Riflessioni su Saletta di Costanzana

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TESES : Team Sperimentale Esplorazione Sotterranei Gianluca Marino presenta: RIFLESSIONI SU SALETTA DI COSTANZANA Saletta è, nel Piemonte orientale, un luogo famoso a causa dell’alone di mistero che lo avvolge e per le leggende e le storie paurose e fantastiche che su di esso, da generazioni, si narrano. Molte persone, di qualsiasi età ed estrazione sociale, si sono recate al tabernacolo di San Sebastiano, noto più comunemente come “il Tempietto” per essere partecipi dell’atmosfera che si respira, accompagnati magari dalla speranza di assistere a qualche evento strano da raccontare agli amici o, con più ardore, per dare prova del proprio coraggio e molte volte nella fantasia del singolo, a torto o a ragione, il fenomeno accade veramente. Forse è concentrato proprio qui il mistero e il miracolo di Saletta, nel suo stesso verificarsi e nella voglia di riscoprire, mediante la curiosità, un mondo rurale e contadino che fondamentalmente non esiste più e che si tiene in vita proprio grazie alle leggende, ai racconti e alla memoria insostituibile degli anziani. Perché Saletta, rispetto ad altri luoghi, attira così tanto l’attenzione e la curiosità delle persone? Non è facile fornire una risposta esauriente a questo interrogativo; la soluzione va forse ricercata nella storia di questo luogo letta in chiave sinergica con le energie psichiche e le suggestioni del singolo, tenendo in debita considerazione la posizione geografica, il clima (freddissimo d’inverno e soffocante d’estate) e il fascino della terra che lo circonda. Le origini di Saletta sono oscure, la desinenza del nome fa pensare ad un antico insediamento longobardo e gli storici parlano del culto diffuso della dea Iside di origine egizia ma di importazione romana, qualcuno si spinge oltre affermando che, in questo luogo, il magnetismo terrestre avrebbe delle particolarità significative dovute all’intersezione di linee sincroniche energetiche presenti sul nostro pianeta che influirebbero sull’ambiente e sulla percezione della realtà. Nel medioevo il nome di Saletta inizia a comparire in alcuni documenti e per secoli la piccola frazione passerà di proprietà a nobili e al clero fino ad essere ceduta alla famiglia dei marchesi Mossi Pallavicino, in particolare al marchese Mossi di Morano che, intuendone il grosso potenziale, si prodiga per creare in questa terra, un’opera agricola considerata all’avanguardia sia come complesso economico e sia come struttura architettonica; il lavoro rimarrà incompiuto ma lascerà la sua impronta. Lo spirito di questo luogo è comunque segnato sin dall’inizio come profondamente legato alla terra e ai suoi frutti, affacciandosi su un mondo tipicamente contadino fatto di antiche tradizioni, semplicità e saggezza ma anche di tradizioni culturali ataviche legate a leggende e superstizioni, forse gli antichi riti pagani sono sopravvissuti in questo affascinante microcosmo. L’antropologia è la scienza che studia la vita umana nei suoi molteplici aspetti e da molta importanza alle leggende che si sviluppano in un dato luogo, è interessante studiare Saletta da

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TESES : Team Sperimentale Esplorazione Sotterranei

Gianluca Marino presenta:

RIFLESSIONI SU SALETTA DI COSTANZANA

Saletta è, nel Piemonte orientale, un luogo famoso a causa dell’alone di mistero che lo avvolge e perle leggende e le storie paurose e fantastiche che su di esso, da generazioni, si narrano. Molte persone, di qualsiasi età ed estrazione sociale, si sono recate al tabernacolo di San Sebastiano,noto più comunemente come “il Tempietto” per essere partecipi dell’atmosfera che si respira,accompagnati magari dalla speranza di assistere a qualche evento strano da raccontare agli amici o,con più ardore, per dare prova del proprio coraggio e molte volte nella fantasia del singolo, a torto oa ragione, il fenomeno accade veramente.

Forse è concentrato proprio qui il mistero e il miracolo di Saletta, nel suo stesso verificarsi e nellavoglia di riscoprire, mediante la curiosità, un mondo rurale e contadino che fondamentalmente nonesiste più e che si tiene in vita proprio grazie alle leggende, ai racconti e alla memoria insostituibiledegli anziani.

