano «ricor-si ai Tribunali del Lavoro inspregio agli autorevoli pareri delConsiglio Superiore di Sanità eal divieto imposto dall’Aifa». Ilmetodo Stamina non era neppu-re un’invenzione, ma copiato daWikipedia. Prometteva guari-gioni, ma era una storia di soldi.

Ecco il professore di psicolo-gia Davide Vannoni, nelle paro-le dagli investigatori: «A suo di-re neuroscienziato, ma di fattoanimato dall’intento di ricavareguadagni grazie a pazienti conmalattie degenerative senzasperanza». È lui «il capo». Lui«il promotore e l’organizzatoredell’associazione a delinquerefinalizzata alla truffa». Ci sono111 vittime accertate. Pazienti acui era stato promesso un mira-colo impossibile. Non guariva-no. Non erano vere neppure leprescrizioni di quindici mediciche Vannoni citava sempre asuffragio del suo metodo. Inter-rogati, tutti e quindici hannopreso le distanze. Non avevanomai fatto esami strumentali.Non avevano potuto constatare

nessun miglioramento. E dun-que: l’inesistente metodo Sta-mina non aveva neppure il pre-gio di essere innocuo. «Risulta-no anzi essersi verificati eventiavversi in un numero significa-tivo di pazienti trattati», scriveil procuratore Guariniello.

Condizioni igieniche inade-guate, in sedi non controllate.Conoscevamo lo scantinato bu-io di via Giolitti a Torino, il cen-tro Benessere Exclusive Me diSan Marino. Una scrivania co-me lettino. Un addetto alle puli-zie come infermiere. L’iniezionecon il cuscino dietro la schiena.Con il professor Vannoni chemaneggia provette, indica ilpunto esatto dove puntarel’ago, visita i pazienti, entra insala operatoria con abiti sba-gliati. Con la biologa Erika Moli-no, mai iscritta all’albo dei Bio-logi, che si allontana prima diun’infusione dicendo: «Vado amettere l’ingrediente segreto».Con il vicepresidente Andolinache «pratica personalmenteun’iniezione intratecale endo-venosa e poi conserva un cam-

pione biologico di un malato».Per passare, nel corso degli an-ni, dalla fase clandestina a quel-la istituzionale. Eppure....

Anche all’Istituto Burlo e Ga-rofalo di Trieste tutto è succes-so fuori dal controllo. Anche aBrescia. Dove Stamina riescead entrare perchè tre diversimedici, fra cui il direttore sani-tario Ermanna Derelli, intendo-no sottoporre tre loro parenti altrattamento, facendolo pagareal Servizio Sanitario Nazionale.Un cortocircuito tale, che a uncerto punto Vannoni arriva ascrivere di suo pugno una notafirmata dal direttore generaledell’ospedale. Per sbloccare iltrattamento «di persone in im-minente pericolo di vita». Maanche qui, come sempre, il me-todo non è metodo, la cura nonè cura. Tutto viene fatto in con-dizioni «di inadeguatezza»,«con procedure non conformi»,«con carenza di controlli»,«senza fornire protocolli»,«senza procedura per la trac-ciabilità delle cellule», «impo-nendo al personale di Stamima

di mantenere segrete le proce-dure».

Di tutto questo, Davide Van-noni e l’amico Gianfranco Me-rizzi, presidente dell’aziendaparafarmaceutica Medestea,volevano farne un business pla-netario. «Creando rapporti or-ganizzati e finalizzati alla com-mercializzazione nazionale emondiale della cosiddetta tera-pia Stamina», scrivono gli inve-stigatori.

Società in Svizzera. Dirittiesclusivi. E soldi, soldi, soldi.Come scrive lo stesso Merizzinella nota integrativa al bilan-cio della sua società: «Le poten-ziali forti sinergie prospettatesifra Vannoni e Medestea hannopermesso di disegnare un pro-getto di portata internazionaleche sarà controllato dalla no-stra società. L’anno 2013 è pre-visto come anno di investimen-ti, mentre per il 2014 si prevedo-no i primi importanti introiti.Sono in corso contatti avanzaticon Messico, Hong Kong, Sviz-zera». Non proprio un progetto«compassionevole».

