Riassunto Giustizia Sandel

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Uragano Charley – Florida MAGGIORAZIONE SPECULATIVA DEI PREZZI - Charley Crist avvocato generale dello stato, parla di avidità, cerca di far applicare la legge (la florida ha una legge antispeculazione) Respinge il concetto che simili prezzi possano rispecchiare una vera libertà di mercato, in situazione di emergenza i compratori sono sotto coercizione e non hanno nessuna libertà - Alcuni economisti invece sostengo che legge e indignazione nascono da un equivoco nella società di mercato i prezzi sono fissati dal rapporto tra domanda e offerta (e non come nel medioevo dove vigeva il giusto prezzo stabilito dalla tradizione o dal valore intrinseco delle cose) Tra questi Sowell, sostenitore del libero mercato: i prezzi maggiorati servono ad aiutare gli abitanti della Florida, le accuse di speculazione nascono quando i prezzi superano i livelli a cui siamo abituati, ma questi livelli non sono intoccabili. Dover pagare prezzi più alti in queste circostanze ha il vantaggio di indurre i consumatori a limitare l’uso di questi beni e di incentivare i produttori a spostarsi Prezzi non sono ingiusti, si limitano a riflettere il valore che compratori e venditori danno agli oggetti di scambio Idem per Jacoby, un opinionista: far pagare il prezzo che il mercato accetta non è speculazione Interrogativi etici e giuridici: è lecito che i fornitori traggano profitto da una catastrofe? Se non lo è la legge dovrebbe intervenire e se sì come? Come dovrebbe essere la legge e come dovrebbe essere organizzata la società? | V Concetto di GIUSTIZIA: le tesi favorevoli e contrarie alle leggi antispeculazione si fondano su 3 idee: - benessere tesi contro le leggi + risposta di chi è a favore - libertà - comportamento virtuoso opinione pubblica Tesi classica a favore del mercato libero – poggia sui primi due Benessere – mercati promuovono il benessere della società nel suo insieme fornendo gli stimoli per indurre le persone al lavoro per fornire beni che gli altri richiedono Libertà – i mercati rispettano la libertà individuale permettendo ai singoli di stabilire da sé quale valore debba essere attribuito alle cose Risposta dei fautori delle leggi antispeculazione – richiama gli stessi due argomenti Benessere – non è vero che l’imposizione di prezzi elevati nei periodi di crisi serve a promuovere il benessere della società nel suo insieme Nel valutare il benessere generale si deve tener conto anche del disagio, sofferenze, di chi nell’emergenza si trova a non potere accedere a i beni primari Libertà – in alcune condizioni il libero mercato non è veramente tale, chi compra sotto coercizione non ha nessuna libertà Per decidere se le leggi antispeculazione sono giustificate occorre soppesare queste valutazioni di benessere e libertà, ma bisogna anche tener conto dell’opinione pubblica: Comportamento virtuoso - Il favore con cui spesso l’opinione pubblica guarda alle leggi antispeculazione esprime posizioni più viscerali rispetto all’idea di benessere e libertà, l’ira provocata dall’ingiustizia argomento della virtù L’avidità è un vizio un comportamento ingiusto, soprattutto quando rende ciechi davanti alle sofferenze altrui Le leggi antispeculazione non possono mettere al bando l’avidità ma possono limitarne le manifestazioni più sfacciate, castigando il comportamento avido la società afferma il valore di una virtù civile Quindi non sono in gioco solo benessere e libertà ma anche la virtù 1

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“Abbiamo bisogno di una vita civile più sostanziale e più impegnata di quella cui siamo ormai abituati. Negli ultimi decenni siamo arrivati a pensare che rispettare le convinzioni etiche e religiose dei nostri concittadini significhi ignorarle […]. Ma questo non vuol dire evitare il dissenso, bensì sopprimerlo nel nome di una forma molto ambigua di rispetto, e ciò può suscitare reazioni negative e risentimento.” Un'ampia e appassionata esplorazione del ruolo e del significato della giustizia nella società contemporanea e un invito ai lettori di qualunque convinzione politica a ragionare sulle controversie e sui dilemmi etici del nostro tempo mettendosi in gioco, considerandole parte di un rinnovato impegno civile.

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Uragano Charley – Florida MAGGIORAZIONE SPECULATIVA DEI PREZZI

- Charley Crist avvocato generale dello stato, parla di avidità, cerca di far applicare la legge (la florida ha una legge antispeculazione)Respinge il concetto che simili prezzi possano rispecchiare una vera libertà di mercato, in situazione di emergenza i compratori sono sotto coercizione e non hanno nessuna libertà

- Alcuni economisti invece sostengo che legge e indignazione nascono da un equivoco nella società di mercato i prezzi sono fissati dal rapporto tra domanda e offerta (e non come nel medioevo dove vigeva il giusto prezzo stabilito dalla tradizione o dal valore intrinseco delle cose)

Tra questi Sowell, sostenitore del libero mercato: i prezzi maggiorati servono ad aiutare gli abitanti della Florida, le accuse di speculazione nascono quando i prezzi superano i livelli a cui siamo abituati, ma questi livelli non sono intoccabili.Dover pagare prezzi più alti in queste circostanze ha il vantaggio di indurre i consumatori a limitare l’uso di questi beni e di incentivare i produttori a spostarsi Prezzi non sono ingiusti, si limitano a riflettere il valore che compratori e venditori danno agli oggetti di scambio

Idem per Jacoby, un opinionista: far pagare il prezzo che il mercato accetta non è speculazione

Interrogativi etici e giuridici: è lecito che i fornitori traggano profitto da una catastrofe? Se non lo è la legge dovrebbe intervenire e se sì come?Come dovrebbe essere la legge e come dovrebbe essere organizzata la società? |VConcetto di GIUSTIZIA:le tesi favorevoli e contrarie alle leggi antispeculazione si fondano su 3 idee:- benessere tesi contro le leggi + risposta di chi è a favore- libertà- comportamento virtuoso opinione pubblica

Tesi classica a favore del mercato libero – poggia sui primi due Benessere – mercati promuovono il benessere della società nel suo insieme fornendo gli stimoli per indurre le persone al lavoro per fornire beni che gli altri richiedono Libertà – i mercati rispettano la libertà individuale permettendo ai singoli di stabilire da sé quale valore debba essere attribuito alle cose

Risposta dei fautori delle leggi antispeculazione – richiama gli stessi due argomentiBenessere – non è vero che l’imposizione di prezzi elevati nei periodi di crisi serve a promuovere il benessere della società nel suo insieme Nel valutare il benessere generale si deve tener conto anche del disagio, sofferenze, di chi nell’emergenza si trova a non potere accedere a i beni primari Libertà – in alcune condizioni il libero mercato non è veramente tale, chi compra sotto coercizione non ha nessuna libertà

Per decidere se le leggi antispeculazione sono giustificate occorre soppesare queste valutazioni di benessere e libertà, ma bisogna anche tener conto dell’opinione pubblica:Comportamento virtuoso - Il favore con cui spesso l’opinione pubblica guarda alle leggi antispeculazione esprime posizioni più viscerali rispetto all’idea di benessere e libertà, l’ira provocata dall’ingiustizia argomento della virtù L’avidità è un vizio un comportamento ingiusto, soprattutto quando rende ciechi davanti alle sofferenze altruiLe leggi antispeculazione non possono mettere al bando l’avidità ma possono limitarne le manifestazioni più sfacciate, castigando il comportamento avido la società afferma il valore di una virtù civile

Quindi non sono in gioco solo benessere e libertà ma anche la virtù L’argomento della virtù però sembra che obblighi a emettere un preciso giudizio, quando invece poggia su in giudizio: l’avidità è un vizio e lo stato dovrebbe osteggiarla | VMa a chi tocca giudicare qual è la virtù e qual è il vizio?Molti ritengono che il governo in merito dovrebbe mantenersi neutrale - L’avidità che si accanisce sulla disgrazia altrui dovrebbe essere castigata- Però quando i giudizi in materia di virtù trovano espressione nelle leggi ci preoccupiamo Dilemma: una società giusta deve adoperarsi a promuovere la virtù nei suoi cittadini? Oppure la legge dovrebbe rimanere neutrale così che i cittadini possano essere liberi di scegliere da sè?Questione che divide il pensiero politico moderno da quello antico

Aristotele – virtù Giustizia è dare a ciascuno ciò che merita Per poter stabilire chi merita cosa dobbiamo determinare quali sono le virtù degne di essere onorate e premiate Non possiamo stabilire una costituzione giusta se prima non riflettiamo sua quale sia la forma di vita più desiderabileSulle questioni riguardanti la vita buona la legge non può rimanere neutraleEs: Purple Heart – per stabilire chi meriti la medaglia dobbiamo rima chiederci a quali virtù la medaglia rende onore

Kant Rawls – libertà I principi di giustizia in base ai quali si definiscono i nostri diritti non dovrebbero fondarsi su nessuno concetto di virtù o miglior forma di vita Una società giusta rispetta la libertà di ciascuno di scegliere quella che una vita buona

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Spesso il dibattito verte su come accrescere la prosperità e rispettare la libertà individuale, ma al di sotto intuiamo un insieme di convinzioni che si riferisce a quali sono le virtù meritevoli di essere onorate e premiate e qual è il modo di vivere degno di essere incoraggiato dalla società – non riusciamo a sbarazzarci dell’inclinazione della giustizia a emettere giudizi Se riflettiamo sulla giustizia saremo portati a riflettere su quale sia la maniera migliore di vivere

SALVATAGGI A WALL STREET

Reazione indignata: convinzione riguardante il merito morale – due motivi:- premio all’avidità - premio al fallimento – l’idea che i frutti del successo siano meritati è al centro del sogno americano, aveva offeso il senso di giustizia dei cittadini il fatto che il ricavato delle loro tasse andasse a premiare l’insuccesso

TRE MODI DI CONCEPIRE LA GIUSTIZIA

Chiedersi se una società sia giusta significa chiedersi come distribuisce le cose a cui diamo valore (reddito, ricchezza, doverti, diritti, potere, occasioni, cariche, onori)Una società giusta distribuisce questi beni in modo giusto dando il dovuto a ciascuno, ma cose è dovuto alle persone, e perché?Dei tre ideali – benessere, libertà, virtù – ciascuno propone un modo diverso di vedere la giustizia

1. MIRARE AL MASSIMO BENESSERE UtilitarismoPensiamo che il benessere economico, la prosperità, ci avvantaggi rispetto alla condizione contraria come individui e come societàMirare al massimo della felicità per il maggior numero di soggetti

2. GIUSTIZIA CONNESSA ALLA LIBERTÀ (rispetto per i diritti individuali) Libertari Libero mercato; la giustizia consiste nel rispettare e sostenere le scelte volontarie compiute da adulti consenzienti Egualitarismo La giustizia richiede di stabilire regole di condotta capaci di compensare le disparità sociali ed economiche e di offrire a ogni individuo un’equa possibilità di riuscita

3. GIUSTIZIA CONNESSA ALLA VIRTÙ E ALLA VITA BUONA

Ha ispirato movimenti appartenenti all’intero arco dello spettro ideologico

DILEMMI MORALI Prima di valutare queste teorie val la pena chiedersi quale percorso possono seguire le discussioni filosoficheLa riflessione etica e politica è stimolata dal dissensoCome possiamo partendo da giudizi risalire fino a principi di giustizia applicabili in maniera generalizzata? In che cosa consiste il ragionamento morale?

