ROBERT LEPAGE / EX MACHINA 887 - epidemic.net · ha ricevuto premi da tutto il mondo, che fa teatro...

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ROBERT LEPAGE / EX MACHINA 887 Teatro Argentina, Roma 23 / 26 settembre 2015 inaugurazione del Romaeuropa Festival 30 a edixione rassegna stampa aggiornata al 3 ottobre 2015 a cura di Francesca Venuto, Matteo Antonaci

Transcript of ROBERT LEPAGE / EX MACHINA 887 - epidemic.net · ha ricevuto premi da tutto il mondo, che fa teatro...

ROBERT LEPAGE / EX MACHINA

887

Teatro Argentina, Roma 23 / 26 settembre 2015

inaugurazione del Romaeuropa Festival 30a edixione

rassegna stampa aggiornata al 3 ottobre 2015 a cura di Francesca Venuto, Matteo Antonaci

Quotidiani

08-28 La Repubblica Lepage "Il mio teatro tra avanguardia e Breaking Bad" A. Bandettini intervista 09-22 Il Manifesto Una lente d'ingrandimento sul condominio dei ricordi A. Di Genova conferenza stampa 09-20 La Repubblica Romaeuropa, si apre con Lepage R. di Giammarco presentazione 09-22 L'Unita' Da Lepage a Fabre, al via il Romaeuropa Festival F. De Sanctis conferenza stampa 09-22 Il Messaggero In scena domani "887" opera multimediale del canadese Lepage S. Antonucci presentazione 06-14 Corriere della Sera - Ed. Roma Un maestro dell'illusione accende la lampada della memoria lontana P. Cervone presentazione 09-22 La Repubblica - Ed. Roma Lepage e altre star Romaeuropa fa 30 R. di Giammarco conferenza stampa 09-22 Corriere della Sera - Ed. Roma Giovani o grandi maestri, Romaeuropa c'e' L. Martellini conferenza stampa 09-22 Il Messaggero Robert Lepage "Nel mio condominio c'e' il mondo" V. Venturi conferenza stampa 09-23 Il Tempo All'Argentina la casa-video di Lepage T. De Matteis presentazione

Settimanali

08-07 Il Venerdi' (La Repubblica) Non è tutta scena Edimburgo è proprio un teatro R. di Giammarco citazione 09-01 Where Rome Hot dates

presentazione

09-17 Trovaroma (La Repubblica) Robert Lepage ambasciatore dei saperi e del racconto R. di Giammarco presentazione 09-18 Il Venerdi' (La Repubblica) Il meglio di teatro danza e musica: in contemporanea M. Capuani citazione

Critica

08-23 La Repubblica citazione in Binoche messaggera tragica a Edimburgo R. di Giammarco recensione 09-26 Il Manifesto La scatola del racconto G. Capitta recensione 09-29 Il Messaggero Lepage il passato con la scena del futuro S. Antonucci recensione 10-01 Corriere della Sera Il falso realismo di Lepage con telecomando e modellini F. Cordelli recensione 10-05 L’Unità Il separatismo in un condominio F. De Sanctis recensione 10-08 L'Espresso Siamo un po' tutti del Quebec R. Cirio recensione 09-27 La Repubblica Corpi e tensioni cosi' si rompe ogni confine tra i generi A. Bandettini citazione

Radio

09-24 Rai Giornale Radio1 A. Chini Intervista e recensione

Televisioni

09-27 Rai TG3 D. Cataldi presentazione

Critica online

http://www.culturaeculture.it/spettacoli/887-robert-lepage-recensione-dello-spettacolo-68229/ P. Leone http://nucleoartzine.com/ref-2015ex-machinarobert-lepage887/ A. Bozzaotra http://www.annamonteverdi.it/digital/la-neo-oralita-di-887-di-robert-lepage-inaugura-romaeuropa-festival/ A. Monteverdi http://www.paperstreet.it/cs/leggi/6145-887_o_il_proprio_posto_nella_storia_-_Robert_Lepage_Ex_Machina_Romaeuropa.html G. Sonno http://www.articolo21.org/2015/10/latteso-spettacolosoliloquio-di-robert-lepage-inaugura-al-teatro-argentina-la-rassegna-roma-europa-festival/ A. Pizzuto http://www.criticateatrale.it/887/

