Rimini IN Magazine – 02/2011

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Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 20/12/2000 n. 34- E 3,00 Anno XI - N. 2 - APRILE 2011 Rimini www.inmagazine.it Amministrative Una poltrona per dodici Andrea Zafferani Ventisette anni, Capo di Stato Raffaele Liuzzi In tavola con classe e ironia Guerra La musica della vita, come in un film Andrea Ph. Dirk Vogel

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Anno XI - N. 2 - APRILE 2011

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Andrea Zafferani Ventisette anni, Capo di Stato

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| EDITORIALE di Andrea Masotti |

Sommario

Le musiche di Andrea Guerra fan-no da colonna sonora al Rimini In. Dopo questo avvio da Oscar ambien-tato negli States torniamo verso casa, proiettandoci nel futuro amministra-tivo della città con i dodici candidati a sindaco per Rimini. Tempo di ele-zioni anche a Cattolica, Montescu-do, Pennabilli e Novafeltria, mentre a San Marino si è da poco concluso il semestre di reggenza del 27enne An-drea Zafferani. I piccoli Stati diventa-no spunto per il percorso creativo di Rita Canarezza e Pier Paolo Coro; a seguire i progetti del Soroptimist di Rimini e un tuffo nell’architettura, da un appartamento per le vacanze allo Studio Cumo-Mori-Roversi, fino

alle ville di inizio ‘900 di Viserba e Viserbella. Un incontro con i pro-fessionisti della medicina e chirurgia estetica ci porta nell’ambito del be-nessere; parliamo di sport, invece, con la sfida scudetto nel baseball e la vela del Reggini sailing team. Con lo chef Raffaele Liuzzi assaporiamo l’alta cucina, mentre Alice Berni ci porta dentro la musica contempora-nea. Poi la moda a Riccione, una se-rata benefica e l’evento su sicurezza e rischio sismico. Con questo nume-ro di Rimini In facciamo anche un “in bocca al lupo” ad Andrea Biondi, passato ad altro incarico, e un benve-nuto a Roberta Brunazzi, che prende il suo posto in redazione.

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Stampa: Graph S.N.C. - San Leo (PU)

Direttore Responsabile: Andrea Masotti

Redazione centrale: Andrea Biondi, Roberta Brunazzi, Mariavittoria Andrini

Progetto grafico: Lisa Tagliaferri

Impaginazione: Sabrina Montefiori

Controllo produzione e qualità: Isabella Fazioli

Ufficio commerciale: Irena Coso

Collaboratori: Graziella Biagetti, Franco Cavalli, Alberto Crescentini, Claudia Gelmini, Marina Giannini, Alessandra Leardini, Lucia Lombardi, Milena Massani, Massimo Morandi, Maria Cristina Muccioli, Stefano Rossini, Lucia Rughi, Manuel Spadazzi

Fotografi: Mario Flores, Riccardo Gallini, Filippo Pruccoli

Chiuso per la stampa il 27/04/2011

Edizioni IN MAGAZINE S.R.L.

Redazione e amministrazione: Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47100 Forlì tel. 0543.798463 - fax 0543.774044

[email protected]

12 Annotare Brevi IN24 Essere Andrea Guerra30 Amministrare Elezioni comunali41 Governare Andrea Zafferani 46 Creare Canarezza e Coro50 Sostenere Soroptimist Rimini52 Abitare Appartamento per le vacanze57 Costruire Studio Cumo-Mori-Roversi60 Rivivere Le ville di Viserba e Viserbella

65 Curare Medicina e chirurgia estetica70 Giocare Baseball 74 Navigare Reggini sailing team76 Degustare Raffaele Liuzzi78 Comporre Alice Berni80 Vestire Riccione Preview 81 Associare Serata di beneficenza82 Prevenire “Io non tremo”

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Enrico Luccioni con i Giovani di Confindustria

Rimini - Enrico Luccioni, presidente dell’omonimo Gruppo leader mondiale in diversi settori, è

stato l’ospite d’onore della cena organizzata dai Giovani Imprenditori

di Confindustria Rimini, tenuta lo scorso 29 marzo all’Hotel Le

Meridién. “Un momento di confronto molto utile per noi giovani - afferma il presidente Alessandro Formica -

che ci ha offerto interessanti spunti e stimoli imprenditoriali”.

Giochi Titano, nuova Poker Room

San Marino - L’obiettivo è quello di restituire ai players il piacere di

tenere in mano le carte, i gettoni, e guardare gli avversari negli occhi.

È nata così la nuova Poker Room di Giochi del Titano, aperta tutte le sere

e con un ricco programma di eventi consultabile su www.gtpoker.sm,

dov’è possibile anche prenotarsi per i singoli tornei.

Novant’anni per la Banca di Rimini

Rimini - La Banca di Rimini ha festeggiato i primi novant’anni di

attività il 10 aprile scorso. Gli auguri allo storico istituto di credito sono

arrivati da Stefano Vitali, Presidente della Provincia di Rimini, che ha

incontrato i vertici della Banca nella sede centrale di via Garibaldi. Durante

l’incontro, il Presidente del Consiglio di Amministrazione Cesare Frisoni e il

Direttore Generale Giancarlo Morelli hanno omaggiato Vitali con targhe commemorative sui 90 anni della

banca riminese. Frisoni ha annunciato inoltre l’avvio di varie iniziative

organizzate dalla Banca per onorare questo importante traguardo. (F.Ri.)

Moda e spazio incontro in Fonderia

Riccione - Da un nuovo concept sca-turito dalla ricerca di Oscar Del Bian-co, seguito da un gruppo di commer-cianti e creativi, è uscita l’ennesima sfida commerciale dove si sono incon-trate esperienze e tipologie diverse in un divertente mix di offerte. Lo spazio si chiama “Fonderia” (nome inventato da Benny D.com) ed ospita i 13 corner che hanno aderito al pro-getto realizzato nell’ex sede del Block 60 in via Milano. “Fonderia” vuole es-sere un low cost per un pubblico gio-vane e ricettivo, attento a coniugare

prezzo e moda dall’abbigliamento, alle scarpe, ai profumi, dagli articoli sportivi all’I-tech oltre a tante altre offerte, con prezzi accessibili a tutti. La filosofia del locale va oltre al tradi-zionale negozio per diventare anche uno spazio d’incontro e confronto di una realtà commerciale in continuo cambiamento. A completare la lista dei negozi ci sono Oscar abbigliamen-to, Jack e Jones, Gaudenzi, Fumetti, My Closet, Tamagnini, Black Sheep, Giulietti & Guerra, Spadarella, Pieces e Blind box. (M.G.)

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Smart elettrica in Piazza Cavour

Rimini - Presentata il 25 marzo in piazza Cavour l’anteprima della Smart Elettrica, la prima vettura al 100% elettrica, dotata di un motore da 30 kW a “zero emissioni” equipag-giata con l’innovativa batteria agli ioni, che garantisce una percorrenza di 135 km. La nuova Smart sarà di-sponibile dal 2012. All’evento hanno partecipato Domenico Pronti, titola-re di AutoPronti e Alberto Ravaioli, sindaco di Rimini. (M.A.)

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Carlton Myers saluta il Basket

Rimini - L’abbraccio dei fans per Carl-ton Myers, cestista che lascia il mondo del basket dopo una lunga e brillante carriera. Myers ha salutato gli amici lo scorso 30 marzo nell’Auditorium di San Patrignano, alla presenza di oltre 1500 persone che lo hanno seguito lungo tutto il suo percorso sportivo. In platea, oltre ai tanti amici, anche il presidente della Federazione Ita-liana Pallacanestro, Dino Meneghin, con Valentino Renzi e Marco Bona-mico. La scelta della location è stata un omaggio a Rimini, che ha visto i primi passi del campione nel mondo del basket. Primo atleta di colore a fare da portabandiera dell’Italia alle Olimpiadi di Sidney, Carlton Myers ha raggiunto l’apice della carriera nel 2000 con la Fortitudo, trascinata

dal campione verso il primo scudet-to. Capitano della Nazionale azzurra negli anni Novanta, ha partecipato a diversi Europei arrivando, nel 1999, a vincere l’oro in maglia azzurra, all’Europeo di Parigi. Abbandonato il basket, ma solo professionalmen-te, Carlton si occuperà ora della sua agenzia, la B-Side. (F.Ri)

Ducati storiche in pista

Misano - Un tuffo nel passato al Misano World Circuit. In pista sono tornati due gioielli della produzione

Ducati, per un servizio fotografico della rivista Motociclismo d’Epoca.

Sono la Ducati 750 F1, messa a disposizione dal Museo Ducati e la Ducati Eagle, pezzo unico, messa

a disposizione dal collezionista riccionese Giancarlo Rossi.

Restauro per “La grande prua”

Rimini - Restaurata “La grande prua”, grande scultura di Arnaldo Pomodoro

posta sulla tomba di Federico Fellini, nel cimitero civico riminese.

L’iniziativa è a cura del Ladies’ Circle di Rimini: dopo 17 anni il monumento

necessitava di un accurato programma di restauro conservativo,

che è stato affidato all’artigiano veronese Agostino Ragusa, a capo

di un gruppo di tecnici specializzati in questi interventi. La raccolta

fondi per questo service, avviata dal Ladies’ Circle sotto la presidenza di Catia Drudi, ha raggiunto l’obiettivo

quest’anno con la presidente Simona Menghi Sartorio. I lavori di restauro

sono stati realizzati in collaborazione con l’Assessorato ai Lavori Pubblici

ed Anthea. (R.B.)

Oltremateria, abitare Ecosostenibile

Torino - Il 150° anniversario dell’Uni-tà d’Italia porta alla ribalta la città di Torino, che diviene palcoscenico di passato, presente e futuro per le eccel-lenze del Paese. Capolavori artistici, creatività, innovazione, moda, qua-lità della vita, storia, cibo, paesaggio riuniti in “Esperienza Italia”, con un fitto calendario che ha preso il via il 17 marzo e prosegue per tutto il 2011 nelle Officine Grandi Riparazioni e alla Venaria Reale. In questo straordi-

nario contesto si colloca l’esposizione di materiali in cui è compresa la pre-senza di Oltremateria, organizzata da Material ConneXion in collaborazio-ne con la rivista Wired. La mostra, che fa parte della “Sezione Abitare” della “Stazione Futuro”, presenta ora super-fici e 3D; da maggio a luglio si parla invece di sostenibilità ed efficienza energetica, da luglio a settembre di processi e trame, per concludere a fine anno con una sezione dedicata a luce, trasparenza e traslucidità. Il progetto Oltremateria, nato e svilup-pato a San Giovanni in Marignano da Loris Casalboni (nella foto) come punto di riferimento per l’abitare eco-sostenibile, è stato presente anche al Salone del Mobile di Milano nell’am-bito di “Itinerario Sostenibile”, che ha raccolto il miglior eco-design a basso impatto ambientale.

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Pro-tech al servizio della sicurezza

Rimini - Pro-Tech, l’azienda riminese leader nel settore della sicurezza, ha sviluppato in questi

ultimi anni avanzate tecnologie nella realizzazione di impianti utili a garantire la sicurezza di aziende ma anche di privati cittadini, utilizzando

telecamere con i tradizionali rivelatori di pericolo e garantendo

una puntuale e indispensabile manutenzione. Utilizzando la

tecnologia legata alla rete che, come spiega il titolare, l’ing. Aldo Menghi

Sartorio (nella foto), “consente di incrementare la sicurezza, gestirla

con facilità e anche a distanza”.

Nuovi talenti al “Città di Riccione”

Riccione - Si è concluso il 20 marzo il IX Concorso nazionale di esecuzione

musicale “Città di Riccione” per solisti e formazioni cameristiche. Promotore

dell’evento è l’Istituto Musicale di Riccione, che da anni valorizza la

cultura musicale del territorio. La giuria di qualità, composta da artisti

di fama internazionale quali Pier Narciso Masi, Alfredo Speranza,

Sergio Preticaroli e Pietro De Maria, ha proclamato vincitore il pianista

Stefano Guarascio, 22 anni di Lecce, e premiato con una menzione speciale

la piccola Cristina Cazac, di soli 8 anni, che ha primeggiato nel pianoforte e nel violino. L’assessore alla Cultura Maria

Iole Pelliccioni ha consegnato premi e attestati, dopo il concerto finale

all’Auditorium “Rita Levi Montalcini” del Liceo Volta di Riccione. (F.Ri)

Moda e sport insieme per “Dicuore”

Rimini - Grandi firme per la solidarie-tà con “Dicuore”, giornata di raccolta fondi tenuta il 3 aprile scorso a favore di AROP onlus, associazione presie-duta da Roberto Romagnoli che ope-ra a sostegno dell’Unità Operativa di Pediatria dell’Ospedale “Infermi” di Rimini. Ideatrice e motore dell’i-niziativa Luisa Severi, titolare delle boutique Luisa Rimini, affiancata da molte aziende e volontari che hanno preso parte al mercatino di benefi-cenza con vendita di capi e accessori

delle migliori firme per uomo, donna e bambino e tanti altri prodotti d’ec-cellenza. In vendita anche T-Shirt autografate da campioni dello sport come Alex Del Piero, Alessandro Ma-tri, Francesco Totti, Valentino Rossi e l’intero team dei Crabs. Forte par-tecipazione hanno riscosso anche i laboratori creativi per bambini cura-ti da “Le Terre” di Veronica Zavoli e dalla cooperativa “Le Radici e le Ali”, così come l’aperitivo musicale con dj set della performer NicoNote. (F.Ri)

Rimini - L’aerosol art e la bomboletta del writer di fama internazionale Da-vid Eron Salvadei scelti per rappre-sentare Rimini sul tradizionale ma-nifesto che ogni anno accompagna il lancio della stagione turistica estiva. Eron si aggiunge così alla serie di arti-sti che si prestano a questa tradizione riminese, nata negli anni Venti per inaugurare il periodo balneare. Più volte eletto “miglior writer italiano”, per l’occasione l’artista ha creato un dipinto a vernice spray su tela di grande impatto. L’opera rientra nel suo ultimo progetto artistico intitola-to “Mindscape”, che ricerca la consi-stenza fisica dei pensieri attraverso la convivenza di disegno, scrittura e rea-

lismo. Molto noto per i suoi trascorsi artistici locali, ad Eron era già stato af-fidato il compito di valorizzare Rimini attraverso l’arte dei graffiti, con cui ha decorato, nel 2004, oltre 200 metri di muro di cinta sul porto canale.

Il tramonto di Eron racconta Rimini

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Sunrise, idee e organizzazione

Monte Colombo - Sunrise Management è una società

consulente esperta nell’ideazione, organizzazione e gestione di eventi e matrimoni, cene aziendali, eventi

privati, fiere, meeting e convegni. Tra gli impegni recenti di Sunrise c’è l’organizzazione della prima edizione del trofeo Repubblica di San Marino - Sunrise Cup, in programma dal 2 al 5 giugno. www.sunrisemanagement.it

Blanco in mostra alla Clinica Merli

Rimini - L’artista santarcangiolese Leonardo Blanco protagonista della mostra allestita nella sala d’attesa

della Clinica Merli, inaugurata il 15 aprile scorso. Autore di pitture,

sculture e installazioni, Blanco è conosciuto in tutto il mondo per la

pittura densa di vibrazioni cromatiche che donano alle sue opere grande

energia. L’evento inaugurale è stato accompagnato dalla musica dell’arpista Agnese Contadini. Le

opere di Blanco, in esposizione anche negli ambienti della vicina

Nuova Ricerca, sono state concepite appositamente per le sale che le ospitano, e saranno visibili fino a

giugno. (F.Ri.)

