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GIUSEPPE BOFFITO Eco dei Barnabiti 3/2019 33 A nzitutto, alcuni accenni sulla figura del p. Giusep- pe Boffito. Lo zio mater- no, il padre Salesio Canobbio, era rettore del “Collegio Carlo Alberto” di Moncalieri. Di qui la vocazione di Giuseppe, non meno di quella del fratello Salesio, di due anni più anziano, egli pure fattosi banabita. Dopo la prima formazione, a Cre- mona e a Lodi, Giuseppe tornò per un breve periodo in famiglia; ma ben presto sentì di nuovo, definitiva- mente, il richiamo per la vita reli- giosa ed entrò nel noviziato di S. Fe- lice a Cancello, dove emise i voti semplici (1887). A Roma riprese gli studi liceali presso l’Apollinare, stu- di interrotti nell’anno di noviziato, e quindi passò alla filosofia e alla teo- logia nella scuola dell’Ordine. Di questo periodo si ricorda l’attività poetica del Nostro, confluita nella pubblicazione di Iuvenilia, dove ri- velò la grande abilità nel comporre un’infinita varietà di metri: odi, inni, canzoni, sonetti, saffiche, distici ele- giaci, ecc. Una volta divenuto sacerdote (24 settembre 1892), fu destinato al Car- lo Alberto di Moncalieri, dove si per- fezionò negli studi teologici, mentre contemporaneamente frequentava, presso l’Università di Torino, la fa- coltà di lettere e filosofia, conse- guendo la laurea nel 1896. Questo gli permise di insegnare italiano quasi ininterrottamente per quaran- tacinque anni. Raggiunse un’elevata competenza negli studi danteschi e in particolare nell’esegesi della Di- vina Commedia, come diremo tra poco. una molteplicità di mansioni Nell’arco della sua vita, il Boffito registrò non poche mansioni. Fu no- minato bibliotecario e quindi diret- tore della Società meteorologica ita- liana, che aveva nel Collegio di Moncalieri un importante osservato- rio. A Roma frequentò le più presti- giose biblioteche, dalla Vaticana, al- la Nazionale, alla Casanatense, al- l’Angelica, nonché alla Corsiniana, dove lo Schiapparelli gli mise a di- RICORDANDO IL 150° DALLA NASCITA DEL BARNABITA GIUSEPPE BOFFITO (1869-1944), ESIMIO BIBLIOFILO E INSIGNE CULTORE DI DANTE L’avvicinarsi del centenario dantesco sta riportando alla ribalta illustri studiosi dell’immortale Poeta. Tra questi il barnabita Giuseppe Boffito, nato a Gavi (AL) il 3 luglio 1869, di cui quindi ricorre il 150° della nascita. p. Giuseppe Boffito frontespizio dello studio sull’operetta Quaestio de aqua et terra di Dante Alighieri

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GIUSEPPE BOFFITO

Eco dei Barnabiti 3/2019 33

Anzitutto, alcuni accennisulla figura del p. Giusep-pe Boffito. Lo zio mater-

no, il padre Salesio Canobbio, erarettore del “Collegio Carlo Alberto”di Moncalieri. Di qui la vocazione

di Giuseppe, non meno di quelladel fratello Salesio, di due anni piùanziano, egli pure fattosi banabita.Dopo la prima formazione, a Cre-mona e a Lodi, Giuseppe tornò perun breve periodo in famiglia; ma

ben presto sentì di nuovo, definitiva-mente, il richiamo per la vita reli-giosa ed entrò nel noviziato di S. Fe-lice a Cancello, dove emise i votisemplici (1887). A Roma riprese glistudi liceali presso l’Apollinare, stu-di interrotti nell’anno di noviziato, equindi passò alla filosofia e alla teo-logia nella scuola dell’Ordine. Diquesto periodo si ricorda l’attivitàpoetica del Nostro, confluita nellapubblicazione di Iuvenilia, dove ri-velò la grande abilità nel comporreun’infinita varietà di metri: odi, inni,canzoni, sonetti, saffiche, distici ele-giaci, ecc.Una volta divenuto sacerdote (24

settembre 1892), fu destinato al Car-lo Alberto di Moncalieri, dove si per-fezionò negli studi teologici, mentrecontemporaneamente frequentava,presso l’Università di Torino, la fa-coltà di lettere e filosofia, conse-guendo la laurea nel 1896. Questogli permise di insegnare italianoquasi ininterrottamente per quaran-tacinque anni. Raggiunse un’elevatacompetenza negli studi danteschi ein particolare nell’esegesi della Di-vina Commedia, come diremo trapoco.

