Riflessione sul Vangelo di oggi
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RIFLESSIONE SUL VANGELO DI OGGI
MERCOLEDI’ 2 MAGGIO
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù esclamò:
«Chi crede in me, non crede in me ma in
colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato.
Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me
non rimanga nelle tenebre.Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno;
perché non sono venuto per condannare il mondo,
ma per salvare il mondo.
Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola
che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa
devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le
cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».
Giovanni così conclude la prima parte del suo vangelo, il Libro dei
segni, così detto perché imperniato sull’autorivelazione di Gesù
attraverso sette segni: le nozze di Cana, le guarigioni del figlio del funzionario e del paralitico, la
moltiplicazione dei pani, il cammino sul mare, la guarigione del cieco nato, la risurrezione di Lazzaro.
Gesù si manifesta così come sposo, pane celeste, luce del mondo,
risurrezione, via, verità e vita, Figlio divino del Padre. Chi non lo
accoglierà non sarà condannato da lui, ma dalla sua stessa coscienza,
se avrà voluto negare ciò che l’evidenza gli imponeva di credere.
La stessa Parola interpella e giudica: è la parola della sapienza che è il
Cristo, che infatti grida a gran voce (Gv 12,44), con lo stesso
atteggiamento della sapienza del libro dei Proverbi (Pr 8,3 s.: Essa
grida: “A voi, uomini, io mi rivolgo”). Se colpevolmente
non ci lasciamo raggiungere da questa parola, oppure se, pur avendola accolta, la lasciamo
cadere o non la mettiamo in pratica, da soli ci allontaniamo dalla luce.
Non permettere, Signore, che l’oscurità ci afferri: noi guardiamo a
te come luce del mondo, come pa-rola di vita eterna.