Riassunto: Galileo Galilei

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 Angioni Federica IV F GALILEI CAPITOLO 2: GALILEI 1. Una vita consacr ata alla sci enza Galielo Galilei nacque nel 1564 a Pisa da una famiglia borghese. Si trasferì a Firenze per studiare letteratura e logica, e poi tornò a Pisa per studiare alla facoltà di medicina; tuttavia, non essendo particolarmente interessato a questi studi, tornò a Firenze. Qui approfondì i suoi studi in campo matematico e cominc iò a comp iere alcune osservazioni in campo fisico. I suoi studi gli permisero di scoprire l'isocronismo delle oscillazioni del pendolo, di formulare teorie meccaniche e geometriche, di scoprire la bilancia per determinare il peso specifico dei corpi, e di ottenere la cattedra all'Università di matematica di Pisa. Durante gli anni nei quali lavorò a Pisa mandò avanti i suoi studi: scoprì la legge della caduta dei gravi e nel 1609 scoprì il cannocchiale. Le sue dottrine e le sue scoperte gli diedero una grandissima fama, ma lo portarono anche a scontrarsi con gli Aristotelici e la Chiesa. Nel febbraio del 1616, infatti, venne ammonito dal cardinale Bellarmino per il fatto che portasse avanti la teoria copernicana; quest'ultima venne messa all'indice.  T uttavia, Galielo continuò a mandare avanti i suoi studi. Nel settembre del 1632 venne citato da papa Urb ano VIII a pr esenta rsi al tri buna le del San to Uff izi o a Roma. Qui Gal ile o venne processato e, nel giugno 1633, abiurò. Gli venne conferito il carcere a vita, ma tuttavia questo si trasformò in una sorta di “arresti domiciliari” presso la sua villa di Acetri dove, assistito dalla figlia suor Maria Celeste, morì nel 1642. 2. La battagl ia per l'autonomia della scienza e il rifiuto del principi o di autori Il primo obbiettivo che Galilei si era posto, era quello di difendere la libertà della nuova scienza da ogni interv ento estern o. Galileo, al cont rario di molti dotti del temp o, riteneva che la lotta per la libertà della scienza era un qualcosa di necessario per il futuro dell'umanità. La polemica contro la chiesa e contro i teologi La controriforma aveva stabilito che la Chiesa dovesse avere il monopolio nelle interpretazioni delle dottrine: ogni dottr ina, e la rispe ttiva interpr etazione, dovevano essere conformi alle Sacre Scritture.  Tuttavia, tale decreto, applicato alla scienza moderna, farà sorgere dei problemi: il credente dovrà accettare solo il messaggio religioso e morale della Bibbia, oppure ogni affermazione scritturale? Alcuni, ad esempio il cardinale Bellarmino, sostenevano che la Bibbia fosse vera in tutte le sue affermazioni poi ché era stata scr itt a sot to ispirazione dello spirito santo; Galileo, invece, sosteneva che il messaggio della Bibbia fosse vero solo in campo religioso. Secondo il suo pensiero, infatti, una pos izione come quella di Bellarmino, non avrebbe fatto altro che ostaco lar e il pro gr esso della scienza e danneggiare la religione stessa: questa, inf atti, rimanendo legata a tesi dichiarate false dal progresso scientifico , sarebbe sicuramente apparsa ridicola. A questo proposito Galileo affronta il problema dei rapporti tra scienza e fede, e giunge ad alcune conclusioni. La scienza e la fede derivano entrambe da Dio: la Bibbia è la dettatura dello Spirito Santo, la natura è l' esecuz ione degl i or di ni di Di o. In quanto tali esse non possono essere in contr appos izione tra loro; qualsiasi contrasto tra ver ità scientifica e religiosa è solo apparente, e può essere risolto rivedendo l'interpretazione della Bibbia. Inoltre, per Galileo: le Sacre Scritture sono scritte nel linguaggio del popolo, mentre la natura e le sue leggi, non piegandosi alle esigenze umane, sono scritte nel linguaggio matematico; la Bibbia non ha nulla a che fare con i principi che riguardano la natura, il suo obbiettivo è solamente il destino dell'uomo (salvezza dell'anima, ascesa al Paradiso, ecc...). In conclusione la Bibbia è arbitra nel campo etico-religoso , la scienza è arbitra nel campo delle leggi naturali ; è l'interpretazione della Bibbia che deve sottostare alla scienza. L'errore dei teologi, quindi, è stato quello di pretendere che la Bibbia facesse testo anche alle conoscenze naturali. Con il passare del tempo la posizione di Galielo verrà accetata anche dalla Chiesa. La polemica contro gli aristotelici Liceo Scientifico G. Brotzu Anno scolastico 2011-2012