Tram / CaprariPerché un principio che in un caso sembra giusto nell’altro non lo sembra?A volte i ragionamenti sui temi morali non servono solo a persuadere gli altri ma a far chiarezza sulle nostre convinzioni etiche, cosa crediamo e perchéCerti dilemmi morali nascono dal contrasto tra principi etici: salvare più vite/uccidere un innocente non è giusto

Se le nostre convinzioni morali fossero definite una volta per tutte dall’educazione o dalla fede senza che ci si possa ragionare più su allora sarebbe inconcepibile ogni opera di persuasione morale (a volte una discussione riesce a farci cambiare idea)Come possiamo farci strada ragionando su giustizia/ingiustizia,uguali ganza/dis., bene comune ecc?-Si parte da una convinzione su quel che è giusto fare -Poi si riflette su quale sia la ragione della convinzione e il principio su cui si fonda-Poi messi di fronte a situazione che mette in difficoltà quel principio si va in crisi La pressione che ci spinge a cercare di dipanare quella difficoltà è l’impulso che induce verso la filosofiaCi spostiamo da giudizi a principi e viceversa rivedendo ciascuno alla luce dell’altroLa riflessione etica consiste in questa disposizione della mente, dialettica fra giudizi e principi; questo modo di concepirla risale a Socrate e Aristotele Platone: per cogliere il significato della giustizia e la natura della vita buona dobbiamo sollevarci al di sopra dei pregiudizi e delle pratiche ripetitive della quotidianità

La riflessione passa dall’etica alla polita quando chiede quali leggi dovrebbero governare la nostra vita collettiva

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UTILITARISMO

(marinai dispersi nell’Atlantico – consideriamo solo le conseguenze di un atto per dire se è morale o c’è altro oltre le conseguenze?)

Bentham Il suo principio dell’etica accrescere al massimo la felicità in modo che il piacere superi il dolore

Utilità = qualunque cosa riesca a produrre piacere o felicità e qualunque cosa eviti dolore o sofferenzaTutti siamo governati da piacere e dolore, il criterio del bene e del male è legato a loro Comunità = corpo fittizio costituito dalla somma degli individui che ne fanno parteGli uomini possono dire di credere in determinati diritti e doveri assoluti ma non avrebbero nessun fondamento per difenderli se non credessero che rispettarli significhi portare al massimo la felicità umana

Progetti:Secondo lui dal suo principio ne veniva una scienza dell’etica che poteva servire per alcune riforme politiche:- pena detentiva (panopticon)gestore privato che avrebbe amministrato assicurando i profitti ricavati dall’attività dei reclusi - gestione della miseria (ospizio autofinanziato)Ridurre la presenza sulle strade Lavorare per pagare proprio mantenimento

Obiezioni all’utilitarismo di Bentham:- Non rispetta i diritti individualiTiene conto solo della somma di soddisfazioni accumulate dalla collettività

es: cristiani in pasto ai leoni nel colosseo; torturare un terrorista per disinnescare bomba; la città della felicità col bambino segregato- Non si può creare una scala di valori unica L’utilitarismo si propone come una scienza dell’etica fondata sull’idea di misurare la felicità, valuta le preferenze senza giudicarlePer sommare le preferenze bisogna misurarle con una scala di valori unica, ma questo non è fattibile

es: cancro ai polmoni Philip Morris Repubblica Ceca (tradurre tutto in termini monetari?); esplosione dei serbatoi della Ford Pinto (valore monetario alla vita umana); epa valore alla vita con correttivo per l’età

Quindi per i critici l’analisi in base al rapporto benefici/costi non è correttamente fondata e attribuire un valore in denaro alla vita umana è indice di ottusità morale Gli utilitaristi invece sostengono che la vita umana ha un prezzo, poco importa se non si vuole riconoscerlo (è presumibile che l’uso dell’automobile esiga un tributo di vite umane ma questo non ci persuade a fare a meno della macchina, es. limite di velocità)La nostra riluttanza ad attribuire alla vita un valore in moneta è un impulso che dovremmo superare Thorndike, psicologia sociale, cerca di dimostrare un assunto dell’utilitarismo: è possibile tradurre i nostri desideri e avversioni in valuta corrente espressa in termini di piacere e dolore (es: somma pretesa per accettare determinate esperienze)es: le ragazze del St. Anne

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MillRitiene che sia possibile superatre le due critiche di cui sopra- Replica alla prima critica Le persone sono libere di fare quello che vogliono purchè non procurino danno agli altri, lo stato non ha diritto di interferire Su sé stesso l’individuo è sovranoSecondo lui nel perseguire il massimo dell’utilità dovremmo prendere in esame non il singolo caso ma la situazione a lungo termineContinuando nel tempo a rispettare la libertà individuale si arriverà al massimo della felicità umanaCiò per varie ragioni:- l’opinione dei contrari potrebbe rivelarsi vera e quindi inserire un correttivo - una società che costringe a determinate usanze finisce nel conformismo e impedisce lo stimolo della collettività a migliorare

Obiezioni - Le sue riflessioni non riescono a fondare i diritti individuali su una convincente base etica per:1. rispettare i diritti dei singoli perché si persegue il fine di promuovere il progresso della società lascia i diritti ostaggio delle circostanze contingenti 2. fondare i diritti su considerazioni utilitaristiche lascia in ombra il senso in cui violando i diritti di un soggetto si fa torto a quel soggetto Risposta che da Mill lo colloca fuori dai confini dell’etica utilitaristica il conformismo è nemico del modo migliore di vivere (p62)

- Replica alla seconda critica Utilitaristi distinguono tra piaceri superiori e inferiori Per Bentham l’unica base per misurare se un’esperienza sia migliore o peggiore è l’intensità e la durata del piacere/dolore che producePiaceri superiori –piacere più intenso e prolungato e viceversaÈ presuntuoso presumere che alcuni piaceri siano intrinsecamente miglio di altri, B. non giudica Mill a differenza di B. crede sia possibile distinguere tra piaceri superiori e inferiori valutando in base anche a qualità e non solo intensità e durata, e senza ricorre a concetti etici fuori dall’utilitàPerò riconosce che alcuni tipi di piacere sono più desiderabili, come facciamo a sapere quali? Quelli a cui va la preferenza di quasi tutti coloro che ne abbiano esperienza

ObiezioniA volte preferiamo piaceri bassi rispetto a quelli elevati (es: Shakespeare vs Simpson)Risposta È vero, ma non per questo diventiamo incapaci di distinguere I piaceri superiori non sono tali perché li prediligiamo, ma li prediligiamo perché ne riconosciamo la superiorità Esce ancora una volta dall’etica dell’utilità rifacendosi a un ideale morale di dignità

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LIBERTARISMO

Forbes disparità econo allora se crediamo in massima felicità redistribuzione ricchezza

Obiezioni:- tasse elevate calo produttività- tassare i ricchi viola diritto fondamentale, la libertà di usare i soldi come voglio |V

Libertari (si richiamano a queste obiezioni)Auspicano mercato svincolato da qualsiasi freno, contrari a regolamentazioni, ciascuno di noi ha diritto alla libertà di usare le cose di proprietà purchè rispetto diritto degli altri di fare lo stesso Stato minimo che impone osservanza dei contratti, protegge proprietà, mantiene ordine pubblico:

- no paternalismo (contrari alle leggi che impediscono di procurarsi un danno)- no leggi basate su principi ertici (legge non deve essere usata per imporre determinate concezioni della virtù)- no redistribuzione (l’aiuto si deve realizzare per volere dei singoli e non per legge)

Libertari: Reagan; Thatcher; prima di loro il filosofo Hayek e l’economista Friedman

Nozick- Disuguaglianza econo non è ingiusta La giustizia distributiva ha due requisiti: 1. che l’acquisizione iniziale della ricchezza si compia in modo giusto2. che il trasferimento da un soggetto all’altro avvenga secondo giustiziaRiconosce che oggi è difficile stabilire il punto 1 se si può dimostrare che qualcuno ha tratto beneficio da ingiustizie pregresse rimedio all’ingiustizia con imposizioni fiscali, restituzioni riparatorie o altro, ma simili azioni servo a riparare, non mirano a produrre parità

- Diritto di proprietà su noi stessi libertà di scelta(es: Micheal Jordan – se lo stato ha il diritto di esigere una quota dei miei guadagni ha anche il diritto di prendere una quota del mio tempo, ha un diritto proprietario)Se sono proprietario di me stesso devo esserlo anche del mio lavoro, e quindi di goderne i frutti – se appartengo a me stesso è ingiusto sacrificare i miei diritti al benessere altrui Tassazione = lavoro forzato = schiavitù

Obiezioni alla logica libertaria- tasse vs lavoro forzatoSe ti tassano puoi sempre decidere di lavorare meno per pagare meno, se ti obbligano a lavorare invece non hai scappatoieRisp: perché lo stato dovrebbe obbligarmi a fare una scelta del genere? Perché chi preferisce l’ozio dovrebbe pagare meno tasse rispetto a quanti preferiscono le attività che comportano una spesa? (es: mi rubano tv o 1000 $, preferisco tv, ma in ogni caso il ladro fa male)- i poveri hanno bisogno del denaro più dei ricchiRisp: questa è una ragione per cercare di persuadere i benestanti a fare beneficienza, non una giustificazione dell’ obbligo imposto; rubare ai ricchi per dare ai poveri è sempre un furto- M.J. non gioca da solo, deve qualcosa a chi contribuisce al suo successoRisp: i servizi forniti da tutte queste persone sono già compensati in base ai valori di mercato, hanno accettato volontariamente il compenso - M.J. non sarebbe tassato senza il suo consenso poiché è parte di una democrazia e quindi può far sentire la sua voce quando si tratta di stabilire la legislazione fiscaleRisp: il consenso democratico non è sufficiente, adeguarsi al volere della maggioranza non significa dare il consenso anticipato a tutte le leggi passate a voto maggioritario per ingiuste che possano essere; se il consenso democratico giustifica la sottrazione di beni giustifica anche la sottrazione di libertà?- M.J. è fortunatoHa avuto fortuna a nascere col talento per la pallacanestro e a vivere in una società che da valore alle sue abilità, non può attribuirsi un merito per le doti naturali che possiedeRisp: se non ha diritto ai benefici risultanti dall’esercizio dei propri talenti significa che questi non sono davvero suoi, che non ha autentica proprietà di sé stesso, quindi chi ne è il proprietario?