M. Boggio

http://www.glistatigenerali.com/teatro/lepage-la-rivoluzione-della-memoria/ A. Porcheddu http://www.recensito.net/index.php?option=com_k2&view=item&id=13785:887-di-ex-machina-robert-lepage-i-mezzi-sono-ricordi&Itemid=121 R. Traversa http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2015-10-01/nell-edificio-multimediale-storia-lepage-e-quebec-100911.shtml?uuid=ACPjl67 G. Distefano

laRepubblica 7&/&3%¹ ��"(0450����

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ROMA

3OBERT Lepage puòessere interpreta-to in modi diversi:raffinato speri-mentatore della

scena d’avanguardia, o grandecreatore di fantasie pop, un in-ventore, col teatro e il cinema,di storie che si seguono con lastessa passione di un serial tv.Chi li ha visti a Roma, Milano,Napoli si ricorda dell’immensopotenziale di intelligenza, im-

maginazione e racconto deisuoi spettacoli, ogni volta verieventi: /FFEMFT BOE 0QJVN,5IF "OEFSTFO 1SPKFDU, -JQTUJDL,labellissima5SJMPHJBEFM%SBHP�OF, -F 1PMZHSBQIF, l’immenso3JOH di Wagner al Met di NewYork per cui ha avuto un Gram-

myAward.Canadese,57anni,visoapun-

tae capelli dritti, questo registastoryteller, placidoe attivo, cheha ricevuto premi da tutto ilmondo, che fa teatro col lin-guaggio del cinema e unastraordinaria compagnia di at-tori, Ex-Machina, da lui fondatanel ’94, è tornato a recitare: se aQuébecCity a gennaio debutte-rà nel ruolo di Sade in2VJMMJT diDoug Wright sul tema della li-bertàdell’artista(regiadiLepa-ge e Jean-Pierre Cloutier), pri-ma, il 23 settembre, attesissi-moalTeatroArgentina, inaugu-ra RomaEuropa, unico protago-nistadi���.

Lo spettacolo, già trionfo aNantes e Edimburgo, ricostrui-sce in 125 minuti (in francesecon sottotitoli e in italiano), lavita di Lepage e della sua fami-glia nel palazzo dove il regista ècresciuto all’887 di MurrayStreet a Québec City, e la vitacollettivadei 60-70: gli anni del-lerivolte inCanada,con ilQuéb-ec francofono contro il Canadaanglofono (la “revolution tran-quille” che portò all’autonomiadellaprovinciacanadese).

Solo, davanti a una scena-cu-bo che si trasforma in tanti luo-ghi (schermo tv, tinello, salot-to,guardaroba,bar...) con ilgio-co di filmati e webcam,modelliin scala epupazzetti Lepagead-

densa centinaia d’informazionileggiadreedrammatiche,pene-traneldiariodeisuoiricordi,an-nota persone (il pianista chesuona solo Chopin, la famigliad’immigrati, la portinaia, la si-gnoraPenn...) e piccole storie il-luminanti con il piaceredell’iro-nia, della grazia, della capacitàdi scavare con impietosa tene-rezzanelpassato suoenelmon-dodiquegli anni.

Perché l’ossessione del ricor-dare?«Quando sei un attore dopo i

50, la memoria diventa un te-ma importante perché l’artedel teatroè lamemoria.Epoimimeravigliasemprecomelagen-te, ricordi poco emale, specie lecoserecenti».

C’entra Internet? Il web, infondorendetuttipiùpigri.«Certo,contiamosullamemo-

ria delle tecnologie, non sullanostra e questo blocca ogni pro-cessocreativo.Conilcellulare lagente fotografa o filma ormaiognicosaconl’illusionecheque-sta sia lamemoria della propriaesperienza».

Cosasignificaricordare?«Lo spiego come fosse una

conferenza: parlo del cervello,mostrolescatolechelocompon-gono,chesonoanchequelledel-la mia casa, gli appartamenticon le famiglie... Ricordare è ca-pire».

