Ricostruzione Churchill il falso storico del carteggio ... · «Cavallo rosso» come Ambrogio,...

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letture Domenica 1 Novembre 2015 18 | Testimonianza | Eugenio Corti, lettere dal fronte | Ricostruzione | Churchill e Mussolini, il falso storico del carteggio | Romanzo | Antichi segreti nella Svezia di ieri e di oggi Claudio Ozella L a sua serie con protagoniste la scrittrice Erica Falck e suo marito, l’i- spettore di polizia Patrick Hedstrom, è stata pubblicata in cinquantacinque Paesi con oltre quindici milioni di copie vendute nel mondo. «Il segreto degli angeli», pub- blicato da Marsilio, è l’ottava indagine di quella saga, firmata da Camilla Läckberg, con la quale la giallista svedese (ormai l’autrice scandinava di maggior successo dopo Stieg Larsson) colloca i suoi perso- naggi al centro di una ricognizione investi- gaitva che fin dalle prime pagine avvince il lettore, grazie a una scrittura fluente, che riesce a riunire due storie cronologica- mente distanti in una, arricchendo e non appesantendo il racconto. Ebba, dopo essere stata colpita da un doloroso lutto familiare che ha avuto effetti devastanti sul rapporto con il marito, torna insieme con lui a Valo, la meravigliosa isola della sua infanzia che si sporge verso le piccole case bianche e le ripide rocce di Fjallbacka, nella pace dell’arcipelago svedese. La donna vuole ristrutturare la colonia che le appartiene e dove non è più tornata dal giorno in cui, una vigilia di Pasqua di molti anni prima, la sua famiglia sparì nel nulla, lasciandosi dietro solo una tavola apparecchiata a festa e una bimba di un anno che vagava confusa. La sua fami- glia non fu più vista, e nessuno riuscì mai a spiegare cosa fosse realmente successo. L’atmosfera idilliaca del luogo, però, è turbata da un attentato, quando qualcuno cerca di dare fuoco la casa di Ebba. Dopo l’incendio, seguono minacce sempre più gravi, che spingono l’ispettore Hedstrom ad aprire un’inchiesta, affiancato, suo malgrado, dalla moglie Erica. La scrittrice, infatti, era sempre stata attratta dal mistero che circondava la famiglia di Ebba e, final- mente, vede l’occasione per concludere la sua indagine personale. Dopo un ulteriore tentativo di omicidio ai danni di Ebba, i lavori di restauro della colonia portano alla luce una traccia delle vecchie macchie di sangue. Questo filo d’Arianna condurrà Erika e Patrick in un labirinto insidioso costellato di antichi segreti e di vecchi e nuovi delitti, in una corsa contro il tempo disseminata di perico- li e minacce, in una partita d’azzardo che vede in gioco anche i loro affetti più cari. Un confronto che avrà come teatro ancora l’isola, porterà alla luce una verità inattesa e spiazzante e vedrà finalmente la giustizia riparare i torti passati e presen- ti. «Il segreto degli angeli» si appoggia su un’alchimia narrati- va intrigante, che non tralascia gli aspetti più scomodi di esistenze rabbuiate trasformandoli in propul- sori che infondono vita e vigore alla storia, inserita in una geometria stilistica essenziale,. I personaggi sono disegnati con mano sicura, delineandone i caratteri con profondità e sensibilità, anche quando si tratta di portare alla luce i loro lati oscuri e le loro debolezze, dando loro così credibili- tà e verosimiglianza. La forza del romanzo della Läckberg risiede anche nella solida ricostruzione storica della Svezia del secolo scorso, che rivive anche nei dettagli più comuni della vita di tutti i giorni. il libro Camilla Läckberg Il segreto degli angeli Marsilio pp. 482, euro 19,00 Nicola Di Mauro S ul carteggio Mussolini-Churchill è stata creata ad arte una sorta di “leggenda metropolitana” che dura dal dopoguerra. Con il suo volume, edito da Rizzoli, Mimmo Franzinelli, studioso di storia contemporanea, intende dare una svolta a questo “giallo”, definendo lo scambio epistolare tra il dittatore italia- no e lo statista britannico alla stregua di un falso storico. La documentazione a disposizione e le analisi svolte con acume critico e attenzione agli avvenimenti presi in esame rivelano, a giudizio dell’autore, che dietro la famosa borsa in mano a Mussolini, contenente chissà quali carte compromettenti o risolutive per le sorti del regime, è stata elaborata a tavolino una vera e propria truffa. Scenari raccapriccianti, che inquadrano una macchinazione politica dai risvolti ambigui e nello stesso tempo pale- semente ideologici, atti a manipolare volutamente la realtà dei fatti ritoccando, ricopiando e inventando di sana pianta un quantitativo esorbitante di lettere e comunicazioni scritte, non solo coinvol- gendo