«Ripresa lontana Ma il piano Obama sta dando frutti» · Sul Dalai Lama si è detto pronto a...

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Sudafrica, grave la piaga degli stupri: così vengono «punite» le donne gay JOHANNESBURG. Sta diventando una vera e propria piaga sociale, in Sudafrica, lo stupro di gruppo usato come mezzo per "curare' (e donne lesbiche. Lo denuncia un rapporto dell'Organizzazione non governativa (Ong) ActionAid intitolato «Crimini d'odio: l'aumento dello stupro correttivo in Sudafrica». Sempre più spesso bande di uomini sudafricani attaccano, violentano e in alcuni casi uccidono donne il cui orientamento sessuale è ritenuto una malattia da estirpare. La gravita della situazione è apparsa evidente dopo il caso di Eudy Simelane, calciatrice, lesbica, stuprata e uccisa l'anno scorso. Una vicenda che fece scalpore e che ha attirato l'attenzione delle organizzazioni umanitarie sul problema. La Costituzione sudafricana è peraltro una delle più progressive e il Sudafrica è stato il primo Paese dell'Africa a legalizzare, nel 2006, il matrimonio tra omosessuali. I pregiudizi però restano, soprattutto nelle enormi periferie metropolitane. Solo a Città del Capo, secondo i dati raccolti da ActionAid, ogni settimana sono almeno dieci le lesbiche aggredite e costrette a subire quello che viene definito "stupro correttivo". Dal 1998,31 lesbiche sono state assassinate in Sudafrica da aggressori omofobici, ma la cifra è probabilmente molto al di sotto della realtà. E i crimini di questo tipo sono in continuo aumento.Anche perché, secondo ActionAid, la polizia e la magistratura non riescono quasi mai ad arrestare e a condannare i colpevoli. Solo due dei 31 omicidi sono finiti con un processo e solo in un caso il tribunale ha emesso sentenza di condanna. Spagna, tre coppie di lesbiche avranno figli Supera il trapianto il primo bimbo curato con le cellule del fratellino fatto nascere con la selezione genetica MADRID. Avranno due madri biologiche (e un padre donatore). Fra pochi mesi nasceranno in Spagna i primi tre bambini con due mamme: frutto della legge del 2005 che ha regolarizzato i matrimoni omosessuali e della norma del 2006 sulla fecondazione assistita. Dopo anni di accese polemiche, le leggi approvate durante il primo mandato di José Luis Rodriguez Zapatero cominciano a trasferirsi dal dibattito teorico alla realtà quotidiana della società spagnola. Per ora sono tre le coppie lesbiche in corso di gestazione. La tecnica utilizzata nei tre casi dal Laboratorio Cefer di Barcellona non è particolarmente difficile: la complessità è legale. Ed etica. Il procedimento è simile all'inseminazione artificiale. Una delle due partner si sottopone ad una cura ormonale: al termine le vengono estratti una decina di ovuli. Settantadue ore dopo la fecondazione in vitro - cdn il seme di un donante anonimo - l'embrione viene trasferito nell'utero dell'altra donna, che porterà a termine la gravidanza. «Cerchiamo di fare in modo che il profilo del partecipante maschile nella gestazione sia di razza, peso, altezza, colore di capelli e occhi coerenti con quelli delle future mamme», ha detto candidamente al "Periodico de Catalunya" Simon Marina, direttore del Cefer. Nel caso di coppie non sposate, la donazione di ovuli deve avvenire nell'anonimato. Ma con la riforma del Codice Civile che ha permesso le nozze fra persone dello stesso sesso c'è «la possibilità che le lesbiche possano scambiare i loro ovuli», ha spiegato Marina. Uno dei punti più polemici della legge di fecondazione assistita del 2006 - criticata duramente dalla Chiesa spagnola - fu la diagnosi genetica preimpianto, che implica fa selezione degli embrioni. Il primo bambino generato per curare un fratello maggiore malato di una grave forma di talassemia nacque ad ottobre. A gennaio i medici di Siviglia hanno estratto sangue dal cordone ombelicale di Javier, trapiantando le cellule al fratello Andres, di sette anni. Il bambino «ha superato con successo il trapianto e non ha avuto bisogno di trasfusioni», assicurano fonti dell'ospedale. (M.Cor.) LA SFIDA ECONOMICA II consigliere della Casa Bianca, Lairy Summers, è cauto sul rilancio. «Le spese delle famiglie però si stanno