Rispettiamo i tempi dei bambini

6
28 leggendo leggendo Tante volte quando chiedo alla mamma di aiutarmi, lei mi dice: - Aspetta un minuto! ... e così devo sbri- garmela da sola. Quando il papà legge il giornale, e io gli voglio mostrare quel- lo che faccio, lui dice sem- pre: - Tra un minuto! ... ma quando finalmente si gira, è tutto da rifare! Ieri volevo far vedere alla maestra una farfalla, ma lei ha detto: - Aspetta un minuto! ... e la farfalla è volata via. Quan- do chiedo a mio fratello di aiutarmi a preparare la ta- vola, lui risponde sempre: - Un minuto! ... così devo fare tutto io. Quando siamo in vacanza, a me piacerebbe che tutti si alzassero presto, ma loro dicono: - Ancora un minuto! Certa gente non sa che cosa perde! Adesso ho imparato come fare. Quando sto guardando la televisione, e la mamma dice: - A tavola!... anch’io dico: - Tra un minuto! E quando il papà: - Forza, usciamo! ... io rispondo: - Arrivo tra un minuto. Op- pure quando mi sto diver- tendo, e i miei amici voglio- no giocare a qualcos’altro, io dico: - Aspettate un mi- nuto. Qualche volta andia- mo con tutta la classe allo zoo, e quando la maestra dice: - Bene, adesso andia- mo. ... io chiedo: - Possiamo stare ancora un minuto? E quando è ora di andare a letto, io dico sempre: - Tra un minuto. In certe occasio- ni, però, quando ci trovia- mo tutti insieme, nessuno dice: - Aspetta un minuto! Riuscire a rispettare i tem- pi e le esigenze dei bambini e dei ragazzi è sempre più difficile per genitori e inse- gnanti alle prese con pro- fessioni sempre più frene- tiche e programmi sempre più incalzanti. Se da un lato gli insegnanti potrebbero iniziare a rallentare certi ritmi legati ai program- mi nozionistici, dall’altro i genitori, magari durante i fine settimana o le festività scolastiche, potrebbero cer- care di non imporre ai figli i soliti ritmi velocissimi, costruendo giornate con tempi dedicati ai bisogni di ciascuno. Ciò non significa dedicarsi totalmente ai fi- gli, ma dedicare loro alcune parti della giornata, nel ri- spetto delle tempistiche dei bambini, spesso non coinci- denti con quelle degli adul- ti. Sarebbe bello poterlo fare anche tutti i giorni del- la settimana, ma intanto si può approfittare dei periodi di vacanza per conoscere a fondo i tempi dei propri fi- gli e per iniziare uno stile di vita nuovo. Purtroppo questo semplice ma esplicativo libro intito- Aspetta un minuto! Rispettiamo i tempi dei bambini Marina Zulian responsabile della BibliotecaRagazzi di BarchettaBlu

description

Di Marina Zulian Adozione e dintorni - GSD Informa dicembre 2011

Transcript of Rispettiamo i tempi dei bambini

Page 1: Rispettiamo i tempi dei bambini

28

leg

ge

nd

ole

gg

en

do

Tante volte quando chiedo alla mamma di aiutarmi, lei mi dice: - Aspetta un minuto! ... e così devo sbri-garmela da sola. Quando il papà legge il giornale, e io gli voglio mostrare quel-lo che faccio, lui dice sem-pre: - Tra un minuto! ... ma quando finalmente si gira, è tutto da rifare! Ieri volevo far vedere alla maestra una farfalla, ma lei ha detto: - Aspetta un minuto! ... e la farfalla è volata via. Quan-do chiedo a mio fratello di aiutarmi a preparare la ta-vola, lui risponde sempre: - Un minuto! ... così devo fare tutto io. Quando siamo in vacanza, a me piacerebbe che tutti si alzassero presto, ma loro dicono: - Ancora un minuto! Certa gente non sa che cosa perde!Adesso ho imparato come fare. Quando sto guardando la televisione, e la mamma

