RICORSO TAR.comune Di Avezzano

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Avvocatura del Comune di Avezzano avv.ti Giampiero Nicoli e Antonio Milo domicilio in LAquila c/o avv. Antonio Valentini, p.zza S.Giusta,5 tel.0863.22055 fax 0863.444792

TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE PER LABRUZZO LAQUILA RICORSO Per: Comune di Avezzano, (c.fisc. 810029100669) in persona del sindaco pro tempore, dott. Antonio Floris, rappresentato e difeso dagli avv.ti Giampiero Nicoli (c.fisc. NCLGPR39D16A271Z) e Antonio Milo, in virt di procura a margine del presente atto - connessa ad apposita delibera di G.C. - e con domicilio, eletto, in LAquila, p.zza S.Giusta, 5, presso lo studio dellavv. Antonio Valentini; ricorrente contro: 1 - il Comitato di coordinamento regionale per la valutazione di impatto ambientale, in persona del presidente pro-tempore con sede in LAquila, presso la Direzione affari della Presidenza della Regione; 2 - il Presidente pro tempore della Giunta della Regione Abruzzo, con sede in LAquila; intimati nonch, ai sensi dellart. 41 n.2 D.lgs. 2 luglio 2010 n.104 3 - nei confronti di la PowerCrop S.p.A., in persona del presidente protempore,con sede in Sesto San Giovanni, via Alberto Falk, 4/16; controinteressato per lannullamento (con riserva di chiedere la sospensiva art.55,c.3 D.Lgs.104/2010) del Giudizio n. 1559 del 07/09/2010 prot. 201018437 del 16/10/2009 - non pubblicato sul B.U.R.A., richiesto e conosciuto dal Comune di Avezzano il 18E AUTENTICA PROCURA Quale Sindaco del Comune di Avezzano, rappresentante dellEnte, ai sensi dellart. 50 D.Lgs. 267/2000, delego alla rappresentanza e difesa dellamministrazione comunale, nella causa di cui al presente atto anche disgiuntamente, in ogni fase e grado del giudizio gli avv.ti Giampiero Nicoli ed Antonio Milo, con ogni facolt e potere di legge e con autorizzazione a proporre impugnazione , nominare sostituti dudienza,ricevere rinunce agli atti del giudizio. Il tutto in virt di apposita deliberazione di G.C.n. . Eleggo domicilio in LAquila, p.zza S.Giusta, 5, presso lo studio dellavv. Antonio Valentini. Avezzano 09.12.2010 IL SINDACO Dott. Antonio Floris

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ottobre 2010, avente ad oggetto la valutazione di impatto ambientale chiesta dalla PowerCrop per la realizzazione, in territorio del Comune di Avezzano, di una centrale biomasse della potenza di 93 MWt (32 MWe); di un elettrodotto di collegamento di tensione di 150 kv e lunghezza di circa km.4: di un impianto fotovoltaico della potenza di 300 kWp. ; giudizio esprimente parere favorevole alla installazione, con prescrizioni. Ed altres per lannullamento di ogni altro atto presupposto, inerente, connesso e conseguente. INDICE I II PREMESSA, pag. 3 - SULLA LEGITTIMAZIONE DEL COMUNE DI AVEZZANO,pag. 4

III - IL FUCINO, pag. 5 IV - IL PARCO DEL SALVIANO E LA CENTRALE, pag. 6 V - LA PROMOZIONE DELLE ENERGE ALTERNATIVE E LAMBIENTE,

pag.7 VI - LE CENTRALI A BIOMASSE: LA DEFINIZIONE E LIMPIANTO

CENTRALE, pag. 9 VII - LE CENTRALI A BIOMASSE: LAPPROVVIGIONAMENTO E TIPI DI FILIERE, pag. 11 VIII IL PROGETTO DELLA POWERCROP,pag. 12 1 il progetto di impianto e le sue due componenti, p.12 le motivazioni prima componente: la centrale e sua localizzazione seconda componente: la filiera di approvvigionamento e suo ambito 2 primo aspetto fondamentale: lambito dellagricoltura, p14

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3 secondo aspetto fondamentale: lambiente, p.24 4 i pareri negativi del Corpo Forestale dello Stato, p.33 IX - LA V.I.A. , pag. 36 X - LE CENSURE E I VIZI, pag. 41

XI - CONCLUSIONI, pag. 50 I - PREMESSA Il peculiare tema oggetto del ricorso pressoch nuovo in ambito giuridico e ad un tempo particolarmente complesso, sotto diversi aspetti. Si ritiene pertanto opportuno che la trattazione in fatto e in diritto venga articolata anche con linserimento di concise parti descrittive, di ordine geografico, morfologico, economico, ambientale (relativamente al territorio in cui si propone linstallazione dellimpianto ed a quello in cui si individua la fonte di approvvigionamento), di ordine definitorio, strutturale e funzionale (relativamente al proposto impianto) e di ordine giuridico (relativamente al rapporto tra la incentivante legislazione utilizzata dalla PowerCrop e il Codice dellAmbiente). Si ritiene altres di avvertire, che per la illustrazione degli aspetti in fatto non si pu evitare unampiezza della esposizione che sia adeguata allesigenza di indispensabile informazione sulla materia oggetto di esame da parte del Giudice amministrativo. Tali parti descrittive saranno naturalmente essenziali e funzionali alla tesi che qui si sosterr: della esistenza di radicali vizi giuridici del giudizio impugnato (VIA emessa ai sensi degli artt. 19 e segg. del D.Lgs. 4/2008) ; e nel contempo di oggettiva non attuabilit in questo territorio del tipo di impianto proposto dalla PowerCrop S.p.A. Ma preliminare un breve cenno sulla legittimazione del Comune di Avezzano alla impugnazione, per la ipotesi che ex adverso si volesse contrastare la domanda,

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sostenendo la mancanza di interesse ad agire da parte dellEnte pubblico territoriale, non ostante lo stesso sia espressamente indicato nellatto impugnato. II SULLA LEGITTIMAZIONE DEL COMUNE DI AVEZZANO La Citt di Avezzano si affaccia sulla piana del Fucino, nella quale da gran tempo sviluppata unagricoltura intensiva (la pi importante dAbruzzo ed una delle pi importanti dItalia) e che a sua volta ha dato luogo, fra laltro, ad industrie scaturenti dalla lavorazione dei prodotti agricoli, su cui si fonda una parte rilevante delleconomia del territorio. La localizzazione dellimpianto della PowerCrop, e di cui al giudizio che qui si impugna, viene proposta proprio in una zona del Fucino non solo ricadente nel territorio del Comune di Avezzano, ma addirittura nella zona di rispetto di una importantissima riserva naturale dello stesso Comune, istituita con legge regionale; e limpianto di una spropositata potenza, tale da far presagire lo stravolgimento del tessuto economico del territorio, che legato allagricoltura ed alla conservazione dellambiente, con conseguenti enormi danni, di diversa natura, per la comunit civica. Orbene il Comune che come stabilito dal D.Lgs. 267/2000 lente locale che rappresenta la propria comunit, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo, ritiene proprio onere quello di opporsi alla realizzazione della progettata centrale, per i motivi che verranno di seguito esposti ed argomentati; in estrema sintesi riconducibili essenzialmente a danni: allambiente, alla salute dei cittadini, alleconomia agricola e a quella tout-court del territorio del Comune stesso. Per altro la stessa VIA che indica il Comune di Avezzano come luogo in cui dovrebbe avvenire linstallazione.

Ritiene quindi sussistente la propria legittimazione ad impugnare il giudizio di cui in epigrafe. Al riguardo, solo a titolo di esempio, annotiamo dalla

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giurisprudenza amministrativa, T.A.R. Marche, 19/09/2003, n. 1015:In virt di quanto disposto dall'art. 3 commi 2 e 3 del T.U. n. 267 del 2000, gli atti amministrativi lesivi degli interessi del gruppo degli associati o della comunit nel suo complesso, legittimamente possono essere impugnati in via autonoma dal Comune e dalla Provincia, dal momento che detti enti hanno la funzione di curare e tutelare gli interessi della propria comunit di cui promuovono lo sviluppo. Ed ex plurimis, Cons. Stato Sez. VI, 07/04/1997, n. 559. Entriamo nel tema. III - IL FUCINO DellAbruzzo si detto che la regione pi verde dEuropa. In effetti caratterizzata da: 3 parchi nazionali; 1 parco regionale; 13 riserve naturali regionali (una delle quali interessa direttamente lodierno ricorso); 6 parchi territoriali attrezzati; 11 riserve statali; 2 aree di particolare interesse vegetazionale. Dunque ben 36 luoghi di valore naturalistico (1 ). Parte di rilievo della Regione Abruzzo la Marsica, la cui citt di riferimento Avezzano, che si sviluppa essenzialmente al margine nord della piana del Fucino, alveo dellantico lago prosciugato dal principe Torlonia nella seconda met dellottocento, e da allora divenuto un fondamentale polo agricolo sia regionale che nazionale. Per gran tempo nella piana v stata una prevalente coltura bieticola, finalizzata prima allo zuccherificio di Avezzano, poi a quello di Celano. Dimessa, intorno al 2006, lattivit di produzione saccarifera, la produzione agricola si ottimamente

- Parco nazionale dAbruzzo; parco nazionale Gran Sasso Laga; parco nazionale della Maiella Parco Sirente Velino Parco del Salviano; bosco di S.Antonio; sorgenti del Pescara; zompo lo schioppo; lago di Penne; valle dellOrta; Voltino e valle dAngri; lago della Serranella; gole del Salinello, Macella orientale; valle del foro; grotte di Pietrasecca; Castel Cerreto Sorgenti del Vera; sorgenti del Lavino; fiume fiumetto; vicoli; orto botanico citt S.Angelo; Annunziata; Colle di Licco e feudo In tramonti; valle dellOrfento e piana grande; lago di Pantaniello; pineta di S.Filomena; feudo Ugni; quarto S.Chiara; monte rotondo; Fara S.Martino Palombaro; lago di Campotosto; lama bianca; monte Velino Bosco di Don Venanzio; lecceta litoranea di Torino di Sangro.

