Rigenerare ginosa

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Rigenerare Ginosa La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia a cura di Giuseppe Carpentieri http://peppecarpentieri.wordpress.com Dalla resilienza alla rigenerazione, creative commons, 2014, su Issuu Ginosa, 16 maggio 2015

Transcript of Rigenerare ginosa

Rigenerare Ginosa La rigenerazione urbana attraverso la bioeconomia

a cura di Giuseppe Carpentieri http://peppecarpentieri.wordpress.com

Dalla resilienza alla rigenerazione, creative commons, 2014, su Issuu

Ginosa, 16 maggio 2015

Cosa significa rigenerazione urbana? • La rigenerazione urbana è il tema urbanistico che più di altri riesce a dare

risposte progettuali adeguate per l'epoca di cambiamenti e di transizione culturale che stiamo vivendo, la fine dell'epoca industriale e l'inizio di una nuova.

• Il tema della "rigenerazione urbana sostenibile", a causa dell’esaurimento delle risorse energetiche e delle pessime condizione del patrimonio edilizio costruito nel dopoguerra è, per gli architetti italiani, la questione prioritaria nelle politiche di sviluppo dei prossimi anni.

• Ricercando con una certa attenzione è possibile rendersi conto che la rigenerazione urbana ha origini dalle leggi della biologia e della termodinamica, ad esempio in biologia l’autopoiesi è la capacità di riprodurre sé stessi che caratterizza i sistemi viventi in quanto dotati di un particolare tipo di organizzazione, i cui elementi sono collegati tra loro mediante una rete di processi di produzione, atta a ricostruire gli elementi stessi e, soprattutto, a conservare invariata l’organizzazione del sistema. Il termine resilienza viene usato in meccanica, in ingegneria per indicare la capacità dei materiali a resistere, mentre in psicologia indica la capacità umana ad adattarsi e di affrontare le avversità della vita.

Nella sostanza, si cerca di imitare gli efficienti processi naturali e suggerire di introdurre procedure ispirate dalle leggi naturali nei processi amministrativi delle istituzioni, e nei modi di pensare e fare pianificazione urbanistica. Secondo il dizionario Treccani per rigenerazione si intende nel senso sociale, morale o religioso, rinascita, rinnovamento radicale, redenzione che si attua in una collettività: rigenerazione morale, civile, politica di un popolo, di una nazione, della società. Il termine “rigenerazione urbana" appare nel lessico della pianificazione urbanistica inglese alla metà degli anni settanta. In ambito urbanistico è possibile individuare una periodizzazione del concetto di “rigenerazione urbana” che parte dal dopoguerra – piani di ricostruzione – fino agli anni novanta, cioè dalla ricostruzione dei centri storici ed urbani promossa dallo Stato fino alla nascita delle agenzie pubbliche-private degli anni ottanta.

Cosa significa rigenerazione urbana?

• Non esiste un’unica interpretazione di rigenerazione urbana e possiamo distinguere due approcci opposti:

• Il primo ricade nell’ossimoro sviluppo sostenibile ove lo spirito del capitalismo prevale sui progetti; Amministratori e imprese ricercano prioritariamente il profitto anche quando non è necessario, il fine è soddisfare l’avidità di pochi e l’accumulo di danaro. Tale approccio contraddice il concetto stesso di rigenerazione.

• Il secondo ricade nella sostenibilità forte ove prevale il bene comune delle persone e l’equilibrio fra uomo e natura; Amministratori e imprese non ricercano il profitto ma applicano la Costituzione realizzando la tutela del paesaggio, dell’ambiente e favorendo lo sviluppo umano attraverso la convenienza ecologica dei progetti, la moneta è un mezzo e non il fine.

• La fine dell’era industriale mostra l’opportunità di come il secondo approccio sia quello realmente sostenibile e desiderabile poiché piani e progetti sono valutati secondo l’approccio olistico al fine di realizzare un presente e un futuro di prosperità.

Cosa significa rigenerazione urbana?

• Un'eco-city è una città compatta e policentrica, che utilizza al meglio tutti i propri spazi senza disperdersi nel territorio. E' una città caratterizzata da una buona mixité funzionale, economica e sociale, puntualmente ribadita da un'organizzazione scalare e gerarchica delle proprie strutture edilizie. E' una città energeticamente efficiente che recupera e ove possibile, ricicla i propri consumi, in modo particolare l'acqua (Maretto, 2013, pag.12).

• Secondo la prospettiva smart growth la città dovrebbe tendere ad una forma urbana più compatta (Duany, 2011); riutilizzare le città esistenti, anche recuperandone le infrastrutture; alzare le tasse ai residenti nel centro città; distribuire sul territorio le residenze a basso costo; sfavorire il trasporto individuale delle automobili a favore del trasporto pubblico; utilizzare le regole del New Urbanism nella progettazione di nuovi insediamenti o quartieri (Reale, 2008, pag.54).