Doloroso?Bello?«Sihalatendenzaaricordare

il passato come fosse semprequalcosadi solare, i beimomen-ti sono sempre più dei peggiori,ma quando fai un lavoro sullamemoria cheportaallebasi del-la tua vita devi provare a ricuci-re aspetti differenti. È stato unbuon esercizio per comprende-re un periodo della vita colletti-va e sociale, non solo della mia.Perché gli anni 60 e 70 dovun-que, sono stati cruciali, di cam-biamentipolitici,divalorimora-li. Ho pensato che fosse impor-tante mostrarlo attraverso gliocchi, inuncertomodoinnocen-ti,diunadolescentediallora».

Come ha intersecato i temistorici con i suoipersonali ?«Ilpuntodicontattoèl’identi-

tà. La questione dell’identitàculturale è stata a lungo crucia-le in Québec, divenne ragionedi uno scontro - anche senzami-granticomeoggi inEuropa -chesfociò in vera e propria lotta diclasse: i francofoni erano i cetimedio-bassi, i ricchi parlavanol’inglese. Dinamiche simili aquelledi oggi congli immigrati,con rivendicazioni e richieste diriconoscimento politico. Lamiafamiglia è stata una piccolame-tafora di questo: era francofo-na, ma mio fratello, per esem-pio, fece la scelta dell’inglese. Eanche rueMurray era inminia-

tura ilQuébec, con lastessaper-centuale di francofoni, inglesi,attraversatodalle stesse tensio-ni. Credo che il modo migliorepercapire lastoriadell’Occiden-te sia attraverso piccole epocheestoriepersonali».

Parliamodellasuaformidabi-le tecnica di racconto: queldare uno straordinario respi-ro alle storie attraverso l’usodi strumenti come webcam,proiezioni fotografiche, vi-deo.«Cercodi portare la struttura

narrativa del cinema e della tvnel teatro. Il pubblico oggi pa-droneggiabenissimoquelletec-niche, è veloce, sa come le cosevannoavanti inunastoria. Inuti-le perdere tempo con i tempiteatrali. Il teatro deve fare suoiqueimodidi racconto, stare sul-la stessa pagina dello spettato-re, senza essere ossessionatidalla tecnologia: c’è unmodo diessere poetici con il cinema o latv».

Checinemaechetv?«Mi piacciono i nuovi filma-

ker,epoiTarantinochedà l’illu-sionedi raccontare storie classi-che ma con logiche narrativecontemporanee. Tv ne guardopoca, seguo solo le news.)PVTFPGDBSET,5SVFEFUFDUJWF.?Hose-guitosolo#SFBLJOHCBE,percin-queanni.Fantastica».

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Corriere della Sera Domenica 14 Giugno 2015 RM

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Teatro Argentina

di Paolo Cervone

Un maestro dell’illusione accende la lampada della memoria lontanaRobert Lepage apre Romaeuropa Festival con «887»

L a virtù della memoria,contro l’amnesia checancella le radici lonta-ne. Robert Lepage, a 57anni, torna tutto solo

su un palcoscenico per riper-correre la storia del suo Québec,ma anche per parlare di tutti noialle prese con il nuovo ordinemondiale. Lo spettacolo «887»,che ha debuttato a Nantes, saràin scena dal 23 al 26 settembreal teatro Argentina in aperturadel Romaeuropa Festival, in col-laborazione con il Teatro di Ro-ma.

Una riflessione personale chediventa collettiva. Mentre chie-de agli spettatori di spegnere i cellulari, già disserta sui mecca-nismi del cervello e i misteridella memoria: lo spettacolo èiniziato, fra conferenza e teatro.Perché ricordiamo il numero ditelefono della nostra giovinez-za, e non quello del presente?Un ritornello dell’infanzia rima-ne nella nostra mente, mentreci sfugge il nome di una perso-na cara. Perché banali informa-zioni persistono, mentre altre,più utili, si perdono? Si affolla-no frammenti inutili, mentre sidimentica l’essenziale.

La nostra memoria svaniscecon il tempo mentre montagnedi dati affollano la memoria vir-tuale, senza scampo. Lepages’interroga anche sul suo me-stiere, effimero, di teatrante. Ildestino di un attore è fare ap-pello alla memoria per recitareun testo, per sopravvivere. Inquesto mondo, allora, il teatro èancora attuale?

