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PANATHLON I N T E R N A T I O N A L N°3 SETTEMBRE - NOVEMBRE 2014

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PANATHLONI N T E R N A T I O N A LN°3 SETTEMBRE - NOVEMBRE 2014

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Anno LI - Numero 3 Settembre - Novembre 2014Stampato nel Novembre 2014Direttore responsabile: Giacomo SantiniEditore: Panathlon InternationalDirettore Editoriale: Giacomo Santini, Presidente P.I.Coordinamento: Emanuela ChiappeTraduzioni: Alice Agostacchio, Dagmar KaiserDirezione e Redazione: Via Aurelia Ponente 1, Villa Queirolo16035 Rapallo (ITALIA) - Tel. 0185 65295 - Fax 0185 230513

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Il Panathlon cresce, nonostante la crisi. Cresce in numero di soci! Ma soprattutto in qualità ed importanza della sua missione nel mondo dello sport.In questi ultimi mesi il movimento panathletico è stato invitato a condividere tavoli di alto livello politico ed istituzionale come le riunioni dei Consigli dei Ministri dell’Unione Europea e del Consiglio d’Europa. L’ingresso in EPAS ha contribuito ad aprire queste porte e a fare entrare il Panathlon nelle stanze in cui lo sport trova, per la prima volta, il suo ruolo di cantiere del futuro a beneficio dei giovani. Al movimento panathletico si chiede un contributo di idee e una garanzia sui valori nei campi dell’etica e dell’educazione, per alimentare la scrittura delle regole comuni.E’ molto bello sentirsi interpellare come custodi di questo patrimonio. Dobbiamo essere grati a coloro che l’hanno realizzato e ce l’hanno tramandato.In questa rivista troverete alcune pagine dedicate alle celebrazioni del Decennale della Carta dell’etica applicata allo sport giovanile. A Gand si sono rivissuti i tempi costitutivi del 2004 e si sono gettate le basi per un nuovo importante accordo con UNICEF, grazie alla presenza di Susan Bissel, per la difesa dei minori dalle violenze, anche con l’ausilio dello sport.Il Panathlon cresce e si interroga sul suo futuro con la proclamazione degli “stati generali” una sorta di revisione dall’interno che sta coinvolgendo tutti i panathleti, non solo i dirigenti. Moltissimi hanno restituito i formulari inviati tre mesi fa, farcendoli di idee e di proposte innovative, non senza qualche lagnanza su un modello associativo forse un pò polveroso.Subito dopo Natale un gruppo di lavoro farà uno screening dei documenti pervenuti e tirerà le prime indicazioni da portare nella seconda fase: la grande assise aperta a tutti i soci che si terrà in primavera.Infine si darà tempo per una rimeditazione, un lavoro di sintesi e di affinamento per poi portare le proposte conclusive su come adeguare il Panathlon ai tempi e alle stagioni del mondo, nell’Assemblea Generale di metà 2016.

Il Panathlon cresce e soffre ancora di un eccesso di burocrazia interna che spesso antepone passaggi istituzionali ad azioni organizzative sul campo. In quasi tutti i Distretti nel mondo si sta raggiungendo un buon equilibrio nei rapporti e nelle azioni tra i livelli interni e i partner esterni. Il dibattito infinito sul Distretto Italia, con passaggi che sicuramente si potevano evitare, rischia di mostrare verso l’esterno l’immagine non vera di un Panathlon avvitato sui suoi ruoli interni, su gerarchie inesistenti, sugli articoli e i commi degli statuti e dei regolamenti. Insomma molto autoreferenziale e quindi lontano dalla base e dai contenuti del messaggio culturale.Fortunatamente vi sono molti anticorpi che compensano abbondantemente tali aspetti e danno del Panathlon l’immagine vera di presenza attiva e viva tra la gente dello sport, al fianco delle istituzioni, delle federazioni, delle organizzazioni olimpiche, delle associazioni, delle famiglie e degli atleti di ogni età.

Il Panathlon cresce in umanità, non solo in vista del Natale. La poderosa rete informativa garantita dalle news elettroniche ci racconta ogni giorno storie meravigliose di solidarietà ed impegno nel campo degli special olimpics e dei paraolimpics. L’attenzione per le persone svantaggiate appartiene al DNA del Panathlon fin dai primi anni della sua storia. Mai come in questi ultimi anni i club hanno profuso impegno e risorse per aiutare a crescere chi fa più fatica a fare sport, a diventare protagonista chi sembrava destinato a fare solo da spettatore. A trasformare lo sport in un riscatto umano e sociale.

Il Panathlon cresce anche in numero di soci: nell’ultimo anno ne sono arrivati ben 275 di nuovi. Benvenuti!

Il Panathlon cresce grazie alle migliaia di attivisti presenti in ogni angolo dell’universo panathletico a garantire i capitoli fondamentali per continuare

a scrivere la nostra storia. Sono loro i veri protagonisti, in prima linea, fianco a fianco con tutti coloro che amano lo sport e ne costituiscono l’ossatura fondamentale.

Senza bisogno di cariche, lustrini e pennacchi.Al massimo una stella cometa di plastica, una striscia argentea a fasciare i simboli della festa più grande, con le candeline a fare l’occhiolino con la loro luce alternata che ricorda i ritmi della vita.

Il Panathlon cresce se tutti crescono con noi.

Giacomo SantiniPresidente internazionale

EPPUR SI CRESCE ... 4 • Decennale di Gand 5 • La prolusione del Presidente della Commissione Culturale e Scientifica di Vic De Donder 7 • Nuovi orizzonti dello sport e ruolo dei mass media di Yves Vanden Auweele 8 • Proteggere i minori dalla violenza di Susan Bissell 9 • La lotta al match fixing 12• Il Panathlon partner europeo tra i Ministri dello Sport13 • Fair Play finanziario nello sport14 • Dal pallone ai cinque cerchi di Giacomo Santini17 • La famiglia panathletica aumenta in Francia 18 • Regole comuni per tutti gli sport Intervista a Salvo Calì19 • A Ravenna Congresso e Convegno per ricordare Giovanni Strocchi20 • Voler vincere non è peccato di Don Daniele Laghi22 • Alla partita interreligiosa il Panathlon ha fatto gol di Antonio Gambacorta24 • Carta dei doveri del genitore nello sport25 • Gli Italiani, lo sport e i valori sociali26 • Tanto Sport e salute all'EXPO 201527 • San Paolo primo panathleta?28 • Le quote associative: risorsa indispensabile di Ennio Chiavolini30 • Attività dei Club 32 • In Trentino i campionati di sci 33 • Vladimir Jaščenko, campione fragile34 • Da Roma e Napoli gemelle... Un messaggio ai tifosi

PA N AT H L O N I N T E R N AT I O N A L

Decennale di Gand

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Celebrato a Gand il 10° anniversario della Carta sull’Etica nello Sport giovanile

DOPO 10 ANNI SEMPRE PIU’ ATTUALEAbbiamo celebrato a Gand i primi dieci anni di vita e di applicazione della Dichiarazione del Panathlon sull'Etica nello sport giovanile, conosciuta come la Carta di Gand perché questa città ebbe il privilegio di ospitare il consesso che mise a punto questo importante documento e lo vide firmare ufficialmente proprio qui dieci anni fa.

Ho chiesto alla CommissioneCulturale e Scientifica di organizzare questo evento per rilanciare i valori contenuti nella carta ma an-che per verificarne la loro attualità.

Possiamo dire che nell’evoluzione che ha conosciuto lo sport in questi ultimi dieci anni, i principi sanciti dalla carta costituiscono sempre più il patrimonio morale dello sport rivolto ai giovani.

1. La promozione dei valori positivi, contenuta nel primo comma, costituisce la prospettiva fondamentale da indicare ai giovani per avere un rapporto corretto con lo sport.

2. Il rifiuto di ogni forma di discriminazione razzista o classista, in-dicata nel comma due, è oggi più che mai attuale in un mondo sempre più multirazziale e diviso profondamente da appartenen-ze a lingue, razze e religioni diverse.

3. Il comma tre contiene attualissimi principi di prevenzione e lot-ta contro la piaga del doping ed altri fenomeni che inquinano il mondo dello sport e minacciano l’integrità fisica dei giovani.

4. Il sostegno di sponsor indicato nel punto quattro indica il modo corretto di cercare ed applicare i necessari sostegni ma-teriali all’attività sportiva senza dimenticare che il denaro deve rimanere un mezzo per realizzare gli obiettivi dello sport e non un fine.

5. Infine i principi della "Carta dei diritti del ragazzo nello sport", conclamati nel comma 5 sono oggi ancora di più la nostra tabella di marcia per sostenere il delicato processo di edu-cazione e formazione psicofisica del ragazzo impegnato nella pratica sportiva, nelle discipline e nelle forme che più si adattano alla sua crescita , morale, fisica e sociale.

Questi principi sono stati sottoscritti e recepiti da moltissimi enti pubblici ed organizzazioni politiche e sportive aiutan-doci concretamente nella nostra missione etica e morale.

Ringrazio la Commissione Culturale e Scientifica per l’impegno profuso nell’organizzazione di questa gior-nata ed in particolare il Presidente Vic de Donder. Ringrazio il Consigliere Internazionale Paul De Broe e il

Presidente e tutti i soci del club Panathlon di Gand, oltre a tutti i soci del Belgio, fiamminghi e valloni.

Questa carta è un patrimonio comune a tutti i panathleti del mondo e la serie continua di sottoscrizioni da parte di enti pubblici e federazioni lo dimostra.

Sta a noi applicarla fedelmente e renderla viva attraverso le azioni e la testimonianza in ogni luogo in cui vi sia un club o un semplice panathleta a proporla come regola di vita spor-tiva

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La prolusione del Presidente della Commissione Culturale e Scientifica

VA APPLICATA CON CONVINZIONE

Con la Dichiarazione sull'etica nello sport giovanile, di cui noi festeggiamo il suo decimo an-niversario, il Panathlon ha preso il posto che merita nella scena mondiale dello sport.

Questa dichiarazione è il risul-tato dei lavori di una Commis-sione etica del lavoro istituita nel 1999 da Paul De Broe, Pre-

sidente del Club di Bruxelles, e il compianto Willy Druyts, Presidente del Club di Anversa.

Sulla base della Carta dei diritti del ragazzo nello sport, il ri-sultato del Congresso Internazionale del Panathlon ad Avi-gnone nel 1995, i professori Yves Vanden Auweele dell'U-niversità Cattolica di Lovanio e il compianto Marc Maes presso l'Università di Gand, avevano scritto un documento intitolato “I bambini vulnerabili”.

Pertanto, per ampliare la discussione e arrivare a delle rac-comandazioni applicabili sul campo, Vanden Auweele ave-va formato un gruppo di esperti internazionali operanti nelle Università e negli Istituti sportivi di tutto il mondo.

Il loro lavoro di riflessione sulla base del documento “I bam-bini vulnerabili” ha finalmente permesso di formulare la Dichiarazione. Ora bisognava presentarla al mondo dello sport internazionale.

L'invito nel 2004 di Livin Bollaert ed Eric De Boever, della Fe-derazione Europea per la Gestione dello Sport, per organiz-zare una conferenza satellite all’interno del loro Congresso, organizzato dalla Federazione di Educazione Fisica, è stato per il Panathlon fiammingo un’occasione d'oro.

Lo scopo di questa conferenza di consenso era quello di fornire un'opportunità per gli esperti belgi e internazionali per presentare il loro lavoro di riflessione, e invitare le fe-derazioni e le organizzazioni internazionali a discutere e a ratificare la Dichiarazione che ne è stato il risultato.

Prima della conferenza di consenso, tre eventi avevano ul-teriormente aumentato il peso della Dichiarazione.

Nel 2003, ispirati tra gli altri da Eric Vandenabeele, i pa-nathleti del Club di Gand avevano scelto i Diritti del Ragaz-zo nello Sport come tema annuale e il loro Congresso del 6 dicembre su questo tema ha avuto un successo clamoroso.

(*)di Vic De Donder

Da destra a sinistra: il Principe Laurent del Belgio, Susan Bissel, Giacomo Santini, Vic de Donder, Yves Vanden Auweele

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Decennale di Gand

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Poco dopo, i presidenti Jean de Vries del Club Gand e Philip-pe Housiaux del Club Wallonie-Bruxelles hanno approvato il testo, rendendolo un documento del Panathlon belga.E poco prima della Conferenza Satellite, il Consiglio Cen-trale del Panathlon International riunendosi a Gand - per la prima volta fuori dell’Italia! - aveva ratificato la Dichiarazio-ne, rendendola un documento del Panathlon International.

La mattina di Venerdì, 24 Settembre 2004, gli esperti erano presenti a Gand per presentare le loro riflessioni già pubbli-cate in un libro dal titolo “L'etica nello sport giovanile. Ana-lisi e Raccomandazioni”, a cura del prof. Vanden Auweele.

Nel pomeriggio, la conferenza di consenso era a program-ma. Attorno alla tavola rotonda si trovavano i rappresen-tanti del Comitato Internazionale Olimpico, dell'UNICEF, del Ministro fiammingo per lo Sport, del Panathlon Internatio-nal, dell’UCI (ciclismo), della FIBA (pallacanestro), della FITA (tiro con l'arco), del CISM (sport militare), dell’ISF (sport a scuola) dell’ISFF (calcio per gli studenti) e dell’EASM (Sport Management).

Dopo la lettura, punto per punto da parte del Presidente della Conferenza, le spiegazioni di esperti internazionali, le discussioni, i chiarimenti e le modifiche, tutte le Federazioni Internazionali presenti hanno approvato la Dichiarazione del Panathlon sull'Etica nello Sport Giovanile.

Prima della riunione, il Panathlon International aveva già ricevuto l’accordo scritto della FIFA (calcio) e dell’ENGSO (organizzazioni sportive europee non governative).

Da allora, 22 Federazioni Sportive Internazionali e molte federazioni nazionali, hanno seguito il loro esempio, così come il Comitato Olimpico Europeo e i Comitati Olimpici Nazionali, le Università, le Province e le Città.

Nel 2005, il Panathlon Fiandre ha ricevuto il Premio Janus Korczak per la Dichiarazione. Janus Korczak era un medico polacco che, con 300 bambini, è stato ucciso dai nazisti ad Auschwitz.

Ma qual è il valore di una Dichiarazione e dell’interinazione da parte del mondo dello sport internazionale se i principi della Dichiarazione non sono messi in pratica a tutti i livelli dalle Federazioni?

Questo è il motivo per cui il Panathlon ha organizzato il 4, 5 e 6 novembre 2008 a Gand, una Conferenza mondiale sulla attuazione della Dichiarazione del Panathlon.

La sfida era quella di sviluppare una strategia di integrità come modo appropriato per risolvere i dilemmi etici con cui i membri della Federazione possono essere confrontati. Durante questa conferenza, SportAccord, il Comitato Olim-pico Internazionale e le Federazioni Sportive Internazionali hanno firmato un impegno formale ad andare al di là della firma della Dichiarazione del Panathlon e a presentare, in modo che possa essere discussa e approvata dalla Federa-zione o dall'organizzazione, l'attuazione di un piano coe-

rente di integrità basato sulla Dichiarazione con elementi di supporto e di controllo.

Durante Il Congresso ad Anversa nel 2007 - grazie all’Uni-versità di Anversa ed al suo Rettore Francesco Van Loon – a Stresa nel 2010 e a Siracusa nel 2012, il Panathlon ha conti-nuato a studiare l'attuazione della Dichiarazione.

Nel frattempo, i primi risultati sul campo sono già presenti. La Federazione Internazionale di Ginnastica ha aumentato l'età per la partecipazione dei giovani alle competizioni in-ternazionali a sedici anni.

Nella parte francofona del Belgio, il Panathlon Wallonie-Bru-xelles è diventato attraverso un Decreto il partner preferito del Governo della Comunità francofona, ma anche delle province, delle città, dei comuni, delle federazioni sportive e dei Club per attuare la Dichiarazione.

E il Ministro fiammingo dello Sport ha ripreso i principi della Dichiarazione, in un supplemento del suo Decreto del 13 luglio 2003 su uno Sport Medicalmente ed Eticamente Giu-stificato, citando esplicitamente il Panathlon.

Ogni federazione sportiva dovrebbe incoraggiare i club a garantire l'integrità dello sport in modo attivo. Sul campo, il Governo Fiammingo dal 1 Gennaio 2011 obbliga le fede-razioni riconosciute ad avviare azioni nel settore dello sport etico.

Risultato di tutto questo? La creazione da parte di alcuni panathleti e membri, della Lega belga per la cultura fisica dell’ICES, il Centro Internazionale per l'Etica nello Sport, un'associazione indipendente di cui la professoressa Kristin De Martelaer dell’Università Libre di Bruxelles, è la presi-dente. In questa occasione, vorrei fare appello a tutte le fe-derazioni sportive Iinternazionali e nazionali di non accon-tentarsi con l'interinazione della Dichiarazione, ma anche di metterla in pratica in modo creativo nelle loro discipline sportive.

