RISPOSTE OPERATIVE ALLE PAURE DEL CITTADINO · `Fatti mandare dalla mamma da solo (Famiglia...

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RISPOSTE OPERATIVE ALLE PAURE DEL CITTADINO

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RISPOSTE OPERATIVE ALLE PAURE DEL CITTADINO

A che punto è la paura nella societàvulnerabile ( Ilvo Diamanti in Repubblica ottobre 2007)

Un fatto sicuro è che siamo insicuri.

Criminalità, quando la percezione diventa reale ( Ilvo Diamanti Repubblica - 13 gennaio 2008)

Esiste il divario tra dati e percezione? A nostro parere sì.

•Aumentano i furti in casa. Cresce la paura. E per il panico da ladri c’è perfino chi trasforma la stanza da letto in “camera blindata” (Repubblica 3 marzo 2008)

•Cresce il senso di insicurezza. Soprattutto verso nomadi ed immigrati. Geografia di un paese spaventato – Paure d’Italia (Ilvo Diamanti Repubblica 9giugno 2008)

•Rapporto Demos: dopo il voto il tema della sicurezza è scomparso dalle tv. Criminalità, l’Italia cambia idea – dopo un anno non fa più paura – Trascorse le elezioni, ecco le nuove angosce . (Repubblica 22 novembre 2008)

•La paura va di pari passo con l’esposizione mediatica, conferma IlvoDiamanti. Un esempio? La percezione di insicurezza è massima tra chi guarda la TV più di 4 ore al giorno.

a) Come vivono i bambini e gli adolescenti oggi

Dategli un prato per correre – E’ meglio della Playstation ( Repubblica 21 ottobre 2005)Un rapporto inglese rivela: il 67% a casa davanti a videogiochi e pc. Anche per paura dei brutti incontri – I bambini non giocano piùall’aperto e la corsa in giardino resta un sogno ( Repubblica 6 giugno 2007) La metà degli adolescenti non va più in bici e a correre nei parchi. E così si sfogano su internet - Genitori troppo apprensivi niente più giochi all’aperto ( Repubblica 5 agosto 2008) -

Molti fenomeni come il bullismo, l’assunzione di droghe, le morti per incidenti stradali, spiegano i ricercatori, sono in parte da attribuire a una carenza di esperienze autonome fin dai primi anni di vita. Esperienze che sono indispensabili per apprendere e diventare adulti capaci di valutare i rischi.

Crescere i propri figli nella bambagia, concordano, ne fa degli adulti scarsamente preparati ad affrontare situazioni di stress o di difficoltà. Oggi si ricorre più spesso alle cure mediche per incidenti in casa.

“Giocate in silenzio” Ora nel cortile dell’asilo èvietato far rumore – Dal condominio ai parchi imperano i divieti ai bambini (Repubblica 20 giugno 2009)

•Un giudice di pace di un piccolo comune in Provincia di Pavia ha imposto ai bambini di una scuola materna di giocare “in silenzio”. •Ma come devono giocare i bambini di oggi? L’unico gioco che non fa rumore è guardare la televisione.•Il mondo dei grandi è come se cercasse di mettere in gabbia i propri piccoli, fermi davanti al piccolo schermo, che così diventano irritabili, fragili e sempre più grassi. • I bimbi oggi vivono in situazioni di pieno controllo: passano dalla casa, all’automobile alla scuola a volte senza mai passare da un luogo pubblico.

Per il 44% degli under 13 il re indiscusso dei pomeriggi è lo svago senza amici, nel salotto di casa . Giocare – Così i bambini si divertono da soli. ( La Repubblica 1 dicembre 2009).

Giovanni ha 14 anni compiuti da poco e protesta quando i genitori vogliono portarlo in campagna nel fine settimana. Dice che si annoia a fare quelle stupide passeggiate o a raccogliere le mele dall’albero. In compenso con regolarità quotidiana, quasi ossessiva deve andare su internet a “ bagnare i peperoni, altrimenti si seccano”. Giovanni èl’esponente tipico di quella generazione che preferisce la realtà virtuale all’esperienza concreta.

Cresciamoli sugli alberi - I bambini preferiscono la TV ai parchi . Hanno paura di giocare all’aperto. E si ammalano. Di obesità e di disturbi comportamentali. I bambini che giocano a contatto con il verde sono più cooperativi e creativi (Espresso 25 ottobre 2007)

b) Rapporto genitori-figli:

che spesso diventano tali perché bersagliati da messaggi minacciosi sull’infanzia.

