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HOTEL DOMANI n o v e m b r e 2 0 0 9 94 D aniele Zunica appartiene alla quarta gene- razione di ristoratori e albergatori della sua famiglia. La sua storia è davvero uni- ca. I suoi avi arrivarono in Italia nel 1200 come soldati di ventura partendo dal na- tio Principato di Andorra, nel cuore dei Pirenei a cavallo tra le odierne Francia e Spagna. Un ramo si stabilì a Milano, un altro scese nel cuore della peniso- la e si mise al servizio degli Aragonesi, gli spagnoli che erano ar- rivati in Sicilia chiamati dai siciliani per difenderli dagli angioini francesi che i siciliani avevano massacrato e cacciato durante la sollevazione dei Vespri siciliani del 1282. Carlo d’Angiò era sta- to chiamato in Italia dal papa per “sterminare” la discendenza di Federico II, re di Sicilia e imperatore del Sacro Romano Impero, GOURMET HOTELS Ristorante & Hotel Zunica 1880, Civitella del Tronto (TE) L’Ultima Fortezza Luisa Vezzano Sui primi contrafforti delle montagne abruzzesi, ancora in faccia al mare, nel 1564 gli spagnoli che governavano il Regno delle Due Sicilie fecero costruire la più grande fortezza d’Europa, limes pressoché invalicabile tra il loro Stato e quello governato dal Papa. La fortezza di Civitella del Tronto è stata anche l’ultimo baluardo dei Borboni di Napoli ad arrendersi agli italiani di Vittorio Emanele II il 20 marzo del 1861, tre giorni dopo l’incoronazione a Torino del regnante sabaudo come primo re d’Italia. La famiglia Zunica è presente a Civitella del Tronto da almeno quattro secoli, ha partecipato alle vicissitudini della fortezza e della sua caduta. Nel 1880 trasformarono il palazzo avito in albergo con ristorante. Oggi sono alla quarta generazione di albergatori e ristoratori di successo. Daniele Zunica è anche presidente di Assoturismo, l’associazione alberghiera abruzzese che fa capo a Confesercenti

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Daniele Zunica appartiene alla quarta gene-razione di ristoratori e albergatori della sua famiglia. La sua storia è davvero uni-ca. I suoi avi arrivarono in Italia nel 1200 come soldati di ventura partendo dal na-tio Principato di Andorra, nel cuore dei

Pirenei a cavallo tra le odierne Francia e Spagna. Un ramo si stabilì a Milano, un altro scese nel cuore della peniso-la e si mise al servizio degli Aragonesi, gli spagnoli che erano ar-rivati in Sicilia chiamati dai siciliani per difenderli dagli angioini francesi che i siciliani avevano massacrato e cacciato durante la sollevazione dei Vespri siciliani del 1282. Carlo d’Angiò era sta-to chiamato in Italia dal papa per “sterminare” la discendenza di Federico II, re di Sicilia e imperatore del Sacro Romano Impero,

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Ristorante & Hotel Zunica 1880, Civitella del Tronto (TE)

L’Ultima Fortezza

Luisa Vezzano

Sui primi contrafforti delle montagne abruzzesi, ancora in faccia al mare, nel 1564 gli spagnoli che governavano il Regno delle Due Sicilie fecero costruire la più grande fortezza d’Europa, limes pressoché invalicabile tra il loro Stato e quello governato dal Papa. La fortezza di Civitella del Tronto è stata anche l’ultimo baluardo dei Borboni di Napoli ad arrendersi agli italiani di Vittorio Emanele II il 20 marzo del 1861, tre giorni dopo l’incoronazione a Torino del regnante sabaudo come primo re d’Italia. La famiglia Zunica è presente a Civitella del Tronto da almeno quattro secoli, ha partecipato alle vicissitudini della fortezza e della sua caduta. Nel 1880 trasformarono il palazzo avito in albergo con ristorante. Oggi sono alla quarta generazione di albergatori e ristoratori di successo. Daniele Zunica è anche presidente di Assoturismo, l’associazione alberghiera abruzzese che fa capo a Confesercenti