Alle Autorità, io domando con insistenza di riprendere i principi della Dichiarazione nella loro legislazione e nelle normative in modo che diventino una parte essenziale del-la loro politica sportiva.

Inoltre, è l'unico documento in materia di sport giovanile che è stato accettato dal CIO, da SportAccord e da quasi tut-te le federazioni sportive internazionali.Anche UNICEF ha capito l'importanza della Dichiarazione.

Nel 1989, il defunto Re Baldovino e sua moglie, la Regina Fabiola, sono andati a loro volta a New York per promuo-vere nel corso della riunione dell'Assemblea Generale del 20 novembre l’adozione da parte di tutte le Nazioni della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del Ragazzo.

La nostra Dichiarazione può essere considerata come una traduzione dei principi della presente Convenzione per il mondo dello sport.

(*) Presidente della Commissione Culturale e Scientifica

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Nella prima sessione, con il ti-tolo "Una nuova riforma per lo Sport", la questione che è sta-ta sollevata è se l'accumulo di scandali e incidenti non pre-giudichi le potenzialità posi-tive dello sport e se lo sport di conseguenza non abbia bisogno di una fondamentale riconcetualizzazione nel XXI Secolo.

Il Prof. Marijke Taks presso l'Università di Windsor, in Ca-nada, ha confrontato i pro e i contro dei grandi eventi con i più frequenti piccoli eventi sportivi.

Il dr. Sandro Arcioni, di Losanna, in Svizzera, si è chiesto da chi sono controllate esattamente le organizzazioni sportive mondiali. Ha supplicato la creazione di un or-ganismo indipendente di controllo di gestione in tutto il mondo: "Una Agenzia di Governance dello Sport Mon-diale" (WSGA).

Il Prof. Bengt KAYSER dell’Università di Losanna, in Svizze-ra, ha messo in dubbio l'efficienza dell’attuale “tolleranza zero” nella politica anti-doping.

Ha sostenuto una politica sanitaria più rilassata orientata al doping, permettendo alcuni prodotti coerenti con tale politica sanitaria. Mihir BOSE, ha fatto il passaggio alla se-conda sessione "Gli Sport incontrano i Media". È un gior-nalista (BBC, Financial Times, Sunday Times) e autore. Egli ha sottolineato l'importante influenza della televisione e dei social media sulle notizie sportive. Ha chiesto agli organizzatori degli eventi sportivi di essere più aperti e trasparenti, inoltre ha pregato i media di essere meno ve-loci, cioè più attenti nel giudicare e nel condannare.

La seconda sessione è stata presieduta dalla Baronessa Mia Doornaert, editorialista. Questa sessione ha avuto lo scopo di stimolare una riflessione sul ruolo dei media nello sport. La questione principale qui era: il pubblico è meramente soddisfatto delle notizie degli eventi o ha bisogno anche di analisi e di intuizioni?

Non abbiamo bisogno di giornalisti investigativi che por-tino una maggiore trasparenza?

Oltre ai quattro relatori della prima sessione altri tre ora-tori hanno partecipato alla seconda sessione, vale a dire il dottor Walter Van Steenbrugge, l’avvocato; Steven Mar-tens, Il Direttore Generale dell'Associazione di Calcio bel-ga e la Dr.ssa Sigrid Sterckx, professoressa di Etica all'Uni-

versità di Gand.

Il dottor Van Steenbrugge, ha accusato i media per la pubblicazione di congetture di scandali senza suffi-cienti controlli. Questa pratica lede i diritti della per-sona coinvolta e danneggia il suo/la sua reputazione e carriera; e ancora di più quando le congetture si mo-strano infondate.

Egli ha anche accusato le organizzazioni sportive a li-vello mondiale per aver presentato le proprie regole alla legislazione europea. Egli conclude che un pro-cesso equo è per tanto praticamente impossibile nello sport. La Dr.ssa Sigrid Sterckx ha sottolineato l'impor-tanza di un atleta d'élite come un modello per i giovani. Lei critica il modo in cui l'atleta d'élite e l'allenatore è presentato nei mezzi di comunicazione, abbattuto per la loro merce.

Steven Martens, Direttore Generale dell'Associazione di calcio belga, ha sottolineato gli elementi positivi dello sport, vale a dire la motivazione e il piacere che lo sport può generare; il potere di mobilitazione dello sport; l'i-dentificazione con i giocatori. I media dovrebbero contri-buire sottolineando continuamente questi aspetti.

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Congresso Scientifico a Gand per il Decennale della Dichiarazione sull’etica

NUOVI ORIZZONTI DELLO SPORTE RUOLO DEI MASS MEDIA

(*) Professore emerito presso l'Università di Leuven

Membro della Commissione Culturale eScientifica del Panathlon International

(*) di Yves Vanden Auweele

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Quest'anno, la Convenzione sui diritti dell'infanzia compie 25 anni. Quando il Panathlon ha adottato la Dichiarazione sull'etica nello sport giovanile, la Convenzione era an-cora "giovane", aveva 15 anni, ma la Dichiarazione sull'etica nello sport giovanile è stata in grado di cogliere appieno le dimensioni sia etiche, che morali e giuridiche, del-la tutela dei minori.

L'UNICEF accoglie con favore gli sforzi del Panathlon e di tutte le persone presenti. Siamo un pianeta di quasi 7 miliardi di persone, 2,2 miliardi dei quali sono bambini. Come società umana facciamo cose buone per certi versi, ed altre volte cose meno buone. In effetti, at-tualmente sempre più bambini rispetto a prima sopravvivo-no ai loro primi cinque anni di vita.Tra questi, un numero crescente di ragazzi e ragazze sono iscritti a scuola. E, soprattutto ci restano, completano alme-no la scuola primaria, ed almeno imparano le competenze di base. L'accesso all'acqua è migliorato in modo significa-tivo, come i progressi in materia di igiene e di servizi sani-tari. Pertanto, il mondo attualmente deve essere per molti bambini così violento come lo descrivono alcune delle no-stre recenti pubblicazioni? "Nascosta ma sotto gli occhi di tutti", un'analisi statistica della violenza contro i bambini che abbiamo pubblicato tre settimane fa, ci ha rivelato come la violenza sia la prima causa di mortalità infantile nel mondo. 95.000 bambini muoiono ogni anno, vittime di omicidi. E mi affretto ad aggiungere che la forma più comune di violenza è quella che si verifica in casa. Infatti 8 bambini su 10 sono vittime, in una forma o nell'altra, della disciplina violenta. Il bullismo a scuola, la violenza fiIsica e le risse sono pratiche comuni nella vita dei bambini. Il bullismo nelle scuole è una forma comune di violenza che i bambini soffrono in tutto il mondo. La violenza non è una questione di "Nord contro Sud," o di "ricchi contro poveri." Si tratta di un luogo comune nella vita di tutti i bambini. Dappertutto. Il nostro rapporto mostra un numero spaventoso: circa 120 milioni di bambine sono state vittime di abusi sessuali.

Alcune persone sono sorprese di apprendere che anche i ragazzi sono vittime di violenze sessuali, quasi il 20% dei ragazzi sono infatti vittime in alcuni paesi. Le ragazze spo-sate prima dei 18 anni sono ad aumentato rischio di vio-lenza. Questi matrimoni precoci possono causare la morte di parto, ma anche rapporti coniugali certamente ineguali, a relazioni spesso violente. Ci sono due cose che il nostro rapporto rivela e che sono di particolare importanza per co-loro che sono riuniti in questa sala stasera. In primo luogo, le vittime di violenza raramente rivelano le loro esperienze apertamente. Esse soffrono in silenzio. Che tristezza e che pensiero cupo su cui soffermarsi. In secondo luogo, le nor-me sociali e gli atteggiamenti di tolleranza contribuiscono alla perpetuazione della violenza da una generazione all'al-

tra. Mi scuso di disegnare un quadro così triste in un'occasio-ne così festosa. La domanda che tutti dobbiamo porci è: il nostro mondo dovrebbe essere così?La risposta a questa domanda è un sonoro "no". In tutti gli ambienti - nelle case, nelle scuole, sui campi sportivi, e nelle istituzioni - ci sono interventi che funzionano bene per preve-nire la violenza. Altrettanto importante, ci sono anche buone risposte per coloro che sono le vittime. È importante notare che la volontà politica internazionale di proteggere i bambi-ni non è mai stata così forte. Lo stesso Segretario Generale ha parlato della questione della violenza contro i bambini e in diverse occasioni. Come tutti sappiamo il suo rapporto del 2006 sulla vicenda era rivoluzionario. Si impegna per la non discriminazione, l'inclusione e la protezione di tutte le persone, indipendentemente dal loro orientamento, origi-ne, religione e sesso. Noi siamo anche testimoni del lavoro simultaneo e potente dei tre RSSG in materia di protezione dei minori, in parte - o in tutto - nel contesto dei loro rispet-tivi mandati. Uno protegge i bambini coinvolti nei conflitti armati, un altro si occupa della violenza sessuale nei conflitti, e un terzo in particolare della questione della violenza contro i bambini. A livello nazionale, vi è una volontà politica sempre più orientata verso la protezione dei bambini contro la vio-lenza. Fino ad ora, la questione della violenza contro i bam-bini faceva parte delle discussioni post 2015 e alcuni governi hanno tutta l'intenzione di continuare a sostenerla purché essa rimanga una priorità.

Lo sport come un gioco in sicurezza

Ci sono anche Organizzazioni Internazionali come il CIO, il Pa-nathlon, la FINA, la FIFA e altre per le quali la sicurezza è una priorità. L’etica comincia ad andare di pari passo con l'entusia-smo che noi abbiamo per "il gioco." Quando questo "gioco" riguarda i bambini, siamo costretti sempre di più a mettere in atto garanzie e reti di sicurezza. Queste azioni sono corag-giosamente integrate nella Dichiarazione del Panathlon che oggi festeggia il suo decimo anniversario, e sono molto or-gogliosa di parlarne come riferimento nel lavoro dell'UNICEF per la protezione dei bambini nel mondo. Negli ultimi 25 anni dedicati al sostegno dei programmi per la lotta contro la violenza nei confronti dei bambini, l'UNICEF e altri hanno utilizzato una varietà di approcci che hanno di-mostrato il loro impatto e la loro efficacia. Alcune di loro sono infatti riuscite a ridurre la violenza. Altre hanno contribuito e continuano ad aumentare la capacità di recupero dei bambi-ni, dando loro strategie per evitare la violenza in futuro. Per-mettetemi, in questa fase, di condividere con voi le sei strate-gie che forniscono dei risultati in materia di prevenzione e di risposta alla violenza. Queste strategie sono illustrate da studi provenienti da tutte le regioni del mondo - sono state scelte perché è dimostrato che sono state efficaci. Molte di queste strategie sono rilevanti per gli ambienti in cui i bambini gio-cano e praticano uno sport.

Esse incarnano molti aspetti della Dichiarazione del Panath-lon e del suo nobile intento.

Intervento di spessore mondiale alla celebrazione di Gand

PROTEGGERE I MINORI DALLA VIOLENZAANCHE LO SPORT PUÒ AIUTARE

(*) di Susan L. Bissell

Il Panathlon partner di UNICEF

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Sostenere i genitori, coloro che si occupano di bambini e le famiglie

Educare le famiglie, coloro che si occupano di bambini e i genitori in merito ai primi sviluppi del bambino, aumenta la probabilità che usino un metodo di disciplina positiva. Que-sto riduce il rischio di violenza domestica. Sappiamo anche che le famiglie povere, famiglie monoparentali, famiglie vit-time di molteplici forme di privazione si prenderanno cura dei loro figli in un modo che sarà non violento se avranno un sostegno adeguato.

Aiutare i bambini a gestire i rischi e le sfide

Dare ai bambini e ai ragazzi le competenze per gestire i rischi e le sfide senza ricorrere alla violenza - e cercare un sostegno adeguato quando la violenza si verifica - è fonda-mentale per ridurre la violenza nelle scuole e nelle comuni-tà. In alcune comunità sportive, i bambini e i giovani pos-sono avere accesso a linee telefoniche dirette per segnalare le loro preoccupazioni ed esperienze; possono anche essere richiamati da servizi sanitari, di sostegno psicologico, di con-sulenza o altro.

Cambiare gli atteggiamenti e le norme sociali che incorag-giano la violenza e la discriminazione

Cambiare gli atteggiamenti e le norme sociali che contribui-scono a nascondere la violenza che accade sotto i nostri oc-chi è il modo più sicuro per iniziare la prevenzione. Sappia-mo che per troppo tempo, degli spazi cosiddetti sicuri erano "sacrosanti" e non abbiamo il coraggio di dire che poteva accadere qualcosa ai bambini - pensiamo al mondo dello sport d'élite o della Chiesa. Nei nostri dati, abbiamo scoper-to che in alcuni paesi - tanto per fare un esempio - poiché picchiare la moglie è così comune, le ragazze si aspettano di vivere la stessa cosa nei loro matrimoni... Sì, esse "si aspet-tano" che questo accada. Modificare le norme è possibile, necessario e urgente.

Promuovere e fornire servizi di sostegno Incoraggiare i bambini a cercare un supporto professionale di qualità e a riferire episodi di violenza per aiutarli meglio ad affrontare e a rispondere alle esperienze di violenza. Ri-torno al mio punto precedente per dare ai giovani i mezzi per gestire il rischio di violenza. Quando essi sono vittime

e denunciano la violenza, han-no bisogno di sostegno, di aiuto psicologico, di una con-sulenza, dell'assistenza sani-taria e la sensazione di essere "ascoltati" e protetti da ulterio-ri danni.

Sviluppare leggi e politiche che proteggano i bambini

L'attuazione e l'applicazione effettiva delle leggi e delle politiche che proteggono i bambini inviano un messag-gio forte alla società per dire che la violenza è inaccettabile sarà punita. Si tratta di porre fine all'impunità - che i bambi-

ni sappiano che nessuno può far loro del male e rimanere impunito. Purtroppo, quando si tratta di alcune delle peg-

giori violazioni dei diritti dei bambini, abbiamo ben poche condanne. Ad esempio, nel caso del traffico di bambini, su 800 persone vi è solo una condanna.

Effettuare delle ricerche articolate sui dati

Conoscere la violenza - dove si verifica, sotto quali forme e quali gruppi di età e quali comunità di bambini sono le più colpite - è essenziale per la pianificazione e la progettazione di strategie di intervento, e per determinare obiettivi quan-tificati e definiti nel tempo, al fine di monitorare i progressi e porre fine alla violenza. Se non fosse stato per questo stu-dio dell’UNICEF - condotto da e con alcuni di voi presenti in questa sala - la protezione dei bambini nello sport non sarebbe stata considerata. Inoltre, la protezione dei bambini e la violenza negli ambienti sportivi erano assenti dalla rela-zione del Segretario Generale delle Nazioni Unite nel 2006. I dati mostrano i problemi sulle carte - carte politiche, carte legali, carte di servizi. Come si dice in UNICEF: se voi contate, lui conta.Con il 2015 ormai alle porte, la comunità internazionale sta rivedendo gli obiettivi per i millenni a venire. La tutela dei minori deve essere proclamata una priorità. Ci è stato detto che gli obiettivi dovrebbero essere "univer-sali", e dato che ci siamo riuniti qui, ci viene ricordato che la violenza contro i bambini esiste ovunque, in tutti i paesi e in tutti gli ambienti. Fortunatamente, anche le soluzioni per prevenire la violenza, proteggere i bambini e aiutare coloro che sono stati vittime sono presenti in tutto il mondo. Spero che tutti voi qui oggi - e coloro che sono animati dallo stesso spirito che non possono essere con noi - continueranno ad aderire e a difendere gli ideali della Convenzione sui dirit-ti del fanciullo e i loro riferimenti specifici per la tutela dei bambini.

Come con la Dichiarazione del Panathlon, dobbiamo dare vita a questi strumenti giuridici, e renderli "reali" nella vita dei bambini di tutto il mondo. Si tratta di una grande sfida, ma abbiamo due preziosi strumenti nelle nostre mani: la co-noscenza e il potere di agire.

(*) Direttore associato, Responsabile protezione dell’infanzia, Programmi UNICEF

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“L’integrità dello sport è tra le priorità del nostro semestre e siamo in prima fila per combattere il fenomeno del match fixing, così come di tutte le forme di corruzione, devianza e violenza nello sport”.

L’ha detto il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Italiano, Graziano Delrio, Responsabi-le per lo sport del Governo Italiano, aprendo i lavori del seminario ‘Match fixing: a key issue for sports integrity’, che si è svolto a Milano come primo atto della Presidenza Italiana del Consiglio Europeo, verso lo sport.

