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L’annuncio

del Vangelo

oggi

ARCIDIOCESI DI LUCCA

Il cammino della Chiesa di Luccanell’anno pastorale

2008-2009

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DALLA CONTEMPAZIONEALL’ANNUNCIO

1. Il cammino della Chiesa si apre di giorno ingiorno sotto la guida della Parola che la tiene desta nel-l’adempimento della sua missione e con il sostegno delloSpirito che il Signore Gesù dona nei Sacramenti.Con questa certezza la nostra Chiesa, accogliendo l’inse-gnamento del Sinodo si è messa davanti al Signore, comeMaria, la sorella di Marta, seduta ai piedi di Gesù (cf. Lc.10,39), in atteggiamento di contemplazione e di ascolto eavendo nella celebrazione dell’Eucaristia festiva e in unferiale ascolto della parola di Dio a confronto con la vi-ta quotidiana i suoi punti di riferimento.

2. Negli itinerari di questi anni I discepoli con-templano il volto del Signore per la vita e la pace delmondo (2005-2006), dall’Eucaristia la diocesi in rifor-ma (2006-2007) e dalla contemplazione all’annuncio(2007-2008) emergevano di volta in volta gli elementivitali dell’esperienza ecclesiale che si richiamano tra lo-ro in modo circolare: l’Eucaristia, la Parola, la vita con-creta delle comunità, il vissuto quotidiano della gentenella famiglia, nel lavoro e nella società, le novità delnostro tempo: nulla di tutto questo può esser trascuratose vogliamo restare fedeli al progetto di vita propostodal Signore.

Dalla contempla-zionedel Signore

nasce unannuncioche entranella storiadellepersone


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La Bibbia annuncia la “Buona Notizia”, l’evangelo, co-me racconto della presenza di Dio nella storia. Nellaconsapevolezza che la Parola di Dio ci raggiunge ancheoggi, nelle linee pastorali dell’anno scorso invitavo lecomunità, oltre che nel religioso ascolto della Parolaproclamata nella celebrazione dell’Eucaristia nel giornodel Signore, a cercare un luogo dove la Parola è accoltaa confronto con la vita quotidiana delle persone: le fra-gilità, le paure del futuro, le responsabilità sociali e leinsicurezze economiche, la sfera affettiva, le speranze ei desideri più profondi…

IL CONVEGNO DI GIUGNO:“BUONE NOTIZIE PER NOI OGGI”

3. Nel convegno del giugno scorso abbiamo fattoesperienza, come destinatari, della bellezza liberantedell’annuncio.

La “Buona Notizia” contenuta nella Bibbia che abbiamoascoltato ci ha portato a guardare il tempo in cui vivia-mo con uno sguardo di speranza e a riscoprire la mis-sione di annunciare il Vangelo oggi alle persone con cuiviviamo quotidianamente in relazione “perché abbianola vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10).

Abbiamo riletto la storia del popolo d’Israele nel mo-

come ciraccontala Bibbia

NelConvegnodiocesano

ci siamomessi inascolto

della Paroladi DIO


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mento critico dell’esilio, quando sperimentò la distru-zione dei suoi riferimenti religiosi stabili, quali la terra eil tempio. Quella situazione di spoliazione però non fu lafine di tutto: la fede del popolo fu purificata da quellaesperienza dolorosa e giunse a una conoscenza piùprofonda di Dio e a una religiosità più interiore.

In quella vicenda abbiamo potuto pensare alla Chiesa.Anch’essa sta attraversando una crisi di identità per unforte calo di attenzione e di accoglienza del Vangelo co-me progetto di vita. È da aggiungere inoltre la sua per-dita di prestigio e di riconoscimento sociale, l’assotti-gliamento del numero dei preti, l’asfissia di molte orga-nizzazioni… elementi tutti che possono far presagire unfuturo incerto e generano pessimismo in molti.