dice: - A tavola!... anch’io dico: - Tra un minuto! E quando il papà: - Forza, usciamo! ... io rispondo: - Arrivo tra un minuto. Op-pure quando mi sto diver-tendo, e i miei amici voglio-no giocare a qualcos’altro, io dico: - Aspettate un mi-nuto. Qualche volta andia-mo con tutta la classe allo zoo, e quando la maestra dice: - Bene, adesso andia-mo. ... io chiedo: - Possiamo stare ancora un minuto? E quando è ora di andare a letto, io dico sempre: - Tra un minuto. In certe occasio-ni, però, quando ci trovia-mo tutti insieme, nessuno dice: - Aspetta un minuto!

Riuscire a rispettare i tem-pi e le esigenze dei bambini e dei ragazzi è sempre più difficile per genitori e inse-gnanti alle prese con pro-fessioni sempre più frene-tiche e programmi sempre

più incalzanti. Se da un lato gli insegnanti potrebbero iniziare a rallentare certi ritmi legati ai program-mi nozionistici, dall’altro i genitori, magari durante i fine settimana o le festività scolastiche, potrebbero cer-care di non imporre ai figli i soliti ritmi velocissimi, costruendo giornate con tempi dedicati ai bisogni di ciascuno. Ciò non significa dedicarsi totalmente ai fi-gli, ma dedicare loro alcune parti della giornata, nel ri-spetto delle tempistiche dei bambini, spesso non coinci-denti con quelle degli adul-ti. Sarebbe bello poterlo fare anche tutti i giorni del-la settimana, ma intanto si può approfittare dei periodi di vacanza per conoscere a fondo i tempi dei propri fi-gli e per iniziare uno stile di vita nuovo.Purtroppo questo semplice ma esplicativo libro intito-

Aspetta un minuto! Rispettiamo i tempi dei bambini

Marina Zulianresponsabile della BibliotecaRagazzi di BarchettaBlu

Page 2: Rispettiamo i tempi dei bambini

29

lato Aspetta un minuto di Anita Harper è fuori cata-logo, ma si può reperire nel-le migliori biblioteche per ragazzi. Si nota benissimo come spesso i bambini im-parino certi comportamen-ti proprio dagli adulti che stanno loro vicino. Quan-do i bambini non riescono a formulare con le parole i propri bisogni, come il to-polino del libro, cercano di dimostrarli con i fatti; rico-piando i comportamenti de-gli adulti, i bambini fanno vedere che, se gli altri non ci dedicano il giusto tempo, ci si sente molto male. A volte basterebbero davve-ro anche pochi minuti per gratificare un bambino che per esempio ha realizzato una bella costruzione con i mattoncini e vuole un po’ di attenzione per farci vedere quanto sia stato bravo.Ancora più degli adulti, i bambini hanno bisogno di raccontare ciò che capita loro, di essere ascoltati e di far vedere cosa sono capaci di fare; quando non vengo-no accolte queste loro ne-cessità, i bambini possono esprimere le loro delusioni con comportamenti aggres-sivi e violenti.

Alcuni genitori credono di non trascorrere sufficien-te tempo con i propri figli e convivono con un forte senso di colpa. Talvolta cercano modi compensato-

ri per placare il loro senso di inadeguatezza, ma tali modi si rivelano inefficaci: non serve a molto esaudire tutti i desideri e le richieste dei figli, o viceversa irrigi-dirsi e nascondersi dietro la necessità di dare regole. In realtà si tratta anche di imparare alcune strategie rispetto alla qualità e alla quantità del tempo. Per un bambino può esse-re più gratificante avere mezz’ora di attenzione tut-te le sere dopo cena per rac-contare a mamma o papà le disavventure e le gioie della giornata, piuttosto che ave-re due ore ogni pomeriggio con i genitori mentre loro continuano a rispondere al cellulare o a pensare alle grane del lavoro. Ma anche nei brevi momenti insieme, come a colazione, durante il tragitto verso scuola o ver-