“L’obiettivo di questo seminario – ha detto Delrio – non è solo fare il piano su un fenomeno sempre più preoccupante, ma anche di avviare un percor-so virtuoso e concreto per l’interscambio delle buone pratiche in Europa, favorendo il confronto e la collaborazione tra tutti gli stakeholders: dagli operatori sportivi alle organizzazioni internazio-nali, dalle autorità di polizia e di regolazione al mondo delle università della società civile”.

Le pratiche illecite nello sport sono ormai tra le prin-cipali fonti di preoccupazione e discussione degli ulti-mi anni: doping, partite truccate, scommesse clande-stine, coinvolgimento della criminalità organizzata, riciclaggio, corruzione nell'ambito di grandi eventi, violenza, discriminazione, razzismo.

Il potenziamento della cooperazione nel settore dell'integrità sportiva rappresenta una componen-te fondamentale non solo per l’efficienza e l’effica-cia delle attività di contrasto alla corruzione, ma più in generale per lo sviluppo delle potenzialità dello sport ai fini del progresso civile, sociale ed economi-co dell’Unione.

Sono sette i Paesi dell’Unione Europea che hanno già firmato la convenzione internazionale contro il

match-fixing, mente altri otto extra UE hanno aderito dopo l’apertura di Macolin, in Svizzera, dello scorso18 settembre, riunione alla quale ha partecipato anche il Presidente del Panathlon International come mem-bro di ACES/EPAS, nella persona del Presidente Gia-como Santini.

All’appello mancano - tra gli altri - i Governi di Ita-lia (la cui firma sarebbe comunque ormai prossima, complice anche il cambio di guardia alla presidenza della Lega Calcio), Francia, Spagna, Inghilterra.

Tra i primi paesi europei a firmare sono stati: Germa-nia, Olanda, Grecia, Finlandia, Danimarca, Bulgaria e Lituania, mentre tra i paesi extra UE hanno già aderito Norvegia, Russia, Azeirbaijan, Serbia, Armenia, Mon-tenegro, Kazakistan e Svizzera.

Tra gli interventi più significativi, sia a Milano che a Macolin, è da registrare quello di Paquerette Girard Zappelli, Segretario della Commissione Etica del Co-mitato Olimpico Internazionale, la quale ha indicato la ratifica della convenzione del Consiglio d’Europa, alla quale aderisce anche l’Unione Europea, come primo passo per dimostrare concretamente la pro-pria opposizione a tutti i fenomeni che inquinano il mondo dello sport.

"Non basta il coordinamento e il confronto istitu-zionale – ha detto l’alta Dirigente del CIO - occorre ratificare quanto prima la convenzione, perché è un punto di partenza fondamentale per persegui-re in maniera concreta l'obiettivo di mantenere l'integrità dello sport. Questo è l'appello del CIO e il messaggio che intendiamo lanciare oggi”."Bisogna comprendere a fondo il fenomeno del match fixing - ha proseguito - ma bisogna anche capire che le scommesse non sono una cosa nega-tiva o un problema, perché al contrario servono al sistema sportivo e non solo dal punto di vista eco-nomico, perché lo finanziano, ma anche perché

LA LOTTA AL MATCH FIXING È UNA PRIORITÀ EUROPEA

Due importanti assise in Svizzera e in Italia su scommesse e integrità dello sport - Paquerette Girard Zappelli (CIO): "Su match fixing occorre ratificare la convenzione"

Rapporti Internazionali

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rappresentano un punto di contatto diretto con gli appassionati e tifosi".Secondo Zappelli, occorre adottare sistemi di controllo sicuro per le scommesse osservando inoltre ome match fixing “non riguarda solo il calcio, ma anzi, al contrario, interessa tutti gli sport e le manife-stazioni sportive".

Giovanni Panebianco, Direttore Generale dell’Ufficio dello Sport della Presidenza del Consiglio dei Mini-stri, in occasione del convegno sul match fixing a Milano e sulla riunione dei Ministri dello Sport a Macolin ha ribadito:

"L'Italia ha contribuito alla stesura della convenzione, insieme ad altri paesi, quindi sarebbe cu-rioso se non dovesse essere sottoscritta da parte nostra. Come spiegato il ritardo della firma non è dovuto a un cambio di visione ma è soltanto legata alla contingenza della procedura avviata in Europa e alla responsabilità che il paese ha rispetto alla Commissione UE".

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Un semestre sportivo

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Il Panathlon International ha partecipato al Meeting in-formale dei Ministri dello Sport, nell’ambito del Seme-stre di Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione Eu-ropea, svoltosi a Roma.

Il Presidente Santini aveva partecipato ad analoga riu-nione dei Ministri dello sport dei 47 Paesi membri del Consiglio d’Europa a Macolin, in Svizzera.I temi affrontati sono stati l’educazione allo sport, la coe-sione e l’integrazione, e di come a livello europeo si possa massimizzare l’effetto dello sport contro l’esclusione socia-le.

A Roma ha aperto i lavori Graziano Delrio, Sottosegreta-rio alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport. Tra gli interventi introduttivi, quelli di Silvia Costa, Presidente della Commissione Parlamentare Europea Educazione e Cultura, di Androulla Vassiliou, Commissario Europeo per Educazione, Multilinguismo, Cultura, Sport, Giovani, di Gabriella Battaini Dragoni, Vice Segretario Generale del Consiglio d'Europa e del Presidente dell’ANCI e Sindaco di Torino, Piero Fassino, il quale ha tenuto una relazione sull’inclusione dello sport nelle città e nelle periferie urba-ne, con particolare riferimento alle problematiche legate all’immigrazione e alle disabilità.

Altro tema trattato è stato quello del “fair play finanziario”, che include oltre al concetto del fair play nel gioco, anche la parità di condizioni dal punto di vista finanziario.

Il Panathlon International è stato partner importante di questa iniziativa.Il Presidente Giacomo Santini ed il Segretario Generale Leo Bozzo hanno partecipato anche all'inaugurazione della mostra sul FAIR PLAY organizzata presso il museo MAXXI di Roma, alla quale erano presenti anche i Ministri dello sport dei 28 Paesi membri dell'Unione Europea, oltre alla Commissaria Europea Andrula Vassiliou .

Anche al MAXXI ha fatto gli onori di casa il Sottosegreta-rio alla Presidenza del Consiglio con delega per lo sport

Graziano Delrio con l'ex Ministro dello sport Melandri, oggi Direttrice del museo.

Nella mostra sono esposte alcune opere di artisti europei che hanno interpretato il senso del gesto sportivo in forma davvero originale, spesso sbalorditiva, con espressioni im-prevedibili e forti.Lo spirito del FAIR PLAY traspare in alcune opere attraverso una interpretazione indotta frutto di una ricerca non sem-pre facile.

In ogni caso un'esperienza utile al Panathlon che si è tro-vato fianco a fianco con altri selezionati partner di grande prestigio come il CIO (Comitato Olimpico Internazionale), il CONI, il Comitato Paralimpico, EXPO 2015, TORINO 2015 Capitale dello sport, Assosport.Tra i presenti anche il Presidente del CONI Malagò e quello del Comitato Paralimpico Pancalli.

Nel corso della serata il Presidente Santini ed il Segretario Generale Bozzo hanno avuto modo di presentare l'impe-gno del Panathlon nel mondo a favore del Fair Play al Sot-tosegretario Delrio e ad altri Ministri Europei dello sport.

E' attraverso simili partecipazioni che l'immagine del Pa-nathlon cresce e si qualifica.

Importante riconoscimento istituzionale

IL PANATHLON PARTNER EUROPEO TRA I MINISTRI DELLO SPORT

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3 - 2014

FAIR PLAY FINANZIARIO NELLO SPORTIl Presidente del CONI, Giovanni Malagò, è intervenuto

alla Farnesina al dibattito sul tema del fair play

Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, è intervenuto a Roma al dibattito sul tema del fair play, a livello agonistico e finanziario, nell’ambito della riunione informale dei Ministri Europei dello Sport, organizzato in occasione del Semestre di Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione Europea.Malagò ha parlato dell’importanza dell’argomento, alla presenza del Presidente dell'UEFA, Michel Platini.

“Il fair play finanziario deve essere rafforzato a livello europeo, perché impegno per la giustizia e l'equità. Il trattato UE contiene i principi della dimensione dello sport promuovendo equità e giu-stizia. L'Europa ha dimostrato nei decenni di saper superare molti ostacoli e di poter ottenere grandi successi, si può e si deve fare.Una maratona non è una maratona se c'è doping, una partita di calcio non è tale se c'è imbroglio. Lo sport è strumento di inclusione sociale ed educazione. Introdurre i giovani all'attività fisica e alla cultura dello sport contribuisce non solo alla buona salute ma trasmette sapere e capacità. L'etica è al centro della riforma dello sport che il CONI ha lanciato. Il mondo dello sport è fatto di valori morali ed etici e noi abbiamo il compito di fare tutto il possibile perché le persone perseguano questi valori. Deve iniziare una nuova era affinché l'eredità dei grandi eventi non sia una variabile ma una cosa certa. Così come i benefici per il paese ospitante e i suoi cittadini. Non è più il tempo di sprecare risorse e mettere pressioni sulle nostre comunità locali. Al centro ci deve essere la sostenibilità economicaE' un mantra che ripeto. Come Presidente del CONI poi non posso che sollecitare le partnership con i privati".

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Inchiesta

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1 – Gli esiti complessivi dei recenti Mondiali di calcio in che modo possono incidere sugli equilibri generali del Brasile?I giorni che sono seguiti alla Coppa del Mondo hanno di-mostrato che le sconfitte umilianti del Brasile non hanno influenzato nell'equilibrio di sensibilità con la propria patria. L'atmosfera di critiche da parte di alcuni gruppi sociali e del-la FIFA stessa ha creato un clima di fiducia che ha influenzato in modo decisivo l'amor proprio delle persone consapevoli della popolazione.La realtà è che i brasiliani hanno gradualmente superato le accuse (ritardo nel completamento degli stadi) e le altre inef-ficienze.E’ stato creato un termine "FIFA Quality Standard" per smi-nuire il lavoro dei brasiliani.I primi turisti arrivati qui non hanno trovato una situazione umiliante, ma una nazione molto diversa dal quadro dipin-to da gruppi interessati a denigrare l'immagine del nostro Paese.A differenza di quanto previsto, hanno funzionato molto bene i trasporti terresti e aerei, dimostrando che lo "standard di qualità" era dei brasiliani e non il risultato dei requisiti FIFA.La cerimonia di apertura è stata realizzata direttamente dal-la Federazione Internazionale e criticata dalla popolazione e dalla stampa nazionale, perché troppo misera e per la man-canza di musica brasiliana e di creatività in generale.In chiusura, per riabilitarsi la società di outsourcing ha deciso di includere il patrimonio nazionale – il samba – ed il gradi-mento è stato generale.L'articolo " E’ valsa la pena ospitare la Coppa " ha già spiegato meglio nel numero precedente della rivista questa doman-da.

2 - Che cosa rappresenta il calcio nella cultura e nella sto-ria del Brasile? Il calcio (in Brasile futebol) è lo sport più popolare nel paese

e detiene il maggior numero di titoli mondiali. E' stato intro-dotto in Brasile da un inglese, Charles Miller, che arrivò dal Regno Unito con un libro di regole e due palle. Il 13 maggio 1988 arrivò in Brasile e, per coincidenza, è la stessa in cui fu abolita la schiavitù nel nostro paese.

Il Club pioniere fu l'Athletic Club São Paulo, che ha intro-dotto anche la Football Association nel nostro paese. Prima della venuta di Miller, lo sport che regnava nell’Athletic era il cricket.Il primo campionato di calcio in Brasile, che si è tenuto a São Paulo nel 1901, ha mostrato come lo sport era una cultura importante. Le squadre che partecipavano provenivano dalla cultura inglese (São Paulo Athletic Club) e germanica (Germania). La biblioteca del PI e diversi panathleti (vedi Ni-coletta) hanno il mio primo libro "Tietê, o Rio do Esporte". Il capitolo sulla nascita del calcio in São Paulo narra la vita di questo sport.

3 - Che cosa rappresenta il calcio nella vita e nel destino di un giovane brasiliano?Il Calcio significa molto per la gioventù brasiliana. Non c'è quasi nessun giovane che non tifa per una "squadra". Alcune delle società più popolari hanno una “torcida” (il tifo) in molte città del paese. E’ il caso del Corinthians, Flamengo e Santos, ma tutti i 5570 comuni hanno decine ed anche centinaia di club, ognuno con centinaia o migliaia di appassionati.La scelta per una squadra si fa nella prima infanzia. Oltre ai campionati di Prima Divisione, esistono cinque divisioni a livello nazionale, al di fuori di queste esiste una sorta di "sel-vaggina", chiamata anche "varzeano", vale a dire club svinco-lati da qualsiasi organismo ufficiale.Ma nei tornei scolari il calcio è una minoranza, essendo pre-feriti la pallavolo, il basket, il futsal (conosciuto in Italia come "calcetto") e la pallamano.

DAL PALLONE AI CINQUE CERCHIIntervista esclusiva a Henrique Nicolini, dirigente sportivo,

grande giornalista e fondatore del Panathlon in Brasile

di Giacomo Santini

Il Brasile è in apnea. Ha appena concluso il grande sforzo di organizzare i Mondiali di calcio e già vede all’orizzonte un impegno ancora più gravoso: i Giochi Olimpici del 2016. Alla vigilia dei Mondiali molti osservatori, soprattutto europei, avevano scommesso che l’organizzazione sarebbe stata un disastro. Non è stato così. Tutt’altro. Nonostante i ritardi ini-ziali, le corse frenetiche degli ultimi giorni, alla fine tutto ha funzionato bene e l’atmosfera di colore , musica e passione ha limato ogni residua perplessità.

Ora ci si interroga se un Paese ricchissimo come il Brasile, ma anche profondamente squilibrato per livelli sociali ed orga-nizzazione politica e sociale, con un Governo appena rinnovato, saprà recuperare in fretta le forze e la voglia di rimettersi a testa bassa per allestire tutto ciò che è necessario per i Giochi Olimpici che ci saranno tra un anno e mezzo. Ne abbiamo parlato con il nostro osservatore di lusso in Brasile: Henrique Nicolini, grande protagonista della scena sportiva brasiliana come dirigente e giornalista, nonché fondatore del movimento panathletico in Brasile dove oggi si contano 23 club.

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Ultimamente lo sviluppo di feste da ballo ed il consumo pre-coce di bevande e droghe tengono molti giovani lontano dagli stadi dove si pratica attività sportiva a beneficio della salute e della ricreazione.

4 - I giovani hanno tutti pari opportunità di affermarsi nel calcio e di frequentare i grandi club ?In Brasile i calciatori provenienti da famiglie economica-mente benestanti non rappresentano più del 3% di coloro che occupano le grandi squadre o selezioni. La stragrande maggioranza proviene dalle regioni più povere, vicine alle favelas. Essi appaiono nei campetti (di solito di misura non ufficiale) dove vengono collocati delle travi e, ove possibile, vengono cercati dai capi.I grandi club del paese hanno "scout" per trovare i migliori talenti e farli conoscere ai club più prestigiosi della regione, anche se provenienti da stati lontani e perfino da paesi lon-tani.Dopo alcuni mesi di formazione il tirocinante viene confer-mato o respinto.Coloro che vengono respinti si dedicano ad altre alternative. L'obiettivo principale, già dalle prime prove, è quello econo-mico. Una delle mete è il perseguimento dell’ascesa sociale. E’ per questo che ci sono giovani assunti da grandi club fin dall'infanzia. Leggendo l'articolo precedente si può comple-tare la risposta a questa domanda.

5 - Gli abitanti delle favelas hanno avuto qualche benefi-cio concreto da questi mondiali?Il grande vantaggio è che le favelas, a giudizio degli stessi brasiliani e di alcuni paesi esteri, non sono state discriminate come assemblaggio di malvagi. Uno degli eventi più com-mentati della Coppa del Mondo è stata la visita della delega-zione dei Paesi Bassi alla comunità di Rocinha.Durante questa visita non è accaduto nessun incidente ed i visitatori sono stati ricevuti con grande gentilezza.Il numero dei reati penali è diminuito, meno di quelli che si verificano fuori dal periodo della Coppa.

L'esempio degli olandesi si è verificato anche con i giocatori, gli accompagnatori ed i turisti provenienti dalle 31 comunità che ci han fatto visita. La Coppa è stata un motivo di amicizia internazionale.

