Rivista Araldi del Vangelo 146 201506

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    Numero 146Giugno 2015

    Associazione Madonna di Fatima

    Rivoltial cielo

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    Linedito sui Vangeli

    La collezione Linedito sui Vangeli una pubblicazione della Libreria Editrice Vaticana

    Richieste per email: [email protected] per fax: 041 560 8828

    I volumi sono in formato 157x230mm stampati a colori in carta patinata lucida

    Composta da sette volumi, questoriginale opera di Mons. Joo ScognamiglioCl Dias, EP, ha il merito di mettere la teologia alla portata di tutti,

    per mezzo di commenti ai Vangeli delle domeniche e solennit dellan-

    no. Pubblicata in quattro lingue portoghese, italiano, spagnolo e inglese per un totale di 200mila volumi venduti, la collezione ha avuto un ottimoriscontro per la sua notevole utilit esegetica e pastorale.

    Collezione

    Anno A

    Volume I: Domeniche di Avvento, Natale,Quaresima e Pasqua Solennit del Signore checapitano nel Tempo Ordinario (464 pagine)Volume II: Domeniche del Tempo Ordinario(495 pagine)

    Volume VII: Solennit Feste che possono caderedi domenica Mercoled delle Ceneri Triduo Pasquale Altre feste e Memorie (431 pagine)

    Anno C

    Volume V: Domeniche di Avvento, Natale,Quaresima e Pasqua Solennit del Signoreche occorrono nel Tempo Ordinario(446 pagine)

    Volume VI: Domeniche del TempoOrdinario (495 pagine)

    Anno B

    Volume III: Domeniche di Avvento, Natale, Quaresimae Pasqua Solennit del Signore che occorrono nelTempo Ordinario (448 pagine)Volume IV: Domeniche del Tempo Ordinario(541 pagine)

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    Scrivono i lettori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4

    Ponte e roccia (Editoriale) . . . . . . . . . . . . . . .5

    La voce del Papa Limpetuosovento della santit

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6

    Commento al Vangelo La giusta misuradel fervore eucaristico

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8

    Il miracolo eucaristico diTumaco

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .34

    Lei sapeva...

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .37

    Araldi nel mondo

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .26

    Come il cedro del Libano...

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .50

    I Santi di ogni giorno

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .48

    Storia per bambini... Buoni e malvagila ricevono, ma...

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .46

    accaduto nellaChiesa e nel mondo

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .40

    L arte sacra Via perincontrare Dio e isuoi misteri

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .20

    La parola dei Pastori Arco che unisce gli

    uomini a Dio. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .38

    Sant Efrem, il Sirio Cetra dello Spirito Santo

    . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16

    SommariO

    Periodico dellAssociazioneMadonna di Fatima - Maria, Stella

    della Nuova Evangelizzazione

    Anno XVII, numero 146, Giugno 2015

    Direttore responsabile:Zuccato Alberto

    Consiglio di redazione:Fra Guy Gabriel de Ridder, EP,

    Suor Juliane Vasconcelos A. Campos, EP,Diac. Luis Alberto Blanco Corts, EP,Suor Mariana Morazzani Arriz, EP,

    Severiano Antonio de Oliveira

    Traduzione: Antonietta Tessaro

    Amministrazione:Via San Marco, 2A

    30034 Mira (VE)CCP 13805353

    Aut. Trib. Venezia 11 del 31/3/12

    Poste italiane, s.p.a Spedizionein Abbonamento Postale - D.L.

    353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)art. 1, comma 1, NE PD

    Contiene I.R.

    www.araldi.orgwww.salvamiregina.it

    Con la collaborazione dellAssociazionePrivata Internazionale di Fedeli

    di Diritto Pontificio

    ARALDIDELVANGELOPiazza in Piscinula, 40

    00153 RomaTel. sede operativa

    a Mira (VE): 041 560 08 91

    Montaggio:Equipe di arti grafiche

    degli Araldi del Vangelo

    Stampa e rilegatura:MODERNA s.r.l.

    Via Antonio de Curtis, 12/A35020 Due Carrare (PD)

    Gli articoli di questa rivista potranno essereriprodotti, basta che si indichi la fonte e si invii

    copia alla Redazione. Il contenuto degli articolifirmati di responsabilit dei rispettivi autori.

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    Araldi del VangeloGiugno 2015

    SCRIVONOILETTORI

    TUTTALAMIAEQUIPEDIPOLIZIOTTILALEGGEVA

    In primo luogo desidero compli-mentarmi con voi per il brillante la-voro realizzato. Come cattolico misento molto orgoglioso degli Araldidel Vangelo. Fino a poco tempo faricevevo la rivistaAraldi del Vangelo,ma siccome ho cambiato indirizzo,non mi pi arrivata e vorrei torna-re a riceverla. Tutta la mia equipe dipoliziotti la leggeva e io sentivo chequesta era una vera evangelizzazio-ne. Dio vi benedica sempre.

    Jos H. M. F.Capitano della Polizia Militare

    San Paolo Brasile

    BELLEZZAEPROFONDITDEGLIARTICOLI

    Ringrazio per il prezioso libroLinedito sui Vangeli, di Mons. Joo

    Scognamiglio Cl Dias. Con la sualettura sto conoscendo a poco a po-co e apprezzando di pi la vita diNostro Signore.

    Con la rivista Araldi del Vangeloimparo a riflettere sulla bellezza e laprofondit dei suoi articoli, cosa cheeleva la mia anima e mi fa compren-dere gradualmente, tramite la sualettura e meditazione, lo splendore ela gioia che emanano dalla conver-sione.

    Molte grazie e offrir le mie pre-ghiere quotidiane per voi.

    Laura S . de F.Santiago Cil e

    AIUTONELLAPREPARAZIONEDELLACATECHESI

    La rivistaAraldi del Vangelo me-ravigliosa! Tutto il suo contenutoper me di grande importanza, so-

    prattutto il Vangelo. Mi ha aiutatomolto nella preparazione dei mieiincontri di catechismo.

    Le Storie per bambini, i Santi di

    ogni giorno e le testimonianze deilettori fanno s che possiamo riflet-tere un po sulla nostra vita, sullanostra realt. La Rivista merita tut-ti i miei complimenti per il suo lavo-ro di evangelizzazione.

    Solange da S. C.Curitiba Brasile

    UNODEIMIGLIORINUMERIMAILETTI

    La rivista Araldi del Vangelo nu-mero 158, di febbraio scorso, mi hafatto molto bene! La qualit degliscritti di tutti gli autori mi ha affa-scinato straordinariamente e per me stato uno dei migliori numeri cheho letto. talmente vero che pen-so di conservarlo per leggerlo e ri-leggerlo, perch i suoi insegnamen-ti mi hanno veramente impressio-nato. Normalmente sono solito pas-sare i numeri ad altre persone, unavolta letti, ma questa volta non lo fa-r. Molte grazie e che Dio benedicala vostra Associazione.

    Nicols B. V.Las Palm as de Gran Canaria Spagna

    ANDAREINCERCADIANIMEECOLLOCARLEPIVICINOADIO

    La parte della Rivista che mipiace di pi la sezione Araldi nelmondo, in cui gli Araldi appaiono invari luoghi mentre divulgano il Re-gno di Maria...

    Desidero complimentarmi convoi per la Rivista, per tutti gli artico-li, e dirvi che la aspetto ansiosa ognimese, poich la sua lettura mi raf-forza spiritualmente. Sono asseta-ta di ci che parla di Maria Santissi-ma. Prego tutti i giorni affinch Ellavi fortifichi in questa bella missione

    di andare in cerca di anime, lucidar-le e collocarle pi vicino a Dio.

    Mery V. M. C.Independncia Brasile

    UNARIVISTACHEHASPIRITODIVERIT

    Questa una Rivista che ha spi-rito di verit. Essa ci d buoni inse-gnamenti e consigli, che dobbiamomettere in pratica nella quotidiani-t delle nostre vite. Mi incantano leStorie per bambini... o adulti pieni di

    fede? e gli articoli di Don Juan Car-los Cast.

    Yaquelina I. M. R.Lima Per

    PORTARELAPAROLADIDIOINTUTTIGLIANGOLIDELMONDO

    Quello che sempre mi richiamalattenzione nella Rivista il lavoroche appare negli Araldi nel mondo,senza discriminazione, senza dareimportanza al luogo, alletnia, poi-ch la cosa pi importante porta-

    re la Parola di Dio in tutti gli angolidel mondo. Evangelizzare colloca-re Dio nei cuori di ogni essere uma-no, portare amore a tutti.

    Alessandra B. Z .Curitiba Brasile

    APPREZZOSOPRATTUTTOLECOPERTINE

    La Rivista preziosissima! Mipiace molto leggere e rileggere le

    storie che sono pubblicate in ogninumero. Apprezzo soprattutto le co-pertine: come sono belle! Il sempli-ce sfogliare delle pagine piacevole. difficile scegliere solo una sezioneda commentare, poich per ogni oc-casione c una lettura appropriata.Per questo, posso solo elogiarvi!

    Leiva R. D. L.San Paolo Brasile

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    Numero146

    Giugno2015

    PosteItalianeSpaSpedizioneinAbbonamentoPostaleD.L.

    353/2003(conv.

    inL.

    27/02/2004n.

    46)art.

    1comma1-NE/PD-ContieneI.R.-PeriodicodellAssociazioneMadonnadiFatima-Maria,

    StelladellaNuovaEvangelizzazione

    AssociazioneMad

    onnadiFatima

    Rivolti

    alcielo

    I

    Giugno 2015Araldi del Vangelo 5

    Editoriale

    l rinnovamento di tutte le cose, portato da Nostro Signore Ges Cristo,elev il culto di Dio cos al di sopra di quanto Lo aveva preceduto, che cisi potrebbe proprio chiedere se il sacerdozio dellAntica Legge avesse una

    ragione dessere. Tuttavia, troviamo nella sua pi remota origine una determina-zione esplicita di Dio stesso.

    Infatti, nel Sinai, Egli non consegn a Mos soltanto i Dieci Comandamen-ti, incisi nella pietra dalla sua stessa mano (cfr. Es 32, 16), ma un ampio codicedi norme, molte delle quali di carattere liturgico e rituale. Tra queste, gi risul-

    tava la decisione di Dio di stabilire Aronne e la sua famiglia sacerdoti a servi-zio del suo culto (cfr. Es 28, 1).

    Ma Mos, tornato allaccampamento, trov il popolo dedito allidolatriacon il vitello doro (cfr. Es 32, 1-19) e il bagliore della sua ira coagul attorno as tutti i figli di Levi che, con un atto di manifesto e radicale rifiuto del peccatodel popolo, conquistarono cos il privilegio di essere consacrati definitivamen-te al servizio di Dio (cfr. Es 32, 26-29).

    Cos come, con la circoncisione, Abramo era stato separato per Jahv da-gli altri uomini (cfr. Gen 17, 10-14), e Mos era stato sollevato in opposizioneal Faraone e a tutto lEgitto (cfr. Es 3, 16-20), cos il Signore volle anche che ilsacerdozio dellAntica Legge nascesse sotto il segno della contraddizione. Unsegno che accompagna quanti vogliono di fatto servire Dio, dal momento incui il Creatore istitu uninimicizia eterna tra la Vergine e il serpente (cfr. Gen3, 15). Inimicizia, pertanto lotta, il cui paladino si caratterizza per il ripudio ca-tegorico e combattivo degli errori del tempo, e per ladesione ardente e incon-dizionata alla causa di Dio, ergendosi come esempio per tutti.

