ricette di Bertinoro Orizzonti «Il Terzo settore smetta di ...
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di PAOLO FOSCHINI Orizzonti Stefano Zamagni lancia la sfida: «E il momento di una Borsa per quantificare il valore del bene che si fa» Nel mondo del sociale occorre cambiare passo trasformandosi in imprenditori e attori d'innovazione Gli esperti riuniti a Bertinoro: grande avvicendamento tra le aziende del non profit che danno sempre più lavoro di PAOLO FOSCHINI La rocca di Bertinoro (FC) è proprio dove la strada finisce, non è che ci passi per caso: se arrivi fin quassù o ti sei perso o ci sei venuto apposta. Per loro, tanto studenti quanto prof quanto esperti vari, è vera la seconda. Anzi per esserci hanno perfino pagato: 450 euro più Iva per i due giorni completi, pernottamento a parte. Gli esperti, dentro, parlano di economia sociale e dicono che deve diventare «coesiva». Che tra le imprese del non profit una su cinque muore entro quattro anni dalla nascita ma altrettante continuano a nascere per rimpiazzarla e, soprattutto, quelle che vivono danno sempre più lavoro. Nel prato fuori, in faccia alle colline di Romagna, studenti e iscritti più giovani passano da un seminario all'altro prendendo appunti sul «Terzo settore in transito». Ed è proprio uno di loro, facendo in realtà una domanda, a sintetizzare d'istinto quel che sta succedendo qui: «Insomma, oggi se vado in una impresa normale mi parlano di asili per i dipendenti e che ci vuole più impegno sociale; e se vado in una cooperativa sociale mi parlano di innovazione e che ci vuole più testa imprenditoriale. Quindi?». A rispondergli in più tempi quel giorno è il professor Stefano Zamagni, dell'università di Bologna che - dice - qui è un po' il padrone di casa: «Quindi niente, è esattamente così che deve essere. Anzi è ora che anche la finanza si muova, la finanza etica va bene ma serve un passo in più: è il momento di una Borsa sociale. Per quantificare il valore del bene che si fa. Ci arriveremo». Sono le Giornate di Bertinoro - XVII edizione - promosse da Aiccon con l'Università di Bologna, che tra la succursale della vicinissima Forlì e questo borgo appena sopra Forlim- popoli - patria di Pellegrino Artusi e della sua ottocentesca Arte del man- giar bene - ha insediato da anni il primo e finora unico in Italia Corso di laurea magistrale in Management dell'economia sociale: 50 iscritti ogni anno, il 90 per cento dei quali laureati «in corso», tasso di abbandoni pari a zero. Zamagni è quello che si prende l'incarico di sintetizzare, o almeno provarci, i due o tre punti-cardine della linea di quest'anno: «Ilprimo è che il Terzo settore deve dire basta rispetto all'accontentarsi di essere il famoso utile idiota. E deve trasformarsi da operatore a imprenditore sociale. La differenza è chiara: un operatore esegue ordini e basta, un imprenditore è attore di innovazione». E continua: «Della Borsa sociale ho già detto. È lo strumento che finalmente consentirà una valutazione specifica sui progetti sociali. Non è vero che per il sociale non ci sono fondi: ce ne sono anche troppi, ma bisogna accedervi e usarli. Per questo - ed è la conclusione - bisogna arrivare a una partecipazione deliberativa rispetto alla democrazia». Cosa vuol dire? «L'esempio è quello di Rimini. Dove fondi non ce rierano più, per fare più nulla. E dove il Comune ha promosso un forum deliberativo, con tutti gli attori sociali della zona, che ha prodotto un piano strategico condiviso: il cui mancato rispetto da parte deH'amministra- zione è magari consentito, perché l'amministrazione pubblica è sovrana, ma chiama la