Re e regalità - UniBG 7 Assolutismo... · Federico II Hohenzollern (1712-1740-1786) Federico di...

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a.a. 2011-2012 Corso di Storia moderna Modulo 2 Re e regalità nell’età moderna

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a.a. 2011-2012

Corso di Storia moderna Modulo 2

Re e regalità

nell’età moderna

La regalità nel XVIII secolo

7

Il re come primo servitore dello Stato

Assolutismo mittel-europeo nel ‘700

Illuminismo, oppure:

- cameralismo

- giusnaturalismo tedesco

- emergenza e buon senso?

Federico II Hohenzollern (1712-1740-1786)

Federico di Hohenzollern principe

ereditario, 1736

Maria Teresa I Asburgo (1717-1740-1780)

Maria Teresa I d’Asburgo

regina di Ungheria,

regina di Boemia, ecc., duchessa di Milano,

duchessa di Mantova, imperatrice consorte, poi

imperatrice madre

Maria Teresa

ritratto di Martin van Meytens

1744

Francesco I imperatore del Sacro Romano Impero

(1708, 1745, 1765)

ritratto di autore ignoto, XVIII secolo

Franz I. Stephan und Maria Theresia mit elf

Kindern

Martin van Meytens 1764/1765

La Prammatica Sanzione del 1713 / 1

Atto voluto da Carlo VI. Esso: - stabilisce l’indivisibilità e l’inalienabilità dei domini

ereditari [Erblaender] degli Asburgo d’Austria - altera la vigente Disposizione leopoldina [Leopoldo I;

ordine in caso di assenza discendenza: Giuseppe, Carlo, Maria Giuseppe, Maria Amalia]

- fissa l’ordine seguente di successione nei domini ereditari, dopo Carlo VI: figli di Carlo e, in assenza, figlie di Carlo

- è l’atto in forza del quale Maria Teresa, figlia primogenita di Carlo, eredita i titoli paterni alla morte di Carlo VI, nel 1740.

La Prammatica Sanzione del 1713 / 2

La politica estera di Carlo VI dopo il 1713 ha come obiettivo quello di ottenere il riconoscimento della Prammatica Sanzione da parte dei sovrani europei.

Ciononostante alla morte di Carlo si scatena la guerra di successione.

La successione è contestata da Baviera, Sassonia, Brandeburgo-Prussia, Francia, Savoia.

L’inizio del regno

In una memoria degli anni Cinquanta Maria Teresa ricorda di essersi trovata allo scoppio della guerra di successione

“senza denaro, senza credito, senza esercito, senza conoscenza propria, e finalmente anche senza consiglio”

[Maria Teresa, Testamento politico, 1750 circa, cit. in C.Capra, La

Lombardia austriaca nell’età delle riforme, UTET, 2004, p. 113]

Regalità di Maria Teresa: l’Ungheria / 1

1741 - durante la guerra di successione, in una fase drammatica della guerra, MT si reca in Ungheria per l’incoronazione a regina d’Ungheria

Cerimonia a Bratislava. 21 giugno – MT entra in città indossando un abito

tradizionale ungherese 25 giugno – incoronazione nella cattedrale; Rito tradizionale: il re, a cavallo, deve salire su una collina

artificiale, fatta della sabbia proveniente dalle province; una volta in cima deve brandire la spada verso tutti i punti cardinali, impegnandosi a difendere il regno dalle minacce provenienti da ogni parte.

11 settembre – MT incontra la Dieta; si presenta con la corona di Santo Stefano sul capo e vestita di nero.