che aveva spaventato mortalmente la Chiesa minacciandone il po-tere temporale nella prima metà del 1200. Gli ultimi eredi di Fe-derico II, Manfredi e Corradino, moriranno il primo in battaglia (sarà evocato da Dante nel Purgatorio: “biondo... e bello e di gen-tile aspetto, ma l’un de’ cigli un colpo avea diviso”) e il secondo decapitato a Napoli dopo essere stato catturato dagli angioini. Gli Aragonesi erano riusciti in seguito a sbarcare sul continente e a conquistare Napoli nel 1442 spingendo i confi ni del loro Stato fi -no all’attuale Abruzzo, a diretto contatto con i domini meridionali dello Stato della Chiesa. Nel 1500 gli Aragonesi furono sostituiti dagli Asburgo di Carlo V, che ereditò la corona di Spagna e i do-mini delle Fiandre e nel 1519 a soli 19 anni fu infi ne incoronato imperatore del Sacro Romano Impero grazie agli aiuti fi nanziari dei ricchissimi banchieri tedeschi Fugger. La guerra con la Fran-

SCHEDA ALBERGO

Ristorante & HotelZunica 1880 Piazza Filippi Pepe, 1464010 Civitella del Tronto (TE)Tel. +39 0861 91319, Fax +39 0861 [email protected] e gestore: Daniele Zunica

Camere: 17

Ristorante: Zunica 1880

Bar

Parcheggio esterno (fuori le mura)

L’albergo è ubicato in un antico ed elegante palazzo del ’600 che la famiglia Zunica ha trasformatoin hotel con ristorante nel 1880

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cia di Francesco I ed Enrico II in Europa e con l’impero ottomano di Istanbul nel Mare Mediterraneo dominarono gli anni del regno di Carlo V e del suo successore Filippo I, che in sovrappiù dovet-te accollarsi l’onere di scontrarsi con gli inglesi di Elisabetta I e i protestanti olandesi nei Paesi Bassi. Il 1500 è stato un secolo par-ticolarmente bellicoso e cruento.Nel 1557 la preesistente Fortezza di Civitella del Tronto fu asse-diata dalle truppe del francese Duca di Guisa, generale di Enrico II, che non riuscì a espugnare la città. In questa guerra tra Fran-cesi e Spagnoli Civitella cambiò il nome in Civitella del Tronto, in quanto protagonista della Guerra del Tronto. Nel 1564 gli spa-gnoli decisero di abbattere le fortifi cazioni esistenti per costruire un’imprendibile fortezza sul confi ne settentrionale dei loro domi-

ni nel Sud Italia. Ci vollero 12 anni per costruire la fortezza di Ci-vitella del Tronto, a una ventina di chilometri dal Mare Adriatico, in un punto strategico dell’alta Val Salinello, difesa dai Monti del-la Laga alle spalle, dominante soprattutto la valle del fi ume Tron-to, la Val Vibrata. La fortezza si estende sulla cresta della monta-gna, a 600 metri di altezza sul mare, con un fronte di 500 metri e una superfi cie complessiva di 25.000 metri quadrati, una super-fi cie mai eguagliata in Europa nella costruzione di una fortezza. Dispone di tre cisterne che raccolgono l’acqua potabile, la fi ltrano

con un ingegnoso sistema a base di carbone e ghiaia garantendone la potabilità e l’autosuffi cienza dell’intera guarnigione, che pote-va resistere – come dimostrato più volte in seguito – anche ad as-sedi durati molti mesi. A picco sulle valli, la fortezza di Civitella del Tronto si è rivelata assai diffi cile da espugnare ogni volta che i marosi della storia hanno tentato di travolgerla.Il luogo dove sorge la fortezza di Civitella del Tronto è così natu-ralmente fortifi cato che gli insediamenti umani in loco sono an-tichissimi. Sotto la fortezza spagnola si consolidò l’antico borgo,