    I riti del sacerdozio levitico, tuttavia, erano soltanto unombra e unimmagi-ne della realt celeste (cfr. Eb 8, 5), in quanto valide fino al tempo in cui sa-rebbero state riformate (Eb 9, 10). La loro ragion dessere consisteva nel ser-vire da prefigurazione, e preparare la via per qualcosa di molto pi grande.Infatti, Nostro Signore Ges Cristo, eternamente perfetto (Eb 7, 28) e costi-tuito Sommo Sacerdote dal Padre (cfr. Eb 5, 10), divent mediatore di unAl-leanza molto superiore (Eb 7, 22): santo, innocente, senza macchia, sepa-

    rato dai peccatori ed elevato sopra i cieli (Eb 7, 26). Egli lunico capace dioffrire a Dio un sacrificio veramente gradito, perfetto e definitivo.Questa sua eccelsa perfezione elev anche il segno della contraddizione al-

    la sua massima espressione, poich fece di Lui loggetto del massimo odio, inun crescendo di lotta il cui risultato fu un auge di glorificazione. Essendo Cri-sto il Sommo, Eterno e Unico Sacerdote, il sacerdozio resta per sempre asso-ciato alla figura della pietra dello scandalo, come elemento costitutivo.

    Ai ministri ordinati, partecipi del sacerdozio eterno del Signore, spetta per-petuare in Terra la missione profetica di dividere le acque. Ponte tra Dio e gliuomini, il sacerdote , infatti, anche la roccia nel fiume, che divide i campi trabuoni e cattivi, facendo emergere linteriorit dei cuori.

    PONTEEROCCIA

    Il Nunzio Aposto-lico in Brasile du-rante la cerimoniadi ordinazione sa-cerdotale realizza-ta nella Basilicadella Madonna del

    Rosario, il giorno25/4/2015

    Foto: Leandro Souza

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    Limpetuoso

    vento della santit

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    Araldi del VangeloGiugno 2015

    LAVOCEDELPAPA

    Che cosa port Fra Junpero ad abbandonare la sua patria, la sua famiglia, la cattedra

    universitaria, la sua comunit francescana a Maiorca, per andare verso gli estremi

    confini della Terra? Senza dubbio, la passione di annunciare il Vangelo ad gentes.

    o ti ho posto per essere lucedelle genti, perch tu portila salvezza sino allestremitdella terra (At 13, 47; cfr. Is

    49, 6). Queste parole del Signore, nelbrano degli Atti degli Apostoli che stato appena letto, ci fanno vedere lamissionariet della Chiesa che man-data da Ges ad uscire per annuncia-re il Vangelo. Ci avvenne per i disce-poli fin dal primo momento quando,scoppiata la persecuzione, uscironoda Gerusalemme (cfr. At 8,1-3). Que-sto vale anche per quella moltitudinedi missionari che portarono il Vangeloal Nuovo Mondo e al tempo stesso di-

    fesero gli indigeni contro i soprusi deicolonizzatori.

    Tra di loro vi era anche FraJunpero; la sua opera di evangeliz-zazione ci riporta alla memoria deiprimi 12 apostoli francescani chefurono i pionieri della fede cristia-na in Messico. Egli fu protagonistadi una nuova primavera evangelizza-trice in quelle terre sconfinate che,gi da duecento anni, erano stateraggiunte dai missionari provenientidalla Spagna, dalla Florida sino allaCalifornia, molto tempo prima chegiungessero i pellegrini del Mayflo-wer al litorale nord-atlantico.

    La vita e lesempio di Fra Junperoevidenziano tre aspetti: il suo slanciomissionario, la sua devozione maria-na e la sua testimonianza di santit.

    Passione di annunciare ilVangelo ad gentes

    In primo luogo, fu un instancabi-le missionario. Che cosa port FraJunpero ad abbandonare la sua pa-tria, la sua terra, la sua famiglia, lacattedra universitaria, la sua comuni-t francescana a Maiorca, per anda-re verso gli estremi confini della terra?Senza dubbio, la passione di annun-ciare il Vangelo ad gentes, cio lim-

    Papa Francesco durante lomelia nel Pontificio Collegio Americano del Nord di Roma, 2/5/2015

    Non possibile separare la Madonna dal cuore del popolo americano.Ella infatti costituisce la radice comune di questo continente

    LOsservatoreRomano

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    Giugno 2015Araldi del Vangelo 7

    Tutti i diritti sui documenti pontifici sono riservati alla Libreria Editrice Vaticana.

    La versione originale dei documenti riprodotti in questa sezione pu essere consultata in www.vatican.va

    peto del cuore che vuole condividerecon i pi lontani il dono dellincontrocon Cristo: il dono che lui stesso avevadapprima ricevuto e sperimentato nel-la sua pienezza di verit e di bellezza.Come Paolo e Barnaba, come i disce-

    poli ad Antiochia e in tutta la Giudea,egli fu pieno di gioia e di Spirito San-to nel diffondere la parola del Signore.

    Un tale zelo ci provoca: per noiuna grande sfida! Questi discepo-li-missionari, che hanno incontratoGes, Figlio di Dio, che attraverso diLui hanno conosciuto il Padre mise-ricordioso e, mossi dalla grazia delloSpirito Santo, si sono proiettati versotutte le periferie geografiche, socialied esistenziali, per rendere testimo-

    nianza alla carit, questi ci sfidano!A volte ci soffermiamo ad esami-

    nare scrupolosamente i loro pregi e,soprattutto, i loro limiti e le loro mi-serie. Ma, mi domando, se oggi sia-mo capaci di rispondere con la stessagenerosit e con il medesimo corag-gio alla chiamata di Dio, che ci invitaa lasciare tutto lasciare tutto! peradorarlo, per seguirlo, per ritrovarlonel volto dei poveri, per annunciar-lo a coloro che non hanno conosciu-to Cristo e, perci, non si sono senti-ti abbracciati dalla sua misericordia.

    La testimonianza di Fra Junpe-ro ci richiama a lasciarci coinvolge-re, in prima persona, nella missio-ne continentale, che trova le proprieradici nellEvangelii gaudium, la gio-ia del Vangelo.

    Devozione a NostraSignora di Guadalupe

    In secondo luogo, Fra Junpero affi-d il suo impegno missionario alla San-tissima Vergine Maria. Sappiamo cheprima di partire per la California volleandare a consegnare la sua vita a No-stra Signora di Guadalupe, e a chieder-le, per la missione che stava per intra-

    prendere, la grazia di aprire il cuore deicolonizzatori e degli indigeni.

    In questa implorazione possiamoancora vedere questo umile frate in-ginocchiato davanti alla Madre delmismsimo Dios, la Morenita, che

    port il suo Figlio al Nuovo Mon-do. Limmagine di Nostra Signora diGuadalupe era presente o almenolo stata nelle ventuno missioniche Fra Junpero fond lungo la co-sta californiana.

    Da allora, Nostra Signora di Gua-dalupe divent, di fatto, la Patro-na di tutto il continente americano.Non possibile separarla dal cuoredel popolo americano. Ella infatticostituisce la radice comune di que-

    sto continente. E lei la radice comu-ne di questo continente.

    Anzi, lodierna missione conti-nentale si affida a Colei che la pri-ma e santa discepola-missionaria,presenza e compagnia, sorgente diconforto e di speranza. A Colei che sempre in ascolto per custodire isuoi figli americani.

    Un impetuoso vento disantit percorra lAmerica

    In terzo luogo, fratelli e sorelle,contempliamo la testimonianza disantit di Fra Junpero uno dei pa-dri fondatori degli Stati Uniti, santodella cattolicit e speciale protetto-re degli ispanici del Paese , perchtutto il popolo americano riscopra lapropria dignit, consolidando sem-pre pi la propria appartenenza aCristo e alla sua Chiesa.

    E nella comunione universale dei

    santi e, in particolare, nella coronadei santi americani, ci accompagniFra Junpero Serra e interceda pernoi, insieme a tanti altri santi e san-te che si sono distinti con diversi ca-rismi. [...] E tanti altri santi e martiri,che non elenco adesso, ma che pre-

    gano davanti al Signore per i loro fra-telli e sorelle che sono ancora pelle-grini in quelle terre. C stata santitin America! Tanta santit seminata

    Un impetuoso vento di santit per-corra il prossimo Giubileo straordina-

    rio della Misericordia in tutte le Ame-riche! Fiduciosi nella promessa fatta daGes, e che abbiamo ascoltato oggi dalVangelo, chiediamo a Dio questa parti-colare effusione dello Spirito Santo.

    Siamo esclusivamente discepolimissionari di Ges

    Chiediamo a Ges Risorto, Signo-re della storia, che la vita del nostrocontinente americano si radichi sem-pre pi nel Vangelo che ha ricevu-

    to; che Cristo sia sempre pi presentenella vita delle persone, delle famiglie,dei popoli e delle nazioni, e non perpotere, per la maggiore gloria di Dio.

    E che questa gloria si manifesti nel-la cultura della vita, nella fratellan-za, nella solidariet, nella pace e nellagiustizia, con fattivo amore preferen-ziale per i pi poveri, attraverso la te-stimonianza dei cristiani delle diversecomunit e confessioni, dei credenti dialtre tradizioni religiose e degli uomi-ni di retta coscienza e di buona volon-t. O Signore Ges, noi siamo soltantoi tuoi discepoli-missionari, i tuoi umilicooperatori perch venga il tuo Regno!

    E portando questa invocazionenel cuore, chiedo lintercessione diNostra Signora di Guadalupe, e an-che quella di Fra Junpero e degli al-tri santi e sante americani, perchmi conducano e mi guidino nei mieiprossimi viaggi apostolici nel Sud

    America e nel Nord America. Perquesto chiedo a tutti voi di continua-re a pregare per me.

    Passi dellomelia nel

    Pontificio Collegio Americano del

    Nord di Roma, 2/5/2015

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    Araldi del VangeloGiugno 2015

    12 Il primo giorno degli Az-zimi, quando si immolavala Pasqua, i suoi discepoli glidissero: Dove vuoi che an-diamo a preparare perch Tupossa mangiare la Pasqua?13Allora mand due dei suoi

    discepoli dicendo loro: An-date in citt e vi verr incon-tro un uomo con una broc-ca dacqua; seguitelo. 14 Ldove entrer, dite al padro-ne di casa: Il Maestro dice:Dov la mia stanza, in cui

    Io possa mangiare la Pasquacon i miei discepoli? 15 Eglivi mostrer al piano superio-re una grande sala, arredata egi pronta; l preparate la ce-na per noi.16 I discepoli andarono e, en-

    trati in citt, trovarono co-me aveva detto loro e prepa-rarono la Pasqua. 22 E, men-tre mangiavano, prese il pa-ne e recit la benedizione,lo spezz e lo diede loro, di-cendo: Prendete, questo

    il mio Corpo. 23 Poi pre-se un calice e rese grazie, lodiede loro e ne bevvero tut-ti. 24 E disse loro: Questo il mio Sangue dellAllean-za, che versato per molti.25 In verit vi dico che non

    berr mai pi del frutto del-la vite fino al giorno in cuilo berr nuovo, nel Regnodi Dio. 26 Dopo aver canta-to linno, uscirono verso ilMonte degli Ulivi (Mc 14,12-16.22-26).

    Ultima Cena, del Maestro di Sigena Museo Nazionale dArte della Catalogna, Barcellona

    a VANGELO

    A

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    Giugno 2015Araldi del Vangelo 9

    La giusta misuradel fervore eucaristico

    SOLENNITDELSANTISSIMOCORPOESANGUEDICRISTO(CORPUSDOMINI)

    Considerare la grandezza della generosit divina manifestata

    nellEucaristia aiuta a misurare quale debba essere il nostroardore per questo ineguagliabile Sacramento.

    I LUOMO-DIOSIDINALIMENTOAGLIUOMINI

    La luce della fede imprescindibile per con-templare, seppure per pochi istanti, lelevatezzae la bellezza del mistero dellIncarnazione delVerbo, poich lintendimento umano, abbando-nato alla sua sola capacit, non ci riesce. Se nonci fosse lausilio della grazia, mai sarebbe possi-bile ammettere che Dio ha voluto manifestarSial mondo in questa forma, promuovendo lunio-ne della natura divina con quella umana nellaSeconda Persona della Santissima Trinit. Ge-s veramente Uomo, con intelligenza, volon-t e sensibilit oltre ad aver assunto un corposofferente, la cui origine stata miracolosa, ma

    che si sviluppato in modo normale, secondo leleggi della natura e, allo stesso tempo, Egli pienamente Dio. Dio disteso in una mangiatoia;Dio che discute nel Tempio con i dottori dellaLegge; Dio che vive con i suoi genitori a Naza-reth; Dio che abbraccia la vita pubblica; Dio che crocifisso... Quanti atti di adorazione e grati-tudine dovremmo fare ogni volta che conside-riamo questo mistero, e con quanto fervore con-verrebbe chiedere a Nostro Signore laumentodella nostra fede in Lui!