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trasformata attraverso il consolidamento di coltivazioni ortofrutticole (grano, pomodori, patate, finocchi, carote, peperoni ed altri ortaggi vari, frutteti). In questo ambito si sono anche affermate denominazioni IGP e protette per la loro qualit. Siffatto polo agricolo uno dei fondamenti delleconomia del territorio fucense. Questo vasto altopiano agricolo (nel tempo divenuto anche industriale) confina verso nord / nord est con il Parco regionale Sirente-Velino; verso sud / sud est con il Parco nazionale dAbruzzo; e verso ovest con il Parco del Salviano. IV Il PARCO DEL SALVIANO E LA CENTRALE La legge regionale n. 134 del 23.12.1999, ha istituito la Riserva naturale guidata del Monte Salviano; Parco del Comune di Avezzano ed in sua gestione. Sul Parco del Salviano, dopo listituzione con L.R., il Comune intervenuto, nel tempo con le seguenti deliberazioni, tra loro tutte collegate come conseguenti: 1) delibera di Giunta Comunale n. 477 del 13.10.2000, avente ad oggetto un protocollo dintesa con il Parco Nazionale dAbruzzo, per la riserva naturale guidata; 2) delibera di Consiglio Comunale n. 90 del 26.09.2001, avente ad oggetto le prime modalit di gestione; 3) delibera di Consiglio Comunale n. 56 del 2.5.2007, in cui si approva il preliminare PIANO DI ASSETTO NATURALISTICO (P.A.N.)della riserva del Salviano; 4) delibera di Consiglio Comunale n. 85 del 26.10.2010, in cui si approva integralmente il P.A.N. della riserva. E il caso di sottolineare che la Legge Regionale del 99, sopra richiamata, allart. 5, comma 4 stabilisce che il P.A.N. potr definire e regolamentare anche una fascia di rispetto o area contigua. Ci proprio quello che il Comune di Avezzano ha fatto con la pi recente delibera consiliare, ma che la L.R. prevedeva sin dal 1999, e quindi era nelle attese. Ed bene tener presente che la fascia di rispetto del Parco stata determinata sulla base di una doviziosa serie di motivazioni scientifiche, tanto che non avrebbe potuto essere

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diversamente collocata. Per una visione del luogo si pu comunque esaminare il relativo documento che si produce. E poi necessario tenere a mente (perch sembra sfuggito alla controinteressata ed anche alla VIA) che un PIANO DI ASSETTO NATURALISTICO, un complesso di norme sovraordinato sia ai Piani regolatori comunali sia al Piani dei nuclei industriali, con lovvia conseguenza che, in caso di contrasto, il P.A.N. la sola fonte normativa di riferimento. Orbene, la centrale a biomasse che, si badi, la PowerCrop ha localizzato senza sentire mai lAmministrazione comunale di Avezzano, n le altre limitrofe verrebbe a trovarsi situata proprio allinterno della fascia di rispetto della Riserva regionale del Salviano, istituita come detto con Legge. Questa circostanza di per s un ostacolo insormontabile alla realizzazione dellimpianto. E insomma aprioristicamente impossibile costruire la centrale a biomasse della PowerCrop nel territorio fucense unilateralmente scelto. Ma procediamo comunque nella esposizione ulteriore. DI QUANTO SOPRA LA VIA, IN APPLICAZIONE DEL D.LGS. 4/2008, AVREBBE DOVUTO TENERE CONTO E QUINDI CONCLUDERSI CON UN PARERE SFAVOREVOLE. CIO NON E ACCADUTO E NE CONSEGUONO EVIDENTI VIZI DELLATTO (per la loro specificazione si rinvia al Cap. X, pag.41). V LA PROMOZIONE DELLE ENERGIE ALTERNATIVE E LAMBIENTE LItalia, in adesione alla disciplina comunitaria ed internazionale contribuisce a promuovere le fonti energetiche rinnovabili per la produzione di elettricit, sostenendole e favorendole anche sotto il profilo finanziario.

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Normativa base in questo ambito il D.Lgs 29.12.2003, n. 387, che attua la direttiva 2001/77/CE, incentivando la realizzazione di una serie di fonti energetiche, fra le quali vi sono gli impianti alimentati dalle biomasse. E in virt del richiamato D.Lgs. che stato avviato il progetto CowerCrop del quale parliamo. Ma dobbiamo subito osservare che nessuna iniziativa imprenditoriale, anche se sostenuta da una legislazione che la privilegia, pu confliggere con la tutela dellAmbiente, che ha un fondamento di rango costituzionale (2) E dunque pure le intraprese nellambito delle energie rinnovabili devono rispettare i principi del CODICE DELLAMBIENTE, cio del D.Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006, come integrato e corretto dal D.Lgs. n. 4 del 16 gennaio 2008. Tali principi costituiscono regole generali in materia ambientale. Vanno qui richiamati: il principio dellazione ambientale (art.3-ter); il principio dello sviluppo sostenibile (art. 3-quater); e i principi di sussidiariet e leale collaborazione (art. 3- quinques). E proprio in una fattispecie come quella in esame vanno tenuti chiaramente presenti (3). Non si pu dunque emettere una VIA, in applicazione degli artt. 19 e segg. del Codice dellAmbiente, omettendo di conformarsi agli artt. 1, 3-bis, 3-ter, 3-quater e 3quinques dello stesso Codice.

- I principi del diritto ambientale costituiscono principi generali in tema di tutela dellambiente, adottati in attuazione degli articoli. 2,3,9,32,41,42,44,117, commi 1 e 3 della Costituzione e nel rispetto del Trattato dellUnione europea (art. 3- bis d.lgs. 4/2008) 3 - Evidenziamo solo una parte essenziale delle norme: La tutela dellambiente e degli ecosistemi naturalideve essere garantita da tutti gli enti pubblici e privati e dalle persone fisiche mediante unadeguata azione che sia informata ai principi della prevenzione, dellazione correttiva, della prevenzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati allambiente, nonch al principio chi inquina paga- Ed ancora: Ogni attivit umana giuridicamente rilevante ai sensi del presente codice deve conformarsi al principio dello sviluppo sostenibile, al fine di garantire che il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni attuali non possa compromettere la qualit della vita e le possibilit delle generazioni future. Infine: i principi del Codice dellAmbiente costituiscono le condizioni minime ed essenziali per assicurare la tutela dellambiente su tutto il territorio nazionale Il principio di sussidiariet opera anche nei rapporti tra regioni ed enti locali minori.

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LA VIA IMPUGNATA NON SI CONFORMA AI PRINCIPI DEL CODICE DELLAMBIENTE, E CIO CONFIGURA EVIDENTI VIZI DELLATTO(per la loro specificazione si rinvia al Cap. X, pag.41). VI LE CENTRALI A BIOMASSA LA DEFINIZIONE E LIMPIANTO CENTRALE Varie fonti normative riportano la definizione di biomassa. In primo luogo il D.Lgs. 387/2003, che allart. 2, lett. a) detta: In particolare, per biomasse si intende la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dallagricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, nonch la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani. E poi il D.Lgs. 152/2006, allegato X alla parte V, la cui elencazione qui si annota solo per mostrate la quantit assai varia di rifiuti che possono confluire nella produzione delle biomasse (4). Infine lallegato II, parte V dello stesso D.Lgs. (5).4

tipologia e provenienza delle biomasse combustibili: a) materiale vegetale prodotto da coltivazioni dedicate, b) materiale vegetale prodotto da trattamento esclusivamente meccanico di coltivazioni agricole non dedicate, c) materiale vegetale prodotto da interventi selvicolturali, a manutenzione forestale e da potatura, d) materiale vegetale prodotto dalla lavorazione esclusivamente meccanica di legno vergine e costituito da cortecce, segatura, trucioli, chips, refili e tondelli di legno vergine, granulati e cascami di legno vergine, granulati e cascami di sughero vergine, tondellli, non contaminati da inquinanti, e) materiale vegetale prodotto dalla lavorazione esclusivamente meccanica di prodotti agricoli, f) sansa di oliva disoleata avente le caratteristiche riportate nella tabella seguente" (si veda il box 1) ottenuta dal trattamento delle sanse vergini con n-esano per l'estrazione dell'olio di sansa destinato all'alimentazione umana, e da successivo trattamento termico, purch i predetti trattamenti siano effettuati all'interno del medesimo impianto; tali requisiti, nel caso di impiego del prodotto al di fuori dell'impianto stesso di produzione, devono risultare da un sistema di identificazione conforme a quanto stabilito al punto 3 ; g) liquor nero ottenuto nelle cartiere dalle operazioni di lisciviazione del legno e sottoposto ad evaporazione al fine di incrementarne il residuo solido, purch la produzione, il trattamento e la successiva combustione siano effettuate nella medesima cartiera e purch l'utilizzo di tale prodotto costituisca una misura per la riduzione delle emissioni e per il risparmio energetico individuata nell'autorizzazione integrata ambientale. A queste tipologie, recentemente, sono state aggiunte, con legge 30 dicembre 2008 n. 205, le vinacce vergini nonch le vinacce esauste e i loro componenti, bucce, vinaccioli e raspi, derivanti dai processi di vinificazione e di distillazione, che subiscono esclusivamente trattamenti di tipo meccanico fisico, compreso il lavaggio con acqua o l'essiccazione, destinati alla combustione nel medesimo ciclo produttivo. biomassa: prodotti, costituiti interamente o in parte di materia vegetale, di provenienza agricola o forestale, utilizzabili come combustibile ai sensi della normativa vigente per recuperarne il contenuto energetico, e i seguenti rifiuti usati come combustibile: a) rifiuti vegetali derivanti da attivit agricole e5

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La copiosa elencazione contenuta nelle norme porta a riflettere che nel termine biomasse sono compresi prodotti, ma anche rifiuti e residui della pi varia natura. Da ci scaturisce limportanza di fornire, prima della fase autorizzativa allimpianto una descrizione molto dettagliata delle biomasse che si intendono utilizzare, delle loro caratteristiche e soprattutto delle modalit di approvvigionamento del tipo di biomasse scelte. Altrimenti sarebbe facile mistificare; cio far funzionare limpianto con rifiuti di ogni genere. Naturalmente per la trasformazione delle biomasse in energia occorre un impianto, che va innanzitutto localizzato. L'inserimento sul territorio di una centrale a biomasse va prima verificato sotto il profilo della pianificazione. Ed indispensabile sentire in proposito gli Enti locali e muoversi allinterno delle loro norme. Nel SIA devono essere descritte le interazioni del progetto con ogni altro eventuale piano che venga individuato come interessante l'opera in questione. necessario considerare anche il rischio di interferenze con altri impianti industriali gi esistenti sul territorio. Va definito il quadro ambientale ante-operam", ovvero lo stato di fatto del luogo prima dell'avvenuto inserimento dell 'impianto e come questo si modifichi in fase sia di cantiere sia di esercizio. Gli aspetti sui quali l'approfondimento dovr essere maggiore sono relativi alle matrici ambientali, nei confronti delle quali gli impatti sono da considerarsi pi significativi. Per una centrale a biomasse e, in generale, per gli impianti destinati alla produzione di energia elettrica, sicuramente fondamentale analizzare gli impatti sulla

forestali, b) rifiuti vegetali derivanti dalle industrie alimentari di trasformazione, se l'energia termica generata recuperata, c) rifiuti vegetali fibrosi della produzione di pasta di carta grezza e della produzione di carta dalla pasta, se gli stessi sono coinceneriti sul luogo di produzione e se l'energia termica generata recuperata, d) rifiuti di sughero, e) rifiuti di legno, a eccezione di quelli che possono contenere composti organici alogenati o metalli pesanti, a seguito di un trattamento o di rivestimento, inclusi in particolare i rifiuti di legno, ricadenti in questa definizione, derivanti dai rifiuti edilizi e di demolizione.