• Secondo il Metropolitan Istitute at Virginia Tech la "rigenerazione urbana" ha principi base: avviare un coordinamento fra i settori; creare una visione olistica; rigenerare le persone prima dei luoghi; creare partenariati a tutti i livelli di governo; creare capacità nel settore pubblico; coinvolgere la comunità locale nella pianificazione.

• Pertanto la rigenerazione si basa sulla "scienza della sostenibilità" con particolare attenzione ai bisogni sociali delle comunità.

Cosa significa rigenerazione urbana?

Nicholas Georgescu-Roegen, diagramma input output, funzione produzione flussi-fondi

La tesi della bioeconomia mostra che la funzione della produzione secondo l'economia neoclassica [Q=f(K,R.L)] è incompleta e persino fuorviante. La teoria della produzione suggerita da Georgescu-Roegen aggiunge un certo ammontare di materia/energia (flusso).

Rigenerare attraverso la bioeconomia

La città secondo un modello di flussi

Fonte immagine, Monica Lavagna, Life Cycle Assessment in edilizia, Hoepli

Rigenerare attraverso la bioeconomia

• Individuare le “invarianti strutturali dinamiche” (risorse fisiche e biologiche) per un utilizzo sostenibile (bioregione urbana)

• Uso razionale dell’energia e auto sufficienza energetica

• Distinzione fra beni e merci per sottrarre i beni dalle logiche mercantili

• Piani di recupero con approccio conservativo

Rigenerare attraverso la bioeconomia

Manifesto di Decrescita Territorio e Insediamenti Umani

• 1. PIANIFICARE LA DECRESCITA ENERGETICA E LA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DI CO2.

• 2. RIEQUILIBRARE I RAPPORTI TRA CITTÀ E CAMPAGNA

• 3. RICOSTRUIRE IL TESSUTO DELLE RELAZIONI SOCIALI E FISICHE

• 4. DISTINGUERE TRA BENI E MERCI • 5. DIFFONDERE LE BUONE PRATICHE ESISTENTI

Manifesto di Decrescita Territorio e Insediamenti Umani

• Dal punto di vista ambientale: la riduzione dell’utilizzo dei combustibili fossili; l’integrità dei processi biologici; l’assenza di impatti sugli ecosistemi; la tutela della biodiversità; la cura del territorio; la riduzione (o meglio l’azzeramento tendenziale) del consumo di suolo; la riduzione dei rifiuti e il riciclo

• Dal punto di vista sociale: la diffusione del sapere e dei consumi consapevoli; l'autoproduzione e lo scambio di beni e servizi; la creazione di spazi sociali di partecipazione e incontro; la tutela della salute; l’integrazione culturale e sociale; la promozione della bellezza

Manifesto di Decrescita Territorio e Insediamenti Umani

• la città decrescente è dotata di – adeguata densità, tessuto compatto – rete di sistemi e risorse locali dotati di forte auto-sostenibilità – mixitè funzionale e sociale – infrastrutture e servizi di prossimità – sistema efficiente di mobilità pubblica – mobilità alternativa diffusa (pedonale, ciclabile, …) – autonomia energetica da fonti rinnovabili – rete diffusa di spazi aperti di qualità – spazi agricoli di prossimità – impronta ecologica ridotta

Manifesto di Decrescita Territorio e Insediamenti Umani

• Innovazione culturale iniziando a distinguere i beni dalle merci secondo i principi della bioeconomia.

• Adeguare i propri piani indicando una distinzione fra beni - acqua, energia, patrimonio storico, suoli, internet, paesaggio - e merci, ed usare le tecniche di recupero diretto del plusvalore fondiario per realizzare la tutela dei beni stessi e per la progettazione di standard minimi e servizi utili alle comunità. I piani dovrebbero transitare dalla "terza generazione" fondata sull'obsoleta perequazione urbanistica alla "quarta generazione" fondata sulla "rigenerazione urbana" valutando la convenienza ecologica attraverso la bioeconomia e la cosiddetta "sostenibilità forte".

• Partendo da analisi qualitative e quantitative che sappiano valutare la morfologia urbana dall'interno dell'area urbanizzata, evitando così di consumare altro suolo agricolo, e presentare un piano economicamente sostenibile ed ecologico attraverso la valutazione della qualità progettuale - un bene, cioè un valore - misurata anche con la "sostenibilità forte" e la detrazione dei costi di demolizione.

Tipologie d’intervento*

• l'inserimento di nuove funzioni e l'ampliamento degli spazi di relazione;

• il taglio di nuove vie nel tessuto preesistente; • diradamenti e stratificazioni; • piani di conservazione; • rinnovo urbano con mutazione della rete viaria; • rinnovo urbano con mantenimento della rete viaria; • le ricostruzione di porzioni di città; • rinnovo urbano e ristrutturazione urbanistica;

*Prof. Paolo Ventura, Dip. DICATeA Uni Parma, coord. Master II livello in Rigenerazione Urbana

Letteralmente sono sinonimi ma con campi di applicazione molto diversi. Il "rinnovo urbano", termine non normato in Italia, nasce da: Urban Renewal, e trattasi di interventi di rinnovamento dei contesti degradati, operati dal governo federale americano dopo il secondo conflitto mondiale. La "ristrutturazione urbanistica" emerge dalla legislazione sul Recupero L. 457/78 ora DPR 6.6. 2001, n. 380 art 3, ovvero: interventi rivolti a sostituire l'esistente tessuto urbanistico-edilizio con altro diverso mediante un insieme sistematico di interventi edilizi anche con la modificazione del disegno dei lotti, degli isolati e della rete stradale; in are degradate (di recupero).