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Capitolo 2: Galilei1. Una vita consacrata alla scienza2. La battaglia per l'autonomia della scienza e il rifiuto del principio di autorità - La polemica contro la Chiesa e contro i teologi - La polemica contro gli aristotelici3. Le scoperte fisiche e astronomiche - Gli studi fisici - Il principio d'inerzia - Le leggi sulla caduta dei gravi - Il secondo principio della termodinamica - La distruzione della cosmologia aristotelico-tolemaica - Le scoperte astronomiche - Il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo - La scoperta del cannocchiale e la difesa del suo valore scientifico4. Il metodo della scienza - Le “sensate esperienze” e le “necessarie dimostrazioni” - Induzione e deduzione - Esperienza e verifica5. Metodo e filosofia - Presupposti e giustificazioni filosofiche del metodo - Il “realismo” di Galilei6. Il processo - Le prime accuse del clero e l'ammonizione del 1616 - La condanna del 1633 e l'abiura del copernicanesimo7. L'importanza di Galileo nella storia della filosofia

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CAPITOLO 2: GALILEI

1. Una vita consacrata alla scienzaGalielo Galilei nacque nel 1564 a Pisa da una famiglia borghese. Si trasferì a Firenze perstudiare letteratura e logica, e poi tornò a Pisa per studiare alla facoltà di medicina; tuttavia,

non essendo particolarmente interessato a questi studi, tornò a Firenze. Qui approfondì i suoistudi in campo matematico e cominciò a compiere alcune osservazioni in campo fisico. I suoistudi gli permisero di scoprire l'isocronismo delle oscillazioni del pendolo, di formulare teoriemeccaniche e geometriche, di scoprire la bilancia per determinare il peso specifico dei corpi, edi ottenere la cattedra all'Università di matematica di Pisa. Durante gli anni nei quali lavorò aPisa mandò avanti i suoi studi: scoprì la legge della caduta dei gravi e nel 1609 scoprì ilcannocchiale.Le sue dottrine e le sue scoperte gli diedero una grandissima fama, ma lo portarono anche ascontrarsi con gli Aristotelici e la Chiesa. Nel febbraio del 1616, infatti, venne ammonito dalcardinale Bellarmino per il fatto che portasse avanti la teoria copernicana; quest'ultima vennemessa all'indice. Tuttavia, Galielo continuò a mandare avanti i suoi studi. Nel settembre del 1632 venne citato dapapa Urbano VIII a presentarsi al tribunale del Santo Uffizio a Roma. Qui Galileo venne

processato e, nel giugno 1633, abiurò. Gli venne conferito il carcere a vita, ma tuttavia questosi trasformò in una sorta di “arresti domiciliari” presso la sua villa di Acetri dove, assistito dallafiglia suor Maria Celeste, morì nel 1642.

2. La battaglia per l'autonomia della scienza e il rifiuto del principio di autoritàIl primo obbiettivo che Galilei si era posto, era quello di difendere la libertà della nuova scienzada ogni intervento esterno. Galileo, al contrario di molti dotti del tempo, riteneva che la lottaper la libertà della scienza era un qualcosa di necessario per il futuro dell'umanità.

