Corruzione: derive & orizzonti

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adarosa ruffini

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Riverbera effetti:

sul piano morale = sviamento della propria integrità

Significato semantico

sul piano giuridico = compimento di atti illegittimi (contro il diritto)

con il concorso sollecitato e/o subito di altri

sul piano etico = abbandono dei comportamenti prescritti e

richiesti dal gruppo sociale di appartenenza,

comportamenti che costituiscono i parametri

di riferimento della dignità e dell'onestà

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o per prevenire "l'evento corruttivo“

o per contrastare il "fenomeno della corruzione"

esistono

tre modelli di reazione:

1 quello codificato dalla legislazione cogente

o mandatoria

2 quello offerto dal piano nazionale approvato

dall'Autorità per l'anticorruzione

3 quello riferito alla normazione volontaria

Che cosa si può fare

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modello di

reazione

Costruisce un'architettura normativa che:

1. reprime unicamente il "fatto corruttivo";

2. censura le condotte relazionali che si instaurano tra il

pubblico & il privato;

3. il codice penale italiano prevede infatti tre reati che colloca nel

Titolo II dei delitti contro la pubblica amministrazione:

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modello di

reazione

art. 314 CP. Peculato. "Il pubblico ufficiale (CP 357) o l'incaricato di un pubblico servizio (CP 358), che,

avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la

disponibilità di denaro (CP 458) o di altra cosa mobile altrui (CC 812, 814), se ne

appropria, è punito con la reclusione da quattro anni a dieci anni e sei mesi.

Si applica la pena della reclusione da sei mesi a tre anni quando il colpevole ha

agito al solo scopo di fare uso momentaneo della cosa, e questa, dopo l'uso

momentaneo, è stata immediatamente restituita".

art. 317 CP. Concussione. "Il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio che, abusando della

sua qualità o dei suoi poteri, costringe taluno a dare o a promettere

indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità, è punito con la reclusione

da sei a dodici anni".

art. 318 CP. Corruzione per l'esercizio della funzione. "Il pubblico ufficiale che, per l'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri,

indebitamente riceve, per sé o per un terzo, denaro o altra utilità o ne accetta la

promessa è punito con la reclusione da uno a sei anni".

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4. E’ solo con legislazione speciale (il D.Lgs. 231/01) che viene

previsto anche il fatto “dell’induzione indebita a dare o promettere

utilità” tra privati ed introdotto il reato di corruzione tra privati,

così come disciplinato e previsto dall’art. 319-quater CP

Nell’ipotesi quindi di fatto corruttivo commesso da privati

si crea il perfetto combinato/disposto con l’art. 2635 CC

“Salvo che il fatto costituisca più grave reato, gli amministratori, i direttori generali, i

dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, i sindaci e i

liquidatori, che, a seguito della dazione o della promessa di denaro o altra utilità, per

sé o per altri, compiono od omettono atti, in violazione degli obblighi inerenti al loro

ufficio o degli obblighi di fedeltà, cagionando nocumento alla società, sono puniti

con la reclusione da uno a tre anni.”

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modello di

reazione

“Salvo che il fatto costituisca più grave reato, il pubblico ufficiale o l'incaricato di

pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induce taluno a

dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità è punito

con la reclusione da sei anni a dieci anni e sei mesi. (2)

Ne casi previsti dal primo comma, chi dà o promette denaro o altra utilità è punito

con la reclusione fino a tre anni”.

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modello di

reazione

approvato con delibera n. 831 del 3 agosto 2016 dall'Autorità per l'anticorruzione

Predispone contenuti e raccomandazioni

(in ottemperanza agli adempimenti internazionali alla cui attivazione lo Stato Italiano

è tenuto ex Legge 190/2012 - "l'Autorità collabora con i paritetici organismi stranieri,

con le organizzazioni regionali ed internazionali competenti").

In questa prospettiva l'ANAC partecipa

alle attività svolte nelle sedi internazionali quali: - l'ONU,

- il G20,

- l'OCSE,

- il Consiglio d'Europa,

- l'Unione Europea,

A fianco dell'azione repressiva (esercitata in maniera coercitiva dalla legislazione cogente)

contribuisce a veicolare importanti orientamenti di tipo preventivo

tesi ad individuare e circoscrivere il "fenomeno corruttivo".