Per due ore, «maître de l’illu-sion», Lepage accende la lam-pada della memoria (per dirlacon Ruskin): racconta la sua in-fanzia, la sua famiglia, il suo pa-ese davanti a un cubo delle me-raviglie ad altezza d’uomo cherievoca il palazzo dell’avenueMurray 887, nella capitale Qué-bec, dove ha vissuto dai due ai

dodici anni, fianco a fianco conuna comunità riflesso della so-cietà del tempo – 80 per cento di francofoni, una manciata dianglofoni e rari immigrati. Gra-zie a questo «bricoleur de gé-nie», il palazzo si trasforma, di volta in volta, in cucina, camerada letto, libreria, bar notturno.

Come un burattinaio che cono-sce la tecnologia più sofisticata,anima un mondo in miniatura,figurine in movimento nei variappartamenti, porte e finestreche si aprono, primi piani ruba-ti dal suo «téléphone intelli-gent», il nuovo totem che si èappropriato della nostra me-moria. Arriva il taxi-giocattoloche guidava il padre: «Parlavapoco, non era presente perchélavorava per tutto il tempo. Ilsuo ricordo si è invece impostofino a diventare una figura mo-numentale dello spettacolo».Per evocare il tempestoso viag-gio del presidente De Gaulle nel

gno dell’indipendenza, la presadi coscienza fra il 1960 e il ’70della propria identità culturalee politica, il periodo buio delterrorismo superato con laRévolution tranquille.

Il motto del Québec, che silegge sulle targhe delle auto, è«Je me souviens», ma i Québé-cois – si chiede Lepage - davve-ro ricordano la loro storia? Al-l’inizio, spiega che «887» è natodalla sua difficoltà a memoriz-zare una poesia che doveva reci-tare in una serata commemora-tiva: «Speak White», scritta nel’68 da Michèle Lalonde e che te-stimonia l’anima lacerata delQuébec, bandiera del Mouve-ment souverainiste. «Parlabianco» dicevano i canadesi an-glofoni ai francofoni; gli scon-fitti devono parlare la lingua deivincitori. La richiesta di un«Québec libero» — ricorda Le-page — nasceva proprio da unrapporto di dominazione e dauna lotta di classe, da un’ingiu-stizia enorme e dalla speranza

per un domani migliore.Dopo l’anteprima in Francia,

«887» debutterà a Toronto il 14luglio, in occasione di Panama-nia, festival associato ai GiochiPanamericani e dedicato al te-ma dell’identità delle Americhee dei Caraibi. Nel cuore del Ca-nada angolofono, Lepage reci-terà, alla fine dello spettacolo, iversi incandescenti di «SpeakWhite»: magnifico artista oostinato patriota? «Siamo unpopolo balbuziente», MichèleLalonde insulta i Québécois perla loro sottomissione. Non sia-mo sordi al genio di una linguaparlata con l’accento di Milton eShakespeare, ma perdonateci,siamo un popolo ignorante,possiamo rispondere solo con ildolore e le canzoni rauche deinostri antenati. Tornerà a reci-tarli a Roma - in un’Italia domi-nata dal nuovismo a qualsiasiprezzo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La conferenza

Souto de Mourae la città di mattoniche paiono marmo

Dice Eduardo Souto de Moura che «Roma realizza la magia di essere fatta di mattoni ma di mostrarsi come se fosse tutta di marmo». L’architetto portoghese, 63 anni, ha tenuto una lezione (in italiano) nell’aula magna della facoltà di Valle Giulia finalmente strapiena, segno che nonostante l’accidia culturale di studenti e ambiente architettonico romano almeno la presenza di una personalità internazionale riesce a richiamare l’attenzione. Il Premio Pritzker 2011 (Nobel dell’Architettura) viene presentato da Nicola Di Battista, direttore di Domus, come «uno dei pochi veri Maestri». Il convegno che contiene la conferenza ha un titolo roboante (La Tettonica tra Estetica ed Etica) che contrasta con l’assoluta semplicità con cui si propone Souto De Moura. Il Maestro presenta i suoi lavori in cui si intravedono Mies van Der Rohe, Joseph Beuys e Aldo Rossi, indicati quali suoi ispiratori. Tra una citazione di Borges e di S. Agostino, Eduardorivela il proprio «triangolo di riferimento»: materiali, sistema costruttivo, linguaggio. L’architetto — per la stazza ricorda l’Enrico VIII di Holbein, anche se il fare è tutt’altro — allerta gli studenti sul «pericolo del vernacolare quando la naturalezza è eccessiva». Il progetto dello stadio di Braga suscita nell’uditorio stupore ed emozione, due fattori che secondo Oscar Niemeyer indicano un’opera d’arte. «Io non mi preparo mai una conferenza – confessa ESM, che a Roma sta facendo un lavoro con Jannis Kounellis - parlare di architettura mi è naturale quanto lavarmi i denti».