Suit 26, nuova proposta su Misura

Riccione - Velluti che rivestono un’intera parete, che all’occorrenza si chiudono per creare un’elegante area prova per farsi tagliare e confe-zionare abiti su misura; e poi quin-te trattate vintage nell’area vetrine, specchi rilevati da vecchie sartorie, fari teatrali che scendono dal soffitto. Tutti oggetti ricercati che contrad-distinguono l’interno della sartoria per uomo che ha le proprie vetrine affacciate in via Panoramica, al nu-mero civico 26. Esposti nelle pareti capi di abbiglia-mento uomo e donna più attuali, frutto di un’accurata opera di ricer-ca e selezione da parte dei giovani titolari Andrea Monaldini e Roberto Casadio, che per tutta la cura dell’im-magine si sono affidati alla professio-nalità dell’architetto Monica Gasperi-ni di Cattolica. (M.G.)

Porche in Black, Edizione 911

Pesaro - Presentata in anteprima la nuova Porche 911 Black Edition, du-rante un evento che ha visto riunirsi lo scorso 25 marzo un gruppo di ap-passionati al Centro Porsche Augu-sto Gabellini di Pesaro. La nuova 911 Black Edition, edizione limitata in soli 1911 esemplari, è stata presentata da Juri Gabellini, che ha illustrato tutte le caratteristiche tecniche dell’auto, contrassegnata dal ricorrente utilizzo del colore nero, che dona eleganza e raffinatezza all’auto sportiva. Ospi-ti della serata anche i partecipanti del “Cayenne Artic Route”, diretti in Alaska. Stefano Vichi, organizzatore dell’evento, ha spiegato ai presenti il significato del Cayenne Artic Route, un’esperienza totale fatta di gente che per qualche giorno all’anno to-

glie i consueti panni dell’imprendi-tore o del professionista ed indossa quelli da esploratore percorrendo centinaia di chilometri al giorno tra il Canada e l’Alaska, con la voglia smo-data di attraversare sentieri tortuosi alla ricerca di luoghi e ambienti in-contaminati. Naturalmente a bordo di una Porsche Cayenne. (F.Ri)

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Mister Nut sui treni ad alta velocità

Rimini - Nuova importante partnership per l’azienda riminese

New Factor, leader nella lavorazione e commercializzazione di snack naturali a base di frutta secca e sgusciata. Grazie ad un accordo

siglato con Ferrovie dello Stato ne diventa fornitore con il marchio

Mister Nut, che sarà distribuito su tutti i treni ad alta velocità. Per le qualità alimentari delle arachidi e

per la loro praticità, gli snack a base di frutta secca sono gli alimenti

preferiti dai viaggiatori. Per questo New Factor, già legato ad Alitalia,

ha pensato di inserire i suoi snack anche nella gamma di distribuzione

dei prodotti dei treni ad alta velocità. L’azienda riminese, da sempre

attenta alla cultura del mangiar sano e della buona alimentazione, è

anche fra i protagonisti di “Squisito”, manifestazione che si svolge ogni

anno a San Patrignano, dedicata ai nuovi sapori e alle tradizioni della

cucina locale. (F.Ri)

Musica e prosa per una ricerca intimistica

Montefiore Conca - Il duo Matteo Setti & Mario Nocelli si è esibito il

16 aprile scorso al teatro comunale Malatesta di Montefiore Conca con lo spettacolo “Diventa ciò che sei”,

originale connubio di esperienze artistiche che spaziano dalla musica

alla prosa, a rappresentare “l’infinita lotta fra ragione e sentimento”.

Pasquinelli presidente della Fondazione Carim

Rimini - Massimo Pasquinelli e Bruno Vernocchi sono il nuovo presidente e vice presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini. Ad eleggerli con ampio consenso è sta-to il nuovo Consiglio Generale della Fondazione Carim, insediatosi il 4

aprile scorso. Pasquinelli e Vernoc-chi ricopriranno tali incarichi per i prossimi cinque anni. Le nomine per completare la formazione del Consi-glio Generale, composto da diciotto membri, sono affidate all’Assemblea dei Soci della Fondazione. (F.Ri)

Nuova “Ortensia” a Marina Centro

Rimini - Un nuovo concept store di abbigliamento e accessori per donna anima Marina Centro. È “Ortensia”, nel cuore di Rimini, in viale Vespuc-ci 9/a. Roberto Russo, il titolare, ha realizzato il completo restyling del negozio di famiglia, conosciuto con il nome “Bellissima”, che vanta una storia trentacinquennale a Marina Centro. La ristrutturazione ha visto la nascita di “Ortensia”, nuovo e mo-

derno store che conserva la voglia di rendere Marina Centro un punto di riferimento per i cittadini, i turisti ed i congressisti. Roberto Russo, che a Bologna gestisce anche uno Show Room, ha raccolto ad “Ortensia” mar-chi come Peserico, Feyem, Altea, Kan-gra, La Fabrique, per citarne alcuni. Per il prossimo futuro, oltre a nuove griffe, sono in arrivo anche scarpe e altri accessori per donna. (F.Ri.)

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Pinguini innamorati a Cattolica

Cattolica - Arriva la primavera e all’Acquario di Cattolica nascono i primi amori. Gli innamorati sono i pinguini, dodici esemplari, che stan-no formando le prime coppie dopo corteggiamenti ricchi di rituali da parte del maschio verso la femmina, che sarà sua compagna per tutta la vita. La prima coppia fissa, formata da Babba e Lalla, ha già scelto il nido, e ogni giorno lo prepara alla cova ag-giungendo detriti, sassi e ramoscelli. Tutto è pronto per le prime deposi-zioni di uova, solitamente due, che saranno covate sia dal maschio sia dalla femmina. La colonia dei pingui-ni di Humbolt è arrivata a Cattolica lo scorso anno e fa parte di un progetto di salvaguardia e conservazione delle specie in pericolo di estinzione, pro-

mosso e coordinato dall’Associazione Europea Zoo ed Acquari. Proprio per l’eccezionalità dell’evento all’Acqua-rio cattolicese tutti attendono con an-sia la deposizione del primo uovo e la nascita di nuovi elementi che contri-buiranno ad ampliare questa piccola famiglia. (F.Ri)

Annigliato al comando del 7° reggimento Aviazione Rimini - Cambio della guardia al verti-ce del 7° reggimento Aviazione dell’E-sercito “Vega”. Lo scorso 25 marzo, presso l’aeroporto G. Vassura di Rimi-ni, il colonnello pilota Bartolomeo Poli-dori, dopo più di un anno di comando, ha passato le consegne al colonnello pilota Salvatore Annigliato. Polidori lascia questo incarico e assume il co-mando dell’Aviation Battalion, unità di volo che gestisce le operazioni degli

elicotteri dell’esercito in Afghanistan. L’incarico arriva dopo un periodo di intenso lavoro di preparazione per pi-loti e tecnici, in vista dell’acquisizione dei nuovi elicotteri NH90 da parte del 7° reggimento. Il nuovo comandante Annigliato, di origini napoletane, pro-viene dallo stato maggiore della Difesa, per il quale ha seguito lo sviluppo dei concetti per la trasformazione delle Forze Armate. (F.Ri.)

Acqua: Madre, Mare, Memoria

San Marino - Si è svolto il 14 aprile al Teatro Titano di San Marino lo

spettacolo “Acqua”, nato per evocare la dimensione sacra e spirituale che

questo elemento ha sempre significato in ogni cultura. Al pianoforte Delilah Gutman, alla viola Angelo Cicillini. In

scena anche i danzatori Vittorio Colella, Melissa Cosseta e Sara Muccioli. (M.A.)

San Marino ricorda i deportati

San Marino - San Marino premia i cittadini italiani, militari e civili,

deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro forzato durante

la seconda guerra mondiale. La premiazione si è svolta il 14 aprile alla

presenza dell’Ambasciatore d’Italia. Medaglie d’onore a Nino Imola,

Domenico Buscarini e ai famigliari di Volturno Rebosio, Domenico Rossi,

Werther Vincenti, Francesco Giannini, Dante Roccoli, Luigi Contucci e don

Decio Foschi. Consegnata anche l’onorificenza O.M.R.I., nel grado di

Cavaliere Ufficiale, al Cav. Amelio Lazzarini. (F.Ri)

Da Raffaello a Kandinsky, nel 2012

Rimini - Va da Raffaello a Kandisky la grande mostra in programma a

Rimini, nelle sale di Castel Sismondo, dal 21 gennaio al 3 giugno 2012. La

mostra, promossa dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Rimini e curata

da “Linea d’Ombra”, presenterà un centinaio di capolavori della pittura dal

‘400 al ‘900 provenienti da 35 musei europei e americani, e sarà articolata

in nove sezioni dedicate, ognuna, al meglio dell’espressione della storia

dell’arte del secolo di riferimento. Prevista anche una sezione dedicata

all’arte contemporanea. (M.A.)

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Essere | Andrea Guerra

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Tra Los Angeles e New York si muove Andrea Guerra, pluripremiato compositore di colonne sonore e brani per grandi artisti internazionali. Scritti con tutta la leggerezza, l’ironia e la sobrietà ereditate da Santarcangelo di Romagna.

testo Manuel Spadazzi

Un giorno, a Los Angeles, in preda alla nostalgia, si è messo a cuoce-re una piadina nella sua camera d’albergo. “Purtroppo la piada è bruciata, c’è stato un po’ di fumo, e dopo pochi secondi un pompie-re ha bussato alla mia porta, con un’ascia in mano…”. Era una delle prime volte di Andrea Guerra in California. Oggi gli Stati Uniti, per il grande musicista e compositore di Santar-cangelo, sono diventati quasi la seconda patria. “Ma l’ideale è poi tornare in Italia, dove ho la mia fa-miglia, tanti amici”. Il lavoro, quel-lo non manca davvero: dopo aver incantato il cinema italiano con le sue colonne sonore, lavorando con alcuni dei più grandi registi e collezionando premi su premi (tra cui il David di Donatello, nel 2003, per La finestra di fronte di Ferzan Ozpetek) è diventato richiestissi-mo anche oltre Oceano. Decisiva è stata la collaborazione nel 2004 con Terry George, per la colonna sonora di Hotel Rwanda. Le musi-

che gli sono valse addirittura le no-mination ai Grammy e ai Golden Globe. Poi la consacrazione, nel 2006, con le musiche scritte per il primo film ‘americano’ di Gabriele Muccino, La ricerca della felicità, la pellicola campione di incassi con Will Smith.Davvero non ha mai pensato di an-dare a vivere negli Stati Uniti?“In realtà ci ho pensato a trasfe-rirmi là, anche se già adesso passo molti mesi tra Los Angeles e New York. Ma anche se è molto attra-ente, vivere in America sarebbe innaturale per me. Là non è tutto ‘red carpet’ o eventi, ci sono anche molte contraddizioni”.Intanto però gli ultimi film a cui ha lavorato sono tutti americani… Pensa di aver scoperto ogni ‘segre-to’ di Hollywood? “Diciamo che ho capito una parte del meccanismo dell’industria ame-ricana. Là il cinema è in mano più ai produttori che ai registi, il lato ar-tistico è subordinato al marketing. In ogni caso il lavoro negli Usa per

me è solo all’inizio: è stato come avere una seconda vita artistica”.Di recente è tornato a New York per comporre le musiche del nuovo film di Roberto Faenza, Un giorno questo dolore ti sarà utile, girato e ambientato lì. Quanto ha pesato, in questa scelta, la sua conoscenza del cinema americano?“Parafrasando il suo film, le prece-denti esperienze sicuramente mi sono state utili… Poi con Roberto c’è un piccolo connubio: avevo già lavorato con lui, per Prendimi l’anima e Don Puglisi. Mi trovo bene, ogni suo film è qualcosa di unico, ed è bello cambiare. Anche i produttori americani del film mi conoscevano, quindi è venuto tutto naturalmen-te. In questo lavoro la musica sarà ‘esistenziale’ con sonorità elettro-acustiche: chitarre, pianoforte un po’ scordato, pochi archi e tanti suoni vintage. Una colonna sonora di timbri, più suonata che scritta. Con una piccola grande perla”.Quale?“Come in altri film, ho scritto la

La musica della vita, come in un Film

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canzone dei titoli di coda. Il brano si chiamerà Love is Requited e sarà cantato da Elisa, con il testo di Mi-chele von Buren. Non sarà solo la canzone del film, ma anche il pros-simo singolo del suo disco. È stato divertente ed entusiasmante colla-borare con Elisa. È di una gentilez-za fuori dal comune, e nonostante sia una grandissima mi ha fatto sentire importante e al centro dei suoi desideri artistici, come non mi era mai capitato prima”.Ha lavorato con alcuni dei maggio-ri registi del cinema italiano: Fa-enza, Muccino, Ozpetek, Veronesi. Con chi le piacerebbe collaborare prima o poi? “Non ho mai lavorato né con Sor-rentino né con Garrone, sono ami-co di entrambi e magari prima o poi capiterà. Però vorrei avere la macchina del tempo per incontra-re Elio Petri. Vale come risposta?”.La sua prima colonna sonora nel 1990, per Viaggio d’amore. Da allo-

ra ha scritto temi per oltre 70 film. Dopo 20 anni nel cinema, sempre dietro al pianoforte, non è le mai ve-nuta la voglia di dirigerlo, un film?“A volte ci ho pensato, ma poi ba-sta guardare un film di un ottimo regista per tornare con la testa a posto. Il desiderio di pensare per immagini però ce l’ho sempre, perché quelle sono il motore della mia musica, è la sinergia tra suono e immagini il territorio che pre-ferisco. Ma confesso che mi libe-rebbe da molti vincoli poter girare qualche sequenza, per creare della videoarte da poter poi musicare. Questa autosufficienza effettiva-mente mi attira”.E di esibirsi in concerto, da solo, con il pianoforte? O magari con un’or-chestra?“Sto pensando a una formula per farlo, non come solista ma con un’orchesta e il supporto delle immagini. Appena finiti i progetti di quest’anno, inizierò a pensarci

Alcune delle tante premiazioni di Andrea Guerra. Sopra, in compagnia di Ferzan Ospetek (a sinistra), Giovanna Mezzogiorno e Filippo Nigro.