Daniele Zunica (al centro) con

gli chef Sabatino Lattanzi e Luca

De Felice (a destra)

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che assunse la forma e la conformazione della fortezza stessa, ac-compagnandone l’andamento architettonico schiacciata contro la montagna appena più in basso dei suoi bastioni verticali. Borgo e fortezza diventarono così un solo corpo architettonico e urbanisti-co, una sorta di città fortezza sul Limes dei domini spagnoli, con la popolazione costituita soprattutto dai familiari degli uffi ciali e dei soldati della fortezza oltre che dagli artigiani che lavoravano per conto dei militari e dei loro familiari. Qualcosa del genere doveva caratterizzare le fortezze romane disseminate lungo l’infi nita fron-

tiera dell’antico impero. All’interno del paese una parte caratteriz-zante della conformazione urbana è senz’altro la Ruetta, la via più stretta d’Italia. Essa consente il passaggio a una persona per volta, e in passato era utilizzata dai soldati che difendevano il forte per facilitare i movimenti e poter cogliere di sorpresa il nemico.Il ramo dei de Zunica assoldato dagli spagnoli si distinse nelle Fiandre, dove gli spagnoli furono impegnati in una trentennale guerra con i protestanti locali da cui nacquero le odierne Olanda (protestante) e Belgio (cattolica). I de Zunica furono compensa-ti con proprietà terriere vicino a Civitella del Tronto, dove si sta-bilirono in uno splendido edifi cio del 1600, condividendo oneri e onori dell’attività secolare della granitica fortezza spagnola. Dopo il Duca di Guisa bisogna arrivare alla fi ne del Settecento e all’ini-zio del secolo successivo per trovare nuove truppe intente all’asse-dio della fortezza. Ci proveranno ancora i francesi nel 1798 e nel 1806, quando il forte, difeso dal maggiore irlandese Matteo Wa-de, sostenne un assedio di quattro mesi contro le ben più numero-se truppe napoleoniche, capitolando onorevolmente il 22 maggio 1806. Francesco I, tornato sul trono del Regno delle Due Sicilie dopo la caduta defi nitiva di Napoleone a Waterloo nel 1815, nel 1829 dedicò un monumento a Wade che fa ancora bella mostra di sé in paese dove è stato trasferito dal sito originale nella fortez-za. Ci proveranno infi ne i sardo-piemontesi a cavallo tra il 1860 e il 1861, assediando la fortezza – difesa da soli 300 uomini – per più di sette mesi, con oltre 5000 soldati muniti della migliore ar-tiglieria dell’epoca. I difensori, assai meno equipaggiati, arrive-ranno a mettere in postazione perfi no una colubrina in bronzo del 1600 custodita nell’arsenale del forte. Ciò nonostante, sarà solo il 20 marzo del 1861, tre giorni dopo l’incoronazione a Torino di Vit-torio Emanuele II come primo re d’Italia, che i soldati del genera-le Mezzacapo riceveranno la resa della stremata guarnigione e il conte di Cavour, primo ministro del regno, potrà informare le cor-

ti di Parigi, Berlino e Londra che non esisteva più alcun ostacolo diplomatico al riconoscimento del nuovo regno. L’esercito piemon-tese nell’ottobre del 1860 aveva invaso gli Stati della Chiesa e il Regno delle Due Sicilie per arrivare il più rapidamente possibile in Campania ed evitare che Garibaldi, arrivato a Napoli nel mag-gio precedente, creasse una repubblica democratica e soprattutto promulgasse una temutissima riforma agraria, temuta dai notabi-li meridionali che si consegnarono più che volentieri nelle mani dei Savoia. I piemontesi si vendicheranno in maniera molto me-

I piatti proposti nel menu si basano su materie prime di alta qualità e in particolare sugli straordinari prodotti abruzzesi