Sebbene il fatto di essere proprietari di sé stessi sia attraente non è facile sottoscriverne fino in fondo le implicazioni vendita di reni; suicidio assistito; cannibalismo consensuale Quel che conta non è lo scopo finale ma il diritto di disporre della nostra proprietà come vogliamo

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I MERCATI E LA MORALE

Molte delle discussioni sulla giustizia sono incentrate sul ruolo dei mercati Libero mercato teoria libertaria e utilitaristicaMercato visto con scetticismo le scelte che si compiono non sono pienamente libere es: fino a che punto è morale pagare qualcuno per fare la guerra o fare bambini? |V

A. Esercito di leva o a pagamento

- Guerra civile USA, nordisti vs sudisti, necessarie più truppe nordisti obbligo di leva, chi non voleva poteva pagare un terzo,poi pagare 300$ al governo, poi di nuovo pagare qualcuno - Esercito di volontari: come sopra, chi preferisce non andare in guerra retribuisce altre persone per farlo; esercito di volontari ricorre al mercato del lavoro, quindi non proprio “volontari”, ricevono stipendio

Qual è più giusto?1. Leva obbligatoria2. Leva con possibilità di sostituto3. Volontari (ricorso al mercato)Sia dal punto di vista libertario che utilitaristico la 3 sembra la scelta migliore, la 1 ingiusta perché coercitiva, la 2 meglio della 1

Obiezioni alla scelta n.3- equità e libertàLa prima critica alla logica di mercato applicata all’esercito di volontari parla di ingiustizia e coercizione, ingiustizia della discriminazione classiste e coercizione dello stato di bisogno/ristrettezza economicaPer chi dispone di scelta limitata il mercato libero non è davvero libero libera scelta o necessità Si parte da un effettiva parità di opportunità oppure nella vita di alcuni la gamma di scelte e molto limitata?L’esercito che sembra di volontari forse non è tale forma di costrizione del bisogno (vs. leva che è costrizione dello stato)Non significa opporsi all’esercito di volontari in sé ma solo in una società con spiccate disparità - virtù civili e bene comune Il servizio militare non è un mestiere come gli altri ma un obbligo civile, tutti i cittadini dovrebbero rendersi utili al proprio paese Quindi se è un dovere civile non è giusto che sia messo in vendita sul mercato (es: giurato nei processi)Quindi pagare i soldati per combattere non è male perché ingiusto verso i poveri ma perché permette di sottrarci a un dovere civico Esercito rimane così disgiunto dalla società che lo delega, per chi ha il potere decisionale resta più facile impegnarsi in guerre perché non dovrà garantirsi il consenso esteso di tutti i cittadini, l’esenzione dal sacrificio collettivo rende meno pressante l’obbligo di dar conto dei propri atti per chi si trova in posizione di potereJ.J. Rousseau la libertà non è accresciuta ma compromessa ogni volta che un dovere civico viene convertito in bene commerciabile I sostenitori dell’esercito di volontari dicono che non è uguale a esercito mercenario perché molti sono spinti da senso patriottico e non solo dal salarioDifferenza tra esercito volontario e mercenario:le truppe sono pagate, si attirano soldati con promessa di salario se mercato è metodo accettabile cosa c’è di male nei mercenari?Quindi perché rifarsi a nazionalità quindi; accettata l’idea di ricorre al mercato non ci sono ragioni per non arruolare stranieri, a meno che non si creda che servizio militare sia responsabilità civileIn più non c’è motivo che sia per forza governo ad arruolare le truppe, si potrebbe ricorre a imprese private Queste compagnie private non si assumono responsabilità e si sono rese colpevoli di abusi

quindi quali sono gli obblighi che i cittadini di una società democratica hanno gli uni verso gli altri e come sorgono?

B. Gravidanza a pagamento

Madri supplenti, con però ovulo della surrogata contratto

Perché eseguirlo?- libertari un contratto deve essere applicato in quanto in esso si riflette la libertà sociale- utilitaristi i contratti promuovo il benessere generale

Obiezioni (Perché non eseguire il contratto?)- vizio del consenso il consenso dato può non essere pienamente informato Ogni decisione presa prima della nascita del bambino non è pienamente informataCondizioni in cui le persone compiono le loro scelte - svilimento dei beni superioricomprare e vendere bambini è attività riprovevole In una società civile ci sono cose che il denaro non può comprare, sarebbe un errore trattare tutte le cose come fossero merci, i beni hanno natura differente non si può dare a tutti lo stesso valore questa argomentazione di Anderson mette anche in discussione l’utilitarismo, valutare le cose in base all’utilità svilisce quei beni e quelle pratiche che trovano la loro corretta valutazione solo quando si adottano norme superiori quali sono queste norme?- partendo dall’idea di libertà: se siamo capaci di libertà dovremmo essere trattati con dignità e rispetto e non come oggetti (etica di Kant)- partendo dall’idea che il modo giusto di valutare dipende da intenzioni e obiettivi (giustizia di Aristotele)

fino a che punto sono libere le scelte che facciamo nel libero mercato? Vi sono certe virtù, beni superiori, che i mercati non possono onorare e il denaro non può comprare?

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KANT E “L’INTENZIONE”

Se i diritti non sono fondati sull’utilità e sull’idea che noi siamo proprietari di noi stessi qual è il oro fondamento etico?

Kant propone un’altra definizione di diritti e doveri che si fonda sul principio che siamo esseri razionali meritevoli di dignità e rispetto L’etica consiste nel rispettare le persone in quanto fini in sé (fondamento ai diritti umani universali)Rifiuta la visione utilitarista e aristotelica della virtù, nessuna delle due per lui rispetta la libertà umana; sostiene la visione libertaria ma la sua idea di libertà va oltre a quella del libero scambio in un mercato privo di vincoli la libertà di scelta del consumatore non è vera perché riguarda semplicemente la soddisfazione di desideri che in origine non sono stati scelti da noi

Contro l’utilitarismo Cercare di ricavare dei principi morali dai desideri che ci capita di avere non è il modo corretto di pensare l’etica Il fatto che una maggioranza di a la sua approvazione a una legge non fa di questa una legge giustaLa morale non può fondarsi su mere considerazioni empiriche come interessi bisogni desideri e preferenze, sono fattori variabili e contingenti Quindi se bisogni e desideri non sono adeguato fondamento dell’etica cosa resta? concepire l’etica attraverso l’esercizio della “ragion pratica” ciascuna persona è degna di rispetto perché siamo esseri razionali capaci di usare la ragione, in più siamo autonomi e in gradi di scegliere liberamente Inoltre siamo senzienti, proviamo piacere e dolore -> Bentham aveva ragione per metà, ma piacere e dolore non sono nostri padroni

Cos’è la libertàQuando cerchiamo piacere/evitiamo dolore non agiamo liberamente, siamo schiavi dei desideri – nel soddisfare le preferenze non agiamo liberamente Agire liberamente = agire in modo autonomo = agire secondo una legge che detto a me stesso, non in base a termini prescritti da natura o convenzione socialeSe non c’è autonomia non può esserci responsabilità morale ecco il collegamento tra libertà ed etica agire liberamente non è scegliere il mezzo ma il fine

Determinazione eteronoma = fare qualcosa per amore di qualcos’altroAutonomia = facciamo qualcosa in cui teniamo in sé e per sé, non siamo strumenti ma fini è questa capacità di agire in autonomia a dare alla vita umana la sua dignità (e segnare la differenza tra persone e cose)Rispettare la dignità umana significa trattare le persone come fini in sé stesse (ecco perché non è giusto usare le persone in nome del benessere generale -utilitarismo) (es: tram, il passante diventa un mezzo)

Cosa conferisce valore morale ad un’azione? Cos’è la morale?Il valore morale di un’azione non è data dalle conseguenze ma dall’intenzione/movente con cui si compie l’azioneFare la cosa giusta perché è giustaPerché un’azione sia eticamente buona deve essere conforme alla morale ma deve essere anche compiuta in nome della morale, il movente che conferisce valore etico a un’azione è il movente del dovere, solo gli atti compiuti perché motivati dal dovere hanno valore moraleDifferenze tra inclinazione(utile o conveniente) e dovere, es: il pane fatto pagare di più a un bambino; rimanere in vita non per etica ma per prudenza di solito, il suicida che vive per dovere; misantropo per dovere di aiutare gli altri non per compassione o solidarietà; concorso di ortografia per non sentirsi ipocrita è un’inclinazioneNella pratica spesso il dovere coesiste con l’inclinazione

Qual è il principio supremo dell’etica?Bisogna scoprire che cosa sia chiesto dal dovere, secondo Kant conoscere la risposta equivale a conoscere il principio supremo dell’eticaKant collega le idee di etica libertà e ragioneEtica – dovere contro inclinazione : solo il movente del dovere è in grado di conferire valore morale a un’azione Libertà – autonomia contro eteronomia : sono libero solo quando la mia volontà si determina in modo autonomo in base a una norma che io stesso mi sono imposto e non solo in base a leggi della natura/fisica quale potrebbe essere l’origine di una legge simile? La ragione – se è la ragione a determinare la mia volontà allora la volontà diventa il potere di scegliere in autonomia La ragion pratica è quella che entra in gioco nell’etica ed è pura ragion pratica che legifera a priori indipendentemente da ogni obiettivo empirico Ragione – imperativi categorici contro imperativi ipotetici : ma come può riuscire la ragione a fare questo(vedi sopra)?Kant distingue due maniere in cui la ragione può comandare alla volontà, due forme di imperativo: ipotetico - usa la ragione strumentale, per arrivare a x uso y, è condizionalecategorico – imperativo incondizionato, vale quali che siano le circostanze, azione buona in sé e non mezzo per arrivare a un altro obiettivo, solo questo imperativo può qualificarsi come imperativo etico nesso fra le tre contrapposizioni: per essere libero in senso autonomo occorre che agisca in base a un imperativo categorico

Che cos’è l’imperativo categorico e cosa impone?Possiamo partire dall’idea di una legge pratica che comanda in modo assoluto e senza motivazioni ulteriori Kant presenta più versioni o formulazioni differenti dell’imperativo categorico che si riducono tutte a una stessa cosa- nella prima versione definisce la formula della legge universale “agisci solo in base a quella massima (norma/principio che fornisce ragione all’azione) di cui potresti desiderare che diventi legge universale”, la prova dell’universalizzazione è un modo per verificare se l’azione fa passare o no al primo posto i miei interessi e le circostanze in cui mi trovo (es. promessa sapendo di non poterla mantenere)- seconda versione: umanità vista come finenon possiamo fondare la legge morale su nessun obiettivo particolare perché sarebbe solo relativa alla persona cui si riferisce l’obiettivo, solo la cosa la cui esistenza ha di per sé valore assoluto costituirebbe il fondamento di un imperativo categorico e quale cosa potrebbe avere valore assoluto in sè? L’umanità, l’uomo esiste in quanto fine a sé stesso non come mezzo, questa è la differenza tra persone e cose, gli esseri umani hanno una dignità agisci in modo da trattare sempre l’umanità come un fine – dovere di rispettare i nostri simili in quanto tali (diritti umani universali)(es della promessa ti uso come mezzo; suicidio mi servo di me come mezzo, omicidio tolgo la vita in nome di un mio interesse)

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Nesso tra etica e libertà agire eticamente significa agire spinti dal dovere in nome della legge morale, la legge morale consiste in un imperativo categorico che ci impone di trattare le persone con rispetto – agisco liberamente, cioè in modo autonomo, quando la mia azione è in armonia con l’imperativo categorico

Domande1. trattare persone con rispetto, è come la regola aurea fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te?