Incoronazione ungherese

V. scena del film “Sissi. Die junge Kaiserin”, diretto da Ernst Marischka, 1956

http://www.youtube.com/watch?v=Uq5SchIgiDk&feature=relmfu

[ringrazio il dottor Andrea Maffi per la segnalazione]

Regalità di Maria Teresa: l’Ungheria / 2

11 settembre 1741 Discorso di Maria Teresa alla Dieta ungherese:

“Si tratta del Regno d’Ungheria, della nostra persona, dei nostri figli, della corona. Siamo state abbandonate da tutti, cerchiamo ora il nostro solo rifugio nella fedeltà degli ungheresi e nel loro celebrato coraggio. Nell’estremo pericolo in cui si trovano i nostri figli, la corona e l’Impero, imploriamo un aiuto efficace e tempestivo. La nostra missione è quella di restituire all’Ungheria e al suo popolo l’antica prosperità e gloria. I fedeli sudditi ungheresi avranno la prova del nostro benevolo affetto”.

[cit. in J.P. Bled, Maria Teresa d'Austria, Il Mulino, Bologna 2003, p. 68]

Le cronache riferiscono che i nobili magiari risposero esclamando: “Moriamur

pro rege nostro Maria Theresia”. La Dieta deliberò di offrire alla regina un aiuto di 20.000 uomini.

Sovrana, ministri, ufficiali

Lettera al maresciallo Ludwig Andreas Khevenhüller, comandante delle truppe austriache nella guerra di successione (1742):

“Caro e fido Khevenhüller! Vedi qui una regina abbandonata dal mondo intero, sola con il suo erede: che ne sarà, secondo te, di questo bambino? La tua sovrana si rivolge a te come a un leale servitore […]. Agisci, mio buon e fedele vassallo, come ti ordina la tua coscienza davanti a Dio e agli uomini. Fatti scudo della giustizia e fai ciò che ti sembra giusto; sii risoluto nella condanna dello spergiuro, segui l’esempio del tuo signore Eugenio, che riposa in Dio, e delle sue imprese immortali, e sii certo che tu e la tua famiglia riceverete, oggi e per l’eternità, da Nostra Maestà e dai nostri discendenti grazia, favore e gratitudine, e dal mondo la gloria. Te lo giuriamo per la Nostra Maestà”.

[cit. in Bled, p. 75]

Consiglieri

Maria Teresa:

“Il compito più importante di un monarca è la scelta dei suoi consiglieri”.

[cit. in Bled, p. 98]

Una concezione matriarcale del potere

Maria Teresa volle rappresentarsi come madre dei propri popoli, in linea con una tradizione di regalità femminile già presente nelle sovrane inglesi del 500.

Immagine materna sorretta in MT da una prodigiosa fertilità e da grande impegno nella formazione dei figli.

“Per quanto amore abbia avuto per la mia famiglia e i miei bambini, non avendo risparmiato per loro né zelo, né fatica, né attenzioni, né lavoro, li ho sempre posposti al bene generale dei miei paesi, perché ero persuasa in coscienza che tale era il mio dovere e che la loro prosperità esigeva che io fossi la loro prima e comune madre”.

[V.L. Tapié, L’Europa di Maria Teresa, Mondadori, 1982, p. 45]

La prole di Maria Teresa e Francesco Stefano

Anni di matrimonio 1736-1765 [30]

Parti 1737-1756 [20 anni]

Figli 16

Maschi 5

Femmine 11

Figli pre-morti 6

Figli sposati 7

Ecclesiastici 3

Regnanti/consorti r. 7

Una rete asburgica europea Politiche matrimoniali e dinastiche di Maria Teresa: - Giuseppe (1741-1790), erede ai titoli della madre, sposa una principessa di

Borbone-Parma, poi una Wittelsbach di Baviera / nessun erede sopravvissuto

- Maria Amalia (1745-1804) sposa Ferdinando I di Borbone-Parma, duca di Parma Piacenza e Guastalla / 7 figli

- Pietro Leopoldo (1747-1792), granduca di Toscana, sposa Maria Luisa, infanta di Spagna / 16 figli

- Maria Carolina (1752-1814) sposa Ferdinando IV di Borbone-Napoli, re di Napoli e di Sicilia / 18 figli

- Ferdinando (1754-1806) sposa Maria Beatrice d’Este, duchessa di Massa e Carrara / 10 figli