• La polemica contro la chiesa e contro i teologiLa controriforma aveva stabilito che la Chiesa dovesse avere il monopolio nelle interpretazionidelle dottrine: ogni dottrina, e la rispettiva interpretazione, dovevano essere conformi alle

Sacre Scritture. Tuttavia, tale decreto, applicato alla scienza moderna, farà sorgere dei problemi: il credentedovrà accettare solo il messaggio religioso e morale della Bibbia, oppure ogni affermazionescritturale?Alcuni, ad esempio il cardinale Bellarmino, sostenevano che la Bibbia fosse vera in tutte le sueaffermazioni poiché era stata scritta sotto ispirazione dello spirito santo; Galileo, invece,sosteneva che il messaggio della Bibbia fosse vero solo in campo religioso. Secondo il suopensiero, infatti, una posizione come quella di Bellarmino, non avrebbe fatto altro cheostacolare il progresso della scienza e danneggiare la religione stessa: questa, infatti,rimanendo legata a tesi dichiarate false dal progresso scientifico, sarebbe sicuramente apparsaridicola. A questo proposito Galileo affronta il problema dei rapporti tra scienza e fede, e giungead alcune conclusioni.La scienza e la fede derivano entrambe da Dio: la Bibbia è la dettatura dello Spirito Santo,

la natura è l'esecuzione degli ordini di Dio. In quanto tali esse non possono essere incontrapposizione tra loro; qualsiasi contrasto tra verità scientifica e religiosa è soloapparente, e può essere risolto rivedendo l'interpretazione della Bibbia. Inoltre, per Galileo:

➢ le Sacre Scritture sono scritte nel linguaggio del popolo, mentre la natura e le sue leggi,non piegandosi alle esigenze umane, sono scritte nel linguaggio matematico;

➢ la Bibbia non ha nulla a che fare con i principi che riguardano la natura, il suo obbiettivoè solamente il destino dell'uomo (salvezza dell'anima, ascesa al Paradiso, ecc...).

In conclusione la Bibbia è arbitra nel campo etico-religoso, la scienza è arbitra nelcampo delle leggi naturali; è l'interpretazione della Bibbia che deve sottostare alla scienza.L'errore dei teologi, quindi, è stato quello di pretendere che la Bibbia facesse testo anche alleconoscenze naturali.Con il passare del tempo la posizione di Galielo verrà accetata anche dalla Chiesa.

• La polemica contro gli aristotelici

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Galileo dichiarava che la scienza moderna dovesse essere indipendente non solo dalla Chiesa,ma anche dall'autorità di Aristotele. Egli stimava molto Aristotele, e infatti il suo disprezzoandava a colpire i suoi discepoli infedeli (gli aristotelici) che, anziché osservare e studiaredirettamente la natura, si limitavano a studiare i libri antichi, e finirono per vivere in unastratto “mondo di carta”. Galileo, inoltre, affermava che se Aristotele sarebbe tornato in vita,

avrebbe indicato lui come migliore discepole, e avrebbe adattato le sue idee alle nuovescoperte.Gli aristotelici, invece, rimanevano fedeli al dogmatismo anti-scientifico, ostacolandol'avanzata dello sviluppo scientifico. A tale proposito è da ricordare il racconto narrato dauno dei personaggi del Dialogo: egli si trovava in casa di un medico con alcuni Aristotelici, estavano osservando in un cadevere umano che i nervi partono dal cervello e non dal cuore.Nonostante avesse osservato con i propri occhi ciò, un aristotelico disse che continuava acredere che i nervi partissero dal cuore, per il fatto che ciò era stato affermato da Aristotele.

3. Le scoperte fisiche e astronomiche• Gli studi fisici

Galileo Galilei contribuì alla demolizione della tradizionale visione del cosmo con i suoi studifisici, e in particolare con gli studi della dinamica. Egli ottenne risultati talmente importanti in

tale campo da poter essere riconosciuto com il fondatore della dinamica scientifica moderna.

Il principio d'inerziaPer la fisica aristotelica lo stato naturale dei corpi sublunari è la quiete; il moto, invece, èqualcosa di temporaneo in quanto cessa quando viene meno la forza che lo produce. I moti sisuddividono in:

➢ moto naturale: è il moto che avvicina i corpi ai loro luoghi naturali;➢ moto violento: è il moto che allontana i corpi dai loro luoghi naturali.