No, al regola aurea dipende da fattori contingenti, dipende da come ciascuno desidera di essere trattato L’imperativo categorico esige che ci si astragga dalle contingenze (es dire o no alla mamma malata che il figlio è morto, per kant è razionale e degna di rispetto per cui va detta la verità)

2. agire secondo dovere e in autonomia sono la stessa cosa quindi, ma come può essere che la sottomissione ad una legge sia compatibile con la libertà?

Dovere e autonomia coincidono solo quando sono io l’autore della legge, la mia dignità consiste nell’essere autore della legge morale 3. quali garanzie ci sono che tutti scelgano la stessa legge morale e che quindi non ci siano imperativi categorici differenti?

Nel creare una legge morale non compiamo scelte in quanto persone specifiche ma in quanto esseri razionali, quindi sarebbe un errore pensare che la legge morale dipenda da noi in quanto individui; chiunque eserciti la pura ragion pratica arriverà alla stessa conclusione e quindi ad un unico imperativo categorico

4. come facciamo a sapere che l’etica esiste come cosa distinta dall’interazione di poteri e interessi? E se si scoprisse che non abbiamo nessuna volontà libera sarebbe smentita la fondatezza della teoria morale di Kant?

La libertà della volontà non è una di quelle cose che possono essere dimostrate dalla scienza, come nemmeno l’eticaNon possiamo fare a meno di comprendere noi stessi da due punti di vista, fisico biologico e dal punto di vista del regno intellegibile del libero agireLa contrapposizione tra le due prospettive rispecchia le tre contrapposizioni etica libertà ragione – regno sensibile vs intellegibile Come essere naturale appartengo al mondo sensibile e alle leggi di naturaCome essere razionale appartengo al mondo intellegibile e agisco secondo una norma che detto ioSolo in base a questa seconda prospettiva posso considerarmi liberoL’etica e la libertà non sono concetti empirici, non possiamo dimostrare che esistono ma se non ne presupponiamo l’esistenza non riusciamo a dare un senso alla nostra vita morale

Applicazione della filosofia morale- Rapporti sessuali occasionalinoi non abbiamo la proprietà di noi stessi e non siamo a nostra disposizione, ogni pratica sessuale occasionale è criticabile perché non ha altro senso che la soddisfazione del desiderio e non tiene conto del rispetto l’umanità dell’altra personaNon dobbiamo trattare gli altri come oggetti, non possiamo disporre di noi perché non siamo cose Quindi la sua concezione di autonomia impone limiti al modo in cui possiamo trattare noi stessi (es. vendere reni/denti; prostituzione)- Mentire a un assassinoIl dovere di dire la verità vale sempre indipendentemente dalle conseguenze, mentire anche a un assassino viola il principio di quel che è giusto – l’etica non si occupa delle conseguenze ma dei principi L’asserzione veridica ma ingannevole non rappresenta una minaccia invece per l’imperativo categorico (Kant la usa con il re di Prussia”mi asterrò da conferenze o tesi riguardati la religione da fedele suddito di sua maestà)- Bill ClintonCome sopra- asserzione veridica ma ingannevole La differenza è che quel che conta è il movente Una risposta evasiva rende omaggio al dovere di dire sempre la verità, un’affermazione ingannevole non sottopone l’interlocutore a coercizione o manipolazione- GiustiziaLa sua teoria politica prediletta respinge l’utilitarismo: una costituzione giusta si propone di armonizzare la libertà di ognuno con quella degli altri Respinge l’utilitarismo a favore di una teoria della giustizia fondata su un contratto sociale – contratto delle origini che non è reale ma immaginario perché far derivare una costituzione da un contratto immaginario? Per ragione di ordine pratico: è difficile trovare nella storia dimostrazione che sia mai stato concluso un contratto socialePer ragione filosofica: non si possono far derivare principi morali esclusivamente da fatti empirici (il fatto ceh nel passato un gruppo di persone ha concluso una costituzione non è sufficiente a renderla giusta)Questo atto immaginario di consenso collettivo è il banco di prova della giustizia di ogni legislazione pubblica Kant però non spiega quale sarebbe la configurazione di questo contratto né i principi di giustizia che ne scaturirebbero a questo risponde Rawls

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RAWLS E “L’EQUITÀ”

Perché siamo tenuti ad osservare la legge se non abbiamo sottoscritto un contratto sociale? E come si fa ad affermare che il governo si fonda sul consenso dei governati?Locke: afferma che abbiamo dato un consenso tacito, chiunque gode dei benefici di un governo dà il suo consenso implicito alla legge e gli è vincolato Kant: ricorre all’idea di consenso ipotetico

RawlsIl modo corretto di pensare la giustizia è chiedersi a quali principi daremmo il nostro assenso trovandoci in una situazione iniziale di uguaglianzaEsperimento mentale: riunirci per scegliere i principi in base ai quali governare, la nostra scelta si compie dietro un velo d’ignoranza Sceglieremmo così partendo da una posizione originaria di uguaglianza, quindi i principi su cui ci accorderemmo sarebbero giusti

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Questa è l’idea che Rawls ha del contratto sociale: accordo ipotetico concluso in una posizione di parità È convinto che dal contratto ipotetico scaturirebbero due principi di giustizia:1. il primo assicura a tutti i cittadini libertà fondamentali e paritetiche2. il secondo riguarda l’eguaglianza sociale ed economica – non esige pari distribuzione di reddito e ricchezza ma consente solo ele disuguaglianze sociali ed econo che finiscono col favorire i più svantaggiati com’è possibile che i principi della giustizia scaturiranno da un accordo che non è mai stato concluso in realtà?

Per valutare la forza del contratto ipotetico bisogna considerare i limiti etici dei contratti realmente esistenti Riteniamo ovvio che i contratti giustifichino le loro stesse disposizioni, ma non è così nella realtà i contratti non sono strumenti etici autosufficienti , il fatto di averli conclusi non basta a far sì che siano equi Le condizioni in cui ci si accorda sono giuste? Per risp non basta indicare l’accordo ma occorre un criterio di equità indipendenteCriterio potrebbe essere una costituzione – ma una costituzione può incorrere negli stessi inconvenienti degli accordiIn ogni caso il consenso ha il suo peso, non è autorizzati per questo a violarlo Il consenso è in grado di creare un obbligo di per sé o richiede altro elemento quale aspettativa colmata?Nella realtà i contratti hanno efficacia morale nella misura in cui realizzano autonomia (volontari) e reciprocità (obblighi)Il che indica i limiti del consenso: in alcuni casi il consenso può non essere sufficiente a produrre un obbligo moralmente vincolante, mentre in altri può non essere necessario (possiamo dover ripagare beneficio ottenuto per reciprocità sena un contratto, o accordi volontari possono non portare benefici a entrambi)

SufficienteEs che dimostrano come consenso da solo non sia suff a creare obbligo moraleScambiare figurine di giocatori tra figlio piccolo e grande, il grande conosce meglio il valore e frega il piccolo (scambio volontario non alla pari) + es: aggiustare gabinetto per 50.000$Quindi il fatto che un accordo esista non ne garantisce l’equità + il consenso non basta a creare una esigenza morale vincolante

Essenziale Obbligo fondato su un beneficio fornito - Casa di Hume(vs. contratto sociale di Locke): casa affittata all’amico che subaffitta, inquilino fa fare riparazioni e manda il conto a Hume - Ricompensare un vantaggio goduto senza che vi sia stato preventivo consenso -> ok per la casa, ma per vendite basate su abusi (lavavetri)?Quando manca il consenso non p facile distinguere situazione in cui si offre prestazione da quella in cui si assillano i passanti- Autofficina mobile: tariffa fissa oraria che ci metta 5 min o 1 ora e indipendentemente dal risultato, inizia a guardare macchina senza consenso forma di confusione frequente in materia di consenso: se avesse riparato secondo lui avrei dovuto pagare non perché in obbligo verso il vantaggio ottenuto ma perché avrei accettato di dare a lui l’incarico se avesse riparata, ma è deduzione infondata -> parte da premessa sbagliata: che dovunque vi sia un obbligo ci sia un accordo preliminare, mentre trascura la possibilità che l’obbligo nasca anche senza che sia stato dato un qualsiasi consenso -> sarei stato suo debitore in nome della reciprocità – forza autonoma della reciprocità

Contratto perfettoQuindi i contratti derivano la loro forza morale da due ideali autonomia e reciprocità, ma nella maggior parte dei casi non riescono a tradurli nei fattiSe immaginiamo un contratto concluso fra parti che siano dotate di potere e competenza equivalenti qui avremmo dei provvedimenti giusti in quanto concordati immaginando un contratto come questo si arriva all’idea di Rawls di accordo ipotetico concluso in situazione iniziale di parità, il velo d’ignoranza assicura che nessuno tragga vantaggio da una posizione contrattuale più favorevole anche senza saperloPerò un ipotetico accordo concluso dietro al velo non è riflesso di un contratto reale, ma è contratto reale e quindi con potenza molto superiore

GiustiziaSe Rawls ha ragione il modo giusto di pensare la giustizia è chiedersi quali principi sceglieremmo se ci trovassimo nella posizione originaleE allora quali principi sceglieremmo?Non l’utilitarismo, concorderemmo su un principio che assicuri a tutti eguali libertà fondamentali, non sacrificheremmo queste libertà in nome di vantaggi sociali o econoChe principi adotteremmo per gestire le disparità sociali ed econo?In un primo tempo propenderemmo per distribuzione paritetica di reddito e ricchezza, ma poi penseremmo che determinate disparità possano contribuire a migliorare la situazione di chi sta peggio di tutti e adotteremmo quello che Rawls chiama il principio della differenza sarebbero consentite solo le disparità s. e e. capaci di tornare a vantaggio di membri della società meno favoriti In che misura questo principio è ugualitario? Non è facile dirlo, alcune disparità sono prodotte da circostanze sociali ed econoLa teoria di R. non intende valutare l’equità del compenso accordato alle specifiche persone, ma si occupa della struttura di base della società e della maniera in cui vi sono distribuiti diritti doveri reddito ricchezza potere e opportunitàQuindi da velo di ignoranza si può arrivare a un principio indipendente: non si deve far dipendre la distribuzione di reddito e opportunità da fattori arbitrari dal punto di vista etico