Rinnovo urbano e Urban Renewal

Il Piano di Rigenerazione Urbana deve essere finalizzato all’adattamento simultaneo del contesto fisico, della struttura sociale, della base economica e delle condizioni ambientali dell’area oggetto di intervento. Deve essere basato: su un'accurata analisi delle condizioni dell’area urbana oggetto di intervento; su una strategia generale ed integrata per la risoluzione dei problemi in un modo bilanciato, ordinato e positivo. Il Piano deve fare il miglior uso delle risorse naturali, umane, economiche, incluse le caratteristiche del territorio e dell’ambiente costruito. Il Piano deve cercare di assicurare la più ampia partecipazione e cooperazione degli utenti. Il Piano deve essere monitorabile e modificabile. Gli obiettivi operativi devono essere quantificabili. La natura e l’influenza delle forze, esterne ed interne, che agiscono sulle aree urbane devono essere tenute in considerazione continua. Alcuni elementi della strategia possono progredire a differenti velocità. È ammesso il riorientamento di risorse o l’impiego di risorse addizionali per conseguire gli obiettivi racchiusi nel piano di rigenerazione e gli obiettivi strategici a livello generale.

Piano di Rigenerazione Urbana

Temi progettuali • La bellezza • Il comfort urbano • Recupero edilizio • Sicurezza e gestione urbana • Uso razionale dell’energia • Mobilità • Qualità urbana • Modello sociale

Le città in contrazione e la dispersione urbana città pop. al 1951 picco pop. al 2011 abit. persi %contrazione

1 Milano 1.274.000 1.732.000 1.242.000 490.000 39,45 2 Torino 719.000 1.168.000 872.000 296.000 33,94 3 Napoli 1.011.000 1.227.000 962.000 265.000 27,55 4 Genova 688.447 816.872 586.180 230.692 39,36 5 Roma 1.651.000 2.840.000 2.617.000 223.000 8,52 6 Bologna 340.526 490.528 371.337 119.191 32,10 7 Catania 299.629 400.048 293.902 106.146 36,12 8 Venezia 316.891 363.062 261.362 101.700 38,91 9 Firenze 374.625 457.803 358.079 99.724 27,85

10 Trieste 272.522 272.723 202.123 70.600 34,93 11 Cagliari 130.511 219.648 149.883 69.765 46,55 12 Bari 268.183 371.022 325.933 45.089 13,83 13 Palermo 490.692 701.778 657.561 44.217 6,72 14 Taranto 168.944 244.101 200.154 43.947 21,96 15 Padova 167.672 243.678 206.192 37.486 18,18 16 Salerno 90.970 157.385 132.608 24.777 18,68 17 Ferrara 133.949 154.066 132.545 21.521 16,24 18 Brescia 142.059 210.047 189.902 20.145 10,61 19 Livorno 142.333 175.741 157.052 18.689 11,90 20 Messina 220.668 260.118 243.262 16.856 6,93 21 Pescara 65.466 131.330 117.166 14.164 12,09 22 Verona 178.415 266.205 252.250 13.955 5,53 23 Bergamo 104.166 128.096 115.349 12.747 11,05 24 Foggia 97.504 156.467 147.036 9.431 6,41 25 Siracusa 66.090 125.941 118.385 7.556 6,38 26 Vicenza 79.862 116.620 111.500 5.120 4,59

Le città in contrazione e la dispersione urbana • Le ragioni della contrazione sono legate al progressivo aumento dei

prezzi degli alloggi e la riduzione del potere d'acquisto delle famiglie, pertanto gli abitanti hanno iniziato a cercare alloggi a prezzi ridotti nei comuni limitrofi ai grandi centri.

• Un rapporto dell'ufficio studio AITEC (Associazione Italiana Tecnico Economica Cemento), "Il mercato immobiliare italiano: tendenze recenti e prospettive", pubblicato a febbraio 2012 riporta una tabella circa l'andamento dei prezzi degli alloggi; durante l'anno 1986 il prezzo nominale era di 1.329 €/mq, mentre al 2011 è di 3.500 €/mq.