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componente atmosfera. Diviene, quindi, necessario fornire: 1)una descrizione: del clima locale; delle temperature mensili; del regime pluviometrico; del regime anemometrico; delle diverse condizioni di stabilit atmosferica; 2) un inquadramento dello stato della qualit dell'aria locale (6). Va tenuto presente, per quanto riguarda la valutazione delle emissioni in atmosfera, che la combustione di biomasse comporta la formazione di inquinanti quali: monossido di carbonio (CO); ossidi di azoto (NOx); ossidi di zolfo (SOx); composti organici volatili (COV); polveri sottili (PM10 particelle con diametro aerodinamico inferiore a 10 flm; PMzs: particelle con diametro aerodinamico inferiore a 2,5 flm). VII LE CENTRALI A BIOMASSA LAPPROVVIGIONAMENTO E I TIPI DI FILIERE Un impianto a biomasse un impianto industriale caratterizzato da una peculiarit strutturale: lapprovvigionamento. Il concetto di approvvigionamento riguarda in generale tutte le industrie. Perch dunque, per questo tipo di industria parliamo di peculiarit? Perch qui lapprovvigionamento per cos dire la longa manus dellimpianto centrale, che opera quotidianamente non solo sul ristretto territorio dove realizzata la centrale, ma su un territorio esteso. E insomma come se le sue macchine prelevassero ogni momento il materiale che lavorano, dai luoghi in cui il materiale stesso si trova. Una centrale a biomasse che ad esempio produca energia attraverso la combustione di materiale vegetale prodotto da coltivazioni dedicate, pu produrla solo se tale materiale, da qualunque luogo provenga, entra quotidianamente nella macchine destinate alla sua combustione.6

Per ulteriori approfondimenti cfr. Tecnologie e soluzioni per lambiente Il Sole24ore- Biomassa AAVV. pagg. 38 e segg.

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E come se i territori programmati per la produzione nel materiale dedicato fossero parte dellimpianto, dellindustria che emette energia. Limpianto insomma ha due facce: 1) la centrale di produzione dellenergia; 2) le zone di approvvigionamento. Per questa seconda faccia, si parla di filiere corte o (di recente) di filiere dislocate anche in ambienti tra loro lontani e diversi. Potremmo dire che la filiera corta quella in cui la centrale al centro di un territorio compatto che la circonda, funzionalizzato alla produzione del materiale che le occorre. Ma anche in un tipo di filiera corta, il materiale non si trova alla porta della centrale, perch a distanza dalla stessa, anche di molti chilometri. Perci ogni giorno il materiale necessario va trasportato dal luogo dove si trova fino alla centrale. E ci ovviamente richiede i mezzi di trasporto, che costituiscono un ulteriore problema da valutare, sia sotto il profilo delle modifiche dei territori interessati, sia sotto quello della sostenibilit, sia sotto quello dell aggravamento del traffico, sia infine sotto quello dellinquinamento dellaria e acustico. VIII IL PROGETTO DELLA POWERCROP 1 IL PROGETTO DI IMPIANTO E LE SUE DUE COMPONENTI 1.1 Le motivazioni fornite per limpianto Nellintroduzione al progetto si dichiarano le sue motivazioni (7). Nel leggerle al di l di qualche formulazione percorsa da tendenziale vena demagogica si trae la certezza che a base del progetto posta l interdipendenza7

Viene richiamato innanzitutto laccordo di riconversione produttiva stipulato il 19.9.2007. Poi le motivazioni si precisano come segue: 1) riconversione dei terreni agricoli un tempo dedicati alla barbabietola a coltivazioni no food per uso energetico e valorizzazione dei terreni marginali; 2) sviluppo di colture a basso impatto capaci anche di risanare i terreni stressati da uso intensivo di concimi e prodotti chimici e riduzione globale dellimpatto ambientale rispetto alle colture tradizionali; 3) creazione di una stabile ed equa fonte di reddito per il mondo agricolo; 4) risposta alloccupazione direttamente od indirettamente legata allo zuccherificio; 5) progetto in linea con le politiche ambientali nazionali e internazionali grazie allimpiego di fonti rinnovabili di derivazione vegetale; 6) disponibilit di energia termica ad un eventuale utente finale.

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con lagricoltura del territorio, della quale linstallazione della centrale risolverebbe ogni eventuale problema. 1. 2 Prima componente: la centrale e sua localizzazione Quanto al nucleo del progetto, si precisa che la prevista centrale a biomasse della potenza termica di circa 93 MWt 32MWe ( e che v inoltre un elettrodotto di tensione di 150kW e un impianto fotovoltaico della potenza di 319 kWp ). E che la centrale occuper unarea di circa 142.000 mq. Poich sopra (Cap. II) abbiamo qualificato come spropositata la potenza di tale centrale, vogliamo incidentalmente osservare che la legislazione sembra privilegiare (ed a ragione) le centrali di contenuta potenza (8); e che, ad esempio, una analoga centrale in via di autorizzazione nel vicino territorio di LAquila (si badi : dentro il raggio di quella proposta nel sito di Avezzano), ha una potenza di 5MW. E dunque giocoforza definire spropositata, poich incredibilmente sovradimensionata, una centrale di potenza molte volte superiore. 1.3 Seconda componente: la filiera di approvvigionamento e suo ambito Premettiamo che il progetto della PowerCrop, cos come presentato per la VIA, prevede una filiera corta. Si dice nel progetto che per lapprovvigionamento sono previste coltivazioni dedicate che copriranno una superficie massima di circa 4.500 ettari e saranno comprese in un raggio massimo di 70 chilometri dalla centrale. Si dice ancora che la scelta caduta sul pioppo come coltura principale con integrazione di colture arboree pi rustiche e colture erbacee. Si precisa che il fabbisogno annuo di 275.000 t. (150.000 provenienti da coltivazioni di pioppo dedicate e il resto proveniente da boschi) con superficie

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Lart. 5, comma 1, lett. g) del D.Lgs 387/2003 stabilisce che vuna promozione prioritaria degli impianti cogenerativi di potenza elettrica inferiore a 5 MW.

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coltivata a pioppeto di circa 4.500 ettari , con una raccolta dai pioppeti di circa 2.500 ettari lanno. Riguardo allapprovvigionamento, una volta fatta la scelta delle colture dedicate, occorrono: 1)la precisa indicazione delle fonti; 2) la descrizione dei flussi di traffico previsti nei diversi scenari di esercizio, con la indicazione di ogni tipo di conseguenza. E quanto alle fonti, occorrono i contratti di approvvigionamento. Lindicazione, infatti, va presentata in concreto, non in astratto, come nel piano della PowerCrop. Se la societ proponente parla di biomasse da produzione vegetale e silvicola, per alimentare un impianto che necessita del detto elevatissimo numero di tonnellate annue, deve anche precisare dove viene prodotto e/o reperito quel materiale nel raggio di 70 km, e sulla base di quali rapporti contrattuali. Nel nostro caso il raggio dei 70 km (graficamente rappresentato a pag. 11 dello studio NOMISMA redatto circa un anno dopo la richiesta della VIA ! ) comprende complessivamente ben 459 comuni (di cui 108 nella provincia di LAquila che, come detto, si trova pressoch gi autorizzata una centrale a biomasse) delle seguenti province: LAquila, Pescara, Chieti, Teramo, Roma, Frosinone, Rieti, Latina, Isernia. Osserviamo subito, leggendo lelenco delle province interessate, che, per la componente approvvigionamento del progetto PowerCrop, si trovano coinvolte 3 regioni (Abruzzo, Lazio, Molise). 2 PRIMO ASPETTO FONDAMENTALE : AMBITO DELLAGRICOLTURA LACCIDENTATO PERCORSO DEI TENTATIVI DI ACCORDO CON LE ORGANIZZAZIONI AGRICOLE LINCOMPATIBILITA DEL PROGETTTO CON LAGRICOLTURA E IL TERRITORIO FUCENSE IL DOCUMENTO FINALE DELLE ORGANIZZAZIONI AGRICOLE

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2.1 Incontro 8.7.2007 promosso dallARSSA tra SADAM e organizzazioni di categoria. Come gi detto il progetto dellimpianto a biomasse ha, per volont espressa dalla stessa societ proponente, precise motivazioni, che si manifestano, come presupposti della sua realizzabilit, nelliter di circa un anno e mezzo, iniziato con buoni propositi e concluso negativamente. La SADAM (PowerCrop) propone: A) la realizzazione di un impianto per la conservazione e il condizionamento delle patate(250.000 q.li) e delle carote(100.000 q.li); B) la realizzazione di una centrale a biomasse, di 30 MW, con utilizzazione diretta di prodotti rivenienti dalla forestazione locale e dalle colture delle essenze agricole e forestali a rapido accrescimento, proveniente da unarea valutabile in circa 70 km. di raggio. LARSSA sottolinea limportanza delle fase di riconversione, riguardante anche la produzione di patate e carote. Le organizzazioni di categoria, evidenziano la necessit di impianti di trasformazione delle produzioni agricole, per consentire nuovi sbocchi commerciali ai prodotti fucensi; e per la centrale a biomasse proposta, evidenziano la necessit di attivare processi sperimentali, per dimostrare la convenienza economica per il mondo agricolo. La SADAM conferma la volont e disponibilit ad attivare subito almeno 100 ettari di sperimentazione (Fucino, piani Palentini, valle Peligna, valle Roveto). C accordo su questo programma che sarebbe stato definito quando la SADAM (PowerCrop) avesse presentato i contratti di conferimento. Gli elementi fondanti di questo accordo ( il punto A; la trasformazione; la sperimentazione; i contratti di conferimento) non si sono mai concretizzati.

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2.2 Riunione del 18 luglio 2007 per la verifica dello stato di attuazione della riconversione dello zuccherificio di Celano. Gli impegni di quella riunione sono rimasti lettera morta. 2.3 Preliminare di accordo 24.7.2007 Tra Organizzazioni agricole e cooperative territoriali, da un lato e Eridania Sadam e PowerCrop dallaltro, per lo stesso oggetto della precedente riunione. Le parti hanno concordato sul progetto complessivo, che per rimasto inattuato. 2.4 Intesa quadro del 31.8.2007 Lintesa stata sottoscritta da: ARSSA, SADAM, POWERCROP, COLDIRETTI, CONFAGRICOLTURA, CIA COPAGRI. In sintesi a fondamento dellattuabilit della centrale a biomasse della PowerCrop, vengono posti i seguenti presupposti: 1) partecipazione economica della componente agricola al progetto industriale; 2) che gli enti locali procedano alla individuazione del sito; 3) e che procedano anche alla verifica della sostenibilit territoriale, agricola ed economica; 4) la realizzazione connessa allavvio e al consolidamento di una filiera agricola locale, tale da assicurare nel tempo il costante approvvigionamento della materia prima; 5) il tutto funzionale alla riconversione dellex zuccherificio di Celano. Nessun presupposto si verificato. 2.5 6.3.2009 Recesso delle Organizzazioni agricole La Confragricoltura di LAquila, la Coldiretti di LAquila, la CIA di LAquila, a circa due anni dagli accordi, facendo proprie le richieste del mondo agricolo del Fucino manifestate in numerose assemblee trasmettono il documento con il quale ritirano il loro formale assenso allintesa quadro di filiera per i progetti di riconversione dello zuccherificio di Celano.