il vertice del fascismo e il più alto rappresentante politico inglese, ma anche altre personalità di alto rango, quali, per esempio, il re d’Italia, il ministro Galeazzo Ciano e varie altre autorità diplomatiche, facenti parte della Germania nazista o della Gran Bretagna. Arrivando sin quasi a trascinare in un mare d’inchiostro, con tanto di timbri, sigilli e stem- mi monarchici o repubblicani, il presidente statunitense Franklin Delano Roosevelt. Su tutto questo materiale scot- tante lo studioso, non senza ironia, scrive che manca solo una lettera vergata di suo pugno dall’imperatore del Giappone, Hirohito. La corrispondenza che si sarebbe protratta durante la guerra tra Churchill e Mussolini, su cui si è per lungo tempo favo- leggiato occupando a più riprese, a partire dal primo dopo- guerra, le pagine di quotidiani e roto- calchi, ha visto porsi in primo piano esponenti del partito fascista o del movimento sociale italiano, che avrebbero fatto di tutto per riabi- litare gli sconfitti o almeno attenuarne le responsabilità, addossando la colpa al primo ministro inglese. Dalla delicata ricostruzione del carteg- gio o del diario di Mussolini, nella messa a confronto con i fatti storici realmente accaduti, emerge, secondo l’autore, la più assoluta e clamorosa inattendibilità. Si tratterebbe, in sostanza, di documenti fabbricati a posteriori, allo scopo di scre- ditare l’immagine dello statista inglese e rivalutare quella del dittatore italiano. Ed ecco che, come in un romanzo avvincen- te, lo studioso, riproponendo al lettore tutta la vicenda del carteggio, ne sviscera retroscena ed eventi che fanno risaltare figure e personaggi di ogni genere, margi- nali o principali, risalenti alla repubblica di Salò o ai più vicini segretari del duce, nonché spie, esponenti dei movimenti partigiani e falsari. Tra coloro che credettero all’esistenza del carteggio si annoverano non solo gli editori d’allora della Mondadori e della Rizzoli, che poi fecero un passo indietro per ridimensionare lo scoop giornalistico, ma anche scrittori famosi come Giovanni- no Guareschi e storici come Arrigo Petac- co. E questo, dice Franzinelli, nonostante fosse evidente che i documenti in lingua inglese attribuiti a Winston Churchill fossero il prodotto di una grossolana imitazione, tradita da madornali errori linguistici, imprecisioni temporali e for- mulari approssimativi, riconoscibili come mere contraffazioni e nient’altro. L’unico scambio epistolare documentato tra i due antagonisti storici avvenne il 16 maggio del 1940, quando Churchill chiedeva a Mussolini: «È troppo tardi per impedire che scorra un fiume di sangue fra i popoli britannico e italiano?». La risposta del duce, datata 18 maggio 1940, anch’essa documentata, fu immediata e sprezzante, e ribadiva l’incipiente entrata in guerra dell’Italia contro l’Inghilterra. Ma al termine del conflitto subentrarono personaggi alquanto bizzarri che misero in atto l’«operazione carteggio». il libro Mimmo Franzinelli L’arma segreta del Duce La vera storia del carteggio Mussolini-Churchill Rizzoli, pp. 438, euro 23,00 Un mare d’inchiostro che si è sparso ritoccando e in- ventando un quantitativo esorbitante di lettere I l 9 giugno 1942 Eugenio Corti partì volontario per la campagna di Russia, l’esperienza decisiva della sua vita, in cui maturò la risposta alla vocazione di scrittore. Le immagini che vide, le storie che incontrò e il gelido calvario della ri- tirata si riverseranno poi nelle pagine dei suoi capolavori, «I più non ritornano» e la saga del «Cavallo rosso». Ora, in «”Io ritornerò”–Lettere dalla Russia 1942-1943», grazie a preziosi scritti pubblicati per la prima volta, possiamo conoscere parti- colari inediti di quella tragica avventura e del cantiere remoto di un narratore assetato di verità e di bellezza. Ne «I più non ritornano» Corti scrisse il diario di quella marcia nella neve, fornendo il primo dettagliato resoconto della fine del 35° Corpo d’armata italiano sul Don: la sua narrazione, così asciutta, ma tersa e carica d’umanità, si sarebbe distinta per la ricerca della verità e per la con- sapevolezza che, anche in quel male, gli uomini potevano ritrovare la voce di Dio. Attraverso l’inferno della Russia passano anche alcuni protagonisti del «Cavallo rosso» come Ambrogio, Michele e Stefano, lo sfortunato bersagliere del 3° reggimento. Ora, dunque, possiamo conoscere nuovi dettagli su quell’avven- tura che ha segnato i giorni dell’autore e la sua opera narrativa. il libro Eugenio Corti Io ritornerò. Lettere dalla Russia 1942-1943 (a cura di Alessandro Rivali) Edizioni Ares, pp. 248, euro 14,00