so la palestra, si possono accogliere le richieste dei bimbi e dare loro qualche minutino.È importante ascoltare i racconti dei bambini anche per farsi un’idea sul loro modo di sentire il tempo. Per farlo c’è bisogno di uno spazio in cui gli adulti smet-tano le vesti di educatori o controllori e si dedichino esclusivamente all’ascol-to con interesse. Si tratta di un tempo commisurato al metro dei bambini che, se cercano l’attenzione in modo irritante o maledu-cato, lo fanno soprattutto per essere considerati e riconosciuti. Più hanno at-tenzioni superficiali, più aumenta la loro rabbia; più si considera il tempo degli adulti uguale a quello dei bambini, maggiori saranno le incomprensioni.

Page 3: Rispettiamo i tempi dei bambini

30

In Tic Tac. Un minuto dura un biscotto si mette in evi-denza, con ironia e legge-rezza, cosa possano signi-ficare un minuto o un’ora per un bambino. Un libro divertente sul tempo per scoprire cosa si può fare in un secondo, in un minuto, in un giorno: basta un mi-nuto per piantare un seme ma poi bisogna aspettare un secolo per sedersi all’om-bra di un grande albero.Immersi nella quotidiani-tà, si tende a dimenticare la relatività del tempo e la difficoltà dei bambini nel capire lo strano mondo di ore, giorni, mesi che ci sia-mo costruiti.

Per spiegare i concetti di tempo ai bambini, posso-no essere utili clessidre e orologi, calendari e linee del tempo ma sono assai più efficaci gli azzeccatis-simi esempi che troviamo nel libro; a volte sono un po’ irriverenti ma sempre hanno una gran presa con i bambini, come per esempio In un secondo... posso fare una puzzetta!Proprio la freschezza de-gli esempi e dei disegni ci aiuta a entrare nel modo di intendere il tempo dei bam-bini. Un tempo fatto di cose pratiche, di persone che si incontrano, di situazioni della vita di tutti i giorni;

un tempo spesso molto di-stante da quello forsennato degli adulti. In generale lo scorrere del tempo è percepito attraver-so fenomeni di vario tipo riconducibili a esperienze di permanenza e cambia-mento; trasformazioni, movimenti, crescite contri-buiscono alla costruzione del concetto del fluire del tempo. Il tempo si connota in passato come memoria, presente come coscienza dell’adesso e futuro come anticipazione. Il piccolo li-bricino, con terminologia adatte ai bambini, spiega questi difficili concetti rac-contando di un seme che è

© ilaria nasini

Page 4: Rispettiamo i tempi dei bambini

31

stato piantato in un minu-to, che sta diventando una piantina in un anno e che diventerà un albero gran-dissimo in un secolo.Anche qui il protagonista si chiede Perché i grandi vanno sempre di corsa? e aggiunge: Secondo me il tempo è difficile da capire. I grandi hanno tutti l’orolo-gio, noi piccoli no! I gran-di guardano il calendario, vanno di corsa e dicono sempre che il tempo è poco e bisogna sbrigarsi! Un gior-no la zia Michi si è tanto ar-rabbiata perché le ho detto

di aspettare un minuto e mi ha risposto che li conosce i miei attimi.Le riflessioni sul tempo si possono iniziare con i bam-bini anche molto piccoli. Con loro si può ad esempio indagare prima di tutto nel tempo presente, poi soffer-marsi sulle sequenze e sulle trasformazioni e infine rap-presentarle in forma verba-le o grafica ponendo l’atten-zione sul senso che ciascu-na di esse ha per il singolo. Infatti grandi e piccini sono concordi nell’affermare che

sicuro di saper gestire la si-tuazione che si può creare. Attenzione a non andare troppo lontano e ritrovarsi poi in mondi inaspettati e difficili. Poiché l’esplorazio-ne del passato può prende-re spunto sia dalla memoria individuale che da quella di gruppo, si può iniziare con indagini sulla memoria a breve termine di situazioni concrete e conosciute.