    Ora, se tale la nostra ammirazione di fron-te alla grandezza del Verbo che Si fece carnee venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1, 14),non meno ardente deve essere il nostro atteg-giamento davanti alla Sacra Eucaristia, il mi-stero che riassume tutte le meraviglie realizzateda Dio per la nostra salvezza.1 Come ben os-serva padre Monsabr, lIncarnazione il ca-polavoro di Dio. Ma questo stesso capolavoro,personale e vivo, Ges Cristo, Figlio di Dio In-carnato, non Si accontenta di proclamare, allamaniera dei capolavori umani, la gloria del su-blime Artista che lha creato. Sovranamente in-telligente, buono e potente, Egli ha voluto pro-durre unopera di capitale importanza tra tutte

    quelle che suo Padre celeste Gli ha fatto fare.Questa opera lEucaristia.2

    Cos, nellIncarnazione, il Figlio eterno diDio Si vela nella carne; nellEucaristia, Gesnasconde non solo la sua Persona Divina, mala sua umanit, sotto le specie del pane e delvino. NellIncarnazione, Egli ha cominciatoa vivere e ad agire come noi, dallinterno del-la santit increata, sostanziale e infinita di Dio.NellEucaristia, Egli vuole, con il suo Corpo,Sangue, Anima e Divinit, abitare dentro di

    Abbandonatoalla sua sem-

    plice capaci-t, llintendi-mento umanonon giunge acomprende-

    re il misterodellIncar-nazionedel Verbo

    Mons. Joo Scognamiglio Cl Dias, EP

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    Araldi del VangeloGiugno 2015

    noi. NellIncarnazione, la comunicazionee lunione sono state solamente con unanatura singolare, lumanit santissima diCristo; nellEucaristia, Ges Si unisce achiunque Lo riceva, come Egli stesso hadetto: Chi mangia la mia Carne e beve

    il mio Sangue rimane in Me e Io in lui(Gv 6, 56). Tale unione tra Dio e luomo la pi intima che si possa immaginare,inferiore soltanto allunione ipostatica. qualcosa di cos grandioso che causa me-raviglia!

    Il Vangelo di oggi, che porta alla no-stra considerazione il racconto dellisti-tuzione di questo Sacramento, tra tut-ti il pi importante e quello che concludegli altri,3invita a meditare sulla sua ine-sauribile ricchezza e a crescere nella sua

    devozione. Lo stesso Salvatore anelava aquesto momento, come ha manifestato ai disce-poli, allinizio dellUltima Cena: Ho tanto de-siderato mangiare questa Pasqua con voi, primadella mia Passione (Lc 22, 15).

    II ILMISTERODELLAFEDEPERECCELLENZA

    Il Divino Maestro si trovava sulla via di Ge-rusalemme quando, per la terza volta, annun-ci ai discepoli la sua Passione (cfr. Mt 20, 17-19; Mc 10, 32-34; Lc 18, 31-34). Pi tardi, gidopo la Domenica delle Palme, Egli rivel lo-ro la data esatta di questo evento: Voi sape-te che fra due giorni la Pasqua e che il FigliodellUomo sar consegnato per essere crocifis-so (Mt 26, 2).

    Nel frattempo, i sommi sacerdoti e gli anzia-ni del popolo, riuniti nella casa di Caifa, cospi-ravano contro Ges e deliberavano sui metodiper catturarLo con astuzia e ucciderLo. Ma sic-come temevano di provocare un tumulto nel-

    la moltitudine, decisero di agire soltanto dopoil termine della festa (cfr. Mt 26, 4-5). Fu allo-ra che Giuda Iscariota and da loro, offrendo-gli il suo perfido contributo per il crimine. Glipromisero trenta monete dargento, e da quelmomento cercava loccasione propizia per con-segnarlo (Mt 26, 16).

    La Cena che inaugur la vera Pasqua12 Il primo giorno degli Azzimi, quan-do si immolava la Pasqua, i suoi disce-

    poli gli dissero: Dove vuoi che andia-mo a preparare perch Tu possa mangia-re la Pasqua?

    Le commemorazioni della Pasqua, principalefestivit giudaica, si estendevano per una setti-mana, essendo il primo giorno riservato alla ce-na solenne in cui si mangiava lagnello pasquale,seguendo le indicazioni date da Dio agli israe-liti allepoca dellesodo dallEgitto (cfr. Es 12,1-14). Siccome il pane fermentato era proibitodurante questo periodo, si consumavano panisenza lievito, e per questo la solennit era desi-gnata anche come festa degli Azzimi.

    Ora, il Signore Ges il vero Agnello Pa-squale, lagnello senza difetti e senza mac-chia. Egli fu predestinato gi prima della fon-dazione del mondo (I Pt 1, 19-20). Pertanto,la cerimonia che gli Apostoli si impegnavanoa preparare sarebbe stata linizio della realiz-zazione di quanto la Pasqua israelita prefigu-rava, poich nella Santa Cena di quella notte

    Egli avrebbe consacrato il principio del suosacrificio, ossia, della sua Passione, conse-gnandoSi ai suoi discepoli nei misteri del suoCorpo e Sangue.4

    Un soave invito a Giuda

    13aAllora mand due dei suoi discepolidicendo loro: Andate in citt...

    Essendo Giuda Iscariota il responsabile perla logistica del Collegio Apostolico, spettava a

    Fu allorache GiudaIscariotaand da loro,offrendogliil suo perfido

    contributoil crimine

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    lui prendere i provvedimenti per la celebrazio-ne. Tuttavia, il racconto di un altro Evangelistaindica che furono Pietro e Giovanni i discepo-li che Nostro Signore incaric per questo lavo-ro (cfr. Lc 22, 8). Con divina delicatezza e bon-t, il Maestro lasciava trasparire a Giuda cheaveva conoscenza del crimine da lui tramatocon i sinedriti. Se ci fosse stato nel traditore unbriciolo di amore verso Dio e di buon senso, ilprocedere di Ges gli avrebbe pungolato la co-scienza, portandolo a rendersi conto dellim-mensa gravit di quel peccato e a desistere dalsuo intento. Invece, nulla di questo accaduto,poich il suo cuore era completamente induri-to nel male.

    Possiamo fare qui unapplicazione alla nostravita spirituale. A volte, persone con cui convi-viamo sia un superiore, un collega o anche uninferiore ci danno a intendere che percepisco-no in noi un difetto mal combattuto o ci met-

    tono in guardia per una situazione brutta nellaquale ci troviamo. Di fronte a questi inviti, ter-remo chiusa la nostra anima, imitando la per-versit di Giuda?

    Il Divino Maestro ha voluto evitareturbamenti durante la Cena13b ...e vi verr incontro un uomo conuna brocca dacqua; seguitelo. 14 L doveentrer, dite al padrone di casa: Il Ma-estro dice: Dov la mia stanza, in cui

    Io possa mangiare la Pasqua con imiei discepoli? 15 Egli vi mostreral piano superiore una grande sala,arredata e gi pronta; l preparatela cena per noi.

    Il luogo scelto dal Redentore, comescenario dellatto di somma importanzache si sarebbe realizzato, era unampiasala decorata con distinzione ed ele-ganza (cfr. Lc 22, 12). Bei tappeti, tes-suti, tendaggi e raffinata mobilia com-ponevano gradevolmente lambiente.Secondo il costume del tempo, nei ban-chetti i tavoli erano disposti a forma diU e i commensali non mangiavanoseduti come oggi, ma semidistesi su di-vani distribuiti sul lato esterno del ta-

    volo. Il lato interno rimaneva libero perpermettere il servizio. Il posto donore che alloccasione avrebbe dovuto es-

    ser occupato da Nostro Signore si trovavaal centro.

    Giuda, avido di informazioni sulle circostan-ze e sul luogo della cena poich riteneva chefosse questo il momento opportuno per conse-gnare Nostro Signore , certamente ascoltavaattentamente queste indicazioni. Ma Ges de-siderava celebrare la Pasqua senza nessuna in-terruzione; non voleva esser turbato dai suoinemici prima che giungesse la sua ora e, so-prattutto, prima della donazione e dellamorosolascito della Sacra Eucaristia che voleva dona-re alla sua Chiesa.5Per questo istru i due Apo-stoli in modo da rendere impossibile al tradito-re di scoprire con anticipo dove sarebbe statala cena, dimostrandogli ancora, indirettamentee in maniera maestosa, che era a conoscenza ditutto. Di fronte a questa nuova lezione, Giudaancora una volta recalcitra e la sua cattiveria au-menta dintensit.

    La freddezza degli Apostoli16 I discepoli andarono e, entrati in citt,trovarono come aveva detto loro e pre-pararono la Pasqua.

    San Pietro e San Giovanni eseguirono contutta prontezza la missione che il Maestro ave-va loro affidato. Oltre che a procurare lagnellosenza difetto, di un anno che si immolava nelTempio, dopo mezzogiorno, con un rito appro-

    Se ci fossestato neltraditore un

    briciolo diamore versoDio e di buon

    senso, il pro-

    cedere di Gesgli avrebbepungolato lacoscienza

    dimento di Giuda e Ultima Cena, di Giovanni Canavesio Affreschidella cappella di Notre-Dame-des-Fontaines, La Brigue (Francia)

    Foto:FranciscoLecaros

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    Araldi del VangeloGiugno 2015

    priato alla Pasqua , prepararono anche gli altrialimenti prescritti dalla Legge, come i pani azzi-mi e le erbe amare, che rappresentavano le sof-ferenze del popolo ebreo durante la prigionia inEgitto.6

    Analizziamo, in questo passo, un altro

    aspetto dellatteggiamento dei due Apostoli.Trovando tutto come Ges aveva detto loro,entrambi poterono verificare quanto le sue pa-role fossero dense di significato e saggezza.Cera da aspettarsi che, impressionati da taleconstatazione certamente accompagnata dagrazie speciali , essi volessero sapere da No-stro Signore la ragione esatta della scelta diquel luogo e il simbolismo di quello che sareb-be l avvenuto. Niente nel Vangelo, tuttavia,indica questa iniziativa da parte degli Aposto-li, perch non erano abituati a riflettere sulla

    trascendenza di quello che il Divino Maestrodiceva loro, come pure dei suoi esempi, atteg-giamenti e gesti. Quanto differente era la po-stura della Madonna che, dotata di scienza in-fusa, custodiva tutte queste cose nel suo cuore(cfr. Lc 2, 51)!

    E noi? Quante opportunit ci sono offer-te per approfondire le nostre conoscenze sulladottrina cattolica, penetrare in qualche aspet-to della Fede o in un punto della morale, e nonmanifestiamo interesse! Non sar questa unacolpa? Chiediamo oggi perdono a Ges, per in-tercessione di sua Madre Santissima, per le no-stre negligenze a questo riguardo.

    Daltra parte, qual era lo stato danimo de-gli altri Apostoli? Nel passo del Vangelo sele-zionato per questa Solennit si omettono al-cuni versetti intermedi, i quali narrano liniziodella Cena e il momento in cui il Salvatore ri-vel ai Dodici che uno di loro Lo avrebbe tra-

    dito. La domanda che allora Gli fecero, uno do-po laltro Sono forse io? (Mc 14, 19) , puessere interpretata come un sintomo dello sta-to di freddezza nel quale si trovavano. Le pa-role di Ges toccarono profondamente la loroanima, e ognuno, conscio della propria man-canza di fervore, si pose il problema: Non sa-r un messaggio per me?. anche un indizio diquesta situazione spirituale il fatto che non dif-fidassero di Giuda. Convivevano con lui, sape-vano che era un ladro e, siccome teneva la cas-sa, prendeva quello che vi mettevano dentro

    (Gv 12, 6), ma non sospettarono che fosse capa-ce di uninfamia maggiore.