Perché Saletta, rispetto ad altri luoghi, attira così tanto l’attenzione e la curiosità delle persone?

Non è facile fornire una risposta esauriente a questo interrogativo; la soluzione va forse ricercatanella storia di questo luogo letta in chiave sinergica con le energie psichiche e le suggestioni delsingolo, tenendo in debita considerazione la posizione geografica, il clima (freddissimo d’inverno esoffocante d’estate) e il fascino della terra che lo circonda.

Le origini di Saletta sono oscure, la desinenza del nome fa pensare ad un antico insediamentolongobardo e gli storici parlano del culto diffuso della dea Iside di origine egizia ma di importazioneromana, qualcuno si spinge oltre affermando che, in questo luogo, il magnetismo terrestre avrebbedelle particolarità significative dovute all’intersezione di linee sincroniche energetiche presenti sulnostro pianeta che influirebbero sull’ambiente e sulla percezione della realtà.

Nel medioevo il nome di Saletta inizia a comparire in alcuni documenti e per secoli la piccolafrazione passerà di proprietà a nobili e al clero fino ad essere ceduta alla famiglia dei marchesiMossi Pallavicino, in particolare al marchese Mossi di Morano che, intuendone il grosso potenziale,si prodiga per creare in questa terra, un’opera agricola considerata all’avanguardia sia comecomplesso economico e sia come struttura architettonica; il lavoro rimarrà incompiuto ma lascerà lasua impronta.

Lo spirito di questo luogo è comunque segnato sin dall’inizio come profondamente legato alla terrae ai suoi frutti, affacciandosi su un mondo tipicamente contadino fatto di antiche tradizioni,semplicità e saggezza ma anche di tradizioni culturali ataviche legate a leggende e superstizioni,forse gli antichi riti pagani sono sopravvissuti in questo affascinante microcosmo.

L’antropologia è la scienza che studia la vita umana nei suoi molteplici aspetti e da moltaimportanza alle leggende che si sviluppano in un dato luogo, è interessante studiare Saletta da

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questo punto di vista senza dimenticare che nei paraggi esistono altri due paesini che sono ricchi difascino in questo senso: Torrione e Balzola.

L’aspetto più scontato e, purtroppo anche uno dei più conosciuti, riguarda i rituali satanici opseudosatanici che anche oggi si verificano puntualmente all’interno delle mura del tempietto dove,persone dedite al culto del demonio o semplici e ridicoli vandali, si riuniscono attratti dall’atmosferamistica del luogo e dalla sua tranquillità, per celebrare riti, lasciando spesso segni inconfutabili eraccapriccianti della loro presenza.

La suggestione della gente fa il resto ed ecco apparire, nell’immaginario collettivo, strane lucinotturne e presenze malefiche richiamate dagli occultisti che sembrano recare agli sfortunatispettatori fenomeni maligni che si concretano in disavventure come incidenti stradali o improvvisimalori che sembrano avere una base psicologica più che fisiologica.

Stando alle testimonianze, i seguaci del demonio sembrerebbero avere un grosso potenziale diinfluenza sugli esseri umani anche se inconsapevolmente o, forse, l’autosuggestione delle stessevittime, gioca un ruolo ancora più importante e tangibile.

Caratteristici e poetici sono i racconti di avvistamenti delle dame bianche ossia di figure nebuloseche sono solite comparire a ridosso di campi o di corsi d’acqua, specialmente agli occhi deicontadini, verso il tramonto con una casistica che si rivela essere molto concentrata nelle fredde sered’inverno.

Certo l’osservatore attento svelerà facilmente il mistero constatando che si tratta di semplici banchidi nebbia che si spostano seguendo l’umidità del terreno ma, la figura della dama bianca è comerassicurante e viene vissuta senza timore dai contadini che la associano ad una presenza benigna cheveglia sui campi preservando il raccolto.

Sicuramente più inquietanti sono le leggende dei bambini morti e del loro fantasma che vaga dinotte o in occasione di importanti ricorrenze religiose per le strade di Saletta, cercando dicomunicare con un mondo terreno di cui ormai non fanno più parte, ma al quale sono ancora legatida affetti ed abitudini.