una molteplicità di mansioni

Nell’arco della sua vita, il Boffitoregistrò non poche mansioni. Fu no-minato bibliotecario e quindi diret-tore della Società meteorologica ita-

liana, che aveva nel Collegio diMoncalieri un importante osservato-rio. A Roma frequentò le più presti-giose biblioteche, dalla Vaticana, al-la Nazionale, alla Casanatense, al-l’Angelica, nonché alla Corsiniana,dove lo Schiapparelli gli mise a di-

RICORDANDO IL 150°DALLA NASCITA DEL BARNABITAGIUSEPPE BOFFITO (1869-1944),ESIMIO BIBLIOFILO E INSIGNE

CULTORE DI DANTEL’avvicinarsi del centenario dantesco sta riportando alla ribalta illustri studiosi dell’immortalePoeta. Tra questi il barnabita Giuseppe Boffito, nato a Gavi (AL) il 3 luglio 1869, di cui quindiricorre il 150° della nascita.

p. Giuseppe Boffito

frontespizio dello studio sull’operettaQuaestio de aqua et terra di DanteAlighieri

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sposizione la sua preziosaraccolta privata di libriorientali. Si recò pure aParigi: alla BibliothèqueNationale ricercò docu-menti per risolvere l’in -tricata questione relativaalla attribuzione a Dantedel l’operetta Quaestio deaqua et terra. Nel viaggiodi ritorno passò anchedalla Svizzera per ricer-care il manoscritto di Cec-co d’Ascoli De principiisastrologiae.Trasferito nel 1901 a Fi-

renze nel “Collegio AllaQuerce”, fu docente di ita-liano e greco, ricoprendol’ufficio di bibliotecario.Di lui si ricorda l’assiduafrequentazione delle li-brerie antiquarie della cit-tà, dove trovò non pochepreziose pubblicazioni, ar-ricchendone la biblioteca,che poi si fregiò del suonome.Già dal 1904 aveva co-

minciato la sua collabora-zione con il bibliofilo edi-tore Leo Olschki, che duròininterrotta per quarant’an-ni e presso il quale pubblico i suoicontributi scientifici, che si estendo-no ai più svariati settori e guadagna-rono al padre la fama di un grande eoriginale bibliofilo. Ne offrì una spet-tacolare visione la Mostra didatticanazionale (Firenze 1925), in cui ilCollegio presentò una tal copia dielementi storici, didattici e sperimen-tali nel campo pittorico, fotografico,musicale, teatrale, da ottenere il granpremio e la definizione, da parte del-la giuria, di essere un modello delgenere.Non va peraltro dimenticata l’ope-

ra propriamente sacerdotale, che inparticolare padre Giuseppe esercitòdurante la Grande Guerra nell’assi-stenza ai feriti, nel confessionale enella predicazione. Ripresa nel do-poguerra la consueta attività, padreBoffito dispiegò la sua azione anchenella gestione dell’Osservatorio me-teorologico allestito dai Barnabitipresso il Collegio fiorentino, regi-strandone i dati tre volte al giorno,dal 1906 al 1942. Sempre nel 1942il Boffito ricevette dal ministero del -l’Aeronautica la richiesta di compi-

lare un terzo volume ag-giornativo della sua Bi-blioteca aeronautica, nelquale doveva essere pro-seguita la bibliografia dal1936 al 1942. Egli non re-spinse questo incarico,ma non lo condusse a ter-mine; riuscì invece a com-pletare la sua BibliografiaGalileiana. Due anni dopomorì a Firenze il 16 settem-bre 1944.

tre opere fondamentali

Il B. ebbe notevoli rico-noscimenti e fu nominatosocio di importanti istituticulturali, italiani e stra-nieri. Ci basti ricordare lasua appartenenza all’Ac-cademia della Crusca. Piùche copiosa la sua biblio-grafia, che registra 210voci di sue pubblicazioni,fra cui 10 postume e 19recensioni: una produzio-ne vastissima, impegnatanei campi culturali più di-versi.Il profilo che di lui trac-

cia il Dizionario biografico degli ita-liani lo definisce in questi termini:«Anzitutto un insigne dantista: neisuoi numerosi studi danteschi risaltail suo interesse per le cognizioni co-smogoniche, fisiche e naturali delPoeta. A questo interesse predomi-nante si ricollegano le sue importan-ti Memorie». Non va trascurata l’at-tenzione che egli riservò alle ricer-che nel campo della meteorologia,dell’astronomia e dell’aeronautica,che si conclusero in opere fonda-mentali di grande impegno e ampiorespiro. Il Boffito fu anche insignestorico della scienza e della tecni-ca. Le sue opere erano per lo piùsplendidamente illustrate con tavolefuori testo e con moltissime figureintercalate allo scritto. «Questo gu-sto per la illustrazione iconograficae per la decorazione della sua pagi-na moderna con riproduzioni difrontespizi, testate, finalini e inizialiornate (riprese da antiche edizioni,specialmente del sec. XVIII) era ca-ratteristico del Boffito, il quale pub-blicò studi importanti sul libro illu-strato italiano».