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Questo fondamentale documento, indirizzato alla PowerCrop, alla SADAM e a tutti gli enti e soggetti interessati, ampiamente motivato e spiega le ragioni per cui il progetto dellimpianto a biomasse non solo non risponde alle esigenze e potenzialit del territorio, per ragioni ben evidenziate, ma: Non si colloca in un quadro di riferimento legato alla ben nota carenza idrica che sta assumendo proporzioni esiziali per la produzione agricolaNon si inserisce nel tessuto produttivo localeNon tiene conto degli sforzi degli imprenditori agricoli localiche hanno notoriet sui mercati nazionali ed europeiNon trova pi il consenso di molte istituzioni pubbliche e delle popolazioni del territorio marsicano. Ed infine: non v stato il coinvolgimento degli enti locali per la individuazione del sito ed mancata la verifica della sostenibilit territoriale, agricola ed economica. Dissenso radicale di una chiarezza indiscutibile! DI CIO LA VIA AVREBBE DOVUTO TENERE CONTO. NON LO HA FATTO, EVIDENZIANDO COSI INSORMONTABILI VIZI(per la loro specificazione si rinvia al Cap. X, pag.41). 2.6 Decisione della Provincia di LAquila del 17.3.2009 Nel generale dissenso delle organizzazioni agricole ed a loro sostegno si inserisce un dato di provenienza istituzionale. A firma dellallora vice presidente della provincia e dellallora assessore allambiente, a tutti i soggetti interessati alla rilevante tematica perviene una lettera che chiede di porre ex novo in discussione il problema del rapporto tra lesigenza di riconversione e la proposta centrale a biomasse. A fondamento della contestazione e della richiesta, la Provincia osserva, in sintesi: 1) non stato costituito il gruppo di lavoro presso lARSSA per lo studio del bacino di approvvigionamento; 2) non stato coinvolto il Comune di Avezzano; 3) le associazioni provinciali degli agricoltori hanno ritirato il loro assenso; 4) le risorse

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idriche del bacino del Fucino, gi indebolite da esigenze complessive del territorio, sono insufficienti. La Provincia, nel suo intervento, oltre a registrare la posizione dissenziente delle associazioni agricole e limpossibile esclusione del Comune di Avezzano, focalizza due aspetti di notevole importanza che la VIA avrebbe dovuto valutare in modo attento e approfondito: lapprovvigionamento e le risorse idriche del bacino fucense. DI TUTTE QUESTE OSSERVAZIONI LA VIA AVREBBE DOVUTO TENERE CONTO. NON LO HA FATTO E LOMISSIONE RENDE LATTO VIZIATO(per la specificazione dei vizi si rinvia al Cap. X, pag.41). 2.7 Documento finale delle organizzazioni agricole, datato 1.3.2010 La Federazione Provinciale Coltivatori Diretti, la Confagricoltura LAquila, la Confederazione Italiana Agricoltori LAquila hanno presentato infine un determinante Documento di posizione sulla riconversione dello Zuccherificio che era stata proposta per ottenere lavallo al progetto PowerCrop.. Dopo una premessa cronologica, le Organizzazioni rappresentative dellintero contesto agricolo del territorio fucense, dichiarano che il progetto PowerCrop ha usato gli interessi dellagricoltura del territorio solo strumentalmente ai propri interessi speculativi e che quel progetto non di alcuna utilit per le aziende agricole del comprensorio Marsicano, danneggiate dalla dismissione della produzione di zucchero. In proposito elencano le ragioni del loro dissenso (9) . E poi, entrando nel merito del progetto, le OO.PP.AA. formulano essenziali osservazioni. Ricordano intanto che la

1- il Fucino non potr mai concorrere alla produzione delle biomasse richieste in quanto i terreni sono vocati alle produzioni di ortaggi, non esistono, inoltre, le condizioni per produrre biomasse nel Fucino, fuori Fucino e Campi Palentini, n pare che le risultanze sperimentali abbiano dato risultati positivi e che i pochi terreni disponibili allo scopo non sono in grado di alimentare un generatore di tali dimensioni. 2 - il prezzo degli affitti e la piccola maglia poderale non si conciliano con le produzioni estensive e/o poliennali. 3 -il progetto di investimento nellarea non tiene conto delle reali esigenze delle aziende agricole del Fucino: razionalizzazione dei sistemi irrigui, manutenzione straordinaria delle opere di bonifica: strade, ponti, canali. 4 -linvestimento appare in stridente

9

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procedura di riconversione era iniziata con un accordo che prevedeva due concomitanti iniziative: una relativa alla trasformazione delle produzioni orticole; una relativa alla centrale a biomasse agro forestali locali (10). Le parti, inoltre avevano concordato sulla necessit di monitorare liniziativa con incontri periodici aventi lo scopo, nello specifico, di verificare gli esiti della sperimentazione delle nuove colture e di verificare la sostenibilit delliniziativa rispetto ai bacini di alimentazione e la remunerazione degli agricoltori. In data 31/08/2007 le stesse parti sottoscrivevano lintesa quadro di filiera agro energetica per la riconversione dellattivit bieticolo-saccarifera dellex zuccherificio di Celano dove in premessa la Powercrop ribadisce che la realizzazione dellinvestimento intimamente connessa allavvio ed al consolidamento di una filiera agricola locale tale da assicurare nel tempo il costante approvvigionamento della materia prima nella quantit e qualit necessarie. Il documento, inoltre, dopo aver definito sommariamente le caratteristiche dellimpianto, rimanda alla Regione Abruzzo la previsione di sostenere con lutilizzo di fondi per la riconversione produttiva sia la fase di avvio delle colture che non meglio specificati investimenti infrastrutturali. Il 19/09/2007 viene firmato presso il MIPAAF laccordo di riconversione produttiva dove vengono definiti, tra laltro, i principali aspetti del progetto di riconversione e viene ribadita la necessit di avviare coltivazioni sperimentali relative alle nuove filiere. Inoltre, ai fini di aumentare lefficienza dei processi di coltivazione vienecontrasto con la necessit di migliorare limmagine e la qualit dei prodotti agricoli del Fucino testimoniata dallavvenuto riconoscimento dellIGP della carota e quello in itinere per la patata. Il preliminare di accordo individuava lARSSA quale punto di incontro degli attori del settore agricolo forestale interessati alla riconversione. Nel contempo prevede lavvio di un progetto di ricerca e sperimentazione poliennale per linnovazione di processo e di prodotto a carico delle produzioni interessate con lutilizzo di provvidenze finanziarie messe a disposizione della regione per la diversificazione produttiva ex reg. 320/06.10

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ritenuto indispensabile stimolare ulteriormente la ricerca agronomica verso variet in grado di incrementare la produttivit delle culture interessate dai progetti. Attraverso uno specifico progetto di collaborazione con lARSSA in coerenza con laccordo del 24/07/2007. In data 6 marzo 2009 Confagricoltura LAquila, Coldiretti LAquila e CIA LAquila, con nota indirizzata a tutte le parti in causa, ritirano la propria firma su tutte le intese per la palese violazione di clausole ed impegni, come riportato in nota (11). Dopo questa ricostruzione critica, osservano che apparso subito insolito, che un progetto di tale portata, nella fase di presentazione, fosse carente dellelemento essenziale rappresentato dal piano di approvvigionamento delle biomasse. Infatti, solo nel corso della procedura VIA, la POWER CROP Spa, anche a seguito di specifiche richieste, completa la documentazione progettuale fornendo uno studio elaborato dalla Soc NOMISMA Spa dal titolo Piano di Approvvigionamento dellImpianto POWER CROP di Avezzano. E proseguono: la lettura dello studio, che si basa su dati prelevati dal censimento dellagricoltura italiana del 2000 (ben 10 anni fa), e senza citare alcuna risultanza

1)

SADAM-POWERCROP Spa non ha dimostrato alcun concreto interesse e non si impegnata, come per la Centrale a biomasse, per far partire il progetto riguardante la c.d. filiera agricola, rinviando ad una ipotetica disponibilit a collaborare con limprenditoria locale, peraltro mai sufficientemente informata, per la realizzazione di un Centro di Trasformazione Orticola SADAM-POWER-CROP Spa non ha fornito il numero delle aziende agricole che hanno sottoscritto i contratti di coltivazione sperimentali n ha fornito i dati della produzione delle biomasse e le risultanze della sperimentazione effettuata sui vari comprensori. Ci nonostante che le OOPPAA abbiano organizzato specifici incontri con gli agricoltori e con i tecnici della societ per illustrare i protocolli sperimentali e le condizioni economiche del contratto. In assenza di comunicazioni ufficiali, da nostre informazioni ci risulta che la sperimentazione non abbia dato risultati sperati per lesiguo numero di aziende interessate, per i pochi ettari di superficie impegnati, per i risultati produttivi ottenuti.

11

2)

3)

N la Regione Abruzzo n lARSSA hanno dimostrato interesse alliniziativa la prima non prevedendo alcun tipo di beneficio per le aziende che si impegnano alle riconversioni produttive ai sensi del Reg. CE n 320/06, lAgenzia di Sviluppo Agricolo non avendo svolto alcuna attivit di monitoraggio della sperimentazione condotta n producendo alcuna informativa ufficiale sullo stato dellarte del progetto.

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sperimentale o verifica in campo evidenzia lestrema teoricit delle conclusioni con una ricostruzione delle potenzialit agricole del tutto fuorviante.. Il testo evidenzia inoltre i seri elementi di criticit per quanto attiene alle risorse forestali(12) . E poi espone ancor pi pesanti rilievi critici, con ulteriori osservazioni che mettono in luce la assoluta distanza dello studio PowerCrop dai problemi agricoli del territorio fucense (13).

a) b)

I dati statistici delle superfici e delle produzioni sono abbastanza fondati, tuttavia si tratta di dati aggregati senza alcuna analisi; Manca lanalisi delle risorse legnose disponibili per singolo proprietario (sia pubblico che privato) non stato proposto un inventario aziendale e comprensoriale sui prodotti forestali disponibili non utilizzati da altri e pi redditizi canali di mercato. Nellarea considerata, la propriet dei boschi privata per il 40% (estremamente frazionata con una superficie media aziendale di 1,5 ettari). Laltro 60% pubblica (con una diffusa destinazione di natura demaniale civica e quindi non direttamente disponibile); Non sono stati quantificati quali e quanti proprietari sono disposti a cedere il materiale legnoso al prezzo indicato di circa 40 euro/t. E bene ricordare che oggi il prezzo medio di mercato di circa 60,5 70,5 euro/t, cui vanno aggiunti i costi di trasporto; Trattandosi di aree prevalentemente montane difficile prevedere labbattimento dei costi di trasformazione con il miglioramento dei sistemi di raccolta. I limiti maggiori e difficilmente superabili vanno ascritti alle carenze di infrastrutture viarie sia di cantiere che di trasporto, sufficiente ricordare che buona parte del trasporto assicurato dai muli. viene ipotizzato limpiego di materiale che oggi trova utilizzo per riscaldamento domestico per cui a parte le diverse quotazioni di mercato c da chiedersi con quale fonte di energia verrebbe sostituito il riscaldamento domestico non essendo stata calcolata la sostenibilit ambientale di questi prelievi aggiuntivi. Non vi uno studio di quante possano essere le imprese agricole-forestali pronte a investire in nuovi macchinari per la raccolta della biomassa, che consentano un abbattimento dei costi in ambienti difficili. Lo studio mette in evidenzia che la provincia di Rieti quella che rappresenta il bacino di approvvigionamento pi promettente con oltre il 30% della biomassa ottenibile seguita dalla provincia dellAquila con il 22,9% e di Frosinone con il 15,8%. Lo studio conferma che ai prezzi del mercato attuale del legname cippato (intorno a 40 /t lattivit di raccolta del legname forestale per lapprovvigionamento di centrali a biomassa appaia scarsamente remunerato. Del tutto fantasiose sono le fonti di approvvigionamento di cippato denominate da altri canali (residui di potatura, manutenzione di verde pubblico) perch lo studio conferma non solo che si tratta di dati instabili ma che detto materiale viene utilizzato prevalentemente per scopi domestici e perch le condizioni di mercato non sono remunerative.13

12

c)

d)

e) f)

g)

h)

i)

j)

k)

1)