La presenza di bambini come vittime di disgrazie e il loro ritorno sotto forma di fantasmi,rappresenta un classico in tutto il folkclore anche perché, la figura del bambino ha diverse chiavi dilettura e ben si presta ad improntare la storia di un significato emozionale molto forte (a voltepatetico) dovuto alla innocenza e alla difficoltà di difendersi del soggetto e ai sentimenti ditenerezza che esso naturalmente ispira.

Il bambino rappresenta inoltre, un ideale di speranza e di crescita ed ha un compito determinante nelraggiungere l’età adulta per permettere la procreazione della specie e la continuità di un qualsiasiceppo famigliare; inoltre il fanciullo nella società contadina costituiva un’importante forza lavoroper la coltivazione della terra.

Altre leggende sono legate ai folletti che disturbano con la loro irruenza la quiete delle case e chepossono essere di due generi: il primo è un’entità fantastica legata alla terra ed è comunque unapresenza benefica che sembra preservare l’abitazione e che porta fortuna, questa tipologia di follettiè molto conosciuta soprattutto nella tradizione nordica e si tende ad attribuire ad essa fatteze umanegrottesche come una statura molto bassa, tratti somatici tipici di una persona anziana con lungabarba bianca e corporatura pingue, mentre la personalità incarna i difetti dello stereotipo delcontadino cioè avarizia, furbizia e saggezza.

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Il secondo tipo riguarda la casistica dello spirito burlone, detto poltergeist, che sarebbe un’entitàgenerata dall’energia psichica di adolescenti particolarmente sensibili e che si presenta in modomalefico, recando continuo disturbo agli abitanti della casa fino a far loro del male e a costringerli alasciare l’abitazione, operazione che si rivela oltre che fastidiosa totalmente inutile.

Il poltergeist è un fenomeno paranormale conosciuto fin dai tempi più remoti, diffuso in prevalenzanelle regioni del nord europa con eccezione dell’Italia dove i casi più eclatanti si hanno nelmeridione.

Le streghe a Saletta erano una presenza solo marginale in quanto, in fatto di leggende, troviamoriscontro molto di più nel paese di Torrione; esse rappresentano una credenza popolare moltoradicata in ogni cultura e sono state oggetto di studio da parte di antropologi, scrittori e persinopsicologi.

Il dizionario dà la seguente definizione di strega : donna che, nelle credenze popolari, è ritenuta inrapporto con le potenze malefiche e accusata di azioni delittuose contro la religione e la società; daessa emergono subito due elementi importanti, il primo è che la strega è sempre di sesso femminilein contrapposizione con la figura dello stregone che non viene riconosciuto come figura malvagia e,il secondo, è la specificazione che si tratta di una credenza popolare indizio che conferma come,appunto, proprio nella tradizione contadina si è radicato il concetto di strega.

Il rapporto con le potenze occulte, che serve da tramite per compiere malefici contro le altrepersone, è un altro requisito essenziale anche se non sempre è così, infatti, sovente, la strega èconoscitrice di antichi rimedi naturali che guariscono dalle malattie sostituendosi alla medicina.

Nell’immaginario collettivo la strega è il diverso, la persona strana che si conosce poco e di cui siha un naturale timore e diffidenza essendo anche la stregoneria un fatto tipico di società ristrettedove tutti si conoscono e conducono una vita in comune.

Dalle nostre parti la strega viene chiamata “masca”, probabilmente derivazione di “maschera”; oggiqueste donne a lungo temute e perseguitate sono scomparse o forse, si sono solamente trasformatein fattucchiere che compaiono in televisione o su internet pronte, dietro lauto compenso, a donarcisuccesso, amore e numeri del lotto.

A Saletta ma anche a Torrione circolano leggende su fantasmi di alcune fanciulle che tornerebberonel luogo della morte per vendicarsi di misfatti subiti e anche per incontrare nuovamente i proprimariti o cercare fidanzati.

Il caso della bella fanciulla che si presenta al ballo, seduce un ignaro giovane il quale scopre che ladama appena conosciuta in realtà è defunta, è un altro classico che si riscontra pressoché ovunque.