6 - Quale peso hanno avuto i mondiali sulla politica, il Go-verno e il Parlamento?La Coppa si è svolta in un periodo di pre-elezioni previste per il 5 ottobre e ogni atto del Governo è stato criticato in modo molto pesante dall'opposizione.La Coppa è stata preceduta da manifestazioni, valutate dalla popolazione consapevole come se fossero espressioni de-mocratiche. Per questo si sono aggiunti soggetti e gruppi con interessi personali e terroriste. Si sono uniti uomini ma-scherati che hanno cominciato a distruggere le vetrine delle banche e dei negozi, accompagnati da saccheggi.Durante l’apertura della Coppa la Presidente Dilma è stata fischiata e le ricerche condotte hanno segnalato un notevole calo della sua popolarità. Anche se ha ricevuto applausi per l'organizzazione e la realizzazione dell'evento stesso. Nelle tre settimane che hanno seguito la Coppa è stato lodato il lavoro svolto ed il livello di organizzazione senza però alcu-na lode al Governo in particolare. Il potere legislativo è stato anonimo nella Coppa del 2014.E’ stato deciso un cerimoniale particolare in modo che né il Presidente né il Presidente della FIFA facessero discorsi in apertura o in chiusura della Coppa, evitando dei fischi cla-morosi. Dilma ha adempiuto ai suoi doveri con i Capi di Stato e di Governo venuti dall'estero per entrambe le cerimonie.

7 - I Mondiali hanno aumentato le occasioni di lavoro per i brasiliani?Non si è verificato lo sperato aumento del numero di posti di lavoro. Gli hotel super lusso non hanno avuto l'occupazione desiderata. I turisti, a loro volta, in gran parte sono rimasti in tenda.Abbiamo ricevuto 692 000 turisti, la maggior parte venuti dall’Argentina (101.000), dagli USA (83 000), dal Cile (44 000), dalla Colombia (41 000) e dal Messico (34 000).Nonostante ciò, il tasso di disoccupazione nel primo trime-stre del 2014 è stato del 7,1%, superiore rispetto all'ultimo trimestre del 2013, che è stato del 6,2%.

8 - Il progetto di organizzare le Olimpiadi nel 2016 in Bra-sile esce rafforzato da questi Mondiali o viene messo in dubbio per le grandi spese sostenute?L'atmosfera che si avrà durante i Giochi Olimpici sarà molto migliore di quella del Mondiale. L'accusa di diversi gruppi nel pre-Mondiale, che pensavano che il Mondiale avrebbe por-tato un danno non è stata confermata.La spesa totale dei turisti stranieri in Brasile in giugno, il mese della Coppa, è stata di 797 milioni di US dollari.E' il risultato più ampio da quando è stata istituita questa se-rie di valutazioni da parte della Banca Centrale.

Nel pre-Coppa il Brasile ha subito una serie di critiche aggres-sive da parte della FIFA, causate dai loro interessi elettorali ed anche economici, ma in seguito, durante l'evento, il nostro paese ha dimostrato grande efficienza nell'organizzazione.Nel 2016, i Giochi si troveranno ad affrontare una situazione migliore che nel Mondiale, perché la garanzia che danno i membri del CIO è migliore di quella della FIFA. Si lavora con molta più tranquillità. Il successo complessivo della Coppa ha fatto capire a tutti che il Paese è affidabile.E' vero che c'è molto da fare per le Olimpiadi, perché fino ad agosto, cioè due anni prima del suo inizio, solo il 24% di lavo-ri sono già stati eseguiti, con responsabilità esecutiva e finan-ziaria, divisa tra i governi federali, statali e municipali.Il Direttore Esecutivo del CIO per i Giochi, Gilbert Felli, inca-Henrique Nicolini e la Signora Lillian

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Inchiesta

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ricato nel mese di aprile, dopo l'ingresso nel clima amaro di pre-Coppa, ha mostrato tranquillità, affermando che "tutto funzionerà e sarà tutto pronto."

9 - Che cosa pensa dell'organizzazione del calcio nel mondo e di Blatter?La mia opinione rispetto alla gestione Blatter e della stessa FIFA non è in accordo con quello che ci si aspetterebbe dai principali leader mondiali di questo sport.Gli obiettivi economici della FIFA sono stati sempre al di so-pra delle norme vigenti nel paese ospitante della Coppa del Mondo. Il successo di un campionato è misurato da ciò che dovrebbe rendere in euro e dollari. Un esempio di questo è l’accettazione, da parte del Brasile, della regola di vendere bevande alcoliche all'interno degli stadi durante le partite della Coppa del Mondo.La FIFA, nel perseguimento dei suoi obiettivi, ci ha fatto ab-bandonare una regola tradizionale; è arrivata ad inimicar-si con il paese ospitante, dichiarando pubblicamente che avrebbe meritato un "calcio nel sedere." Come sfondo a tut-to, ciò che è stato fatto è sempre stato nell’interesse dell’at-tuale Consiglio della FIFA, a vantaggio anche della politica di rielezione dei leader politici attuali.E' vero che il Brasile ha ritardato nella costruzione dello sta-dio principale, ma in seguito ha lavorato ad un ritmo veloce e la Coppa del Mondo è diventata un grande successo per l'organizzazione: tutti gli stadi sono stati in grado di esse-re utilizzati ed il numero di spettatori e di turisti presenti ha stabilito dei record, nonostante il Brasile si trovi geografica-mente lontano dalla maggior parte degli altri 31 paesi qua-lificati per la Coppa del Mondo.Nei bar di Vila Maddalena a San Paolo si sono riunite più di 30 000 persone ad assistere alle trasmissioni dagli schermi televisivi posti per coloro che non sono riusciti ad avere i biglietti per andare alle partire. Nella parte centrale delle città ospitanti, durante il periodo della Coppa, si sono riuni-te migliaia di persone, una quantità maggiore rispetto alla capacità totale delle partite che si giocavano. Grandi masse sono accorse in tutti gli angoli di San Paolo e di altri stati, in particolare in quello di Ceará, che ha riempito la spiaggia di

Iracema di turisti. Questo entusiasmo si è moltiplicato non solo tra i Paulisti, ma in tutto il paese.Il trasporto nella maggior parte delle città è stato normale e gli incidenti sono stati praticamente inesistenti.Nei 12 stadi sono stati venduti tutti i biglietti e la polizia ha registrato un numero irrisorio di casi, molto minore del solito. Ci sono stati solo dei gruppi politici, che si sono distinti come gruppi leader interessati (come i senzatetto e senza terra), che hanno continuato a fare dimostrazioni, ma non erano non più di due o trecento persone, anche durante la Coppa, numero insignificante rispetto a quelli della Coppa, con tutte le stadi completamente affollati in tutte le fasi.Purtroppo, nella semifinale si è verificato il 7 a 1, un disastro tecnico della squadra brasiliana che ha avuto un cattivo ri-flesso su quasi duecento membri della FIFA.Un atto, il più vergognosa della Coppa, è stato causato dalla stessa FIFA: la scoperta da parte della polizia brasiliana di un gruppo clandestino di vendita di biglietti da persone lega-te allo stesso ente svizzero o da loro appaltata. Il Capo del gruppo clandestino e diversi membri sono stati arrestati e consegnati alla magistratura brasiliana.Se non fosse per la vergogna della partita contro la Germa-nia, potremmo considerare questa Coppa del Mondo la mi-gliore mai realizzata.

10 - Quale ruolo ha avuto il Panathlon durante i Mondiali?Il Panathlon del Brasile non si è evidenziato nella maniera auspicabile nell’organizzazione della Coppa del Mondo. Ha programmato solo alcuni meeting sul tema della Coppa.Il prof. Nicolini ha contattato la Segreteria generale del PI affinché lo informasse se era a conoscenza che qualche pa-nathleta avesse programmato un viaggio in Brasile durante la Coppa del Mondo.L'interesse di club brasiliani era di facilitare l’ospitalità e offri-re assistenza nel periodo di permanenza, mostrando i luoghi d'interesse della città (tra cui il Museo di Calcio a San Paolo), oltre ad invitarlo a partecipare alle conviviali delle città sedi in cui panathletismo è presente, come San Paolo, Porto Ale-gre, Recife e altri.E ' stata persa una grande opportunità.

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3 - 2014

La famiglia panathletica aumenta in Francia

NUOVO CLUB A LIONEBuone notizie dalla Francia dove è nato un nuovo club. E’ stato costituito nella città di Lione si chiama “Panathlon Club Lyon Métropole.” L’iniziativa è stata di un gruppo di appassiona-ti di vari sport capeggiati da Claude Chabot, sotto l’abile regia del Presidente del Distretto Francia André Ferren.

Dopo la costituzione, alla prima conviviale ufficiale ha parteci-pato anche il Presidente Internazionale Giacomo Santini il quale ha manifestato tutta la soddisfazione della famiglia panathleti-ca per questo lieto evento, in una città di grande storia, cultura ed importanza per la Francia, quale è Lione.Il nuovo Club si riconosce totalmente nello spirito e nello sta-tuto del Panathlon International ed ha voluto dotarsi di un pro-prio statuto nel quale dimostra di avere ben recepito lo spirito panathletico indicando alcuni obiettivi fondamentali particolar-mente forti:

a) promuove l'amicizia fra tutti i panathleti e tutti coloro che operano nella vita sportiva.

b) garantisce, attraverso azioni sistematiche e continue, la diffu-sione del concetto dello sport ispirato all'etica della responsabi-lità, della solidarietà e del fair play.

c) promuove la realizzazione di studi e di ricerche sui problemi dello sport e dei rapporti con la società, e li divulga all’opinione pubblica.

d) si impegna affinché una sana educazione sportiva sia garan-tita a tutti, senza distinzione di razza, sesso ed età, in particolare attraverso la promozione di attività per i giovani, di attività sco-lastiche, culturali e sportive.

e) mantiene relazioni permanenti con le istituzioni pubbliche, con i responsabili dello sport e da un contributo, sotto forma di proposizioni.

f) respinge l'uso di tutti i tipi di doping, la violenza, il razzi-smo e la corruzione e si impegna a incoraggiare e a sostenere azioni a favore dei disabili, la prevenzione della tossicodipen-denza e il recupero delle sue vittime, le iniziative di solidarie-tà per i veterani dello sport, nonché la promozione e la rea-lizzazione di programmi d’educazione alla non violenza e di dissuasione della pratica del doping.

g) svolge tutte le iniziative che gli permettono di raggiunge-re il suo obiettivo istituzionale.Questa la composizione del primo Comitato di Presidenza: Presidente: Claude F. CHABOTSegretario: Nelly MICHOUVice Segretario: Pierre Alain CHAPPEPrimo Vice- Presidente: Marie-Christine PLASSESecondo Vice- Presidente: Blandine REBATTU-REYNAUD Te-soriere: Arlette GAUTREAU

Addetta stampa: Rebecca BURGER-PETRICCA 06.31.56.21.33 Le riunioni conviviali si svolgeranno il primo mercoledì del mese presso Hôtel BEST WESTERN 23, cours Charlemagne 69002 LYON

UN CALENDARIO CHE REGALA UN SORRISODodici “fogli” per raccontare le attività di Together Onlus dal 2005. Decine di foto a testimonianza dei risultati del progetto “Liba-nItaly” e della collaborazione costante del Panathlon International.Together Onlus lancia il calendario 2015 per far conoscere le sue attività in Libano e per sostenere i suoi progetti. Si tratta di un calendario da tavolo che mese dopo mese racconta i tanti traguardi raggiunti e la “fiaccola” accesa in un Paese troppo spesso dimenticato dai circuiti internazionali dell’assistenza.“Archiviato” il restauro della Chiesa Maria Ausiliatrice del Centro Salesiano di Houssoun, 30 chilometri a nord di Beirut, Together Onlus, con la collaborazione del Panathlon International, ha lanciato il progetto per il restauro dell’annesso Oratorio. Si tratta di una struttura nata decine di anni fa e che necessita di nuovi giochi, dell’ampliamento dei campi sportivi, di strutture ricreative e di incontro.Ed è per questo che il calendario (che porta in ogni pagina il logo del Panathlon International) potrà dare un contributo per la realizzazione del progetto.Così come gli incontri che i singoli Club possono calendarizzare con i volontari di Together Onlus per far conoscere ai soci le attività dell’associazione no-profit lucana, la sua collaborazione con il Panathlon International e i prossimi traguardi da raggiun-gere.Per avere informazioni sul calendario, per un incontro durante una conviviale con Together Onlus è possibile scrivere a [email protected] o telefonare al presidente di Together Onlus (socio del Club Panathlon di Potenza) al 330 842476.Un sorriso costa poco, insieme…..ancora di meno!

PER DONAZIONI A TOGETHER ONLUS:IT 8310538704204000009328544 BANCA POPOLARE DELL’EMILIA ROMAGNAAGENZIA Via Cavour - POTENZA

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Riforma giudiziaria

Le novità del nuovo Codice di Giustizia Sportiva in Italia

REGOLE COMUNI PER TUTTI GLI SPORTIntervista all'avvocato Salvo Calì sulle conseguenze relative all'applicazione delle nuove norme

I rapporti tra sport e giustizia continuano ad essere al centro di dibattiti e studi di giuristi specializzati in materia. La pro-fessionalizzazione progressiva di molte discipline sportive impone una regolamentazione comune e particolare delle materie etiche, sindacali e tecniche che caratterizzano questo mondo. Il nuovo codice di giustiziasportiva del CONI è uno strumento prezioso per raggiungere questi obiettivi.

Il codice di giustizia sportiva del CONI, agli articoli 4.7 e 4.8, enuncia i principi cardine della rapidità dei procedimenti ed efficacia delle decisioni. Da questi due punti partono le mo-difiche introdotte con il nuovo Codice di Giustizia Sportiva. Per capire bene cosa è cambiato ne abbiamo parlato con uno dei massimi esperti in diritto sportivo l’Avv. Salvo Calì.

Avvocato Calì quando è entrato in vigore il nuovo codice di giustizia sportiva?“Il CGS è entrato in vigore in data 2 agosto, dopo essere stato approvato dal Consiglio Federale in data 31 luglio 2014.”

Quali sono le novità da evidenziare?In primis, diciamo che in data 30 maggio c.a., il C.O.N.I. ha posto in essere una vera e propria rivoluzione nell’ambito della giustizia sportiva a cui tutte le Federazioni Sportive Na-zionali sono tenute ad uniformarsi a partire dalla stagione 2014/2015.

Con il nuovo testo il C.O.N.I. ha introdotto un sistema di nor-me più complesse e dettagliate che contemplano la nuova disciplina degli organismi della giustizia sportiva, con l’o-biettivo uniformare i vari regolamenti di tutte le federazioni ad essa affiliate.

In secundis, entriamo nello specifico di quelle che sono le novità riguardanti la giustizia sportiva della F.I.G.C.

Il nuovo impianto prevede che molti dei già esistenti organi-smi della giustizia sportiva confluiscano nel Tribunale Spor-tivo, in particolare:

- i giudici sportivi nazionali e territoriali mantengono la loro autonomia funzionale;

- le commissioni disciplinari territoriali, invece, confluiscono nel nuovo tribunale federale territoriale (in veste di giudice di primo grado, ad es. a seguito di deferimento della procura federale) e nella corte sportiva di appello territoriale (quale giudice di secondo grado avverso le impugnate decisioni del giudice sportivo);

- la commissione disciplinare nazionale, la commissione tesseramenti e la commissione vertenze economiche con-fluiscono tutte nel nuovo tribunale federale nazionale, ri-spettivamente, sezione disciplinare la prima, sezione tesse-ramenti la seconda e sezione vertenze economiche la terza;

- viene istituito il Tribunale Federale e Corte Federale di Ap-pello e giudicheranno sui deferimenti della Procura Fede-rale, nonché su tutte le altre controversie diverse da quelle riservate ai Giudici Sportivi.

Altre importanti novità dal punto di vista procedurale sono:- possibilità di accedere al patteggiamento sia in fase di in-dagine, sia dopo il deferimento. L’istituto ha subito una mo-difica procedimentale, atteso che, dall’entrata in vigore della nuova disciplina, la ratifica dell’applicazione della sanzione su richiesta delle parti, ove concordata durante la fase di in-dagine passerà attraverso il Presidente Federale che, sentito il Consiglio Federale, potrà formulare osservazioni, mentre, ove concordata a seguito di deferimento, dovrà essere valu-tata dalla Procura Generale dello Sport;

- gli organi di giustizia sportiva avranno la possibilità di adottare provvedimenti cautelari, infatti, ai sensi dell’art. 33 del nuovo Codice di Giustizia Sportiva C.O.N.I., nonché dagli artt. 30 e ss. CGS il ricorrente che ha fondato motivo di teme-re che, durante il tempo occorrente per la decisione, i pro-pri interessi siano minacciati da un pregiudizio imminente e irreparabile, può chiedere al Tribunale l’emanazione delle misure cautelari che appaiono, secondo le circostanze, più idonee ad assicurare interinalmente gli effetti della decisio-ne sul merito. La domanda è proposta con il ricorso, ovvero con atto successivo. In tal caso, ne è data comunicazione agli interessati, che possono presentare memorie e documenti in un termine all’uopo stabilito. Il Tribunale provvede sulla domanda cautelare anche fuori udienza con pronuncia suc-cintamente motivata, non soggetta a impugnazione ma re-vocabile in ogni momento, anche d’ufficio".