quando ci si diverte sembra che sia passato un attimo mentre quando ci si annoia il tempo sembra non passa-re mai!Con i bambini si può re-cuperare il passato come memoria cercando di rico-struire in modo sempre più preciso sequenze di avve-nimenti passati. Però con i bambini, in particolare quelli adottati, in famiglia e in classe, si deve fare mol-ta attenzione nell’esplorare il passato; spesso si possono far riemergere dolori e sof-ferenze e l’adulto, genitore o insegnante, deve essere

Il tempo può essere raccon-tato in molti modi. Quello scelto da Angela Nanetti è il modo della metamor-fosi e del cambiamento. Un modo affascinante di parlare del tempo, del pri-ma, del dopo, del poi; di ieri, di oggi e di domani; delle stagioni, dell’adesso, del sotto e del sopra, del quando, del dentro e del fuori. Ma anche del mentre e dell’avanti e dell’indietro. Parlare del girotondo del tempo e del girotondo del-la natura. Farlo attraverso i paesaggi che cambiano e attraverso la gemma sul ramo che diventa fiore e poi frutto. Tanti piccoli eventi, che sono poi la storia dell’es-serci.

Page 5: Rispettiamo i tempi dei bambini

32

Generalmente in seconda elementare si iniziano a spiegare ai bambini i con-cetti storici a partire dalla storia personale. I piccoli alunni imparano a collocare i fatti e le esperienze vissu-te nel tempo e a riconoscere il significato di contempora-neità e successione, di fonte storica e datazione. L’af-frontare queste tematiche può essere di grande utilità per i bambini adottati e in generale per i tutti i bam-

bini, ma può creare dolore e sofferenza se non viene af-frontato con grande atten-zione. Quando partecipo a incon-tri con genitori adottivi sento molto forte la loro difficoltà e il loro disagio rispetto a questi progetti

di ricostruzione in classe della storia personale. Sia per i genitori che per i figli è molto difficile il compito di ricostruzione della storia personale se, per esempio, non la si conosce affatto. Nel trattare la storia per-sonale è indispensabile af-frontare tempi e argomen-ti che con certezza e senza disagio tutti i bambini pos-sano raccontare. Nessuno deve essere messo in diffi-coltà se non conosce l’ini-

zio della propria storia o il nome della propria mam-ma biologica o se non ha nessun oggetto di quando era neonato. Se ci sono dei vuoti nella storia del figlio adottivo è doloroso doverli affrontare per imposizione.D’altra parte spesso mi suc-

cede di incontrare educatori e maestri che fanno fatica a capire e riconoscere le diffi-coltà dei genitori in deter-minate situazioni. In una programmazione accurata e pensata, gli educatori col-laborano con le famiglie e raccolgono le informazioni senza modalità indagatorie e nel rispetto delle diverse storie di vita. È necessario quindi avvertire le famiglie di ciò che viene program-mato e ideare attività che non escludano nessuno; le unità didattiche non pos-sono essere sempre uguali negli anni ma devono esse-re flessibili e adattabili alle situazioni che cambiano, sempre in un ottica di va-lorizzazione delle diversità come occasioni di ricchezza e non rinunce. Addirittura alcuni genitori hanno men-tito sul peso alla nascita o sull’età dei primi passi, per non deludere il figlio e sot-toporlo ad un’enorme fru-strazione di fronte a mae-stra e compagni.Spesso racconto a genitori e insegnanti come i bambini e i ragazzi possano svilup-pare la loro curiosità e la loro creatività e aumentare le loro conoscenze e compe-tenze solo se a scuola c’è un clima positivo e rassicuran-te, solo se si costruiscono relazioni significative. Poi nel concreto, nello scor-rere delle giornate, geni-tori e insegnanti si trova-