Una vita al pianoforte

Nato a Santarcangelo di Romagna nel 1961, figlio del grande poeta e sceneggiatore Tonino, Andrea Guerra studia arrangiamento e composizione a Bologna col grande maestro Ettore Ballotta. Il primo film per cui scrive la colonna sonora è Viaggio d’amore, con Omar Sharif e Lea Massari. Nella sua carriera oltre 70 colonne sonore, collaborando con Rob Marshall, Griffin Dunne, Terry George, Ferzan Ozpetek, Zhang Yuan, Gabriele Muccino, Marco Bechis, Giuseppe Bertolucci, Giuseppe Ferrara, Roberto Faenza, Roberta Torre e Mariasole Tognazzi. Ha ricevuto svariati premi, tra cui un David di Donatello, un Nastro d’Argento (per la canzone Gocce di memoria, cantata da Giorgia), un European Film Award per Hotel Rwanda, il cui tema gli è valso le nomination a Grammy e Golden Globe. www.andreaguerra.it

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concretamente, anche a un disco personale”. Ha vinto tanti premi: quale sogna di ricevere?“Il premio più bello è quello di ri-uscire a scrivere bella musica. Non tutti i momenti sono giusti e nean-che tutti i film lo sono. Sogno di trovare film belli. I premi vanno sulle mensole; la musica, invece, ti da un grande entusiasmo”.Ha lasciato Santarcangelo a poco più di 20 anni, per inseguire a Roma il sogno di diventare un grande musi-cista. Quanto le manca, la Romagna? “So che prima o poi ci tornerò definitivamente, già ora ci capito spesso. Per me non è un problema che si pone. Devo dire che sono fortunato perché il mio lavoro è entusiasmante, ma è stato di gran-de aiuto essere cresciuto in una zona che mi ha trasmesso tanta

leggerezza, ironia e sobrietà”. Chi è Andrea Guerra, lontano dal set e dagli studi di registrazione?“Vita semplicissima e casalinga per la maggior parte del tempo. Per scrivere bisogna dominare lo stress ed essere concentrati, in-somma essere in forma fisicamen-te come uno sportivo. Per questo mi impongo un po’ di sport, no-nostante per natura teorizzerei il divano come habitat naturale. Poi mi piace cucinare per rilassarmi. Penso che i miei amici consideri-no casa mia come un ristorante, e la cosa mi diverte. Non ho la te-levisione, però un bel proiettore, e sono un fan delle ferramenta dove acquisto cose che non userò mai. Purtroppo faccio anche molti danni, perché mi viene più facile smontare le cose che rimontarle: chissà perché!”. IN

A fianco, Andrea Guerra (a destra) in compagnia (da sinistra) di Chris Gardner, Gabriele Muccino e Will Smith, insieme a Roma nel gennaio 2007 per la presentazione del film “La ricerca della felicità”. Sotto, Guerra con Silvio Muccino.

Sulle orme di Fellini

Il 2010 è stato l’anno in cui Guerra ha firmato le musiche di Extreme

measures e Letters to Juliet, mentre nel 2009 ha lavorato per i

temi di Shangai di Mikael Hafstrom e Nine di Rob Marshall, remake del capolavoro felliniano Otto e

mezzo. “Per Shangai in realtà ho scritto solo la parte romantica del film. Tutto è stato molto fulmineo,

il mio tema poi lo ha suonato Lang Lang, che ho incontrato in

Olanda: forse il più grande pianista vivente”, racconta Guerra. Che

conserva un ottimo ricordo anche dell’esperienza con Marshall. “Con

Rob è stata un’avventura fantastica, da come sono riuscito ad entrare

nel film ai quattro mesi a Brodway per la scrittura. È stato anche

un po’ come essere in carcere in America, scrivendo anche quattro

minuti di musica al giorno, ma tutto è un ricordo bellissimo. Spero di poter tornare a scrivere per lui”.

Ph. Pietro Coccia

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Una folta schiera di candidati sindaco si presenta a Rimini per le amministrative del 15 e 16 maggio. Per conoscerli meglio abbiamo rivolto a tutti le stesse cinque domande.

testo Alessandra Leardini e Lucia Rughi - foto Riccardo Gallini

Una poltrona per Dodici

Il sindaco uscente Alberto Ravaio-li ha governato la città per dodici anni. Quasi lo spazio di una gene-razione. E ora Rimini si prepara al rinnovo dell’amministrazione. Le elezioni comunali fissate per il 15 e 16 maggio segneranno la strada degli anni a venire. Per conoscere

il futuro “timoniere” abbiamo ri-volto ai dodici candidati in lizza alcune domande che travalicano il messaggio politico del loro schiera-mento, per scoprire chi si nascon-de dietro al nome sui manifesti.Ve li presentiamo, in rigoroso ordi-ne alfabetico.

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Amministrare | Elezioni comunali

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testo Alessandra Leardini e Lucia Rughi - foto Riccardo Gallini

Pasquale BaronePasquale Barone, 40 anni, è nato a Co-senza ed è laureato in Giurisprudenza. Agente di Polizia Municipale, sposato, tre figli, è consigliere comunale a Rimi-ni dal 2006 e coordinatore riminese di Futuro e Libertà. Si candida per Futuro e Libertà, Mpa, Lega Lombarda e lista civica “Cuore di Rimini”.

1) Cosa ama e cosa odia di Rimini?Di Rimini amo il mare e la spiag-gia, specie d’inverno. Mi capita spesso di andarci e con la scusa di portare Maya e Camilla (le ca-gnoline di casa) a passeggio. Mi godo la vista, il rumore ed i profu-mi dell’Adriatico. Di Rimini amo la sua identità, che nonostante i milioni di turisti di passaggio e le decine di civiltà che decidono di venirci ad abitare continua a tra-smettere la sua forza. Di Rimini detesto chi tutti i giorni violenta la città al solo scopo di trarre interes-si personali a danno della cultura, dei monumenti, delle tradizioni, del paesaggio e del bene comune. Non condivido i project financing del Lungomare presentati da que-sta amministrazione, non si può nascondere il Grand Hotel con del-le “colline” di palazzi, così come non si può cancellare la vista del mare dal Grand Hotel.2) Per presentarsi ai riminesi che aggettivi userebbe?

Idealista nel pensiero e impavido nell’azione.3) Qual’è il suo lato inedito che i ri-minesi impareranno a conoscere?Sono una persona umile, cresciu-ta in una casa popolare con una madre rimasta vedova a soli 24 anni e con tre figli. Da orfano ho affrontato la vita riuscendo con pochi mezzi a realizzarmi negli studi universitari, nel lavoro e nella società. Ora che ho moglie, tre bambini, un lavoro, una casa e rappresento nel mio piccolo i cit-tadini, quando vedo persone in difficoltà anche solo psicologica mi adopero per aiutarli, cercando di trasmettere loro quella stessa motivazione che tanto mi è servita ad affrontare la vita.4) Qual’è la colonna sonora della sua vita?“C’era una volta in America” di En-nio Morricone.5) Come s’immaginava da piccolo, quale professione sognava?Il medico.

1) Cosa ama e cosa odia di Rimini?Amo l’intraprendenza dei rimine-si. Odio il loro scarso senso civico.2) Per presentarsi ai riminesi che aggettivi userebbe? Umile. Orgoglioso. E l’umiltà deve prevalere sull’orgoglio. 3) Qual’è il suo lato inedito che i ri-minesi impareranno a conoscere?Qualunque aspetto della mia per-sonalità è inedito per i riminesi. Non mi conoscono.

4) Qual’è la colonna sonora della sua vita?Mi piace pensare che debba an-cora essere scritta, o perlomeno identificata.5) Come s’immaginava da piccolo, quale professione sognava?Non sognavo alcuna professione. Pensavo si trattasse di mancanza di uno scopo nella vita. Ho scoperto che era invece propensione al pen-siero laterale.

Luigi CamporesiLuigi Camporesi è nato a Rimini nel 1968. Dopo il diploma da perito meccanico si iscrive a Ingegneria a Bologna e si laurea all’Università di Bristol, Inghilterra. Lavora prima in un’azienda di progettazione e sviluppo nel settore motociclistico e in altre aziende, fino ad avviare un’attività in proprio nel campo delle telecomunica-zioni, sviluppando il segmento sicurezza e tecnologie investigative. Si candida per il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.

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Aleardo Maria Cingolani Aleardo Maria Cingolani è nato a Ri-mini nel 1950, dove vive. Sposato con tre figli, è capitano di lungo corso. Ha navigato fino al ’74 su navi mercantili, per passare poi alla marina militare. Nel 2008 si è congedato con il grado di contrammiraglio. Attualmente è mem-bro del consiglio generale della Fonda-zione Cassa di Risparmio Rimini e co-ordina una comunità di adulti scout. È candidato per la lista “Io amo Rimini”, sostenuta da Magdi Cristiano Allam.

1) Cosa ama e cosa odia di Rimini?

Amo di Rimini la sua storia millena-ria, la sua gente operosa, monumen-ti ed opere d’arte di imparagonabile bellezza. Odio di Rimini la confu-sione dovuta al massiccio uso di automobili, e la bruttura di alcune costruzioni recentemente edificate.2) Per presentarsi ai riminesi che

aggettivi userebbe?

Leale, onesto e disponibile. 3) Qual’è il suo lato inedito che i ri-

minesi impareranno a conoscere?

Capace di lavorare in squadra per obiettivi raggiungibili per il mi-glioramento del bene comune.4) Qual’è la colonna sonora della

sua vita?

Volare.5) Come s’immaginava da piccolo,

quale professione sognava?

Sono vissuto in una famiglia di ma-rinai, e ho sempre e solo desidera-to di diventarlo.

Claudio DauClaudio Dau, classe 1955, ha due figli. Lavora come funzionario in Provincia di Rimini. Iscritto al MSI sin dal 1970, ha ricoperto diversi incarichi sia a livel-lo provinciale regionale che nazionale anche in AN. Dal 2007 è segretario provinciale del movimento politico “La Destra”. Per diverse legislature è stato consigliere di quartiere, per due è stato presidente del quartiere n.1 di Rimini. Si candida per “La Destra”.

1) Cosa ama e cosa odia di Rimini?

Intesa come città, la bellezza del suo centro storico. Odio invece la sciatteria e lo stato di abbandono dell’arredo urbano e del verde pubblico. Come comunità, amo le capacita creative dei riminesi, odio l’autolesionismo.2) Per presentarsi ai riminesi che

aggettivi userebbe?Coerente, laborioso, attento.3) Qual’è il suo lato inedito che i ri-

minesi impareranno a conoscere?Per necessità cerco di diventare un bravo casalingo.4) Qual’è la colonna sonora della

sua vita?La febbre del sabato sera.5) Come s’immaginava da piccolo,

quale professione sognava?Il soldato. Spesso però con le mie amichette giocavamo al dottore.

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Andrea Gnassi Andrea Gnassi è nato nel 1969. Vive da sempre a Rimini, si è laureato in Scienze Politiche e fa parte di associazioni, sportive, culturali e del volontariato. Convive con Barbara, archi-tetto di Rimini. Sviluppa progetti per le imprese, collabora con MTV e affianca suo fratello Sergio, avvocato e con attività nella ristorazione riminese. Eletto nel 2000 in Regione come presidente della Commissione Cultura-Turismo-Scuola, dal 2005 al 2007 è stato assessore al Turismo della Provincia di Rimini. È candidato per il PD.

1) Cosa ama e cosa odia di Rimini?Non odierei mai Rimini. Il peggior difetto è un’identità e un orgoglio espressi troppo spesso con timidez-za, correndo il rischio di passare da disincantati. Amo il fatto che Rimini è la più europea delle città della mi-gliore provincia italiana. In questo senso la sua anima è fissata da un frame di “Otto e mezzo” di Fellini: il dialetto che si mischia all’inglese e al francese, diventando una sorta di misterioso esperanto.

2) Per presentarsi ai riminesi che aggettivi userebbe? Mi presenterei senza aggettivi ma con un’idea. L’idea che il futuro può essere meno oscuro di come si pensa, solo diverso dalle abitudini. E che conquistarlo, per sé e per gli altri, dà senso a una vita intera.3) Qual’è il suo lato inedito che i ri-minesi impareranno a conoscere?Non ho lati inediti. Chi mi conosce sa quali sono i miei pregi e i miei difetti. Chi non mi conosce saprà le stesse cose, perché di candidati un po’ ipocriti e un po’ in masche-ra ne abbiamo tutti abbastanza. 4) Qual’è la colonna sonora della sua vita?Come si fa a dirlo? Una canzone è

legata a un momento o a un perio-do, a una cosa allegra o una triste, a un’emozione o un dolore. Se do-vessi dire, sceglierei i Radiohead. Hanno quella vena malinconica rock e vera che ti fa pensare. Ti senti vivo e riparti.5) Come s’immaginava da piccolo, quale professione sognava?Di avere una vita dignitosa e curio-sa, e vivere in un posto che amo. Sogni esauditi, devo dire. Ogni bambino coltiva i propri sogni. Le professioni che più mi appassiona-vano da piccolo erano fare il cen-trocampista dell’Inter, diventare un ballerino di danza classica ma anche seguire le orme di mio pa-dre nel giornalismo.

1) Cosa ama e cosa odia di Rimini?Amo i riminesi, quelli di una vol-ta, quelli che quando sbagliano lo ammettono, devoti alla famiglia ed ai figli, morigerati verso i doveri ed ossequiosi delle Leggi e delle Istituzioni, quelli che per spirito

di solidarietà aiutano i più deboli con l’unico riconoscimento del va-lore morale dell’azione compiuta. Detesto l’abbandono di certi spazi comuni, l’indifferenza verso i pro-blemi degli altri, l’ipocrisia di certi governanti e l’arraffismo diffuso.2) Per presentarsi ai riminesi che aggettivi userebbe?Uomo di parola che sa dire di sì se ritiene di aderire ad una proposta ma che sa dire di no quando serve ed è irremovibile in questo.3) Qual’è il suo lato inedito che i ri-minesi impareranno a conoscere?Non ci sono lati inediti, ciò che sono è manifesto e palese, senza contraddizioni.4) Qual’è la colonna sonora della sua vita?La mia vita è tutta una colonna so-nora. In tenera età ho iniziato a suo-

nare ed anche ora vado a ricercare col mio strumento, la chitarra, nuove scale jazz che stimolino la creatività e mi consentano un’espressione che in altri campi è faticoso rappresentare.5) Come s’immaginava da piccolo, quale professione sognava?Venditore di auto, cosa che attual-mente faccio.

Pier Alberto MalettiPier Alberto Maletti, 55 anni, ha abitato a Rimini fino a qualche mese fa quan-do, per scelta, ha traslocato a Saludecio, “dove - dice - il rapporto con la gente è ancora vero e importante, ed ha ancora un valore la dignità ed il rispetto recipro-co”. Dopo il diploma si è iscritto alla Fa-coltà di Sociologia dell’Università degli Studi di Urbino e poi all’Istituto Supe-riore di Scienze Religiose “A. Marvelli” di Rimini. Ha una concessionaria a Ri-vazzurra e una figlia di 30 anni, Sara. Si candida per “Fiamma Tricolore”.

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Marco MorettiMarco Moretti, 61 anni, è nato a Ri-mini. Laureato in Ingegneria Elettro-nica, svolge questa professione tuttora a Rimini. Sposato con due figli, pro-viene dalle fila del Partito Socialista Italiano ed è stato sindaco di Rimini dal 1990 al 1992. Dal 2003 al 2004 è stato membro del Consiglio generale della Fondazione Carim. Si candida per la lista civica del movimento “Rimi-ni 2021”, appoggiata anche dall’Udc.

1) Cosa ama e cosa odia di Rimini?Della mia città amo la gente e il mare. Detesto invece l’atteggia-mento di quei riminesi che non vogliono fare squadra e hanno contribuito a portare la città alla difficile situazione attuale.2) Per presentarsi ai riminesi che aggettivi userebbe?Leale, riservato, impaziente.3) Qual’è il suo lato inedito che i ri-minesi impareranno a conoscere?La simpatia.4) Qual’è la colonna sonora della sua vita?“Nel blu dipinto di blu (Volare)” di Domenico Modugno.5) Come s’immaginava da piccolo, quale professione sognava?Ingegnere.

1) Cosa ama e cosa odia di Rimini?Non penso che riuscirei a stare molto tempo lontano da Rimini. Mi piace giocare coi miei figli nel Parco Marecchia e nel Parco della Cava, fare la ciclabile lungo l’Au-sa, andare sulla battigia a respirare l’aria del mare, stare in centro sto-rico (era bellissimo quando c’era-no i cinema). Non sopporto che gli interessi di pochi prevalgano sul bene comune, la cementificazione selvaggia, i quartieri dormitorio, l’evasione fiscale e lo sfruttamen-to di chi lavora. La nostra classe dirigente, economica e politica, è poco illuminata, dovrebbe pensa-re meno al potere e più ai riminesi.