Arbitrarietà etica - Giustizia nel sistema aristocratico feudale: reddito ricchezze opportunità distribuite in base a circostanze accidentali legate alla nascita- Società fondate sul mercato: riparano all’arbitrarietà solo fino certo punto -> possibilità di far carriera a chi ha requisiti + uguaglianza davanti alla leggeNon si può considerare giusta la distribuzione scaturita da questo sistema che permette che le parti distribuite subiscano l’influenza di fattori arbitrari dal punto di vista etico - Si può introdurre il correttivo della meritocrazia per compensare l’ingiustizia: nascono così iniziative (servizi sociali) per portare tutti alla stessa linea di partenza Secondo questa idea nella società di mercato di ha distribuzione giusta se tutti possono accedere alle stesse opportunità di sviluppare i propri talenti per R. meritocrazia serve a correggere alcuni privilegi arbitrari ma non riesce ad attuare vera giustizia, continuerebbe a permettere che la distribuzione sia in base a capacità e talenti – idem per mercato libero, dove si ha assegnazione in base alla “lotteria naturale”Merit. e concez.libertaria si viziano entrambe perché fondano principio distributivo su fattori arbitrari dal punto di vista etico Serve concezione egualitaria

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(es: racconto di fantascienza dove si impongono handicap per avere uguaglianza)R. dimostra che alternativa a meritocrazia non è solo il “livellamento”, ma c’è il principio di differenza: si incoraggiano i più dotati a sviluppare ed esercitare i propri talenti tenendo però presente che i compensi ottenuti grazie a queste capacità appartengo alla comunità nel suo complessoNessuno ha meritato di avere attitudini naturali maggiori di altri, neppure ha meritato di trovarsi in una situazione di partenza favorevole

Quindi abbiamo 4 teorie di giustizia:- sistema feudale: caste, gerarchia fondata su nascita- sistema libertario: mercato libero con parità di opportunità formale- meritocrazia: mercato libero con giusta parità nella distribuzione delle opportunità- sistema egualitario: principio di differenza di Rawls

Arbitrarietà etica non si fonda su argomento della posizione originaria, ma entrambi affermano che per pensare alla giustizia dobbiamo fare astrazione di fatti contingenti relativi a persone e loro condizioni oppure lasciarli fuori dal nostro ragionamento

Obiezioni- incentivi – che fine fanno gli incentivi? Cosa succede se chi ha talento decide di lavorare meno o non svilupparlo proprio?Il principio di differenza consente la disparità di reddito per assicurare gli incentivi purchè questi siano necessari per migliore il destino dei meno fortunati - impegno – che fine fa l’impegno?I talenti naturali non sono merito delle persone, ma la fatica che fanno per sviluppare le loro doti?Persino l’impegno può essere prodotto da un ambiente favorevole allo sviluppo, l’impegno dipende da circostanze contingenti di cui non possiamo attribuirci nessun merito, quindi non abbiamo il merito nemmeno dei frutti dell’impegno R. respinge il merito morale -> la giustizia distributiva non riguarda la compensazione del merito morale Distinzione tra merito morale e i diritti acquisiti sulle aspettative legittime: a differenza di un titolo di merito un diritto si può acquisire purchè siano state osservate determinate regole; dobbiamo decidere le regole e poi possiamo dire chi ha diritto a cosa Per R. la giustizia distributiva non si occupa di premiare la virtù o il merito morale, ma mira a soddisfare le legittime aspettative che sorgono una volta stabilite le regole R. rifiuta di porre il merito morale a fondamento della giustizia d. in base a due argomenti:- il fatto di possedere talenti non dipende per intero da me - le doti che una società mostra di apprezzare sono moralmente arbitrarie

La vita è ingiusta1980 Friedman dice la stessa cosa ma afferma anche che non si deve cercare di riparare questa ingiustizia, ma imparare a conviverci e goderne i benefici – la vita non è giusta, il governo non deve rettificare quello che la natura ha generatoRawls rifiuta il suggerimento di Friedman: il modo in cui stanno le cose non determina il modo in cui dovrebbero essere La ripartizioni delle doti non è né giusta né ingiusta, sono fatti di natura; può essere giusta o ingiusta la maniera in cui le istituzioni affrontano questi fattiLa tesi di R. della giustizia è la più convincente a favore di una maggiore eguaglianza sociale

Discriminazione positiva Studenti appartenenti a minoranza con trattamento specialeAspetto etico: è ingiusto tenere conto dell’appartenenza razziale ed etnica nel decidere le ammissioni universitarie?Tesi dei favorevoli alla discriminazione positiva

1. queste politiche vanno sostenute perché correggono il difetto di imparzialità insito nelle prove d’esame standardizzate Le prove d’esame non sono redatte in modo imparziale, alcuni studi hanno dimostrato che alcune etnie ottengono punteggi più bassiQuindi diventa necessario interpretare i punteggi alla luce di situazioni famigliari,culturale ecc

2. compensano i tori commessi in passatoSi dice che è doveroso dare precedenza a studenti delle minoranze per compensare una storia di esclusioni che li ha ingiustamente svantaggiatiObiezione: non è detto che ad avvantaggiarsi siano gli stessi che hanno sofferto,e chi si accolla la compensazione di rado è responsabile dei torti – se lo scopo è offrire aiuto agli svantaggiati la discrim. pos. dovrebbe fondarsi sull’appartenenza di classe e non di razzaRisp:responsabilità collettiva, ci assumiamo gli obblighi solo in quanto individui o vi sono debiti che ricadono su di noi in quanto parte di una comunità dotata di identità storica?

3. promuovono la molteplicitàDiversificazione all’interno del corpo sociale, l’ammissione è un mezzo per perseguire un obiettivo sociale degno Obiezioni: - o. pratica: in questo modo non si arriva a società pluralistica ma si avrà l’effetto di indebolire l’autostima degli studenti appartenenti alle minoranze – non dice che d. pos. è ingiusta ma che ha scarse possibilità di arrivare allo scopo - o. in linea di principio: per quanto degno l’obiettivo ed efficaci le politiche di d. pos. questa non è giusta, viola i diritti degli aspiranti che si trova a concorrere in posizione di svantaggio senza averne colpaPer utilitarista questa obiezione ha scarso peso – basta vedere vantaggi didattici e civiliPer kantiani e rawlsiani protezione dei diritti individuali non può essere cancellata, i diritti degli svantaggiati vengono violati con questa d.pos.Dworkin si oppone a questa critica: non si violano i diritti di nessuno con dis pos su appartenenza razzialeLa maggior parte dei criteri di ammissione sono fuori dal controllo del soggetto; forse il diritto che si mette a repentaglio è quello di essere considerati esclusivamente in base ai propri talenti accademici, un simile diritto però non esiste Una volta che l’università ha fissato obiettivi e criteri di ammissione la legittima aspettative del candidato è di essere accettato in quanto meglio rispondente a quei criteri Il modo in cui Dworkin definisce la giustizia delle ammissione è parallelo a quello della giustizia di Rawls nella distribuzione del reddito, non ha nulla a che vedere con il merito morale

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Se è lecito alle università stabilire criteri di iscrizione consoni alla loro missione è possibile condannare l’esclusione in base a ragioni razziste e limitazioni date dall’antisemitismo?Dworkin dice che l’esclusione su base razzista si basava sull’idea che una razza fosse più degna di un’altra, la dis pos invece non implica pregiudizio come quello, si limita a sostenere che siccome è importante promuove la molteplicità essere di una minoranza può essere caratteristica sociale utileDis pos per i bianchi -> complesso residenziale a Brooklyn con controlli di occupazione Se la diversificazione è al servizio del bene comune e se nessuno risulta discriminato in quanto oggetto di odio o disprezzo i criteri preferenziali vincolati all’identità razziale non violano i diritti di nessuno

Più siamo persuasi che il nostro successo sia nostro merito meno ci sentiamo responsabili per chi resta indietro – convinzione che il successo debba premiare la virtù + doti positive che vanno onorate e premiate

Università è autorizzata a definire obiettivi della propria missione come crede?es: ammissioni finalizzate a favorire lo sviluppo: quindi studenti con genitori facoltosi per avere finanziamenti l’equità richiede solo che nessuno sia respinto per motivi di pregiudizio o spregiol’obiettivo dell’università è contribuire al bene comune con insegnamento e ricerca, ma se l’obiettivo di procurare denaro diventa predominate quegli obiettivi non sono più la sua prima ragion d’essereingiusto mettere all’asta/vendere l’ammissione se si pensa che la distribuzione delle ammissioni ha a che vedere con i beni che l’università persegue

ARISTOTELE

Cheerleader disabile: il principio di non discriminazione in questo caso non risolve il problema perché la scia senza risp la domanda: che cosa significa svolgere bene questo ruolo?Per stabilire i ruoli in modo equo dobbiamo stabilire natura e obiettivo dell’attività svolta altrimenti non sapremo quali sono le qualità essenziali per svolgerlaAlcune consuetudini sociali non hanno finalità solo strumentali ma anche di carattere onorifico o esemplare

questo offre spunto per la teoria della giustizia di AristoteleDue idee centrali in questa teoria:

A) - la giustizia è teleologica Definire i diritti richiede di configurare il telos/obiettivo/fine dell’attività sociale in questione

B) - la giustizia ha a che fare con l’onoreRagionare sul telos di un’attività significa in parte ragionare su quali virtù dovrebbe premiare e onorare

Le teorie moderne della giustizia cercano di tenere separate le questioni riguardanti giustizia e diritti da argomenti relativi a onore virtù e merito morale, cercano di perseguire principi di giustizia neutrali rispetto agli obiettivi che permettono alle persone di scegliere e perseguire i loro fini Aristotele non crede che la giustizia possa essere neutrale, anzi la giustizia riguarda inevitabilmente onore virtù e natura della vita buona Nesso tra giustizia e vita buona: giustizia vuol dire dare alle persone ciò che meritano Ma cosa è dovuto a ciascuno? Dipende da quale sia l’oggetto da distribuire La giustizia comprende due fattori:- il giusto è relativo a certe persone- e deve essere eguale in rapporto a persone eguali -> Eguali sotto quale aspetto? Dipende da quali cose si vuole distribuire e dalle virtù pertinenti a tali cose