Lo studio non evidenzia nella giusta misura il fatto che la centrale stata proposta quale riconversione dello smantellamento dello Zuccherificio di Celano e della necessit di offrire

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Per quanto attiene il punto a), di cui in nota 13), si evidenzia lestrema rischiosit del progetto, fondato sulla costruzione di una centrale di 30 MW facendo affidamento sullandamento di mercato dei cereali. E si soggiunge che solo in tale prospettiva si ipotizza la diffusione della coltivazione di pioppi da utilizzare come fonte primaria di alimentazione di combustibile. Per quanto riguarda il punto b) si legge: sono sconcertanti e superficiali le conclusioni cui perviene lo studio che indica in 3.300-5.500 ettari la superficie potenzialmente in grado di essere dedicata dagli agricoltori alla coltivazione di pioppo SRF. Lo studio, infatti, con una serie di discutibili elaborazioni statistiche individua, nei comuni il cui territorio coinvolto nel bacino di approvvigionamento (70 Km) dellimpianto di Avezzano, circa 663 aziende agricole che possiedono una superficie agraria superiore a 50 ettari. Ma lo studio non dimostra lesistenza effettiva di tali aziende agricole n attraverso dati statistici facilmente verificabili (ad esempio consultando il SIAN, i servizi informativi agricoli regionali, il GIS), n con una campionatura statistica delle stesse (verifica in loco, indagine demoscopica, ecc.).

alternative colturali ai terreni agricoli del Fucino che non sono pi coltivati a barbabietola da zucchero. 2) 3) 4) 5) Lo studio non individua nessun tipo di coltura destinata a produrre biomassa che pu fornire unalternativa di reddito alle colture orticole di pieno campo praticate nella piana del Fucino. I nostri agricoltori sanno che le destinazioni colturali tradizionali del Fucino non possono essere convenientemente sostituite dai pioppeti a ciclo breve, La destinazione alle coltivazioni dedicate per biomassa dei terreni marginali non garantisce rese elevate essendo il pioppo una specie piuttosto esigente dal punto di vista agronomico e colturale; Lo studio parte dal condivisibile presupposto che la pioppicoltura SRF, in quanto coltura poliennale, possa assumere un ruolo di possibile alternativa colturale negli ordinamenti produttivi delle imprese agricole a due condizioni: a) b) Alla presenza di prezzi agricoli dei seminativi ed in particolare modo dei cereali flettenti o stagnanti; Alla propensione degli agricoltori alla diversificazione produttiva che tanto pi elevata in considerazione della maggiore estensione delle superfici aziendali.

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Inoltre, ammettendo anche in astratto lesistenza effettiva delle aziende, NOMISMA Spa, non descrive le potenzialit produttive dei terreni da dedicare alla pioppicoltura. Non si fa accenno alle condizioni pedoclimatiche dei territori considerati, n una verifica orografica, n un controllo sulle effettive suscettivit dei suoli a sostenere le coltivazioni di pioppi SRF. Confagricoltura LAquila, CIA Provinciale e Federazione Provinciale Coltivatori Diretti, proprio per la conoscenza del territorio e della struttura imprenditoriale agricola sono in grado di dimostrare linfondatezza delle conclusioni prendendo ad esame i dati riferiti ad alcuni di comuni della provincia dellAquila. Questi Comuni per ubicazione, qualit dei terreni, situazioni pedoclimatiche, orografiche e presenza di imprenditori agricoltori non possono disporre delle superfici da destinare alla pioppicoltura come riportato dallo studio In proposito si riportano in nota chiari dati esemplificativi (14). Si deduce: E del tutto evidente la superficialit delle analisi condotte che ledono in modo irreparabile la credibilit dello studio anche sui dati riferiti alle altre province considerate. La serrata analisi critica delle Organizzazioni agricole mostra inoltre come lo studio, non evidenzi la sussistenza di altre condizioni ostative alla diffusione delle colture dedicate legate proprio alla situazione fondiaria del bacino considerato (15).

A titolo di esempio basta considerare i dati riferiti ai seguenti comuni: Anversa degli Abruzzi situato allinterno delle aspre gole del Sagittario che dallo studio potrebbe garantire nellipotesi pi favorevole oltre 100 ettari di pioppeti, i comuni montani di Castel del Monte (1310 mslm) con 23 ettari; Castelvecchio Calvisio (1071 mslm) con 12 ettari; Rocca Pia (1181 mslm) con 111 ettari, Prata dAnsidonia (846 mslm) con 21 ettari, Collelongo (915 mslm) con 16 ettari, Massa DAlbe (865 mslm) con 35 ettari; oppure localit cui stata condotta la sperimentazione con scarsi o nulli successi Castel di Ieri con 46 ettari, Castelvecchio Subequo con 76 ettari, Secinaro 21 ettari ecc15

14

Le aziende agricole presenti nella provincia di LAquila (lo stesso discorso pu essere esteso anche alle altre province) hanno una struttura afflitta dalla c.d. patologia fondiaria pi comunemente nota come polverizzazione fondiaria cio piccolissime particelle di terreno (500-1500 mq) appartenenti a proprietari diversi spesso indivise ed in comunione.

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Il documento conclude sottolineando che la scelta del sito non risponde ad esigenze di razionalit e sostenibilit ambientale ma solo ad esigenze di carattere industriale. E si riporta uno studio dellENEA del 2003 dal titolo Limpatto ambientale di centrali elettriche alimentate a biomasse legnose che nelle conclusioni riassume in modo esauriente le perplessit delle scriventi organizzazioni in ordine al progetto di riconversione che, rispetto allo studio ENEA raccoglie in s ulteriori criticit, infatti: le potenze proposte per queste centrali tendono ad essere elevate per rispondere a requisiti di produttivit; ci contrasta con la necessit di limitare i quantitativi di combustibili da approvvigionare in ambito territoriali limitati (70 Km) e pone il rischio di perdere il significato di impianto integrato ed in relazione con il territorio nel quale inserito. Le aspettative sul piano socio economiche ed occupazionali sono sostanzialmente aleatorie sia perch la rioccupazione del personale dello Zuccherificio non integralmente soddisfatta sia perch non si offre alcuna risposta ai problemi agricoli scaturiti dalla chiusura dellimpianto di Celano. Lo stesso Presidente di ITABIA (Italian biomass association) Giuseppe Caserta in una recente intervista sul Supplemento Bioenergia ed agricoltura della Rivista Terra e Vita n. 1 del 25/4/2009 riconferma quanto asserito nello Studio dellENEA e cio che il basso rendimento termodinamico per la produzione di elettricit pu essere elevato solo impiegando il calore residuo disperso attraverso il teleriscaldamento ed il tele raffrescamento. E che la soluzione pi idonea quella di produrre vapore e calore

Le aziende maggiormente strutturate posseggono pochi terreni in propriet (5-10%) e la restante parte in affitto ottenuti da una pluralit di soggetti (molto frequenti sono i casi di aziende estese 30-50 ettari e costituite da 500-1000 particelle catastali di terreni appartenenti a centinaia di proprietari. In questi casi la volont del conduttore a destinare una superficie di terreno a coltura poliennale deve passare necessariamente con la riformulazione dei contratti agrari (quasi sempre annuali se non precari) per acquisire il necessario consenso ai sensi della Legge 203/82 del proprietario: sono evidenti le difficolt legate a tali procedure.

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con piccoli impianti ben localizzati. Ossia nelle vicinanze di utilizzatori finali piuttosto che energia elettrica prodotta da centrali elettriche di tali dimensioni. Da ultimo vogliamo sottolineare che questo determinante documento richiama a sostegno il parere negativo espresso dal Corpo Forestale dello Stato ( Cfr. par. 4). LA VIA HA LETTERALMENTE IGNORATO TUTTI I FONDAMENTALI ASPETTTI ILLUSTRATI DAL DOCUMENTO DELLE ORGANIZZAZIONI AGRICOLE DEL TERRITORIO E CIO CONFIGURA INNEGABILI VIZI

DELLATTO IMPUGNATO(per la loro specificazione si rinvia al Cap. X, pag.41). 3 SECONDO ASPETTO FONDAMENTALE : LAMBIENTE 3.1 Incompatibilit del progetto con lambiente della piana del Fucino e del territorio marsicano A In generale Lassociazione per il Parco del Salviano, sul problema della centrale a biomasse della Powercrop, intervenuta con studi scientifici approfonditi, dopo i quali, l11 ottobre 2008, ha inviato unampia relazione sullimpatto ambientale della centrale stessa alla Direzione Parchi, Territorio, Ambiente, Energia, della Regione Abruzzo. A tale relazione che costituisce una argomentata opposizione alla istallazione dellimpianto PowerCrop e che la predetta Direzione ha indubbiamente reso nota alla commissione di VIA , che quindi ne aveva conoscenza facciamo riferimento nello svolgimento del presente paragrafo. Cominciamo col dire che Avezzano la porta dei Parchi per chi proviene dalla Capitale, anzi il suo territorio il baricentro di Parchi ed aree protette della Regione Abruzzo. In particolare, allinterno del suo comune situata, come detto in apertura, la Riserva Naturale Regionale Monte Salviano, il cui perimetro ingloba la zona

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proposta per la centrale a biomasse. Per questa posizione della citt, occorreva un accurato monitoraggio sui consumi energetici connessi alla centrale (16). Ed inoltre Avezzano il maggiore aggregato urbano della conca del Fucino, snodo di importanti direttrici di interscambio economico regionale ed extraregionale; crocevia rispetto ad importanti flussi turisticomontano-paesaggistici e sciistici della Provincia (17) . Sorge allora linterrogativo: quali motivazioni di carattere economico, possono giustificare la realizzazione in Avezzano della Centrale a Biomasse di grande potenza della PowerCrop? B Le dimensioni della centrale Il Presidente del WWF Abruzzo, in data 24.12.2007 prot. n.119/07, inviava alla detta Direzione regionale una comunicazione nella quale, quanto alla produzione di energia da Biomasse PowerCrop, evidenziava che le analisi ambientali per il progetto erano solo di carattere descrittivo e del tutto generico, con riferimenti solo normativi o in ordine alle sole estensioni delle aree protette, mentre mancava qualsiasi riferimento16

Il monitoraggio poi dovrebbe essere allargato a tutta larea del bacino della Marsica Fucense, territorio dinfluenza della centrale a biomasse, dato che per esempio con Decreto del Ministero dellAmbiente del 29 novembre 2004 (1129), emesso di concerto con il Ministro per i Beni e le Attivit Culturali, stato espresso parere favorevole relativamente alla compatibilit ambientale dellintervento di potenziamento della esistente centrale termoelettrica a ciclo combinato alimentata a gas naturale ubicata nel Comune di Celano consistente nellincremento della potenza da 250 MWt alla potenza di 375 MWt (192 Mwe), proposto dalla Societ Termica Celano S.r.l. , con tutta una serie di prescrizioni, limitazioni e controlli che devono sicuramente interfacciarsi con i calcoli dei consumi della produzione e degli aspetti ambientali eseguiti per la centrale a biomasse di Avezzano.