La ristorazione è il fiore all’occhiello dell’albergo,

presente sulle migliori guide enogastronomiche nazionali

e internazionali

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schina della lealtà alla dinastia dei Borbone del coraggioso mani-polo di difensori della fortezza di Civitella del Tronto: fucileranno il più determinato tra di loro, un sergente, e tradurranno in gale-ra gli altri facendone perfi no perdere le tracce. Alcuni di questi si verrà a sapere successivamente che furono indotti a imbarcarsi per il Nuovo Mondo dove parteciparono alla guerra civile ameri-cana. Infi ne, gli italiani demoliranno la fortezza e parte del borgo come vendetta per aver resistito così fi eramente alle invitte truppe di Vittorio Emanuele II.E i de Zunica? Persero il titolo nobiliare oltre al lavoro. “Fu così che nel 1880 i miei avi trasformarono il palazzo di famiglia in un albergo con ristorante” ricorda Daniele Zunica. “Da allora da in-vitti difensori di una corrusca fortezza ci siamo trasformati in ac-coglienti ristoratori che invitano a scoprire la bellezza di questi luoghi, dove monti e colline si inseguono fi no all’orizzonte del ma-re a Est e fi no ai Monti della Laga e al Gran Sasso d’Italia là dove tramonta il sole a Ovest. Siamo diventati i generosi custodi dei va-lori dell’accoglienza e dell’ospitalità che in Abruzzo si coniugano con una qualità della vita eccezionale, grazie anche al clima che benefi cia dell’incontro tra mare e montagna ossigenando in ma-niera particolare l’aria che respiriamo, e nello stesso tempo pro-ponendo i prodotti migliori della terra, dell’allevamento, del mare che ci fronteggia all’orizzonte. La nostra proposta enogastronomi-ca si basa sulla qualità innanzitutto e su quella di ciò che produ-

Il numero delle camere è

stato ridotto per ampliarne le dimensioni.

Offrono i moderni comfort come

accesso ad internet wi-fi, Tv satellitare,

minibar

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ce l’Abruzzo in particolare, dalle ricotte ai caciocavallo ai peco-rini, dalle carni di pecora, vacca e maiale, cotte secondo antiche ricette che li rendono particolarmente leggeri e digeribili mante-nendone intatto il sapore, ai prodotti del mare che ci arrivano da San Benedetto del Tronto, base di armamento della più impor-tante fl otta di pescherecci del Mare Adriatico; senza dimenticare l’olio d’oliva extravergine dell’Abruzzo, condimento ideale anche solo per una bruschetta, i nostri vini, a partire dai Montepulciano d’Abruzzo, e le nostre birre artigianali, prodotte soprattutto nel-la zona di Spoltore, che lasciano basiti tedeschi, inglesi e irlan-desi di passaggio.”Daniele Zunica, grand gourmet in prima persona, sovrintende di-rettamente la cucina oltre a occuparsi degli acquisti. Si avvale della collaborazione di due giovani chef di notevole spessore professio-nale: Luca De Felice e Sabatino Lattanzi, 27 e 22 anni, entrambi nativi di Civitella del Tronto, che Zunica invia in giro per il mon-do per affi narli ulteriormente. Anche il barman è un personaggio assai originale: Giuseppe Procaccini, un cultore assai competen-te del mondo della birra.“Civitella del Tronto, con i suoi 600 metri di altezza sul mare, è un luogo ideale per soggiornarvi tutto l’anno, mai troppo caldo duran-te l’estate, mai troppo freddo durante l’inverno” spiega Zunica. “Il borgo storico è stato ristrutturato perfettamente e ha il fascino dei borghi storici d’Italia: sono 20.000, uno più bello dell’altro e il no-