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Si intitola «Il grande in-ganno» l’e-book sul casoStamina curato da Nic-colò Zancan e pubblicatoda La Stampa disponibi-le su Amazon, BookRe-public e iBookstore a 1,99euro.

«Mi ver-g o -gno dia v e ravuto

la leggerezza di poter alimen-tare false speranze». «Mivergogno di aver accettato disottoporre a visita i pazientiche hanno subito le infusioni(…) per verificare l’assenza dieffetti collaterali e raccoglie-re elementi clinici e strumen-tali che potessero provarel’efficacia del falso metodo».«Mi vergogno e mi sento col-pevole se le mie relazionipossono avere contribuito aconvincere i Tribunali giudi-canti sulla necessità di pre-scrivere la terapia del nulla».

Sono quattro paginette dimea culpa quelle che il gran-de pentito di Stamina ha in-viato il 3 marzo scorso ai Ca-rabinieri dei Nas. Il dottorMassimo Sher, «medico chi-rurgo e neurologo» è scrittonella sua carta intestata, an-che se la specializzazionenon l’ha mai conseguita, am-mette. Però per un bel po’ ditempo ha prescritto il meto-do Vannoni alle famiglie chevolevano rivolgersi ai giudiciper entrare nelle liste d’atte-sa di Brescia. Quegli stessimagistrati che a volte lo han-no chiamato in causa peresprimere un parere medicosulle infusioni dei miracolipromessi dagli uomini dellaStamina foundation, che ildottore dice di aver cono-sciuto e che descrive comeuna specie di circo, «una sca-tola vuota o meglio piena dipiccoli mostri che giocano al-l’apprendista stregone».

«L’unica biologa, EricaMolino, non ha alcuna espe-rienza di lavoro di equipe al-l’interno di centri di ricerca enon è in grado di sostenerealcun dibattito scientificoche possa spaziare anchefuori del tema in oggetto»,scrive il dottore. Che poicompleta il ritratto riferendoche però la biologa mai iscrit-ta all’Albo «ha svolto per va-rio tempo attività di modellain passerelle di moda e non èchiaro come Vannoni l’abbiaarruolata». Ma ce n’è ancheper il vice guru di Stamina,Marino Andolina, che «nonha conoscenza di alcun meto-do scientifico, riporta casisti-

che inconsistenti spesso fon-date su casi singoli e, per lopiù, presenta come validi i suoilavori scientifici che non supe-rerebbero mai il filtro dei co-mitati appositi per conceder-ne la pubblicazione».

Poi c’è Emanuela Colombo«braccio destro di Vannoni,sempre dietro le quinte, affa-scinata dal suo guru, che reg-ge la rete dei contatti utiliz-zando il bricolage delle tecni-che informatiche». Se questaè la Stamina foundation vie-ne da chiedersi perché il dot-tor Sher abbia prescrittoquel che lui stesso definisceil nulla e che ai giudici del la-voro avrebbe invece racco-mandato come clinicamenteefficace. La risposta nellalettera inviata ai Nas, in cui

ammette di essersi fidato delfatto che, essendo stata adot-tata da una grande strutturaospedaliera pubblica, qual èquella di Brescia, la terapiarispettasse le regole che nedovrebbero autorizzare laprescrizione. Quelle regole lericorda nella missiva lo stes-so medico pentito. «Primo: lapatologia in causa deve esse-re nota, diagnosticata concertezza attraverso esamiclinici e strumentali, valuta-ta sotto l’aspetto prognosti-co in termini di previsione diinsorgenza di deficit invali-danti». Tutte cose mancantinelle cartelle cliniche di Bre-scia e che hanno dato il via alvalzer delle illusioni.

