Riflessioni su Platone

6
Su Platone: Platone, insieme ad Eraclito e Parmenide, finora, è stato uno dei filosofi più “illuminati” spiritualmente a mio avviso. Ciò è per l’evidente motivo riguardante il suo interesse su argomenti che nell’occidente, e soprattutto in quell’epoca, non erano trattati quasi da nessuno. Inoltre è da ammirare che Platone, preceduto da Pitagora (anche se quest’ultimo non divulgava a pieno la sua dottrina), abbia portato già a quell’epoca, in Occidente, concetti base dell’antico Oriente, ampliando cosi anche la cultura e soprattutto il pensiero dell’Occidente con quel mistico e antico fascino tipico dell’Oriente. Uno degli argomenti principali trattati da Platone fu la <metempsicosi>. Trattare un argomento cosi profondo e difficoltoso concettualmente porta a svariate cose: a diventare riflessivi, profondi ed avere di colpo un interesse quasi inispiegabile di molte tematiche. Vorrei precisare che conoscere davvero la tematica della reincarnazione dovrebbe essere come conoscere gran parte del pensiero e delle religioni Orientali. In realtà non si può dare una precisa idea di cosa sia la reincarnazione in una semplice definizione, come per esempio: “la reincarnazione consiste nella trasmigrazione dell’anima in più corpi in un tempo di cicli di vita indefinito”. Questa è una delle classiche mediocri definizioni che cerca di spiegare in poche parole cosa sia questo immenso concetto. Tale concetto, dunque, per essere colto in maniera più completa implica inevitabilmente un minimo di conoscenza della cultura Orientale in quanto concerne in se molteplici aspetti. Oggi per comprendere al meglio la metempsicosi si può far riferimento per esempio alla Psicologia del profondo (oltre che ovviamente alla cultura Orientale) che dà continui e soddisfacenti chiarimenti e “prove” sul tema della reincarnazione, soprattutto nell’ultimo decennio. Platone dunque si era accostato, anche se in minima parte rispetto ad altri filosofi, come Schopenhauer, alla cultura Orientale, per capire bene cosa fosse la metempsicosi. Immergersi però in tematiche del genere porta anche a distaccarsi dalla realtà che si vive ad occhi aperti. Può capitare che si rischi di diventare totalmente mistici e di perdere un contatto con la realtà. E per questo ci deve essere necessariamente un contatto

description

Mie riflessioni su Platone su richiesta della mia prof.ssa di filosofia

Transcript of Riflessioni su Platone

Page 1: Riflessioni su Platone

Su Platone:

Platone, insieme ad Eraclito e Parmenide, finora, è stato uno dei filosofi più “illuminati” spiritualmente a mio avviso.Ciò è per l’evidente motivo riguardante il suo interesse su argomenti che nell’occidente, e soprattutto in quell’epoca, non erano trattati quasi da nessuno. Inoltre è da ammirare che Platone, preceduto da Pitagora (anche se quest’ultimo non divulgava a pieno la sua dottrina), abbia portato già a quell’epoca, in Occidente, concetti base dell’antico Oriente, ampliando cosi anche la cultura e soprattutto il pensiero dell’Occidente con quel mistico e antico fascino tipico dell’Oriente.Uno degli argomenti principali trattati da Platone fu la <metempsicosi>.Trattare un argomento cosi profondo e difficoltoso concettualmente porta a svariate cose: a diventare riflessivi, profondi ed avere di colpo un interesse quasi inispiegabile di molte tematiche.Vorrei precisare che conoscere davvero la tematica della reincarnazione dovrebbe essere come conoscere gran parte del pensiero e delle religioni Orientali. In realtà non si può dare una precisa idea di cosa sia la reincarnazione in una semplice definizione, come per esempio: “la reincarnazione consiste nella trasmigrazione dell’anima in più corpi in un tempo di cicli di vita indefinito”. Questa è una delle classiche mediocri definizioni che cerca di spiegare in poche parole cosa sia questo immenso concetto. Tale concetto, dunque, per essere colto in maniera più completa implica inevitabilmente un minimo di conoscenza della cultura Orientale in quanto concerne in se molteplici aspetti. Oggi per comprendere al meglio la metempsicosi si può far riferimento per esempio alla Psicologia del profondo (oltre che ovviamente alla cultura Orientale) che dà continui e soddisfacenti chiarimenti e “prove” sul tema della reincarnazione, soprattutto nell’ultimo decennio.Platone dunque si era accostato, anche se in minima parte rispetto ad altri filosofi, come Schopenhauer, alla cultura Orientale, per capire bene cosa fosse la metempsicosi.