stro è di certo tra i più belli e intatti. La fortezza è stata ristruttu-rata anch’essa, vi si accede con una scala mobile a due rampe che sale nella montagna di fi anco all’entrata del borgo storico e arriva fi no alla porta occidentale della stessa, è sede di un museo storico assai interessante, accoglie molte manifestazioni all’aperto, nella sua chiesa vengono svolti numerosi matrimoni civili, soprattutto di ospiti stranieri, che impazziscono all’idea di potersi sposare nel-la più grande fortezza militare d’Europa sul confi ne tra due Stati dalla grande storia passata che è pur sempre presente nei cuori e nella mente delle popolazioni che vivono da queste parti. Siamo tutti italiani, ma a Civitella del Tronto batte ancora un fi ero cuore borbonico, il nostro. Checché ne dicano i manuali di storia su cui si studia a scuola, la dinastia dei Borbone era assai più civile e at-tenta al benessere dei popoli che governava rispetto a chi le è su-bentrato dopo la conquista e ci ha regalato quarant’anni di guer-ra civile, conosciuta come lotta al brigantaggio, l’emigrazione ol-tre oceano di milioni di persone tra la fi ne dell’Ottocento e la pri-ma guerra mondiale per sfuggire alla fame e agli stenti. I Borbone hanno regnato a Napoli dal 1753 al 1860, nel 1859 erano militar-mente impreparati perché le guerre nell’Ottocento le avevano evi-tate all’opposto dei Savoia – dinastia guerrafondaia per defi nizio-ne – che poi nel Novecento ci hanno condannati per ben due volte a massacri bellici spaventosi.”L’accesso più diretto a Civitella del Tronto è dalla Val Vibrata,

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uscendo all’omonimo casello dell’autostrada adriatica. Sono poco più di 20 chilometri salendo verso il verde e la montagna. Il bor-go storico è stato pedonalizzato. Comodi parcheggi fi ancheggiano le estremità del borgo. Piazza Filippi Pepe si apre anche in senso panoramico subito dopo l’entrata del borgo storico. Palazzo Zunica è al centro della piazza con la vista che spazia verso i Monti della Laga e il Gran Sasso d’Italia. Nelle giornate di vento si scorge anche la lontana Maiella. Sui frontoni delle fi nestre del

primo piano del palazzo una scritta in latino ricorda il matrimonio tra uno Zunica e una Salerni nel 1614 che testimonia la presen-za delle due famiglie a Civitella del Tronto e in particolare quella degli Zunica, che hanno mantenuto il nome all’edifi cio. Si tratta di un parallelepipedo con base rettangolare che si eleva dal suolo per quattro piani, dalla facciata lineare, nella quale si aprono sei balconcini al terzo piano; un altro balconcino aggetta fuori della portafi nestra della camera sulla colonna più laterale del primo e secondo piano. Il quarto piano dell’edifi cio all’epoca era riservato alla servitù. L’albergo dispone di 17 camere (“Erano 20, le abbia-mo ridotte per allargarle” spiega Daniele Zunica) modernamente arredate, con televisori a schermo piatto, accesso wireless gratui-to a Internet (nelle camere dei primi due piani e negli spazi comu-ni), con bagni luminosi (molti con luce naturale) dotati nella mag-gior parte di grandi box doccia. Il piano terra dell’edifi cio si apre sulla piazza antistante con un grande bar su tre luci, con i tavolini anche all’aperto, e un secondo accesso riservato ai clienti dell’al-bergo. Dietro la reception l’ospite trova un’accogliente saletta con un grande arco in pietra al centro e il soffi tto in pietra sul fondo e a pianelle con le travi in legno a vista nella prima metà. La salet-ta, in origine una cantina, può ospitare una trentina di persone. Il pavimento del bar è stato realizzato con un bel travertino dai co-lori caldi. La sala ristorante vera e propria è al primo piano e può ospitare fi no a 100 persone per banchetti e ricevimenti. “Noi siamo soprattutto ristoratori” spiega Daniele Zunica, al secondo mandato come presidente degli albergatori abruzzesi che aderiscono ad As-soturismo, l’associazione che fa capo a Confesercenti. “Il nostro ristorante è presente e ben quotato sulle migliori gui-