Soprattutto verso la fine dell’ 800 e all’inizio del ‘900, il tema dell’amore è molto romanzato einterpretato quasi sempre in modo casto e idilliaco, probabilmente è proprio il messaggio di unamore che sconfigge anche la morte ad alimentare certe storie o molto più semplicemente, lastoriella era così originale e paurosa da venire raccontata molto volentieri per intrattenere ilpubblico durante le veglie serali, quando era ancora usanza ritrovarsi tutti assieme nelle stalle.

Ci sarebbe anche una terza ipotesi, cioè che si raccontavano queste leggende per mettere in guardia ibaldi giovani dalle tentazioni effimere di ragazze che sembravano troppo belle, affascinanti edisponibili per essere vere.

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Ma che cosa sono i fantasmi? A questa risposta l’uomo ha sempre cercato di rispondere sin dallanotte dei tempi ma non sono mai state fornite soluzioni valide e prove concerete, abbiamo soloipotesi non confutabili e supposizioni.

Ai fantasmi ci si crede o meno, gli scettici affermano che sono solo il frutto di fantasia esuggestione mentre, coloro che credono, sostengono che siano le anime dei defunti che, in qualchemodo, tornano nel mondo terreno per comunicare, ultimamente qualche scienziato ha teorizzato cheessi siano delle vibrazioni elettromagnetiche.

Addentrarsi nell’analisi dei fenomeni richiederebbe molto tempo e numerosi approfondimento, ciòche è sicuro è che i fantasmi fanno parte della storia e del vissuto dell’uomo in qualsiasi tempo eluogo e sono gli immancabili protagonisti di leggende e discussioni interminabili.

La didattica ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella costruzione di storie inquietanti daraccontare ai bambini, per tenerli lontani da situazioni ben più reali e pericolose o comunque perfarlo loro capire che, in determinati posti, per qualsiasi motivo, non ci dovevano andare perchéapparentemente lì c’erano le masche o i mostri.

Lo studioso di misteri John Canning ha scritto in un suo libro che in Inghilterra, verso la finedell'800, il declino del contrabbando e la diffusione dell’illuminazione per le strade, annientaronopiù fantasmi di qualsiasi esorcismo.

La frase è emblematica e ci fa ben capire come nel nostro mondo, con la diffusione così vasta delleinformazioni, sarebbe poco produttivo raccontare ai bambini certe storie, le quali però rimangono inversione più moderna, segno che l’uomo ha sempre bisogno di rifugiarsi nell’ignoto, mentregenerazioni di giovani si fanno raccontare dai nonni le storie dei fantasmi e ne rimangonoaffascinati, perché certi aspetti della natura umana, rimangono per sempre impressi nel nostrocodice genetico ed ecco comparire le gite alla Saletta per vedere cosa c’è di strano e per soddisfarequella voglia mai sopita di riscoprire il nostro lato esoterico e venire a contatto, se pur in manieramediata, con le nostre radici.La fenomenologia che riscontriamo a Saletta è vastissima e sconcertante e verosimilmente è questoil vero mistero del luogo: che in esso si sviluppano tutte le tipologie di leggende ed eventi strani chesi conoscano, rendendolo affascinante e fertile da un punto di vista culturale ed antropologico.

Studiare e comprendere le leggende rappresenta un’ottima strada per l’analisi di una strutturasociale soprattutto in un contesto rurale, dove la mancanza o comunque la poca istruzione, nonpermetteva di tramandare in altri modi insegnamenti di antica saggezza popolare che risultavaessenziale per sopravvivere in un contesto dove la campagna dettava i propri ritmi naturali e l’uomosi doveva adeguare.

Percorrendo la strada che porta alla Saletta si può immaginare quel luogo ormai desolato tornare allavita: contadini che lavorano nei campi, donne nelle aie che stendono panni e si scambianochiacchiere, bambini che corrono nei cortili e, quando scende la sera, tutti al sicuro dentro le case ole stalle... le loro voci e le loro gesta rivivono in qualche modo nelle storie popolari e nelle leggendedi un mondo rurale che non esiste più ma che, in fondo, appartiene ad ognuno di noi.

Gian Luca Marino – Teses

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