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Un esempio, per tutti:

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modello di

reazione

ad adottare politiche d'impresa socialmente responsabili;

a sviluppare (ex principio n. 10) programmi contro la corruzione

in riferimento alle catene di subfornitura imprenditoriali;

è chiaro il riferimento agli appalti di opere pubbliche

IL GLOBAL COMPACT (agenda per lo sviluppo sostenibile)

che incoraggia le aziende che operano in campo pubblico & privato:

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modello di

reazione

In questa direzione, assume particolare rilevanza:

l'emanazione del Business for the rule of law framework che:

impegna il mondo imprenditoriale al rafforzamento della

trasparenza;

stabilisce la necessità di sviluppare un approccio di tipo

strategico nella gestione dei rischi derivanti da irregolarità,

corruzione, frodi ed illegalità in generale.

A

B la circostanza che l'ANAC estenda il numero dei soggetti tenuti

all'adozione di misure di prevenzione della corruzione, oltre che alle

pubbliche amministrazioni, anche:

agli enti pubblici economici,

agli ordini professionali,

alle società in controllo pubblico e ad altri enti di diritto privato assimilati,

alle società in partecipazione pubblica e ad altri enti di diritto privato assimilati

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modello di

reazione

1. Vista sotto il profilo della sua effettività la norma cogente, meramente

repressiva, segna dunque la sproporzione tra la pretesa sovranità dello

Stato di punire (il fatto corruttivo) e la sua reale possibilità di attuare la

prevenzione (del fenomeno della corruzione).

2. Gli unici strumenti normativi che, sinergici a quelli mandatori,

permettono invece di stabilire una reale e diversa strategia preventiva

sono le Norme convenzionali e pattizie, dette anche Norme

volontarie.

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PERCHE'

incentivi forme di autodisciplina

nel nostro contesto è necessario

creare un modello normativo generale

che

caratterizzi l'impegno che tutti i vari soggetti

potenzialmente interessati, pubblici

& privati, debbano assumersi;

attribuisca loro responsabilità certe e univoche;

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A. nell'orientamento delle scelte;

B. nel sostegno di condotte che realizzino bisogni e valori che provengono anche dalla società civile;

C. che sussista quando il soggetto attuatore:

Strutturare una tipologia di responsabilità, definita responsabilità etica,

che trovi il suo fondamento:

violi i principi di

coerenza

fiducia

equità ed integrità

correttezza e trasparenza

centralità della persona

protezione del consumatore/utente finale

cittadinanza sociale

ponga in essere una condotta non regolata dall'impegno attivo nella realizzazione di uno sviluppo sostenibile dell'economia e della società (economic welfare)

non realizzi un'accettabile balance of power nello sviluppo dei modelli di business to business & business to consumer (con particolare riferimento alle condotte economiche le cui conseguenze non siano solamente economiche)

economia

sociale

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Il modello ritiene fondante la relazione :

l'incremento dell'integrità

etica del soggetto

attuatore, da un lato

lo sviluppo economico

realizzato con un

approccio all'economia

socialmente orientato,

dall'altro

e

tra

la negoziazione e la concertazione che hanno fatto della

normazione volontaria un potente strumento di governance che

contribuisce alla creazione di un impianto di regole comuni in cui

le differenti parti (pubbliche e private) possono agire seguendo un

codice etico basato su principi accettati e condivisi.

Ciò si realizza attraverso

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Per l'elaborazione del codice etico UNI ha già predisposto strumenti

innovativi per sviluppare la responsabilità sociale delle

organizzazione e l'integrità degli individui".

Responsabilità sociale delle

organizzazioni – Indirizzi

applicativi alla UNI ISO 26000

Sviluppo della cultura

dell’integrità dei professionisti

– Indirizzi applicativi

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Noi riteniamo che contribuisca a conferire un approccio socialmente

orientato all'economia una tipologia di business chiamato “business

collaborative”.

Lo standard ISO 44001 “Collaborative business relationship

management systems - Requirements and framework”, supportato

anche dal modello di gestione delle relazioni su cui si basa lo standard

UNI 11.500 “ Partenariato pubblico e privato”, ne definisce i requisiti.

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La Delegazione Italiana ha proposto in ISO PC 286 di estendere

l’applicazione di tale standard anche alla rete delle PMI, entità

imprenditoriali che per le minori dimensioni e risorse, esprimono la

necessità di un maggior sostegno”.

La proposta dello standard “Guideline for SME to establish a

collaborative network” sarà presentata contemporaneamente a

livello nazionale nello WG 1 “ Archetipico” della Commissione

Tecnica UNI 43 Sicurezza della società e del cittadino.

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