stabilizzando» E il capo statunitense vorrebbe un secondo pacchetto di stimoli WASHINGTON Oggi il faccia a faccia del presidente con Lula E spunta la storia dell'Elian brasiliano conteso Non solo temi regionali, ma anche prospettive globali al centro dell'incontro, oggi alla Casa Bianca, tra Barack Obama e il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva. La scelta del Brasile per il primo incontro di Obama da presidente con un capo di Stato dell'America Latina, è un riconoscimento secondo il sottosegretario di Stato Thomas Shannon, della crescente «influenza nel mondo» dei brasiliani. La visita di Lula arriva nel giorno in cui i media hanno rilanciato la storia di Sean, «l'Elian brasiliano», il bambino di otto anni conteso tra il padre in New Jersey ed il patrigno con cui vive a Rio de Jainero. Obama «comprende la gravita del caso», ha detto Shannon. «Abbiamo espresso con chiarezza la nostra posizione, che questo caso rappresenta una violazione della convenzione dell'Aia e che Sean Goldman deve tornare dal padre» ha detto Shannon, riferendosi al bambino che la madre brasiliana ha portato via dagli Usa 4 anni fa, chiedendo poi dal Brasile il divorzio dal padre. La donna è morta di parto lo scorso agosto e da allora il bambino è stato affidato dalla magistratura brasiliana al patrigno. «Ripresa lontana Ma il piano Obama sta dando frutti» GRUPPO www.gruppore.it IL GRUPPO RE informa RE CARD-METRO ITALIA nnoo oooo ooooo La spesa pesa meno METRO Italia*, punto di riferimento nella Grande distribuzione all'Ingrosso presente su tutto il territorio nazionale con 48 punti vendita, offre a tutti titolari di RE Card uno SCOntO d e l 5 % su alimentari, ortofrutta, detergenza, articoli casalinghi, articoli per ufficio e cancelleria. Ingresso riservato a rivenditori, utilizzatori professionali, titolari di tessera METRO LE CONVENZIONI DI RE CARD METRO SANPEUIGRINO Per informazioni e per richie- dere nuove RE Card chiami il Numero Verde o visiti il sito fNECTA I/MTFC www.respa.it .. C 800-369999 Crisi,la Cina tende la mano agli Usa DA PECHINO L a Cina è pronta a fare la sua par- te per combattere la crisi eco- nomica internazionale e chiede agli Usa di «garantire» i suoi massicci investimenti in titoli di Stato ameri- cani. Lo ha detto il primo ministro ci- nese Wen Jiabao parlando a Pechino nella sua tradizionale conferenza stampa a conclusione dei lavori del- l'Assemblea nazionale del popolo, l'u- nica occasione in cui un alto dirigen- te cinese si sottopone alle domande dei giornalisti cinesi e stranieri. In due ore di conferenza nel Palazzo dell'Assemblea del popolo Wen ha parlato anche di Tibet, di Taiwan e di Corea del Nord. Pechino, ha afferma- to il premier, intende continuare a perseguire l'obiettivo di un tasso di crescita dell'economia dell'8% nel 2009. Anche se «ci saranno delle diffi- coltà», la Cina «ha messo da parte suf- ficienti munizioni» finanziarie per af- frontare i prossimi mesi di crisi, se- condo Wen. Dopo un tempestoso inizio nelle re- lazioni tra Pechino e la nuova ammi- nistrazione americana, il primo mini- stro ha leggermente ammorbidito i to- ni su una delle questioni che Obama II premierWen Jiabao assicura: faremo la nostra parte Sul Dalai Lama si è detto pronto a riprendere il dialogo se «rinuncerà all'indipendenza» Nuove aperture suTaiwan ha sollevato ricevendo a Washington il ministro degli Esteri cinese Yangjie- chi, due giorni fa. La Cina è disposta a riprendere i colloqui con gli inviati del Dalai Lama, il leader tibetano in e- silio, se questi «rinuncerà a persegui- re l'indipendenza» del Tibet. «Con il Dalai Lama - ha detto - biso- gna guardare quello che dice ma an- che quello che fa, la chiave è la since- rità». Il leader tibetano chiede per il territorio quella che definisce una «ge- nuina autonomia», ma Pechino ritie- ne che in realtà il suo progetto sia quello di staccare il Tibet dalla Cina. Secondo Wen «i fatti» hanno dimo- strato che «la politica seguita dalla Ci- na in Tibet è giusta». Rispondendo a una domanda sull'eccezionale dispo- sitivo di sicurezza dispiegato in TiDet in occasione dell'anniversario della ri- volta anticinese del 10 marzo 1959, Wen ha affermato che la situazione nel