• A partire dai primi anni '80 l'andamento dei salari reali, in quasi tutti i paesi dell'UE, si è mostrato mediamente inferiore a quello della produttività [...]. Sempre dall'analisi dei dati Eurostat risulta che per i paesi dell'Eur 15 nella prima parte degli anni '80 i salari hanno perso mediamente circa 1,3% l'anno rispetto alla crescita della produttività [...]. A partire dall'inizio degli anni '90 il differenziale ritorna a livelli vicini dell'1,5% medio annuo. Fonte: Casadio M., Petras J.F., Vasapollo L., Clash! Scontro tra potenze: la realtà della globalizzazione, JacaaBook, 2004, pag. 277.

Le città in contrazione e la dispersione urbana Guido Martinotti in Metropoli ha descritto questo fenomeno di

deurbanizzazione che comincia «a partire dalla fine degli anni '70, si sono manifestati i segni visibili della inversione di una tendenza secolare nelle dinamiche dell'urbanizzazione. Infatti l'aggregato dei Comuni con più di 100.000 abitanti ha cessato di acquistare popolazione dopo oltre un secolo di crescita ininterrotta. Questa nuova tendenza si mostra con maggiore forza nelle aree economicamente mature del paese, cioè quelle di più antica industrializzazione e urbanizzazione. Infatti le grandi città come Milano, Genova, Torino iniziano prima delle altre a perdere abitanti, a volte con ritmi assai sostenuti mentre Roma e Napoli seguono a una certa distanza di tempo e Palermo si mantiene stabile o con una crescita trascurabile» (Martinotti, 1993, pag. 93). Inizialmente il fenomeno viene interpretato come un ritorno alla campagna, ma Martinotti ritiene che si tratta di un processo di trasformazione metropolitana ove le periferie svolgono un ruolo di complementarità, cioè funzioni sussidiarie rispetto al centro.

Scenari di intervento • Se intendiamo rigenerare le 26 città partendo da una visione

lungimirante è doveroso immaginare di “aggiustare” le aree urbane per progettare spazi che dureranno per secoli, così come è accaduto per i nostri centri storici e possiamo immaginare tre tipi scenari per le periferie (città moderna costruita dagli anni ‘40 in poi):

• Scenario 0, nessuna demolizione, la morfologia delle città rimane immutata e si recupera l’intero patrimonio edilizio esistente.

• Scenario 1, intermedio, si procede con una demolizione selettiva degli edifici arrivati a fine ciclo vita, e si modifica ove possibile la morfologia urbana secondo un disegno di corretto proporzionamento, e si recupera il rimanente patrimonio.

• Lo scenario 0 è quello meno impattante, ma peggiore dal punto di vista degli insediamenti umani poiché non si risolvono i problemi della qualità urbana; il secondo è forse quello più pragmatico poiché si decide di demolire alcuni edifici o isolati e si ridistribuiscono le densità.

Scenari e costi • Attraverso l’individuazione delle quantità (superfici e volumi), e la scelta

di prezzi unitari è possibile stimare empiricamente i costi della rigenerazione urbana.

• Immaginando di occuparci del 20% degli abitanti presenti nelle 26 città in contrazione è possibile stimare le trasformazioni secondo due e più scenari:

• Scenario 0: €41,6 miliardi (investimento procapite €18.810) • Scenario 1: €51,5 miliardi (investimento procapite €23.368) • In tutti e due gli scenari le stime sono sottostimate poiché si

concentrano all’interno dei grandi centri urbani ignorando i comuni limitrofi parte del modello policentrico creatosi proprio con la contrazione delle città principali.

• Le stime empiriche servono solo a farsi un’idea ovviamente non rappresentano cifre precise che si possono costruire soltanto attraverso computi metrici estimativi rispondenti alle specifiche realtà cittadine. Le cifre procapite sono il frutto di una stima elaborata per Salerno.

• La rigenerazione urbana prevede la costruzione degli standard, il migliorando degli spazi pubblici, nuovi servizi (teatri, biblioteche, centri culturali, uffici pubblici, scuole, poliambulatori, parchi urbani e di quartiere, sport), la realizzazione dell’auto sufficienza energetica attraverso l’uso razionale dell’energia e la riqualificazione degli edifici (riduzione della domanda di energia), e l’uso corretto del suolo.

• Gli edifici esistenti sono ristrutturati attraverso l’impiego di un mix tecnologico, coibentazione termica, nuovi impianti, nuovi infissi e risanamento strutturale.

• Le demolizioni dovrebbero prevedere un prezzo standard nazionale • L’impiego di risorse e materiali locali • La realizzazione di miniere regionali per il riuso e recupero dei materiali

provenienti da demolizioni selettive • Il Comitato Interministeriale per le Politiche Urbane (CIPU) ha raccolto

negli anni scorsi 318 milioni per il piano città, cioè lo 0,62% degli investimenti necessari a rigenerare il 20% degli abitanti residenti nelle 26 città in contrazione (circa 11 mln) rispetto allo scenario 1 intermedio.

Scenari e costi

Sviluppo urbano di Ginosa

Ginosa evoluzione demografica

PRG di Ginosa

Carta geolgica di Ginosa

Tessuto urbano di Ginosa

Tessuto urbano di Ginosa

Confronto vecchi e “nuovi” standard DOTAZIONI PER GLI INSEDIAMENTI RESIDENZIALI

In mq/ab secondo la dimensione demografica dei Comuni Capacità insediativa residenziale teorica

Servizi <10.000 ab.