medesima a doverne dare giustificazione». Nel frattempo in effetti, accanto alla teoria, del Terzo settore con annessi e connessi c'è la pratica. Fotografata per la prima volta dall'Istat con criteri che, come è venuto a spiegare proprio qui a Bertinoro il direttore Stefano Menghinello, saranno «sempre più basati sulla sostanza che non sulla forma». Come dire: non importa se una impresa non ha la qualifica di «sociale» 0 il bollino «non profit» nel nome, se persegue e raggiunge obiettivi eticamente «giusti» sarà giusto considerarla nel conto. Ed ecco che il conto dellTstat, basato sull'analisi del quadriennio 2011- 2015 che allo stato è il più aggiornato, rivela da una parte un grande turn-over del sociale imprenditoriale: in quattro anni il venti per cento delle imprese non profit esistenti nel 2011 in Italia è stato costretto a chiudere, e contemporaneamente un numero quasi perfettamente analogo di nuove imprese non profit è nato, «n punto è - come sottolinea Sabrina Stoppielli, responsabile delle rilevazioni statistiche sul non profit - che in questi quattro anni le Inp hanno comunque visto crescere, turn-over 0 no, l'occupazione di oltre il quattro per cento». «Ma per avere un peso - riprende Menghinello - la cosa fondamentale è essere misurabili: stabilire qual è il valore di uri azione socialmente utile compiuta da questo 0 quel soggetto».«L'urbanizzazione ci consegna nuovi spazi vuoti ma noi abbiamo bisogno di luoghi pieni di attività, e di "comunità" ricostmita». È stato il filo conduttore di quasi tutti gli interventi, dal pulpito ufficiale e no: dal sottosegretario Luigi Bobba alla portavoce del Forum del Terzo settore, Claudia Fiaschi, a Stefano Granata del consorzio Cmg. «C'è un'area del sociale - dice ancora Menghinello - dove profit e non profit si sovrappongono e danno ciascuno il proprio contributo: è quella l'area destinata ad allargarsi di più». Non è vero che ci sono pochi fondi: ce ne sono anche troppi. Ma bisogna imparare ad accedervi e usarli m L'urbanizzazione ci consegna nuovi spazi vuoti, noi però abbiamo bisogno di luoghi pieni di attività, e di «comunità» ricostruita l legiornatedibertinoro.it L'iniziativa è nata nel 2001. Vi prendono parte associazioni, fondazioni, cooperative, università, istituzioni e imprese Economia civile Le «Giornate di Bertinoro per l'Economia civile» si svolgono ogni anno nella Rocca del paese romagnolo in provincia di Forlì che è anche sede del Centro universitario distaccato dell'Ateneo di Bologna. Quella di quest'anno è stata la XVII edizione. Aiccon A promuovere le «Giornate» è l'Aiccon, Associazione italiana perla promozione della cultura, della cooperazione e del non profit. Aiccon è un centro studi promosso a sua volta da Università di Bologna, movimento cooperativo e varie realtà dell'Economia sociale. Ha sede presso la Scuola di economia e statistica di Forlì. Giovani durante i seminari a Bertinoro
Tipo media: Supplemento Tiratura: 616.972
Publication date: 24.10.2017 Diffusione: 318.664Pagina: 1, 24-25 Spread: 489.259
Readership: 2.710.000
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«Il Terzo settoresmetta di essere
l'utile idiota»Stefano Zamagni lancia la sfida: «E il momento di una Borsa per quantificarevalore del bene che si fa» Nel mondo del sociale occorre
cambiare passotrasformandosi in imprenditori e allori d'innovazioneesperti riuniti a Bertinoro: grande a\rvicendamento
aziende del non profit che danno sempre più lavoroFOSCHINI
aroccadiBertinoro(FC)è pro-dovela strada finisce, non
che ci passi per caso: se arrivio ti seiperso o ci seivenu-
apposta. Per loro, tanto studentiprof quanto espertivari, ève-