- Maria Antonia (1755-1793) sposa Luigi XVI, re di Francia / 4 figli

- Massimiliano Francesco (1756-1801), arcivescovo elettore di Colonia

Caterina II Romanov (1729-1762-1796)

Caterina II Romanov [Sofia Federica Augusta di

Anhalt-Zerbst]

ritratto di Ivan Petrovich Argunov, 1762

Caterina II

ritratta da Vigilius Eriksen XVIII secolo

Giuseppe II Asburgo-Lorena (1741-1780-1790)

Giuseppe II d’Asburgo-Lorena imperatore del Sacro Romano Impero, re d’Ungheria, re di Boemia, ecc., duca di Milano, duca di Mantova

Giuseppe II, “Lettera pastorale a tutti i servitori dello Stato” (1783) “Tre anni sono ormai trascorsi da quando ho dovuto assumere la direzione dello Stato. In questo tempo mi sono sforzato con non poca fatica, cura e pazienza di rendere pienamente noti i miei principi, le mie direttive e le mie intenzioni in tutti i rami dell’amministrazione. Non mi sono accontentato di impartire un ordine alla volta, l’ho elaborato e sviluppato, ho cercato di rischiarare con i lumi della ragione e di combattere con l’esempio gli ostacoli opposti dai pregiudizi e da un radicato culto della tradizione. Ho cercato di inculcare a tutti gli impiegati dello Stato l’amore che io sento per il bene comune e lo zelo per il suo servizio […] “Ne consegue che in ogni ufficio senza eccezioni ciascuno deve avere un tale zelo per i suoi compiti […] Chi non ha amore per il servizio della patria e dei propri concittadini, chi non si sente infiammato da uno speciale zelo per il conseguimento del bene, non è fatto per gli impieghi, e non è degno di avere titoli onorifici e di ricevere stipendi. “L’interesse personale di ogni genere è la rovina degli affari e il difetto più imperdonabile per un impiegato. Per interesse non deve intendersi solo l’avidità di denaro, ma anche tutte quelle preoccupazioni che conducono ad offuscare, sviare, ritardare o indebolire la dedizione all’unico vero bene e al compito a sé affidato […] “Chi vuole servire e serve lo Stato deve dedicare al compito tutto se stesso […] Da ciò consegue che nessun altra considerazione, nessun affare personale, nessun ostacolo deve distoglierlo dal compito principale e anche nessun conflitto di competenza, nessuna questione di etichetta, di rango o di precedenza deve minimamente trattenerlo; operare al meglio per il conseguimento dell’obiettivo principale, essere il più zelante, tenere la massima disciplina fra i subalterni significa essere il più degno […] Poiché il bene è unico, ossia è quello che concerne la collettività o il maggior numero, e poiché tutte le province della monarchia formano un corpo unico e devono dunque avere un solo scopo, di necessità dunque deve cessare ogni egoismo, ogni pregiudizio, cose che hanno prodotto tante questioni inutili tra province e nazioni oppure anche tra dicasteri; e bisogna convincersi una buona volta che nel corpo politico, come nel corpo umano, quando un membro è malato tutti soffrono, e tutti devono quindi contribuire al risanamento anche del più piccolo male». (C. Capra, Storia moderna, Le Monnier, 1992)

Leopoldo II Asburgo-Lorena (1747-1790-1792)

Leopoldo II Asburgo-Lorena

in veste di gran maestro dell’Ordine del Toson d’Oro

Johann Daniel Donat

1806

Testi citati

T. Schieder, Federico il Grande, Einaudi, Torino 1989

J.P. Bled, Maria Teresa d'Austria, Il Mulino, Bologna, 2003

V.L. Tapié, L’Europa di Maria Teresa, Mondadori, 1982

C. Capra, La Lombardia austriaca nell’età delle riforme, UTET, Torino 1984

I. De Madariaga, Caterina di Russia, Torino, Einaudi, 1988

A. Wandruszka, Pietro Leopoldo: un grande riformatore, Vallecchi, Firenze 1968