2) Per presentarsi ai riminesi che aggettivi userebbe?Diverso. 3) Qual’è il suo lato inedito che i ri-minesi impareranno a conoscere?Non saprei.4) Qual’è la colonna sonora della sua vita?Infinita: Tenco, Ciampi, CCCP, CSI, De Andrè, Battiato, Fiorella Mannoia, Baustelle, Afterhours Radiohead, Cure, U2, Tom Waits, Sigur Ros, Peter Gabriel, Kate Bush, P. J. Harvey, ecc.5) Come s’immaginava da piccolo, quale professione sognava?Nessuna. Sognavo di fare il cal-ciatore.

Fabio Pazzaglia Fabio Pazzaglia, nato a Rimini e figlio di operai, ha 37 anni. Convive e ha due figli piccoli. Diplomato analista contabile, ha sempre lavorato nonostante la distrofia muscolare che lo costringe alla sedia a rotelle. Da 9 anni lavora in una cooperativa sociale. Eletto in Consiglio comunale a Rimini nel 2001 e nel 2006. Espulso dalla maggioranza per divergenze con l’amministrazione Ravaioli, si candida per Sinistra Ecologia Libertà con la lista civica “Fare Comune”.

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Sandro Pizzagalli Sandro Pizzagalli è nato a Misano Adriatico nel 1952. Sposato con due figli, è iscritto al Partito della Rifondazione Comunista dal 1991 al 2007. A quindi aderito al movimento di Sinistra Critica. È stato consigliere comunale dal 1995 al 2004 a Misano Adriatico, consigliere provinciale dal 2004 al 2009 alla Provincia di Rimini, candidato al Senato della Repubblica nel 2008 (non eletto) e candidato a presidente della Provincia di Rimini nel 2009 (non eletto). Candidato a Sindaco nel Comune di Misano Adriatico nel 2009 (non eletto), è entrato a far parte del consiglio comunale di Misano, in carica fino a giugno 2010.

1) Cosa ama e cosa odia di Rimini?Amo la città di Rimini, vitale, opero-sa e con il suo bagaglio di Storia e di resistenza che le valsero la Medaglia d’Oro al valor civile. Rimini fu colpi-ta da 396 bombardamenti aerei, na-vali e terrestri che distrussero oltre l’82% delle sue abitazioni, il tributo più alto tra tutte le città italiane con più di 50.000 abitanti. Furono 6.668 le vittime ufficiali tra civili, militari

e partigiani e oltre 6.000 i feriti, mu-tilati dispersi. Ciò che non amo, è la perdita delle proprie caratteristiche turistiche di accoglienza ospitalità e, quindi, le radici che hanno fatto di Rimini la capitale del turismo bal-neare nel mondo.2) Per presentarsi ai riminesi che aggettivi userebbe?Comunista, ecologista, femminista.3) Qual’è il suo lato inedito che i ri-

minesi impareranno a conoscere?Senz’altro l’impegno nel sociale, l’impegno politico, la coerenza.4) Qual’è la colonna sonora della sua vita?Direi che Fabrizio De Andrè mi ha accompagnato nel corso della vita.5) Come s’immaginava da piccolo, quale professione sognava?Un’infanzia tranquilla, sognavo di diventare medico chirurgo.

Antonio Polselli Antonio Polselli, 44 anni, è oncologo all’ospedale di Cattolica, direttore del Centro Culturale Paolo VI, con una lunga esperienza nell’ambito associativo ed ecclesiale. Si candida per la lista civica “Rimini Più”, che riunisce oltre 50 professionisti ed educa-tori di ambito cattolico e che rifiuta ogni etichetta e ascendente politico.

1) Cosa ama e cosa odia di Rimini?Non c’è nulla che odi della mia cit-tà. Però per esempio ci sono alcune cose che non funzionano: penso in primis alla mobilità inadegua-ta, che insiste su infrastrutture obsolete. Invece sono moltissime le cose che amo: è una città acco-gliente, è la città dei miei affetti più cari, ci sono nato e cresciuto e ha contribuito decisamente a fare di me l’uomo che sono. Amo molto il porto canale, dove mi piace pas-seggiare; amo l’arte che si respira dappertutto, nelle sue bellissime chiese, per esempio; ma soprattut-to amo la sua gente, i miei concit-tadini.2) Per presentarsi ai riminesi che aggettivi userebbe?

Sereno (in questa discesa in cam-po), entusiasta (del progetto politi-co che proponiamo), fiducioso (di ottenere un risultato importante).3) Qual’è il suo lato inedito che i ri-minesi impareranno a conoscere?Io sono del tutto inedito ai riminesi! Come curiosità, posso dire che sono un appassionato studioso della sto-ria della Seconda Guerra Mondiale.4) Qual’è la colonna sonora della sua vita?Ogni stagione della mia vita ha avuto ed ha la sua colonna sonora, che definirei “sinfonica” perché fatta da autori e generi diversi (dal canto liturgico alla musica pop, da alcuni cantautori italiani a band inglesi). Diversi miei amici accaniti musicologi sostengono che i miei

gusti sono un po’ popolari: hanno ragione, ma che male c’è?5) Come s’immaginava da piccolo, quale professione sognava?Il medico. Sono contento di esserci riuscito.

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Gioenzo RenziGioenzo Renzi, nato a Rimini, ha 65 anni. Diplomato ragioniere nel 1965 all’Istituto Tecnico Commerciale “R. Valturio” di Rimini, si è laureato in Sociologia nel 1970 all’Università di Trento, lavorando poi come bancario dal 1970 al 2005. Consigliere regio-nale dal 2005 al 2010 e comunale a Rimini dal 1985 al 1994 e dal 1999 al 2011, è sposato e ha due figli. È candi-dato sindaco per Pdl e Lega Nord.

Nadìa ToniNadìa Toni, nata a Rimini 29 anni fa, ha frequentato il liceo classico “Giulio Cesare” di Rimini. Laureata in Giurisprudenza nel 2006, dal 2009 svolge la professione di avvocato. È candidata a sindaco per i Federalisti Democratici Europei.

1) Cosa ama e cosa odia di Rimini?Rimini è la città natale mia e dei miei parenti; qui sono nata, cre-sciuta e vissuta: mi sento dunque profondamente riminese e mi sta molto a cuore il suo benessere e la sua prosperità. Della nostra città amo soprattutto la sua storia e tra-dizione; il suo essere tipicamente romagnola. Amo il suo essere a mi-sura d’uomo; la qualità della vita. Amo poter raggiungere qualsiasi luogo in bicicletta. Amo il profumo del mare che sento in cima al porto. Amo il rumore del faro che si sen-te ovunque nelle serate nebbiose invernali. Amo la sabbia che si ap-piccica sulla pelle bagnata e la sal-sedine. Amo i pomeriggi tranquilli a Covignano e le chiassose serate estive. Detesto in particolare che le periferie non siano valorizzate e

che siano abbandonate a loro stes-se. E non trovare mai parcheggio!2) Per presentarsi ai riminesi che aggettivi userebbe?Schietta, romagnola, indipenden-te, onesta, concreta, responsabile.3) Qual’è il suo lato inedito che i ri-minesi impareranno a conoscere?La determinazione, il senso della giustizia, la capacità di ascoltare.4) Qual’è la colonna sonora della sua vita?La musica e la suggestione delle canzoni di Francesco De Gregori e le parole di Roberto Vecchioni: “sogna ragazzo sogna, non cambiare un verso della tua canzone, non lascia-re un treno fermo alla stazione, non fermarti tu”.5) Come s’immaginava da piccola, quale professione sognava?L’archeologa. IN

1) Cosa ama e cosa odia di Rimini?Sono orgoglioso di essere di Rimi-ni, della sua storia, della sua iden-tità, della sua spiaggia, del mare. Detesto il traffico paralizzante e inquinante.2) Per presentarsi ai riminesi che aggettivi userebbe?Parole d’ordine: responsabilità, competenza, concretezza.3) Qual’è il suo lato inedito che i ri-minesi impareranno a conoscere?La propensione a conciliare per trovare soluzioni vantaggiose per tutti.4) Qual’è la colonna sonora della sua vita?Il Signore degli Anelli.5) Come s’immaginava da piccolo, quale professione sognava?Il medico.

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Urne aperte anche a Montecolombo, Novafeltria, Cattolica e Pennabilli, per il rinnovo delle amministrazioni comunali.

Oltre al capoluogo, altri quattro co-muni della provincia riminese sono chiamati alle urne il 15 e 16 maggio. Si tratta di Montecolombo, Novafel-tria e dei commissariati Cattolica e Pennabilli. A Cattolica la poltro-na di sindaco è contesa da quattro pretendenti. Ci riprova Cono Cimi-no, candidato per il centrodestra anche alle precedenti elezioni del 2009, questa volta a capo della li-sta “Officina civica per Cattolica” (appoggiata, tra gli altri, da Pdl e

Lega). Per il centro sinistra scende in campo Piero Cecchini, titolare di Umpi Elettronica, mentre il “re dei cinema” Gianni Giometti gioca la carta della lista civica centrista “Giometti per Cattolica” (con Api e Udc). Il quarto candidato è Gio-na Di Giacomi, per Sinistra Critica. Novafeltria vede contrapposti Elena Vannoni di “Percorso Comune” (li-sta civica di centrodestra) e Lorenzo Marani per “Insieme per Novafel-tria” (centrosinistra). A Pennabilli a

Lorenzo Valenti (“Una storia nuova per il Comune di Pennabilli”, lista di centrosinistra) e Francesco Cro-ciani (“In medio stat virtus” che uni-sce Pdl e Udc) si è aggiunto il terzo candidato per la Lega, il parlamen-tare Gianluca Pini.Infine Montecolombo vede schiera-ti Sergio Orsi per il centrosinistra (più Fli e Udc), Alex Stacchini per la Lega Nord, Simonetta Palazzini per il Pdl ed Eugenio Fiorini, per la civica “Uniti per Montecolombo”. IN

testo Alessandra Leardini - foto Riccardo Gallini

Sindaci in corsa per quattro Comuni

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La Reggenza, ovvero la massima carica dello Stato di San Marino, è un’istituzione consolidata da cen-tinaia di anni, in cui due persone, i Capitani Reggenti, coordinano ri-unioni del Governo, presiedono le riunioni del Parlamento e sono an-che a capo dell’organo di governo della Magistratura. Ognuno ha di-ritto di veto sulle decisioni dell’al-tro, quindi il potere va esercitato

in accordo. Un tempo la Reggenza aveva un compito di governo di-retto della comunità sammarinese; per evitare che tale potere diven-tasse eccessivo si decise che il ruolo poteva essere esercitato per soli 6 mesi, e che non potesse essere rico-perto nuovamente prima che fos-sero passati 3 anni dalla cessazione dell’incarico. È così ancora oggi, anche se i Capitani Reggenti hanno

Si è appena concluso il semestre da Capitano

Reggente per il sammarinese Andrea

Zafferani. Tra i più giovani ad aver assunto questo ruolo negli ultimi anni.

testo Franco Cavalli - foto Filippo Pruccoli

Ventisette anni, Capo di Stato

IN Magazine | 41

Governare | Andrea Zafferani

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perso il ruolo di governo mantenen-do solo quello di Capi di Stato. L’investitura avviene quindi due volte all’anno, ogni primo aprile e ogni primo ottobre. I primi due Capitani Reggenti di cui si abbia notizia sono stati Oddone Scarito e Filippo da Sterpeto, che compa-iono in un atto notarile del 1243.Per accedere a questo ruolo biso-gna aver compiuto almeno 25 anni. Uno tra i più giovani Capitani Reg-genti, in carica fino al primo aprile scorso, è stato Andrea Zafferani, eletto a 27 anni. Parlamentare del-la coalizione di maggioranza, si aspettava l’elezione, ma l’emozione è stata forte.“Essendoci una rotazione delle ca-riche non è giunta inattesa, ma l’e-mozione è stata comunque tanta. Nelle due settimane che passano tra elezione e investitura si parte alla scoperta dell’incarico, con il di-rettore del Cerimoniale dello Stato, Marcello Beccari, che ti spiega tutto e ti mette anche un po’ di ansia... Ti informa sui cerimoniali e sulle varie regole del protocollo, sugli in-contri, sulla preparazione richiesta. È il suo lavoro, e lo fa al meglio! Su-bito dopo la nomina cominciano le responsabilità e ti assale un po’ di paura, ma poi passa. In realtà i gior-ni volano. E c’è anche la prova del vestito, che alla fine è davvero dura, ma per fortuna i Donzelli ti aiuta-no. Sono davvero preziosissimi, non solo per questo ma per tutto ciò di cui ha bisogno la Reggenza per fare al meglio il suo lavoro”.Com’è stato l’impatto da Capo di Stato?

“È avvenuto a Palazzo Valloni, con il primo discorso ufficiale davanti al corpo diplomatico accreditato. Mi tremavano le gambe. Parlai per secondo dopo il Reggente Gio-vanni Francesco Ugolini, ed ero teso. Però per me il momento di tensione più forte è stato a Palazzo Pubblico con il cambio del collare tra la Reggenza uscente e quella entrante. È in quel momento che vieni investito sul serio del ruolo di Capo di Stato e anche lì tremavo. Sono due momenti davvero emo-zionanti”.La prima cosa di cui ti sei accorto da Capitano Reggente?“Che al contrario del resto del-la politica, soprattutto in questo

momento, la Reggenza è ancora amata dai cittadini. Le persone ti salutano, ti rispettano. Gli anziani, quando ti incontrano, si tolgono il cappello. Nelle uscite pubbliche ti accorgi dell’attenzione della gen-te. E della considerazione che non ha nessun’altra istituzione samma-rinese”.Questo comporterà delle respon-sabilità…“Certamente. La Reggenza ha tan-tissimi compiti e in molti casi è an-che chiamata a sbrogliare alcune matasse, soprattutto durante le se-dute del Consiglio. E poi va ricor-dato che la Reggenza è il supremo garante delle istituzioni”.Tra i momenti ufficiali più impor-

A fianco, i reggenti a capo del corteo verso la chiesa della patrona,

durante le celebrazioni di Sant’Agata. In apertura, la cerimonia di

insediamento dei Capitani Reggenti Antonio Ugolini e Andrea Zafferani per il semestre Ottobre 2010-Aprile 2011.