Giuseppe Pullara© RIPRODUZIONE RISERVATA

Domande Robert Lepage, a 57 anni, torna da solo sul palcoscenico nel suo nuovo spettacolo «887»

~AmnesiaNella mente si affollano frammenti inutili, mentre dimentichiamo le nostre radici

Cultura&Tempo libero

TestaccioStasera Patti Smith, sacerdotessa rock

Sacerdotessa del rock, passionaria di Chicago, poetessa, sciamana selvaggia... Tante le definizioni per Patti

Smith, cantautrice americana protagonista stasera di un concerto nell’ambito di Eutropia Festival, a Testaccio (appuntamento al Campo Boario, Largo Dino Frisullo-Lungotevere Testaccio, alle 22. Infoline: tel. 391.4373768e www.eutropiafestival.it). Sul palco, insieme a lei, Lenny Kaye

alla chitarra e Jay Dee Daugherty alla batteria, storici compagni dal 1975, anno in cui, agli albori del punk, usciva «Horses», primo album di Patti Smith per l’etichetta Arista Records. prodotto da John Cale. Nel 2015 la rockstar e la sua band celebrano il quarantennale di questo disco con un tour.

1967, culminato nel roboante«Vive le Québec libre», dal ta-schino spunta un pupazzo, intesta il mitico képi del generale,ancora una volta le riprese con iltelefonino trasformano l’ironi-co gioco in documento storico.È il Québec diviso tra «fédérali-sme» e «souverainisme», il so-

Il debuttoSarà in scena dal 23 al 26 settembre in collaborazione con lo Stabile

Riflessione Sulla storia personale del suo Québec che diventa esperienza collettiva

Codice cliente: 5247920

Corriere della Sera Domenica 14 Giugno 2015 RM17

Teatro Argentina

di Paolo Cervone

Un maestro dell’illusione accende la lampada della memoria lontanaRobert Lepage apre Romaeuropa Festival con «887»

L a virtù della memoria,contro l’amnesia checancella le radici lonta-ne. Robert Lepage, a 57anni, torna tutto solo

su un palcoscenico per riper-correre la storia del suo Québec,ma anche per parlare di tutti noialle prese con il nuovo ordinemondiale. Lo spettacolo «887»,che ha debuttato a Nantes, saràin scena dal 23 al 26 settembreal teatro Argentina in aperturadel Romaeuropa Festival, in col-laborazione con il Teatro di Ro-ma.

Una riflessione personale chediventa collettiva. Mentre chie-de agli spettatori di spegnere i cellulari, già disserta sui mecca-nismi del cervello e i misteridella memoria: lo spettacolo èiniziato, fra conferenza e teatro.Perché ricordiamo il numero ditelefono della nostra giovinez-za, e non quello del presente?Un ritornello dell’infanzia rima-ne nella nostra mente, mentreci sfugge il nome di una perso-na cara. Perché banali informa-zioni persistono, mentre altre,più utili, si perdono? Si affolla-no frammenti inutili, mentre sidimentica l’essenziale.

La nostra memoria svaniscecon il tempo mentre montagnedi dati affollano la memoria vir-tuale, senza scampo. Lepages’interroga anche sul suo me-stiere, effimero, di teatrante. Ildestino di un attore è fare ap-pello alla memoria per recitareun testo, per sopravvivere. Inquesto mondo, allora, il teatro èancora attuale?