    In tale atmosfera di freddezza generale e,peggio ancora, con il tradimento annidato nelcuore di uno degli Apostoli, Nostro Signore Ge-s Cristo istituir il Sacramento dellAmore.

    La parola di Ges creatrice

    22 E, mentre mangiavano, prese il pane erecit la benedizione, lo spezz e lo die-de loro, dicendo: Prendete, questo il

    mio Corpo.23

    Poi prese un calice e resegrazie, lo diede loro e ne bevvero tutti.24 E disse loro: Questo il mio Sangue dellAl-leanza, che versato permolti. 25 In verit vi dicoche non berr mai pidel frutto della vite finoal giorno in cui lo ber-r nuovo, nel Regno di

    Dio.Le parole di questi verset-

    ti che sono ripetute qua-si senza variazioni dagli al-tri sinottici e da San Paolo(cfr. Mt 26, 26-29; Lc 22,17-20; I Cor 11, 23-25) co-stituiscono il fondamentodella nostra fede nellEuca-ristia.

    Gli Apostoliconvivevanocon Giudae sapevanoche era unladro, ma nonsospettavano

    che fossecapace diuninfamiamaggiore

    SergioHollmann

    Comunione degli Apostoli Chiesa del Sacro Cuore di Ges,Santander (Spagna)

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    Tutto quello che rivelato da Dio mi-stero della Fede, ma lEucaristia lo pereccellenza. Quando il sacerdote profe-risce la formula della Consacrazione,dobbiamo credere che il pane e il vinoche vediamo, proviamo, annusiamo

    e persino tocchiamo con la lingua, ela cui apparenza non cambiata innulla, sono diventati Corpo, San-gue, Anima e Divinit di NostroSignore Ges Cristo. I sensi ci in-gannano e non solo in questionidi fede! , poich essi percepisconosoltanto gli accidenti e non capta-no la sostanza. Ma, grazie alla fedeche illumina lintelligenza, sappia-mo che l c Ges Sacramentato.

    Qual la ragione che ci porta ad

    accettare questa verit? Laffermazio-ne di Nostro Signore: Questo il mioCorpo... Questo il mio Sangue.... Per-ch la sua parola divina; dunque, cre-atrice, legge, viva, efficace (Eb 4, 12),produce quello che significa e dura persempre (Is 40, 8). Al cieco che Gli ha supplica-to la guarigione, Gli bastato rispondere V,la tua fede ti ha salvato (Mc 10, 52), e luomorecuper la vista in quellistante. E quando Luiordin al morto di quattro giorni, Lazzaro, vie-ni fuori! (Gv 11, 43), costui ritorn alla vita ip-so facto. Allo stesso modo, se Lui, Figlio on-nipotente di Dio, capace delle pi grandi e piincomprensibili meraviglie, mi dice, mostrando-mi il pane, Questo il mio Corpo, sono obbli-gato a prendere le sue parole alla lettera.7

    Il Dottore Angelico indica vari motivi perspiegare la convenienza che si nasconda alla no-stra sensibilit la sostanza del Corpo e Sanguedi Cristo. Tra gli altri, cos lo ha stabilito la Prov-videnza Divina perch se vedessimo Nostro Si-gnore chiaramente nellOstia, non avremmo

    il coraggio di comunicarci.8

    Egli stato moltobuono con noi, coprendoSi con il velo delle Sa-cre Specie.

    La gioia di Dio nel darSi

    26 Dopo aver cantato linno, uscironoverso il Monte degli Ulivi.

    Bellissimo questo versetto finale, tanto perlepisodio che narra quanto per il suo profondosimbolismo. Prima di partire per il Monte de-

    gli Ulivi, dove sarebbe iniziato il dramma del-la Passione, Ges cant insieme agli Apostoliun bellinno di azione di grazie intitolatoHallel,proprio della liturgia ebraica per la celebrazio-ne della Pasqua. Come sar stata magnifica lavoce di Nostro Signore che intonava questo can-to, con il quale manifestava la sua gioia per averistituito lEucaristia e per il fatto che la Madon-na e Lui stesso si erano comunicati!

    Questo passo che, di per s, ci portereb-

    be a vaste considerazioni evidenzia linfini-to desiderio di darSi che c in seno alla San-tissima Trinit. Dio, immutabile ed eterno,non necessitava della creazione. Questo sta-to un supremo atto di liberalit, di consegna edi generosit, il cui apice lEucaristia, poichcreare per comunicare la sua felicit agli esse-ri intelligenti e porSi sempre a loro disposizio-ne, gi molto; ma creare affinch, a un cer-to punto, il Verbo Si incarni e, essendo Dio, Sioffra agli uomini come alimento, inimmagi-

    Se vedessimoNostroSignorechiaramentenellOstia,non avremmo

    il coraggio dicomunicarci

    Adorazione eucaristica nella Basilicadella Madonna del Rosario,

    Caieiras (Brasile)

    Ste

    phen

    Nam

    i

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    nabile! Neppure gli Angeli potrebbero medi-tare qualcosa di cos audace!

    Il dovere della reciprocit

    Vediamo in questa audacia quanto Dio amiognuno di noi. Egli ha promosso lordine dellu-

    niverso in funzione dellEucaristia, perch vuoleunirci a Lui in una forma straordinaria e diven-tare nostro schiavo. S, infatti, quando il sacer-dote pronuncia la formula della Consacrazione,Lui obbedisce alla sua voce, opera la transu-stanziazione e si rinnova in forma incruenta ilSacrificio del Calvario. LEucaristia , pertanto,simbolo della schiavit di Dio a noi, ma, soprat-tutto, della nostra schiavit a Lui, poich se Eglicos Si consegna a noi, necessario che anchenoi ci consegniamo a Lui senza riserve!

    a questa intera fiducia e reciprocit riguar-

    do a Ges Eucaristico che la Solennit del Cor-pus Domini ci invita. Allontaniamo dal nostroorizzonte legoismo, il pragmatismo, gli interes-si personali e contempliamo, pieni di gioia edentusiasmo, questa donazione di Dio a noi e,inoltre, la possibilit che Egli ci concede di re-stituirGli con un amore simile, mantenute le de-bite proporzioni tra Creatore e creatura. Taledeve essere il nostro impegno!

    III LEUCARISTIA, MARIAENOI

    Espressione ineguagliabile della benignitdel Signore Ges nellEucaristia il fatto di po-terLo adorare esposto nellostensorio. Se il So-le trae vantaggi per la nostra salute fisica, moltomaggiore il beneficio che il Creatore del So-le prodiga alla nostra salute spirituale quandostiamo davanti a Ges-Ostia!

    La nostra coscienza davanti allEucaristia

    Tuttavia, siccome non sempre le nostre dispo-sizioni corrispondono a quello che Lui si aspet-

    ta da noi, opportuno soffermarci per un esa-me di coscienza. Nella mia quotidianit, comla mia devozione allEucaristia? Ho labitudinedi centrare in essa la mia attenzione, attivit epreoccupazioni? Passando davanti al Santissi-mo Sacramento, in una chiesa, cerco di adorar-Lo con fervore? O mi lascio condurre dalla rou-tine? Mi comunico nella Santa Messa, persuasoche Nostro Signore Ges Cristo esce dal ciboriocontento di unirSi a me e, penetrando nel mioessere, mi santifica lanima e il corpo? Dopo la

    Comunione, la mia azione di grazie ha ladegua-ta solidit e fervore? Io Lo ringrazio per aver-mi fatto suo tabernacolo, stabilendo con me unrapporto che mai avr con un sacrario materia-le, per quanto prezioso questo sia, e per esse-re entrato in consonanza con me, purificando le

    mie intenzioni, avendomi dato forze sopranna-turali e irrobustendo in me le virt e i doni del-lo Spirito Santo?

    Devo ricordarmi che tra quelli che hanno ri-cevuto lEucaristia nella Santa Cena, cera il tra-ditore di Ges...9 Sar che, come lui, qualchevolta ho avuto la disgrazia di comunicarmi sa-crilegamente, avendo, cio, commesso una col-pa grave che mi aveva spogliato della grazia diDio? Supplicher Nostro Signore, con energia,che questo non mi venga mai a succedere!

    Con il suo Sacro Cuore traboccante di affet-

    to, ma anche di giustizia, Ges richiede a ognu-no di noi al giorno doggi: Che cosa hai fattodi questo beneficio straordinario, il pi gran-de tesoro che ti ho lasciato?. E dalle sue lab-bra sentir la recriminazione per le volte in cuiLho ricevuto con freddezza, o in fretta, preso dadistrazioni volontarie, o in mezzo a una colpo-sa insensibilit, o ancora macchiato dal peccato,nel caso sia incorso in questa disgrazia...

    Il pi eccelso tabernacolo

    possibile che, arrivando a questo puntodella lettura, sentiamo la coscienza accusarci.Rivolgiamoci allora alla Madonna, nel cui chio-stro verginale il pi perfetto dei tabernacoli il Bambino Ges visse per nove mesi.

    Non difficile immaginare limpostazionedi spirito da Lei avuta durante questo periododi gestazione. Per quanto fosse occupata nellesue faccende quotidiane o conversasse con al-tre persone, tutto il suo essere si concentravanel Divino Ospite che Lei portava in S. Eccoil vero raccoglimento! Tutti i pensieri, sentimen-

    ti ed emozioni di Lei convergevano su NostroSignore Ges Cristo e, fortemente appassionataper Lui, Lo adorava come Dio e Lo amava co-me Figlio suo. Lei lunica Madre che ha potu-to amare suo Figlio con totale intensit, senza ilminimo timore di amarLo pi di Dio... perchera lo stesso Dio! Sprofondata nella sua umil-t e nella completa dimenticanza di Se stessa, Siconsiderava come Colei che non , e adoravacontinuamente Colui che , nel suo seno pu-rissimo. Magnifico spettacolo di modestia e su-

    Traboccante

    daffetto, maanche di giu-stizia, Gesrichiede aognuno di noi:Che cosa haifatto di que-

    sto beneficiostraordina-rio che ti holasciato?

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    blimit inconcepibili! Un cuore materno fattodi magnanimit, dal quale salgono e scendonomovimenti grandiosi, simili alle onde del mareo al suono di melodie celestiali... Ora si eleva inun rapimento per lInfinito, ora si china pieno ditenerezza sul piccolo Infante.

    Anchio, quando mi comunico, accolgo dentrodi me il Verbo Incarnato con il suo Corpo, San-gue, Anima e Divinit, e Lui vi permane, come inun trono, per un certo tempo. Con gli occhi fis-si sullesempio mariano di compenetrazione, ele-vazione e gratitudine a Dio, mi batter il petto

    implorando perdono a Ges per tutte le mie Co-munioni gelide e, rivolgendomi alla Santissima

    O Madremia, Tu cheami tantoGes, fa che

    Simpossessi

    del mio cuore

    Ultima Cena Chiesa di San Giovanni Battista, Quejana (Spagna)

    FranciscoLecaros

    Vergine, Le chieder: O Maria, Tu, che confon-di il tuo pensiero con quello di Nostro Signore;Tu, che accordi la tua vita con la sua; cosa pensi,o Madre, della mia indifferenza verso Colui che,essendo mio Creatore e Redentore, Tu mi hai da-to per Fratello? O Madre mia, Tu che tanto amiGes, fa che io Lo ami! Tu, che tutto puoi pres-so Nostro Signore, ottienimi che Egli Si impos-sessi del mio cuore. AmarLo tutto! AdorarLo tutto! Se io Lo amo come devo, secondo il tuoesempio, lEucaristia sar il centro della mia esi-stenza, il luogo sacro della mia felicit, la fonte

    della mia generosit. O Madre mia, sia questa latua opera nella mia anima!.

    1Cfr. SAN TOMMASO DAQUI-NO.De Sacramento Euchari-sti. C.I.

    2MONSABR, OP, Jacques-Marie-Louis. Le Mystre Eucharistique.In:Exposition du Dogme Catholi-que. Grce de Jsus-Christ. II - Eu-charistie. Carme 1884. 9.ed. Paris:Lethielleux, 1905, vol.XII, p.5.