Una caratteristica rilevante di Avezzano e dei suoi dintorni la diversificazione del suo territorio in varie zone di tipo urbano, periurbano e naturale. Di fatto si tratta di un centro multivalente ricco di emergenze, che racchiude le varie epoche e culture della Marsica: dalle popolazioni Bertoniane alla storia preromana e romana; dal Castello medioevale alle ricostruzioni antisismiche; dallespansione moderna dellindustrializzazione allarcheologia industriale; fino alla bonifica e alla agricoltura della Conca (ex lago) del Fucino. Si tratta di un territorio straordinario con scenari maestosi celebrati anche dai viaggiatori stranieri dei secoli passati, su cui domina la mole inconfondibile del Monte Velino. Ma anche centro di una cultura ambientalista avanzata, che ispirandosi al modello del vicino Parco Nazionale dAbruzzo ha fatto si che in questi luoghi fosse realizzato nel 1993 il primo Parco periurbano dItalia, per lEuropa secondo soltanto a quello di Stoccolma. Ma oltre a ci va rilevato che Avezzano e il Monte Salviano, nel cuore della Marsica, costituiscono un importantissimo crocevia biogeografico. Infatti attraverso questo corridoio ecologico transitano o potranno transitare in futuro, specie animali di grandissima importanza che in molti casi risultano protette a livello comunitario. Ricordiamo innanzitutto lorso bruno marsicano, il lupo, la lince appenninica.

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alle problematiche di conservazione di specie ed habitat che sarebbero state condizionate dallutilizzo delle biomasse forestali (18) Precisava poi nella sua nota che bisognerebbe utilizzare in pratica delle vere e proprie tare a priori per non incorrere in una erronea e pericolosa supervalutazione di disponibilit energetica. Oltretutto ormai un dato acquisito che fondamentale il mantenimento di una minima massa legnosa marcescente ai fini della tutela della biodiversit. Infine, per quanto riguarda le dimensioni delle centrali, se non si vuole avviare la produzione di energia importando materiali, necessario identificare limiti di potenza a seconda dei diversi distretti energetici in cui potrebbe essere suddiviso lAbruzzo, e in base alla disponibilit reale di biomassa. Una taglia massima di 5-10 Mw senzaltro auspicabile onde inserire gli interventi nel migliore dei modi dal punto di vista ambientale e sociale. Si potrebbe obiettare che la centrale a biomasse che si intende realizzare in Avezzano viene proposta dalla Societ PowerCrop come elemento con le caratteristiche previste dagli strumenti di pianificazione energetica. Ora che la biomassa rappresenti una idonea fonte per la produzione energetica condivisibile (che sia opportuno adottare la strategia della combustione gi meno dimostrato). Ma solo se la premessa data dal conferimento di materiale a breve raggio (prodotto in loco) e costantemente disponibile da attivit produttive e nonanche gli indicatori riportati nellallegato F risultano carenti e generici, mancando ogni riferimento, es., a distribuzione, status e trend delle diverse popolazioni animali appartenenti a specie tutelate ai sensi delle DirettiveUccelli ed Habitat ed affette in diversa maniera dalle attivit di gestione forestale. In ogni caso, qualunque indicatore si voglia utilizzare, non si potr prescindere da una precisa valutazione ex ante a cui fare riferimento. Per lutilizzo delle biomasse forestali, in assenza di un piano forestale regionale, indispensabile che le valutazioni delle potenziali produzioni dei tagli forestali vengano opportunamente tarate sulla base della presenza o meno in determinati soprassuoli forestali di specie particolarmente sensibili. Non sufficiente valutare la presenza del solo Orso bruno marsicano, ma necessario prendere in considerazioni anche altre specie come, ad es., il Picchio dorso bianco di Lilford, raro endemismo abruzzese, la cui tutela impone la riduzione del taglio di piante arboree di determinate dimensioni e caratteristiche con conseguenti riduzioni della biomassa disponibile anche per scopi energetici.18

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diversamente utilizzabile, e solo se possibile realizzare modesti impianti al servizio di piccole comunit. Invece pensare di realizzare una centrale a combustione di biomassa legnosa, per produrre energia da destinare alla rete energetica nazionale progetto che inevitabilmente difetta dei requisiti di sostenibilit economica dellimpianto, anche a causa dello scarso valore energetico del combustibile, mediamente ricco di un 3040% di umidit con la quale siamo costretti a bruciare 100 per ricavare 30 di utile, cos come dichiarato anche dal proponente PowerCrop (19). La reperibilit di grandi quantit di combustibile implica di certo la scelta ( incomprensibile) di sottrarre vastissime aree alla biodiversit, cio alla produzione alimentare, e coltivarle invece per produrre materiale da incenerire o da dedicare a produzioni energetiche (tema riguardante la gi svolta incompatibilit con lambito agricolo) (20). Va osservato che la monocoltura a pioppi esattamente il contrario della biodiversit delle colture, che lobiettivo privilegiato di un ambiente agricolo. E per altro, come gi detto, il territorio del Fucino gi egregiamente coltivato con una notevole variet ci colture di qualit. C Il trasporto Ma poi si pone un altro problema: quello del trasporto per lunghi tragitti.

Tali requisiti sono oggi garantiti dai Certificati Verdi, una sovvenzione attraverso luso di denaro pubblico dedicata a chi incenerisce biomassa per la produzione di energia. Tenendo presente, per completare un quadro relativo alla produzione di energia elettrica da impianti a biomassa, che pu essere utile sapere che alcuni impianti sono alimentati a RSU e CDR, fonti che vengono a volte comprese nel termine generico biomassa e comunque sono spesso trattate insieme alle coltivazioni e ai residui agro-industriali allinterno di ununica categoria denominata biomasse e rifiuti.20

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La centrale stessa viene ad essere inserita in un contesto agricolo con produzioni di qualit per le quali non si accetta lo scambio che declasserebbe il livello della nostra agricoltura e in ogni caso si propone di sostituire la quota di terreni prima dedicato alla produzione bieticola con produzioni no food , sottraendo cio terreno alla produzione di derrate alimentari.

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Problema grave e rilevante perch va considerato anche linquinamento causato dal trasporto del materiale verso la centrale a biomasse. Se la raccolta delle

biomasse estesa su grandi appezzamenti di terreno o in localit lontane tra loro, il modo per convogliare grandi quantit di biomasse nel luogo della centrale, implica un massiccio utilizzo di automezzi di trasporto. E quanto pi aumenta la distanza tra luogo di raccolta e luogo di combustione tanto maggiore sar linquinamento prodotto per trasformare le biomasse. Il grande volume occupato dalle biomasse sui mezzi di trasporto riduce le economia di scala del trasporto, costringendo ad aumentare il numero dei vettori, con un maggior costo del trasporto e con una maggiore emissione totale di gas serra. La centrale PowerCropo di circa 30MWe, e quindi da prevedere un movimento di un minimo di 100 camion al giorno ! E stato calcolato quanta CO2 emettono 100 camion al giorno nei pressi dellarea industriale, urbana e agricola del comprensorio interessato? Quante micro-particelle inquinanti e pericolose emettono tutti questi motori a gasolio che dovrebbero assicurare il rifornimento della centrale? (21). Impianti siffatti quindi non sono sostenibili per lambiente ( e per leconomia): la quota delle immissioni di CO2 che in questo caso diventa decisamente sbilanciata verso un aumento delle emissioni rispetto alla quantit che le piante riescono a sintetizzare nel corso della loro vita. Le emissioni dei fumi e di polveri sottili , la produzione, quale scarto, di ceneri classificate come rifiuti speciali conducono a problematiche di natura sanitaria che riguardano la popolazione per un vasto raggio di chilometri e devono essere messi inPer semplice paragone unauto di ultima generazione (EURO 4) di media cilindrata, emette circa 120 grammi/Km di CO2, oltre alle cosiddette particelle sottili. Si pensi pensate quante ne emette un camion !!! Nel nostro caso poi si dovrebbe sommare anche linquinamento prodotto dal consumo di circa 800 tonnellate annue di gasolio, necessarie ad alimentare la caldaia durante le operazioni di avviamento/fermata impianto, la caldaia ausiliaria, ed i mezzi per la movimentazione del cippato.21

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rapporto con le condizioni di salubrit dellaria e dellambiente dellarea interessata dal progetto, che non pu essere solo il territorio comunale di competenza. Se poi consideriamo che il Borgo Incile si trova a soli 300 ml. dallarea di localizzazione della Centrale a Biomasse, il livello di attenzione nei riguardi della popolazione dovrebbe essere tale da scoraggiare qualsiasi ulteriore tentativo di insediamento nella zona (22). Lo studio di impatto ambientale presentato richiede lanalisi delle varie componenti ambientali ad unarea vasta, che va ben al di l di quella della centrale. Considerato che, per la matrice atmosferica, tale area si estende ad un raggio di oltre 20Km attorno al sito dellimpianto, occorreva verificare, in conferenza di servizi, il coinvolgimento di tutti i Comuni interessati. D Lelettrodotto Per quanto concerne infine lelettrodotto, in relazione alla tutela della salute e alla salvaguardia dellambiente dallinquinamento elettromagnetico, andavano verificati i valori di induzione magnetica per la protezione a lungo termine da esposizione a campi elettromagnetici a bassa frequenza. Recenti studi epidemiologici (Albhom et al. British Journal of Cancer n.83, 5/2000) hanno mostrato un aumento del rischio di insorgenza di leucemie infantili per esposizioni maggiori di 0,4 microTesla di induzione magnetica da ELF, mentre con esposizioni inferiori agli 0,4 microTesla il rischio aggiuntivo risultato nullo (23).

come daltronde fatto dalla MICRON nel ritirare la proposta dellimpianto a torce, in una corretta visione lungimirante e sostenibile, visto anche il danno sociale che ne poteva scaturire.23

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A seguito di questa metanalisi, che, mettendo a confronto 9 studi epidemiologici, ha permesso di esaminare circa 3.000 casi e pi di 10.000 controlli con un metodo omogeneo e considerando misure di esposizione prolungate, nel 2001 lAgenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha incluso i campi elettromagnetici a bassa frequenza tra gli agenti possibilmente cancerogeni.

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Occorre considerare, poi, che si avr un peggioramento del clima acustico, sia durante la fase di cantiere che durante lesercizio dellElettrodotto perch questo, in particolari condizioni atmosferiche (soprattutto in caso di pioggia e nebbia), fonte di emissioni sonore a causa di perdite di energia dai conduttori, con conseguenti piccole scariche elettriche che si manifestano in prossimit dei conduttori (effetto corona). A tal proposito viene dichiarata dal progettista unintensit massima di pressione sonora di circa 40 -dB(A). Il predetto effetto corona, collegato alla ionizzazione degli strati daria pi prossimi al conduttore, pu causare anche la produzione di ozono ed ossidi di azoto (24). LA VIA, SUGLI ASPETTI AMBIENTALI FA VAGHE AFFERMAZIONI RECEPITE PASSIVAMENTE DA QUELLA DELLA POWERCROP E SENZA ACCERTAMENTI AUTONOMI. E CIO SI TRADUCE IN UN VIZIO

DELLATTO(per la specificazione si rinvia al Cap. X, pag.41).. 3.2 Richiamo opportuno di un esempio analogo in altra zona dItalia Il caso - pressoch identico a quello di Avezzano - la storia della riconversione dell'ex zuccherificio Eridania di Russi (Ravenna). Nel 2000 la CEE liberalizza il mercato dello zucchero, aprendolo ai paesi balcanici, cos nel 2005 l'Italia rivede l'organizzazione di tale settore, adeguandosi alle scelte europee e agendo su prezzi e quantit da produrre nel nostro paese. L'Emilia Romagna, storicamente regione bieticolo-saccarifera (9 impianti su 19 nazionali, il 50% della produzione italiana, oltre 32mila operatori) risente maggiormente le conseguenze di questa decisione europea ed dal 2005, provvede a

I principali effetti dellozono si evidenziano a carico delle vie respiratorie, dove si ha linduzione di una risposta infiammatoria sia degli epiteli di rivestimento che degli endoteli vascolari; linsieme di queste alterazioni determina una riduzione della funzione polmonare e la comparsa di uniperreattivit bronchiale.