Per due ore, «maître de l’illu-sion», Lepage accende la lam-pada della memoria (per dirlacon Ruskin): racconta la sua in-fanzia, la sua famiglia, il suo pa-ese davanti a un cubo delle me-raviglie ad altezza d’uomo cherievoca il palazzo dell’avenueMurray 887, nella capitale Qué-bec, dove ha vissuto dai due ai

dodici anni, fianco a fianco conuna comunità riflesso della so-cietà del tempo – 80 per cento di francofoni, una manciata dianglofoni e rari immigrati. Gra-zie a questo «bricoleur de gé-nie», il palazzo si trasforma, di volta in volta, in cucina, camerada letto, libreria, bar notturno.

Come un burattinaio che cono-sce la tecnologia più sofisticata,anima un mondo in miniatura,figurine in movimento nei variappartamenti, porte e finestreche si aprono, primi piani ruba-ti dal suo «téléphone intelli-gent», il nuovo totem che si èappropriato della nostra me-moria. Arriva il taxi-giocattoloche guidava il padre: «Parlavapoco, non era presente perchélavorava per tutto il tempo. Ilsuo ricordo si è invece impostofino a diventare una figura mo-numentale dello spettacolo».Per evocare il tempestoso viag-gio del presidente De Gaulle nel

gno dell’indipendenza, la presadi coscienza fra il 1960 e il ’70della propria identità culturalee politica, il periodo buio delterrorismo superato con laRévolution tranquille.

Il motto del Québec, che silegge sulle targhe delle auto, è«Je me souviens», ma i Québé-cois – si chiede Lepage - davve-ro ricordano la loro storia? Al-l’inizio, spiega che «887» è natodalla sua difficoltà a memoriz-zare una poesia che doveva reci-tare in una serata commemora-tiva: «Speak White», scritta nel’68 da Michèle Lalonde e che te-stimonia l’anima lacerata delQuébec, bandiera del Mouve-ment souverainiste. «Parlabianco» dicevano i canadesi an-glofoni ai francofoni; gli scon-fitti devono parlare la lingua deivincitori. La richiesta di un«Québec libero» — ricorda Le-page — nasceva proprio da unrapporto di dominazione e dauna lotta di classe, da un’ingiu-stizia enorme e dalla speranza

per un domani migliore.Dopo l’anteprima in Francia,

«887» debutterà a Toronto il 14luglio, in occasione di Panama-nia, festival associato ai GiochiPanamericani e dedicato al te-ma dell’identità delle Americhee dei Caraibi. Nel cuore del Ca-nada angolofono, Lepage reci-terà, alla fine dello spettacolo, iversi incandescenti di «SpeakWhite»: magnifico artista oostinato patriota? «Siamo unpopolo balbuziente», MichèleLalonde insulta i Québécois perla loro sottomissione. Non sia-mo sordi al genio di una linguaparlata con l’accento di Milton eShakespeare, ma perdonateci,siamo un popolo ignorante,possiamo rispondere solo con ildolore e le canzoni rauche deinostri antenati. Tornerà a reci-tarli a Roma - in un’Italia domi-nata dal nuovismo a qualsiasiprezzo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La conferenza

Souto de Mourae la città di mattoniche paiono marmo

Dice Eduardo Souto de Moura che «Roma realizza la magia di essere fatta di mattoni ma di mostrarsi come se fosse tutta di marmo». L’architetto portoghese, 63 anni, ha tenuto una lezione (in italiano) nell’aula magna della facoltà di Valle Giulia finalmente strapiena, segno che nonostante l’accidia culturale di studenti e ambiente architettonico romano almeno la presenza di una personalità internazionale riesce a richiamare l’attenzione. Il Premio Pritzker 2011 (Nobel dell’Architettura) viene presentato da Nicola Di Battista, direttore di Domus, come «uno dei pochi veri Maestri». Il convegno che contiene la conferenza ha un titolo roboante (La Tettonica tra Estetica ed Etica) che contrasta con l’assoluta semplicità con cui si propone Souto De Moura. Il Maestro presenta i suoi lavori in cui si intravedono Mies van Der Rohe, Joseph Beuys e Aldo Rossi, indicati quali suoi ispiratori. Tra una citazione di Borges e di S. Agostino, Eduardorivela il proprio «triangolo di riferimento»: materiali, sistema costruttivo, linguaggio. L’architetto — per la stazza ricorda l’Enrico VIII di Holbein, anche se il fare è tutt’altro — allerta gli studenti sul «pericolo del vernacolare quando la naturalezza è eccessiva». Il progetto dello stadio di Braga suscita nell’uditorio stupore ed emozione, due fattori che secondo Oscar Niemeyer indicano un’opera d’arte. «Io non mi preparo mai una conferenza – confessa ESM, che a Roma sta facendo un lavoro con Jannis Kounellis - parlare di architettura mi è naturale quanto lavarmi i denti».