La Parola ascoltata ci ha aiutato a non guardare il pre-sente con occhi nostalgici, ma ad assumere la crisi comecomunità e personalmente, a starci dentro con speranzaevangelica perché solo così è possibile scorgere il nuo-vo che lo Spirito vi costruisce, e l’incertezza del presen-te e l’apparente assenza di futuro divengono ancora pos-sibilità di salvezza…

La storia di Giona inviato a portare il lieto annunzio allacittà degli uomini ci ha mostrato un evangelizzatore chenon è capace di accettare le cose come stanno, non è insintonia con lo sguardo di benevolenza di Dio sull’uma-nità e di conseguenza diventa incapace di obbedire allamissione che Dio gli ha affidato. Ci consola pensare che,se anche noi siamo tentati – al pari di Giona – di giudi-

e alla sualuceabbiamocompresola missionedellaChiesa nelnostrotempo


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care il mondo più che di evangelizzare, come Dio usòmisericordia a lui disobbediente e lo rimise in viaggioverso Ninive, così rimette continuamente anche la nostraChiesa in cammino perché agli uomini e alle donne delnostro territorio oggi giunga la notizia del suo amore. Con questa sollecitazione riprendiamo il cammino nelnuovo anno pastorale per annunciare colui che abbiamocontemplato, il Signore della vita.

4. Ma a quali condizioni l’annuncio del vangelopuò risuonare come buona notizia? È ancora la Parola di Dio udita nel convegno che ci ha il-luminato, attirando la nostra attenzione sulla relazionecome luogo di incontro. Ogni pagina biblica racconta deldialogo in cui Dio “parla agli uomini come ad amici e siintrattiene con essi, per invitarli e ammetterli alla comu-nione con sé” (Conc. Vat. II, Dei Verbum, 2) in un rap-porto che esclude il possesso per aprirsi al dono recipro-co e all’alleanza in cui ciascuno si comprende e vive apartire dall’altro.

unamissione

che la portaa mettersi

in relazionecon tutti


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LA PAROLA DEL SIGNORE “SIDIFFONDA E SIA GLORIFICATA”

5. A me sta veramente a cuore che la nostra Chiesaoffra un annuncio del Vangelo che dia luce e calore di fe-de e di amore alle esperienze fondamentali della vita: gliaffetti, le sofferenze, il lavoro, la festa… perché solo se èaccolto come una proposta piena di vita, il Vangelo di-venta forza di cambiamento e di speranza. È questa lastrada che indico alla nostra Chiesa.A me sta a cuore una comunità cristiana che, prima del-le attività, considera importanti le persone ed è attentaalle loro reali situazioni di vita. La vocazione della par-rocchia ai nostri giorni, infatti, è di essere un ambientevitale, capace di accogliere tutti: accoglienza che ha lasua massima espressione nell’Eucaristia domenicale,dove è il Signore Risorto che convoca, ospita e ci invitaa fare comunione con lui per essere in comunione tra noie “segno” di comunione nel mondo, perché nascano re-lazioni di comunione fraterna.Indico tre ambiti dove la Parola di Dio è già proclamatama ha bisogno di coniugarsi sempre più alla vita per di-ventare “Buona Notizia”.

Parola di Dio ed Eucaristia

6. Il nostro costante riferimento è sempre all’eventopasquale che celebriamo nell’Eucaristia domenicale luo-

Laparrocchiasia luogo diaccoglienzae diannuncio

a cominciaredallaEucaristiafestiva


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go privilegiato di annuncio. Qui la “Buona Notizia” cadesopra i discepoli ed essi accogliendola dimorano nell’ob-bedienza della fede che li forma come assemblea santa delSignore. Quella Parola proclamata trova il suo compimen-to nel vero culto reso dal Cristo che si dona al Padre sullacroce e di cui l’altare – posto al centro dell’aula per esserecircondato dall’assemblea – è simbolo. All’altare si avvici-nano i discepoli invitati per rinnovare l’alleanza nel sanguedi Cristo e nutrirsi dell’unico pane che li unisce in un solocorpo e li fa lievito per un’umanità rinnovata nell’amore.