Secondo, ricorda il dotto-re, «la scelta del programma

terapeutico viene effettuatain base alla conoscenza diquanto risulta emerso dalleindagini scientifiche di labo-ratorio e dalla sperimenta-zione clinica, effettuate ri-spettando le linee guida ed iprotocolli forniti anche dalleSocietà scientifiche».

Anche qui tutto il contrariodi quanto avvenuto con Sta-mina, che un protocollo a Bre-scia non l’ha mai consegnato.

«Ho peccato nel controllosulle sostanze iniettate, rite-nendolo già effettuato da me-dici e ricercatori investiti ditale responsabilità», ammet-te il dottor Sher. Che nono-stante le sue «manchevolez-ze» è riuscito a convincere igiudici a ingrossare a Bresciale liste d’attesa dell’illusione.

La letteradelmedicopentito“Tutti apprendisti stregoni”

Uncollaboratore diVannoni: “Hopeccato, erano incompetenti”

il casoPAOLO RUSSO

ROMA

Una manifestazione pro Stamina davanti agli Spedali Civili di Brescia

2007I primi esperimenti�Vannoni inizia a pro-porre il suo «metodo» inun sottoscala torinese esuccessivamente a SanMarino e Trieste. Nel 2009fonda la «Stamina Foun-dation Onlus».

2010-2011Le prime indagini�La procura di Torinoapreun’inchiestasull’asso-ciazione di Vannoni. Pochimesi dopo gli Spedali Civilidi Brescia avviano cure «aduso compassionevole» in-sieme a Stamina Onlus.

2012Lo stop dell’Aifa�L’Agenzia italiana delfarmaco e i Nas accertanoche a Brescia vengono ef-fettuateterapieStaminaelevietanoconun’ordinan-za. Alcune famiglie e gliSpedali impugnano l’ordi-nanza davanti al Tar.

LetappeDalsottoscala

aitribunali

2013Il caso in televisione� I ricorsi davanti aigiudici e le storie di alcunipazienti «simbolo» comeSofia o Celeste hannogrande spazio sui media,soprattutto attraverso iservizi del programma te-levisivo «Le Iene».

2013Il decreto Balduzzi� Il ministero della Salu-te autorizza la conclusionedei trattamenti bresciani eistituisceunacommissioneper valutarne gli effetti.

2013Commissioni e proteste�Gli esperti bocciano ilmetodo. Le famiglie deimalati protestano. Il Tarchiede che venga istituitoun nuovo comitato diesperti.

Mivergognodiaveravutola leggerezzadipoteralimentarefalsesperanze

Mivergognose lemierelazionihannoindotto i tribunaliaprescriverela terapiadelnulla

Hadetto

LA STAMPA

GIOVEDÌ 24 APRILE 2014 .Primo Piano .5R

“Costretti daiTaradandareavantimaci sonodelle fallenel sistema”IlministroLorenzin: certe decisioni non spettanoai singoli ospedali

Gli espertiIl ministro

ha ribaditoche

il comitatodi scienziati

dovràesprimersi

sul metodoStamina

perché«è giusto

togliere ognidubbio a chi,spinto dalla

disperazione,ha coltivato

illusioni»Beatrice Lorenzin la rafficadi capi d’accusa se l’aspet-tava, «anche se quelle mi-nacce alle famiglie Stami-na sono da film dell’orro-

re». «Maallaveritàgiudiziarianedeveseguire una scientifica», puntualizzala titolaredella salute, chenon intendebloccare il Comitato che dovrà dire seci sono omeno le condizioni per speri-mentare il «metodo Vannoni». Però lariforma del sistema è dietro l’angolo:regole più trasparenti per le speri-mentazione«chenondovrannopiùes-sere decise dai singoli ospedali» e raf-forzamento del ruolo delle istituzioniscientifiche. Fissando qualche palettoancheper imediacheavolte fannoan-ti-scienza per qualche punto di au-dience in più.

Minacce ai genitori dei bambini,pazienti usati come cavie. Cosa haprovato a leggere quei passaggidelle notifiche consegnate agli in-dagati Stamina?