Ricerca inglese: le neo-madri, durante il primo anno e mezzo, dormono meno delle generazioni precedenti Il bimbo piange, la mamma corre – Ogni notte tre ore e mezza di sonno (Repubblica 14 settembre 2007)

che non conoscono i propri figli

Viaggio tra gli adolescenti tutti internet, telefonini e musica - Cara mamma tu non sai niente ( Repubblica novembre 2000)

I nostri figli stranieri- dove abbiamo sbagliato ( di Natalia Aspesi Repubblica 11 novembre 2000)

che subiscono i figli

Ritratto dei nuovi adolescenti: fragili, soli, vittime di troppi “sì” Sono abituati ad avere tutto, non tollerano frustrazioni (Repubblica 14 febbraio 2001)Il fenomeno in crescita delle baby-gang. Passano i modelli sbagliati di film e tv, famiglia e scuola spesso non capiscono. - Telefonino, giubbotto, scooter – è la violenza del tutto e subito. ( Repubblica gennaio 2000 ) Quando i padri hanno paura dei figli (Repubblica 23 ottobre 2006)Piccoli tiranni crescono – Come essere superamati, viziati e molto infelici (Repubblica 2005)

a) da parte dei genitoriAdesso controllo se mio figlio è a scuola ( Repubblica 8dicembre 2007) - Un occhio elettronico memorizza tutto. Così il genitore vigila sui voti e assenze. E si illude che nulla gli sfugga.

Le famiglie si sentono rassicurate sapendo che i ragazzi sono ipercontrollati assicura il responsabile del progetto.

Oggi l’ansia di controllo colpisce tutte le relazioni familiari. Gli adulti hanno il terrore che gli sfugga qualcosa dei figli. Non tollerano la mancanza di notizie. L’uso continuo del cellulare ci ha reso pavidi. Basta un non raggiungibile al telefonino per far temere il peggio.

b) da parte degli enti pubblici

Grande fratello bassa sicurezza (Espresso 1novembre 2007)

In Italia è esploso il boom della videosorveglianza: un milione e 300 mila telecamere già piazzate. Ma i reati non diminuiscono. Ecco perché il proliferare di occhi elettronici non riesce a sconfiggere la criminalità. L’aumento degli spioni elettronici nelle aree urbane è direttamente proporzionale alla richiesta di sicurezza da parte dei cittadini.

c) da parte dei privati

Le città con il ponte levatoio – Cancelli, mura di cinta e telecamere: anche in Italia l’ossessione della sicurezza fa sorgere comunità blindate (Repubblica 20 gennaio 2011)

Qui si vive in un’atmosfera rarefatta che tiene fuori “tutto ciò che è diverso da noi” .A spingere sono l’insicurezza e la paura che sono il

marketing di queste città blindate.La condanna di queste comunità chiuse, di questi ghetti volontari, è già inflitta: la loro desolata solitudine.

Il dissidio tra scuola e famiglia – Tutelare i figli oltre misura significa privarli della vita che un giorno abbiamo dato loro – Umberto Galimberti – Repubblica D 10/11/2007

I genitori di oggi tendono a non generare mai fino in fondo i figli e a tenerli per l’eternitànella loro pancia, nonostante i calci che quotidianamente ricevono.

Per salvare i nostri giovani – Riscoprire i valori e il principio di autorità ( Giovanni Bollea 4 agosto 2008 Il Messaggero)

Noi oggi abbiamo sempre più spesso a che fare con genitori insicuri, devastati dall’ansia , timorosi, lacerati dal senso di insicurezza . E’la famiglia come luogo primario di formazione e di socializzazione ai valori che èentrata in crisi.

Lo psicologo Francesco Tonucci: “Ma date fiducia ai vostri figli” ( Repubblica 5 agosto 2008)

I bambini che giocano per strada e vanno in giro da soli rendono le nostre città più sicure. Lo rivelano i dati del progetto “A scuola andiamo da soli” diretto dallo psicologo del Cnr Francesco Tonucci. La maggior parte delle nostre strade èpericolosa proprio perché non ci sono bambini , diventano luoghi in cui anche gli adulti vengono sollevati da una delle loro responsabilitàprincipali, quella di avere rispetto e cura dei piccoli.

La lezione comincia per strada scuolabus addio, meglio a piedi (Repubblica 2007)

Fatti mandare dalla mamma da solo (Famiglia Cristiana 23/01/ 2011)

E’ il dilemma che angoscia i genitori: a che età i figli possono andare a scuola senza essere accompagnati? Per fortuna, in molte città viene in aiuto il Pedibus: soli, ma non del tutto.

A scuola ci andiamo da soli: a Gabicce e a Pesaro si va a piedi- (La città dei bambini marzo 2003)

L’autonomia dei bambini, nonostante tutto sta continuando a diminuire e le paure dei genitori stanno continuando a crescere , adeguatamente sostenute da una informazione deviante, soprattutto televisiva, e dalla produzione commerciale. Aumenta il numero, e si abbassa allo stesso tempo l’età cui viene dato il cellulare per sapere in ogni momento dove si trovano. Con il “Guardian Angel” si può controllare a distanza il suo percorso da casa a scuola.Soluzioni assurde e aberranti, mentre

andrebbero sviluppate capacità, competenze, strumenti che il bambino stesso costruisce confrontandosi giorno dopo giorno con l’ambiente che lo circonda.