A)Discriminazione giustaes distribuire flauti – strumenti migliori per A. vanno ai più bravi a suonarli la giustizia discrimina in base al merito pertinente alla situazione – dobbiamo cercare non la persona più ricca ma la più brava a suonare il flauto, la ragione? la più ovvia: così si otterrà la musica migliore e noi ascoltatori ne avremmo vantaggio quella di A.: gli strumenti migliori ai più bravi perché i flauti sono fatti per questo, per essere suonati bene – va oltre all’utilitarismocorretta distribuzione di un bene ragionando sul fine di quel bene ragionamento teleologico (es. migliori campi da tennis a chi paga di più, ai dirigenti, ai tennisti eccellenti)La visione teleologica resta nei bambini, è un pensiero rifiutato dalla scienza e quindi poi tendiamo a respingerlo anche in etica e politica

- qual è il telos di un’università?Il telos può essere oggetto di discussione, definirlo è essenziale per determinare i criteri di ammissione - quali sono le virtù/eccellenze che è opportuno siano onorate e premiate dalle università?Quindi le discussioni tra giustizia e diritti sono spesso discussioni sullo scopo di una istituzione che a loro volta riflettono concezioni contrastanti circa le virtù destinate ad essere onorate e premiate da quell’istituzione - cosa possiamo fare se c’è dissenso sul telos dell’attività in questione?A. è convinto che sia possibile ragionare sullo scopo delle istituzioni sociali, la loro natura essenziale non è fissata una volta per tutte ma non è neppure una semplice questione di opinioni

B) - come possiamo ragionare circa l’obiettivo di una pratica sociale quando ci troviamo di fronte al dissenso? E come entrano in gioco i concetti di onore e virtù?

|V- Qual è lo scopo della politica?Oggi ci occupiamo della distribuzione di reddito e opportunità

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Per Aristotele la giustizia distributiva riguardava in primo luogo cariche pubbliche e onori Chi deve avere il diritto di governare? Come si deve assegnare l’autorità politica?In base a criterio di uguaglianza, una persona un voto per non avere discriminazioniMa A. ricorda che tutte le teorie sulla giustizia distributiva inducono discriminazioni, il problema è quali sono le discriminazioni giuste La risposta dipende dal fine dell’attività a cui ci si riferisce

- a che cosa serve l’associazione politica? a promuovere la vita buona Le diverse comunità politiche hanno a cuore cose diverse oggi pensiamo che la politica non abbia una finalità in sè ma che sia aperta agli obiettivi che i cittadini possono proporsi – riluttanza ad assegnargli uno specifico telos perché si è preocc per la libertà individuale A. non la vede così, obiettivo della politica non è stabilire un quadro di diritti neutrale fra i vari obiettivi ma è formare buoni cittadini e coltivare una buona indole (Critica gli oligarchi e i democratici: 1.la polis non si occupa solo di proteggere la proprietà, 2. comunità non ha unica ragion d’essere di consentire alla maggioranza di fare quello che vuole)Fine più alto dell’associazione politica è coltivare la virtù dei cittadini, ci si riunisce in comunità per vivere beneLa politica si occupa di imparare a vivere una vita buona, consentire alla popolazione di sviluppare capacità e virtùAssociazioni come accordi di commercio , patti di difesa sono riconosciuti da A. ma non costituiscono vere comunità politiche perché i loro obiettivi sono limitati

- Che cosa ne consegue per quanto riguarda la distribuzione di cariche e onori? vanno a colo che eccellono in virtù civicheA. ragiona partendo da scopo di quel determinato bene per arrivare alla maniera adeguata di distribuirlo Chi giova alla comunità, eccelle in virtù etiche, ha nello stato una parte più grande, è migliore per maturare decisioni per il bene comune, sono quelli che meritano la maggior parte di riconoscimento e influenza politicaLa ragione per questa distribuzione non è che queste persone saranno in grado di ottenere vantaggio per la comunità con i loro provvedimenti, ma la comunità politica esiste in parte per onorare e premiare la virtù civica – concedere riconoscimento realizza il ruolo pedagogico della città ben ordinata

- Ma è proprio vero che la ragion d’essere della politica è la vita buona? Oggi consideriamo la politica un male necessario non un tratto essenziale della vita buonaA. pensa che la partecipazione alla polita sia essenziale a una vita buona, perché? Risposta è nella natura dell’uomo: solo se viviamo in una polis e partecipiamo alla politica possiamo realizzare pienamente la nostra natura di esser umani niente di quello che fa la natura è senza scopo, l’uomo è dotato di parola e della facoltà di linguaggio, il linguaggio serve a dichiarare cosa e giusto e cosa no Solo nell’associazione politica possiamo esercitare la capacità della parolalo stato esiste per natura ed è anteriore agli individui, li precede in senso funzionale, solo nello stato riusciamo a realizzare la nostra natura realizziamo la nostra natura solo quando esercitiamo la facoltà di parola il che richiede che discutiamo con altri per stabilire ragione torto bene male ecc

- perché siamo in grado di esercitare questa capacità di parlare soltanto nella politica?Dobbiamo prende in considerazione il modo in cui A. descrive virtù e vita buona La vita morale ha per obiettivo la felicità – felicità non utilitarista ma la persona virtuosa è quella che ricava piacere dalla cose giusteL’eccellenza morale consiste non nell’accumulare piaceri e dolori ma nell’organizzarli secondo un criterio La felicità non è una condizione dello spirito ma un modo d’essere

- Perché per vivere una vita virtuosa è necessario vivere in uno stato?La virtù etica deriva dall’abitudine, è una dio quelle cose che impariamo facendole Compiendo cose giuste diveniamo giustiQuindi dobbiamo sviluppare abitudini giuste questo è lo scopo primario della legge: coltivare abitudini che portano a formare il buon caratterePerò la virtù non è un comportamento automatico, l’abitudine è il primo passo nell’educazione morale, poi finisce col radicarsi e impariamo a capirne il senso (es miss manners e le lettere di ringraziamento)Si può essere muniti della regola giusta e non sapere come o quando applicarla, l’educazione morale consiste nell’imparare a distinguere quali caratteri di una situazione richiedono che si applichi una regola o un’altraCiò significa che per quanto essenziale l’abitudine non esaurisce quanto necessario a sviluppare la virtù etica richiede capacità di giudizio – saggezza: riguarda il modo in cui si deve agire; in quanto disposizione pratica è una virtù morale con implicazioni politiche, le percome hce ne sono dotate sono in grado di prendere buone decisioni circa quello che è bene per loro e i concittadini

Perché secondo A. la politica è un fattore essenziale della vita buona?- le leggi della polis instillano abitudini positive, formano il buon carattere - vivere da cittadini permette di esercitare facoltà della decisione e ragion pratica La politica non è l’economia perseguita con altri mezzi ma ha un fine più elevato, è espressione della nostra natura, occasione per dispiegare le nostre facoltà, è aspetto essenziale della vita buona

Difesa della schiavitùgiustizia è questione di adattamento/adeguatezza (vs Kant e Rawls concezioni teleologiche entrano in conflitto con la libertà, giustizia non è adeguatezza ma scelta)chi può dire quale ruolo si adatta a me o alla mia natura? Se non ho la libertà di scegliere da me il mio ruolo è probabile che devo assumerne uno in contrasto con la mia volontà così si scivola nella schiavitù, se chi detiene il potere decide che un gruppo sia adeguato a svolgere quell’attivitàper questo la teoria liberale sostiene che ruoli sociali vanno assegnati per scelta – schiavitù quindi ingiusta perché costringe le eprsone a incarnare ruoli che non hanno scelto (erica della scelta e del consenso)per A. la schiavitù e giusta a due condizioni:- condizione necessaria: qualcuno deve occuparsi delle faccende domestiche mentre i cittadini dedicano tempo all’assemblea- c. naturale: occorre che alcune persone siano per loro natura adatte a svolgere tale ruolo

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All’epoca però lo riconosce anche A. molti schiavi si trovavo in quella situazione per motivi contingenti quindi in base al suo criterio la loro schiavitù era ingiustaCome si fa a capire chi è adatto a diventare schiavo? Si dovrebbe riconoscere chi riesce a vivere bene in quella condizione e chi non la sopporta e cerca di fuggire

(Carrello da golf: disputa sembra sull’equità ma invece è su onore e riconoscimento)Spesso discussioni su giustizia e diritti sono discussioni sull’obiettivo delle istituzioni pubbliche, sui beni che distribuiscono, sulle virtù che onorano. Nonostante si faccia sforzo affinchè legge sia neutrale su questi temi forse non è possibile dire cos’è giusto se non si ragiona sulla natura della vita buona

Dilemmi della lealtà Politica delle scuse su colpe storiche È giusto che le nazioni chiedano scusa per le loro colpe storiche? Dobbiamo riflettere su responsabilità collettiva e esigenze della vita associataLe s.p. sono modo per onorare la memoria di chi ha patito ingiustiziaÈ giusto che tocchi a noi espiare le colpe dei nostri predecessori? Come possiamo chiedere scusa per azioni compite prima che nascessimo? riconoscimento della responsabilità: solo chi è in qualche modo implicato nell’ingiustizia può chiedere scusaNon è facile scartare questa obiezione perché si fonda sul fatto che siamo responsabili solo per quello che facciamo noi stessi Questa obiezione appare valida perché si fonda su un concetto etico potente e convincente l’idea dell’individualismo etico Questa dottrina non parte da egoismo ma dal concetto di libertà: essere libero significa essere soggetto solo agli obblighi che mi assumo volontariamente – sono debitore in virtù di un atto consensuale

P241Locke: il governo legittimo deve fondarsi sul consenso Kant: essere liberi significa essere autonomi, essere autonomi essere governati da una legge che noi stessi ci siamo dati Rawls: se vogliamo che la società sia strutturata su schema volontario non possiamo fondarla sul consenso vero e proprio, dobbiamo chiederci su quali principi ci accorderemmo L’idea di Kant e Rawls hanno in comune il fatto di concepire il soggetto dell’azione etica come indipendente dai propri specifici obiettivi e interessiConcepire le persone come soggetti liberi e indipendenti sta alla base dell’idea che i principi di giustizia debbano cercare di mantenersi neutrali rispetto a più visioni della vita buona in contrasto tra loro

È giusto che nelle questioni etiche il governo rimanga neutrale?Mondo antico, A.: inventabile che discussioni su giustizia diventino discussioni su vita buonaKant e Rawls: soggetto capace di libera scelta e neutralità dello stato vanno di pari passo, si oppongono a teorie di g. che fanno derivare i diritti da una determinata concezione del beneLa loro tesi è che il diritto precede il beneK.: se siamo autonomi prima dobbiamo stabilire con la volontà la legge morale e poi chiederci quali siano le concezioni del bene compatibili con essaSe il diritto viene prima del bene vuol dire che A. sbaglia nel modo in cui concepisce la giustizia (non possiamo configurare una costituzione giusta se prima non determiniamo quale sia il modo migliore di vivere)Secondo R. la struttura delle dottrine teleologiche è un malinteso, mettono in relazione il bene e il giusto nel modo sbagliato