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  • lettureDomenica 1 Novembre 201518

    | Testimonianza |

    Eugenio Corti,lettere dal fronte

    | Ricostruzione |

    Churchille Mussolini,il falso storicodel carteggio | Romanzo | Antichi segreti

    nella Sveziadi ieri e di oggiClaudio Ozella

    La sua serie con protagoniste la scrittrice Erica Falck e suo marito, l’i-spettore di polizia Patrick Hedstrom, è stata pubblicata in cinquantacinque Paesi con oltre quindici milioni di copie vendute nel mondo. «Il segreto degli angeli», pub-blicato da Marsilio, è l’ottava indagine di quella saga, firmata da Camilla Läckberg, con la quale la giallista svedese (ormai l’autrice scandinava di maggior successo dopo Stieg Larsson) colloca i suoi perso-naggi al centro di una ricognizione investi-gaitva che fin dalle prime pagine avvince il lettore, grazie a una scrittura fluente, che riesce a riunire due storie cronologica-mente distanti in una, arricchendo e non appesantendo il racconto.Ebba, dopo essere stata colpita da un doloroso lutto familiare che ha avuto effetti devastanti sul rapporto con il marito, torna insieme con lui a Valo, la meravigliosa isola della sua infanzia che si sporge verso le piccole case bianche e le ripide rocce di Fjallbacka, nella pace dell’arcipelago svedese. La donna vuole ristrutturare la colonia che le appartiene e dove non è più tornata dal giorno in cui, una vigilia di Pasqua di molti anni prima, la sua famiglia sparì nel nulla, lasciandosi dietro solo una tavola apparecchiata a festa e una bimba di un anno che vagava confusa. La sua fami-glia non fu più vista, e nessuno riuscì mai a spiegare cosa fosse realmente successo.L’atmosfera idilliaca del luogo, però, è turbata da un attentato, quando qualcuno cerca di dare fuoco la casa di Ebba. Dopo l’incendio, seguono minacce sempre più gravi, che spingono l’ispettore Hedstrom ad aprire un’inchiesta, affiancato, suo malgrado, dalla moglie Erica. La scrittrice, infatti, era sempre stata attratta dal mistero che circondava la famiglia di Ebba e, final-mente, vede l’occasione per concludere la sua indagine personale. Dopo un ulteriore tentativo di omicidio ai danni di Ebba, i lavori di restauro della colonia portano alla luce una traccia delle vecchie macchie di sangue. Questo filo d’Arianna condurrà Erika e Patrick in un labirinto insidioso