Immergersi però in tematiche del genere porta anche a distaccarsi dalla realtà che si vive ad occhi aperti. Può capitare che si rischi di diventare totalmente mistici e di perdere un contatto con la realtà. E per questo ci deve essere necessariamente un contatto solido con la realtà che si vive per mantenere l’equilibrio. Dunque un qualcosa di opposto alla tematica “mistica”. E per Platone fu la politica, che influenzò sempre la sua vita, procurandogli però tantissime delusioni e disguidi.

Una delle cose che spesso passa inosservata quasi a tutti durante lo studio del filosofo Platone, è che lui avesse avuto a che fare, non si sa precisamente in che modo, con la Kabbalah Ebraica. Infatti la creazione dell’universo effettuata dal“Demiurgo”da lui descritta è analoga a quella della Kabbalah Ebraica effettuata invece dall’ “Ein-Soph” (infinito=Dio). Ovviamente si sa ben poco che livello di cultura kabbalistica avesse Platone, in primo luogo perché la Kabbalah è stata fino al XXsecolo d.c. un insegnamento

Page 2: Riflessioni su Platone

che non veniva divulgato facilmente, un insegnamento per pochi. Inoltre Platone non ha mai fatto un riferimento esplicito alla Kabbalah, ma in alcuni suoi scritti, come nel Simposio, è fin troppo evidente che egli avesse conoscenze in merito perchè delinea in maniera dettagliata (ovviamente non con gli stessi termini Kabbalistici) attraverso il mito dell’Androgino una teoria Kabbalistica.Qui sono riportati alcuni passi commentati del Simposio che fanno capire l’analogia con la dottrina Kabbalistica: (volevo precisare che questa citata sotto è una fonte che ho preso da internet)

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

Ah l'amore! Chi non ha mai parlato d'amore in questo mondo? L'amore è ciò che ha posto in essere la nostra esistenza e per un amore più grande stiamo terribilmente soffrendo in questa dimensione fisica. Ogni giorno ci dedichiamo al culto dell'Ego che è l'anti-amore in assoluto, la sua infima negazione. L'amore si dà interamente al prossimo, l'ego trattiene tutto per sè. Ecco cosa dice Aristofane nel suo discorso con Erissimaco nel Simposio di Platone:

"Io credo, infatti, che di tutta questa potenza dell'Amore, gli uomini non se ne siano accorti per niente, altrimenti gli avrebbero innalzato templi grandiosi, altari, gli farebbero sacrifici magnifici e, invece, nulla di tutto questo mentre sarebbe la prima cosa da fare."

In questa parte del discorso di Aristofane si affronta il tema della vera natura umana:

"Per prima cosa, dovete rendervi conto cosa sia la natura umana e quali siano state le sue vicende; per il passato, infatti, essa non era quella che è oggi. Nel principio, tre erano i sessi dell'uomo, non due, il maschio e la femmina, come ora: ce n'era un terzo che aveva in sé i caratteri degli altri due, ma che oggi è scomparso e del quale resta soltanto il nome: l'andrògino."

Si fa riferimento dunque al Vaso Unico, all'Adam Kadmon, prima creatura creata da Dio che contiene in sè entrambe le polarità, ovvero maschile e femminile.

"I sessi erano tre, perché quello maschile aveva avuto origine dal sole, quello femminile dalla terra e l'altro, con i caratteri d'ambedue, dalla luna, dato che quest'ultima partecipa del sole e della terra insieme."

In questo passaggio vengono spiegate le tre polarità nelle loro caratteristiche associate ai corpi celesti: il maschile ha una carica positiva (+) ed è associato al Sole perchè condivide con esso un'analogia di polarità; del Sole si dice spesso sia l'immagine fisica del Creatore, perchè proprio come Lui, dona alla Terra la Luce, che è necessaria per la vita sul nostro pianeta. In gergo kabbalistico la sua qualità è quella di Donatore, il suo nome nella scienza della fisica è protone.La Terra rappresenta la polarità femminile perchè, come abbiamo visto prima, viene fecondata dalla luce del Sole che riceve. La sua carica è negativa (-), la sua qualità è quella di Ricevente , è chiamato in fisica elettrone.Veniamo ora alla natura dell'androgino che proviene dalla Luna. Cosa significa:

"la luna partecipa del sole e della terra insieme?"