Il linguaggio simbolico della celebrazione deve lasciar tra-sparire l’azione del Risorto che agisce in mezzo alla suacomunità e la rinnova. La ricerca della qualità della cele-brazione dunque costituisce un impegno indispensabile,costante e degno della massima cura: dalla qualità dellaproclamazione della Parola - compresa l’omelia che la rac-corda con la vita concreta - alla liturgia eucaristica; dalleespressioni della fede e di preghiera (formulazioni, canti)ai gesti del corpo; dalle intenzioni della preghiera univer-sale alle iniziative che esprimono accoglienza e fraternità:tutto deve essere annuncio! Si ricordi che la CelebrazioneEucaristica domenicale è il primo e privilegiato luogo diannuncio settimanale di Gesù Cristo, Vangelo di Dio.

7. Abbiamo inoltre da approfondire – come indica-va l’itinerario Dall’Eucaristia la diocesi in riforma – il le-game fecondo tra celebrazione dell’Eucaristia e vita del-

trasparentenei segni


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la comunità, perché la comunione realizzata dal sacra-mento trasformi le relazioni interpersonali e si esprima informe di corresponsabilità e di condivisione a tutti i livelli. La fatica che ha incontrato la riforma ci dice che ancoradobbiamo lavorare in questa direzione. Per questo chie-do di verificare quanto è stato attuato e che si continui apromuovere forme di collaborazione e condivisione traoperatori pastorali della stessa comunità, a realizzarescambi di doni e condivisione dei problemi nelle UnitàPastorali, nei Centri, nelle Sottozone e nelle Zone. Inquesto quadro di unità territoriale sarà possibile anchevalorizzare la vita delle piccole comunità.

Parola di Dio e discernimento

8. Come ogni parola umana, anche la Parola diDio è il mezzo che apre alla comunione chi la pronunciae chi l’ascolta. La Bibbia racconta l’incontro tra Parolae uomini e donne nelle loro situazioni concrete. È que-sto intreccio tra Parola e vita che siamo chiamati ad ap-profondire in questo anno. Ogni volta che viene proclamata – in tutte le attività or-dinarie della vita parrocchiale dalla catechesi a tutte lealtre occasioni – la Parola dovrà apparire come rispostaalle attese più profonde, interpellanza a tutta intera lapersona nella sua dimensione individuale e sociale, al-largamento dei propri orizzonti, chiamata che orienta lavita e questo avviene solo se si prendono sul serio anchele situazioni personali ed esistenziali di ciascuno.

come inogniiniziativapastoraledove laParola diDio èproclamata

e vissutanella vitaquotidianadellacomunità


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Tra le varie forme di lettura della Parola ricordo quantosia fruttuosa la riflessione sul vangelo domenicale con-divisa tra preti e laici.

9. È decisivo tuttavia che nelle comunità parroc-chiali – e/o unità Pastorali – nasca anche un luogo di di-scernimento dove la Parola entri in dialogo con le di-mensioni concrete della vita, come già raccomandavo loscorso anno (Dalla contemplazione all’annuncio, 17). In questo luogo sarà possibile sperimentare la forza del-la Parola quando è accolta nella vita:

“Come infatti la pioggia e la neve scendono dalcielo e non vi ritornano senza avere irrigato laterra, senza averla fecondata e fatta germogliare,perché dia il seme al seminatore e pane da man-giare, così sarà della parola uscita dalla mia boc-ca: non ritornerà a me senza effetto, senza averoperato ciò che desidero e senza aver compiutociò per cui l’ho mandata” (Is 55, 10-11).