10-50.000 ab.

40-200.000 ab.

>200.000 ab.

Viabilità e trasporti 3,40 3,60 5,00 7,00

Culto, cultura, vita associativa 1,90 2,00 2,00 2,00

Istruzione 4,50 5,00 5,00 5,00

Assistenza 0,55 0,55 1,20 1,20

Igiene e sanità 1,00 2,60 2,60 2,60

Ricreazione, sport, verde 15,00 31,50 40,50 48,00

Spettacolo 0,15 0,20 2,30 2,30

Commercio e distribuzione 0,50 1,10 1,60 1,60

Servizi tecnologici e annonari 0,55 0,75 0,90 1,00

Sicurezza pubblica 0,10 0,25 0,25 0,30

Attrezzature varie 0,35 0,45 0,55 0,60

Totale mq/ab 28,00 48,00 61,60 71,60

DM 1444/68 -18 mq/ab 4,5 mq/qb per l’istruzione: asili nido, scuole materne e scuole dell’obbligo

2 mq/ab aree per attrezzature di interesse comune: religiose culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, amministrative, per pubblici servizi (uffici P.T. protezione civile, ecc.) ed altre

9 mq/ab di aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, effettivamente utilizzabili per tali impianti con esclusione di fasce verdi lungo le strade

2,5 mq/ab di aree per parcheggi

Tali nuovi standard sono suggeriti dalla manualistica per migliorare la qualità dei centri urbani. Nel caso di Salerno mancano ancora gli standard minimi previsti dal DM 1444/68 nonostante si pensò di progettarli quando venne consegnato lo studio del 1978.

Cellula urbana e standard

Nella classica e corretta pianificazione urbana i progettisti immaginano la cosiddetta “cellula urbana” degli isolati ove inserire gli standard minimi al fine di consentire una corretta fruibilità dei servizi raggiungibili a piedi (Giorgio Rigotti, Urbanistica. La composizione, UTET, 1973). Se rivediamo lo sviluppo urbano della città, soprattutto nella zona orientale oggetto di studio del laboratorio MDF Salerno, notiamo che questo approccio elementare è stato ignorato recando danni agli abitanti.

Raggio di influenza, 400 mt

Schema urbano con maglia regolare

Cellula urbana e standard

Fonte immagine: Giorgio Rigotti, Urbanistica. La composizione, UTET, 1973

Cellula urbana e standard

Fonte immagine: Giorgio Rigotti, Urbanistica. La composizione, UTET, 1973

Cellula urbana e l’organizzazione

Fonte immagine: Giorgio Rigotti, Urbanistica. La composizione, UTET, 1973

Cellula urbana e reticolo stradale

Fonte immagine: Giorgio Rigotti, Urbanistica. La composizione, UTET, 1973

Il laboratorio di pianificazione partecipata con ciclo di incontri Open Space Technology

L’ost del 5 maggio 2014 • Durante il primo ost i cittadini hanno individuato le loro priorità e

sviluppato un dibattito organizzato finalizzato a produrre un documento denominato "istant report", circa i temi discussi. Questo l'elenco delle proposte:

• mobilità sostenibile • utilizzo sostenibile del territorio • risparmio energetico tramite risorse alternative • auto produzioni • coesione sociale • spazi sociali per la transizione • cambiare le priorità puntando sui rapporti umani • trasformare il sistema del credito • sapere cosa si mangia evitando la grande distribuzione organizzata • creazione di cooperative per offrire un servizio sanitario

L’ost del 5 maggio 2014 • Ecco di cosa hanno discusso: • creare zone a traffico limitato favorendo pedoni, biciclette e mezzi

pubblici, creare piste ciclabili • censimento degli immobili non utilizzati • creazione di una pubblicità a favore della mobilità sostenibile • avere un luogo per creare relazioni atte a realizzare una "rete",

promuovere laboratori ed attività, e riutilizzare gli spazi liberi • creare un banca del tempo

L’ost di 9 giugno 2014 • Prove tecniche di transizione • Elenco delle proposte: • Creare un momento di incontro tra diverse realtà associative • Convocare gruppi di GAS • Organizzare una festa dell’auto produzione • Organizzare le giornate del vasetto (conserve) • Organizzare un mercato contadino • Tour degli orti

L’ost di 9 giugno 2014

• Di cosa hanno discusso: • Transizione alimentare e auto produzione • Riduzione degli sprechi • Distinzione tra merci e beni • Cultura dell’alimentazione sana • Migliorare la qualità della vita e dei rapporti sociali

L’ost del 4 settembre 2014 • Modello di questionario ideato da Kevin Lynch, versione adattata per la

percezione della zona orientale della città di Salerno. Le domande: • Che ti viene in mente con la parola Salerno? Come puoi descrivere

approssimativamente Salerno sotto l'aspetto fisico? • Traccia una rapida pianta di Salerno rispetto via Posidonia. Tracciala come

se dovessi fornire una rapida descrizione della città ad un estraneo, che ne contempli tutte le principali caratteristiche. Non si intende un disegno accurato, solo un rozzo schizzo.