Con l'intuizione teorica del principio d'inerzia, secondo il quale i corpi mantengono il propriostato di quiete o di moto rettilinio uniforme finché non intervengono forse esterne ,Galileo superò la concezione di quiete come qualcosa di naturale, e di moto come qualcosa ditemporale.Sebbene Galileo non enunciò mai in tutta la sua generalità questo principio, non si puòaffermare che egli non lo concepì veramente, altrimenti non si spiegherebbe come egli lo abbiaperfettamente applicato ai suoi studi.Il princpio d'inerzia, valido nella dinamica terrestre, si rivelò utile anche nel campo astronomico,poiché spiegava perchè i pianeti e la Terra avessero dei movimenti continui ed indefiniti.

Le leggi sulla caduta dei graviLa fisica aristotelica affermava che la velocità della caduta dei corpi dipendesse dal loro peso edalla spinta dell'aria.Galileo, attraverso un ragionamento teorico (il cosiddetto “ragionamento mentale”), arrivòinvece a risultati diversi: egli efferma che se due corpi dello stesso peso cadono insieme hannola stessa velocità; se durante la caduta i due corpi si uniscono, il loro peso raddoppierà, ma lavelocità rimarrà sempre la stessa.

Ciò significa, quindi, che la velocità della caduta dei gravi è sempre uguale e nondipende dal loro peso.La legge sulla caduta dei gravi si esprime in tutta la sua purezza in assenza d'aria. Per il fattoche Galileo non aveva la possibilità di osservare la caduta dei gravi nel vuoto, si dice che abbiaeffettuato vari esperimenti lanciando dalla torre di Pisa una palla dal peso di 1 libbra e una dalpeso di 100 libbre: in tal modo osservò che le due palle arrivavano a terra quasicontemporaneamente.

Il secondo principio della termodinamicaGalileo Galilei giunse al secondo principio della termodinamica, secondo il quale le forzeapplicate ai corpi non causano loro delle velocità, bensì delle accelerazioni proporzionalialle forze che le hanno prodotte.Ciò gli permise di formulare il concetto di accelerazione come variazione di velocità, e di

massa di un corpo come rapporto proporzionale tra la forza applicata al corpo e leaccelerazioni prodotte dalla forza.

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Galileo non dimostrava empiricamente i suoi esperimenti, essendo questi dei ragionamentiteorici, o mentali, e, sebbene l'esperienza li confutasse, essi bastarono per elimiare la fisicaaristotelica.

• La distruzione della cosmologia aristotelico-tolemaica

La crisi della fisica aristotelica è accompagnata dalla demolizione del sistema tolemaico. Lascienza moderna, infatti, nega l'esistenza di differenze tra i moti rettilinei e i moticircolari (entrambi spiegabili dal principio della dinamica) e, quindi, nega la distinzione tramondo sublunare e mondo sopralunare.Galileo aveva intuito la verità del copernicanesimo fin dal principio dei suoi studi e, pervennealle dimostrazioni empiriche di ciò, mediante alcune osservazioni effetuate con il cannocchiale.

Le scoperte astronomicheGalileo, soprattutto grazie al telescopio, fece una serie di scoperte astronomiche:

➢  Tradizionalmente si riteneva che la superficie della luna fosse liscia e levigata. Galileo,invece, scoprì che nella superficie lunare sono presente delle montagne, e che lemacchie che si vedono dalla terra non sono altro che le ombre di esse sotto l'effettodella luce del sole;

➢ Galileo scopre i quattro satteliti di Giove che ruotano attorno a questo mediantemovimenti analoghi a quelli compiuti dalla Luna attorno alla Terra. Per il fatto che Giove,assieme ai suoi satelliti, gira attorno al Sole, Galileo comincia a pensare che anche la Terra giri attorno al Sole;

➢ La cosmologia tolemaica riteneva che i corpi celesti fossero perfetti, incorruttibli e nonsoggetti al divenire. Galileo, invece, osservò che nella superficie del sole apparivano escomparivano alcune macchie, che non erano altro che le ombre dei corpi celesti;questi, quindi, erano soggetti a mutamenti e trasformazioni.