    3SAN TOMMASO DAQUINO.Somma Teologica. III, q.65, a.3.

    4SAN BEDA.In Marci EvangeliumExpositio. L.IV, c.14: ML 92, 270.

    5FILLION, Louis-Claude. Vida deNuestro Seor Jesucristo. Pasin,Muerte y Resurreccin. Madrid:Rialp, 2000, vol.III, p.100.

    6Cfr. Idem, p.102.7MONSABR, op. cit., p.21.8Cfr. SAN TOMMASO DAQUI-

    NO. Somma Teologica. III, q.75,a.5.

    9Cfr. Idem, q.81, a.2.

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    Cetra dello

    Spirito Santo

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    Araldi del VangeloGiugno 2015

    Don Hugo Vicente Ochipinti Gonzlez, EP

    SANT EFREM, ILSIRIO

    Il Paraclito non solo parlava per bocca di lui, ma

    cantava con suoni armoniosi attraverso la sua

    laringe, facendo vibrare la grazia nelle anime che

    ascoltavano i suoi inni.

    I tre assedi di Nisibe

    Mentre cresceva la fama di san-tit di Efrem, come pure lammira-zione dei suoi concittadini, SaporII, re persiano e nemico della Crocedi Cristo, desiderava conquistare lacitt togliendola dalle mani dei ro-mani. Tre volte tent di assediarla etre volte fu respinto dai cristiani.

    Fu in questepoca che Efremcompose i noti Carmina Nisibena Canzoni di Nisibe , in cui cantacon termini e immagini bibliche legesta e le peripezie avvenute nellacitt di Nisibe per difendere la suaFede Cattolica e non cadere sotto ildominio dei pagani della Persia.1

    Si racconta che, durante uno di

    questi assedi, la popolazione vide ildiacono Efrem salire sulle mura del-la citt e tracciare con determina-zione un grande segno di Croce, colquale malediceva le truppe del re in-vasore. In seguito, come guidate dauna mano invisibile, nuvole di mo-sche e di altri insetti si abbatteronosullesercito nemico. Essi entrarononelle proboscidi degli elefanti, nel-le orecchie e nel naso dei cavalli da

    uarto secolo: il Cristiane-simo emerge dalle cata-combe, Santi illustri se-gnano la Storia; tuttavia,

    irrompono anche eresie con forza edinamismo in Oriente, nel vano tenta-tivo di coprire la Santa Chiesa con lasua tenebrosa ombra.

    in questo contesto storico chenacque a Nisibe, nelle combattivefrontiere dellImpero Romano, unaluce destinata a brillare con specialefulgore nel firmamento della Chie-sa: Efrem, il Sirio, diacono e Dotto-re della Chiesa.

    Discepolo di un Vescovo e Santo

    Abbiamo pochi dati sicuri riguardo

    la sua infanzia. Secondo alcuni suoibiografi, sua madre era cristiana, ma ilpadre, sacerdote pagano, le proib dieducare il figlio secondo le Leggi delVangelo. Non riuscendo, per, ad evi-tare che fiorisse nellanima del bam-bino una profonda inclinazione per ilCristianesimo, lo cacci di casa.

    Efrem si rivolse allora al Vesco-vo, San Giacomo, che lo accolse co-me un figlio: gli diede una profonda

    formazione catechetica e gli ammi-nistr il santo Battesimo. Notando,con gioia, quanto il ragazzo si distin-guesse per la sua intelligenza e sag-gezza, gli concesse, a 18 anni, lordi-nazione diaconale.

    Poco dopo, tra maggio e giugno325, ebbe luogo il I Concilio di Ni-cea, pietra miliare di rilievo storiconella lotta contro le insidiose dottri-ne di Ario. Si sa che San Giacomo vipartecip e si crede che anche il gio-vane diacono ne prese parte comesegretario del santo Vescovo.

    Chiusa lassemblea, Efrem co-minci a dare lezioni nella scuo-la teologica aperta a Nisibe, co-me mezzo per combattere le eresie

    che proliferavano in quelle strade epiazze. Si dedic allora anima e cor-po a questo compito e, in poco tem-po, riusc a elevare a un alto grado illivello di formazione dei suoi alun-ni. Con grande perspicacia e sag-gezza, ingaggi una battaglia sen-za tregua in difesa della vera Fede,il cui risultato non si fece attendere:molte anime ripresero il camminodella salvezza.

    Reproduo

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    guerra e delle bestie da soma, e pro-vocarono uno scompiglio tale chedetermin la ritirata delle truppe.

    Comunque, quello che gli arro-ganti sforzi militari dei persiani nonriuscirono ad ottenere, fu loro da-

    to senza sforzo, alcuni anni pi tar-di, dallimperatore Gioviano, comeparte del prezzo di un trattato di pa-ce... Forzati a scegliere tra lesilio, laschiavit o la morte nelle mani deipagani, i cristiani si videro obbligatiad andarsene dalla loro terra.

    Teologia e poesia sincontrano

    Efrem part in direzione di Edes-sa e l sinstall in una grotta aper-ta in una rupe dei dintorni, deciso a

    scrivere la maggior parte delle sueopere, tutte quante intrise di gran-de ricchezza teologica e abbellite dauna particolarit: la poesia.

    La specificit del lavoro diSantEfrem, sottolinea Benedet-to XVI in unudienza generale che in esso si incontrano teologiae poesia. Volendoci accostare allasua dottrina, dobbiamo insistere findallinizio su questo: sul fatto cioche egli fa teologia in forma poetica.La poesia gli permette di approfon-dire la riflessione teologica attraver-so paradossi e immagini.2

    Non hanno tardato gli ecclesia-stici di Edessa a notare la saggezzae santit eccezionali di quelleremi-tano e subito lo invitarono a strut-turare lincipiente scuola teologica

    del popolo cristiano sembrassero ri-chiederlo; come quando fu necessa-rio che il popolo venisse rafforzatodi fronte al comune pericolo, o ve-nisse difeso dagli errori velenosi de-gli eretici, o incoraggiato pi forte-

    mente e infiammato a celebrare conmaggiore piet qualche mistero del-la fede o qualche beneficio dellagrazia divina.5

    Pieno di eloquenza, saggezza esantit, egli compose poesie e canzo-ni, pervase di bellezza, di ricchezzadottrinale e di unzione soprannatu-rale, per essere cantate nelle assem-blee. Riun per questo un gruppo divergini cristiane, favorite da specialidoti musicali, e insegn loro a decla-

    mare le poesie e cantare gli inni dalui composti. In breve tempo, questepoesie e canzoni risuonavano melo-diosamente per tutta la citt. A cau-sa della genialit delle composizioni,le persone le memorizzavano con fa-cilit.

    In questo modo, si diffuse pertutti gli angoli di Edessa il profu-mo degli insegnamenti evangelici. Isuoi versi pur semplici e accessibi-li al popolo, fatti per essere cantatiin tutto il mondo avevano cos tan-to incanto, bellezza e densit di dot-trina, che SantEfrem pass alla Sto-ria della Chiesa come la cetra delloSpirito Santo. Si direbbe, commen-ta Plinio Corra de Oliveira, che loSpirito Santo non solo parlava perbocca di lui, ma cantava con i suo-

    ni armoniosi della sua laringee faceva vibrare la grazia nelleanime, al diapason della cetra

    con cui egli cantava.6

    Questi magnifici doni po-etici e musicali si rivolgeva-

    della citt. Vedendo la devastazionecausata nei suoi abitanti, dalle setteeretiche che in essa abbondavano, ilsanto asceta accett.

    Inizi cos una nuova tappa delsuo apostolato. In poco tempo riu-

    n intorno a s numerosi discepoli, aiquali simpegnava di dare una solidaformazione. In una lettera diretta auno di loro, consigliava: Figlio mio,sii saldo nellumilt e fa in modoche le virt di Dio ti accompagnino.[...] incommensurabile la bellezzadelluomo umile. Non c passione,qualunque sia, capace di dominarequestuomo, e non c misura per lasua bellezza.3

    Citaredo dello Spirito Santoe bardo di Maria

    Non fu facile la lotta del santo dia-cono contro le eresie, e pochi furonoi risultati iniziali. Egli prosegu, tutta-via, senza perdere coraggio e, ispira-to dallo Spirito Santo, trov un mez-zo efficace per diffondere la buonadottrina nella disputa contro gli ere-tici: attraverso la liturgia. Non senzaragione, dunque, come insegna PapaPio XI, pi che i solenni documen-ti del Magistero ecclesiastico, hannoefficacia nellinformare il popolo nel-le cose della fede e nel sollevarlo allegioie interne della vita le annuali fe-stivit dei sacri misteri.4

    Tali commemorazioni nacquero esi svilupparono nel corso dei seco-li, secondo che la necessit o lutilit

    Efrem corse dal VescovoSan Giacomo, che lo accolsecome un figlio e gli amministril Battesimo

    Chiesa e tomba di San Giacomo aNisibe, attuale Nusaybin (Turchia)

    Foto:Garzo(CC-3.0)

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    Ci ha dato un frutto

    pieno di dolcezza

    L

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    Araldi del VangeloGiugno 2015

    RicardoCasteloBranco

    Madonna col Bambino GesMosaico della Basilica diSantApollinare, Ravenna

    a Vergine mi invita a cantareil mistero che contemplo con

    ammirazione. Dammi, o Figliodi Dio, un tuo mirabile dono, concui io accordi la mia lira e riescaa dipingere limmagine bellissimadella tua beneamata Madre.

    Permanendo vergine, la VergineMaria d al mondo suo Figlio, al-latta Colui che alimenta le nazioni,

    porta nel suo casto seno chi sostieneluniverso. Ella Vergine e Madre,che cosa Le manca di essere?

    Santa di corpo e tutta bella dianima, pura di spirito, retta di in-telligenza, perfetta di sentimenti,casta, fedele, pura di cuore, compro-vata, Ella piena di tutte le virt.

    Gioisca in Maria tutta la stirpedelle vergini, poich una di loro hadato alla luce Colui che sostiene tut-ta la creazione, Colui che ha liberatodalla schiavit il genere umano.

    In Maria si riempie di giubiloil vecchio Adamo, ferito dal ser-

    pente. Maria gli d una discen-denza che gli permette di schiac-ciare il serpente maledetto e lo

    guarisce dalla sua ferita mortale.Gioiscano i sacerdoti nella Ver-

    gine benedetta. Ella ha dato almondo il Sacerdote eterno, che

    INNODISANTEFREMALLAVERGINEMARIA

    allo stesso tempo Vittima. Egliha posto fine allantico sacrificio,offrendoSi come la Vittima che

    placa il Padre.Gioiscano in Maria tutti i pro-

    feti. In Lei si sono compiute le lo-ro visioni, si sono realizzate le lo-ro profezie, si sono confermati iloro oracoli.

    Esultino in Maria tutti i pa-triarchi. Cos come ha ricevutola benedizione che era stata loro

    promessa, allo stesso modo Lei liha resi perfetti in suo Figlio. Da

    Lui, infatti, i profeti, i giusti e isacerdoti sono stati purificati.

    Invece dellamaro frutto colto daEva dallalbero fatale, Maria hadato agli uomini un frutto pieno didolcezza. Ed ecco che il mondo inte-ro si diletta con il frutto di Maria.

    LAlbero della Vita, nascostonel mezzo del Paradiso, cresciutoin Maria e ha esteso la sua ombra

    sulluniverso, ha diffuso i suoi

    frutti tanto sui popoli pi lonta-ni quanto su quelli pi vicini.Maria ha tessuto un vestito di

    gloria e lo ha dato al nostro proge-nitore. Tra gli alberi egli aveva na-

    scosto la sua nudit, ed eccolo oraornato di pudore, di virt e di bel-

    lezza. Colui la cui sposa aveva ab-battuto, sua Figlia lo eleva; da Lei

    sostenuto, egli si erge come un eroe.Eva e il serpente avevano mes-

    so una trappola e Adamo in essaera caduto; Maria e il suo regio

    Figlio Si sono chinati e lo hannotolto dallabisso.