• Fornisci istruzioni complete ed esplicite circa il tragitto che compi di solito per andare a lavoro da casa tua. Immagina di compiere effettivamente il tragitto, e descrive la sequenze delle cose che vedi, ascolti o fiuti durante la strada, includendo i riferimento di percorso che sono diventati importanti per te.

• Ci sono alcune emozioni che provi durante il tragitto? • Quali elementi dei quartieri Torrione, Pastena e Italia consideri

maggiormente distintivi. Possono essere grandi o piccoli ma dimmi quali sono per te i più facili da individuare e ricordare.

L’ost del 4 settembre 2014

L’ost del 4 settembre 2014

Analisi percettive secondo i criteri di Lynch

Percorsi

Quartieri Margini

Nodi Riferimenti

Immagine della città e i suoi elementi

• L’immagine ambientale è il risultato di un processo

reciproco tra l’osservatore ed il suo ambiente. L’ambiente suggerisce distinzioni e relazioni, l’osservatore – con grande adattabilità e per specifici proposti – seleziona, organizza, e attribuisce significati a ciò che vede. L’immagine così sviluppata àncora, limita e accentua ciò che è visto, mentre essa stessa viene messa alla prova rispetto alla percezione, filtrata in un processo di costante interazione. L’immagine di una data realtà può così variare notevolmente da un osservatore all’altro.

Analisi percettive secondo i criteri di Lynch

Forma visiva zona orientale

Analisi percettive secondo i criteri di Lynch

Analisi di Giuseppe Carpentieri

Problemi zona orientale

Analisi percettive secondo i criteri di Lynch

Analisi di Giuseppe Carpentieri

Le analisi quantitative • Oltre alle analisi percettive ove è possibile coinvolgere i cittadini nelle

descrizione della propria città e cogliere suggerimenti significativi per progettare i bisogni de cittadini, per aggiungere altre informazioni determinanti è possibile eseguire le analisi quantitative sulla città misurando le densità, gli standard, la morfologia urbana e gli usi del suolo.

• Il risultato delle analisi suggeriscono le eventuali necessità di intervento per migliorare la qualità di vita degli abitanti.

• A titolo esemplificativo e non esaustivo circa l’area orientale presa in esame riporto una valutazione urbanistica frutto delle analisi svolte di recente. L’area è stata divise in “comparti” e sono stati misurati tutti gli indici urbanistici oggi in uso. Il risultato degli indici dimostrano che le densità abitative e l’utilizzazione del territorio nei comparti rappresentano una cattiva morfologia dell’area esaminata, inoltre vi è un’assenza di servizi minimi ed una cattiva distribuzione di quelli presenti.

• Progettare un’adeguata e corretta morfologia dell’area significa avviare demolizioni e ricostruzioni selettive circa gli edifici degradati, e generare spazi e servizi pubblici oggi inesistenti utili a migliorare la città.

Fonte immagine: Luca Reale, Densità città residenza, Gangemi 2008)

Utilizzazione territoriale, FAR

FAR = Floor Area Ratio FAR = superficie utile lorda / superficie territoriale FAR = Indice utilizzazione territoriale (Ut) FAR = Sul/St

FAR = Floor Area Ratio FAR = superficie utile lorda / superficie territoriale FAR = Indice utilizzazione territoriale (Ut) FAR = Sul/St

Fonte immagine: Luca Reale, Densità città residenza, Gangemi 2008)

Utilizzazione territoriale, FAR

Fonte immagine: Luca Reale, Densità città residenza, Gangemi 2008)

FAR = Floor Area Ratio FAR = superficie utile lorda / superficie territoriale FAR = Indice utilizzazione territoriale (Ut) FAR = Sul/St

Utilizzazione territoriale, FAR

Fonte immagine Patrizia Gabellini, Tecniche urbanistiche, Carocci, 2002

Fonte immagine Patrizia Gabellini, Tecniche urbanistiche, Carocci, 2002

Le indicazioni di Smart growht (Andres Duany)

Fonte immagine Andres Duany, The Smart growht manual, McGraw-Hill, 2010

Le indicazioni di Smart growht (Andres Duany)

Fonte immagine Andres Duany, The Smart growht manual, McGraw-Hill, 2010

Le indicazioni di Smart growht (Andres Duany)

Fonte immagine Andres Duany, The Smart growht manual, McGraw-Hill, 2010

Le indicazioni di Smart growht (Andres Duany)

Fonte immagine Andres Duany, The Smart growht manual, McGraw-Hill, 2010

Le indicazioni di Smart growht (Andres Duany)

Fonte immagine Andres Duany, The Smart growht manual, McGraw-Hill, 2010

Le indicazioni di Smart growht (Andres Duany)