territorio è «pacifica e stabile». Il primo ministro ha mostrato poi il suo volto preferito, quello "buonista", parlando di Taiwan, l'isola di fatto in- dipendente che Pechino rivendica co- me parte del proprio territorio. «Mi piacerebbe molto visitare Taiwan». Wen Jiabao ha evitato di usare toni pe- santi verso la Corea del Nord, il Paese tradizionalmente alleato della Cina che sta minacciando di effettuare un test missilistico all'inizio di aprile col rischio di far arretrare le trattative per la denuclearizzazione della penisola coreana. Pechino, ha detto, si augura che «tutte le parti in causa» si asten- gano da «azioni che possono aggra- vare le tensione». (EA.) DA NEWYORK ELENA MOLINARI JM È impossibile prevedere la fine di ## J" questa crisi economica». Il pes- m % • simismo arriva dal direttore del Consiglio nazionale economico della Gasa Bianca, Lawrence Summers che ha parlato in un intervento alla Brookings Institution u- no dei think tank più prestigiosi di Washington. «L'Amministrazione Óbama ha varato un program- ma di riforme molto audace per rilanciare l'econo- mia. Ma nessuno può dire quando si vedranno gli ef- fetti», ha detto Summers nel suo discorso. Tuttavia il consigliere del presidente si è detto certo che le mi- sure di stimolo prese per arginare la crisi e rilanciare la macchina, «stiano dando i primi timidi frutti». Se- condo Summers, dopo un fine anno catastrofico per i consumi, «in base ad una serie di indicato- ri le spese delle famiglie sembra- no essersi stabilizzate, un fatto moderatamente incoraggiante». Il consigliere di Barack Obama è convinto che la crisi abbia spin- to ad «un eccesso di paura», un sentimento da spezzare se si vuo- le che l'economia riparta. «La paura chiama la paura», ha detto Summers, secondo cui «questo è il paradosso al centro della crisi finan- ziaria». Ma le famiglie americane restano dubbiose sulla ca- pacità di Washington di risollevarle dalla crisi. Un sondaggio Rasmussen mostra infatti che la maggio- ranza degli americani è convinta che il loro Paese sia avviato verso una nuova Depressione. Consapevole delle loro difficoltà e del rischio di perdere la fiducia popolare, Obama ha passato la giornata di ieri chiu- so alla Casa Bianca, a consiglio con i suoi esperti e- conomici, per capire quali effetti stia avendo il piano di stimolo economico da quasi 800 miliardi di dolla- ri approvato dal Congresso a febbraio e se sia neces- sario lanciarne un altro. Non è un mistero che la Ca- sa Bianca stia valutando l'ipotesi di un secondo pac- chetto di stimolo, mentre Obama ha già presentato al Congresso una finanziaria da 3mila 600 miliardi di dollari per il 2010, che ha avuto un'accoglienza gla- ciale da Camera e Senato. Anche ieri il presidente è emerso da una giornata di consultazioni sostenendo che «per far ripartire l'e- conomia in crisi occorre un pacchetto di stimolo», oltre a rilanciare il sistema creditizio, la riscrittura nel lungo termine di regole finanziare, il coordinamen- to con gli altri Paesi. Accanto aveva il consigliere economico della Casa Bianca Paul Volcker che ha invitato gli americani ad avere pazienza: «È una materia molto complicata an- che solo se ci si limita al settore fi- nanziario-ha detto l'ex capo del- la Federai Reserve - ma ci sono problemi ancora più grandi die- tro il sistema finanziario che ri- chiederanno più tempo per ri- solversi e che non possiamo i- gnorare mentre lavoriamo per u- scire dalla crisi immediata». Da una recente inchiesta con- dotta dal Wall Street Journal tra 49 diversi economisti è emerso inoltre che il 40 per cento ritiene che un secondo pacchetto sia effettiva- mente necessario per favorire la ripresa economica. Dal punto di vista politico è però terreno minato. Mol- ti importanti esponenti democratici non appaiono entusiasti all'idea di mobilitare altre centinaia di mi- liardi dei contribuenti, dopo il pacchetto approvato con la quasi totale contrarietà dei repubblicani. E la stessa speaker della Camera Nancy Pelosi ieri è stata costretta ad aggiustare il tiro. Dopo essersi det- ta disposta a considerare un nuovo pacchetto per il rilancio economico, ha precisato che una tale misu- ra non è «prevista a breve termine».