Molti studiosi, per smentire ciò che diceva Galilei, affermavano che:➢ il telescopio era uno strumento “diabolico” e che deformava le immagini;➢ non vedevano ciò che vedeva Galileo;➢ le macchie sulla superficie del sole non erano altro che degli astri che compivano dei

regolari percorsi. A tale proposito Galileo affermò che le macchie apparivano adintermittenza e con forme diverse, per cui era impossibile che si trattasse del passaggioregolare di astri.

Grazie al telescopio Galileo potè inoltre affermare che la Terra non è il solo pianeta a nongodere di luce propria, ad esempio anche Venere è illumata dalla luce del Sole nel mentre chegli gira intorno; e che le stelle fisse non sono le uniche stelle esistenti: ve ne sono delle altredisseminate a gruppi nello spazio.

Il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondoNel 1632, durante il pontificato di Urbano VIII, Galileo presenta la sua opera intitolata “Dialogosopra i due massimi sistemi del mondo”. Egli affermò di voler presentare, con quest'opera, idue grandi modelli cosmologici della storia (sistema tolemaico e sistema copernicano), ma inrealtà espose solo argomenti a favore del copernicanesimo.

I personaggi di quest'opera sono:➢ Simplicio: tradizionalista e conservatore attaccato alla figura di Aristotele che, quindi,

difende la dottrina geocentrica di Tolomeo;➢ Salviati: nobile fiorentino realmente esistito amico di Galileo che difende il

copernicanesimo;

➢ Sagredo: nobile veneziano realmente esistito amico di Galileo che rappresenta ilmoderato, teso a simpatizzare con le dottrine moderne.

Il Dialogo è suddiviso in quattro giornate:1. Nella prima giornata Galileo mette sotto accusa la distinzione tra mondo celeste e

mondo terreno confermata dagli aristotelici;2. Nella seconda giornata vengono date risposte a tutti i quesiti anti-scientifici mossi dagli

aristotelici:

➔ Il moto della terra, secondo gli aristotelici, dovrebbe provocare il volo delle personee degli oggetti che stanno sulla superficie terrestre. Salviati risponde che ciò non

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accade perchè l'aria partecipa al movimento della Terra e quindi, in rapporto conessa, è ferma;

➔ La Terra, muovendosi da est verso ovest, implicherebbe la caduta degli oggettiobliquamente, cioè più verso ovest. Salviati risponde che ciò non accade perchè ilgrave, nella caduta, partecipa al moto della terra, per cui cade perpendicolarmente;

  Tutto ciò si ispira al “principio della relatività galeliana”, secondo il quale risultaimpossibile decidere se un “sistema chiuso” sia in quiete o in moto rettiliniouniforme. Da tale principio ne deriva che l'aria si muove assieme alla Terra e i gravicadono comportandosi come se essa fosse immobile.

3. Nella terza giornata viene dimostrato il moto di rotazione della Terra e vieneesaltato il copernicanesimo come unica dottrina capace di fornire spiegazioni afenomeni inspiegabili con metodi matematici molto più semplici rispetto a quelli delsistema tolemaico;

4. Nella quarta giornata Galileo espone la sua teoria delle maree.

• La scoperta del cannocchiale e la difesa del suo valore scientificoGalileo potè rivoluzionare l'astronomia grazie agli strumenti scientifici. Questi gli servirono nonsolo per compiere osservazioni, ma soprattutto per poter riprodurre i fenomeni nelle condizioni

volute.Galileo stesso scrisse di essere venuto a conoscenza del fatto che un olandese era riuscito acostruire un “occhiale” che gli permetteva di vedere immagini lontane come se fossero vicine.Galileo decise di costruire uno strumento simile per conto suo, e fu così che riuscì a costruireun cannocchiale che gli permetteva di ingrandire le immagini di trenta volte. Tuttavia, non è l'invenzione in se che costituisce la grandezza di Galilei, è piuttosto il fatto cheegli lo abbia utilizzato in campo scientifico. Le lenti, infatti, erano note già dal XIII secolo.Queste, però, venivano utilizzate dai nobili nei giochi di società, venivano considerate“diaboliche” dai teologi, in quanto andavano a sostituire gli occhi che Dio aveva donato agliuomini, e venivano considerate fonte di illusione.Proprio il fatto che Galileo utilizzò il cannochiale in campo scientifico lo portò a scontrarsicon gli aristotelici e i teologi: era impossibile credere a Galileo e al suo strumento meccanico,piuttosto che alla Bibbia e alla figura di Aristotele.