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tanti c’è stata anche la visita all’O-nu, giusto?“C’è stato sia l’incontro con il segretario generale delle Nazio-ni Unite Ban Ki-moon, sia con le comunità di sammarinesi di New York e di Detroit. L’incontro con Ban Ki-moon è stato possibile so-prattutto grazie all’ambasciatore sammarinese all’Onu Daniele Bo-dini. Due sono stati gli incontri, a cavallo tra un incontro di Ban Ki-moon con Obama. Abbiamo affrontato questioni internaziona-li come la Libia ed altre interne, relative a San Marino. Il segretario dell’Onu è stato molto attento e ci ha detto che avrebbe fatto presenti le problematiche sammarinesi di-rettamente a Berlusconi. Per quan-to riguarda poi la visita alle comu-nità è stata davvero illuminante: non è necessariamente vero che dall’estero non sanno le cose. Al di là delle opinioni, tutte legittime, sull’attuale regolamentazione del voto estero e delle modalità con cui è strutturato, dire che i citta-dini non residenti a San Marino non siano informati non è vero, o comunque è una generalizzazione troppo forte. Per quanto riguarda il legame con la Patria, però, ov-viamente è più forte nelle persone più anziane che nei giovani”.Come è cambiata la tua vita da cit-tadino a Capo di Stato?“Beh, un aspetto sopra tutti, il fat-to che un Capitano Reggente non può mai rimanere da solo in pubbli-co. Ci deve essere sempre qualcu-no, dal Donzello alla moglie. Per gli spostamenti, soprattutto a San Marino, bisogna sempre avverti-

re la gendarmeria, e va avvertito il luogo in cui si andrà, per avere il posto riservato. Per chi è uno sportivo come me è dura, perché è impossibile andare in palestra in pubblico... In passato qualche Capitano Reggente è andato a fare footing, ma sempre in luoghi poco affollati. E poi ci vuole molta at-tenzione anche nell’abbigliamento. Piccoli inconvenienti, che comun-que non sono nulla in proporzio-ne all’orgoglio e all’emozione di rivestire questo ruolo”.Come avete visto il Paese?“È ovvio che il difficile momento dei rapporti con l’Italia ha carat-terizzato indirettamente il nostro semestre, così come quello pre-cedente e l’attuale. Molte delle aziende che abbiamo visitato han-no mostrato segni di ripresa, però hanno problemi ad investire. E i cittadini ci chiedono lumi sul fu-turo. È una preoccupazione palpa-bile, ed è il tema più importante. Anche negli incontri con le scuo-le ci sono state rivolte domande sull’Italia, sull’Europa, sul futuro economico. Credo che oggi, per temi come questi, a San Marino serva una grande unità di intenti”.Qualche rammarico?“Non direi. Però mi sarebbe pia-ciuto andare di più tra la gente. Abbiamo svolto molti incontri nei Castelli, nelle scuole, tra le aziende, però la Reggenza rima-ne a volte un po’ austera. È vero che anche negli altri paesi non fanno continui bagni di folla, ma mi piacerebbe che i Capi di Stato fossero ancora più a contatto con i cittadini”. IN

Alcuni momenti ufficiali per i reggenti Ugolini e Zafferani.Dall’alto, al Teatro Dogana per lo spettacolo di beneficenza Unicef con Paolo Cevoli. Al centro, incontro al Palazzo Pubblico con Romeo Morri, Gennadios Zervos Arcivescovo Metropolita e padre serafino Corallo, rettore della chiesa Ortodossa. In basso, posa della prima pietra dell’Ospedale di Stato.

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Un progetto a largo raggio caratterizza l’opera di Rita Canarezza e Pier Paolo Coro, artisti sammarinesi riusciti a riunire i piccoli Stati d’Europa sotto il segno della creatività contemporanea. In un’innovativa “Little Constellation”.

Sul cielo dei “Piccoli Stati” brilla una nuova costellazione: quella dell’arte contemporanea. Portata alla luce dai due artisti sammari-nesi Rita Canarezza e Pier Paolo Coro che, come etnoantropologi, incontrano curatori e artisti di mi-cro stati, sposando la cultura ad alta intensità espressiva.L’impegno culturalmente vivo con-templa quello di uscire dal tecnici-smo delle Accademie, delle aristo-crazie edei monopoli dei galleristi?“Il nostro progetto - dice Rita Ca-narezza - nasce da una ricerca ef-fettuata dal 2004 al 2010 sui piccoli Stati d’Europa: Andorra, Cipro, Islanda, Liechtenstein, Lussembur-go, Malta, Monaco, Montenegro e San Marino, piccola Repubblica dalla realtà artistica carente di Ac-cademie ma pronta a confrontarsi

testo Milena Massani - foto Riccardo Gallini

Costellazione di piccoli Stati

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Creare | Rita Canarezza e Pier Paolo Coro

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con il mondo. Ad affiancarli micro realtà geo-culturali eu-ropee come il Canton Ticino, Ceuta (E), Gibilterra (UK) e l’enclave della regione di Kaliningrad”.Quali sono gli obiettivi di civiltà e libertà riscontrati nei vo-stri meeting, quali target riflettono le modalità artistiche dei piccoli Stati? “Senza vestire i panni dei critici d’arte - prosegue Pier Paolo Coro - analizziamo il lavoro degli artisti che conducono interessanti ricerche in ambito internazionale. La prima esposizione Piccolo Stato, alla Galleria Neon-Campobase di Bologna nel 2009 ha presentato la ricerca; la seconda è stata invece nel 2010, Little Constellation a Milano, per il lancio del network alla Fabbrica del Vapore - Docva Careof. Milano è stato set interculturale tra le istituzioni di tredici piccoli

Stati tra loro e la città, in previsione dell’Expo 2015. La terza Little Constellation - Geografia della prossimità al Malta Contem-porary Art Foundation, presso il Saint James Cavallier della Valletta, sempre nel 2010”. Dal 2004 ad oggi i viaggi sono stati numerosi, da San Marino ad Andorra, passando per Ceuta e altre micro aree. Si è man-tenuto saldo il connotato identitario? “Sì. Ci poniamo all’interno di una ricerca artistica, met-tendo in discussione i classici stereotipi. Il percorso di Little Constellation diviene un meeting. Oltrepassando l’arte dei paesi (2005) è stato l’appuntamento in cui per la prima volta si sono incontrati gli artisti più rappresentativi delle istituzio-ni dei principali Musei e Centri per l’arte contemporanea. Quanto al tema dell’identità è questione sempre molto in-teressante, per la molteplicità di visioni che provoca a più livelli, soprattutto sul piano emotivo”. La complessità geoculturale e geopolitica vi ha portato verso la sprovincializzazione, aprendo possibilità di dialogo con altre realtà oltreoceano...“Il progetto Little Constellation - prosegue Canarezza - è un network internazionale per la diffusione d’informazioni da tutto il mondo, con un focus specializzato in arte contempo-

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ranea collegata ai piccoli Stati d’Eu-ropa. In occasione della mostra di Milano è stato stampato un volume a cui hanno partecipato le istituzio-ni di quattordici paesi, presentato in fiere d’Arte Contemporanea (tra cui MIART di Milano, la FIAC di Parigi, Frieze Art Fair di Londra ecc…) ed entrato in importati li-brerie e bookstore di musei, dal MACBA di Barcelona al MACRO di Roma, e nel bookshop del MoMA PS1 - il Museo d’Arte Moderna di New York. La Library Archive di Little Constellation, ha sede presso

l’Associazione Culturale NUA nel-la Repubblica di San Marino, ed è stata inaugurata il 29 gennaio 2010. Dopo sette anni Little Constellation è la prima biblioteca d’arte contem-poranea, con una documentazione fruibile gratuitamente di oltre 500 volumi con monografie artistiche. E presto l’archivio sarà consultabile anche sul web (www.littleconstella-tion.org). Dal 2005 i comunicati sul portale e-flux di New York interes-sano anche le più grandi capitali europee dell’arte contemporanea.Quali programmi avete a breve? Tra-

scorrerete le ferie intessendo nuovi rapporti al fine di favorire la fonte ispirativa?“Progettiamo alcune esposizioni in-dividuali degli artisti che fanno par-te del network, compresa la nostra esposizione retrospettiva del lavoro svolto tra 1998 e 2011. Lavoriamo anche alle esposizioni di Little Con-stellation, da qui al 2015. Le vacanze corroborano, sono momenti di ri-poso che serve a mantener acceso il fuoco dell’arte. Anche se, in con-creto, non stacchiamo mai l’inter-ruttore!”. IN

Sotto e in apertura, Pier Paolo Coro e Rita Canarezza nel loro studio sammarinese.

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IN Magazine | Special ADV

Chi, almeno una volta nella vita, non avrebbe vo-

luto avere lo stile del proprio idolo, con quei ciuffi

sempre a posto, anche dopo una cavalcata for-

sennata?! Chi di noi non si è mai svegliato una

mattina con la voglia di cambiare tutto partendo, guarda caso,

proprio dai capelli, concedendosi allo stile più spinto del mo-

mento? Tutto è lecito, ogni sogno potrebbe realizzarsi nelle

mani di un buon stylist.

Ma il look non è fatto della materia dei sogni e per non ave-

re brutte sorprese al risveglio è bene che il nostro coiffeur ci

riporti alla vita vera, fatta di proporzioni. I tagli definiti “di

tendenza” partono tutti da delle basi classiche, canonizzate

negli anni ‘60 e ‘70, per poi deviare su una frangia più spin-

ta, un perimetro più scalato, un ciuffo sparato. Mai farsi

piegare dallo style, meglio concedersi alla dea armonia, lascian-

do che Dolly e il suo staff studino la nostra fisionomia: la

linea dell’attaccatura, la forma del volto, dei lineamenti, della

tipologia e quantità di capelli, osservando il loro comportamen-

to rispetto alla gravità, riuscendo così a delineare una “piega”

naturale che stia in forma già coi capelli bagna-

ti, senza bisogno di spazzola, phon, e piastra.

Questa sinergia di azioni porta ad un risultato

ottimale in termini di resa e di capacità di

mantenimento del taglio. Per completare il progetto d’in-

sieme bisogna unire nuance di colore che esaltino le forme e

attutiscano eventuali imperfezioni. Nel salone Dolly la linea

Physiocoiffeur, ricca di formule emollienti, offre i colori Eflo-

renuance, toni formulati ad hoc in grado di restituire al capel-

lo idratazione e lucentezza a lunga tenuta, ovviando l’effetto

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Page 50: Rimini IN Magazine – 02/2011

“Una voce universale per le donne”. Si legge accanto al simbolo del So-roptimist International d’Italia. E forse non c’è definizione migliore per un club da sempre impegna-to al fianco di signore e signorine. Fragili e inconsapevoli, coraggiose e sognatrici, Soroptimist si offre in forma di service al fine di tende-re una mano ai bisogni di madri, missionarie, medici, educatrici.

A Rimini il club nato nel ’77 vanta una lunga storia, lastricata di tante iniziative benefiche e socialmente utili. La presidente è da due anni Maria Benedetta Magnani Vitelli Casella. Insegnante di Italiano e Storia all’Istituto tecnico e turisti-co “Marco Polo”, per lei il club è un impegno di responsabilità, non un passatempo tra amiche e neanche un darsi da fare estemporaneo. Un

Un impegno concreto nella società contemporanea, al fianco delle fasce più deboli. È l’obiettivo del

Soroptimist, club guidato a Rimini da Maria Benedetta

Magnani Vitelli Casella.

testo Lucia Rughi - foto Riccardo Gallini

Un mondo migliore a misura di Donna

50 | IN Magazine

Sostenere | Soroptimist Rimini

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Sopra, la presidente del Club Maria Benedetta Magnani Vitelli Casella.In apertura, le socie del Soroptimist di Rimini.

Soroptimist nel mondo e a Rimini

Soroptimist nasce negli Stati Uniti nel 1921. Oggi è diffuso in tutti i continenti dove opera per costruire un mondo in cui tutte le donne possano realizzare il loro potenziale individuale e collettivo e le loro aspirazioni, attraverso la rete globale e la cooperazione internazionale. Negli intenti del club c’è anche il favorire le pari opportunità, e creare forti comunità pacifiche. Le socie riminesi sono trentasei e rispecchiano nelle professioni e nei ruoli l’universo femminile, composto da tanti background e percorsi lavorativi diversi. www.soroptimist.rimini.it

Un mondo migliore a misura di Donna

focus sui vuoti della società moder-na, su quelle sacche d’indifferen-za che contrastano con l’ideale di coesione sociale. Il club è prima di tutto condivisione di alcuni valori fondamentali. ”Lavoriamo per ga-rantire i diritti umani a tutti, la pace nel mondo e il buon volere internazionale, la trasparenza e il sistema democratico delle decisio-ni, il volontariato, l’accettazione delle diversità e l’amicizia”. Quali

sono gli obiettivi principali? “Con-trastare povertà e discriminazione di genere, assicurando alle donne la piena partecipazione ai diritti sociali ed economici. Combattere il traffico di esseri umani e la vio-lenza, garantire l’accesso alle cure, sostenere programmi contro l’Aids e altre malattie, garantire l’accesso alla formazione e all’istruzione”. Quali sono i service attuali? “Soste-niamo l’opera di Marilena Pesare-si, eletta tra l’altro ‘donna dell’an-no’ dal Soroptimist, da anni dedita alla cura dei malati di Aids e dei bambini cardiopatici. Di carattere informativo, ma per noi ugualmen-te molto importante, è stata anche

la campagna ‘Maternità segreta’ per far conoscere le leggi a tutela delle donne in attesa, soprattutto a quelle in difficoltà economiche op-pure senza permesso di soggiorno. È rivolta in particolare alle madri immigrate, che spesso non cono-scono le possibilità offerte loro dal-la legge italiana. Abbiamo tradotto il materiale in nove lingue diverse. Quest’anno poi, in occasione dei 150° dell’Unità d’Italia, abbiamo

istituito un concorso per le scuole superiori della provincia, e a mag-gio consegneremo i premi: tre per il testo e tre per la grafica. I nostri service spaziano anche nel campo della cultura”. Com’è oggi l’approc-cio al tema della solidarietà? “Su-perata una diffidenza iniziale di solito è un’attitudine positiva ad emergere, negli adulti e nei giova-ni. Quando capiscono che l’ope-razione è seria e non c’è scopo di lucro, allora in tanti hanno voglia di fare del bene. E noi vagliamo attentamente ogni fase delle azioni di fund raising, perché ci teniamo a garantire l’assoluta chiarezza di ogni azione”. IN

In aiuto ad ammalati e bisognosi

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Abitare | Appartamento per le vacanze

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Si sente il mare in questo piccolo appar-tamento. Anche se non lo si vede ritrat-to nelle fotografie, è comunque sempre presente nelle intenzioni e nell’atmosfera che l’interior design Graziella Biagetti ha voluto ricreare.Questa sorta di nido a Bellaria ha il pregio di rilassare. È una casa per la vacanza, racconta la necessità di fuggire dai ru-mori, dagli eccessi di stimolazioni visive.Il progetto, libero da condizionamenti e compromessi, esprime un modo di con-cepire gli interni con leggerezza; testimo-nia una esplorazione di qualità tattili e sensoriali dello spazio e dei materiali, in chiave minimale ma con una attenzione per il particolare e l’atmosfera.C’è l’allegria, flessibilità e leggerezza di uno spazio luminoso, di un’atmosfera finalmente facile e fresca, cercando una formula che unisca il confort ad un appa-gante semplicità. Così nasce questo picco-lo appartamento, giocato sul bianco e sui colori dell’estate.L’appartamento è composto di tre ambienti più un piccolo bagno. La disposizione dele stanze è rimasta quella originaria, per i

Un originale appartamento di Bellaria regala ai suoi abitanti un appagante senso di leggerezza, allegria e relax. E l’uso sapiente della luce immerge nella fresca atmosfera delle vacanze.

testo Massimo Morandifoto Mario Flores

Il mare inuna Stanza

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pavimenti è stato scelto un legno caldo. Ci accoglie un ampio living dove trovano posto cucina, sala pranzo e zona Tv. Un grande spa-zio bianco; agli arredi ugualmente candidi si aggiungono poche note di colore opportunamente pen-nellate utilizzando cromie ispirate all’estate. Le ampie finestre sono filtrate da leggerissime tende per catturare più luce possibile. La scala in acciaio e vetro inserita dal-la progettista collega l’ambiente del soggiorno-pranzo alla mansar-da, e grazie alla trasparenza dei materiali usati trasmette la luce del piano superiore. La trasparenza come effetto di leggerezza è pre-sente anche nelle sedie kartell e nei corpi illuminanti. Nel bagno la progettista aggiunge una nota di colore: il lilla dei mobili laccati con lavabo in appoggio. La ricorren-te bicromia bianco nero è invece presente nella camera da letto, im-preziosita dall’utilizzo di materiali con finitura lucida, ricorrente in tutto l’appartamento. ll letto con testata trapuntata in pelle bianca e copriletto declina su sfumature di grigio a strisce. La mansarda, più di ogni altro ambiente, ispira

la voglia di riposarsi e leggere un buon libro. La luce è uno strumento che contribuisce a disegnare que-sto spazio: dal lucernario innon-da le pareti colorate di bianco e raggiunge la sala al piano di sotto, attraverso il vuoto generato dalla scala con le pedate in vetro. II mor-bido divano letto circolare in pelle è avvolto dalla luce zenitale, che ne risalta le caratteristiche mate-riche. Un tocco di blu nel tappeto, infine, è un ideale richiamo al cielo e al mare. IN

Sopra, la mansarda e il bagno.Sotto, la camera da letto.In apertura, il leaving.