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Sudafrica, grave la piaga degli stupri:così vengono «punite» le donne gayJOHANNESBURG. Sta diventandouna vera e propria piaga sociale, inSudafrica, lo stupro di gruppo usatocome mezzo per "curare' (e donnelesbiche. Lo denuncia un rapportodell'Organizzazione non governativa(Ong) ActionAid intitolato «Criminid'odio: l'aumento dello stuprocorrettivo in Sudafrica». Sempre piùspesso bande di uomini sudafricaniattaccano, violentano e in alcuni casiuccidono donne il cui orientamentosessuale è ritenuto una malattia daestirpare. La gravita della situazione èapparsa evidente dopo il caso di EudySimelane, calciatrice, lesbica, stuprata euccisa l'anno scorso. Una vicenda chefece scalpore e che ha attiratol'attenzione delle organizzazioniumanitarie sul problema.La Costituzione sudafricana è peraltrouna delle più progressive e il Sudafrica

è stato il primo Paese dell'Africa alegalizzare, nel 2006, il matrimonio traomosessuali. I pregiudizi però restano,soprattutto nelle enormi periferiemetropolitane. Solo a Città del Capo,secondo i dati raccolti da ActionAid,ogni settimana sono almeno dieci lelesbiche aggredite e costrette a subirequello che viene definito "stuprocorrettivo". Dal 1998,31 lesbiche sonostate assassinate in Sudafrica daaggressori omofobici, ma la cifra èprobabilmente molto al di sotto dellarealtà. E i crimini di questo tipo sonoin continuo aumento.Anche perché,secondo ActionAid, la polizia e lamagistratura non riescono quasi maiad arrestare e a condannare i colpevoli.Solo due dei 31 omicidi sono finiti conun processo e solo in un caso iltribunale ha emesso sentenza dicondanna.

Spagna, tre coppie di lesbiche avranno figli

Supera il trapianto il primobimbo curato con le celluledel fratellino fatto nascerecon la selezione genetica

MADRID. Avranno due madribiologiche (e un padre donatore).Fra pochi mesi nasceranno inSpagna i primi tre bambini con duemamme: frutto della legge del2005 che ha regolarizzato imatrimoni omosessuali e dellanorma del 2006 sulla fecondazioneassistita. Dopo anni di accesepolemiche, le leggi approvatedurante il primo mandato di JoséLuis Rodriguez Zapaterocominciano a trasferirsi daldibattito teorico alla realtàquotidiana della società spagnola.Per ora sono tre le coppielesbiche in corso di gestazione. Latecnica utilizzata nei tre casi dalLaboratorio Cefer di Barcellonanon è particolarmente difficile: lacomplessità è legale. Ed etica. Ilprocedimento è simile

all'inseminazione artificiale. Unadelle due partner si sottopone aduna cura ormonale: al termine levengono estratti una decina diovuli. Settantadue ore dopo lafecondazione in vitro - cdn ilseme di un donante anonimo -l'embrione viene trasferitonell'utero dell'altra donna, cheporterà a termine la gravidanza.«Cerchiamo di fare in modo che ilprofilo del partecipante maschilenella gestazione sia di razza, peso,altezza, colore di capelli e occhicoerenti con quelli delle futuremamme», ha detto candidamenteal "Periodico de Catalunya" SimonMarina, direttore del Cefer. Nelcaso di coppie non sposate, ladonazione di ovuli deve avvenirenell'anonimato. Ma con la riformadel Codice Civile che ha permesso

le nozze fra persone dello stessosesso c'è «la possibilità che lelesbiche possano scambiare i loroovuli», ha spiegato Marina. Uno deipunti più polemici della legge difecondazione assistita del 2006 -criticata duramente dalla Chiesaspagnola - fu la diagnosi geneticapreimpianto, che implica faselezione degli embrioni. Il primobambino generato per curare unfratello maggiore malato di unagrave forma di talassemia nacquead ottobre. A gennaio i medici diSiviglia hanno estratto sangue dalcordone ombelicale di Javier,trapiantando le cellule al fratelloAndres, di sette anni. Il bambino«ha superato con successo iltrapianto e non ha avuto bisognodi trasfusioni», assicurano fontidell'ospedale. (M.Cor.)