- si è cercato anche di disincentivare ricorsi pretestuosi ed infondati, introducendo l’istituto della lite temeraria.

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- Infatti, l’art. 10 del CGS prevede che il giudice, con la deci-sione che chiude il procedimento, può condannare la parte soccombente che abbia proposto una lite ritenuta temeraria al pagamento delle spese a favore dell’altra parte $no a una somma pari al triplo del contributo per l’accesso ai servizi di giustizia sportiva e comunque non inferiore a 500 euro".- Alcune modifiche riguardano la procura federale, infatti:- la Procura Federale, investita del potere istruttorio e di im-pulso dell’azione disciplinare, agirà sotto la supervisione ed il controllo della Procura Generale dello Sport, organo co-stituito presso il C.O.N.I. che, ai sensi dell’art. 51, comma 4 in spirito di leale collaborazione, coopera con ciascuno dei procuratori federali al $ne di assicurare la completezza e tempestività delle rispettive indagini; - infine, per non divulgarci eccessivamente, all’art. 38 del CGS vengono fissati i termini entro cui i singoli procedimen-

ti dovranno essere conclusi; il termine per la pronuncia della decisione di primo grado è di 90 giorni dalla data di eserci-zio dell’azione disciplinare . Il termine per la pronuncia della decisione di secondo grado è di 60 giorni dalla data di pro-posizione del reclamo; Se i termini non sono osservati per ciascuno dei gradi di merito, il procedimento disciplinare è dichiarato estinto, anche d’ufficio, se l'incolpato non si op-pone. L’azione estinta per decorrenza dei termini non potrà essere riproposta.

Chiudiamo con un parere personale. Interpreta positi-vamente queste modifiche?

“Si, ho apprezzato le modifiche apportate perché danno la possibilità di garantire maggiori controlli sul rispetto delle normative in vigore e allo stesso tempo riconoscere un am-pio ventaglio di garanzie alle società e ai loro tesserati.

Un’iniziativa del Distretto Italia

A RAVENNA CONGRESSO E CONVEGNOPER RICORDARE GIOVANNI STROCCHI

Il 19 e 20 settembre si è celebrato a Ravenna, organizzato dall'Area 5 con la preziosa collaborazione del Club di Ra-venna, il 2° Congresso del Distretto Italia del P.I.

Voluto dal Governatore Giorgio Dainese, per ricordare a 10 anni dalla Sua prematura scomparsa l'indimenticato Avv. Giovanni Strocchi, già Governatore dell'Area Emilia Ro-magna Marche, ha visto presenti a Ravenna il Presidente Internazionale Giacomo Santini, il Past presidente Enrico Prandi, il Presidente del Distretto Italia Federico Ghio, i Consiglieri Internazionali Chiavolini D'Atri e Marrocco, tut-ti i Governatori , circa 100 Presidenti di Club e moltissimi panathleti.La due giorni ravennate si è articolata in due momenti che hanno riscosso grande interesse da parte dei moltissimi partecipanti.

Dopo l'Assemblea dei Governatori tenutasi il giorno 19 i Presidenti e le massime autorità panathletiche, nella mattinata di sabato 20 si sono riuniti presso la prestigio-sa sede della Casa Matha per dibattere su importanti problematiche organizzative dell'Associazione.Nel pomeriggio, presso il Palazzo dei Congressi, alla presenza di oltre 300 ospiti si è tenuto il Convegno avente per tema “La giustizia sportiva e la giustizia ordinaria” con due illustri relatori quali il Prof. Luigi Stortoni ordinario di diritto penale all'università di Bologna e l'Avv. Alessandro Sivelli, esperto di diritto sportivo del Foro di Modena.Hanno onorato , con la loro presenza, questo impor-tante evento il Sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci , il Prefetto della città Fulvio della Rocca , il Questore Mario Mondelli, il vice Presidente della Provincia Gianni Bessi, il Presidente del CONI Emilia Romagna Umberto Suprani , il Presidente del CONI Marche Fabio Sturani che come com-ponente della Giunta Nazionale ha portato il saluto del

Presidente Giovanni Malagò.Il Convegno è stato coordinato dal Presidente dell'Ordine degli Avvocati di Ravenna Avvocato Ermanno Cicognani.In apertura il Past Presidente Internazionale Dott. Enrico Prandi ha commemorato con toccanti parole l'Avv. Gio-vanni Strocchi ricordandone le grandi doti umane e pro-fessionali ed il grande amore che nutriva per il Panathlon.L'Assemblea commossa ha tributato un interminabile ap-plauso stringendosi affettuosamente alla Signora Maurizia e ai figli Jacopo e Tancredi Strocchi, presenti in sala.

I familiari di Giovanni Strocchi consegnano il Premio Panathlon alla vincitrice

Agonismo e dintorni

Don Daniele Laghi, 33 anni, nativo di Santa Lu-cia di Ala in Trentino, sa-cerdote da nove: da quattro anni parroco di montagna con sei parroc-chie da accudire nella val-le dei Mòcheni, la più de-centrata del Trentino ma ricca di storia e fede; da due anni consulente ec-clesiastico del CSI (centro

sportivo italiano ) comitato trentino e un anno e mezzo membro della giunta provinciale trentina del CONI.

Già questo abbinamento indica la singolarità della perso-nalità di don Daniele Laghi, giovane prete trentino, che si è meritato sul campo, anzi sui molti campi frequentati, il titolo di cappellano dello sport. Dal 1999 catapultato nel mondo dello sport.

Appassionato in particolare di ciclismo e membro d’o-nore del comitato organizzatore del Giro del Trentino, don Daniele riesce a portare una gioiosa testimonianza di fede anche in un mondo di agonismo, grazie alla sua giovane età e all’entusiasmo che sa trasmettere a tutti.

Don Daniele, quanti sport ha praticato o seguito?

Lo sport praticato a livello personale e amatoriale è stato il calcio nella mia piccola squadra del paese di origine Chizzola (TN) e un po’ di nuoto e corsa, e ultimamente anche sci e palestra ma tutto a livello molto semplice.

In che modo lo sport può entrare in un progetto di fede?

L’uomo non è fatto a compartimenti stagni, è una gran-de interazione fra la mente, il proprio fisico e lo spirito. Lo sport con tutte le sue dimensioni che porta in sé: sacrifi-cio, impegno, passione, dedizione, spirito di gruppo for-ma la persona e lo sportivo, ma lo apre anche all’eterno cioè è un veicolo della spiritualità: i momenti di distanza dai propri a[etti, i tempi personali che uno ha, i momenti di esultanza e le lacrime che si possono versare per la gioia o per la tristezza, il darsi delle regole comporta-mentali, ma anche nell’allenamento e nell’alimentazione e tanto altro tempra lo spirito e crea un terreno buono su cui costruire un proprio cammino di fede e conseguen-temente diventa un aiuto per se stessi e nel rapporto con la propria famiglia e col mondo. quel poco di esperien-za che ho di incontro con gli sportivi mi da conferma in questo e sprona a continuare: Saper alzare lo sguardo

al cielo, prendere coraggio e fiducia in certi momenti, e con determinazione continuare la propria “vocazione e missione” nello sport; si perché è una chiamata e una testimonianza particolare su un terreno vergine che non è abituale per la Chiesa e in cui tutti uomini e donne, pic-coli e grandi, nessuno escluso possono trovare il suo po-sto e si può essere strumenti buoni per rendere lo Sport sempre più casa di umanità e fraternità

I valori del Panathlon: fair play, etica, rispetto dell’avver-sario possono assurgere a contenuti di vera e propria spiritualità?Certamente e sono fermamente convinto di questo. San Paolo, chiamato da San Giovanni Paolo II “Atleta di Dio” scrive proprio in termini sportivi la sua teologia: nella sua lettera ai Romani cap. 12 “gareggiate nello stimarvi a vicenda…” oppure prima lettera ai Corinzi cap. 9 verset-to 25 in cui parla di correre per conquistare il premio… e altri passi come (2 Timoteo,2,5…) ecco che gli aspetti propri del Panathlon che, dovrebbero essere già insiti in ogni persona e struttura sportiva, ma più che mai oggi dobbiamo rinvigorire e far riemergere, si fa fautore e strenuo sostenitore dell’etica sportiva, di rispetto, acco-glienza ed integrazione, della disabilità ecc. sono aspetti spirituali dello sport che rendono vera e veramente no-bile la persona che li vive.. dico sempre Nessuno è me-glio di un altro, ma tutti devono fare il meglio che pos-sono. E non ci si fa strada scansando gli altri, ma insieme seminando il bene, facendo emergere ognuno con i suoi talenti

Qual è il contributo dello sport alla formazione com-plessiva di un giovane?

Lo sport senza ombra di dubbio contribuisce al benesse-re fisico e psichico della persona e a maggior ragione nei ragazzi e giovani. Forma il carattere, fa imparare a stare assieme e nel gruppo, darsi delle regole, saper divertirsi e crescere in modo sano; aiuta nell’integrazione sociale e a stare assieme, crea coesione sociale, aiuta il dialogo intragenerazionale raccogliendo le ricchezze esperien-ziali e facendone tesoro. Papa Francesco dice sempre ri-cordarsi di essere prima persone e poi atleti

L’agonismo è un valore positivo per un cristiano?

È falso il detto “l’importante è partecipare” perché vor-rei vedere chi partecipa a qualsiasi cosa senza avere una piccola meta da raggiungere e nello sport ci sono degli obiettivi, ma tutto sta a come raggiungerli e vivere le vittorie e le sconfitte. Ecco l’importanza di una relazio-ne tra atleti, famiglia e dirigenti-allenatori. Mai partire come primo obiettivo l’essere agonista, ma questo deve

Intervista al Prete degli sportivi

VOLER VINCERE NON E' PECCATO Don Daniele Laghi è parroco in sei parrocchie di montagna ma trova il tempo

per essere assistente del CSI e membro del direttivo del CONI provinciale in Trentino

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essere il punto finale di un percorso precedente: saper fare gruppo, divertirsi, appassionarsi sempre di più, ecc.. allora Questo porta a dare sempre il meglio e aiutare anche chi fa più fatica a raggiungere gli obiettivi e nel momento in cui non ci si riesce spronarsi per la volta suc-cessiva, avendo come filo conduttore la gioia di averci provato ed essere contenti del proprio impegno e dedi-zione. Allora anche le sconfitte diventano un’occasione nuova per ripartire. Papa Francesco, in piazza San Pietro nell’occasione dei 70 anni del CSI e 100 anni del CONI ha detto che non basta giocare e divertirsi… ma mettersi in gioco, darsi con tutto il cuore

Perché ha voluto un incarico nel CONI?

A dire il vero non l’ho chiesto ma mi hanno proposto di candidarmi per far parte del CONI trentino e non sape-vo bene cosa comportava devo dire con enorme sod-disfazione che oltre ad un gruppo di lavoro è diventata una bella e grande famiglia in cui si ragiona sullo sport e come proporlo nel miglior modo possibile e farlo di-ventare occasione per tutti come espresso più volte in questa intervista. Devo ringraziare l’Arcivescovo per il sostegno e l’incorag-giamento che mi da in questo perché prendo il tempo

dalle parrocchie per essere presente quando posso agli eventi sportivi o riunioni di giunta del CONI e anche del CSI

Infine: per chi fa il tifo calcisticamente?

La mia “fede” è bianco-nera; sono juventino dalla nasci-ta e mi piace… poi come dico spesso nelle prediche dei matrimoni o nelle Messe nella vita non può mai essere bianco o nera, ma c’è sempre una immensità di sfuma-ture di colori

Quale corridore ciclista le piace di più?

Sempre brutto fare nomi perché si fa preferenze a disca-pito di altri. Allora la metto così: conosco molti corridori e ognuno mi colpisce a suo modo. Con chi ho un rapporto più stretto li vado a trovare, frequento le loro case, le loro famiglie, apprezzo come mi accolgono, la loro semplicità e umanità e faccio il tifo per questo tipo di corridori che oltre a correre in bici, sanno sorridere, dire grazie, chie-dere scusa… poi nessuno è santo e i limiti umani ce li abbiamo tutti, però ricordiamoci che ad essere buoni, semplici ed umani non si sbaglia mai.

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Un evento straordinario

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Memorabile spettacolo all'Olimpico di Roma

ALLA PARTITA INTERRELIGIOSA IL PANATHLON HA FATTO GOL

E’ ancora vivissimo il ricor-do della partita interreligio-sa per la pace giocata allo Stadio Olimpico di Roma, in notturna, con il Panathlon protagonista sia nella fase preparatoria con il consiglie-re internazionale Marcello Marrocco e poi con il distret-to Italia che ha garantito unanutrita presenza sugli spalti

dello stadio. Calciatori e allenatori e arbitri di livello mondiale, per la prima volta, hanno dato vita ad un evento di forte valore simbolico e sociale per celebra-re l’incontro tra l’eccellenza sportiva e la fratellanza nel segno della Pace nel mondo.

Il Distretto Italia e l’Area 7 del Panathlon International hanno aderito all’iniziativa acquistando un pacchetto di biglietti d’ingresso allo spettacolare evento a fini benefici, nato su sollecitazione di Papa Francesco, che rispecchia pienamente lo spirito sotteso al motto panatlhetico che recita “ LUDIS IUNGIT”. Questo campeggiava nei quattro striscioni esposti in bella vista nella Tribuna Tevere (sistematicamente ripreso dalle telecamere di Rai1 che trasmetteva in diretta l’evento assieme a RadioUno e Radio Italia). Molto folta la de-legazione di dirigenti e panathleti, guidata dal V. Presidente del Distretto Antonio Emilio Gambacorta e quella dell’Area 7 con il Governatore Pierluigi Palmieri e i responsabili dei Club di Latina (con il Presidente Marini ed il Segretario Zichi e oltre cinquanta ospiti), Viterbo (con il Presidente Palazzet-ti ed il Segretario Bombini e oltre cinquanta ospiti), Avezzano (con, tra gli altri, gli attivissimi Luca e Tizia-no Costantini ed i coniugi Sciò), Agro Romano (con il v. presidente Bocconi) oltre a numerosi dirigenti di società sportive. Inoltre per l’occasione il Distretto Ita-lia del Panathlon, tramite il Governatore dell’Area 7 ha favorito la partecipazione di una delegazione di ope-ratori della FAO, guidata dalla canadese Mrs Russell, presenti a Roma per un concomitante stage nell’am-bito del Word Food Programme (WFP), gettando le basi per una proficua collaborazione futura.

Anche i docenti del Corso di Specializzazione di so-stegno che frequentano, presso l’Università Lumsa di Roma, il laboratorio di Metodi e didattiche delle atti-

vità motorie e sportive tenuto dal prof Palmieri, han-no contribuito al successo dell’iniziativa con la loro presenza e con l’invio degli SMS al numero dedicato 45593.

I campioniGianluigi Buffon, Javier Zanetti, Roberto Baggio, Sa-muel Eto’o, tra i promotori, in rappresentanza delle diverse religioni si sono aggiunti cinquanta campio-ni, sei team manager e quattro arbitri del presente e del passato per dare vita ad straordinario mixer di stile e di fair play, e (spettacolo nello spettacolo!) uno straordinario e sorprendente Maradona, che, pur con una “corsa” del tutto particolare e abbastanza lonta-na da quella inimitabile dei tempi d’oro, ha tenuto il campo per tutti i 90 minuti.

(*) di Antonio Gambacorta

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Il progetto coinvolge soggetti impegnati quotidiana-mente nel supporto diretto alle fasce più deboli della società, in Europa, in Sudamerica e nel resto del mon-do.

“Un’Alternativa di Vita” si rivolge ai bambini dai 3 ai 13 anni che vivono in contesti socio – economici svantaggiati. Dal 2001 la Fondazione – negli spa-zi della propria sede sociale di Buenos Aires (ARG) - mette a disposizione dei giovani ospiti una rete di assistenza e supporto: aiuto nei compiti, sostegno sa-nitario, assistenza sociale, offerta ludica e formativa: Scholas Occurrentes, un’entità educativa di bene pubblico promossa da Papa Francesco, che utilizza la tecnologia, l’arte e lo sport per sostenere program-mi di adozione a distanza e assistenza per alleviare le diverse condizioni disagio e promuovere l’integra-zione sociale e la cultura dell’incontro. Fondazione P.U.P.I. Onlus, creata da Paula e Javier Zanetti che da oltre dieci anni promuove iniziative di sostegno agli svantaggiati. Fondazione P.U.P.I. Onlus e Scholas Occurrentes hanno deciso di “unire le forze” e con-centrare le proprie energie in questo progetto comu-ne. L’intero ricavato della Partita è quindi destinato a migliaia di ragazzi dei quartieri di Buenos Aires che potranno così ricevere un aiuto educativo concreto grazie a “Un’Alternativa di Vita”. Enrique Palmeyro,

Presidente Internazionale di Scholas Occurrentes, ap-profondisce gli obiettivi del progetto: “La finalità ul-tima della nostra associazione è l’o[erta di aiuto agli adolescenti di tutto il mondo e di tutte le religioni: in Cina come negli Stati Uniti, passando per la Male-sia e l’Italia, il nostro scopo è coinvolgere il maggior numero di ragazzi e aiutarli ad esprimere il proprio potenziale, indipendentemente dal contesto socio-economico di origine, un obiettivo comune a Fonda-zione P.U.P.I. La disponibilità di un numero così eleva-to di campioni favorisce le occasioni di relazione con i ragazzi e le loro famiglie, in tutti i continenti.”