«I capidi imputazionesonoveramentepesanti ma del resto già nel parere delprimocomitato era scritto a chiare let-tere che le infusioni potevanoprovoca-re effetti anche gravi sulla salute».

Allora perché non intervenire conun decreto e bloccare tutto?

«Un intervento legislativo che vieti leinfusioni Stamina lo può fare solo ilParlamento.Finoadoggi, èbenericor-darlo, siamo stati costretti ad andareavanti dai Tar e dai giudici del lavoroche hanno accolto le richieste di fami-glie disperate».

Ha un senso anche attendere che ilnuovo comitato scientifico dica lasua sulla sperimentazione?

«Lo prescrive la legge.Ma a parte que-sto dico che c’è una verità giudiziariache dovrà essere accertata, ma ce n’èuna ancora più importante che è quellascientifica. In questi anni si sono ali-mentatetroppefalsesperanze.Ègiustotogliere ogni dubbio a chi, spinto dalladisperazione, ha coltivato illusioni».

EaVannonichedicedivolerandareavanti con le infusioni come repli-ca?

«Che in Italia non esistono ad oggi lecondizioni per sperimentare qualcosache nonha avuto la validazione da una

sola istituzione scientifica».Nonostante tutto Stamina è entratain un grande ospedale pubblico. Co-me se lo spiega?

«AgliSpedaliCivili sonostate fornite in-formazioni errate su Stamina ma ci so-no falle nel sistema. Abbiamo normesulla sperimentazione di farmaci e tera-pie che lasciano troppi spazi alle libereinterpretazioni. Dobbiamo definire re-gole più trasparenti e centralizzaremaggiormente le decisioni».

Anche in Aifa qualcosa non ha fun-zionato se un suo dirigente è finitonella lista degli indagati…

«Si è trattato di un caso singolo. Suquesta vicenda l’Aifa è stata quantomai rigorosa. Però sto pensando di ri-formarla per renderla più autonoma,come lo è la Food and Drug Admini-stration in America».

Basterà a interrompere la catena cheda Di Bella porta a Stamina?

«Dobbiamo riflettere anche sul ruolodelle istituzioni scientifiche, come lastessaAifa o l’Istituto superiore di sani-

tà, che devono essere più trasparenti eimparare a comunicare in modo com-prensibile le loro decisioni. PurtropposiamounPaeseabassaalfabetizzazionescientifica. Lodimostra il ruolo chehan-no avuto certi talk show alla ricerca diaudience con la Tv del dolore. Qualcheregola prima o poi dovremmo scriverlaanche qui, perché non si possono pro-muovere come terapie presuntimetodi,chenonhanno superato nemmeno la fa-se uno della sperimentazione».

Intanto cosa si sente di dire alle «fa-miglie Stamina»?

«Non dovremo più lasciarle sole. Ho ap-penamesso a punto un Piano per lema-lattie rare al quale indirizzerò anche i 3milioni previsti per Stamina se il Comi-tato daràparerenegativo alla sperimen-tazione. Poi nel Patto per la salute stia-mo riorganizzando i servizi territorialiper garantire diagnosi precoci e riabili-tazione. Sulle cure però non possiamoimboccare scorciatoie fuori dal metodosperimentale, che da secoli guida il pro-gresso della scienza e dellamedicina».

Ilministro

della Salute

Beatrice Lorenzin, 43 anni,esponente del Nuovo Centrodestra,

è alla guida del dicastero della Salutedal 28 aprile 2013. Nominata da

Letta è stata riconfermata da Renzi

Intervista/1

PAOLO RUSSO

ROMA

Hadetto

Le due verità

Aquellagiudiziariadeveseguirequella scientificaSonostatealimentatetroppefalsesperanze

ANSA

ANSA

U

STAMINALEREAZIONI

Le istituzioni scientifiche

L’Aifae l’Istitutosuperioredi sanitàdevonoesserepiù trasparentie imparareacomunicare le lorodecisioni

«Altro che truffatore. Io so-no una persona onesta. EStamina è da premio No-

bel per la medicina».Scusi, Vannoni, per quale ragioneil premio Nobel?