LA SFIDAECONOMICA

II consigliere della CasaBianca, Lairy Summers,è cauto sul rilancio. «Lespese delle famiglie però

si stanno stabilizzando»E il capo statunitensevorrebbe un secondopacchetto di stimoli

WASHINGTON

Oggi il faccia a faccia del presidente con LulaE spunta la storia dell'Elian brasiliano contesoNon solo temi regionali, ma anche prospettiveglobali al centro dell'incontro, oggi alla Casa Bianca,tra Barack Obama e il presidente brasiliano LuizInacio Lula da Silva. La scelta del Brasile per il primoincontro di Obama da presidente con un capo diStato dell'America Latina, è un riconoscimentosecondo il sottosegretario di Stato Thomas Shannon,della crescente «influenza nel mondo» dei brasiliani.La visita di Lula arriva nel giorno in cui i mediahanno rilanciato la storia di Sean, «l'Elian brasiliano»,il bambino di otto anni conteso tra il padre in NewJersey ed il patrigno con cui vive a Rio de Jainero.Obama «comprende la gravita del caso», ha dettoShannon. «Abbiamo espresso con chiarezza lanostra posizione, che questo caso rappresenta unaviolazione della convenzione dell'Aia e che SeanGoldman deve tornare dal padre» ha detto Shannon,riferendosi al bambino che la madre brasiliana haportato via dagli Usa 4 anni fa, chiedendo poi dalBrasile il divorzio dal padre. La donna è morta diparto lo scorso agosto e da allora il bambino è statoaffidato dalla magistratura brasiliana al patrigno.

«Ripresa lontanaMa il piano Obamasta dando frutti»

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www.gruppore.itIL GRUPPO RE informa

RE CARD-METRO ITALIA

nnoo oooo ooooo

La spesa pesa menoMETRO Italia*, punto di riferimento nella

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Ingresso riservato a rivenditori, utilizzatoriprofessionali, titolari di tessera METRO

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Crisi, la Cina tende la mano agli UsaDA PECHINO

L a Cina è pronta a fare la sua par-te per combattere la crisi eco-nomica internazionale e chiede

agli Usa di «garantire» i suoi massicciinvestimenti in titoli di Stato ameri-cani. Lo ha detto il primo ministro ci-nese Wen Jiabao parlando a Pechinonella sua tradizionale conferenzastampa a conclusione dei lavori del-l'Assemblea nazionale del popolo, l'u-nica occasione in cui un alto dirigen-te cinese si sottopone alle domandedei giornalisti cinesi e stranieri.In due ore di conferenza nel Palazzodell'Assemblea del popolo Wen haparlato anche di Tibet, di Taiwan e diCorea del Nord. Pechino, ha afferma-to il premier, intende continuare aperseguire l'obiettivo di un tasso dicrescita dell'economia dell'8% nel2009. Anche se «ci saranno delle diffi-coltà», la Cina «ha messo da parte suf-ficienti munizioni» finanziarie per af-frontare i prossimi mesi di crisi, se-condo Wen.

Dopo un tempestoso inizio nelle re-lazioni tra Pechino e la nuova ammi-nistrazione americana, il primo mini-stro ha leggermente ammorbidito i to-ni su una delle questioni che Obama

II premierWen Jiabao assicura:faremo la nostra parteSul Dalai Lama si è detto prontoa riprendere il dialogose «rinuncerà all'indipendenza»Nuove aperture suTaiwan

ha sollevato ricevendo a Washingtonil ministro degli Esteri cinese Yangjie-chi, due giorni fa. La Cina è dispostaa riprendere i colloqui con gli inviatidel Dalai Lama, il leader tibetano in e-silio, se questi «rinuncerà a persegui-re l'indipendenza» del Tibet.«Con il Dalai Lama - ha detto - biso-gna guardare quello che dice ma an-

