Rischio sismico

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LAB www.fiuggizero10.it FIUGGI RISCHIO SISMICO Comunicato del 9 ottobre 2009 (ore 20) La Rete sismica nazionale ha registrato nella giornata odierna 13 terremoti nell’area del frusinate con magnitudo massima ML 2.1 alle ore 4:45 italiana del 9 Ottobre 2009. L’analisi dei dati registrati mostra che la sequenza interessa un’area di circa 10 km 2 . La distribuzione spaziale delle scosse indica l’attivazione di una porzione di faglia con immersione a SW e piano in direzione appenninica. I terremoti interessano una profondità compresa tra 12 e 8 km. La struttura delineata dalla sismicità potrebbe corrispondere al sistema di faglia della valle dell’alto Sangro compresa, dal punto di vista della sismicità storica, tra il terremoto del 1915 (Avezzano M 6.7) a nord e il grande terremoto del 1349 (M 6.6) a sud. Altri terremoti storici minori (1654 e 1922) e l’evento del 1984 (M 5.9) si sono verificati nell’intorno della struttura attiva oggi. Negli ultimi 20 anni la sismicità nella zona è stata scarsa e priva di sciami sismici. Comunicato dell'8 ottobre 2009 (ore 13) Tra la sera del 6 Ottobre e oggi, 8 Ottobre 2009, sono stati registrati alcuni terremoti di M 3.0 localizzati in una piccola zona nella provincia di Frosinone. I comuni più vicini all’area epicentrale (entro circa 10 km) sono: Alvito, Broccostella, Campoli Appennino, Fontechiari, Pescosolido, Posta Fibreno, Sora, Vicalvi, tutti in Provincia di Frosinone. I terremoti più forti di questi giorni sono avvenuti l’8 ottobre alle 02:51 02:53 (ore italiane) con M pari a 3.5 e 3.4, rispettivamente. Altri eventi di M =3.0 erano avvenuti il 6 e il 7 ottobre. Nei mesi precedenti, gli eventi più significativi sono avvenuti il 6 Agosto alle 15:36 (M 3.9) e il 30 Settembre alle ore 19:52 (M 3.5). I terremoti di questi giorni, accompagnati da numerosi eventi di magnitudo minore, testimoniano la ripresa di attività microsismica in un area che aveva manifestato un inizio di attività negli ultimi mesi. Gli eventi localizzati nella zona (in tutto una dozzina di eventi di M compresa tra 2.0 e 3.9 e numerose scosse strumentali, fra le quali circa 100 eventi negli ultimi 3 giorni) mostrano un andamento spaziotemporale di tipo sciame sismico. Le profondità ipocentrali sono quelle tipiche delle zone sismiche dell’Appennino (nei primi 12 km della crosta). La sismicità interessa la zona colpita dal terremoto distruttivo del 1349 (X grado di intensità) e da allora altre scosse minori riportate nei cataloghi storici ma generalmente inferiori all’VIII grado. Inoltre la zona in questione è adiacente all’area interessata dal terremoto di M 5.9 del 7 Maggio 1984 (Val di Comino). L’attività sismica che registriamo avviene in un contesto sismotettonico ove sono presenti faglie potenzialmente attive e capaci di terremoti di magnitudo pari o superiore a 6, e ricade pertanto in una zona di pericolosità sismica elevata. I Comuni del frusinate sede dell’attività in corso sono inseriti nella I o nella II classe sismica (si veda: http://zonesismiche.mi.ingv.it/ e http://www.protezionecivile.it/cms/attach/editor/Classificazione.jpg ) L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia sta seguendo con attenzione l’evoluzione della sequenza attraverso la Rete Sismica Nazionale, che per l’area in esame presenta una buona

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FIUGGI RISCHIO SISMICO Comunicato del 9 ottobre 2009 (ore 20) 

La Rete sismica nazionale ha registrato nella giornata odierna 13 terremoti nell’area del frusinate con magnitudo massima ML 2.1 alle ore 4:45 italiana del 9 Ottobre 2009. L’analisi dei dati registrati mostra che la sequenza interessa un’area di circa 10 km2. La distribuzione spaziale delle scosse indica l’attivazione di una porzione di faglia con immersione a SW e piano in direzione appenninica. I terremoti interessano una profondità compresa tra 12 e 8 km. La struttura delineata dalla sismicità potrebbe corrispondere al sistema di faglia della valle dell’alto Sangro compresa, dal punto di vista della sismicità storica, tra il terremoto del 1915 (Avezzano M 6.7) a nord e il grande terremoto del 1349 (M 6.6) a sud. Altri terremoti storici minori (1654 e 1922) e l’evento del 1984 (M 5.9) si sono verificati nell’intorno della struttura attiva oggi. Negli ultimi 20 anni la sismicità nella zona è stata scarsa e priva di sciami sismici. 