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Corso d’Augusto 126, Rimini. Ele-gante e rassicurante, è il palazzo in cui è situato lo studio degli ar-chitetti Cumo, Mori, Roversi. Silvia Cumo è figlia di Giulio, indimen-ticato geometra-pittore dei primi del secolo scorso che, per primo in famiglia, unì il suo lavoro all’arte. Si iscrisse all’ordine dei geome-tri dal 1930, fondò poi lo studio, al quale nel 1967 parteciparono la figlia Silvia, insieme al marito Massimo Mori, entrambi architetti.Come è stato per un giovane nato, vissuto, e laureato a Firenze, inizia-re il lavoro a Rimini?“Il padre di Silvia era splendido - ri-sponde Massimo Mori - e ci lasciava

molto spazio. Era molto conosciu-to, e i clienti non lo ‘sganciavano’ mai! Difficile proporre cose nuove: le figure tecniche dell’epoca erano il geometra o l’ingegnere, l’archi-tetto era considerato un arreda-tore. La prima opera significativa fu “il Prisma”, commissionato nel 1980 da tre fratelli di Santarcange-lo, Alvaro, Aldo e Raffaello Biaget-ti. Purtroppo ci rendemmo subito conto che non sarebbe stato possi-bile continuare per quella strada: i clienti non erano pronti a recepire quel tipo di architettura. Tranne che per alcune banche l’esperienza è stata irripetibile. Ci dedicammo quindi al restauro

La professione avviata da Giulio Cumo

prosegue oggi nello studio di famiglia. Con Silvia Cumo, Massimo

Mori, Alessandro Mori e Rossella

Roversi. Un’armoniosa commistione tra riminesi e fiorentini, fucina di idee

e progetti.

testo Graziella Biagetti - foto Riccardo Gallini

Tradizione e innovazione alla base dell’Architettura

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Costruire | Studio Cumo-Mori-Roversi

Fonderia InnocentiArredo casa & Giardino

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conservativo ed interpretativo”. È forse lo studio più vecchio di Ri-mini, sarebbe potuto diventare un grande studio associato…“Il desiderio di uno studio familiare - prosegue Silvia Cumo - viene dal piacere di essere ‘artigiani dell’ar-chitettura’. Partiamo dai rilievi, poi i calcoli, la progettazione ed i detta-gli dell’arredo disegnati a mano… La ‘creatura’ seguita dalla nascita alla consegna! Nel 1998 lo studio si è ampliato naturalmente quando Alessandro, nostro figlio, si è laure-ato a Firenze e poi, due anni dopo, si è sposato con Rossella Roversi, anche lei architetto, guarda caso fiorentina... (ridono, ‘pensare che ad Alessandro e a me non piacevano i fiorentini!’, aggiunge). Ed ora siamo due riminesi e due fiorentini. I gio-vani hanno portato aria nuova in studio, ci hanno rimesso in moto, tutto di nuovo in discussione: stia-mo facendo un tipo di progettazio-ne che da soli non avremmo fatto”. E il figlio, come si è inserito nel sodalizio quasi simbiotico dei suoi genitori?“Seguendo il cantiere con cadenza quotidiana - risponde Alessandro Mori - guardare e pensare. L’idea è quella della ricerca: la voglia di rin-novare e sperimentare, il coraggio del loro inizio”.Cosa ne è venuto fuori?“Restauri contaminati”, dice Mas-simo. “Loro sono arrivati quando tutto era maturo, dalla Sovrainten-denza di Belle Arti agli utenti”. “Abbiamo iniziato senza gavetta - gli fa eco Rossella Roversi - ma per

questo non è meno facile. Santa Colomba è un progetto di 10 anni fa ed ha partecipato ad un grande concorso nazionale. Sono state selezionate 40 opere co-struite su 1000! Le prescelte, pub-blicate ed esposte alla Triennale di Milano”. “È così che proseguiamo”, dice Ales-sandro. “Innovazione e tradizione”. “Lavorare con il legno, costruire i soffitti a volte. È molto difficile - dice Massimo - principalmente per l’educazione che non c’è. A volte, per fortuna, accade come a Palazzo Ghetti nel Borgo San Giovanni…”. Massimo, lei ha insegnato per anni al Liceo Artistico di Rimini…“Ho questa passione, che condivi-do con Alessandro e Rossella”.“Insegno a Ferrara, - spiega Rossel-la - laboratorio di costruzione di architettura: tecnologia sia umido che secco. L’insegnamento porta ad un continuo aggiornamento”.Cosa vorreste progettare?“Una fabbrica!”, esordisce Alessan-dro. “La sfida è che anche l’edificio utilitaristico può essere estetica-mente molto bello”. Stop. Il tempo è volato, ed è stato bel-lo trascorrerlo in loro compagnia. Con questo sodalizio in cui vecchio e nuovo si fondono in maniera lieve ma ferrea. La calma e l’intelligen-za di Silvia sono la compensazione alla forza e dinamicità di Massimo, insieme nel ricordo di Giulio, e fan-no da fondamenta ad Alessandro e Rossella, che proseguono questa interessante storia dell’architettura, a vantaggio della bellezza. IN

Alcuni progetti realizzati dallo Studio. A fianco, la sala conferenze all’interno dell’ex convento Cappuccini. Sotto, la scala della clinica odontoiatrica Merli. In basso, il restauro dell’ex campanile di Santa Colomba. In apertura da sinistra Alessandro Mori, Rossella Roversi, Silvia Cumo e Massimo Mori.

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Le ville di Viserba e Viserbella raccontano

di quando, tra fine Ottocento e inizio Novecento, nella

riviera romagnola arrivavano i “signori”

per la villeggiatura. L’associazione culturale

Ippocampo le sta ora raccogliendo in una

pubblicazione.

Mettere indietro l’orologio di un secolo, anno più, anno meno. Sul litorale di Viserba e Viserbella signi-ficherebbe ritrovarsi in un ambien-te elegante, con signore che pas-seggiano sulla spiaggia riparate da vezzosi ombrellini e scortate dalla servitù. Che si ritrovano per l’ape-ritivo al café chantant Stella d’Italia, l’albergo di lusso che si affaccia sul-la piazza principale, e dopo cena danzano in abiti da gran sera sulla terrazza a mare dell’Hotel Lido. Protagonisti della belle époque vi-serbese erano nobili, industriali,

ministri, alti ufficiali, famosi attori e cantanti d’opera che arrivavano ad inizio estate con carrozze o auto di lusso per soggiornare nelle ville che s’erano fatti costruire in zona, case di vacanza sorte tra fine Ottocento e inizi Novecento. Ognuna con la di-pendenza adibita a garage e allog-gio per cuochi, autisti e governanti, e con una fontana in giardino da cui giorno e notte zampillava ab-bondante acqua fresca.La varietà di queste dimore, dalle ville più grandi ai villini più mode-sti, costituisce un catalogo dello stile

testo Maria Cristina Muccioli - foto Associazione culturale Ippocampo

Un tuffo nella Belle époque

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Rivivere | Le ville di Viserba e Viserbella

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architettonico di moda in quegli anni, il liberty italiano che ancora si ritro-va negli edifici rimasti “com’erano e dov’erano” grazie alla sensibilità dei proprietari (in taluni casi eredi diretti dei primi abitanti, più spesso nuovi acquirenti). Ed è proprio su queste ville che l’as-sociazione culturale Ippocampo sta puntando l’attenzione con l’obiettivo ambizioso di crearne una mappatura completa, con dati tecnici e storici, immagini e, perché no, racconti sui personaggi che le hanno abitate.“Stiamo studiando una sorta di iti-

nerario alla scoperta delle ville più belle”, spiega l’architetto Pierluigi Sammarini, presidente dell’associa-zione. “Vorremmo produrre una pubblicazione destinata ai turisti ma anche ai nostri concittadini, che da sempre sentono raccontare dai nonni le affascinanti storie dei villeggianti che animavano le esta-ti viserbesi. Da quando abbiamo iniziato l’attività di ricerca storica sul territorio, appena un anno fa, abbiamo riscontrato grandissimo interesse. Le fotografie d’epoca dei collezionisti o fornite dalle fami-

glie stesse (catalogate e pubblicate sul sito www.ippocampoviserba.it) sono già un patrimonio storico in-credibile. Ma la favola delle ville e dei loro abitanti è ancora tutta da raccontare”.Sì, il quadro di quegli anni è come una favola: lo descrive anche Elio Pagliarani, noto esponente dell’a-vanguardia poetica del Novecento nato a Viserba nel 1927, nell’auto-biografia pubblicata recentemente da Marsilio Editore.Una delle ville più particolari, ri-masta esattamente com’era, si tro-

Un tuffo nella Belle époque

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va a Viserba in via Polazzi: è Villa Gubellini, costruita nel 1904 dal bolognese Giovanni Gubellini. Nel 1936, alla sua morte, la casa venne ereditata dai figli Isora e Alcide. Dal 1957 appartiene a Corrado Mazzo-ni, marito di Giorgia Amadori (fi-glia di Isora Gubellini). Sempre a Viserba si trova il villino dove abitò e morì, nel 1940, il teno-re Alessandro Bonci. La casa è stata restaurata di recente dalla nuova proprietà e porta sulla facciata una targa e un tondo con l’immagine del suo famoso inquilino.Poco distante, dietro ad un bel can-cello di ferro battuto, si può sbircia-re il villino che fu della famiglia di Francesco Baracca, il grande avia-tore che agli inizi del secolo passa-va qui le sue vacanze. Costruita fra il 1895 e il 1900 la casa, dipinta di

bianco e verde chiaro, ha un solo piano, su cui si erge una torretta. Oggi è abitata dalla famiglia Par-ma, che l’ha acquistata dagli eredi Baracca nel 1969. “Mio padre Virgi-lio - spiega Pierpaolo Parma - ha vo-luto recuperare l’edificio lasciando le caratteristiche originarie, senza ascoltare chi suggeriva di abbattere tutto per costruire un condominio”. Francesco Baracca ci porta da Vi-serba a Viserbella: fil rouge è il caval-lino rampante che spiccava sull’ae-reo dell’aviatore e che poi diventò simbolo della casa automobilistica Ferrari. E infatti qui, sul lungomare di Viserbella, troviamo il villino che fu di Enzo Ferrari. “La casa - spie-ga il professor Vincenzo Baietta, anche lui socio di Ippocampo - fu costruita negli anni Trenta per il figlio Dino, che necessitava di cure

e bagni di mare. I Ferrari venivano ogni estate e Dino aveva fatto ami-cizia con molti coetanei del luogo. Sulla facciata c’era una mattonella gialla col cavallino dipinto in nero e la scritta ‘Villino Ferrari’. Pare che l’abbiano portata via i Ferrari prima di vendere la casa, nel 1991”.Sempre a Viserbella sono tante le ville da citare: da quella del Gene-rale Malavasi, co-firmatario con Badoglio dell’armistizio dell’8 settembre, a villa Cantelli Forti, di proprietà del presidente del Polo Universitario di Rimini, col carat-teristico decoro in ceramica. E poi villa Serena, la Torretta, villa Trita-pepe... Solo per l’elenco servireb-bero decine di pagine. Ben venga, dunque, la pubblicazione che i soci dell’Ippocampo stanno preparan-do con tanta passione. IN

Ieri e oggi. A fianco, Villa Gubellini in un’immagine di inizio ’900. Sopra, come appare attualmente.

“Pro-memoria a Liarosa (1979 – 2009)”, di Elio Pagliarani

Tra gli anni ’30 e ‘40 Viserba doveva avere sui 2500-3000 abitanti d’inverno e 10mila d’estate. Era costituita da alcune centinaia di villette, la maggior parte delle quali ad un solo piano, con relativo giardino, pozzo e fico. Quasi la metà di queste villette, le più graziose, erano di “forestieri”, famiglie di villeggianti che vi trascorrevano i mesi estivi. Signori di Bologna soprattutto, ma anche di Ravenna, Ferrara, Milano, emiliani e lombardi in grande maggioranza. Piccola e media borghesia in genere, con ancora qualche frangia della “grande villeggiatura”, turisti favolosi che avevano frequentato Viserba tra l’inizio del secolo e gli anni Venti.

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Tecniche innovative permettono oggi di correggere gli inestetismi dovuti all’età. Professionisti di medicina e chirurgia estetica ci svelano i loro segreti.

testo Claudia Gelmini - foto Riccardo Gallini e Filippo Pruccoli

Il segreto della Bellezza

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Curare | Medicina e chirurgia estetica

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L’estate sta arrivando e si comin-ciano a fare i conti con lo specchio. In questi ultimi anni più che mai si parla di ritocchi estetici per mi-gliorare l’aspetto e sentirsi di con-seguenza a proprio agio nel rap-porto con se stessi e gli altri. Ecco un percorso nel mondo dell’estetica insieme ad alcuni esperti tra Rimini e San Marino, per fare chiarezza su quanti progressi siano stati fatti e come ormai molti tabù siano sta-ti sconfitti. Una puntualizzazione utile per chi, come la sottoscritta, non ne sa molto sull’argomento: medicina estetica e chirurgia este-tica sono due cose diverse.Cominciamo con la dottoressa Paola Emiliozzi, specializzata in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica, allieva del professor Carlo Gasperoni, un maestro per il mondo della chirurgia. La dot-toressa ha una grande esperienza

“sul campo”, con viaggi e perma-nenze anche in Brasile, da sempre all’avanguardia in questo settore. “Sono tanti gli interventi che pos-sono migliorare l’aspetto di una persona. In particolare, vorrei par-lare della blefaroplastica: il con-torno occhi è la zona del viso che risente maggiormente del passare degli anni perché la pelle delle palpebre è molto fragile, sottile ed estremamente mobile. Questa pro-cedura consente di migliorare vari inestetismi, dall’eccesso di cute alle borse, dovute all’affiorare del grasso periorbitario. L’intervento si esegue in day hospital, in anestesia locale, e il recupero è piuttosto ve-loce; i punti si tolgono il terzo gior-no e la cicatrice è fatta coincidere col solco naturale della palpebra

superiore, in modo da essere pra-ticamente invisibile. Per la palpe-bra inferiore mi avvalgo, oltre che della tecnica tradizionale, anche della cosiddetta trans congiuntivale, tecnica che prevede un approccio senza tagli, e quindi senza cicatrici esterne: una tecnica molto sempli-ce ma che richiede uno sviluppato senso estetico, competenza ed espe-rienza, necessarie per ottenere un risultato naturale: il viso è imme-diatamente reso più giovane e fre-sco”. La dottoressa Emiliozzi, che ha svolto la sua professione anche a Roma e Milano, è a Rimini dal 2006, ha uno studio privato e si ap-poggia alla Nuova Ricerca. Scrive da anni su riviste come “Viver Sani e Belli” e “Fox”, rispondendo ogni mese a quesiti e dubbi dei lettori.