4. Il metodo della scienzaL'avvenimento più importante della Rivoluzione Scientifica è certamente il “metodoscientifico”. Galileo non scrisse mai una vera e propria teoria circa il suo metodo perchè, piùche teorizzarlo, preferiva applicarlo. Tuttavia, soprattutto nelle opere di fisica, non mancanoalcune osservazioni metodologiche e alcuni tentativi di sintetizzare questo metodo di studiodella scienza.Galielo tende ad articolare il lavoro della scienza in due parti: il momeno risolutivo  oanalitico, e il momento compositivo o sintetico.Durante il momento risolutivo:

1. viene osservato il fenomeno;2. il fenomeno viene “scissa” nei suoi elementi più semplici;

3. gli elementi vengono misurati matematicamente e, per così dire, ridotti nella lorostruttura quantitativa;4. si formula un'ipotesi matematica che spieghi il fenomeno

Durante il momento compositivo:1. attraverso l'esperimento e la verifica si tenta di riprodurre il fenomeno artificialmente,

in modo tale da verificare se l'ipotesi avanza è corretta o sbagliata. Nel caso chel'ipotesi sia sbagliata essa verrà confutata, nel caso che essa sia giusta, invece, si passaalla seconda fase del momento compositivo;

2. si formula una legge.

• Le “sensate esperienze” e le “necessarie dimostrazioni”Galileo utilizza varie terminologie per parlare del suo metodo sperimentale: ad esempio, nellalettere che scrisse alla duchessa della Toscana, egli parò di “sensate esperienze” e di

“necessarie dimostrazioni”.Letteralmente “sensate esperienze” significa “esperienza dei sensi”; Galileo utilizzò tale

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espressione per mettere in rilievo il momento osservativo-induttivo della scienza. Gliscienziati, infatti, attraverso l'osservazione dei fatti sono indotti ad una legge generale.Questo momento durante il quale si passa “dal particolare al generale” è il momento piùconosciuto del metodo scientifico, e viene anche detto “momento sperimentale”.L'espressione “necessarie dimostrazioni” significa invece “dimstrazioni matematiche”, e con

essa Galielo ha voluto mettere in evidenza il momento ipotetico-deduttivo della scienza. Ledimostrazioni necessarie, o matematiche, sono quei ragionamenti logici, condotti su basematematica, attraverso le quali lo scienziato, partendo da un'intuizione di base eprocedendo per supposizioni, formula le sue ipotesi che, ovviamente, verrano poi verificatetramite l'esperimento.

• Induzione e deduzioneLe “sensate esperienze” le “necessarie dimostrazioni” hanno presentato Galileo alcunevolte come “iduttista”, ossia come uno scienziato che con l'osservazione passa a formulareleggi che regolano i fenomeni (passa dal particolare al generale), e altre volte come“deduttista”, ossia come uno scienziato che si affida più alla ragione che all'osservazione, eche passa dal generale al particolare. Ma Galileo, quindi, è induttista o induttista? Egli èentrambe le cose assieme, poiché alcune volte fa prevalere il momento sperimentale, altre

volte il momento ipotetico-deduttivo. Tuttavia induzione e deduzione non possono essere prese in considerazione singolarmente,poiché esse si implicano a vicenda:

➢ le “sensate esperienze”, infatti, implicano sempre un riferimento alle “necessariedimostrazioni”. Ciò perchè le sensate esperienze vengono riassunte ed elaborate inun contesto matematico-razionale, e anche perchè esse, fin dall'inzio, sono“cariche di teoria”: non si può formulare una legge partendo da osservazioni se non siconosce la teoria;