Comunicato dell'8 ottobre 2009 (ore 13) 

Tra la sera del 6 Ottobre e oggi, 8 Ottobre 2009, sono stati registrati alcuni terremoti di M ≥3.0 localizzati in una piccola zona nella provincia di Frosinone. I comuni più vicini all’area epicentrale (entro circa 10 km) sono: Alvito, Broccostella, Campoli Appennino, Fontechiari, Pescosolido, Posta Fibreno, Sora, Vicalvi, tutti in Provincia di Frosinone. I terremoti più forti di questi giorni sono avvenuti l’8 ottobre alle 02:51 02:53 (ore italiane) con M pari a 3.5 e 3.4, rispettivamente. Altri eventi di M =3.0 erano avvenuti il 6 e il 7 ottobre. Nei mesi precedenti, gli eventi più significativi sono avvenuti il 6 Agosto alle 15:36 (M 3.9) e il 30 Settembre alle ore 19:52 (M 3.5). I terremoti di questi giorni, accompagnati da numerosi eventi di magnitudo minore, testimoniano la ripresa di attività microsismica in un area che aveva manifestato un inizio di attività negli ultimi mesi. Gli eventi localizzati nella zona (in tutto una dozzina di eventi di M compresa tra 2.0 e 3.9 e numerose scosse strumentali, fra le quali circa 100 eventi negli ultimi 3 giorni) mostrano un andamento spazio‐temporale di tipo sciame sismico. Le profondità ipocentrali sono quelle tipiche delle zone sismiche dell’Appennino (nei primi 12 km della crosta).  La sismicità interessa la zona colpita dal terremoto distruttivo del 1349 (X grado di intensità) e da allora altre scosse minori riportate nei cataloghi storici ma generalmente inferiori all’VIII grado. Inoltre la zona in questione è adiacente all’area interessata dal terremoto di M 5.9 del 7 Maggio 1984 (Val di Comino). L’attività sismica che registriamo avviene in un contesto sismotettonico ove sono presenti faglie potenzialmente attive e capaci di terremoti di magnitudo pari o superiore a 6, e ricade pertanto in una zona di pericolosità sismica elevata. I Comuni del frusinate sede dell’attività in corso sono inseriti nella I o nella II classe sismica (si veda: http://zonesismiche.mi.ingv.it/ e http://www.protezionecivile.it/cms/attach/editor/Classificazione.jpg )  L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia sta seguendo con attenzione l’evoluzione della sequenza attraverso la Rete Sismica Nazionale, che per l’area in esame presenta una buona 

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accuratezza delle localizzazioni, anche in profondità. Tutte le informazioni sui terremoti principali  vengono comunicate al Dipartimento della Protezione Civile nazionale e pubblicate sul nostro sito: http://www.ingv.it/ e sono visualizzabili su . Le informazioni su tutti i terremoti che registriamo sono consultabili e visualizzabili in carta su: http://iside.rm.ingv.it.     

Rischio sismico  

I precedenti comunicati provengono dal sito dell' Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (www.ingv.it), e ci devono far riflettere di come L' Aquila non sia lontana e di quanto sia vicina una 

la zona tettonica attivaFig.1 Epicentro del sisma  venuto lo scorso ottobre 

uzzo lo scorso aprile, però questo non 

o della 

 ed 

 di Sora. av 

La catena appenninica è una zona attiva dal punto di vista sismico, è pur vero che il versante tirrenico risulta esserlo di meno rispetto a quello adriatico, fatto evidenziato dagli ultimi eventi sismici tragici avvenuti in Umbria‐ Marche nel 1997 e in Abrsignifica che potrebbe essere allo stesso modo pericoloso. Il pericolo sismico è lo studio dei movimenti del suolo del terremoto previsto in ogni puntterra,esso indica l'intensità massima prevista di un terremoto, dunque il pericolo, su una determinata zona. Invece il rischio sismico utilizza i risultati dell'analisi del pericolo sismico, includendovi le probabilità di occorrenza dell'evento. Il rischio sismico è stato definito, dalla maggior parte dei propositi governativi, come conseguenze di un potenziale economico, socialeambientale di eventi pericolosi che possono succedere in un periodo specificato di tempo. Un edificio localizzato in una regione di alto pericolo sismico è a più basso rischio se essa è costruita 