    La vite virginale ha prodottoun grappolo il cui gustoso vino re-

    stituisce agli afflitti la gioia. Nella

    loro angoscia, Eva e Adamo han-no provato il vino della vita e inesso hanno trovato pieno conforto.

    AMANN, mile. Le dogmecatholique dans les Pres de lglise.

    2.ed. Paris: Gabriel Beauchesne,1922, p.221-223

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    Giugno 2015Araldi del Vangelo 19

    no molte volte a una luminosa Stel-la che brillava con speciale fulgorenella mente e nel cuore di Efrem:Maria Santissima. Nutriva per Leiuna devozione profonda e tenera,che lo accompagn a ogni passo.

    In lode alla Vergine Madre com-pose uno sterminato numero dipreghiere e di melodie, che pro-clamavano, gi in quei tempi re-moti, glorie e privilegi di Maria cheil Magistero infallibile della Chiesaavrebbe pi tardi definito.

    Lincontro di due grandi Santi

    Al pari di SantEfrem, brillava-no a quel tempo altri tre grandi astridella Storia della Chiesa, denomina-

    ti Padri Cappadoci: San Basilio Ma-gno, San Gregorio di Nissa e SanGregorio Nazianzeno. Tre Vesco-vi che, proprio come il diacono diEdessa, dedicarono la vita a difen-dere dagli errori delle eresie il greg-ge posto sotto la loro custodia.

    Echi della fama di santit diuno di loro, San Basilio, giunsero aEfrem, che intraprese un lungo viag-gio fino a Cesarea di Cappadocia perconoscerlo personalmente. E il san-to Vescovo, a sua volta, rimase entu-siasta nel vedere la folgorante santitdel suo visitatore. Da questo incon-tro sorse una stretta amicizia che unper sempre i due uomini di Dio.

    SantEfrem trasse molto profit-to spirituale da questa permanenzapresso San Basilio e ritorn a Edes-sa con molta gratitudine verso la Di-vina Provvidenza, per avergli con-cesso una simile grazia. Varie volte

    Basilio volle conferire al diaconolordinazione sacerdotale, e anche

    parsi anche dei corpi. Si dedic conmirabile impegno alla dura fatica disoccorrere quegli infelici. Li accudi-va nei loro bisogni, li incoraggiava

    nelle sofferenze, li confortava nel-le difficolt. Infaticabile in una ta-

    le opera di carit, sent in s, unamattina, i sintomi della peste. Era,nel suo intimo, la voce di NostroSignore Ges Cristo che lo chiama-

    va a ricevere nel Cielo la ricompen-sa molto grande (Gn 15, 1).

    Trafitti di dolore, i suoi discepo-li lo assistettero durante la malattia.Ormai alle soglie della morte, il san-to maestro diede loro ancora unul-tima lezione. Egli chiese che, invecedi onoranze funebri, gli venisse of-

    ferto qualcosa di molto pi prezio-so: le sante preghiere, il soave aro-ma dellincenso spirituale che sieleva a Dio a favore della sua ani-ma, il bene pi grande che si pu fa-re a chi si presenta davanti al giudi-zio divino.

    Cos Efrem coron una vita se-gnata dalla consegna completa a fa-vore della vera dottrina, della sal-vezza delle anime, insomma, dellaglorificazione della Santa ChiesaCattolica. Egli fu, con le parole diSan Giovanni Crisostomo, il flagel-lo del pigro, la consolazione degli af-flitti, formatore e stimolo per la gio-vent, modello per i monaci, guidadei penitenti, spada e tormento pergli eretici, scrigno di virt, tempio eluogo di riposo dello Spirito Santo.7

    Per questo, lo splendore dellasua santit sirradi presto in tutto ilmondo. Infatti, afferma San Grego-

    rio di Nissa, egli noto in quasi tut-ti i luoghi dove brilla il Sole.8

    1BREYDY, Miguel. San EfrnSiro. In: ECHEVERRA,Lamberto de; LLORCA, SJ,Bernardino; REPETTO BE-TES, Jos Luis (Org.).AoCristiano. Madrid: BAC,2004, vol.VI, p.212.

    2BENEDETTO XVI. SantE-frem, il Srio. Udienza gene-rale, del 28/11/2007.

    3SANTEFREM DI NISIBE.Epistola a un discepolo. In:Congregazione per il Clero:http://www.clerus.org.

    4PIO XI. Quas primas, n.35.5Idem, n.35.6CORRA DE OLIVEIRA,

    Plinio. Conferenza. So Pao-lo, 6 nov. 1972.

    7SAN GIOVANNI CRISO-STOMO. Orat. de consumm.

    sc., apud Benedetto XV.Principi Apostolorum Petro.

    8SAN GREGORIO DI NISSA.Vita S. Ephrem, apud Bene-detto XV, op. cit.

    elevarlo alla dignit episcopale, masenza alcun successo, perch questisi considerava indegno di un cos al-to ministero.

    Uno splendore chesirradi nel mondo

    Intorno allanno 378, Dio invi aEfrem unultima prova, destinata acoronare in modo magnifico la suaesistenza di instancabile lotta a favo-re della Santa Chiesa. Edessa fu de-vastata da una terribile peste, cheport alleternit molti dei suoi abi-tanti e lasci numerosi altri prostra-ti nel letto di dolore. Tali circostanzeaprirono per il santo diacono un nuo-vo campo di battaglia, nel quale si sa-rebbe consacrato in maniera genero-sa a Cristo: lassistenza agli infermi.

    Egli, che fino allora aveva fattomolto per le anime, pass a occu-

    Egli fu, nelle parole di san GiovanniCrisostomo, il flagello del pigro e

    la consolazione degli afflitti

    SantEfrem - Mosaico del MonasteroNuovo di Chios (Grecia)

    www.eikonografos.com

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    L

    Via per incontrare

    Dio e i suoi misteri

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    Araldi del VangeloGiugno 2015

    ne della musica sacra, mettendo inevidenza il primordiale ruolo dellar-te nella liturgia: La Chiesa ha rico-nosciuto e favorito sempre il progres-so delle arti, ammettendo al serviziodel culto ci che il genio ha trovatodi buono e di bello attraverso i secoli,salve sempre le leggi liturgiche.6

    Anche Pio XI, nella CostituzioneApostolicaDivinis cultus, afferma: dunque molto importante che tuttoci che destinato alla bellezza dellaliturgia sia regolato da leggi e prescri-zioni della Chiesa, in modo che le artiservano veramente, com doveroso,quali nobili ancelle al culto divino.7

    Sublimando la dimensione litur-gica, dice Pio XII nellEnciclica Me-diator Dei: ogni cosa, sia nei sacri

    edifici, sia nelle vesti e nella suppel-lettile liturgica, anche se non brilliper eccessiva ricchezza e splendore,sia, tuttavia, proprio e mondo, essen-do tutto consacrato alla Divina Ma-est.8E nellEnciclicaMusic sacrquesto stesso Pontefice assicura chelarte religiosa non ha altro scopoche quello di aiutare potentementei fedeli a innalzare piamente la loromente a Dio, agendo per mezzo delle

    chiamare opera darte, poich nel-la celebrazione liturgica nulla deveessere volgare, precipitato, improvvi-sato; tutto richiede armonia, dignit,reverenza.4

    necessario evidenziare, allora,limportante azione evangelizzatri-ce esercitata dalla trasmissione dellabellezza attraverso questi elementi,se gli oggetti attinenti al culto saran-no degni, decorosi e belli, veri segnie simboli del soprannaturale.5

    Costante preoccupazione dei Papi

    San Pio X, nel Motu Proprio Trale sollecitudini, stimola la restaurazio-

    Dalla sua origine, il Cristianesimo ha compreso il valore

    delle arti e ha utilizzato i suoi multiformi linguaggi per

    comunicare limmutabile messaggio di salvezza.

    a manifestazione della fede,nella Chiesa e per la Chie-sa, non si restringe a unat-teggiamento interiore. Es-

    sa si manifesta anche mediante unaserie di espressioni esteriori, tendentia evocare e sottolineare la grandezzadellevento celebrato,1 insegna SanGiovanni Paolo II.

    Se, in un certo modo, le cerimonieliturgiche si possono realizzare con di-gnit in qualunque luogo, rivestendo-si di paramenti semplici e utilizzandoarredi di poco valore artistico, tuttavia,nello sviluppo della Chiesa come so-ciet cattolica cultuale, il tema artisti-co molto degno di esser considerato,poich in ogni manifestazione ester-na del culto si deve cercare sempre la

    maggior dignit e il massimo decoro.2

    Attraverso gli oggetti utilizzati nelculto si pu stimolare la compenetra-zione in relazione al mistero l vissu-to, come la piet e la tanto desideratapartecipazione piena, cosciente e at-tiva dei fedeli. Larte devessere unelemento espressivo, degno e funzio-nale nello spazio e nellambiente del-la celebrazione.3Per questo benee salutare cercare quello che si pu

    Don Fernando Nstor Gioia Otero, EP

    L ARTESACRA

    In ognimanifestazioneesterna del culto sideve cercare semprela maggior dignit eil massimo decoro

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    sacri di celebrazione, con lutilizza-zione di risorse che, in ultima anali-

    si, ritenevano poter essere destinateai poveri. Diversi sacerdoti mani-festarono il desiderio che la Chie-sa sopprimesse ogni lusso superfluonel culto divino.12

    Altri, in senso opposto, argomen-tavano che si sarebbe dovuto dispor-re per il servizio di Dio del meglio,basandosi sulla risposta di NostroSignore alla maldicenza di GiudaIscariota che in verit non era in-

    GustavoKralj

    sue manifestazioni sui sensi della vi-sta e delludito.9

    Nella sua famosa Lettera agli arti-sti, San Giovanni Paolo II mostra glieffetti dellambiente decristianizza-to degli ultimi secoli, che ha portatotalvolta a un certo distacco tra il mon-do dellarte e quello della fede, alme-no nel senso di un diminuito interes-se di molti artisti per i temi religiosi.10Non sono stati altri i motivi che hannoindotto il Sacrosanctum Conciliumadammonire con severit a che fosserorespinte le opere artistiche che non sicoadunano con la Fede.11

    Uno scontro di tendenze

    In questo delicato tema, non stato piccolo lo scontro tra due mar-cate tendenze, durante i lavori pre-conciliari.

    Alcuni erano contro quello cheavrebbe potuto essere una spesamaggiore per la costruzione e lor-namentazione delle chiese, confe-zione di costosi paramenti o calici

    teressato ai poveri, ma al denaro,perch era un ladro (cfr. Gv 12, 6) ,nellepisodio della donna che verssul suo divino capo un prezioso pro-fumo di nardo, e sul fatto che Luinon aveva rifiutato questo lussuo-so omaggio. Cristo, che Si fece po-vero e chiedeva la povert agli Apo-stoli, al contrario, elogi quel gesto.Allora Ges disse: Lasciatela sta-re; perch le date fastidio? Ella hacompiuto verso di me unopera buo-na; i poveri infatti li avete semprecon voi e potete beneficarli quandovolete, me invece non mi avete sem-

    pre (Mc 14, 6-7). Pertanto chie-devano quelli di questa tendenza, non legittimo praticare la virtdella magnificenza in ci che si rife-risce al culto divino? Questo non le-de affatto lo spirito di povert.

    Evitando un confronto, la propo-sta conciliare finale, riguardo la li-turgia e larte sacra, fin per racco-mandare che gli ordinari procurinodi ricercare piuttosto una nobile bel-

    Corteo finale di una Messa celebrata allaltare della Cattedra della Basilica di San Pietro, 16/5/2014

    Nulla deve essere

    volgare, precipitato,improvvisato; tuttorichiede armonia,dignit, reverenza

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    Araldi del VangeloGiugno 2015

    lezza che una mera sontuosit. E civalga anche per le vesti e gli orna-menti sacri.13

    Non confondere bellezzacon ostentazione

    Capita, molte volte, che si con-fonda equivocamente bellezza conlusso, e si finisca optando per evi-tare, oltre alla mera suntuosit,lostentazione14 per cui potrem-mo considerare non solo una man-canza di raffinatezza, ma anche ilcattivo gusto e la volgarit. E ci chevediamo con frequenza nellarte sa-cra contemporanea, in alcuni stili diarchitettura religiosa e in determi-nati ambienti cattolici.