➢ le “necessarie dimostrazioni” presuppongono implicitamente o esplicitamente le

“sensate esperienze”. Ciò perchè innanzitutto l'esperienza è la base per la formulazione delle

ipotesi le quali non possono nascere dal nulla, ma nascono dall'osservazione dei fatti. In

secondo luogo le intuizioni e le ipotesi acquistano validità solo attraverso

l'esperimento. Tuttavia non è sempre possibile una verifica diretta delle ipotesi; ad esempio nessuno puòverificare il principio d'inerzia. Comunque risulta sempre possibile una verifica indirettadelle conseguenze che vengono “dedotte” dall'accettazione dei vari principi.L'analisi delle “necessarie dimostrazioni” permette, inoltre, di capire meglio il rapporto e ledifferenze esistenti tra la matematica pura e la teoria fisica. Fino a questo momento, infatti, lamatematica era considerata la materia più astratta; ora, invece, essa rappresenta lostrumento di scoperta scientifica, il linguaggio, e il metodo stesso della scienza.

• Esperienza e verificaCon Galileo i termini “esperienza” e “verifica” assumono un significato diverso rispetto alpassato.

Per esperienza, infatti, non si intende la registrazione immediata dei fatti, bensì il frutto diuna complessa elaborazione teorico-matematica dei dati che si conclude con la verifica.Ciò perchè l'esperienza quotidiana può essere ingannevole (Galielo, infatti, si ritrovòmolto spesso a combattere contro “apparenze” che sembravano attestare tesi opposte allesue), e perchè l'esperienza di per sé non ha un valore scientifico se non vienelegittimata dall'esperimento.Allo stesso modo, la verifica non viene intesa come un'immediata apparenza vista attraverso isensi, bensì come una procedura complessa che tendeva a creare le necessariecondizioni affinchè un fenomeno potesse essere riprodotto. Gli scienziati, infatti,dovevano cercare di riprodurre i fenomeni togliendo via il maggior numero possibile dicondizioni disturbanti.Gli scienziati, dunque, dovevano essere in grado di riprodurre i fenomeni in laboratorio; quandociò non era possibile, dovevano riprodurre idealmente i fenomeni, ossia nella noro mente.

Proprio da ciò i cosiddetti “esperimenti mentali”. Galileo, trovandosi talvolta impossibilitato ariprodurre “praticamente” un fenomeno, ricorreva a una sorta di “fisica ideale” che gli

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permetteva non solo di formulare ipotesi, ma anche di verificarle.

5. Metodo e filosofiaCon il metodo scientifico Galielo pervenne alla nuova concezione di natura e di scienza: lanatura era considerata un ordine oggettivo, causalmente strutturato, relazionale e governato

da leggi; la scienza era considerata un sapere sperimentale-matematico edintersoggettivamente valido.In particolare Galileo affermava che l'uomo non poteva giudicare con un metro umano lanatura, anche per il fatto che alla mente umana non è concesso di conoscere la natura nellasua totalità.Di conseguenza non dobbiamo cercare di conoscere la “causa finale” della natura (isuoi perchè, i suoi fini) come facevano gli Aristotelici, bensì dobbiamo cercare di conoscere lasua “causa efficiente”, ossia dobbiamo cercare di capire quali sono le forze che, nel loroinsieme, originano un fenomeno, e quali sono le cause e gli effetti che legano i fenomeni tra diloro.

• Presupposti e giustificazioni filosofiche del metodoGalileo accompagnava alle sue concezioni scientifche alcuni pensieri filosofici tratti da dottrine

filosofiche.➢ Galileo affermava che il linguaggio della natura è quello matematico: egli assorbì dalle

convinzione dalle dottrine di Platone e Pitagora i quali affermavano che il linguaggio

del cosmo è quello geometrico;➢ Galileo privilegiava gli aspetti quantitativi del reale a discapito di quelle qualilativi: tale

atteggiamento deriva dall'antica distinzione tra proprietà oggettive e propietàsoggettive; per proprietà oggettive si intendono quelle proprietà che caratterizzano uncorpo in quanto tali; per proprietà soggettive si intendono quelle proprietà che l'uomoattribuisce ai corpi;