    costellato di antichi segreti e di vecchi e nuovi delitti, in una corsa contro il

    tempo disseminata di perico-li e minacce, in una partita d’azzardo che vede in gioco

    anche i loro affetti più cari. Un confronto che avrà come teatro ancora l’isola, porterà alla luce

    una verità inattesa e spiazzante e vedrà finalmente la giustizia

    riparare i torti passati e presen-ti. «Il segreto degli angeli» si appoggia su un’alchimia narrati-

    va intrigante, che non tralascia gli aspetti più scomodi di esistenze

    rabbuiate trasformandoli in propul-sori che infondono vita e vigore alla

    storia, inserita in una geometria stilistica essenziale,. I personaggi sono disegnati con mano sicura, delineandone i caratteri con profondità e sensibilità, anche quando si tratta di portare alla luce i loro lati oscuri e le loro debolezze, dando loro così credibili-tà e verosimiglianza. La forza del romanzo della Läckberg risiede anche nella solida ricostruzione storica della Svezia del secolo scorso, che rivive anche nei dettagli più comuni della vita di tutti i giorni.

    il libroCamilla Läckberg

    Il segreto degli angeliMarsilio pp. 482, euro 19,00

    Nicola Di Mauro

    Sul carteggio Mussolini-Churchill è stata creata ad arte una sorta di “leggenda metropolitana” che dura dal dopoguerra. Con il suo volume, edito da Rizzoli, Mimmo Franzinelli, studioso di storia contemporanea, intende dare una svolta a questo “giallo”, definendo lo scambio epistolare tra il dittatore italia-no e lo statista britannico alla stregua di un falso storico. La documentazione a disposizione e le analisi svolte con acume critico e attenzione agli avvenimenti presi in esame rivelano, a giudizio dell’autore, che dietro la famosa borsa in mano a Mussolini, contenente chissà quali carte compromettenti o risolutive per le sorti del regime, è stata elaborata a tavolino una vera e propria truffa.Scenari raccapriccianti, che inquadrano una macchinazione politica dai risvolti ambigui e nello stesso tempo pale-semente ideologici, atti a manipolare volutamente la realtà dei fatti ritoccando, ricopiando e inventando di sana pianta un quantitativo esorbitante di lettere e

    comunicazioni scritte, non solo coinvol-gendo il vertice del fascismo e il più alto rappresentante politico inglese, ma anche altre personalità di alto rango, quali, per esempio, il re d’Italia, il ministro Galeazzo Ciano e varie altre autorità diplomatiche, facenti parte della Germania nazista o della Gran Bretagna. Arrivando sin quasi a trascinare in un mare d’inchiostro, con tanto di timbri, sigilli e stem-mi monarchici o repubblicani, il presidente statunitense Franklin Delano Roosevelt.Su tutto questo materiale scot-tante lo studioso, non senza ironia, scrive che manca solo una lettera vergata di suo pugno dall’imperatore del Giappone, Hirohito. La corrispondenza che si sarebbe protratta durante la guerra tra Churchill e Mussolini, su cui si è per lungo tempo favo-leggiato occupando a più riprese, a partire dal primo dopo-guerra, le pagine di quotidiani e roto- calchi, ha visto porsi in primo piano esponenti del partito fascista o del movimento sociale italiano, che avrebbero fatto di tutto per riabi-litare gli sconfitti o almeno attenuarne le responsabilità, addossando la colpa al primo ministro inglese.Dalla delicata ricostruzione del carteg-gio o del diario di Mussolini, nella messa a confronto con i fatti storici realmente accaduti, emerge, secondo l’autore, la più assoluta e clamorosa inattendibilità. Si tratterebbe, in sostanza, di documenti fabbricati a posteriori, allo scopo di scre-ditare l’immagine dello statista inglese e rivalutare quella del dittatore italiano. Ed ecco che, come in un romanzo avvincen-te, lo studioso, riproponendo al lettore