GIUSEPPE BOFFITO

Eco dei Barnabiti 3/201934

p. Boffito, in piedi a destra, con il fratello p. Salesio(l’identificazione sottostante l’immagine è di mano delcompianto p. Giuseppe Cagni)

frontespizio dell’opera Firenze nellevedute e piante, scritta dal Boffito incollaborazione con Attilio Mori

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«Collegato con la sua passione dibibliofilo e con la sua attività di bi-bliotecario, fu il grande interesse delBoffito per la bibliografia. Nel maremagnum della imponente produzio-ne boffitiana emergono tre importantiopere bibliografiche, di grande impe-

gno ed ampio respiro, nelle quali siconcentrò e si espresse più compiu-tamente la vastità e complessità di in-teressi culturali dello studioso barna-bita. La prima, in ordine cronologico,è la Biblioteca aeronautica italiana il-lustrata, uscita a Firenze nel 1929. Al-tra opera bibliografica di gran mole,realizzata dal Boffito, è la BibliotecaBarnabitica uscita a Firenze fra il1933 e il 1937, in quattro grandi vo-lumi in 4º, nella quale, oltre ai nomidegli scrittori, sono registrati anche inomi di località particolarmente si-gnificative nella storia dell’Ordine. Sitratta di un’opera monumentale, dioltre duemila pagine, illuminate dacinquecento illustrazioni, molto ele-gante per la splendida veste tipografi-ca, datale dalla casa editrice Olschki.«L’ultimo importante lavoro biblio-

grafico, compiuto dal Boffito è la Bi-bliografia Galileiana (1943), prece-

duta da una interessantissima pre-fazione. Complessivamente segnalò1711 titoli di pubblicazioni esplicita-mente galileiane. A servizio degli stu-di galileiani aveva preparato inoltre,sempre per incarico del ministerodell’Educazione nazionale, un grossovolume manoscritto intitolato Mano-scritti Galileiani della Biblioteca Na-zionale di Firenze descritti ed illustra-ti, che però – così termina la voceche stiamo citando – non fu conside-rato adeguato alle norme di cataloga-zione recentemente aggiornate».

gli studi su Dante

L’interesse del Boffito per l’operadantesca si concentra quasi tutto sutemi scientifici; tuttavia lo studiosonon ha mancato di occuparsi, in qua-lità di critico, di problemi letterari, fi-lologici e di autenticità, come fannofede i suoi due saggi sulla Epistola aCangrande Della Scala, e sulla Quae-stio de aqua et terra. Di quest’operanel 1903 ristampò l’edizione prin-ceps del 1508 secondo l’esemplareperugino, con in calce le varianti ditutti i precedenti editori e critici e conun commento erudito ampio e fonda-mentale. Nel 1905 per i tipi dell’Ol-schki, ne curò l’edizione princepsriprodotta in fac-simile con una suaintroduzione storica e trascrizionecritica del testo latino. Ne fece la ver-sione in italiano e completò l’operaoffrendo la trascrizione in francese,spagnolo, inglese e tedesco.Ma, come appena detto, l’A. ha

dedicato ampi studi sull’ambienta-zione scientifica presente negli scrittidel Poeta, in particolare nella Com-media, cioè su quanto viene da luidetto circa la cosmogonia, l’astrono-mia, la geodesia, la geografia, la pae-saggistica (con idee pionieristiche), lameteorologia, i cataclismi naturali.Altre ricerche hanno riguardato lamisurazione del tempo all’epoca diDante, la matematica e la geometriacome allora la si insegnava. Chi vo-lesse più precisi riferimenti bibliogra-fici sui vari, numerosi saggi (una ven-tina) dedicati dal Boffito ai temi so-pra ricordati può consultare la voceche gli ha dedicato l’Enciclopediadantesca della Treccani.Il Boffito testimonia da par suo il fat-