E’ lampante la comunanza di intenti con il Panathlon, che con il Distretto Italia ha aderito alla manifesta-zione, patrocinata da Comune di Roma, da CONI, da FIGC e da Lega Serie A, proprio perché promuove i principi di fratellanza e condivisione attraverso il po-tenziale comunicativo dello sport. La religione - qual-siasi essa sia – diventa quindi elemento di unione e occasione di arricchimento, nella vita quotidiana come nella pratica sportiva.

Concludiamo quindi riportando e facendo nostra la motivazione data dallo Speaker dell’Olimpico ai due fischi dell’arbitro Rocchi allo scoccare del novantesi-mo minuto: “Due fischi dell’arbitro e non tre perché La Partita interreligiosa per la Pace…continua”

(*) Governatore Area 11

Le formazioni:

Scholas: Aoute, Buffon, Orlandoni; Heinze, Sa-muel, Degu, Legrottaglie, Campagnaro; Senna, Nainggolan, Tommasi, Alvarez, Tissone, Masche-rano, R.Baggio, Maradona, Valdes, Santa Cruz, Iturbe, Balbo, Eto’o, Muntari, Denis, Toni, Inzaghi. Allenatore: Wenger. Team Manager: Pirlo, Maxi Rodriguez

Pupi: Muslera, Carrizo, Toldo; Lugano, Cordo-ba, Chamot, Mauri, Zanetti, Maldini; Simeone, Hallfredsson, Ledesma, Hernanes, Schelotto, Valderrama, Del Piero, Emre, Zamorano, Icardi, Lavezzi, Benayoun, Botta, Hemed, Trezeguet, Schevchenko. Allenatore: Martino. Team Mana-ger: Mohamed, Maldini

Arbitro: RocchiGuardalinee: Manganelli, PasseiIV: Mariani

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I nostri documenti

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Numerose adesioni al documento e testimonianze di condivisione

IL SUCCESSO DELLA SEMPLICITA'

Sta riscuotendo notevole attenzione ed anche generali consenti la carta dei doveri dei genitori varata dal Panathlon International qualche mese fa. L’intuizione che vi fosse uno spazio inesplorato nella fascia delle norme sull’etica sportiva ha trovato conferma. Ma la carta ha assunto anche il significato ed il ruolo di un documento giunto a riempire un vuoto da tempo segnalato a diversi livelli.Basti verificare il numero di federazioni, associazione ed organismi vari che in così poco tempo l’hanno discussa, accolta, applicata e diffusa anche pubblicamente sui siti dello sport.

Il segreto sta nella sua semplicità e nella forma diretta con cui va a defini-re norme di comportamento fondamentali per il giovane che fa sport ma anche per lo stesso genitore che le proclama e le accetta.Insomma, si sono messi in bella forma alcuni principi che da sempre si volevano consacrare come linea etica e morale con la quale i genitoripossono porsi a fianco dei propri figli nell’affrontare un’esperienza spor-tiva. La carta, inoltre, interessa anche tutti gli altri attori che si muovono su questa scena: allenatori, educatori, dirigenti, arbitri ecc.Alcuni club hanno promosso dei dibattiti nelle conviviali. In alcune manifestazioni sportive la carta è stata stampata ed affissa nei luoghi pubblici. Non possiamo che rallegrarci per tanta attenzione e rinnovare il lancio dei nostri evostri propositi.

Carta dei doveri del genitore nello sport1. la scelta della disciplina sportiva preferita spetta ai miei figli in totale autonomia e senza condizionamenti da parte mia.

2. mio dovere è verificare che l’attività sportiva sia funzionale alla loro educazione e alla loro crescita psico-fisica, armo-nizzando il tempo dello sport con gli impegni scolastici e con una serena vita familiare.

3. eviterò ai miei figli, fino all’età di 14 anni, pesanti attività agonistiche, salvo discipline formative, privilegiando lo sport ludico e ricreativo.

4. li seguirò con discrezione, con il loro consenso, se servirà ad aiutarli ad avere con lo sport un rapporto equilibrato.

5. non chiederò agli allenatori dei miei figli nulla che non sia utile alla loro crescita e commisurato ai loro meriti e po-tenzialità.

6. dirò ai miei figli che per essere bravi sportivi e sentirsi felici nella vita non è necessario diventare dei campioni.

7. ricorderò loro che anche le sconfitte aiutano a crescere perchè servono per diventare più saggi.

8. indicherò loro i valori del Panathlon come fondamento etico per affrontare una corretta esperienza sportiva .

9. al loro ritorno a casa non chiederò se abbiano vinto o per-so ma se si sentano migliori. nè chiederò quanti gol abbiano segnato o subito o quanti record abbiano battuto, ma se si siano divertiti.

10. vorrò specchiarmi nei loro occhi ogni giorno e ritrovare il mio sorriso giovane

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Come siamo e come vorremmo essere

GLI ITALIANI, LO SPORT E I VALORI SOCIALI

3 - 2014Ricerca scientifica

Studio Ghiretti, società di consulenza in marketing e comunicazione sportiva, ed Errepi Comunicazione, agenzia leader nel settore della co-municazione sociale, culturale e scientifica, in collaborazione con l’isti-tuto di ricerca politica, economica e di mercato hanno svolto la ricerca “Gli italiani, lo sport e i valori sociali” per indagare il fenomeno della pra-tica sportiva nel Bel Paese ed approfondire il ruolo dello sport come fattore di sviluppo sociale e civile.

L’indagine, organizzata in collaborazione con Unindustria Lazio, con il patrocinio di CONI, CIP, CSI, Regione Lazio, Assessorato qualità della vita, sport e benessere di Roma Capitale e Gruppo Sportivo Fiamme Gialle, ha evidenziato alcuni trend insospettabilmente positivi. Se da un lato ha confermato i dati già evidenziati con allarme da altri autorevoli studi (che vedono l’Italia tra le nazioni più pigre al mondo con circa 24 milioni di sedentari) allo stesso tempo ha mostrato come ben l’80% degli italiani è entrato in contatto (sia al presente che in passato) con uno sport di qualunque tipo. Questo, unito alla percentuale di persone che praticano lo sport con continuità (il 38% del totale), accende una timida ma ottimistica luce in fondo al tunnel.

Ampio spazio nella ricerca è stato dato inoltre all’aspetto valoriale dello sport, al suo riconosciuto ruolo formativo, sociale e culturale: dalla ricerca si evince che gli italiani attribuiscono alla pratica sportiva (e, indirettamente agli enti che la promuovono) una mission di miglioramento della qualità della vita (39%). Lo sport è poi visto come occasione e contesto ideale per testare e superare i limiti individuali, dove i progressi tecnologici o farmacologici illeciti sono condannati con fermezza perché alterano la scala meritocratica. Lo sport persiste tra le poche attività degli italiani in cui parità e giustizia sono ancora considerati principi indiscutibili.

In sintesi, appare chiaro che lo sport, sia fruito come spettacolo che praticato come disciplina, risulta un’attività pervasiva nella quotidianità degli italiani, ma perché possa rinnovarsi nel suo ruolo di miglioramento della vita della popolazione, necessita di tutela sociale, di attenzioni pubbliche e di investimenti lungimiranti

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EXSPORT è un contenitore interattivo di emozioni e di ser-vizi” articolato in 340 EVENTI che si pone come soggetto in grado di coinvolgere i visitatori di EXPO 2015 e migliorare lo sviluppo sociale, economico, ambientale e l’attrattività di un territorio attraverso il mondo dello sport, della comu-nicazione e della cultura.

Il Comitato ha elaborato il Progetto attraverso il “braccio operativo” FICTS, Federation Internationale Cinema Televi-sion Sportifs, con 113 Nazioni affiliate, unica Federazione Internazionale riconosciuta dal CIO con sede in Lombardia, presieduta dal Prof. Franco Ascani, Membro della “Com-missione Cultura ed Educazione Olimpica del Comitato Internazionale Olimpico (CIO)”. L’azione è caratterizzata dalla gratuità di tutte le iniziative messe a disposizione dei territori e dei residenti con poli-tiche di attrattività che possano percepire le esigenze del visitatore e migliorare la qualità della vita dei cittadini. Il Progetto consiste in una serie di attività di entertainment all’insegna della ricerca di nuovi stili di vita, un valido stru-mento per diffondere - d’intesa con i Partner e gli Enti lo-cali - i valori educativi e formativo-culturali dello sport, ad esempio attraverso l’universale linguaggio dell’immagine sportiva per trasformare in realtà quella “Energia per la vita” che costituisce uno dei temi di EXPO 2015.

Ogni evento, oltre all’interattività dei suoi aderenti, di-venterà anche un’occasione di messa in rete, di incontro e confronto tra le diverse generazioni comprendendo anche le tematiche della cultura, dell’educazione, dell’ambiente, dell’alimentazione, della famiglia e del Made in Italy, coin-volgendo in particolar modo i giovani ed i “silver workers.

Gli obiettivi del progetto spaziano dal territorio lom-bardo, all’Italia, all’Europa e al mondo.

• Attrarre visitatori attorno ai temi dello sport edu-cativo.• Promuovere il territorio anche attraverso la multi-medialità (cloud computing system) ed alla interat-tività che lo caratterizza e lo distingue a livello inter-nazionale. • Il Portale internazionale dell’immagine sportiva EXSPORT coordinerà un sistema di reti contenente 5.312 siti in colla-borazione con il Master in “Sport Management, Marketing & Sociology” dell’Universi-tà Milano – Bicocca e con il portale www.sportsmall.it , al servizio dello sport, della cultura e della salute.

Non ci saranno solo affari, businnes ed esaltazione dei pro-dotti alimentari ad Expo 2015 a Milano. Pur nel rispetto del tema di fondo che rimane legato alle produzioni dei diversi territori mondiali, ci sarà anche tanto sport nella proposta di contorno. L’obiettivo è di armonizzare la produzione di generi alimentari genuini con l’attività fisica, la salute dei cittadini e l’educazione dei giovani attorno a questi valori. Fa piacere che al centro del progetto EXSPORT vi sia il cuo-re di un panathleta come Franco Ascani, socio di Milano e inventore di FICTS, la rassegna delle produzioni televisive e cinematografiche ispirate a temi legati allo sport.

“EXSPORT significa: “Sport, Culture, Tourism for all”. E’ un format innovativo che mette a sistema la preparazione e la promozione delle attività, degli eventi e delle iniziative di sport, turismo e cultura, finalizzato a trasformare il territo-rio in un polo di attrazione per i residenti, per quelli delle altre Regioni e per i 21 milioni stimati di visitatori che arri-veranno dal resto del mondo.

“EXSPORT” prevede 340 iniziative articolate in 5 Aree di in-teresse:- Sport e turismo attivo - “EXSPORT SENZA ETA’” - Arte cultura spettacolo - “EXSPORT ENTER-TAINMENT” - Salute, sport e benessere - “EXSPORT PER LA VITA” - Alimentazione e natura - “EXSPORT A TAVOLA” - Educazione e formazione - “EXSPORT PER LA SCUOLA”

Interessante iniziativa per l'esposizione universale

TANTO SPORT E SALUTE ALL'EXPO 2015 DI MILANO

Attualità internazionale

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3 - 2014Panathlon e Religione

La proposta di elevare San Paolo a patrono dello sport, i riferimenti alla sua parola come radice ispiratrice dei valori panathletici costituiscono un tema avvincente che continua ad appassionare molti soci. Ecco un nuovo contributo di cui prendere nota e da confrontare con quelli pubblicati nei precedenti numeri della rivista:

Il Panathlon non ha bisogno di Santi Patroni, né di detentori di verità che semmai sono di altri, né di obliterazione per gli anziani, ma di panathleti attivi : che non si inventano ma si costruiscono attraverso un proficuo capillare dibattito inteso ad onorare la ricchezza di patrimonio culturale di coloro che prestano energie alla formazione dei giovani.

Intanto San Paolo non è una invenzione improvvisata di una qualche personalità, ma una ricerca del sottoscritto in due Convegni importantissimi, negli anni 2000 – 2011 del Club della Spezia riportati su un mio libro “cinquantasei anni di cultura sportiva” su chi poteva vantare patrimonio in cui misurarsi per preparare i giovani ad assumere le responsabilità della vita adulta anche per mezzo dello Sport.

Vorrei ricordare a tutti i panathleti le parole del Cardinale SIRI in occasione della inaugurazione di Villa Porticciolo a Rapallo ” voi panathleti che amate e stimate lo sport riempite un vuoto profondo perchè non tutti fanno calcolo di quello che lo sport salva nel mondo”.Ma ancora di più quelle di un pensiero del Presidente Sisto Favre : “ perchè pos-sa parlarsi di sport, all'educazione dell'organismo deve concorrere una scintilla di grazia per la salute dell'anima affinchè coesistano l'amore, la bontà, la vera affra-tellante comprensione fra i popoli, che sono il segreto della vita universale dove l'uomo, assunto alla perfezione di se stesso, riconoscerà che Dio lo ha veramente creato a sua immagine e somiglianza “.

E proprio nell'occasione di codesti Convegni, che avevano per tema: Quale può essere il contributo di Panathlon e Chiesa per indicare ai giovani la strada per diventare uomini anche per mezzo dello Sport - Etica Sport e Fede, chiedendo preven-tivamente l'assoluzione alle Eccellenze Religiose presenti:- Mons.Giulio Sanguineti, oggi Vescovo Emerito - Mons. Gaetano Bonicelli, oggi arcivescovo emerito di Siena, già Ordinario Militare d'Italia - Mons. Francesco Moraglia, oggi Patriarca di Venezia - Mons. Carlo Mazza Vescovo di Fidenza già Direttore Sportivo della C.E.I.

lessi la Prima Lettera ai Corinti dell'Apostolo Paolo, che prende ad esempio l'ascesi degli sportivi per raffrontare l'insegna-mento di una serie di virtù: Temperanza, Prudenza, Uguaglianza, Giustizia deducendone l'indicazione di considerarlo il precursore del Panathlon.

Certo, il raffronto non poteva che investire la Chiesa. Non credo possa far meraviglia che la presenza della Chiesa nella Società Civile sia caratterizzata da un impegno che o[re allo sport un incommensurabile patrimonio di valori, persone, strutture e opportunità difficilmente comparabili con altre istanze sociali.

La Chiesa è, e rimane convinta che la luce della fede offra un contributo originale e determinante alla umanizzazione dello sport, ed è consapevole della forza che lo sport può sprigionare nel campo della maturazione integrale della persona.Mi fa sorridere il paradosso che la chiesa non potrebbe essere d'accordo

Personalmente non ho mai avuto timori per lo scetticismo che si cristallizza, ogni volta, davanti alle cose diverse che pos-sono apparire come deragliate dalla aconfessionalità che contraddistingue il nostro movimento.L'aconfessionalità non è un limite ma un passaporto per poter essere presenti dovunque qualsiasi movimento, confessio-nale o nò, si impegni su temi di cui noi, per statuto, siamo obbligati ad impegnarci.

Giancarlo Pietra

Continua il dibattito sulla proposta di elevarlo a patrono dello sport

SAN PAOLO PRIMO PANATHLETA? Le radici di un progetto che unisce e divide le anime religiose del nostro movimento

PA N AT H L O N I N T E R N AT I O N A L

Strategie di espansione

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Tutte le forme di associazioni-smo articolato in Club prevedo-no di norma la corresponsione da parte dei Soci di quote più o meno rilevanti per la struttura che governa l’Associazione e per i Club di appartenenza.Il P.I. ha previsto sin dall’inizio che le quote associative fossero contenute senza pesare troppo sull’economia dei Soci. Questoatteggiamento persiste tuttora.

All’inizio, però, come sappiamo, gli scopi dell’Associa-zione erano limitati all’accrescimento delle conoscenze sportive dei Soci ed a diffondere una rinnovata attenzio-ne al mondo dello Sport, dopo i dolorosi anni della se-conda guerra mondiale.Ciò non comportava, in effetti, delle spese particolari ag-giuntive e anche piccole somme erano più che sufficienti a garantire la vita del Sodalizio.