Bibliografia

Aspetta un minuto! A. Harper, Elle Edizioni, 1994

Tic Tac. V. Muzzi, Sinnos, 2011

Prima c’era un fiore. A. Nanetti, Motta junior, 2011

Buongiorno oggi. S. Fatus, Prìncipi&Principi, 2011

Dove abita il tempo.V. Skutina, Arka, 1996

Ticche Tocche. Il mago del tempo. E. Battut, Bohem, 2009

La corsa della lumaca. M. Monari, Zoolibri, 2011

I venditempo. G. Levi, Orecchio Acerbo, 2004

Storie per tutte le stagioni. M. Vidale, Einaudi, 2002

Ancora niente. C. Voltz, Arka, 2002

L’isola del tempo perso. S. Gandolfi, Salani, 2010

Quando mi troverai. R. Stead, Feltrinelli Kids, 2010

Page 6: Rispettiamo i tempi dei bambini

33

no davanti a bambini che hanno vissuto i tempi della loro vita nei modi più di-sparati. Quando evidenzio le difficoltà di astrazione, sottolineo parallelamente la necessità di sperimen-tare concretamente quan-do si tratta di studiare la storia. Partire dalla storia personale è corretto, ma lo si può tranquillamente fare chiedendo per esempio di portare un fatto successo la settimana precedente e confrontarlo con quella in corso. Si può anche inizia-re dalla storia della classe, e ogni bambino ha una sua storia dentro la classe, che diventa punto di riferimen-to per affrontare i concetti temporali di prima-adesso-dopo. Molto utile e diver-tente è la costruzione di un piccolo libretto nel quale i bambini possano disegna-re, piuttosto che incollare foto, magari impossibili da rintracciare. Si può aiutare i bambini a imparare una precisa metodologia di ri-cerca storica raccogliendo nel corso dell’anno momen-ti importanti della classe e poi ricostruire il materiale accumulato insieme, all’in-terno e con il supporto di tutta la classe.

Il tempo è denaro. Quante volte l’aveva sentito ripete-re! Una volta in pasticceria aveva provato a chiedere: Con un’ora di tempo quante

caramelle posso comprare? L’idea gli venne alle me-die. Vendono di tutto, per-ché non vendere il tempo? Fu un successo strepito-so! Il buffo coniglio, che da bambino non aveva capito cosa significasse il tempo è denaro, una volta cresciuto, decide di vendere il tempo. Cattura il tempo perso nel-le code degli uffici postali, negli ingorghi del traffico, nelle sale d’aspetto degli ospedali e lo rivende a tut-ti. Gli affari vanno talmen-te bene, che alla fine non ha più tempo per se stesso. E allora decide di chiude-re il negozio, per tornare a leggere, scrivere e sognare. Nello spiritoso libro intito-lato Venditempo vi è un uso intelligente delle parole, un susseguirsi di mille trovate, un prezioso adattamento delle illustrazioni colorate e originali. Quando i bambini sono sot-toposti a ritmi inadatti, pos-sono, come il protagonista, diventare cupi e stressati per l’affanno da mancanza di tempo per se stessi.Il tempo per oziare è ne-cessario per liberare la creatività, per scoprire che il tempo è prezioso, anche quello perso a guardare un tramonto, benché sembri non valere niente.Ancora un racconto che aiu-ta i bambini a pensare. L’at-tività per il protagonista è redditizia, ma stressante:

ogni tanto il tempo è meglio perderlo che trovarlo!

E allora approfittiamo, per esempio delle vacanze natalizie, per passare più tempo in quelle attività che non hanno uno scopo prati-co e cerchiamo di dedicare più tempo ai nostri bambi-ni, rallentando i ritmi e ri-spettando i loro tempi.Cogliamo anche l’occasione per fare una semplice rifles-sione sul futuro, parlando con i bambini di progetti e aspettative a breve termine nel corso della settimana, a medio termine nel corso di un mese o a lungo termine nel corso dell’intero anno. Il concetto di futuro inteso come anticipazione e aspet-tativa può essere anche affrontato, in famiglia o in classe, per esempio attra-verso la realizzazione di un calendario dell’avvento.Ai bambini piace vedere la successione dei giorni, aspettare la mattina del giorno dopo per aprire la finestrella e alla fine ri-guardare il calendario con tutte le finestrelle aperte ricordando la gioia della loro apertura e la scoperta della sorpresa che avevano celato.