    Luomo, creato a immagine e so-miglianza di Dio, pu esprimerela verit del suo rapporto con DioCreatore anche mediante la bellez-za delle proprie opere artistiche.15Ci nonostante, con frequenza, conil pretesto di semplicit evangeli-ca o di austerit, si arriva a depau-perare il culto divino togliendogli lasua grandezza, tanto nellarchitettu-ra sprovvista di incanto, nella musi-ca lontana dal sacro, nelle immagi-ni dalle linee strane e povere in arte,o anche nelluso di oggetti sacri dalgusto discutibile e persino fatti conmateriale di qualit inferiore al no-bile Sacramento celebrato.

    Fin dallAntichit, luomo, mossodalla piet, ha offerto i pi belli deisuoi manufatti negli atti di adorazio-ne a Dio, come ci attesta lAnticoTestamento. Con il Cristianesimo,identico sentimento si manifestato

    tra i fedeli, testimoniato, per esem-pio, dalla costruzione di maestositempli cristiani gi nei primi secoli.Come si sa, molti di essi erano statipalazzi di patrizi o di ricchi proprie-tari che li donavano alla Chiesa, emolti si conservano ancora oggi. Laloro suntuosa e mirabile decorazio-ne interna sono prova della devozio-ne e generosit dei fedeli, incentiva-te dalla Chiesa nascente.

    Sulle orme di SanFrancesco dAssisi

    Nostro Signore Ges Cristo nonha chiesto la pratica della povertper quanto riguarda il culto divino.Sposato misticamente con lei, SanFrancesco dAssisi comprese benequesto consiglio evangelico e prega-va i suoi figli spirituali, seguaci delsuo particolare spirito di povert, dionorare tutte le cose relative al San-tissimo Sacramento e alla Liturgia.

    Egli scrisse una volta: che I cali-ci, i corporali, gli ornamenti dellal-tare e tutto ci che serve al Sacrifi-cio, devono essere preziosi. E se in

    qualche luogo trovassero il santis-simo corpo del Signore collocato inmodo miserevole, venga da essi po-sto e custodito in un luogo prezio-so.16Un esempio concreto di questamentalit lo possiamo apprezza-re nellesterno rustico e sobrio del-la Basilica di Assisi, in contrasto colsuo interno pieno di splendore.

    Senza dubbio, lornamento evi-denzia la bellezza delle cose, cos co-

    me la vernice sottolinea la nobilt ela qualit di un legno.17E labbel-limento ornamentale, larte decora-tiva sono, in questo senso, elemen-ti fondamentali della vita in questomondo.18

    Come ci insegna il Catechismodella Chiesa Cattolica, larte sacra vera e bella quando, nella sua for-ma, corrisponde alla vocazione chele propria: evocare e glorificare,nella fede e nelladorazione, il mi-stero trascendente di Dio.19

    Ambienti che favorisconolazione del soprannaturale

    La celebrazione liturgica bella,nei suoi ornamenti, nel cerimoniale,nel canto, nelle costruzioni, trascinale anime verso il soprannaturale ed loro lo stimolo per abbandonarele vie del peccato, progredendo nel-la virt.

    Per questa ragione, in altri tempilarte dei templi era un libro dovei fedeli apprendevano le verit dellaFede. stata una cultura di imma-

    Armonia tra ar

    Pio X La Chiesa hariconosciuto e favoritosempre il progresso dellearti, ammettendo al serviziodel culto ci che il genioha di buono e di bello

    Pio XI dunque moltoimportante che le artiservano veramente, qualinobili ancelle, al cultodivino

    Pio XII Larte deveaiutare i fedeli ainnalzare piamente laloro mente a Dio, agesui sensi della vista edelludito

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    gini, che durata anche dopo che lastampa ci ha introdotti nella culturadellidea e del linguaggio.20Cos co-me ci sono melodie capaci di creareun ambiente favorevole al raccogli-mento, alla preghiera, allelevazionedello spirito, allequilibrio interiore,per il loro effetto pacificatore, im-perioso costatare come gli ambientiinfluenzino a fondo lo spirito uma-no, tanto per il bene come per il ma-le.

    Questo perch esiste una pro-fonda interazione tra luomo e lospazio che lo circonda. Luomo si ri-flette in esso e, di conseguenza, co-

    munica qualcosadi se stesso agli al-tri.21 In questo modo, generazionidi fedeli pervasi dallo spirito cattoli-co hanno costruito cattedrali roma-niche e gotiche che ci dilettano conla loro magnificenza architettoni-ca, e con la forza della loro presen-za simbolica costituiscono spazi cheesercitano una sacrale influenza sul-le persone. Perch lo spazio litur-gico e il suo ornamento hanno una

    grandissima importanza in vista diunevangelizzazione corretta, nuovae adeguata.22

    Larte sacra deve essere a

    servizio della liturgia

    Come indica Paolo VI, larte un mezzo dincomparabile effica-cia per levangelizzazione.23Sebbe-ne la Chiesa non abbia consideratocome proprio nessuno stile, incen-tiva gli Ordinari a promuovere e in-centivare unautentica arte sacra,24con lesclusione delle opere che so-no contrarie alla fede, ai costumi ealla piet cristiana; che offendono

    il genuino senso religioso, o perchdepravate nelle forme, o perch in-sufficienti, mediocri o false nelle-spressione artistica.25

    Larte sacra deve, pertanto, esse-re a servizio della Religione e, es-sendoci mezzi materiali, non si deveevitare lartisticamente bello perch pi costoso, optando per il bruttoche comporter meno spese... Argo-mento, del resto, molto discutibile!

    Non essere contrari alla Fede, ai co-stumi e alla piet; depravazione del-la forma; insufficienza, mediocrit ofalsit dellarte... quante qualifica-zioni per identificare lo stile di arteche la Sacrosanctum Conciliumcon-

    siderava contrario alla bellezza.Non possiamo negare che, inaspetti come quello della funziona-lit, ci furono progressi tecnici nel-le costruzioni moderne. Tuttavia, necessario considerare linciden-za negativa prodotta, senza dubbio,nel campo della creazione artisticareligiosa e di quella destinata alla li-turgia, dal clima socioculturale cir-costante, caratterizzato dal pensie-ro debole, dal vuoto spirituale, dalla

    perdita di valori morali e dalla seco-larizzazione.26

    Questa produzione artistica, ingenere e nel campo del sacro, inmodo particolare fatta da specia-listi influenzati dal mondo paganiz-zato ha dato luogo a espressioni chenon riflettono larte sacra, arrivan-do, in non pochi casi, a offendere ilgenuino senso religioso.

    Il mondo ha necessit di bellezza

    Tutto questo mette in risalto ilmotivo per cui Paolo VI incentiva gliartisti a seguire la via del pulchrum:Questo mondo nel quale viviamoha bisogno di bellezza per non spro-fondare nella disperazione. La bel-lezza, come la verit, ci che in-fonde gioia al cuore degli uomini, quel frutto prezioso che resiste al lo-gorio del tempo, che unisce le gene-razioni e le fa comunicare nellam-

    mirazione.27

    In questo senso, la nota Lette-ra agli artisti di San Giovanni Pa-olo II, del 1999, un punto di rife-rimento nel tema della relazionefede-arte-bellezza. In essa il Ponte-fice mostra come la Chiesa ha ne-cessit dellarte ma di unarte bel-la per la trasmissione del Vangelo,poich larte ha una capacit tuttasua di cogliere luno o laltro aspet-

    religione

    Foto:LOsservatoreRomano/GustavoKralj

    olo VI Questondo nel quale viviamobisogno di bellezzanon sprofondare nella

    perazione

    Giovanni Paolo II Larte ha una capacittutta sua di cogliereluno o laltro aspetto delmessaggio traducendoloin colori, forme, suoni

    Benedetto XVI Lartepu trasformarsi in unpercorso di profondariflessione interiore e dispiritualit

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    Araldi del VangeloGiugno 2015

    I calici, i corporali,gli ornamentidellaltare e tuttoci che serve al

    Sacrificio, devonoessere preziosi

    (San FrancescodAssisi)

    to del messaggio traducendolo in co-lori, forme, suoni che assecondanolintuizione di chi guarda o ascolta.E questo senza privare il messaggiostesso del suo valore trascendente edel suo alone di mistero.28

    Questa chiamata agli artisti, fat-ta in maniera insistente dalla fi-ne del Concilio Vaticano II, sem-brerebbe non avere avuto forza dipenetrazione. La crisi del mondomoderno ha portato gli uomini aperdere la nozione dei misteri del-la nostra Fede e lo spirituale sem-bra essersi diluito.

    Di fronte ai pi mirabili monu-menti legati alla Civilt Cristiana,molti non reagiscono come dovreb-

    bero, non si lasciano trascinare daquellOceano infinito di bellezza,dove lo stupore si fa ammirazione,ebbrezza, indicibile gioia.29 lef-fetto del torpore prodotto nelle ani-me dalla secolarizzazione della vitamoderna.

    Larte e la bellezza hanno il com-pito di risvegliare lumanit dal suoletargo, conducendola a riscoprirela profondit di questa dimensionespirituale e religiosa, poich lalle-anza stretta da sempre tra Vangeloed arte coinvolge gli artisti nellin-vito a penetrare con intuizione cre-ativa nel mistero del Dio incarnato

    e, al contempo, nel mistero delluo-mo.30

    Una via pulchritudinis

    Cos come Dio Si manifesta conla bellezza della creazione I cie-

    li narrano la gloria di Dio, e lope-ra delle sue mani annunzia il firma-mento (Sal 19, 2) , anche le operedelluomo retto riflettono lincantodella virt. Esiste, dunque, una re-lazione tra la bellezza materiale equella morale. Questa relazione in-tima il fondamento di unavia pul-chritudinis, ossia, bisogna usare labellezza nelle sue pi svariate for-me come mezzo di evangelizzazio-ne, per portare le anime a Dio, che

    la Bellezza in essenza. Infatti, tuttoil bello esistente riflette in qualchemodo questo attributo divino. Ama-re la bellezza, elevarsi con essa, unmezzo di crescere nellamore a Dio.

    Come bene ha detto BenedettoXVI agli artisti, nellincontro realiz-zato nella Cappella Sistina, nel no-vembre 2009, larte, in tutte le sueespressioni, nel momento in cui siconfronta con i grandi interrogatividellesistenza, con i temi fondamen-tali da cui deriva il senso del vive-re, pu assumere una valenza reli-giosa e trasformarsi in un percorsodi profonda riflessione interiore e di

    San Francesco in estasi, di Pietro diMena Cattedrale di Toledo (Spagna)

    FranciscoLecaros

    DIVENTI, ANCHELEI, UNCOORDINATOREDELLAPOSTOLATODELLICONA!

    APOSTOLATODELLICONA

    MARIA, REGINADEICUORI

    uesto apostolato consiste nella cir-colazione di casa in casa di unico-

    na con limmagine del Cuore Immacola-to di Maria, come apparve a Fatima, chesar accolta, ogni mese in un giorno sta-bilito da ciascuna famiglia partecipante.

    Ogni gruppo di 30 famiglie che deside-rino ospitare licona una volta al mese,richiede lesistenza di un coordinatore(trice), che riceve dal parroco un manda-to durante la cerimonia di consegna uffi-ciale dellicona in chiesa.

    PIAZZAINPISCINULA, 40 - 00153 ROMA

    TEL: 0639030517 - E-MAIL: [email protected]

    Q

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    Giugno 2015Araldi del Vangelo 25

    1

    SAN GIOVANNI PAOLO II.Ecclesia de Eucharistia, n.49.2 RIVERA, Juan Francisco.

    El arte y los objetos sa-grados. In: MORCIL-LO GONZLEZ, Casimi-ro (Org.). Concilio Vatica-no II. Comentarios a la Con-stitucin sobre la Sagrada Li-turgia. 2.ed. Madrid: BAC,1965, t.I, p.582.