Col passare degli anni, però, le finalità associative sono assurte ad una maggiore rilevanza ed i nuovi indirizzi operativi nel campo etico-sociale ne hanno reso pos-sibile l’internazionalizzazione. L’aspetto etico-sociale, pertanto, si è vieppiù esteso nella programmazione delle attività dei Club che, per realizzare i loro obiettivi, in un quadro di condivisione da parte dei Soci, hanno ritenuto di dover fare un più ampio ricorso, sia pure sempre entro certi limiti, al loro impegno economico.

Ciò premesso possiamo sostenere che il Panathlon è quindi espressione di un progetto di donne e uomini che, convinti sostenitori dei valori sociali ed educativi dello Sport, scelgono di mettersi in gioco, anche sul pia-no economico, per costruire insieme le risposte ai propri sogni, ai propri bisogni ed a quelli della comunità in cui vivono, reagendo così all’isolamento ed alla solitudine che la vita caotica e complessa dei nostri tempi spesso impone e favorendo il dialogo, la coesione ed il lega-me sociale. In questo modo di associarsi sta la forza del Panathlon, in cui l’impegno individuale è sfociato in un progetto collettivo, la difesa e la divulgazione dei valori etici dello Sport, che ha valicato i confini nazionali ed è diventato un progetto universale.

Alla luce di quanto sopra, chi fa parte dell’Associazione non può che assumersi con consapevolezza la responsa-bilità di questo progetto.Per svolgere il suo compito, l’Associazione si autofinan-zia con le quote versate dai Soci e non ha altre entrate. Sostenere l’Associazione diventa, quindi, un dovere per-ché solo così facendo si permette al sodalizio di opera-

re. Credo anche che versare le quote associative debba essere considerato, in un quadro di compartecipazione, un “privilegio” che onora il Socio, in quanto con tale atto dimostra di credere così fermamente in ciò che fa l’Asso-ciazione, al punto di impegnare responsabilmente le ri-sorse personali.

Occorre comunque osservare che nel frattempo i costi della vita hanno subito un incremento che comporta necessariamente anche un aumento delle spese ed una conseguente riduzione delle disponibilità del singolo e dell’Associazione.Vale la pena indicare settori come la Comunicazione verso l’esterno, la Formazione, l’Espansione e la Conser-vazione che sono alla base dello sviluppo associativo e che richiedono ai Dirigenti, oltre alla condivisione degli indirizzi, anche la disponibilità a muoversi ed operare ove necessario con le inevitabili spese.Tale situazione induce a ritenere che sia giunto il momen-to di affrontare con decisione l’argomento “quote asso-ciative”, spesso considerato ostico a tutti i livelli dell’Asso-ciazione e quasi un tabù.

Infatti, parlare dell’argomento genera imbarazzo in chi lo deve trattare e viene liquidato generalmente con poche battute, senza arrivare a proporre eventuali rivalutazioni, anche contenute, temendo reazioni negative dai Soci.La dimostrazione di quanto affermato è evidente: infatti da diversi anni ormai, le quote da versare annualmen-te al Panathlon International sono rimaste inalterate ed hanno perso nel frattempo notevole potere d’acquisto, costringendo i vertici dell’Associazione a ridurre investi-menti “produttivi”, provocando limitazioni ovvero scelte obbligate all’attività di alcuni settori.

L’Associazione, pertanto, ha condotto negli ultimi anni una rigida politica di contenimento delle spese, facendo scelte anche difficili per mantenere alte le sue preroga-tive nel campo della difesa e della diffusione dei valori dello Sport.

Ora però si è giunti ad una situazione particolarmente precaria che non è più sostenibile e che impone non solo una presa d’atto della situazione del momento, ma anche il ricorso ad opportuni e necessari adattamenti.Gli interventi che seguono potrebbero consentire l’avvio di una inversione di tendenza e cioè:

- svolgere ogni possibile azione, al fine di realizzare l’o-biettivo dello slogan dell’Espansione “Ogni Socio, un nuovo Socio”. Il raggiungimento di questo obiettivo, che potrebbe essere acquisito anche in breve tempo, consen-tirebbe al limite il raddoppio dei Soci con il conseguente aumento dell’ammontare delle quote sociali;

LE QUOTE ASSOCIATIVE: RISORSA INDISPENSABILE

(*)di Ennio Chiavolini

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- rivalutare la quota annuale anche solo in base ad un valore proporzionale all’indice dell’incremento dell’in-flazione;

- agire con la Formazione per incrementare il coinvolgi-mento di tutti i Soci ed il loro senso di appartenenza ed appagamento.

Tutti questi interventi richiedono, però, una precisa as-sunzione di responsabilità da parte dei Presidenti di Distretto (e dei Governatori) ed uno stretto coordina-mento, coinvolgimento ed opera di convincimento nei confronti dei Presidenti di Club.Dobbiamo anche tenere conto che, purtroppo, negli ul-timi anni numerosi Soci hanno lasciato l’Associazione e diversi Club sono stati chiusi.La principale causa della chiusura di questi Club è stato purtroppo il mancato versamento delle quote associati-ve al Panathlon International.

Inoltre, il mancato versamento da parte dei Soci delle quote associative ai Club di appartenenza, è una delle principali cause di dimissioni o delle loro espulsioni. Tut-to ciò viene addebitato in genere a difficoltà finanziarie oggettive dei Soci ma, spesso e volentieri, la verità è che molti di essi ritengono quasi uno spreco pagare per atti-

vità sociali che, organizzate dai loro Club, appaiono poco interessanti e coinvolgenti.Quanto sopra suggerisce che dell’esistenza delle quote associative e dell’autofinanziamento dell’Associazione, della loro necessità e della loro utilità, si debba parlare ai Soci fin dai primi contatti, diffusamente ed esaurien-temente. È assolutamente necessario, pertanto,

- evitare di trattare l’argomento come secondario, quasi di “sfuggita”, ritenendo che il menzionare l’esigenza del versamento di una quota sociale possa ridurre il fascino e l’attrazione del Sodalizio;

- sottolineare che, per un’Associazione di servizio come il Panathlon, i Soci devono essere convinti dell’esigenza di sostenerne le attività sociali, anche accettando un impe-gno personale ed economico.

Colui che non è convinto della necessità di contribuire alla vita dell’Associazione con un sifatto impegno, è me-glio che non ne faccia parte.

3 - 2014

(*)Consigliere Internazionale - Presidente IEC

PA N AT H L O N I N T E R N AT I O N A L

Attività dei Club

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PARMA: MEZZO SECOLO CON TANTI CAMPIONIDa Campioni del mondo a Campioni nel mondo. E’ bastata una consonante per modificare un lungo elenco di sportivi in passerella per i 50 anni del Club di Parma nel prezioso scrigno di legno creato dal principe Ranuccio, il Teatro Farnese. E’stata una splendida serata musicale e sportiva, con ricordi sintetiz-zati nelle risposte date a Giuseppe Milano, giornalista dotato di autentico aplomb, mentre Mara Michelina Pedrabissi era resa scintillante dagli splendidi abiti degni di un “red carpet”. A cominciare da quelli di Vittorio Adorni, oramai premiato in tutte le salse, per finire a Roberto Vecchi che dopo avere spara-to palline da baseball in gioventù ha trovato la mira giusta e la gloria nel tiro a segno. Una bella serata col tutto esaurito e la presenza delle massime “autorità” del Panathlon internazionale, a cominciare dal Pre-sidente Internazionale Giacomo Santini, telecronista “storico” della Rai con Ferretti, Provenzali e De Zan poi deputato in Par-lamento quindi senatore, inevitabilmente abbinato nelle pre-miazioni proprio all’amico Adorni che come lui ebbe l’onore della massima carica presidenziale nel Panathlon ed ora vanta quella nella Commissione Culturale del CIO. Santini è arriva-to al Farnese nell’antica Pilotta dov’era atteso da Adorni, dal presidente del Distretto Italia, Federico Ghio e dal Governatore Giorgio Dainese. Ora Michele Rinaldi ha i capelli bianchi ma fisico e portamento sono da giovanotto. Negli anni settanta e ottanta trasmise ai parmigiani la passione per il motocross. La stessa passione che portò Giuseppe Gabelli sul podio del-le Paraolimpiadi nel tiro con l’arco: Ben diversa è stata l’espe-

rienza di Daniele Viel, campione del mondo di paraca-dutismo dove uno deve centrare un puntino di pochi centimetri al suolo. Roberto Vecchi ha ricordato che la passione del tiro a segno venne trasmessa a Parma niente di meno che da Giuseppe Ga-ribaldi che venne in città nel 1862 per inaugurare l’impianto: “ In realtà girava l’Italia per fare sorgere centri dove “ allevare” fucilieri e garibaldini.”Per Simone Barone, campione del mondo nel 2006 in Germa-nia, ora allenatore delle squadre giovanili del Modena diven-tare professionista significa: “Coronare un sogno che è di tutti quelli che praticano un’attività agonistica”. Quindi Chiara Fontanesi che dopo il tris mondiale si sta pre-parando per un 2015 altrettanto esaltante. In chiusura Franco Gandini, campione olimpico di ciclismo nell’inseguimento a squadre con un rammarico che lo sta accompagnando da una vita, cioè avere perso il titolo mondiale a Roncourt per il quale era già salito sul podio per un errore tecnico.In chiusura un messaggio dell’avvocato Alberto Scotti, uno dei presidenti del passato ( Gianfranco Beltrami, Vincenzo Ver-nizzi, Vittorio Ferrarini, Ruggero Cornini e Giovanni Massera, in carica) premiati coi soci fondatori Giorgio Orlandini e Michele Zampiccini: “ Sono convinto che il successo dell’evento rinsal-derà i vincoli amicali e sarà di sprone per operare con condivi-sione di intenti in futuro.”

A FERRARA SESSANT’ANNI DI PRESENZA TRA LA GENTESerata d’altri tempi, in un mix vivace tra passato, presente e futuro. La storica cornice del salone d’onore dell’Istituto al-berghiero Orio Vergani in via Sogari a Ferrara ha ospitato il momento celebrativo del 60° anniversario di fondazione del Panathlon International Club di Ferrara, l’associazione con finalità etiche e culturali ramificata a livello internazionale che si propone di diffondere ovunque i valori sportivi. Con Luciana Boschetti Pareschi, presidente del club estense fondato nell’aprile del 1954, tre anni dopo la nascita genera-le del Panathlon International avvenuta a Venezia, e Valenti-no Galeotti, presidente onorario da pochi mesi al termine di una presidenza ordinaria durata ben ventisette anni, si sono dati appuntamento tanti ospiti, Sullo sfondo della presenta-zione ufficiale del libro “Panathlon Ferrara - 60 anni di storia, di sport, di persone” curata dal consiglio direttivo del soda-lizio e da numerosi altri collaboratori, si sono succeduti gli interventi delle autorità, del dirigente scolastico dell’Istituto superiore che ha ospitato l’evento Roberta Monti. Commovente il ricordo di Giacomo Santini, giornalista Rai per un trentennio, radio-telecronista sportivo, per l’occasio-ne in veste di presidente generale del Panathlon Internatio-nal. Quando ha introdotto la testimonianza dell’avvocato ferrarese Sergio Cavallari, uno dei fondatori del club ferra-

rese unitamente a Giancarlo Alvisi, Gino Bresciani, Giovanni Cajati, Augusto Ca-niato, Giulio Divisi, Lu-cio Fusaroli, Gilberto Malucelli, Giuseppe Pasquale, Giuseppe Turbiani, e all’epoca giovane presidente del Cus Ferrara chiamato in causa da Paolo Mazza, il “presi-dentissimo” della Spal, e da Giuseppe Pasquale, il futuro nu-mero uno della Federcalcio. “Non viviamo di sole conviviali – ha affermato Santini -: il rapporto con la società per noi è vitale. Ferrara ha dimostra-to di saper interloquire con le istituzione, come dimostra la serata”. Con Santini erano presenti: Federico Ghio, presi-dente del Distretto Italia Panathlon International e Giorgio Dainese, coordinatore interregionale per Emilia Romagna, Marche e Repubblica di San Marino. Un ricordo anche per l’ex segretario del Club di lunga milizia Renzo Guerrini e una citazione anche per Alessandro Duran, che grazia al Panathlon Club Ferrara ha potuto concorrere, vincendolo, ad un prestigioso riconoscimento internaziona-le sul tema del Fair Play anni orsono.

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... E TRA SAN MARINO E GRENOBLE

3 - 2014

Un gemellaggio davvero di montagna: dai tre monti del Titano alle Alpi della Savoia! Presso il Consolato della Repubblica di San Marino a Grenoble ed alla presenza del Console Eliane Rastelli, è stato firmato l'atto di gemellaggio tra i Panathlon Club San Marino e Grenoble Alpes.Alla cerimonia erano presenti numerosi rappresentanti dei due Club che hanno conferito all'evento una particolare solen-nità e reso ancora più fraterno ed amichevole l'importante giornata.

Nel suo indirizzo di saluto il Presidente del Club Grenoble Alpes, Bernard Thevenet famosissimo campione del ciclismo internazionale e vincitore di due Tour de France (1975 e 1977), ha ringraziato gli amici panathleti di San Marino per la loro presenza rimarcando la comune volontà di perseguire i valori fondanti del Panathlon International in un clima di fraterna amicizia e collaborazione.Mentre il Presidente del Club San Marino, Leo Achilli, si è detto te grato per la magnifica accoglienza a loro riservata sentendosi emozionato an-che per l'essere in un paese che ha accolto tanti emigrati samma-rinesi. Ha sottolineato la grande sintonia che si è creata tra i due Clubs condividendo il pensiero del Presidente Thevenet sull'impor-tanza di salvaguardare i principi che il Panathlon International vuole divulgare.

Nel corso del loro soggiorno a Grenoble, i panathleti sammarinesi, sempre gentilmente seguiti dagli amici francesi, hanno potuto ap-prezzare le bellezze del centro storico, le specialità della zona ed inol-tre hanno avuto l'opportunità di assistere alla bellissima e spettacola re manifestazione ciclistica su pista “Le trois jours de Grenoble” presso il velodromo della città.

Solenne cerimonia nella sede del Circolo Canottieri

GEMELLAGGIO TRA NAPOLI E ROMA

Vita associativa

La città di Napoli ha ospitatLa città di Napoli ha ospitato, nelle prestigiose Sale delle Coppe del Circolo Canottieri Napoli, che re-centemente ha festeggiato i 100 anni dalla Fondazione e ha visto formare i suoi campioni del mon-do, il solenne cerimoniale del ge-mellaggio tra i club di Napoli e di Roma.Dalle terrazze della sede si pos-sono ammirare il Palazzo Reale, il castel Sant'Elmo, la Certosa di San Martino, il Vesuvio dove sirinnovano “scenografie” uniche nel suo genere durante il sorgere del Sole e il sorgere della Luna, la Costiera Sor-ren-tina con il monte Faito, l'isola delle Sirene: Capri e il viavai di tante imbarcazioni sino alle “gigantesche” nuove navi da crociera, autentici grattacieli mobili.

In questa fantastica cornice sono stati accolti i soci del Pa-nathlon Club Roma ed i soci del Panathlon Club Napoli, tra i primi fondati in Italia nella grande famiglia del Panathlon International, per suggellare il loro Patto di amicizia, di più: un vero e proprio gemellaggio.Gemellaggio fortemente voluto dai Presidenti Sagrestani e

Di Martino e dal Past Presidente San-guineti conl'intento di impegnarsi nello spirito degli ideali di amicizia, di solidarietà, nell'approfondimento delle situazioni sportive, sociali, cultu-rali, economiche e delle direttive del Panathlon International.Il protocollo ha visto l’apposizione delle firme sulla pergamena che con-tiene la formula del gemellaggio e ne sintetizza l’alto significato. Hanno avuto l’onore di firmare il Presidente Domenico Di Martino che rappresen-

ta i Soci del Panathlon Club Napoli e il Presidente Cesare Sagrestani che rappresenta i Soci del Panathlon Club Roma.Un avvallo autorevole è stato assicurato dal Governatore dell'Area Campania nonché Vice Governatore del Distretto Italia Antonio Emilio Gambacorta e dal Governatore dell'A-rea Lazio, Abruzzo e Molise Pierluigi Palmieri, dal Governa-tore del Distretto Italia Federico Ghio e dal Presidente del Panathlon International Giacomo Santini.

Una cena di gala ha suggellato la cerimonia nel corso della quale sono stati ricordati i valori fondanti del Panathlon, in particolare la salvaguardia del Fair Play come modello di vita nello sport giovanile.

In collaborazione con Paganella Dolomiti Booking - Andalo (TN) Ita, con il patrocinio del Panathlon International, il Panathlon Club Trento (Ita) – Area 1, curerà l’organizzazione del tradizionale Trofeo Internazionale di Sci Alpino e Nordico denominato PanathlonSci – edizione 2015, riservato ai Soci Panathlon, familiari ed amici .