Cos’è la libertà?Quando si discute se venga prima giusto o bene si discute sul significato di libertàRawls nel sostenere la precedenza del diritto rispetto al bene rispecchia la convinzione che una persona morale è un soggetto con dei fini che egli stesso ha scelto, stessa convinzione si ha nel dire che la giustizia deve rimanere neutrale rispetto alla definizione di vita buona – idee che caratterizzano il pensiero liberale moderno --> liberali egualitari e libertari p246

Sandel: non credo che la libertà di scelta offra una base adeguata per una società giusta. Il tentativo di trovare principi di giustizia neutrali mi sembra fuorviante, non sempre è possibile definire diritti e doveri senza affrontare questioni etiche sostanziali

Il punto debole della concezione liberale della libertà è strettamente connesso a ciò che la rende attraente: se siamo sogg liberi e indipendenti senza nessun vincolo etico non scelto da noi, non possiamo darci ragione di una serie di obblighi politici e morali che di solito riconosciamo e apprezziamo – come solidarietà lealtà memoria storica e fede religiosa Critica comunitarista del liberalismo contemporaneo: non siamo in grado di ragionare sulla giustizia facendo astrazione dai nostri obiettivi e legami Come si potrebbe riconoscere un peso morale al vincolo che lega gli appartenenti a una comunità senza però sottrarre campo d’azione alla libertà umana?Come possiamo riconoscerci in una precisa collocazione e al tempo stesso sentirci liberi?

MacIntyre esseri narrantiSpiega come riusciamo a raggiungere i nostri obiettivi in quanto sogg etici Suggerisce una concezione narrativa: gli esseri umani sono esseri narranti, viviamo la nostra esistenza come una ricerca, un peripezia inscritta in una narrazioneVivere una vita significa tradurre in realtà una vicissitudine narrativa che aspira a una certa coerenza – di fronte a più percorsi scelgo quello che da meglio senso alla mia vita, la scelta però scaturisce dall’interpretazione e non da un atto di volontà sovrana Riesco a dare un senso alla narrazione della mia vita solo se vengo a patti con le storie di cui mi trovo a far parte MI è pronto a riconoscere che la concezione narrativa è in contraddizione con l’individualismo modernoLa concezione narrativa è in contrasto con l’idea volontaristica degli esseri umani come sogg capaci di libera scelta e privi di qualsiasi vincolo Come facciamo a scegliere una teoria o l’altra?Possiamo chiederci quale delle due riesca a rendere conto in modo più convincente degli obblighi etici e politici cui siamo soggetti

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Abbiamo dei vincoli morali che non sono stati scelti da noi e che non è possibile far discendere da un contratto sociale?Rawls direbbe di no – concezione liberale: obblighi sorgono o come doveri naturali (universali) o da un consenso (specifici) Concezione narrativa: il quadro liberale non riesce a tenere conto delle responsabilità particolari che ci assumiamo gli uni verso gli altri in quanto concittadini

Uno dei modi per scegliere fra concezione narrativa e volontaristica della persona è chiederci se pensiamo che esista una terza categoria di obblighi – doveri di solidarietà – che sia impossibile spiegare in termini contrattuali Gli obblighi scaturiti dalla solidarietà sono specifici ma non dipendono da un atto consensuale, la loro forza morale deriva dal riconoscimento che la mia biografia è interconnessa con le biografie altrui

Le tre categorie della responsabilità morale - doveri naturali - obblighi contratti volontariamente- obblighi di solidarietà

Esempi di obblighi derivati dalla solidarietà o appartenenza ad un organizzazione- obblighi famigliariSalvare dall’annegamento tuo figlio o quello di un altro o assistere mia madre o un’altra, qui avrei obbligo di restituire il beneficio ricevuto quando ero piccolo- resistenza franceseUn pilota francese deve bombardare il villaggio in cui è nato e si rifiuta di farlo in base al principio che non può essere lui a bombardare qualcuno dei suoi – la sua posizione è riconoscimento della sua identità di membro del proprio villaggio e come tale soggetto ad obblighi- salvataggio degli ebrei etiopi Carestia in etiopia provoca emigrazione in sudan in campi profughi; governo israeliano allestisce un ponte aereo per portare in salvo in israele gli ebrei di etiopia – nei confronti degli ebrei etiopi israele ha un vincolo di responsabilità particolare che va oltre al suo dovere di soccorrere la generalità dei profughi Il punto è se le nazioni abbiano (oltre il dovere di rispettare i diritti umani e quindi fornire aiuto) ulteriori e specifiche responsabilità di fornire assistenza ai rispettivi popoli

PatriottismoI membri di una certa nazione sono tenuti a osservare gli uni verso gli altri obblighi superiori a quelli che li legano agli altri popoli del mondo? In caso affermativo sono da considerarsi derivanti dal consenso? Rousseau difensore del patriottismo sostiene che l’attaccamento che unisce i membri di una collettività è complemento necessario alla nostra umanità universaleIl patriottismo per lui è un principio limitante che intensifica la solidarietà Se i concittadini sono legati da vincoli di lealtà e appartenenza il debito di solidarietà che hanno gli uni verso gli altri è superiore a quello verso gli estranei Infatti per la propria popolazione gli stati fanno di più di quanto facciano per gli stranieri Qual è in realtà il senso etico dei confini nazionali? La disparità tra le nazioni rende tutto più complicato, se tutti gli stati avessero un livello di ricchezza paragonabile l’obbligo di assistere in modo particolare il popolo a cui si appartiene non costituirebbe un problema dal punto di vista della giustizia; ma nella realtà le esigenze imposte dall’appartenenza possono entrare in conflitto con quelle imposte dall’uguaglianza

es: le pattuglie di confine – limitare l’afflusso di immigrati rete telematica a cui partecipano i cittadini In base a quali principi le nazioni sono giustificate a impedire che degli stranieri vengano ad aggiungersi alla popolazione? L’argomento più valido per porre dei limiti è di carattere comunitario: Walzer dice che la capacità di regolare le condizioni per cui si diventa membri di un gruppo costituisce il nocciolo dell’indipendenza di una comunità Per le nazioni ricche le restrizioni all’immigrazione servono anche a preservare il privilegio – sarebbe una motivazione sufficiente?Dal momento che la circostanza della nascita non può fondare il diritto diventa difficile giustificare i limiti all’immigrazione con il pretesto di conservare l’attuale grado di benessereAltro argomento è proteggere i posti di lavoro e i livelli salariali La riluttanza all’immigrazione ha fondamento morale solo se accettiamo di essere tenuti a un dovere particolare di favorire il benessere dei nostri concittadini in quanto condividiamo con loro vita e storia

Comprare prodotti USA – se riusciamo a identificare prodotti che creano posti di lavoro per cittadini usa è un buon motivo per comprarli? Se si tiene conto solo dello stato di bisogno è difficile sostenere che sia più giusto aiutare i disoccupati usa piuttosto che cinesiÈ un obbligo difficile da giustificare in termini di consenso; alcuni sosterrebbero che sono tenuto a un obbligo di reciprocità verso coloro che come me sono partecipi di questa economia Però questa è una forzatura: di fatto contiamo sulle persone che vivono all’altro capo del mondo non meno degli abitanti usa se si è convinti che il patriottismo abbia un fondamento etico si deve accettare una terza categoria di obbligo: i doveri di solidarietà o appartenenza a una comunità che non possono essere rinviati ad un atto di consenso

| VGli obblighi di solidarietà possono puntare all’interno come all’esterno (verso coloro con cui la mia comunità condivide una storia – es scuse collettive)Orgoglio e vergogna sono sentimenti morali che presuppongono un’identità condivisa; essere capaci di questi sentimenti per le azioni compiute da concittadini si collega con l’essere capaci di assumersi una responsabilità collettiva (obbligati da vincoli morali che non abbiamo scelto) all’appartenenza si accompagna la responsabilità

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Lealtà vs etica universaleNella maggior parte dei casi le esigenza di solidarietà vanno a completare il quadro dei diritti umani e non vi entrano in conflitto Quindi possiamo dire che finchè non andiamo ad infrangere i diritti altrui possiamo adempiere al dovere generale di aiutare gli altri Gli obblighi di solidarietà e appartenenza diventano discutibili solo quando ci portano a contravvenire a un dovere naturale

Es: Robert E.Lee generale nell’esercito dell’Unione contrario alla secessione del sud; quando gli offrono il comando dell’esercito del nord rifiuta perché ritiene che i suoi obblighi verso lo stato di cui è originario (uno stato del sud) sono preponderanti rispetto a quelli verso l’unione Perché la lealtà va considerata una virtù anziché semplice sentimento?Perché se non prendiamo la lealtà come una cosa seria non riusciremo a leggere dilemmi come questi come dilemma morale avere carattere significa vivere riconoscendo i propri oneri morali

es: custode di mio fratello – Bulger un fratello latitante per 19 omicidi, l’altro lo sente al telefono ma non dice dov’è – lealtà verso i membri della propria famiglia qui ha precedenza sul dovereunabomber, il fratello riconosce le lettere e lo denuncia i dilemmi hanno un senso in quanto etici solo se si riconosce che le esigenze della lealtà e della solidarietà possono essere valutate in contrapposizione con altre esigenze morali

Giustizia e vita buonaCosa ha a che vedere tutto questo con la giustizia?1. Abbiamo cercato di stabilire se tutti i nostri doveri e obblighi possano essere ricondotti a un atto di volizione o di scelta:Per Sandel non è possibile – gli obblighi di solidarietà/appartenenza possono vincolarci per ragioni che escludono la scelta, per ragioni implicite nelle narrazioni con cui interpretiamo le nostre vite2. qual è la posta in gioco nella controversia tra visione narrativa dell’azione e una situazione dove si da rialto alla volontà/consenso?Uno dei fattori in gioco è la concezione che si ha della libertà umana Per Sandel un concetto di libertà come quello libertario è difettoso, non è solo la libertà ad essere messa in discussione ma entra in gioco il modo in cui si pensa la giustiziaDue maniere di pensare la giustizia che abbiamo preso in considerazione

- Kant e Rawls: quel che è giusto viene prima di quel che è bene - Aristotele: uno degli obiettivi di una costituzione giusta è formare buoni cittadini e coltivare le virtù del carattere

K. e R. rifiutano la concezione di A. perché non lascia spazio alla libertà, rischia di imporre alcuni valori ad altri – se il soggetto viene prima delle proprie finalità allora è giusto che il diritto venga prima del bene

Se però il concetto narrativo dell’azione risultasse più convincente converrebbe riprendere il concetti di A.