che quello che fa, la chiave è la since-rità». Il leader tibetano chiede per ilterritorio quella che definisce una «ge-nuina autonomia», ma Pechino ritie-ne che in realtà il suo progetto siaquello di staccare il Tibet dalla Cina.Secondo Wen «i fatti» hanno dimo-strato che «la politica seguita dalla Ci-na in Tibet è giusta». Rispondendo auna domanda sull'eccezionale dispo-sitivo di sicurezza dispiegato in TiDetin occasione dell'anniversario della ri-volta anticinese del 10 marzo 1959,Wen ha affermato che la situazionenel territorio è «pacifica e stabile».Il primo ministro ha mostrato poi ilsuo volto preferito, quello "buonista",parlando di Taiwan, l'isola di fatto in-dipendente che Pechino rivendica co-me parte del proprio territorio. «Mipiacerebbe molto visitare Taiwan».Wen Jiabao ha evitato di usare toni pe-santi verso la Corea del Nord, il Paesetradizionalmente alleato della Cinache sta minacciando di effettuare untest missilistico all'inizio di aprile colrischio di far arretrare le trattative perla denuclearizzazione della penisolacoreana. Pechino, ha detto, si augurache «tutte le parti in causa» si asten-gano da «azioni che possono aggra-vare le tensione». (EA.)

DA N E W YORK ELENA MOLINARI

J M È impossibile prevedere la fine di# # J " questa crisi economica». Il pes-m % • simismo arriva dal direttore del

Consiglio nazionale economico della GasaBianca, Lawrence Summers che ha parlatoin un intervento alla Brookings Institution u-

no dei think tank più prestigiosi di Washington.«L'Amministrazione Óbama ha varato un program-ma di riforme molto audace per rilanciare l'econo-mia. Ma nessuno può dire quando si vedranno gli ef-fetti», ha detto Summers nel suo discorso. Tuttavia ilconsigliere del presidente si è detto certo che le mi-sure di stimolo prese per arginare la crisi e rilanciarela macchina, «stiano dando i primi timidi frutti». Se-condo Summers, dopo un fineanno catastrofico per i consumi,«in base ad una serie di indicato-ri le spese delle famiglie sembra-no essersi stabilizzate, un fattomoderatamente incoraggiante».Il consigliere di Barack Obama èconvinto che la crisi abbia spin-to ad «un eccesso di paura», unsentimento da spezzare se si vuo-le che l'economia riparta. «Lapaura chiama la paura», ha detto Summers, secondocui «questo è il paradosso al centro della crisi finan-ziaria».

Ma le famiglie americane restano dubbiose sulla ca-pacità di Washington di risollevarle dalla crisi. Unsondaggio Rasmussen mostra infatti che la maggio-ranza degli americani è convinta che il loro Paese siaavviato verso una nuova Depressione. Consapevoledelle loro difficoltà e del rischio di perdere la fiduciapopolare, Obama ha passato la giornata di ieri chiu-so alla Casa Bianca, a consiglio con i suoi esperti e-conomici, per capire quali effetti stia avendo il pianodi stimolo economico da quasi 800 miliardi di dolla-

ri approvato dal Congresso a febbraio e se sia neces-sario lanciarne un altro. Non è un mistero che la Ca-sa Bianca stia valutando l'ipotesi di un secondo pac-chetto di stimolo, mentre Obama ha già presentatoal Congresso una finanziaria da 3mila 600 miliardi didollari per il 2010, che ha avuto un'accoglienza gla-ciale da Camera e Senato.Anche ieri il presidente è emerso da una giornata diconsultazioni sostenendo che «per far ripartire l'e-conomia in crisi occorre un pacchetto di stimolo»,oltre a rilanciare il sistema creditizio, la riscrittura nellungo termine di regole finanziare, il coordinamen-to con gli altri Paesi.Accanto aveva il consigliere economico della CasaBianca Paul Volcker che ha invitato gli americani adavere pazienza: «È una materia molto complicata an-

che solo se ci si limita al settore fi-nanziario-ha detto l'ex capo del-la Federai Reserve - ma ci sonoproblemi ancora più grandi die-tro il sistema finanziario che ri-chiederanno più tempo per ri-solversi e che non possiamo i-gnorare mentre lavoriamo per u-scire dalla crisi immediata».Da una recente inchiesta con-dotta dal Wall Street Journal tra

49 diversi economisti è emerso inoltre che il 40 percento ritiene che un secondo pacchetto sia effettiva-mente necessario per favorire la ripresa economica.Dal punto di vista politico è però terreno minato. Mol-ti importanti esponenti democratici non appaionoentusiasti all'idea di mobilitare altre centinaia di mi-liardi dei contribuenti, dopo il pacchetto approvatocon la quasi totale contrarietà dei repubblicani.E la stessa speaker della Camera Nancy Pelosi ieri èstata costretta ad aggiustare il tiro. Dopo essersi det-ta disposta a considerare un nuovo pacchetto per ilrilancio economico, ha precisato che una tale misu-ra non è «prevista a breve termine».