Fonte immagine Andres Duany, The Smart growht manual, McGraw-Hill, 2010

Le indicazioni di Smart growht (Andres Duany)

Fonte immagine Andres Duany, The Smart growht manual, McGraw-Hill, 2010

Le indicazioni di Smart growht (Andres Duany)

Fonte immagine Andres Duany, The Smart growht manual, McGraw-Hill, 2010

Le indicazioni di Smart growht (Andres Duany)

Fonte immagine Andres Duany, The Smart growht manual, McGraw-Hill, 2010

Le indicazioni di Smart growht (Andres Duany)

Fonte immagine Andres Duany, The Smart growht manual, McGraw-Hill, 2010

Le indicazioni di Smart growht (Andres Duany)

Fonte immagine Andres Duany, The Smart growht manual, McGraw-Hill, 2010

Le indicazioni di Smart growht (Andres Duany)

Fonte immagine Andres Duany, The Smart growht manual, McGraw-Hill, 2010

Le indicazioni di Smart growth (Andres Duany)

Le indicazioni di Smart growht (Andres Duany)

Fonte immagine Andres Duany, The Smart growht manual, McGraw-Hill, 2010

Le indicazioni di Smart growht (Andres Duany)

Fonte immagine Andres Duany, The Smart growht manual, McGraw-Hill, 2010

Le indicazioni di Smart growht (Andres Duany)

Fonte immagine Andres Duany, The Smart growht manual, McGraw-Hill, 2010

Le indicazioni di Smart growht (Andres Duany)

Fonte immagine Andres Duany, The Smart growht manual, McGraw-Hill, 2010

Le indicazioni di Smart growht (Andres Duany)

Fonte immagine Andres Duany, The Smart growht manual, McGraw-Hill, 2010

Le indicazioni di Smart growht (Andres Duany)

Fonte immagine Andres Duany, The Smart growht manual, McGraw-Hill, 2010

Le indicazioni di Smart growht (Andres Duany)

Fonte immagine Andres Duany, The Smart growht manual, McGraw-Hill, 2010

Fonte immagine Andres Duany, The Smart growht manual, McGraw-Hill, 2010

Le indicazioni di Smart growht (Andres Duany)

Fonte immagine Andres Duany, The Smart growht manual, McGraw-Hill, 2010

Le indicazioni di Smart growht (Andres Duany)

Fonte immagine Andres Duany, The Smart growht manual, McGraw-Hill, 2010

Le indicazioni di Smart growht (Andres Duany)

Fonte immagine Andres Duany, The Smart growht manual, McGraw-Hill, 2010

Le indicazioni di Smart growht (Andres Duany)

Fonte immagine Patrizia Gabellini, Tecniche urbanistiche, Carocci, 2002

Fonte immagine Patrizia Gabellini, Tecniche urbanistiche, Carocci, 2002

Fonte immagine Patrizia Gabellini, Tecniche urbanistiche, Carocci, 2002

Esempi di rigenerazione urbana • Hafen city (Amburgo, Germania), 12.000 abitanti: il masterplan prevede

un sistema di spazi aperti articolati in spazi pubblici e privati interconnessi. L'interno di Hafencity è articolato in diversi quartieri: Elbbrücken caratterizzato da alta densità urbana, edifici a torre e un mix di funzioni legate soprattutto all'attività commerciale (aziende, hotel, commercio a dettaglio e ristorazione); il quartiere Baakenhafen destinato alle residenze e al tempo libero, il quartiere Oberhafen destinato alla creatività e agli spazi culturali. Il progetto prevede la sostenibilità attraverso lo sfruttamento delle risorse rinnovabili, l'uso di standard ecologici molto elevati per gli edifici e l'applicazione di materiali da costruzione ecologicamente compatibili, prevede anche la realizzazione di aree a tutela della biodiversità.

• Rieselfeld (Friburgo, Gemania) l'area di 70 ettari con 4.200 alloggi e 12.000 abitanti comprende anche il quartiere Vauban di 34 ettari ove, fra il 1998 e il 2006, si riqualifica un'area militare dismessa e si insediano 5.000 abitanti con servizi pubblici, verde pubblico, attività commerciali, artigianali e industriali.

• GWL (Amsterdam, Olanda), periodo 1993-1998 (Maretto, 2013): sei ettari e 625 unità residenziali, recupero di un’area urbana precedentemente occupata da un’azienda. L'area si sviluppa attorno all'edificio ex industriale il quale definisce, a sua volta, due piazze: quella principale, dominata dalle facciate neogotiche degli ex edifici industriali restaurati e dentro cui sono stati creati una serie di spazi commerciali; l'altra a configurarsi come una sorta di "porta" di accesso alla città consolidata. L'energia necessaria ai residenti deriva da un impianto di co-generazione dotato di scambiatore di calore. Uno degli obiettivi principale in questo progetto era quello di realizzare un quartiere car-free ed oggi solo il 20% degli abitanti di GEL Terrien è proprietario di un auto.