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ripensare la destinazione di impianti prima utilizzati per tali produzioni, attraverso progetti di riconversione, dotati di relativo sostegno dell'Europa. Uno di questi progetti riguarda la costruzione di una enorme centrale a combustione di biomassa legnosa da 30MW elettrici a Russi, in sostituzione dello zuccherificio Eridania. L'accordo di riconversione, siglato da Powercrop srl, enti locali, sindacati ed Eridania spa prevede che le 270.000 tonnellate annue necessarie per alimentare siffatto impianto sarebbero state reperite entro un raggio di 70 km dalla centrale stessa (identico ad Avezzano). Prevede altres che la PowerCrop stipuli dei contratti di approvvigionamento delle biomasse ligneo cellulosiche corrispondenti al fabbisogno della centrale, in una fase precedente rispetto all'inizio dell'attivit dell'impianto. Questi contratti non sono mai stati stipulati poich, vista la quantit di prodotto necessaria (270.000 t/anno) ad alimentare un impianto di tali dimensioni, non sono reperibili scarti sufficienti e dunque si dovrebbe procedere alla piantumazione ad hoc per l'incenerimento. Si riscontrata la contrariet del mondo agricolo locale e siffatto impianto apparso evidentemente irrealizzabile oltre che non conveniente per quel territorio che vive anche di un' agricoltura di alta qualit. Per altro immaginabile che una volta avviato, l'impianto potr accogliere come materiale per la combustione anche rifiuti solidi urbani ovvero biomasse provenienti da altri territori, con un bilancio energetico complessivo negativo. Perci la Regione Emilia Romagna ha per due volte negato il via libera alla Powercrop ed pendente un ricorso al TAR. Ora sembra che la societ Powercrop voglia far leva su un recentissimo decreto ministeriale, successivo alla VIA in esame nel nostro ricorso ( decreto che absit

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iniuria verbis - potrebbe sembrare ad impresam) ed ampliare cos il raggio di provenienza del materiale combustibile fino a 300 km, compromettendo inevitabilmente la tracciabilit dello stesso e col rischio che l'iniziale centrale a combustione di biomassa legnosa, gi fortemente rischiosa per la salute della popolazione, vista la dimensione e la vicinanza al centro abitato, si trasformi sostanzialmente in un inceneritore di rifiuti. Il tutto in una zona in cui la qualit dell'aria gi fortemente compromessa, come dimostrano il piano di risanamento della qualit dell' aria della Provincia di Ravenna e le statistiche epidemiologiche. Dunque in quella regione si consapevoli che si tratta di un impianto con bilancio energetico negativo e che mette a serio rischio la salute delle persone che vivono a Russi e nei territori circostanti, oltre a comprometterne l'economia agricola di qualit che caratterizza la zona. E v la forte opposizione della comunit locale che, ragionevolmente, non concepisce la presenza di un impianto che non produce nel suo complesso alcun valore aggiunto n energetico, n occupazionale e che contemporaneamente arreca un evidente danno ambientale e mette a serio rischio la salute dei cittadini. 4 PARERI NEGATIVI DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO 4.1 - Parere 1.10.2008 Il Comandante provinciale del Corpo Forestale dello Stato, indirizza alla PowerCrop e p.c. alla Regione Abruzzo e ai coordinamenti distrettuali del C.F.S. lanticipazione del parere negativo, che dar al Comitato V.I.A. di cui componente di diritto. Relativamente allalimentazione dellimpianto con biomasse provenienti dalla riconversione alla pioppicoltura di terreni attualmente coltivati con essenze erbacee, nonch da materiale legnoso prelevabile dai boschi dellAquilano e del Reatino, precisa che il progetto cos come impostato e molto generico relativamente alle fonti di approvvigionamento della materia prima per il funzionamento dellimpianto,

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laddove si riferisce alle compagini forestali , poich al tema sono dedicate solo 6 righe nellambito di una corposissima relazione. Prosegue affermando che Non si pu negare limportanza dellimpatto negativo che limpianto in argomento avrebbe sullambiente.e non certo un fatto positivo laver tralasciato pressoch interamente lincidenza indiretta che si avrebbe sul territorio forestale. Ed ancora osserva che stato escluso linteressamento del vincolo idrogeologico dalla sfera di influenza operativa dellimpianto, senza considerare che i boschi da cui dovrebbe essere prelevata la biomassa, per lo pi hanno le limitazioni duso imposte dalla legge 3267/1923. Altres sono quasi tutti demaniali e vi su di essi il diritto di uso civico delle popolazioni locali. Pone poi un problema di enorme portata laddove afferma che Un prelievo consistente di legname implica la costruzione di piste e di strade, con riflessi negativi sulla funzionalit degli ecosistemi forestali e sulla stabilit dei versanti montani. E fa riflettere sulla immaginabile impossibilit di riconversione dei terreni agricoli, poich nei terreni prescelti, seminativi non irrigui, vi un fattore molto limitante che la carenza idrica, la quale notoriamente esiziale per una adeguata produzione di massa legnosa dal pioppo. In conclusione a parte le insormontabili censure sopra mosse osserva che si rischia di costruire un impianto con successiva difficolt di funzionamento per carenza di materia prima. E per individuarne le fonti occorrerebbe una verifica precisa e puntuale; e poi occorrerebbe una armonizzazione con la vincolistica territoriale esistente anche in materia di vincolo idrogeologico. 4.2 Parere del 24.3.2009 Il Coordinatore distrettuale del Corpo Forestale dello Stato, su richiesta dellAssessore alla protezione civile e allAmbiente della Giunta regionale della Regione Abruzzo, in proposito alla progettata centrale a Biomasse della PowerCrop,

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invia poi un parere nel quale premette che la realizzazione della detta centrale muove pesanti perplessit che poi puntualizza, in parte ribadendo concetti gi espressi nel parere precedente, ma soprattutto con rilievi nuovi, decisivi e trancianti (25)

l Limpianto di che trattasi certamente costituir un forte impatto ambientale, attese le caratteristiche orografiche, i valori ambientaIi e paesaggistici sia del territorio comunale di Avezzano, ove avrebbe sede rimpianto: e pi in generale per l'intero comprensorio marsicano dove sono gi presenti impianti termoelettrici di rilevante potenza . 2 - Per mantenere attivo rimpianto, necessitano enormi quantitativi di materiale legnoso (270.000 tonnellate annue) il cui trasporto stimato in 100 TIR pro-die che quotidianamente attraverserebbero sia il territorio del comune di Avezzano che i comuni limitrofi, con indubbie e pesanti conseguenze negative a livello d'inquinamento a cui vanno sommati i TIR per il trasporto dei materiali di rifiuto e dei reagenti per il processo di impianto. 3 L'approvvigionamento della ingente biomassa legnosa per l'utilizzo della Centrale lascia serie incertezze in .termini di disponibilit quantitativa sia per l'attualit che per il futuro, avendo al riguardo circostanziati elementi valutativi sia per la fornitura in loco che per quella reperibile in un raggio d'azione di 70 Km dal1'impianto (f1iere corte). I boschi della Marsica, estesi per circa Ha 34.000, possono fornire teoricamente circa 135.000 tonnellate annue di legna. Considerando per la loro orografia e la limitata accessibilit, per mancanza di piste e strade, tale quantit si abbassa vertiginosamente. Non si entra nella fattibilit della riconversione dei terreni agricoli per le colture energetiche anche se si hanno forti dubbi che una operazione del genere possa avere successo, tenendo presente c1e nei terreni prescelti , seminativi. non irrigui, vi un fattore molto. limitante che la carenza idrica. la quale notoriamente esiziale per una adeguata produzione di massa legnosa dal pioppo .4 - L'impianto fonte di rifiuti di notevole entit: a) rifiuti speciali non pericolosi costituiti dalle ceneri; b) rifiuti pericolosi costituiti dalle polveri di elettrofiltro e filtro a maniche in tessuto. Il comma 382 dell' art. 1 della legge 29 novembre 2007, n. 222 recita ... " La produzione di elettrica mediante impianti alimentati da biomasse e biogas derivanti da prodotti agricoli di allevamento e forestali. ivi inclusi i sottoprodotti, ottenuta nell' ambito di intese di filiera o con quadro ai sensi degli artt. 9 e 10 del decreto legislativo 27 maggio 2005 , n. 102, oppure di filiere corte, cio ottenute entro un raggio di 70 dall'impianto che li utilizza per produrre energia elettrica. Non risultano a questo Coordinamento, all'attualit, filiere di produzione e distribuzione di biomasse forestali in situ e nel! 'intorno, atte a soddisfare l'alimentazione di una centrale di questa potenza. 5 - R.isultano di primaria importanza clementi di vulnerabilit del territorio comunale e pi in generale anche degli altri Comuni della Marsica ( parte del quale zona preparo) in quanto lattivit proposta prevede combustioni considerevoli dai cui sottoprodotti risultano polveri fini ed ultrafini con ricaduta delle irnm1ssioni aeriformi. L'orografia del territorio, con quote altimetriche di discrete proporzioni, ostacola e rende difficile il ricambio ed il rimescolamento dellaria con laggravante delle ridotte caratteristiche anemologiche stagionali. 6 - Gli inquinanti emessi nella combustione quali ossidi di azoto, ossido di Carbonio, acidi, ecc. oltre ai microinquinanti emessi nei fumi (diossine, furani , idrocarburi policiclici aromatici e metalli pesanti) creeranno serie ipotesi di danno per la salute pubblica e per l'intero ambiente (sono di altissima pericolosit perch cancerogeni, mutageni e teratogeni). 7 - l costi. per mantenere in attivit la Centrale in argomento non sono trascurabili, considerando l'acquisto della biomassa legnosa, i costi per il suo trasporto, gli oneri per il personale addetto ai lavori, i costi d manutenzione dell'impianto e quelli per lo sma1timento dei rifiuti a fronte di introiti bassissimi per la produzione di energia elettrica. Occorre tener presente che una centrale da biomassa, per produzione da 30 megawatt / c (netto MW 25) per funzionare a pieno regime, richiede una biomassa al1'incirca di 800 t. al giorno, il cui costo, in ragione delle condizioni di produzione non ottimali - come gi. in precedenza abbastanza riferito abbastanza elevato; la fattibilit perci surrogata esclusivamente dal contributo pubblico (certificati verdi) concedibile solo per 15 anni. Ci premesso, considerati tutti i motivi innanzi esposti, si ritiene di esprimere preliminarmente parere negativo..