Sani@piediInternet e minori, navigazione sicuraArea pubblica navigazione: Il parco in retePetherapy a scuolaBullismo: modelli di prevenzione e contrastoAlcool e sostanze psicotrope negli adolescentiAlla scoperta del paese

Prima della scuola una passeggiata (Il Messaggero 20 novembre 2007)

Oggi l’iniziativa degli insegnanti tra cultura e benessere fisico – tutti gli alunni a scuola a piedi – Polverigi si scopre paese gentile. (Corriere Adriatico 20 novembre 2007)

Tutti gli alunni a scuola camminando –Sani a piedi” L’idea di Polverigi ( Corriere Adriatico 3giugno 2008)

“Andando a piedi per il Paese l’abbiamo scoperto gentile e cortese”, “ A scuola felice…mente! Un paese da scoprire è tutto da gioire”, “Andando a piedi che delizia, facciamo tanta amicizia!”e addirittura un acrostico con il nome POLVERIGI: “Percorrendo Ognuno Le Vie Evoca Ricordi Incontra Gente Incuriosita”.

“In questi giorni mi sveglio sempre più allegra e pimpante”“Andare a scuola a piedi per me è bellissimo perché non ci sono andata mai”

Cosa ti è piaciuto di più: Chiacchierare con gli amici Vedere la naturaCamminareDare la mano ai bambiniPerché mi sento più sveglia e posso parlare con le amicheE’ stata un’avventura

Gentili Genitori,

all’inizio dell’anno scolastico abbiamo ripetuto per una settimana la bella esperienza dell’andare a scuola a piedi con le modalità collaudate del progetto sani@piedi. La definiamo bella, perché questo è quello che ci hanno detto i vostri figli. Li abbiamo intervistati con alcune domande scritte e le impressioni raccolte confermano che camminare insieme prima di entrare a scuola è bello. Hanno partecipato al progetto 109 alunni su 147 intervistati e 115 hanno detto che vogliono rifarlo, quindi più di quanti hanno partecipato. In questa occasione abbiamo sperimentato tre percorsi e gli alunni potevano scegliere di inserirsi nel gruppo in punti diversi del tragitto. I bambini partiti dalla Villa (79) o da via Galilei (6) incontravano gli altri in piazza (21) o in via Marconi (3) e lasciavano il gruppo o alle elementari o alle medie. Solo 4 alunni hanno trovato difficoltoso attraversare la strada, mentre un problema più incisivo è rappresentato dal peso degli zaini che in 43 hanno trovato a volte pesante. Daremo questa informazione agli insegnati, anche perchéla maggioranza di quanti lo hanno detto appartengono alle stesse classi e quindi si può valutare come intervenire per migliorare l’organizzazione del materiale da portare a scuola. Vedremo di organizzare anche un incontro con gli insegnanti e genitori per affrontare correttamente questo problema.

Ma cosa c’è di bello nell’andare a piedi a scuola con i compagni?Innanzitutto camminare insieme ai coetanei permette di chiacchierare, coltivare le amicizie e farne di nuove. Per qualcuno era bello attraversare in tanti il parco o, per chi aspettava in

piazza, vedere un gruppo di coetanei arrivare insieme dalla villa. Il gruppo per molti ha voluto dire momento di gioco e di contatto con gli altri (anche con maestre e genitori presenti). C’è sempre la bellezza del paesaggio, il fascino del parco nelle prime ore del mattino: qualcuno ha parlato del canto degli uccelli, delle foglie che cadevano, dei fiori o della possibilità di gridare all’aperto.

Abbiamo chiesto anche cosa è piaciuto meno e qui le valutazioni si sono contrapposte: per alcuni la presenza dei genitori impediva di correre in discesa o fare a gara tra compagni; per altri non è stato bello quando invece alcuni sono riusciti a fare gare per sorpassarsi e stare davanti.

In sintesi possiamo dire che il progetto è valido e ci sono le condizioni per continuarlo in primavera. Il merito del successo va dato ai genitori che hanno acconsentito che i loro figli partecipassero all’iniziativa e in modo particolare a voi che vi siete fatti carico di accompagnare gli alunni. Per alcuni di voi è stato anche un momento di conversazione e scambio tra adulti, senza mettere in secondo piano l’impegno e l’attenzione richiesti. L’Amministrazione Comunale ha seguito le diverse fasi del progetto dalla prima idea alla sua applicazione, all’organizzazione dei pulmini, della polizia municipale e dei volontari per il controllo del traffico, fino alla verifica dell’esito.

Ora che il progetto “Polverigi Paese Gentile” sta terminando vi invitiamo a collaborare perché l’esperienza possa continuare, quindi ci diamo appuntamento in Primavera per riprendere l’iniziativa e mettere a punto quei correttivi necessari per migliorarla, nella convinzione che anche una piccola camminata rappresenta un modo positivo per educare e far crescere abili socialmente i nostri figli.

Un cordiale saluto ed un augurio di serenità per le festività natalizie.

Polverigi, 18/12/2008. Il coordinatore del progetto Polverigi Paese Gentileprof. Renato de

SantisP.S. Abbiamo pensato che la nostra esperienza meritasse di essere conosciuta, perciò l’abbiamo inserita sul sito PIEDIBUS.IT .