Le gare si svolgeranno nel magnifico scenario dell’Altopiano della Paganella – Andalo (TN) - Italia e, avendo carattere competiti-vo, assegneranno i titoli internazionali Panathlon di categoria per lo Sci Alpino (cat. F.I.S.I.) e assoluti per lo Sci Nordico. L’evento sarà anche occasione di incontro e confronto tra i Soci italiani e stranieri e alimenterà lo scambio di idee sulle attività che i rispettivi Club svolgono.

Le competizioni si svolgeranno come di seguito specificato:

Per i partecipanti alle gare è prevista la possibilità di acquisto “buoni pasto” per i rifugi che si trovano in prossimità dei campi gara (da ritirare presso l’Hotel convenzionato a Euro 8,50/9,00 a persona, al giorno)Agli iscritti verranno notificati ulteriori dettagli riguardo l’acquisto degli skipass.

Per informazioni: - PAGANELLA DOLOMITI BOOKING, Piazzale Paganella 4/5 – 38010 Andalo (TN) [email protected] - Tel. 0461 585298 - Fax 0461 585707

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VENERDI, 13/03/2014 - N. 1 gara di SCI NORDICO, 2km - partenza in linea per tutti/e i/le partecipani (per motivi organizza-tivi è richiesta una partecipazione minima di circa 20 atleti ) - partenza ore 9.00 - Cronometraggio con tabellone elettronico - Richiesta SOLO STRISCIATA, NO CATEGORIE!

SABATO, 14/03/2014 - N.1 gara di SLALOM GIGANTE su pista da definire- partenza gara ore 9.15 - (ricognizione 8.45 /9.15)- cronometraggio con tabellone elettronico- MANCHE unica- apertura impianti ore 08.30 per permettere ai concorrenti di prendere confidenza con la neve ed effettuare la ricognizione prima della partenza della gara- Parterre raggiungibile con piccolo tratto a piedi dall’arrivo telecabina - CASCO OBBLIGATORIO si applicano le norme vigenti del regolamento F.I.S.I. – (Categorie: F.I.S.I.” maschili e femminili per i Panathleti e con sola distinzione tra maschi e femmine per familiari e amici)

In programma dal 12 al 15 marzo 2015

IN TRENTINO I CAMPIONATI DI SCI CON I TITOLI INTERNAZIONALI

Euronews e SportAccord hanno firmato una collabora-zione storica per lo sport . Si tratta di una programmazio-ne che consentirà di dare risalto a tutte le 92 federazioni sportive internazionali. L'accordo è stato firmato da Mi-chael Peters, CEO di Euronews group e Marius Vizer, Pre-sidente di SportAccord, al Forum internazionale annuale per le federazioni sportive internazionali di Losanna.

Il partenariato deve rivoluzionare la copertura globale di notizie di sport. Euronews è un canale multiculturale che trasmette servizi in 13 lingue e distribuirà notizie e ser-vizi sportivi a un pubblico esclusivo distribuito in tutto il mondo.

In base all'accordo, Euronews ese-guirà, tra gli altri, un programma settimanale di sport intitolato «sport United » a partire da gen-naio 2015, così come saranno alle-stiti parecchi speciali sportivi ma con il format di riviste e spettacoli, concentrandosi sulle discipline più popolari.Euronews avrà anche accesso a importanti manifestazioni regio-nali, nazionali e internazionali, dal calcio alla ginnastica al beach vol-ley e judo.

Storico contratto tra Euronews e SportAccord

SPORT IN TV IN 13 LINGUE E 156 NAZIONI

Tutti in pista

www.panathlon.net

Libreria sportiva

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3 - 2014

Ogni spettacolo sarà prodotto in 13 lingue e trasmesso per oltre 420 milioni di famiglie in 156 paesi, nonché sul-

le piattaforme multimediali digitali.Parlando sul partenariato sto-rico, Marius Vizer, Presidente di SportAccord ha detto, "Sia-mo entusiasti di collaborare con Euronews. Questo accor-do ci consentirà di seguire tutti gli sport nel mondo, con grande vantaggio per tutti".

Michael Peters, CEO di Euro-news ha aggiunto: "Oggi, è un problema molto complesso acquistare e scambiare i dirit-ti di distribuzione per eventi sportivi. Abbiamo deciso di adottare un approccio più globale, di alto livello. Spor-

tAccord ha mostrato interesse per l'idea. Inoltre, questo accordo è venuto come una scelta naturale. A Euronews, il nostro team editoriale di oltre 400 giornalisti di 30 na-zionalità rappresenta la nostra diversità. È stato naturale per noi essere partner di SportAccord, un'organizzazio-ne che rappresenta una diversità quasi illimitata di atleti, sportivi e discipline."

Euronews fornisce notizie da tutto il mondo in continua-zione, grazie ai suoi 400 giornalisti provenienti da oltre 30 paesi. Il canale è disponibile 24 ore al giorno in 13 lin-gue (arabo, inglese, francese, tedesco, greco, ungherese, italiano, persiano, portoghese, russo, spagnolo, turco e ucraino). Come hub di media indipendenti, Euronews o[re una prospettiva unica basata sull’ attualità.

Fondato nel 1993 a Lione, in Francia, il canale o[re una gamma completa di prodotti (siti Web, applicazioni mo-bile, smart TV, radio, ecc.).Nel 2015, Euronews lancerà Africanews, il primo canale di notizie multilingue pan-africana.

VLADIMIR JAŠČENKO, CAMPIONE FRAGILE

Alla fine degli anni Settanta Vladimir “Volodja” Jaščenko sembrava destinato a dominare a lungo il panorama del salto in alto. Invece, così com’era apparso all’improvviso, dopo appena due anni sugli scudi scomparve repentinamente, quasi inghiottito dal nulla. Era un sovietico, di quelli dei tempi della brežnevskij zastoj, la stagnazione brežneviana, e riguardo alla sua uscita di scena a seguito di un infortunio non trapelò quasi nulla. Le autorità preferirono fornire notizie col contagocce, un pò per coprire clamorosi errori medici e un po’ perché non conoscevano altri metodi di comunicazione.

Volodja Jaščenko era uno strano esemplare di sovietico, almeno per gli standard di quell’epoca. Il suo look era alla moda, un po’ bohémien, e i suoi tic nervosi lo umanizzavano ulteriormente: niente di più lontano dallo stereotipo dell’atleta sovietico rappresentato alla perfezione da Valeri Borzov, che si presentava con un’immagine “a metà strada tra quello di un cadetto dell’accademia militare e quello di un parrocchiano, unito a un atteggiamento freddo, imperturbabile e compassato $no alla noia”.

In “Il volo di Volodja” è ricostruita la storia di vita di quello che è considerato il campione più suggestivo e più misterioso della storia dell’atletica, dagli inizi, attraverso la breve stagione del successo, fino all’inesorabile oblio dopo il ritiro dalla carriera sportiva ad appena vent’anni.Durante questo ultimo periodo, benché assalito da un’accidia quasi oblomoviana, Volodja continuerà lo stesso a vivere una vita piena. Si piangerà addosso per la gloria perduta, maledirà il mon-do, la sfortuna e la corruzione de i uomini, conoscerà la miseria, ma intanto farà tre figli, praticherà una devozione sacrale per l’amicizia, smetterà mai di sentirsi innamorato della sua Zaporož’e, la città una volta soviet e oggi ucraina, che non lo ricambia quanto lui si aspetterebbe.Assieme alla storia del protagonista, nel libro emerge lo sfondo degli anni Settanta e dei pri-mi Ottanta. Sono anni di grigiore, di vita in “un mondo immobile, sospeso tra la malinconia e un autunno perenne”, durante i quali la massima più diffusa tra la gente è “loro fanno finta di pagarci e noi facciamo finta di lavorare”. “Non ci sono soldi, si lavora poco, ci si affatica tantissi-mo e si beve altrettanto per fuggire la realtà. L’alcolismo è una piaga diffusa, ma non suscita una grande riprovazione sociale: è in questo contesto che Volodja comincia a precipitare nel baratro dell’alcolismo. Non combatte più di Tanto contro il demone, piuttosto tira dritto per la sua strada, arroccato nelle sue Convinzioni e con la sua pesonalità sempre ben stretta tra i pugni. Si congederà dalla vita a quarant’anni cieco e consumato da un tumore, spettrale eppure ancora bellissimo nella sua dignità fuori dal tempo.----------------------------------------------------------------------------------------------------“Il volo di Volodja” - Vladimir Jaščenko, campione fragile di Giuseppe e Igor Timohin’ Prefazione di Franco Bragagna, con un ricordo del prof. Carlo VittoriEdito da Miraggi Edizioni

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Elzeviro

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C'era una volta il "derby del sole" o "derby del sud". I due incontri di campionato tra le squadre di Roma e Napoli erano l'occasione per organizzare una vera festa. Le due tifoserie avevano realizzato, tra gli anni settanta e ot-tanta, una vera intesa fondata sul FairPlay. Prima di ogni incontro vi erano scambi di omaggi e le due curve in-neggiavano alla squadra avversaria . Indipendentemen-te dal risultato finale, nessuno screzio, nessun incidente.Così si è andati avanti per una decina d'anni, finché l'in-cantesimo si è rotto. La colpa è stata attribuita ad un ge-staccio di Salvatore Bagni il 25 ottobre 1987, nel corso di una partita particolarmente elettrica.

Da quel momento il "derby del sole" ha assunto i toni e i suoni di tutti gli altri derby, senza Fair Play e addio alla festa. In realtà lo sgretolamento della bella favola era iniziato un paio di anni prima con l'arrivo a Napoli del mito Maradona e con l'ingaggio di Giordano, comprato dalla Lazio.L'odio dei romanisti per l'ex laziale fu più forte dell'amicizia per i napoletani.L'atmosfera cambiò radicalmente . Le ambizioni di leadership manifestate dai napoletani incominciarono ad infastidire i romanisti con i quali erano soliti fare alleanza contro le forti squadre nordiste. Juve e Milan in particolare.Per il Napoli arrivó lo scudetto e la Roma non gradì. Anche perché gran parte de merito fu attribuito al "laziale" Bruno Giordano.Fin qui la piccola storia di un'amicizia perdu-ta. Nessuno avrebbe immaginato che da essa sarebbe nata un'autentica tragedia come quella di Ciro D'Antuono, ucciso durante uno scontro tra le due tifoserie.Questa storia è stata rievocata durante il gemellaggio tra i club di Roma e di Napoli, nella sala sto-rica della società canottieri.C'erano tifosi romanisti, laziali e napoletani, accomunati dal distin-tivo con il Flambeau, quello del Panathlon.La grande festa che ha accompa-gnato la cerimonia del gemellag-gio ha ricordato le passate atmo-

DA ROMA E NAPOLI GEMELLEUN MESSAGGIO AI TIFOSI….

sfere tra le due tifoserie in occasione dei "derby del sole " Amicizia vera, fondata sul rispetto della diversità e sulla ricerca di ciò che unisce due parti che decidono di camminare insieme.Non ció che le divide.

Dal Panathlon parte un messaggio diretto ai dirigenti della Roma e del Napoli ed ai rispettivi tifosi affinché ritrovino lo spirito di quei lontani "derby del sole" .

Magari lasciando da parte la conflittualità del derby per fare tornare il sole a tutto campo.G.S.

La Fondazione è costituita in memoria di Domenico Chiesa, su iniziativa degli eredi Antonio, Italo e Maria.Domenico Chiesa, che nel 1951, oltre ad esserne promotore, aveva redatto la bozza di statuto del primo Panathlon club, e che nel 1960 è stato tra i fondatori del Panathlon International, aveva espresso in vita il desiderio, pur tecnica-mente non vincolante per gli eredi, di destinare una parte del suo patrimonio all'assegnazione periodica di premi ad opere artistiche ispirate allo sport, oltre che ad iniziative e pubblicazioni culturali finalizzate ai medesimi obiettivi del Panathlon.Nella costituzione della Fondazione, accanto al cospicuo contributo degli eredi Chiesa, va ricordata la generosa parte-cipazione dell'intero movimento panathletico attraverso moltissimi club e l'intervento personale di molti panathleti, riuscendo ad offrire alla Fondazione le condizioni necessarie per esordire nel mondo dell'arte visiva in modo presti-gioso ed eclatante: l'istituzione di un premio realizzato in collaborazione con uno degli organismi più rilevanti a livello mondiale, La Biennale di Venezia.

Lo spirito e gli ideali

Il Consiglio Centrale del Panathlon International, in data 24 settembre 2004,considerata la necessità d’incrementare il capitale della Fondazione ed onorarela memoria di uno dei soci fondatori del Panathlon ed ispiratore della stessa,nonché suo primo finanziatore, ha deliberato d’istituire il “Domenico ChiesaAward” da assegnare, su proposta dei singoli club e sulla base di appositoregolamento, ad uno o più panathleti o personalità non socie che hanno vissutolo spirito panathletico. In particolare, a coloro che si sono impegnati nell’affermazionedell’ideale sportivo e che abbiano apportato un contributo eccezionalmente significativo:

Domenico Chiesa Award

Alla comprensione e promozione dei valori del Panathlon e della Fondazioneattraverso strumenti culturali ispirati allo sport

Al concetto di amicizia fra tutti i panathleti e quanti operano nella vita sportiva,grazie anche alla assiduità e alla qualità della loro partecipazione alle attività

del Panathlon, per i soci, e per i non soci concetto di amicizia fra tutte le componentisportive, riconoscendo negli ideali panathletici un valore primario

nella formazione educativa dei giovani

Alla disponibilità al servizio, grazie all’attività prestata a favore del Clubed alla generosità verso il Club o il mondo dello sport

Italo Chiesa - Venezia 20/10/2004Martino Pizzetti - Parma 15/12/2004

Paolo Chiaruttini - Venezia 16/12/2004Bruno Battistella - Vittorio Veneto 27/05/2005

P.Luigi Ferdinandi - Latina 12/12/2005Gelasio Mariotti - Valdarno Inferiore 19/02/2006

Sergio Prando - Venezia 12/06/2006Yves Vanden Auweele - Brussel 30/11/2006

Massimo Zichi - Latina 11/12/2006Viscardo Brunelli - Como 13/12/2006

Giampaolo Dallara - Parma 15/12/2006Fabio Presca - Padova 03/03/2007

Giulio Giuliani - Brescia 19/06/2007Luciano Canavese - Crema 26/06/2007Avio Vailati Venturi - Crema 26/06/2007Sergio Fabrizi - La Malpensa 19/09/2007Cesare Vago - La Malpensa 19/09/2007

Amedeo Marelli - La Malpensa 19/09/2007

Fernando Petrone - Latina 10/12/2007Vittorio Adorni - Parma 16/01/2008Dora De Biase - Foggia 18/04/2008

Albino Rossi - Pavia 12/06/2008Giuseppe Zambon - Venezia 18/12/2008

Maurizio Clerici - Latina 15/12/2008Silvio Valdameri - Crema 17/12/2008

Enrico Ravasi - Varese 21/04/2009Attilio Bravi - Bra 25/05/2009

Antonio Spallino - Como 30/05/2009Gaio Camporesi - Forlì 21/11/2009

Mons. Carlo Mazza - Parma 15/12/2009Mario Macalli - Crema 22/12/2009Livio Berruti - Vercelli 19/11/2010

Gianni Marchiol - Udine Nord Tiepolo 11/12/2010Mario Mangiarotti - Bergamo 16/12/2010

Mario Sogno - Biella 24/09/2011Mariuccia Vezzani Lombardini -

Reggio Emilia 19/11/2011

Bernardino Morsani - Rieti 25/11/2011Roberto Ghiretti - Parma 15/12/2011

Fondazione Lanza - Udine Nord Tiepolo 1 17/12/2011Giuseppe Molteni - Varese 17/04/2012

Enrico Prandi - Modena 11/12/2012Sergio Allegrini - Udine Nord Tiepolo 17/12/2012

Don Davide Larice - Udine Nord Tiepolo 17/12/2012Piccolo Gruppo Evolution Polisp.Orgnano A.D.

- Udine Nord Tiepolo 17/12/2012Maurizio Monego - Venezia il 31/10/2013

Henrique Nicolini - Sao Paulo il 31/10/2013 Together Onlus - Nello Rega

- Udine Nord Tiepolo il 30/11/2013Enzo Cainero - Udine Nord Tiepolo il 30/11/2013

Giuseppenicola Tota - Modena il 11/06/2014Geo Balmelli - Como il 12/06/2014

Renata Soliani - Como il 12/06/2014Baldassare Agnelli - Bergamo il 30/10/2014

DO NOT DESTROYWHAT NATURE CREATES

BE stronger, biggest victory- NO DOPING!

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