    3 SECRETARIADO NACIO-NAL DE LITURGIA DEESPAA. Ambientacin y

    arte en el lugar de la cele-bracin. In: CENTRE DEPASTORAL LITRGICA.Celebrar en belleza. Barcelo-na: CPL, 2006, p.160.

    4 MIC BUCHN, Jos Lu-is.Liturgia Catlica. Bogot:San Pablo, 2004, p.90.

    5 CONCILIO VATICANO II. Sa-crosanctum Concilium, n.122.

    6SAN PIO X. Tra le sollecitudini, n.5.

    7

    PIO XI.Divini cultus.8 PIO XII.Mediator Dei, n.174.9 PIO XII.Music sacr, n.11.10 SAN GIOVANNI PAOLO II.

    Lettera agli artisti, n.10.11 CONCILIO VATICANO II,

    op. cit., n.124.12 SCHMIDT, Herman.La Con-

    stitucin sobre la Sagrada Li-turgia. Texto, historia, comen-tario. Barcelona: Herder,1967, p.126.

    13

    CONCILIO VATICANO II,op. cit., n.124.14 ISTRUZIONE GENERALE

    DEL MESSALE ROMA-NO, n.292.

    15 CCE 2501.16 SAN FRANCESCO DAS-

    SISI. Prima Lettera ai Cu-stodi, n.3-4. In: PEREIRA,OFM, Jos Antnio Correia(Org.).Escritos de Francisco

    e Clara de Assis. 2.ed. Braga:Franciscana, 2007, p.103.17 CORRA DE OLIVEIRA.

    Plinio. Ornato, elementofundamental da vida. In:Dr.Plinio. So Paulo. Anno XI.N.128 (Nov., 2008); p.20.

    18 Idem, ibidem.19 CCE 2502.20 MIC BUCHN, op. cit.,

    p.91.21 SIRBONI, Silvano.El lengua-

    je simblico de la Liturgia.Los signos que manifiestan lafe.Bogot: San Pablo, 2006,p.141.

    22 Idem, p.146.23 BEATO PAOLO VI.Discor-

    so in occasione della mostradarte moderna sul volto diCristo, del 22/10/1974.

    24 CONCILIO VATICANO II,op. cit., n.124.

    25

    Idem, ibidem.26 LPEZ, Julin.La liturgia y

    el arte en el Magisterio de laIglesia. In: CENTRE DEPASTORAL LITRGICA,op. cit., p.56.

    27 BEATO PAOLO VI. Conci-lium cumenicum Vatica-num II Sollemni Ritu Conclu-ditur. Message aux artistes, de8/12/1965.

    28 SAN GIOVANNI PAOLO II.Lettera agli artisti, n.12.

    29 Idem, n.16.30 Idem, n.14.31 BENEDETTO XVI.Discorso

    in occasione dellincontro congli artisti nella Cappella Sisti-na, del 21/11/2009.

    32 CCE 2502.33 MIC BUCHN, op. cit.,

    p.93.

    Larte sacra autenti-ca, bella e vera, uno

    strumento che con-duce luomo alladora-

    zione, alla preghierae allamore di Dio

    spiritualit.31 Larte sacra autenti-

    ca, bella e vera, uno strumento checonduce luomo alladorazione, al-la preghiera e allamore di Dio Cre-atore e Salvatore, Santo e Santifica-tore.32

    In questa via pulchritudinis, anco-ra una volta si unisce allarte sacra efacendo parte di essa la liturgia, conla sua bellezza e la sua ineguagliabi-le funzione evangelizzatrice, poich

    Interno della Basilica di San Francesco, Assisi

    essa necessita di esprimersi attraver-

    so un linguaggio e anche attraversosegni. Non che larte sia imprescin-dibile dalla liturgia, ma le moltoconveniente, perch larte non unartificio della liturgia, un valore an-nesso, ma parte essenziale del suolinguaggio. Per questo si potrebbequalificare larte religiosa come luo-go teologico, cio, cammino per lin-contro con Dio e i suoi misteri.33

    GustavoKralj

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    Dodici nuovi pastori

    per il gregge di Dio

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    Araldi del VangeloGiugno 2015

    ORDINAZIONIPRESBITERALINELLABASILICADELLAMADONNADELROSARIO

    e ordinazioni presbiterali sono sempre motivo digioia speciale, poich arricchiscono la Chiesa connuovi pastori da l in poi dediti alla santificazione

    del gregge del Signore. stato, infatti, in unatmosfera di particola-

    re giubilo che si svolta la cerimonia di ordi-nazione presbiterale di dodici diaconi del-

    la Societ Clericale di Vita Apostolica diDiritto Pontificio Virgo Flos Carme-li presieduta da Mons. Giovanni dA-niello, Nunzio Apostolico in Bra-sile, realizzata nella Basilica dellaMadonna del Rosario, lo scorso 25aprile, Festa di San Marco Evan-gelista.

    Calorose parole di benvenutoAllinizio della celebrazione,

    Mons. Srgio Aparecido Colombo,nella cui diocesi si trovano ubicati laBasilica e il Seminario degli Araldidel Vangelo, ha espresso al Nunzio uncaloroso benvenuto per questa sua pri-ma visita alla Diocesi di Bragana Pauli-sta: Molte grazie per la sua generosit, perla sua presenza sempre tanto amica, sempre co-s accogliente. E nella persona di Sua Eccellenza, ren-do un omaggio filiale al Santo Padre, Papa Francesco.Chiedo che trasmetta a Sua Santit laffetto e la disponibi-lit mia e di tutta la nostra diocesi. Chiedo che ci benedica

    in questanno in cui si festeggiano i 90 anni dalla sua crea-zione e istallazione.

    Da parte sua, Mons. Giovanni ha manifestato la suagratitudine e contentezza per laffetto con cui stato ri-

    cevuto, promettendo una nuova visita per conosce-re pi a fondo la diocesi.

    Una realt incantevole

    A seguire, Mons. Giovanni si ri-volto al Fondatore degli Araldi, di-

    cendo: Mons. Scognamiglio, mol-te grazie anche a lei per averescelto me ad imporre le mani suquesti nuovi sacerdoti e renderlisacerdoti di Dio. Grazie per lac-coglienza che ho avuto fin da ieriin questa realt che definirei in-cantevole.

    E ha aggiunto: Una realt chemi sta impressionando, perch

    come ho detto ieri nella Chiesa delSeminario Minore questa variet

    di colori mi d lidea di com la Chie-sa: un insieme di grazie, un insieme di

    persone, un insieme di funzioni che for-mano unarmonia. Qui viene data veramente

    vitalit alla Chiesa che una, e che manifesta que-sta unit nellessere legata a Cristo, nella venerazioneverso sua Madre, che qui riveriamo come Madonna delRosario.

  • 7/24/2019 Rivista Araldi del Vangelo 146 201506

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    Giugno 2015Araldi del Vangelo 27

    Universalit della Chiesa La diversit di origine dei dodici candidati, provenienti da sei Paesi di tre continenti, stato un eloquente simbolo delluniversalit della Chiesa. Nelle foto, un neosacerdote araldo oriundo del Giappone

    fa promessa di obbedienza, un lisboeta d al Nunzio labbraccio della pace e un indiano riceve il calice.

    Nelle mani del Fondatore Dopo aver fatto la promessa di obbedienza nelle mani del Nunzio, i candidati alsacerdozio hanno rinnovato i loro voti perpetui nelle mani del loro Superiore Generale e Fondatore degli Araldi,

    Mons. Joo Scognamiglio Cl Dias, EP. Particolarmente commovente stato anche labbraccio della pace

    Convivialit fraterna Le parole di benvenuto di Mons. Srgio Aparecido Colombo al Nunzio Apostolico hannoevidenziato il clima di fratellanza e unione ecclesiale in cui si svolta la cerimonia. A destra, Mons. Giovanni

    dAniello e Mons. Joo Scognamiglio Cl Dias conversano in sacrestia.

    L e a n d r o S o u z a

    DavidDomingues

    J o a o P a u l o R o d r i g u e s

    DavidDomingues

    g

    S t e p h e n N a m i

    g

    g

    StephenNami

  • 7/24/2019 Rivista Araldi del Vangelo 146 201506

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    Araldi del VangeloGiugno 2015

    Visita alle case di formazione Mons. Giovanni ha conosciuto la casa di formazione Contemplazione Mariana,situata a Embu das Artes, del ramo maschile e la Casa Monte Carmelo, a Caieiras, di quello femminile. In

    questultima funziona anche lIstituto Filosofico-Teologico Santa Scolastica e una chiesa aperta al pubblico.

    Settantotto concelebranti Sacerdoti provenienti da diversi Paesi hanno concelebrato lEucaristia con Mons.Giovanni dAniello, Mons. Srgio Aparecido Colombo e Mons. Joo Scognamiglio Cl Dias. Nelle foto: durante la

    preghiera di ordinazione (foto 1), nellimposizione delle mani (foto 2) e insieme ai neopresbiteri (foto 3).

    3

    2DavidDomingues

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    DavidDomingues

  • 7/24/2019 Rivista Araldi del Vangelo 146 201506

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    Ordinazione diaconale di araldi

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    Giugno 2015Araldi del Vangelo 29

    LeandroSouza

    ThiagoTamuraNogueira

    Leand

    roSouza

    l 21 aprile, tredici accoliti appartenenti agli Aral-di del Vangelo, hanno ricevuto dalle mani di Mons.

    Benedito Beni dos Santos, Vescovo emerito di Lorena,lordine del diaconato. Tra di loro cerano due spagnoli,un guatelmateco e dieci brasiliani provenienti da diver-si stati: San Paolo, Minas Gerais, Spirito Santo e Par. toccato a un araldo di Belm ringraziare Don Beni per

    lamicizia con cui onora lAssociazione, ricordando chequesta ormai lottava ordinazione presbiterale o dia-conale di araldi da lui presieduta. Sopra, proposito de-gli eletti. Sotto, Mons. Beni e Mons. Joo conversanoin sacrestia (foto 1), presentazione dei candidati (foto2), promessa di obbedienza (foto 3), limposizione del-le mani (foto 4) e consegna del libro dei Vangeli (foto 5)

    SergioCespedesRios

    StephenNami

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    XII Incontro Nazionale

    dellApostolato dellIcona

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    Araldi del VangeloGiugno 2015

    JosAugustoMiranda

    li Araldi del Vangelo hanno realizzato il giorno 18aprile il loro XII Incontro Nazionale dellApostolato,

    con 11 mila partecipanti.Il programma ha avuto inizio nella Basilicadella Santissima Trinit con lincoronazionedella Statua del Cuore Immacolato di Ma-ria, seguita da una Celebrazione Eucari-stica presieduta da Mons. Antonio Fran-cisco dos Santos, Vescovo di Porto. Aseguire, una Adorazione al SantissimoSacramento e la recita del Rosario.

    Mons. Antonio invita a esserediscepoli missionari

    Nella sua omelia, il prelato ha lascia-to ai presenti un messaggio di incentivoa una dedizione sempre maggiore al ser-vizio del prossimo.

    Ricordando che gli Apostoli, primi di-scepoli missionari, si sono preoccupati dipercorrere le citt conosciute del tempo e lfurono gli araldi del Vangelo, Mons. Antonioha sollecitato i presenti a imitarli.

    Oggi, come discepoli missionari, siamo invia-ti a percorrere il cuore e la vita delle persone, delle

    istituzioni e delle culture, molte volte senza usciredalle nostre terre. Anche il Portogallo terra pro-

    messa e terra di missione, che vogliamo renderesempre pi una terra evangelizzata ed evan-gelizzatrice.

    Celebrare il carisma e la spiritualitE ha aggiunto: In questo pellegrinag-

    gio al Santuario di Fatima vogliamo ce-lebrare il carisma e la spiritualit degliAraldi del Vangelo e il vostro inseri-mento nellunit e nella comunione del-la Chiesa in Portogallo, nelle differentidiocesi in cui siete presenti, e ringrazia-re tutti quanti per tutto quello che sta-te facendo per valorizzare la vita dei cri-stiani, delle famiglie e delle comunit,concretamente nella dimensione maria-

    na, eucaristica e vocazionale.* * *

    Lincontro