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In sintesi, rimarca il negativo impatto ambientale sullintero territorio del Comune di Avezzano. Espone le pesanti conseguenze sullinquinamento, con laggravante del continuo trasporto. Richiama la indisponibilit attuale e futura della ingente massa legnosa, e i conseguenti problemi per i boschi della Marsica; ed osserva che non esistono filiere nel territorio per la produzione destinata ad una centrale cos potente. Rileva la non fattibilit della riconversione agricola e la carenza idrica. Pone laccento sul problema dei rifiuti speciali e pericolosi; sulla vulnerabilit del territorio per le combustioni con prodotto di polveri inquinanti, da ossidi inquinanti, contenenti fra laltro, diossine. Osserva, per altro, che i costi non sarebbero compensati dagli introiti per la produzione di energia elettrica; e che laltissima richiesta giornaliera di biomassa, pu essere sostenuta solo dal contributo pubblico, che non pu superare i 15 anni. Dunque parere radicalmente negativo. A SEGUITO DI QUESTE SPECIALISTICHE, AUTOREVOLI ED

INSORMONTABILI CENSURE, LA VIA NON POTEVA CONCLUDERSI CON UN PARERE FAVOREVOLE. LAVERLE IGNORATE CONFIGURA UN

PALESE VIZIO DI CONTRADDIORIETA INTERNA ALLAMMINISTRAZIONE REGIONALE RELATIVAMENTE AL PROGETTO POWERCROP(per la sua specificazione si rinvia al Cap. X, pag.41). IX LA V.I.A. 1 RICHIAMO TEORICO In astratto, la valutazione dimpatto ambientale (VIA) un procedimento tecnicoamministrativo finalizzato a individuare gli effetti sullambiente (quali che siano) di realizzandi progetti pubblici o privati, per giudicarne la compatibilit con lambiente sul quale sarebbero destinati ad incidere. Secondo la direttiva 85/337/CEE, la VIA deve descrivere e valutare gli impatti sui seguenti gruppi di fattori: - luomo, la fauna , la flora; - il suolo, lacqua, laria, il

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clima, il paesaggio; - linterazione tra i fattori detti; - i beni materiali e il patrimonio culturale. La VIA deve essere atto motivato, preceduto da unistruttoria, che tenga conto dei risultati della consultazione con il pubblico; ed atto endoprocedimentale, interno ad un procedimento autorizzatorio. Il complesso procedimento ha queste 6 fasi: 1)progetto; 2)studio dimpatto ambientale; 3) screening o verifica di assoggettabilit alla VIA; 4) scoping o fase di consultazione; 5) VIA; 6) autorizzazione. Il D.lgs. 4/2008, negli allegati, stabilisce le ipotesi astratte di obbligatoriet della V.I.A. ma, concretamente lobbligatoriet scaturisce dalla fase screening. Per quanto detto, i soggetti del procedimento sono: il proponente; il pubblico; lautorit competente; la commissione tecnica per le verifiche. La normativa di riferimento : Comunitaria; Nazionale (in particolare: D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152; D.Lgs 16 gennaio 2008, n, 4); Regionale (L.R. 23 sett.1997, n.112). 2 LA V.I.A. NEL CASO CONCRETO 2.1 La scelta fatta dal proponente Per il progetto in discussione, la VIA in astratto (cio stando alle previsioni progettuali) non doveva essere chiesta. Semmai la sua obbligatoriet poteva scaturire dalla fase verifica di assoggettabilit. Ma tale fase stata saltata per dichiarata scelta della societ proponente, che ha deciso di passare a chiedere direttamente la VIA. 2.2 - Sintesi di emergenze salienti dellistruttoria Nellistruttoria, lo studio di impatto ambientale premette che la realizzazione proposta dal progetto CowerCrop di una centrale elettrica, alimentata a biomasse

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legnocellulosiche, della potenzialit termica di 88,5 MW al CNC (al CMC= + 5% del CNC) e da un elettrodotto da 150 kV. E riporta i dati del progetto: innanzitutto e con precisione il suo motivo fondante, che quello di fornire unadeguata risposta ai problemi conseguenti alla cessazione della bieticoltura (sintende: nel Fucino). E proprio per questo che si dice avviato il processo di riconversione della filiera bieticolo-saccarifera, in una nuova filiera agro-alimentare che integri in maniera virtuosa il mondo agricolo e quello industriale. Cosicch il 19.09.2007, tra Regione Abruzzo, Provincia di LAquila, Comune di Celano, organizzazioni sindacali e PowerCrop, stato sottoscritto un accordo, per la seguente iniziativa agro-industriale: riconversione dei terreni agricoli un tempo dedicati alla barbabietola, a coltivazioni no food per uso energetico e valorizzazione di terreni marginali; (viene subito da rammentare che al di fuori del Comune di Celano non risultano coinvolti nellaccordo altri comuni limitrofi della piana del Fucino, e soprattutto il Comune di Avezzano, centro della Marsica, e nel cui territorio viene proposto linsediamento della centrale, e il Comune di Luco dei Marsi che confinerebbe con la centrale). Comunque questa svolta-riconversione avrebbe comportato sviluppo di colture a basso impatto.creazione di una stabile fonte di reddito per il mondo agricolo risposta alloccupazione collegata con lo zuccherificio (ex)progetto in linea con le politiche ambientali grazie alle fonti rinnovabili di derivazione

vegetaledisponibilit di energia termica per un eventuale utente finale. Lo studio esamina il quadro di riferimento progettuale, che questa difesa, ha gi individuato come costituito da due ambiti connessi e interdipendenti: 1 lambito della centrale a biomasse ( centrale che, ripetiamo, occuper 142.000 mq in territorio del Comune di Avezzano; elettrodotto; realizzazione di: fabbricati per uffici e servizi, sistemi di stoccaggio, sistema di controllo, collegamento elettrico in alta tensione,

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opere ausiliarie) ; 2 lambito delle coltivazioni dedicate ( che, ripetiamo, coprir una superficie di 4.500 ettari, compresi in un raggio di km 70 dalla centrale, e ubicati prevalentemente nei territori interni ai piani Palentini e in territori ricadenti nel Fusinate, nel Reatino, nella conca Aquilana, compresi i boschi delle ultime due zone). Lo studio considera poi laltro fondamentale aspetto progettuale: quello degli approvvigionamenti idrici, indicandone, a pag. 9, le fonti. Viene quindi esaminato (rectius: si dice che viene esaminato, ma solo

unaffermazione) il quadro di riferimento ambientale (inquadramento generale dellarea con descrizione di rete viaria, mobilit e traffico; suolo e sottosuolo; ambiente idrico; paesaggio; ecosistemi, fauna e vegetazione; climatologia e atmosfera; clima acustico). Nello studio infine ci si limita, laconicamente e di sfuggita ad accennare (che quasi un ignorare) che pervenuta una delibera del Consiglio Comunale di Avezzano (n.74/2008) che lamentando il mancato preventivo coinvolgimento sulliniziativa, esprime parere contrario; e che pervenuta una nota del Comando provinciale del Corpo forestale (acquisita al prot.24617 del 13.10.2008) che anticipa il suo parere negativo al Comitato di cui componente di diritto. Lo studio, in conclusione, riferisce che con nota acquisita al prot. il 16.10.2009, la ditta interessata ha rimesso una serie di atti ed elaborati finalizzati a controdedurre alle osservazioni ricevute. In particolare: si evincerebbe che le eventuali ricadute allinterno di aree naturali protetterisultano essere nei limiti imposti dalla normativa vigente ; per lapprovvigionamento idrico v una dichiarazione del CAM per la disponibilit di un quantitativo di 113 mc/h per complessivi 992.000 mc annui; per lincidenza sulla viabilit, il numero di viaggi giornalieri risulta essere di 42 per i veicoli pesanti e di 30 per i veicoli leggeri, con un incremento di traffico sulla superstrada del Liri del 4/6% per i mezzi pesanti, e sul tratto della S.P. interessata, del

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13%; per le biomasse stata stimata una disponibilit annua di 960.000 t.; per quanto riguarda infine le ricadute sui terreni agricoli, in relazione ai parametri si SO2, NOx e M10, non ostante laumento della concentrazione le emissioni rimangono entro i limiti di legge, non producendo variazioni significative sulla qualit dellaria del vicino abitato di Borgo Incili, n producono impatti negativi sulle colture. 2.3 La V.I.A. Schematizzazione del contenuto Nelle premesse della VIA, dopo le gi dette indicazioni sul progetto, si dice: - uno degli aspetti che pi attiene al rischio di incidenza rispetto alle aree limitrofe lemissione di sostanze potenzialmente inquinanti. Lazienda ha previsto una serie di sistemi per limitare ed abbattere lemissione di sostanze inquinanti quali, ecc.; - si ribadisce che le ricadute (degli inquinanti) sono caratterizzate da concentrazioni ben al di sotto dei limiti normativi; - si sottolinea in particolare che per quanto riguarda lambiente idrico, sia la fase di cantiere che di esercizio non avr incidenza sugli habitat flora e fauna; - sono indicate alcune misure di mitigazione.per ridurre il livello di inquinanti delle acque. Stesso discorso fatto per gli impatti su suolo e sottosuolo e per quelli dovuti al rumore; - per quanto riguarda gli ossidi di azoto si sottolinea che le basse concentrazioni non comportano sintomatologie per le piante; - per gli altri ossidi (di zolfo, di carbonio) parimenti si dice che manifestano solo scarsi effetti; - le simulazioni effettuate hanno evidenziato che il contributo delle attivit della centrale sulla qualit dellaria dellarea circostante, risulta poco significativo; - valutato in dettaglio anche il rischio di incidenza per quanto riguarda le emissioni sonore.

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Passando al dispositivo, pertanto il Comitato ESPRIME PARERE FAVOREVOLE CON PRESCRIZIONI (installazione di una stazione di monitoraggio e relazione annuale sulle eventuali ricadute ambientali relative alle emissioni in atmosfera sulla piana del Fucino, sulla riserva e sul SIC). X LE CENSURE E I VIZI Illustrati ampiamente gli aspetti in fatto, storici, contrattuali, collaterali; e quelli in vario senso tecnici; ed altres richiamate le norme di riferimento, occorre una sintetica puntualizzazione degli aspetti eminentemente giuridici posti a sostegno del presente ricorso, per altro gi emergenti, man mano, dai precedenti capitoli e che, in sintesi, si configurano sotto le astratte figure di: VIOLAZIONE DI LEGGE PER DIFETTO DI PARTECIPAZIONE, DIFETTO DI MOTIVAZIONE, CARENZA DI

PRESUPPOSTI; ECCESSO DI POTERE PER CARENZA DI ISTRUTTORIA, ERRORE DI FATTO, TRAVISAMENTO DEI FATTI; VIOLAZIONE DELLE

REGOLE DI LEALE SVOLGIMENTO DEGLI ACCORDI, ILLOGICITA MANIFESTA PER CONTRADDITTORIETA INTERNA. 1 VIA obbligatoria Preliminarmente si osserva che la scelta operata dalla PowerCrop s.p.a, di chiedere direttamente la valutazione dimpatto ambientale, senza passare attraverso la verifica di assoggettabilit alla valutazione, conduce a considerare obbligatoria la VIA nella concreta fattispecie. 2 Mancanza di VAS e inattuabilit della localizzazione scelta-anche sotto altro profilo Il progetto PowerCrop localizza limpianto in unarea naturalistica protetta. Per un caso come questo il titolo II del Codice dellAmbiente (LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA) allart. 13 prescrive (naturalmente prima della VIA) la Redazione del rapporto ambientale, che, fra laltro (e molto altro) obbliga il

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proponente sin dai momenti preliminari ad una

consultazione con lautorit

competente e gli altri soggetti competenti in materia ambientale. A questa norma corrisponde poi lAllegato VI (Contenuti del rapporto ambientale) in cui