Esempi di rigenerazione urbana

• A San Jose (California) nel 1995 sorge un progetto di rivitalizzazione di un'area produttiva dismessa (30 ettari) e si interviene con alta densità e mixitè funzionale e sociale; in località Bremerton Dowtown, Washington si recuperano quartieri ("città della marina e centro culturale") con alta densità, mix di funzioni e spazi pubblici di qualità; a Parigi su un'area di 50 ettari nel quartiere Bercy (realizzazione 1988-1992) sono stati insediati 3.000 abitanti con intervenendo con mixitè sociale, social housing e nuovi spazi pubblici; in Scozia a Glasgow nel quartiere Gorbals (realizzazione 2002-2003) si è progettato un intervento di densificazione per 10.000 abitanti rigenerando un vecchio quartiere industriale costruito in epoca vittoriana. Il progetto ha previsto lo sviluppo di funzioni miste: abitazioni, attività direzionali e commerciali, residenze per studenti, usi alberghieri, attività artigianali e verde pubblico. A Gorbals si è preferito l'impiego delle fonti energetiche alternative, una mobilità sostenibile e l'uso di materiali compatibili.

• Un altro esempio paradigmatico è la rigenerazione del quartiere francese nella cittadina di Tübingen in Baden-Württemberg (Germania), un'area di 60 ettari riprogettata da cooperative edilizie puntando alla densità edilizia con mixitè funzionale, uso di energie rinnovabili e filiera corta.

Esempi di rigenerazione urbana

Gestione dei costi e opportunità • Dal punto di vista pratico e amministrativo la rigenerazione urbana intesa

come recupero delle città partendo dall'interno dell'area urbanizzata non è ancora economicamente conveniente poiché la contabilità figlia dell'economia neoclassica pensa in termini di quantità crescenti, per far crescere il PIL, e non per migliorare la qualità della vita.

• Secondo il pensiero predominante un progetto urbano è economicamente sostenibile solo se aumenta il volume di vendita degli alloggi costruiti (cioè solo se aumenta le quantità di superfici lorde) e non se demolisce e ricostruisce e/o recupera l'esistente con l'obiettivo di migliorare la qualità urbana.

• Fin dal momento in cui i Governi decisero che lo Stato dovesse essere privato del potere di emettere e controllare moneta è accaduto che anche la tutela del paesaggio, dell'ambiente e l'obiettivo di migliorare la qualità di vita dei cittadini vengono condizionati negativamente dall'economia neoliberista. Qualsiasi intervento di recupero, riqualificazione e rigenerazione è stato comunque associato alla crescita del mercato immobiliare, anche quando non era affatto necessario. Alcuni tentativi di riequilibrare le risorse, all'intero del sistema dell'economia del debito, sono stati realizzati attraverso il recupero diretto del plusvalore fondiario.

La co-gestione del territorio • Nonostante l’assenza di strumenti legislativi ad hoc per la

rigenerazione urbana, le comunità locali possono trasformare il territorio recuperando e valorizzando il patrimonio edilizio esistente attraverso forme di cooperazione e decidendo di coprire i costi di demolizioni e ricostruzioni con risorse private. Per tendere a questo obiettivo è necessario uscire dall’economia del debito e dall’obsoleto concetto speculativo della rendita urbana e fondiaria, o quanto meno avviare forme di recupero diretto del plusvalore fondiario indirizzandolo al sostegno della città pubblica.

• I costi di demolizioni e ricostruzioni possono essere ripagati anche da una tassa di scopo.

• Qualora i Governi decidessero di uscire dall’economia del debito i costi potrebbero essere ripagati da una corretta politica monetaria (fiat money) e industriale.

Sintesi del laboratorio salernitano • La sperimentazione di pianificazione partecipata mostra come

attivare la cosiddetta capacity building dei cittadini chiamati ad esprimere le proprie percezioni dando indicazioni agli urbanisti sensibili circa la rigenerazione della città.

• Qualora un’Amministrazione decidesse di introdurre taluni processi all’interno dei propri statuti comunali, questi potrebbero ripensare i piani urbanistici secondo i reali bisogni delle persone uscendo dalle malsane logiche speculative.

• Oggi la rigenerazione urbana non è sostenuta da adeguati strumenti legislativi e gli interventi di riqualificazione urbana sono ancora determinati dall’economia neoclassica generando uno spreco di risorse. E’ necessario cambiare i paradigmi di valutazione di piani e progetti al fine di rendere conveniente la rigenerazione finalizzata al recupero del patrimonio edilizio esistente senza l’aumento di inutili superfici lorde di pavimento (merce).

Sintesi del percorso

Accesso alla conoscenza

Condivisione delle

conoscenze e delle

esperienze

Elaborazione degli obiettivi azione cambiamento

Sintesi obiettivi e priorità

Conservazione e qualità della

vita

Riattamento degli alloggi

Metabolismo circolare

Analisi della città e

partecipazione attiva

Cellula urbana a misura d’uomo

Sufficienza energetica