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secondo i principi dell'ingegneria sismica. Si può quindi definre il rischio sismico come il prododella probabilità di occorrenza dell'evento sismico e il livello atteso di scuotimento del suolo (magnitudo o accelerazione di picco)(pericolosità sismica). A ciò andrebbe aggiunto anche un fattore che tiene conto degli eventuali effetti del sito per ottenere l'intensità attesa del altro fattore che tiene conto della robustezza della costruzione secondo le modalità di progettazione e realizzazione dello stesso. Quindi in parole povere il rischio sismico può essere definito come la stima del danno a strutture antropiche o eventuali perdite umane causate, in questo caso, da un evento sismico, in definitiva per abbassare il rischio sismico si deve ridurre l'eventualità di subire il danno, e l'unico modo per farlo è rispettare le norme antisismiche vi

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sisma e un 

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ici, ò 

questo tipo possono essere valutati solo attraverso dettagliate analisi di microzonazione 

 . Si 

 a 2A e 

 

omuni della provincia di Latina e della provincia di Frosinone passano dalla Zona 2 alla Zona 3A. 

visto e considerato che è impossibile ridurre l'energia o arrestare l'innesco di un terremoto. I possibili danneggiamenti in un centro urbano dipendono, oltre che dalla vulnerabilità degli edifsia dalle caratteristiche sismologiche degli eventi, sia dalla geologia e morfologia locale che pudeterminare fenomeni di amplificazione sismica. Questa situazione emerse già in passato, ad esempio con il terremoto di Avezzano del 1915; in quell'occasione i danni nella città di Roma si concentrarono lungo l'alveo del fiume Tevere evidenziando l'influenza dei depositi sedimentari. Effetti di sismica. Un team di ingegneri, geologi, fisici, esperti di statistica e di analisi storico‐ambientali, nell'ambito di una convenzione tra Enea e Regione Lazio, hanno messo a punto una nuova metodologia per la classificazione sismica del territorio regionale. E dovranno tenerne conto progettisti e geologi chesi occupano di pianificazione territoriale, una volta che sarà approvata dalla Giunta regionaletratta di un'analisi della sismicità regionale ai fini dell'individuazione di classi di comuni con situazioni omogenee di scuotibilità in occasione di eventi sismici. Le precedenti Zone Sismiche 2 e 3sono state suddivise in 2 sub‐zone ottenendo così un totale di 5 Zone Sismiche: Zona 1, Zon2B, Zona 3A e 3B. L'analisi conferma l'elevata pericolosità sismica del settore appenninico regionale: il numero di comuni in Zona 1 della provincia di Rieti è sostanzialmente stabile, ma aumenta quello dei comuni della provincia di Frosinone", spiegano gli esperti, "La Zona 2A formauna fascia di comuni a contatto con la Zona 1, mentre la Zona 2B copre gran parte del territorio regionale: numerosi comuni della provincia di Viterbo passano dalla precedente Zona 3 alla Zona 2B così come diversi c

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 Fig.2 Zonazione del rischio sismico della regione Lazio 

   La Città di Fiuggi, come si evince dalla Fig2, ricade nella zona sismica 2B che possiamo definire come mediamente pericolosa, anche se la massima magnitudo per questo settore è di 6 della scala Richter (Terremoto L' Aquila Aprile 2009 M = 5.8). Sarebbe opportuno effettuare uno studio per una microzonazione di rischio sismico all'interno del territorio anticolano interpolando sia i fattori geologici e morfologici del territorio sia lo stato di salute strutturale degli edifici. 

Articolo curato da  

Simone Desiderati  

Per maggiori informazioni e approfondimenti [email protected]