Come sappiamo, la Luna ha due facce: una che è volta verso la Terra, l'altra verso il Sole. Con la parte volta verso la Terra, essa condivide con il nostro pianeta la qualità di Ricevente, mentre con

Page 3: Riflessioni su Platone

l'altra, essa condivide con il Sole la qualità di Donatore. In Kabbalah questa qualità è chiamata Resistenza, nella scienza della fisica viene dato il nome di neutrone e la sua carica è (o). Torneremo dopo ad approfondire questo concetto, per ora abbiamo appreso chel'androgino è un essere completo e perfetto in sè stesso.

Il racconto prosegue spiegando come e perchè avvenne la separazione di questa creatura: "Avevano una resistenza e una forza prodigiosa, nonché un'arroganza senza limiti, tanto che si misero in urto con gli dei e quel che dice Omero di Efialte e di Oto, che tentarono di scalare il cielo, va riferito a costoro."

Detto fatto allora:"E così Giove e gli altri dei si consigliarono sul da farsi ma non seppero risolversi: non era il caso di ucciderli, infatti, come i Giganti, e di estinguerne la specie a colpi di fulmine (il che sarebbe stato come far sparire onori e sacrifici agli dei da parte degli uomini) e del resto non era possibile continuare a sopportare oltre la loro tracotanza. A furia di pensare, Giove, finalmente, ha un'idea: ‹Ho trovato il sistema,› esclamò, ‹perché gli uomini sopravvivano ma, nello stesso tempo, divengano più deboli e la smettano con la loro prepotenza. Ecco che li taglierò, ciascuno, in due,› continuò, ‹così diventeranno più deboli, e, dato che aumenteranno di numero potranno esserci anche più utili."

La Kabbalah insegna che quando l'Unico Vaso, l'anima, l'androgino fu creato, la sua funzione era quella di ricevere. Ma ad un certo punto l'Unico Vaso, l'anima, l'androgino volle ricevere un dono in extra. Desiderò possedere l'abilità di emulare il Creatore, ovvero il principio di condividere. Allora accadde che il Vaso resistette dal ricevere la Luce del Creatore. In questo momento Dio ritirò la Sua Luce lasciando un piccolo spazio vuoto che noi chiamiamo universo. Questo sarebbe stato il posto dove avremmo sviluppato il potere di dare gioia ad un altro essere vivente.Come la Kabbalah anche il Simposio di Platone ricorda la divisione da parte degli dei dell'androgino, la frammentazione dell'Unico Vaso. Durante la discesa nella nostra dimensione attuale l'Unico Vaso si ruppe in miliardi di frammenti che si divisero antecedentemente in due parti: maschile e femminile. Adamo ed Eva. Da qui originano tutte le cose viventi.

"Da tempi remoti, quindi, è innato negli uomini il reciproco amore che li riconduce alle origini e che di due esseri cerca di farne uno solo risanando, così, l'umana natura."

Ecco dunque da dove deriva il bisogno dell'uomo di non essere solo ed il desiderio di trovare la sua anima gemella: la sua controparte maschile o femminile per cercare di riportare all'unità originaria il Vaso.

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

Dunque è quasi sicura che esista una correlazione tra Platone e la Kabbalah.

Non si spiega però il “come” Platone avesse ricevuto una cultura sulla kabbalah in quanto i testi sacri che riguardavano la Kabbalah erano scritti in Ebraico e sono stati sempre tenuti in possesso solamente dai Rabbini Ebraici e non esistevano copie in quanto non si divulgava questa dottrina. Inoltre la Kabbalah è una dottrina che se la si volesse imparare dai libri antichi sacri, come lo Zohar, il

Page 4: Riflessioni su Platone

Talmud o il Sefer-yetzirah, risulterebbe impossibile, incomprensibile, soprattutto per un Occidentale, in quanto viene esposta con un linguaggio simbolico a dir poco impressionante.

Su questo quesito ho azzardato a fare una simpatica riflessione:e se Platone non avesse avuto davvero a che fare con la Kabbalah in modo diretto pur conoscendola?E qui mi avvalgo del concetto della Reminescenza di Platone stesso: probabilmente egli stesso elaborò questo concetto proprio perché ebbe a che fare anche lui con conoscenze innate, probabilmente ebbe appunto una reminescenza sulla Kabbalah!Avrebbe magari potuto avere a che fare con la Kabbalah prima di essere quello che fu!

Ovviamente questo è solo un mio “simpatico” pensiero…Ma potrebbe essere che sia stato cosi…come potrebbe anche non essere…In fin dei conti tutto può essere, e l’essere di un qualcosa non deve mai essere negato e annulato in principio in quanto l’uomo non ha ancora la possibilità di affermare cosa al mondo potrebbe essere o non essere…

Emanuele