«Perché la metodica messa a puntodai due scienziati ucraini può salva-re la vita a unmilione emezzo di per-sone in italia e chissà quanti in Euro-pa. Perché il sistema funziona dav-vero: abbiamo le prove. Ho tutto qui,tutto documentato: una stanza zep-pa di documenti che porterò in tri-bunale. Voglio proprio vedere se micondannano».

Ma la Procura va giù pesante su dilei. E poi si è messo un bel po’ disoldi in tasca. Non è vero?

«Ma quali soldi? Ho più di 360 mila

euro di debiti con Equitalia. Io nonho mai preso un euro che sia uno daipazienti. Ho fatto debiti, ma non ciho mai guadagnato».

Guariniello dice che la sua terapiaè segreta, che il protocollo del co-siddetto metodo Stamina non èmai stato consegnato. Questo samolto di truffa o quantomeno diterapia raffazzonata, non crede?

«Ma cosa dice? Sono i Nas che nonhanno acquisito la documentazio-ne, quando sono andati a farel’ispezione a Brescia. E il ministeroha tutto in mano. Qui non c’è nulladi segreto».

E non è da truffatore far credere aipazienti che c’erano elevate pos-sibilità di guarigione? Lo dice laProcura che l’ha fatto?

«Anche questo è falso. Ai pazientiabbiamo fatto firmare un consensoinformato nel quale si spiegava tuttoper filo per segno. Anche che non sa-pevamo se avrebbe fatto effetto. Edeventuali gravi conseguenze. Quinon è stato preso in giro nessuno».

Scusi, ma come ha fatto a diventa-re da un giorno all’altro da gesto-re di call center a medico che satutto di staminali?

«Io non mi sono mai spacciato permedico».

Ma a Lugano si è presentato o nocome ricercatore dell’universitàdi Brescia?

«Questo è falso. Io insegnavo a Udi-ne, e non dovevo convincere nessu-no. Erano quelli del cardiocentro chemi volevano. Non il contrario».

Per lei è tutto uno sbaglio, deglialtri. Ma ci sono tre medici chehanno fatto retromarcia sulle lororelazioni agiografiche su Stami-na. Come se lo spiega?

«Me lo spiego dicendo che è una fol-lia che tre medici disconoscano le lo-ro relazioni. E poi con quelle motiva-zioni, roba del tipomi sono fatto sug-gestionare».

Sì ma lei con la medicina non c’en-tra nulla. E per caso un giorno ha

scoperto la terapia delle terapie.«Mi sono curato con le staminali cre-ate da quei due ricercatori Ucraini».

Lo sa che sa molto di truffa, vero?«Ma è tutto verissimo. Se avessi vo-luto truffare qualcuno organizzavoviaggi della speranza per i malati.Mi facevo dare due o tremila euro eli mandavo su a Kiev. Io non avreirischiato nulla e mi sarei fatto deibei soldi. Invece ho trovato questiprofessionisti eccellenti e mi sonoimpegnato».

Per guadagnarci?«No per i malati. E questo è stato ilguaio. Le lobby farmaceutiche cistanno facendo la guerra».

E magari pure il Ministro Loren-zin, non è vero?

«La Lorenzin fa come gli struzzi enasconde la testa sotto la sabbia. Setutti avessero fatto il loro dovere nonsaremmo a questo punto».

E adesso che farà?«Vado avanti con le infusioni. Ci so-no 180 giudici che le hanno ordina-te. Il 5 maggio, a Brescia, noi ri-prendiamo».

Poi arrivano le elezioni. Se la con-dannano lei cosa fa, se ne sta inEuropa al sicuro?

«Non mi condanneranno. Ma se lofaranno mi dimetto subito».

Intervista/2

LODOVICO POLETTO

TORINO

Vannoni rilancia:“Truffatore?

Merito ilNobel”In difesa

Davide Vannoni, fondatoredell’organizzazione che ha

promosso il metodo Staminaal centro delle indagini