    tutta la vicenda del carteggio, ne sviscera retroscena ed eventi che fanno risaltare figure e personaggi di ogni genere, margi-nali o principali, risalenti alla repubblica di Salò o ai più vicini segretari del duce, nonché spie, esponenti dei movimenti partigiani e falsari.Tra coloro che credettero all’esistenza del carteggio si annoverano non solo gli editori d’allora della Mondadori e della Rizzoli, che poi fecero un passo indietro per ridimensionare lo scoop giornalistico, ma anche scrittori famosi come Giovanni-no Guareschi e storici come Arrigo Petac-co. E questo, dice Franzinelli, nonostante fosse evidente che i documenti in lingua inglese attribuiti a Winston Churchill fossero il prodotto di una grossolana imitazione, tradita da madornali errori linguistici, imprecisioni temporali e for-mulari approssimativi, riconoscibili come mere contraffazioni e nient’altro.L’unico scambio epistolare documentato tra i due antagonisti storici avvenne il 16 maggio del 1940, quando Churchill chiedeva a Mussolini: «È troppo tardi per impedire che scorra un fiume di sangue fra i popoli britannico e italiano?». La risposta del duce, datata 18 maggio 1940, anch’essa documentata, fu immediata e sprezzante, e ribadiva l’incipiente entrata in guerra dell’Italia contro l’Inghilterra. Ma al termine del conflitto subentrarono personaggi alquanto bizzarri che misero in atto l’«operazione carteggio».

    il libroMimmo Franzinelli

    L’arma segreta del DuceLa vera storia del carteggio

    Mussolini-ChurchillRizzoli, pp. 438, euro 23,00

    Un mare d’inchiostro chesi è sparso ritoccando e in-ventando un quantitativoesorbitante di lettere

    Il 9 giugno 1942 Eugenio Corti partì volontario per la campagna di Russia, l’esperienza decisiva della sua vita, in cui maturò la risposta alla vocazione di scrittore. Le immagini che vide, le storie che incontrò e il gelido calvario della ri-tirata si riverseranno poi nelle pagine dei suoi capolavori, «I più non ritornano» e la saga del «Cavallo rosso». Ora, in «”Io ritornerò”–Lettere dalla Russia 1942-1943», grazie a preziosi scritti pubblicati per la prima volta, possiamo conoscere parti-colari inediti di quella tragica avventura e del cantiere remoto di un narratore assetato di verità e di bellezza. Ne «I più non ritornano» Corti scrisse il diario di quella marcia nella neve, fornendo il primo dettagliato resoconto della fine del 35° Corpo d’armata italiano sul Don: la sua narrazione, così asciutta, ma tersa e carica d’umanità, si sarebbe distinta per la ricerca della verità e per la con-sapevolezza che, anche in quel male, gli uomini potevano ritrovare la voce di Dio. Attraverso l’inferno della Russia passano anche alcuni protagonisti del «Cavallo rosso» come Ambrogio, Michele e Stefano, lo sfortunato bersagliere del 3° reggimento. Ora, dunque, possiamo conoscere nuovi dettagli su quell’avven-tura che ha segnato i giorni dell’autore e la sua opera narrativa.

    il libroEugenio Corti

    Io ritornerò. Letteredalla Russia 1942-1943

    (a cura di Alessandro Rivali)Edizioni Ares, pp. 248, euro 14,00