A fianco, Manola Sarmati. Sotto, Andrea Mezzoli.In apertura, Paola Emiliozzi.

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“Le richieste d’interventi di chirur-gia estetica sono sempre più nume-rose e variano a seconda dell’età”, comincia così il dottor Andrea Mezzoli della Domus Medica di San Marino. “Tecniche e materiali sono sempre migliori, i costi sem-pre più accessibili e i rischi ridot-ti: l’importante è rivolgersi ad un professionista qualificato che eser-citi in strutture che garantiscano un’adeguata sicurezza”. Sfatiamo il mito che la chirurgia di questo tipo sia pericolosa e costosa. “Effet-tuiamo più spesso la mastoplastica additiva. Nella struttura offriamo professionalità e sicurezza per le tre branche del campo estetico: medicina con rapidi trattamenti ambulatoriali, laser per eliminare macchie, peli superflui, capillari, tatuaggi, cicatrici o smagliature e chirurgia estetica all’avanguardia. Disponiamo anche di un nuovissi-mo centro iperbarico per l’ossige-nazione dei tessuti, e accelerare la guarigione delle ferite postchirur-giche e incrementare i risultati dei trattamenti estetici”.

Per capire bene in cosa consistono i trattamenti che ringiovaniscono il viso ne parliamo con la dottoressa Manola Sarmati, medico otorino-laringoiatra, diplomata alla scuola di medicina estetica del Fatebene-fratelli di Roma. “Oggi è possibile ottenere un’attenuazione delle ru-gosità del viso e un miglioramento della texture cutanea con trattamen-ti ambulatoriali, indolori e di rapi-da esecuzione. Si può ricorrere alla biorivitaliz-zazione con acido jaluronico o suoi precursori, per reintegrarne la pre-senza (con gli anni se ne produce di meno, ndr) e richiamare acqua nei tessuti (funzione di Hidroriser-ve, idratazione profonda, ndr), mi-gliorando turgore e luminosità del-la pelle. Il filler (acido jaluronico stabilizzato, ndr) può essere impie-gato per il riempimento di rughe, il miglioramento dei volumi di viso e zigomi o il modellamento delle labbra. Ottimi risultati si hanno con la tossina botulinica: iniettandola intramuscolo in precisi punti del viso conduce a un rilassamento del-

la muscolatura mimica, con netta riduzione delle rughe di espressio-ne. Lo scopo è un ringiovanimento del viso, con un effetto naturale”.Concludiamo con il dottor Davide Forcellini: laureato in medicina e chirurgia, si occupa di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica. Ci spiega il lipofilling, tecnica che solitamente si esegue in anestesia locale o eventuale sedazione. “Si preleva tessuto adiposo dai qua-dranti addominali inferiori o dai fianchi, lo si purifica con apposita centrifuga e lo si usa come riem-pitivo per rughe vicino al naso, alla bocca, per zigomi e labbra. L’operatore effettua piccoli riem-pimenti graduali che, creati con moderazione, permettono di riem-pire quei vuoti antiestetici causati dall’invecchiamento e migliorare la trama cutanea donando armonia, freschezza e naturalezza al volto. In ambito ricostruttivo le indicazio-ni del lipofilling sono molteplici, a partire dal miglioramento delle cicatrici da pregressi interventi o da ustione”. IN

A fianco, Davide Forcellini.

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Page 69: Rimini IN Magazine – 02/2011

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I Pirati del presidente Rino Zangheri in cerca di conferme; la T&A di Alberto Antolini in cerca di affermazioni. Il baseball romagnolo pensa in grande, puntando a una finale scudetto in famiglia tra Rimini e San Marino.

testo Alberto Crescentini - foto Filippo Pruccoli e Riccardo Gallini

I cugini del Batti e corri

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Giocare | Baseball

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IBL, una sfida per otto

Sono sempre 8 le squadre coinvolte nell’IBL (Italian Baseball League), massima espressione del nostro ‘batti e corri’. Nella geografia del torneo c’è tanta Emilia Romagna (oltre a Rimini e San Marino, Godo, Bologna e i campioni in carica di Parma); altre regioni rappresentate sono Piemonte (Novara), Toscana (Grosseto) e Lazio, con il blasonato Nettuno. La formula prevede una prima fase di regular season che terminerà il 6 agosto, quindi le migliori quattro saranno ammesse al girone playoff di semifinale (11-27 agosto). Le due prime classificate daranno vita alla finalissima, al meglio delle 4 vittorie su 7 incontri (dal 2 al 17 settembre). www.fibs.it

Nel prossimo mese di giugno com-pirà 79 anni, ma a vederlo agitarsi (ed entusiasmarsi o imbestialirsi, a seconda dell’evolvere della parti-ta) nella sua classica postazione, a due passi dalla panchina riminese, nessuno penserebbe a un anzia-no. D’altronde lo spirito di Cesare ‘Rino’ Zangheri è sempre lo stesso,

di quando nell’ormai remoto 1973, poco più che quarantenne, andava a sedersi sulla tolda di comando del Baseball Rimini (www.baseballrimi-ni.net), alla presidenza di un club che con lui fece un repentino salto di qualità, passando dall’anonimato all’élite del ‘batti e corri’ italiano. Rimase come folgorato da questa disciplina prettamente americana, lo sport della mazza e del guanto-

ne, dello slang molto ‘made in Usa’ (inning, strike, ball, catcher, pitcher, shortstop e via dicendo). Tutti i suc-cessi dei Pirati - questo il simpatico nomignolo della squadra riminese - sono griffati dal ‘Pres’, uno che a sol-levare trofei non si stanca mai, uno per il quale già un secondo posto è fonte di delusione. Ecco perché un

tipo così non può accontentarsi di vivacchiare. “Sono due, tre anni che le cose vanno e non vanno - attacca ‘Rino’ -. Gli allenatori fatti in casa non sono stati capaci di tenere la squadra, i risultati non sono venuti e adesso abbiamo cambiato registro. Il nuovo manager, Larry Olenber-ger, è un americano, così come sono americani alcuni stranieri (e Josh Phelps, con le sue 465 gare in Major

League, l’Olimpo del baseball pro statunitense, si annuncia come un califfo, ndr). Abbiamo abbandonato la pista dei venezuelani, dei domi-nicani. Buoni giocatori, per carità, ma un po’ facili alle distrazioni: spiaggia, birra, donne... a Rimini l’offerta non manca. Da qui la de-cisione di svoltare, con la speranza

di non avere più questi problemi”. Il campionato è appena cominciato e l’obiettivo, per i Pirati, è solo uno: lo scudetto, quel tricolore che non fa tappa in riva all’Adriatico dal 2006. “Quest’anno vinciamo noi - è cate-gorico Zangheri. Penso che il team sia competitivo, dobbiamo anche re-cuperare il pubblico, che in questi ultimi tempi si è un po’ diradato, complice pure la massiccia dose di

Obiettivo scudetto alla portata delle squadre romagnole

IN Magazine | 71

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calcio in tivù che sta ‘ammazzando’ tutti gli altri sport”. A metà maggio Rimini avrà il nuovo sindaco: cosa si sente di chiedere al futuro primo cittadino? “Di stare il più possibile vicino alle società sportive, non la-sciarle isolate. Sindaco e assessori devono avere un rapporto non solo politico, ma umano”, è la legittima richiesta di Zangheri, che sente in maniera particolare la rivalità con San Marino. “Fino a poco tempo fa eravamo in armonia, poi ci hanno portato via i giocatori (Chapelli e Avagnina sono saliti sul Titano, De Biase è finito invece ai Pirati, ndr). “E allora è guerra”, si fa battagliero il presidente. “Mi dispiace che ‘Rino’ la pensi così. Io non mi sento asso-lutamente in guerra con Rimini”, ribatte Alberto Antolini, dirigente di una T&A (www.sanmarinobaseball.com) che è stata costruita pensando in grande, con mire giustificate in campionato come in Coppa Cam-pioni. Ad allenare c’è sempre Doria-no Bindi, ormai un’istituzione a San

Marino, mentre il nuovo gm è quel Mauro Mazzotti che a più riprese ha lavorato - come tecnico - proprio a Rimini. D’altronde gli ex si spreca-no in questa sfida tra ‘vicine di casa’, con lo stesso Antolini che per tanti anni è stato il braccio destro di Zan-gheri nei Pirati. “Rimini ha messo assieme una gran squadra, la vedo tra le favorite insieme a Nettuno”. E San Marino? Con Thiago Da Sil-va che può ‘tirare’ in gara3 è stata sistemata l’unica, vera lacuna tec-nica del recente passato, quella re-lativa ai lanciatori italiani. “La T&A finisce quarta”, è la scaramantica risposta di Antolini, che in cuor suo auspica invece una finale scudetto in famiglia, con Rimini e San Marino protagoniste. “Sarebbe bellissimo”, ammette Alberto. Intanto ci sono gustosi antipasti in regular season, con il calendario che mette di fron-te le ‘cugine’ alla quarta giornata, vale a dire dal 5 al 7 maggio per le tre partite dell’andata e dal 14 al 16 luglio per il trittico del ritorno. IN

A fianco, Alberto Antolini. Sotto, i Pirati del Rimini. Nella pagina precedente, Rino Zangheri. In apertura, un’azione di gioco del Baseball Rimini.

Tanti trofei in bacheca

Era un grigio 2 novembre, anno di grazia 1975, quando il Baseball

Rimini catturava il suo primo, storico scudetto in un recupero al ‘Gianni

Falchi’ di Bologna. Da allora la società adriatica ha collezionato altri

10 titoli tricolori, salendo sul tetto d’Italia in vari periodi (1979, 1980,

1983, 1987, 1988, 1992, 1999, 2000, 2002 - quello della mitica stella - e 2006). Molto più avaro il raccolto in

campo internazionale, con ‘appena’ 3 Coppe dei Campioni in bacheca:

il primo sorriso in Spagna nel 1976, quindi altri acuti nel ‘79 e nell’89,

con il digiuno europeo che si protrae dunque da 22 anni. Più recenti i

successi di San Marino, che prima ha conquistato una Coppa dei

Campioni (2006) poi ha messo le mani sullo scudetto, nel 2008.

72 | IN Magazine

Page 73: Rimini IN Magazine – 02/2011

52 domeniche di golf in emilia romagna

La guida che racconta i club della regione, le buche più belle, gli itinera-ri turistici più affascinanti e le proposte enogastronomiche del territorio. È la prima guida in Italia che unisce golf, turismo ed enogastronomia, valorizzando in modo originale le peculiarità di una regione da sempre ricca di affascinanti pro-poste turistiche. Una guida completa per il giocatore e per tutta la sua famiglia.

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Page 74: Rimini IN Magazine – 02/2011

Reggini sailing team Andrea, Francesco e

Branko pronti a bissare i successi della scorsa

stagione, quando divennero campioni del

mondo di vela con il loro Melges 20.

Onde, mare, vento, ma soprattut-to amicizia e una passione cullata fin da giovanissimi, che riesce ad unire e amalgamare il tutto. E poi tante soddisfazioni, a cominciare dal titolo di campioni del mondo conquistato l’anno scorso. Ma par-tiamo dall’inizio.I protagonisti sono Andrea (al se-colo Andrea Musone, 40 anni, im-prenditore riminese, sposato e con due figli) e Francesco (Francesco Farneti, 31 anni, commercialista riminese, sposato). Ad unirli la passione per la vela e quella voglia di misurarsi con la natura, rispet-tandone le regole e assaporandone lo spirito.Il team nasce nel 2003 quando, assieme ad altri amici, sperimen-tano questa passione prima su im-barcazioni tipo il Mumm 30 (con cui vincono un titolo italiano, un’altra

volta sono vicecampioni italiani e agguantano anche un terzo posto all’Europeo) e poi sul “Melges 20” una nuova imbarcazione monoti-po nata nel 2009, categoria a cui approdano l’anno successivo. Ed è subito un successo.“Siamo arrivati primi già alla prima giornata di gare ad inizio campio-nato 2010 - raccontano sorridendo e senza nascondere troppo la soddi-sfazione - e gli avversari ce l’hanno subito fatta pagare. Abbiamo dovu-to offrire da bere a tutti...”.Il Melges 20, che dà il nome alla categoria il cui campionato è pro-mosso e sostenuto dalla Casa auto-mobilistica Audi, è un’imbarcazio-ne innovativa, tecnica e veloce, ma allo stesso tempo di semplice ge-stione, adatta ad armatori con un limitato tempo libero disponibile. I nostri protagonisti hanno infatti

una vita intensa, le loro imprese e il loro lavoro, la famiglia, i figli, gli amici. Durante la bella stagione, un fine settimana al mese, si dedi-cano alle gare e alla loro passione per le onde e il vento.E così l’anno scorso a Lerici, con l’imbarcazione numero 157 (nel mondo ne sono state vendute circa 200) si cimentano nella prima gara e il primo giorno si chiude con una vittoria e un distacco di almeno 4 minuti ai diretti inseguitori. La tappa di tre giorni si concluderà poi con il secondo posto assoluto. I successi sono continuati in tut-te le altre tappe per culminare a fine luglio 2010, sul Lago di Garda con il titolo di campioni del mondo. A settembre, a Rimini, avrebbero potuto fare l’en plein con il titolo italiano, sfumato per un punto contro i vincitori dell’anno prima.

testo Franco Cavalli - foto Filippo Pruccoli

Quell’Audi... col vento in Poppa

74 | IN Magazine

Navigare | Reggini sailing team

Page 75: Rimini IN Magazine – 02/2011

“Sul Lago di Garda - racconta Francesco - erano sei le nazioni in gara: gli Stati Uniti, la Francia, il Principato di Monaco, la Germania, la Svezia e l’Italia. Siamo stati primi fin dall’inizio e all’ultimo eravamo rimasti in tre a contenderci il titolo. È stato molto emozionante”.Dietro a questa squadra che vince c’è n’è un’altra. Un main sponsor che si chiama Reggini, concessionaria Audi e Volkswagen della Repubblica di San Marino.“Con Filippo Reggini - raccontano Andrea e Francesco - siamo amici da tempo, tra l’altro siamo anche ‘audisti’. Un giorno chiacchierando ci siamo detti ‘perché no?’ e alla fine la cosa ha portato bene e ora vogliamo continua-re. In campo velico ci identificano ormai come i Reggini”.Riminesi, Andrea e Francesco parlano di una passione per il mare e la vela fin da piccoli. A loro si è aggiunto Branko Brcin (38 anni, sloveno, ma da tempo residente in Italia), che in squadra è entrato nel 2010. È il velista professionista del team: oltre ad aver allenato la squadra olimpionica slovena, nel 2010 con Andrea e Francesco ha conquistato anche un titolo mondiale in un’altra catego-ria. Ed ora per tutti e tre c’è il 2011, con tanti avversari in più ma con un’imbarcazione velocissima. Oltre al cam-pionato italiano, tra gli obiettivi c’è l’Europeo a ottobre a Venezia e il mondiale a Miami. “Sarà dura essere a dicem-bre in Florida - confida Andrea - ma siamo i detentori del titolo. Vedremo…”. IN

Quell’Audi... col vento in Poppa

Sopra, l’equipaggio Reggini impegnato in una regata. In apertura, i velisti Andrea e Francesco assieme al titolare della concessionaria Filippo Reggini.

Ph. Luca Buttò- Studio Borlenghi

Page 76: Rimini IN Magazine – 02/2011

Inventiva, divertente, capace di coniugare con

fantasia accostamenti anche improbabili.