Giuseppe Pullara© RIPRODUZIONE RISERVATA

Domande Robert Lepage, a 57 anni, torna da solo sul palcoscenico nel suo nuovo spettacolo «887»

~AmnesiaNella mente si affollano frammenti inutili, mentre dimentichiamo le nostre radici

Cultura&Tempo libero

TestaccioStasera Patti Smith, sacerdotessa rock

Sacerdotessa del rock, passionaria di Chicago, poetessa, sciamana selvaggia... Tante le definizioni per Patti

Smith, cantautrice americana protagonista stasera di un concerto nell’ambito di Eutropia Festival, a Testaccio (appuntamento al Campo Boario, Largo Dino Frisullo-Lungotevere Testaccio, alle 22. Infoline: tel. 391.4373768e www.eutropiafestival.it). Sul palco, insieme a lei, Lenny Kaye

alla chitarra e Jay Dee Daugherty alla batteria, storici compagni dal 1975, anno in cui, agli albori del punk, usciva «Horses», primo album di Patti Smith per l’etichetta Arista Records. prodotto da John Cale. Nel 2015 la rockstar e la sua band celebrano il quarantennale di questo disco con un tour.

1967, culminato nel roboante«Vive le Québec libre», dal ta-schino spunta un pupazzo, intesta il mitico képi del generale,ancora una volta le riprese con iltelefonino trasformano l’ironi-co gioco in documento storico.È il Québec diviso tra «fédérali-sme» e «souverainisme», il so-

Il debuttoSarà in scena dal 23 al 26 settembre in collaborazione con lo Stabile

Riflessione Sulla storia personale del suo Québec che diventa esperienza collettiva

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Sezione: FESTIVAL E RASSEGNE Foglio: 2/2Estratto da pag.: 110

Edizione del: 07/08/15VENERDÌ DI REPUBBLICA

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Tiratura: 520.000 Diffusione: n.d. Lettori: 2.574.000Dir. Resp.: Attilio Giordano

Sezione: FESTIVAL E RASSEGNE Foglio: 1/2Estratto da pag.: 110

Edizione del: 07/08/15VENERDÌ DI REPUBBLICA

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Tiratura: 520.000 Diffusione: n.d. Lettori: 2.574.000Dir. Resp.: Attilio Giordano

Sezione: FESTIVAL E RASSEGNE Foglio: 1/2Estratto da pag.: 110

Edizione del: 07/08/15VENERDÌ DI REPUBBLICA

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17-09-201517

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18-09-2015114

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Tiratura: 458.614 Diffusione: 381.915 Lettori: 2.835.000Dir. Resp.: Ezio Mauro

Sezione: RECENSIONI Foglio: 1/1Estratto da pag.: 55

Edizione del: 23/08/15

Peso: 44% Il pr

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Tiratura: 44.813 Diffusione: 13.169 Lettori: n.d. Dir. Resp.: Norma Rangeri

Foglio: 1/2Estratto da pag.: 12

Edizione del: 26/09/15

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Sezione: FESTIVAL E RASSEGNE Foglio: 2/2Estratto da pag.: 12

Edizione del: 26/09/15

Peso: 55% Il pr

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Tiratura: 180.969 Diffusione: 137.359 Lettori: 1.229.000Dir. Resp.: Virman Cusenza

Foglio: 1/1Estratto da pag.: 30

Edizione del: 29/09/15

Peso: 11% Il pr

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08-10-2015143

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27-09-201565

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