E così ogni persona e ogni comunità con riconoscenza eumiltà potrà testimoniare: “più Vangelo entra nella miavita, più io vivo”, fino ad affermare come l’apostoloPaolo: “Per me vivere è Cristo” (Fil. 1,21), “Non sonopiù io che vivo, ma Cristo che vive in me” (Gal. 2,20).Avremo infatti sperimentato che futuro, amore, casa, pa-ne, festa, riposo, desideri, morte … saranno vissuti nel-

e in modoparticolare

in un“luogo”dove si

confrontacon la vita


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la loro sorgente che è Dio, l’Amore Trinitario che nelVerbo si fa “carne” udibile, visibile e sperimentabile.Per le nostre comunità incrementare questi ‘luoghi di di-scernimento’, è la via per uscire da una fede abitudina-ria e stanca per fare incontrare il Vangelo vivo, condi-zione indispensabile per divenire discepoli del Signore.Al tempo stesso è un vero annuncio offerto a ogni uomoe donna che voglia mettersi in ricerca.

10. Anche per quest’anno il testo biblico che orien-ta il nostro cammino è preso dagli scritti di s. Paolo. Hoscelto la prima lettera ai Tessalonicesi e la lettera ai Ga-lati le quali presentano rispettivamente il primo annun-cio accolto da una comunità giovane e il ri-annuncio auna comunità che è regredita rispetto alla fede iniziale.Questo attira la nostra attenzione anche sulla vicendapersonale dell’apostolo Paolo – nell’anno giubilare a luidedicato – il quale narra sempre la forza liberante dellaParola in lui.

Parola di Dio e stili di vita

11. La Parola di Dio che la Bibbia annuncia sicompie nella storia, ed è proprio nella storia dell’uma-nità che la Chiesa è posta a continuare la missione delRisorto annunciando la “Buona Notizia”. Tra chi annuncia e chi ascolta nasce una comunione chefa responsabili gli uni degli altri, una responsabilità che

avendocomeriferimentola lettera aiGalati e laPrima aiTessalonicesidi S. Paolo

percondurre idiscepoli auno stiledi vita


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si allarga dalla propria comunità a quanti vivono sul no-stro territorio e diventa sollecitudine per tutte le Chiesee si fa interesse per tutto ciò che è umano.

Una Chiesa che ‘sta’ tra gli uomini per mostrare la mi-sericordia del Padre non perde se stessa ma adempie lasua missione: “le gioie e le speranze, le tristezze e le an-gosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e ditutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speran-ze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo”(Conc. Vat.II, La Chiesa nel mondo contemporaneo, 1).

‘Stare’ in compagnia degli uomini scegliendo per sé ilruolo umile, e povero è una scelta epocale per la Chiesa,un modo possibile per ‘abitare’ la terra oggi… perchésolo così può amare le vicende degli uomini, rimanerenel loro dolore, condividerne il disorientamento, assu-mersi i loro fallimenti, caricarsi le spalle la disperazionesenza sottrarsi mai. ‘Stare’ con speranza nella quoti-dianità: fondati sulla Parola! Uno ‘stare’ siffatto èbuona notizia che racconta e annuncia la presenza diCristo parola di amore che attira a sé.

12. Le nostre comunità sono chiamate a convertirsisenza cedere alla paura e alla difesa ad oltranza del pro-prio status di benessere ad aprirsi verso i poveri e gli stra-nieri, a dare attenzione alla famiglia e ai giovani (cf Dal-la contemplazione all’annuncio, 12-15).

Questo stare in compagnia con gli uomini interpella

che si fabuona

notizia perl’umanità

nellacondivisione


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profondamente anche a livello personale e familiare adassumere stili di vita evangelici passando dalla logicadel consumo e dello spreco ad un costume di sobrietà edi essenzialità che manifesti il senso di responsabilitàper l’intero creato e perché non accada che le nostre pa-role siano svuotate dell’amore o che i nostri gesti sianosolo di circostanza.