to ben noto che non sono solo i lette-rati a tormentare l’inesauribile poema,

a tenere sempre in movimento la se-colare giostra delle chiose dantesche.Ci si sono messi anche i cultori dellescienze esatte, in particolare gli astro-nomi, che si sono accapigliati a svi-scerare l’incontenibile e ostentata espesso ingombrante, passione scien-tizzante del suo autore, specie in ma-teria astronomica. I riferimenti alleleggi della fisica del tempo, citati quae là nel Poema hanno avuto i lorocommentatori, così come gli accennia teoremi geometrici. Al Boffito si de-ve poi l’ardita proposta per un com-mento scientifico alla Commedia. Adire il vero tutti i chiosatori del poemanon hanno mancato di illustrare, avolte minuziosamente, il significatodei passi dedicati dal Poeta ad argo-menti scientifici, in particolare astro-nomici; ma il Boffito si auguravaun’opera in cui venissero commentatiunicamente tutti i suddetti passi e ne

dava un saggio in un articolo scrittoper il Giornale Dantesco e in seguitoofferto all’amico Leo Olschki in occa-sione delle onoranze giubilari del ce-lebre editore, articolo dal titolo Saggiod’un commento scientifico alla DivinaCommedia, opuscolo edito nel 1936.

GIUSEPPE BOFFITO

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saggio sulla Epistola a CangrandeDella Scala

l’ardita proposta del Boffito: Saggiod’un commento scientifico alla DivinaCommedia

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Boffito definisce questo da lui auspi-cato commento come “grande e am-bìto”. Tuttavia, pur avendo davanti asé ancora molti anni di vita¸ non die-de seguito da parte sua alla immane edefatigante impresa. E nessun altrostudioso ha abboccato sino a ora aquesto pericoloso amo.

un commento “grande e ambìto”

Per dare un esempio delle dimen-sioni che avrebbe raggiunto il futurocommento da lui immaginato, bastidire che il Boffito esamina soltantoquattro versi presi dal Canto I del Pur-gatorio (dal verso 13): Dolce colord’oriental zaffiro, – del mezzo, puroinfino al primo giro, – lo bel pianetache ad amar conforta, – velando i Pe-sci, ch’erano in sua scorta. Solo questiquattro versi dànno luogo a un com-mento che occupa ben venti pagine digrande formato (A4) dell’opuscolo,mentre la bibliografia, sempre e solorelativa ai quattro versi, annovera ad-dirittura 54 voci. Dal che si può im-maginare con sgomento quali dimen-sioni colossali e terrificanti avrebbeavuto un commento completo – moreBoffito – di tutti i numerosi versi scien-tifici della Commedia. Non rimane

che ammirare in questo saggio l’enor-me competenza astronomica del No-stro e la sua assoluta padronanza dellasterminata letteratura in merito, accu-mulata nel secolare commento.

Oltre che come autore, il Boffito fuanche editore di importanti opere; in-fatti a suo merito va ascritta, oltre lagià vista edizione della Quaestio, latraduzione e il riassunto della geogra-fia e della astronomia di Dante se-condo il grande dantista EdoardoMoore (edita a Firenze nel 1905 dal“Collegio Alla Querce”, la benemeri-ta istituzione scolastica centro di altistudi e formatrice di gran parte dellaclasse dirigente non solo fiorentina).Sempre per sua iniziativa e con ilconcorso del confratello, insigne fisi-co e astronomo, Camillo Melzi d’Eril,collega “Alla Querce”, veniva pubbli-cato, nel 1908 dall’Olschki, l’Alma-nacco di Profacio, un dotto ebreoquasi contemporaneo di Dante e pre-sente in Francia, opera consideratatra le principali fonti della Comme-dia, la base dell’informazione astro-nomica del Poeta. Fu il Boffito a sco-vare il prezioso manoscritto nella bi-blioteca Laurenziana di Firenze. Nel1947, onorando la recente scomparsadel suo illustre docente, il “CollegioAlla Querce” gli dedicò un preziosoRicordo: P. Giuseppe M. Boffito, L’uo-mo, le opere, bibliografia, incluso unampio resoconto della sua vasta pro-duzione dantesca.

Antonio e Giovanni Gentili

GIUSEPPE BOFFITO

Eco dei Barnabiti 3/201936

frontespizio dell’Almanacco di Profacio, con il concorso del confratello, insignefisico e astronomo, Camillo Melzi d’Eril e dell’opus magnum del Boffito, laBiblioteca Barnabitica

due contributi del Boffito all’interpretazione del mondo dantesco