seconda. Anzi per esserci han-pagato: 450 euro più Iva
giorni completi, pernotta-parte. Gli esperti, dentro,
economia sociale e dico-deve diventare «coesiva».imprese del nonprofit unamuore entro quattro anni
nascita ma altrettante conti-nascere per rimpiazzarla e,
soprattutto, quelle che vivono dan-no sempre più lavoro. Nel prato fuo-ri, in faccia alle colline di Romagna,studenti e iscritti più giovani passa-no da un seminario all'altro pren-dendo appunti sul «Terzo settore intransito». Ed è proprio uno di loro,facendo in realtà una domanda, asintetizzare d'istinto quel che stasuccedendo qui: «Insomma, oggi sevado in una impresa normale miparlano di asili per i dipendenti eche ci vuole più impegno sociale; ese vado in una cooperativa socialemi parlano di innovazione e che civuole più testa imprenditoriale.Quindi?». A rispondergli in più tem-
pi quel giorno è il professor StefanoZamagni, dell'università di Bolognache-dice - qui è un po' il padrone dicasa: «Quindi niente, è esattamentecosì che deve essere. Anzi è ora cheanche la finanza si muova, la finanzaetica va bene ma serve un passo inpiù: è il momento di una Borsa so-ciale. Per quantificare il valore delbene che si fa. Ci arriveremo».Sono le Giornate di Bertinoro - XVII
edizione - promosse da Aiccon conl'Università di Bologna, che tra lasuccursale della vicinissima Forlì equesto borgo appena sopra Forlim-popoli - patria cli Pellegrino Artusi edella sua ottocentesca Arte del
Tutti i diritti riservati
Buone Notizie
PAESE : Italia PAGINE : 1, 24-25SUPERFICIE : 65 %PERIODICITÀ : Settimanale
AUTORE : Paolo Foschini
24 ottobre 2017
giar bene - ha insediato da anni ilprimo e finora unico in Italia Corsodi laurea magistrale in Managementdell'economia sociale: o iscrittiogni anno, il 90 per cento dei qualilaureati «in corso», tasso di abban-doni pari a zero.Zamagni è quello che si prende l'in-
carico di sintetizzare, o almeno pro-varci, i due o tre punti -cardine dellalinea cli quest'anno: «Il primo èche ilTerzo settore deve dire basta rispettoall'accontentarsi cli essere il famosoutile idiota. E deve trasformarsi daoperatore a imprenditore sociale. Ladifferenza è chiara: un operatoreesegue ordini e basta, un imprendi-tore è attore di innovazione».E continua: «Della Borsa sociale ho
già detto. Èlo strumento che final-mente consentirà una valutazionespecifica sui progetti sociali. Non èvero che per il sociale non ci sonofondi: ce ne sono anche troppi. mabisogna accedervi e usarli. Per que-sto - ed è la conclusione - bisogna ar-rivare a una partecipazione delibe-rativa rispetto alla democrazia». Co-sa vuol dire? «L'esempio è quello diRimini. Dove fondi non ce neranopiù, per fare più nulla. E dove il Co-mune ha promosso un forum dcli-berativo, con tutti gli attori socialidella zona, che ha prodotto un pianostrategico condiviso: il cui mancatorispetto da parte dell'amministra-zione è magari consentito, perchél'amministrazione pubblica è sovra-na, ma chiama la medesima a dover-ne dare giustificazione».Nelfrattempo in effetti, accanto alla
teoria, del Terzo settore con annessie connessi c'è la pratica. Fotografataper la prima volta dall'Istat con crite-ri che, come èvenuto a spiegare pro-prio qui a Bertinoro il direttore Ste-fano Menghinello, saranno «sem-pre più basati sulla sostanza che nonsulla forma». Come dire: non im-porta se una impresa non ha la qua-lifica di «sociale» o il bollino «nonprofit» nel nome, se persegue e rag-