ALCUNI PUNTI DI RIFERIMENTO

13. Chiedo alle comunità di entrare sulla strada cheho indicato. Al fine di concretizzare quanto detto soprasegnalo fin da ora alcune iniziative. Altre saranno offer-te nel corso dell’anno:

- Convegni di area: nella seconda metà del me-se di settembre in diversi luoghi della diocesisi terranno dei convegni sullo stile di quellodiocesano perché il maggior numero di perso-ne, come al convegno di giugno, possano fareesperienza di ascolto della “Buona Notizia”

- Bimestre formativo per operatori pastorali:subito dopo i “convegni di area”, si terrà a li-vello di Zona pastorale il bimestre formativo,finalizzato a far incontrare la Parola di Dio e lavita delle persone. In particolare tutti coloro


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che nelle comunità in vari modi sono annun-ciatori del Vangelo – gli operatori pastorali,preti, laici e consacrati – sono chiamati a for-marsi nella capacità di un annuncio efficace.

- Sostegno e accompagnamento: sempre nel-la prospettiva dell’incontro tra Parola e vita,durante l’anno l’équipe diocesana compostadai direttori degli uffici pastorali saranno adisposizione per le comunità che chiedono illoro aiuto.

- Incontri in san Martino: questi incontri so-no nati proprio per far dialogare vita e van-gelo. Quest’anno si terranno dopo Pasqua2009 e avranno come oggetto di confronto la“tradizione”.

- Ripensamento della iniziazione cristiana:in vista di un serio ripensamento della Inizia-zione cristiana (luogo in cui la Parola espri-me la sua forza trasformante) – previsto perl’anno prossimo – nei mesi invernali, con laguida dell’ufficio per l’evangelizzazione e lacatechesi, si procederà a fare il punto su co-me avviene oggi il processo di iniziazione al-la fede nelle nostre comunità.

- La visita pastorale: in quest’anno pastoralesi comincerà anche a preparare la visita pa-


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storale che farò a partire dal 2010; con essami propongo di confermare il cammino dellecomunità nel loro impegno missionario

- S. Giovanni Leonardi, un testimone che in-coraggia: Ricorre quest’anno il quarto centena-rio della morte di san Giovanni Leonardi, no-stro concittadino, nato a Decimo (✯ 1541 – ✝1609) oltre alla Congregazione dei sacerdotiriformati, consapevole quanto fosse importantela formazione degli adulti e dei giovani eglifondò nella nostra Diocesi la Compagnia dellaDottrina Cristiana coinvolgendo presbiteri e lai-ci e nello spirito dell’annuncio che nasce dal-l’essere cristiani istituì un gruppo di sacerdotiper la propagazione della fede, primo germe delgrande Collegio di Propaganda fide sviluppatopoi dai Sommi Pontefici. Egli ci mostra che al-la base di ogni annuncio e del rinnovamentodella Chiesa sta la scelta di “Cristo innanzitut-to”. La sua testimonianza sarà approfondita dal-la Lettera che prossimamente, insieme al Retto-re generale dell’Ordine dei Chierici Regolaridella Madre di Dio, invierò alla Diocesi.

- Il Vescovo Bartoletti, del quale è in corso laCausa di Beatificazione, ci incoraggia nel no-stro cammino con queste parole: “Il clima chesi confà alla lettura spirituale della Bibbia è


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quello della fede illuminata, amorosa, paziente.Clima di silenzio interiore, di umile accettazio-ne, di fidente ricerca, di totale disponibilità al-l’appello di Dio.Chi sa leggere così la Bibbia, è pronto ad ac-coglierne il messaggio, per tradurlo con la gra-zie di Dio, in realtà di vita.Secondo l’espressione del Vangelo, egli è fracoloro «che avendo ascoltato la Parola, in cuo-re nobile e buono, la conservano, e produconofrutto per la loro perseveranza» (Lc 8,15).

La Madre del Verbo fatto carne perché noi potessimoudirlo, vederlo, toccarlo, gioire della sua presenza e inLui essere salvati, ci aiuti oggi a dare “carne” alla Paro-la di vita e sia di guida nel nostro cammino.

� Italo Castellani

arcivescovo

Lucca,Solennità di San Paolino 12 luglio 2008


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