La cucina dello chef Raffaele Liuzzi è così,

intrigante e creativa. Con un impegno concreto:

quello di salvare le ostriche di Cattolica.

Maggio è il primo mese dell’anno senza “r”. Quello in cui, secondo la saggezza popolare (e nobiliare, visto il tipo di prodotto) si smette di mangiare l’ostrica. Almeno fino all’autunno. E gennaio? Non c’è “r”, ma niente panico. È solo una conseguenza della trasposizione del detto dal francese - lingua in cui fu pensato e coniato - all’italia-no. Perché in francese è janvier, e tutto torna. Secondo gli appassio-nati d’oltralpe si gustano meglio nei mesi autunnali e invernali la-sciandole riposare in primavera ed estate, quando, con l’innalzamen-to della temperatura dell’acqua, le

uova fecondate le rendono meno appetibili.Allora perché parlarne ora? Perché bisognerebbe approfittare di questo periodo di pausa per salvaguardare le ostriche di Cattolica, da pochi anni tornate sulle tavole e già in pericolo.Siamo abituati ad associare l’ostrica all’Atlantico e alla Francia, princi-pale allevatore e consumatore del pregiato mollusco, ma alcuni ban-chi si trovano anche nell’Adriatico. Nel 2002 si è scoperto, quasi ca-sualmente, che uno, selvatico, si era riformato a 4 miglia dalla costa di Cattolica. L’ostrica cattolichina è di una varietà diversa rispetto

testo Stefano Rossini - foto Riccardo Gallini

In tavola con Classe e ironia

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Degustare | Raffaele Liuzzi

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all’Atlantica. Si chiama Ostrea Edu-lis ed è di forma piatta e allungata. Tra i primi a portarle sul piat-to e valorizzarle lo chef Raffaele Liuzzi, dell’omonima Locanda. Ma in pochi anni la voce si è sparsa e la richiesta è diventata sempre più alta, mettendo a repentaglio l’intero banco. Non essendoci re-golamentazione o controlli chiun-que può raccoglierle, col rischio di compromettere la produzione per l’anno successivo. Il gusto partico-lare, poi, le rende appetibili anche per l’estero, Spagna in testa, che ne ha fatto incetta.Cos’hanno di particolare queste ostriche? Ce ne parla lo stesso Liuzzi.“Sono più carnose e leggermente più grasse rispetto alla variante atlan-

tica, con un retrogusto nocciolato e un’acidità lieve. Questo è dovuto alla mancanza di correnti del mare Adriatico: l’acqua è più stagnante e le ostriche, come gli altri pesci, ri-sentono del fondale più grasso. Una volta pescate devono essere affinate per almeno due mesi in acqua cor-rente, per ripulirle”.Liuzzi stesso, difensore della varie-tà locale, ha deciso di interrompe-re lo smercio per ora, nella speran-za che il Comune approvi intanto qualche provvedimento di tutela. Ma le motivazioni per recarsi alla sua locanda non mancano. Sarò sincero. Non ho mai amato molto i

ristoranti in cui la cucina creativa diventa un modo per assecondare i voli pindarici dello chef in un am-biente asfittico e ingessato. Ma qui è diverso. Si percepisce una certa ironia e autoironia di fondo, come se volesse giocare proprio con i tipici cliché del ristorante “di alto livello”.“Quando ero piccolo avevo due zie - racconta - da una andavo volen-tieri. Potevo fare quello che volevo e stavo rilassato. Dall’altra non po-tevo fare nulla, c’era la plastica sul divano e mi sentivo in imbarazzo. Quando da giovane ho cominciato a frequentare i ristoranti “buoni” mi sembrava di essere tornato dalla mia zia, per cui ho deciso che il mio sarebbe stato diverso. Il ristorante è un luogo in cui si deve poter essere rilassati e godersi un’esperienza”.

Elencare le iniziative con cui Liuzzi ha voluto mettere in pratica il suo pensiero sarebbe troppo lungo. Colpisce, al di là dell’ambiente, la cucina. Inventiva, divertente, capa-ce di coniugare il territorio con la fantasia e gli accostamenti alcune volte più improbabili. Il gioco di Raffaele poggia spesso sui contra-sti dolce e salato, caldo e freddo, o su piatti che si trasformano col tem-po, come la ricciola affumicata fai da te, in cui i filetti di pesce sono lasciati in un piccolo infusore che continua ad affumicare man mano che si mangia, rendendo gli ultimi bocconi molto più forti dei primi. IN

Ostriche locali, varietà da tutelare

Sopra, Raffaele Liuzzi all’opera. In apertura, lo chef degusta e scherza assieme al suo staff.

I falsi passatelli, la sua ultima creazione

Sono seppie in purezza servite come passatelli in un brodo di alghe marine e distillato di ostrica, gamberi rossi di Sicilia e limone candito. Il brodo viene versato sul piatto al momento. Lentamente il gusto si trasforma e diventa più iodato, appena un po’ più forte, ma il sapore del gambero rosso, dolce, subito lo riequilibra. È un gioco mescolare i sapori e accostarli, o aspettare qualche minuto per sentire come sono variati. Ma è un gioco molto intrigante, gustoso, che si pratica meglio quando anche lo chef gioca a carte scoperte. www.locandaliuzzi.com

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La riccionese Alice Berni è un giovane talento musicale. Ha frequentato la Hochschule fur Music di Mannheim col maestro Sidney Corbett, e vanta già partiture eseguite da diversi ensemble cameristici e orchestrali. Oggi le sue composizioni accompagnano il Caino della storica Compagnia teatrale cesenate.

Con le sue composizioni musicali assieme ai colleghi Enrico Mala-testa e Luca Fusconi, ha debuttato il 13 gennaio nella prima assoluta dell’opera teatrale Caino, ultima produzione per il Teatro stabile di Torino della storica Compagnia Te-atro Valdoca di Cesena. Uno tra gli spettacoli più attesi della nuova sta-gione teatrale, presentato in prima assoluta alle Fonderie “Limone” di Moncalieri. Una prima teatrale che ha visto il regista Cesare Ron-coni e la drammaturga Mariangela Gualtieri, autrice dei testi, impe-gnati in due lunghi anni di lavo-ro e studio per la realizzazione di quest’opera. In scena due interpre-ti fra i più intensi del teatro italia-no: Danio Manfredini nel ruolo di Caino e Raffaella Giordano in quello dell’angelo fragile. Le per-cussioni live e la musica elettronica della colonna sonora sono realizza-te dal vivo ad ogni rappresentazio-ne. Alice Berni, giovane musicista e compositrice riccionese, è sicura e determinata, consapevole anche che il successo passa attraverso un continuo impegno di studio. Qual

è la motivazione che ha determi-nato la tua scelta? “Mi sono sempre affidata alla composizione della musica come valvola di sfogo e di crescita. Fin dall’adolescenza ero appassionata di musiche da film e di lì è nata l’esigenza di iscrivermi al Conservatorio di Cesena, per-ché era l’unica opportunità scola-stica che mi portava in quella dire-zione. In seguito lo studio assiduo e le diverse esperienze mi hanno portato ad ampliare gli orizzonti e ad approdare alla musica con-temporanea. Ho musicato diverse esposizioni di artisti famosi, tra cui la personale di pittura dell’artista Enrico Graziani, presso il Castello degli Agolanti a Riccione”. Essere stata scelta nello staff del Caino quale emozione ti ha trasmesso? “Lavorare con un maestro come Cesare Ronconi e la drammaturga Mariangela Guarnieri è stata un’e-sperienza che mi ha fatto crescere e credere nelle mie potenzialità”. La tournèe tocca le principali città italiane. Le prossime date al Palaz-zo del Ghiaccio di Milano, dal 18 al 22 maggio. IN

testo Marina Giannini - foto Fotoriccione

Alla “corte” della Valdoca

Studio e carriera

Il percorso formativo della giovane riccionese non si è concluso con il

conseguimento di un diploma da mettere in cornice.

La parola d’ordine per Alice Berni è sperimentazione continua.

Ha iniziato lo studio del pianoforte classico a 8 anni a Giocamusica di

Riccione, sotto la guida dei maestri Enrico Cenci e Saverio Gallucci

(Nafta). In quel contesto è nata la sua vena rock che l’ha portata ad

appassionarsi alle musiche da film e, successivamente, alla musica

contemporanea e di ricerca. Si è iscritta al Conservatorio di

Cesena sotto la guida dei maestri Gilberto Cappelli, Leonardo Lollini e Claudio José Boncompagni. Nel 2010 si è diplomata col massimo dei voti. Ora frequenta il biennio specialistico di composizione al

Conservatorio di Milano, con il maestro Alessandro Solbiati.

Comporre | Alice Berni

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Luogo d’eccellenza per far nascere nuove tendenze, Riccione si presenta come formidabile laboratorio di idee, formule e progetti nel campo del fashion. L’evento firmato da Cna Federmoda.

Avviato nel 2010, il progetto si è posto l’obiettivo di andare oltre il settore moda portando nella “per-la verde” mostre, eventi e workshop dedicati alla moda, al design e all’arte. Ospiti della rassegna due grandi icone che rappresentano il “progresso dell’innovazione”, come il creativo Antonio Spanedda e il sociologo scrittore e giornali-sta Francesco Morace, che da anni lavora nell’ambito della ricerca so-ciale e di mercato. Viale Ceccarini, viale Ippolito Nievo e viale Dante con l’evento “Riccione fashion bou-levard” si sono trasformati per l’oc-casione in un set cinematografico dove si è “girato” il mondo della moda: luci, fotografi, truccatori, acconciatori hanno animato un suggestivo backstage-frontstage dove le modelle sono uscite in stra-da dai negozi di Ferretti, Sveva, Gaudenzi e Antonia, coinvolgendo operatori e pubblico in maniera interattiva. “Vogliamo che la moda scenda dal piedistallo ed entri a contatto con la gente”, ha annun-ciato il direttore artistico Roberto Corbelli. “Per quanto riguarda la moda - ha spiegato Antonio France-schini, segretario nazionale di Cna

Federmoda che promuove l’evento - abbiamo voluto dare importanza e valore a ciò che essa rappresenta in termini di lavoro, professionalità e ricerca. In questo progetto sono state coinvolte le realtà imprendi-toriali di Riccione, per valorizzare sempre più chi investe ed opera sul territorio consolidando un comu-ne lavoro di ricerca. La collabora-zione con gli operatori dell’area centrale ha portato gli abiti degli stilisti più originali che calcano le passerelle delle capitali della moda, veri e propri rappresentanti della nuova creatività contempora-nea. Il progetto “Riccione Preview” include altri appuntamenti temati-ci come l’esposizione di pannelli tendenza per l’estate del 2012 in viale Ceccarini con i colori, le ispi-razioni, i materiali e le linee sulle macrotendenze che vengono illu-strate dalla rivista “Zoom on fashion trends”, con oltre un anno di antici-po sul mercato. Riccione, inoltre, anche quest’anno partecipa ad un evento moda di livello internazio-nale come RiccioneModaItalia, che mette in contatto il mondo dell’in-novazione e della formazione con quello del lavoro. IN

testo Marina Giannini

Il boulevard della Moda

In alto, Antonio Franceschini. Sotto, un momento del backstage.

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Vestire | Riccione Preview

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Lusinghiero successo per la serata di beneficenza organizzata da Ladies’ Circle, Club 41 e Round Table, con raccolta fondi a favore dell’Associazione Italiana Glicogenosi.

Il fascino di Rimini è anche que-sto. Una lunga scogliera in mezzo al mare e sopra un locale come sospeso sull’acqua. Una serata di beneficenza organizzata da tre club service cittadini, Ladies’ Circle, Club 41 e Round Table, ha come convocato, la sera del primo aprile scorso, oltre 300 persone al Rockisland sulla palata del porto di Rimini. La sensibilità delle persone e la musica sono stati il collante dell’e-vento. La Prisma Band, com-plesso formato da imprenditori e professionisti che suonano per diletto, ha trattenuto tutti fino a tarda notte con un programma di successi rock e pop. A presen-tare la serata l’eleganza e la pro-

fessionalità di Patrizia Deitos.Il risultato è stato lusinghiero, anche grazie al contributo di al-cuni sponsor (Italstudio spa, Ro-ckisland, Grandi Sistemi e Civis Augustus). Al termine della serata sono sta-ti raccolti ben 4270 euro, come hanno comunicato i presidenti dei tre club, Simona Menghi Sartorio, Marco Tognacci e Daniele Bedogni. Questa som-ma contribuirà a finanziare un importante progetto av v iato dall’Associazione Italiana Gli-cogenosi (w w w.aig-aig.it), relativo alla ricerca di terapie farmacologiche e cellulari per il trattamento della glicogenosi, oggi malattia rara senza cura. IN

La musica della Solidarietà

Associare | Serata di beneficenza

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La manifestazione “Io non tremo” è nata con l’obiettivo di stimolare la cultura dell’attenzione e della prevenzione di eventi naturali ca-tastrofici. Organizzata dall’Ordi-ne degli Ingegneri della Provincia di Rimini, in collaborazione con Edurisk, settore educativo-divulga-tivo dell’Istituto Nazionale di Ge-ofisica, si tiene a Rimini dal 7 al 21 maggio, con appuntamenti dislocati anche a Verucchio e Coriano.L’attualità del recente terremoto che si è verificato in Giappone,

insieme ai numerosi cataclismi che ogni anno si ripropongono in tutte le parti del mondo, merita-no momenti di riflessione su come imparare a conoscere ma soprat-tutto a convivere con questi even-ti naturali. Il progetto riminese è molto articolato e prevede dibattiti, incontri, mostre e simulazioni sul ri-schio sismico. La Protezione Civile riminese, sempre molto attiva e disponibile, ha predisposto eser-citazioni nel Parco del Fiume Marec-chia, dove viene allestito un campo di accoglienza in collaborazione con Associazioni di Volontariato, mentre lezioni saranno tenute da-gli insegnanti, dopo specifici corsi di formazione, nel corso dell’anno scolastico e anche negli anni futuri, a mille bambini dai 6 ai 13 anni che frequentano le scuole elementari e medie della provincia. Nei gior-ni della manifestazione saranno tenuti, da professionisti del setto-re, anche corsi di aggiornamen-to rivolti ad architetti, geometri, ingegneri e periti edili, su come costruire le nostre città e le nostre case e per imparare a difenderci dai terremoti o, almeno, attutirne le conseguenze. “Il taglio della manifestazione - af-ferma Marco Manfroni (nella foto), presidente dell’Ordine degli Inge-

gneri di Rimini - è spiccatamente divulgativo e focalizza l’attenzione sugli effetti devastanti prodotti da queste calamità, sui costi sociali ed economici e sugli strumenti per prevenire, inibire e contrasta-re, tenendo presente che il nostro Paese è all’avanguardia nel campo della ricerca antisismica”. L’importanza dell’evento è sotto-lineata anche dal riconoscimento ricevuto dal Presidente della Re-pubblica Giorgio Napolitano, che ha insignito la manifestazione con una prestigiosa medaglia comme-morativa esprimendo “il suo convin-to apprezzamento per il progetto, volto ad offrire ai diversi livelli di responsa-bilità e di coinvolgimento gli strumenti per comprendere, prevenire e affrontare i molteplici aspetti di una calamità na-turale così è devastante”. IN

Fino al 21 maggio si tiene a Rimini “Io non tremo”, manifestazione dedicata al tema del rischio sismico con simulazioni e corsi d’aggiornamento. Insignita anche di una medaglia del Presidente Giorgio Napolitano.

testo Mariavittoria Andrini

Come controllare la forza della Natura

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Prevenire | “Io non tremo”

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