Le 3 suite e le 9 camere

superior sono state rinnovate e differenziate

per offrire a ogni viaggiatore

il massimo del benessere in un ambiente unico

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de enogastronomiche nazionali e internazionali. Personaggi come Luigi Cremona, Roberto De Viti e Antonio Paolini sono abitua-li frequentatori del nostro ristorante, oltre a molti personaggi del mondo del cinema, della televisione, del giornalismo, dello sport. Tra i piatti più famosi che abbiamo reinventato c’è il raviolo far-cito di ‘pecora alla callara’. Lo si può assaggiare solo da noi. Ci-vitella del Tronto è un luogo ideale per staccare dal mare durante l’estate, per concedersi una pausa di relax e di gourmet durante tutto l’anno. Siamo state vittime dell’impatto mediatico del terre-moto dell’Aquila, che ha colpito duramente i nostri conterranei e i nostri colleghi ma che ha riguardato solo l’Aquila e la sua provin-cia, un territorio di circa 20 chilometri quadrati. Il resto dell’Abruzzo, in montagna come al mare, non ha sofferto alcun danno però siamo stati massacrati dai mass media che han-no ossessivamente diffuso la notizia che l’intero Abruzzo era stato devastato dal terremoto. Nel 2008 abbiamo avuto 70.000 visita-tori solo per la Fortezza di Civitella del Tronto. Nel 2009 c’è sta-to un crollo. Abbiamo perso un mare di ospiti, italiani e stranie-ri. Il danno è stato cospicuo e nessuno ce lo risarcirà mai. Anche in questo caso è risaltata la sostanziale mancanza di responsabi-lità sociale da parte dei mass media, problema che meriterebbe un particolare approfondimento perché non è pensabile che la se-te di ascolti dei vari telegiornali e trasmissioni televisive fi nisca con il colpire la vita reale e quotidiana di centinaia di migliaia di persone che vivono, lavorano, producono reddito e ricchezza per l’intero Paese. È accaduto con il terremoto dell’Umbria del 1997, che fece chiudere alberghi e attività economiche situate in zone non colpite dal sisma naturale ma da quello provocato dai

Progettista: New Hotel Design

Interior Designer: Arch. Liliana De Angelis e Arch. Laura Cennini

Impresa edile: Di Lorenzo Giuseppe, Sbriglione Antonio

Impianti elettrici: Elecos

Arredi: Stile Italiano, Alfiero Ceccotti

Imbottiti: Divania

Lampade: Maximilian Strass

Tv a schermo piatto: Easy Living

Frigobar: Vitrifrigo

Ceramiche: Hatria

Linea cortesia: Alfera

Lenzuola: Notte e giorno

Condizionatore: Orieme

Posateria: Broggi

Porcellane: Schönhuber Franchi

Tovagliati: Bellomo

Computer: Benq

Software di gestione: Winhotel

Cucine e abbattitori di temperatura: Zanussi

Sottovuoto: Dell’Oglio

Ascensore: Bassetti Elevatori

Portoncini camere: Pietrelli Porte

Serrature: Yale

Sedie: Alfiero Ceccotti

Tessuti d’arredo: Divania

Materassi: Extraflex

Sanitari Bagni: Ideal standard

Accessori bagni: Linea G, Ares

Casseforti: Bruno Amadori

Segnaletica e insegne: Cianetti

Marmi: Euromarmi

Moquette: NuovaItam

Pavimenti: Caesar, Parket

Serramenti: Baldini

FORNITORI

mass media. È accaduto a noi.” Confermiamo le parole di Danie-le Zunica. Civitella del Tronto non è stata minimamente scalfi ta dal terremoto dell’Aquila. È intatta e intonsa, perfettamente pu-lita grazie anche alla raccolta differenziata dei rifi uti (“L’80 per cento della nostra raccolta è differenziata” si vanta giustamente Zunica), soprattutto è di una bellezza commovente per l’atmosfe-ra antica che vi si respira, per l’assenza di rumori, per il panora-ma arcadico che la circonda. n

Il monumento a Matteo Wade che per quattro mesi sostenne l’assedio della fortezza da

parte delle truppe napoleoniche, capitolando onorevolmente il 22 maggio 1806