La teoria politica liberale era nata come un tentativo per evitare che la politica e la legge si invischiassero nelle controversie etiche e religiose (K. e R.)Ma è un’aspirazione che non può realizzarsi – molte questioni in materia di giustizia e diritti non possono essere esaminati senza tener conto di argomenti in materia di etica e religioneUna politica svuotata di un concreto impegno etico produce una vita civile impoverita – dove i liberali hanno paura di posare il piede si affolleranno i fondamentalisti

LA GIUSTIZIA E IL BENE COMUNE Kennedy: credo in un presidente le cui convinzioni religiose sono una sua faccenda privata – suggeriva che le sue idee sull’interesse nazionale avessero poco a che vedere con le convinzioni religioseObama: la nostra è una società pluralistica, non potrei imporre agli altri le mie opinioni religiose personali, però non ho definito così dicendo il ruolo della mia fede: affermo la centralità della religione nel dibattito politico – è un errore sostenere che in materia di politica e di legislazione le convinzioni etiche e religiose non hanno nessun ruolo

NeutralitàLa concezione kennediana della religione come questione privata e non pubblica rispecchiava una filosofia della sfera pubblica secondo cui il governo doveva rimanere neutrale sulle questioni etiche e religiose, così che ciascun individuo potesse avere la libertà di scegliere la propria concezione della vita buona

Rawls presenta una giustificazione della neutralità implicita nel discorso di Kennedy: R. riconosceva che le persone hanno sentimenti di lealtà ed entro questi limiti riconosceva l’esistenza di individui ottusi senza però rinunciare all’idea che lealtà non dovesse incidere sulla nostra identità di cittadini (nel ragionare di giustizia dovremmo lasciar da parte i nostri convincimenti per rispettare il dato di fatto di un ragionevole pluralismo circa la vita buona che predomina nel mondo moderno – le persone oggi non hanno tutte la stessa opinione in materia di etica e religione) In base a questa tesi la neutralità del liberalismo nasce dalla necessità di conservare la tolleranza rispetto ai dissensi in materia di etica e religione Ciò significa che quando affrontiamo il dibattito pubblico su giustizia e diritti dobbiamo attenerci alla sfera della razionalità pubblica del liberalismo, non solo il governo ma anche i cittadini devono astenersi da introdurre le loro convinzioni nel dibattito -> come possiamo sapere se le nostre tesi politiche corrispondono alle esigenze della razionalità pubblica spogliata di fondamento su opinioni etiche? Per controllare se stiamo seguendo la ragione pubblica possiamo chiederci come apparirebbe il nostro argomento se ci fosse presentato come parere della Corte suprema? R: dice che in questo modo possiamo assicurarci che le nostre tesi siano neutrali nel senso richiesto dalla razionalità pubblica liberale

È questi l’ideale di neutralità a cui si ispirava Kennedy e che Obama respinge Tenere le argomentazione su giustizia e diritti separate da quelle sulla vita buona è sbagliato per due ragioni: - non sempre è possibile prendere decisioni in materia di giustizia senza risolvere importanti questioni etiche- e quando fosse possibile non sarebbe auspicabile

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Aborto e cellule staminaliAborto, tesi liberale: libertà di scelta, neutralità -> infanticidio dal punto di vista etico -> riconoscere questo significa riconoscere che neutralità e libertà di scelta non sono basi adeguate per affermare il diritto di abortireLa tesi che mira ad autorizzare l’aborto è altrettanto poco neutrale entrambe le posizioni presuppongono sia stata risolta la controversia etica e religiosa sottostante

Cellule staminali: distruzione di embrioni vs benefici terapeutici Chi sostiene la seconda tesi afferma che non è giusto interferire con la scienza invocando motivazioni religiose o ideologiche, ma come per l’aborto non è possibile far valere la tesi senza prendere posizione nel dibattito etico politico, quindi nemmeno questa tesi si mantiene neutrale

non si può risolvere la questione legale se non si affronta il problema etico

Matrimonio omosessualeSi riesce a decidere se lo stato debba o no autorizzarlo senza entrare nelle dispute di carattere etico/religioso circa il fine del matrimonio e la posizione etica dell’omosessualità?Non è possibile far valere la tesi a favore partendo da principi che eslcudono ogni giudizio nel merito perché essa dipende da una concezione del telos del matrimonio

Nei confronti del matrimonio lo stato può assumere 3 posizioni:tradizionale, matrimoni tra persone dello stesso sesso, astenersi la soluzione n.3 è la migliore dal punto di vista libertario – disufficializzazione del matrimonio Kinsley (opinionista): mettere fine all’istituzione del matrimonio sanzionato dallo stato, sostituire tutti i matrimoni con unioni civili – questa soluzione non obbliga ad esprimersi nel dibattito etico sulle finalità del matrimoniotentativo di trovare argomenti neutrali per fondare il matrimonio gay è legato a ideali non discriminazione e libera scelta

Marshall (giudice): non è il valore morale della scelta a essere in gioco, bensì il diritto dell’individuo a compierla La vera posta in gioco non è la libertà di scelta ma il dubbio se le unioni tra le persone dello stesso sesso siano o no degne di onore e riconoscimento da parte della comunitàIl matrimonio dice M. non è tanto un accordo privato ma una forma pubblica di riconoscimento e approvazione, le parti contraenti sono 3, coniugi + stato Quindi se il matrimonio è un’istituzione onorifica (stato) quale virtù intende onorare? Interrogarsi sull’obiettivo del matrimonio - procreazione: no, fecondità non è condizione per contrarre matrimonio - esclusivo impegno amoroso: sì

Messi di fronte e interpretazioni contrastanti in che modo possiamo stabilire quale sia la più plausibile?- chiedersi quali della forme chiarisca meglio la legislazione esistente in materia - chiedersi quale interpretazione celebri virtù degne di essere onorate

Per stabilire chi possiede le qualità per contrarre matrimonio dobbiamo riflettere sui fini del matrimonio e le virtù che intende onorare

Giustizia e vita buonaAbbiamo esplorato tre possibili concezioni di giustizia - giustizia mira ad accrescere al massimo l’utilità (utilitarismo)- rispetto della libertà di scelta (libertari/liberale egualitaria)- coltivare la virtù (Aristotele) Sandel favorevole a questa

Difetti della prima:- fa della giustizia e diritti questione di calcolo e non di principio - non considera differenze qualitative Difetti della seconda:toglie il primo ma lascia il secondo dicono che ci sono certi diritti fondamentali ma non li indicano e accettano le preferenze delle persone per le prime due teorie il valore morale degli obiettivi che perseguiamo esulano dall’ambito della giustizia

Terza teoria:per avere una società giusta dobbiamo ragionare insieme sul significato della vita buona e creare una cultura pubblica capace di accogliere i dissensi destinati inevitabilmente a manifestarsi la giustizia deve inevitabilmente pronunciare dei giudizila giustizia non riguarda solo il modo giusto di distribuire le cose ma anche il modo giusto di valutarle

Bene comuneQuale genere di discorso politico può indirizzarci verso la meta della società giusta (ragionando insieme sulla vita buona)?La sfida è immaginare una politica che prenda sul serio le questioni etiche e spirituali portandole a incidere sulle materie di interesse economico e civico in senso lato (non solo su alcuni argomenti)

Cittadinanza, sacrificio, servizioIl nostro pil misura tutto quanto salvo ciò che rende la vita degna di esser vissuta - R. Kennedy Come potrebbe configurarsi una nuova politica del bene comune?Se una società giusta esige senso della comunità dovrà coltivare la dedizione al bene comune coltivando le virtù civiche Suggerimento di Obama era di incoraggiare il servizio nazionale offrendo facilitazioni in cambio di ore di sevizio pubblico

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Limiti etici dei mercati Oggi la mentalità legata al mercato tende ad essere applicata a settori della vita che dovrebbero essere gestiti escludendo questa logica, per evitare ciò abbiamo bisogno di chiederci quali sono le norme che vogliamo proteggere dall’intrusione del mercatoQuesto richiede un dibattito pubblico sulle varie concezioni circa il modo giusto di valutare i beni, dibattito per stabilire i confini etici del mercato

Disuguaglianza, solidarietà, virtù civilePolitica trascura il tema della disuguaglianza ma filosofia noEqua distribuzione del reddito e ricchezza è al centro della filosofia politica, ma inquadrando il tema in termini di utilità e consenso i filosofi finiscono col tralasciare l’argomentazione contro la disuguaglianza che avrebbe più successo Alcuni ricorrono al tema dell’utilità: togliere al ricco per dare al povero diminuisce di poco la felicità del ricco Rawls è a favore della redistribuzione ma la fonda sul consenso

Altra ragione per preoccuparsi della disparità: se la distanza tra ricchi e poveri è troppo grande viene compromessa la solidarietà richiesta dalla condizione di cittadino in una democrazia (più si accentua la disuguaglianza più ricchi e poveri vivono esistenze sempre più distinte)Da questa situazione derivano due effetti negativi uno fiscale (i servizi pubblici si deteriorano perché chi non se ne serve più e meno disposto a mantenerli) e l’altro civile (le istituzioni pubbliche non sono più luoghi si incontrano cittadini appartenenti a diversi ambiti della società)Lo svuotamento dell’ambito pubblico rende difficile coltivare la solidarietà e il senso comunitario su cui si fonda la cittadinanza democratica

Lasciando da parte gli effetti sull’utilità e sul consenso, la disuguaglianza può avere un effetto corrosivo sulla virtù civile

Se il problema è l’erosione dell’ambito pubblico dove sta la soluzione? Una politica del bene comune si dedicherebbe a ricostruire l’infrastruttura della vita civile considerandola un suo obiettivo primario, anziché focalizzarsi sulla redistribuzione imporrebbe tasse ai ricchi per ricostruire le istituzioni e i servizi pubblici in modo da renderli attraenti sia per i ricchi sia per i poveri La società potrebbe impegnarsi in un investimento per ricostruire le infrastrutture utili al rinnovamento civico

Politica di impegno eticoSpesso pensiamo che la politica e la legge non dovrebbero impegolarsi nelle controversie etiche e religiose perché queste intromissioni aprono la strada alla coercizione e all’intolleranza Anche se il legislatore non può rimanere neutrale rispetto le opinioni divergenti è tuttavia possibile che la nostra vita politica si fondi sul reciproco rispetto? Sì, però abbiamo bisogno di una vita civile più sostanziale di quella cui siamo abituati Impegnarsi pubblicamente in modo più sostanziale sui nostri dissensi etici potrebbe servire a fondare il nostro reciproco rispetto su una base più robusta Una polita di impegno sui temi etici non è soltanto un ideale più potente rispetto a una politica che eviti il confronto, è anche un fondamento più promettente per una società giusta

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