giunge obiettivi eticamente «giusti»sarà giusto considerarla nel conto.Ed ecco che il conto deil'Istat, basatosull'analisi del quadriennio 2011-2015 che allo stato è il più aggiorna-to, rivela da una parte un grandeturn-over del sociale imprenditoria-le: in quattro anni il venti per centodelle imprese non profit esistentinel 2011 in Italia è stato costretto achiudere, e contemporaneamenteun numero quasi perfettamenteanalogo di nuove imprese non profitè nato. «Il punto è - come sottolineaSabrina Stoppielli, responsabile del-le rilevazioni statistiche sul non pro-fit - che in questi quattro anni le Inphanno comunque visto crescere,turn-over o no, l'occupazione di ol-tre il quattro per cento». «Ma peravere un peso - riprende Menghinel-lo - la cosa fondamentale è esseremisurabili: stabilire qual è il valoredi un'azione socialmente utile com-piuta da questo o quel soggetto».«L'urbanizzazione ci consegna
nuovi spazi vuoti ma noi abbiamobisogno di luoghi pieni di attività, edi \comunità\ ricostruita». E stato ilfilo conduttore di quasi tutti gli in-terventi, dal pulpito ufficiale e no:dal sottosegretario Luigi Bobba allaportavoce del Forum del Terzo setto-re, Claudia Fiaschi, a Stefano Grana-ta del consorzio Cmg. «C'è un'areadel sociale - dice ancora Menghinel-lo - dove profit e non profit si sovrap-pongono e danno ciascuno il pro-prio contributo: è quella l'area desti-nata ad allargarsi di più».
Non è vero che ci sono pochifondi: ce ne sono anchetroppi. Ma bisognaimparare ad accedervi eusarli
L'urbanizzazione ciconsegna nuovi spazi vuoti,noi però abbiamo bisognodi luoghi pieni di attività,e di «comunità» ricostruita
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L'iniziativa è nata neI 2001.Vi prendono parteassociazioni, fondazioni,cooperative, università,istituzioni e impreseEconomia civileLe «Giornate diBertinoro perl'Economia civile»
si svolgono ognianno nella Roccadel paeseromagnolo inprovincia di Foriche è anche sededel Centrouniversitariodistaccatodell'Ateneo diBologna. Quella di
quest'anno è statala XVII edizione.AicconA promuovere le«Giornate» èl'Aiccon,Associazioneitaliana per lapromozione dellacultura, della
cooperazione e delnon profit. Aiccon èun centro studipromosso a suavolta da Universitàdi Bologna,movimentocooperativo
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e varie realtàdell'Economia
sociale. Ha sedepresso la Scuola dieconomia e
statistica di Forh.
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Giovani durante i seminari a Bertinoro
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Impresa sociale:grande turnover, ma piùoccupazioneTASSO DI SOPRAVVIVENZA Nelle macroaree
81% 19% 80,4% 196% 79,8% 20,2% 76,4% 23,6% 76,3% 23,7%62.000cessate
Nord-ovest Nord-est Centro Sud Isole
Nei principali settori di attività
Volontariato 86.1°kecooperazione
Sanita 83,8%Assistenza socialee protezione civile 83,1%
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QUALI SOPRAVVIVONO
—
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LE CESSAZIONI CONFRONTO CON LE IMPRESE Imprese • Istitazioni no pmofit(fatto 10011201)
1:::
100794
I74,4 70.2
16,9% - __________________________
2011 2013 2014 2015
LE NUOVE NATE Nelle macroaree LA DINAMICA OCCUPAZIONALEDati registro lnps Dati mgivtrci lnpsVaiiazione2Olt/2015
+19,2% +16,5% +22,2% +27,4% +21,8% +4,3%
+20,8%
(I CIII) (11. 1I Nelle macroaree
7 0,r'> Nlord-ovest Nord-est Centro Sud Isole Composizione 2015 • Variazione 2011/2015Isole Nord-ovest
Nei principali settori di attività
Coltura, sport 2490/e ricreazione
, _____________7,6% 36,2%000perazione -
e solidarietO 2l,3%internazionale
Assistenza sociale 19 8%e protezione civile
Ambiente 15,1%
Sud
10,3%
Nord-est
Centro 21,3% 24,6%
_ I[arSuradui:asere
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