➢ Galileo riteneva valida la convinzione secondo cui a cause simili corrispondononecessariamente effetti simili: tale pensiero gli viene suggerito dalla concezionedell'uniformità della natura che, seguendo un percorso sempre identico a se stesso,

risulta necessario ed immutabile;➢ Galileo aveva fiducia nella verità assoluta della scienza; ciò dalla teoria secondo la quale

l'uomo e Dio conosco la verità con lo stesso grado di certezza: Dio, però, conosce tuttele infinte verità immediatamente ed intuitivamente, l'uomo, invece, conosce solo unaparte di verità e, tale conoscenze, progredirà con il passare del tempo attraverso ilragionamento discorsivo.

• Il “realismo” di Galileo Tutte le giustificazioni filosofiche hanno alla base una certezza di Galileo: egli era convinto chevi fosse uniformità tra il pensiero e l'essere, ossia tra ciò che la scienza sostiene e ilmondo quale veramente è.Ciò porta ad indicare il rapporto tra scienza e natura in termini di “rispecchiamento”.

Questa concezione di Galileo fu un motivo di scontro con la Chiesa e con Bellarmini chevolevano obbligare Galileo a parlare del copernicanesimo in termini “ipotetici”. Tuttavia Galielonon si arrese davanti a ciò, e tanto meno davanti alle argomentazioni di papa Urbano VIII ilquale affermava che, essendo le vie del Signore infine, è impossibile conoscerle, per cui non sipuò mai credere totalmente ad una teoria, anzi, bisogna solamente parlare di “ipotesi”.

6. Il processo• Le prime accuse da parte del clero e l'ammonizione del 1616

Le prime reazioni polemiche nei confronti di Galileo vennero mosse dalla Chiesa. Se da unaparte i gesuiti mantennero un atteggiamento abbastanza prudente, dall'altra parte idomenicani si scagliarono contro la concezione copernicana. In particolare, un fratedomenicano, nel 1612 accusò di eresia i copernicani e, nel 1616, citò Galileo al Santo Uffizziodenunciandone sia il copernicaneismo, sia il modo di intendere il rapporto tra scienza e Sacre

Scritture. Il Santo Uffizio lasciò la vicenda del copernicanesimo nelle mani dei teologi chedichiararono

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➢ falsa e assurda filosoficamente e formalmente eretica la concezione eliocentrica;➢ falsa e assurda filosoficamente ed errata nella Fede la mobilità della terra.

Per questi motivi vennero messe all'indice le opere di Copernico e di altre copernicani, mentreGalileo venne ammonito dal cardinale Bellarmini. Il verbale dell'ammonimento è ancora oggi ungiallo: in esso, infatti, non vi è la firma di un notaio, né di testimoni, tanto meno di Galilei. Anzi,

per il fatto che durante il futuro processo Galilei affermerà di non avere mai visto questo foglio,molti studiosi sono arrivati a confermare che questo venne scritto posteriormente per avereprove contro Galileo.A parte ciò, comunque, sappiamo che Galileo, dopo essere stato ammonito, ottenne dalcardinale Bellarmini un certificato con cui combattere le calunnie e le invenzioni che giàcircolavano sul suo conto.

• La condanna del 1633 e l'abiura al copernicanesimoNel 1632, incoraggiato dall'elezione di Papa Urbano VIII, Galileo pubblicò la sua opera “Dialoghisotto i due massimi sistemi del mondo”. Galileo affermò che con quest'opera voleva presentareil sistema coperncano e quello tolemaico, ma in realtà egli espose solo argomenti a favore delcopernicanesimo. Papa Urbano VIII, convinto dagli oppositori di Galileo di essere stato preso ingiro dalla figura di Simplicio, fece sospendere la pubblicazione dell'opera tramite l'inquisitore di

Firenze.Galileo venne citato dal papa al Santo Uffizio ma, fingendosi malato, riuscì a perder tempo. Tuttavia, ormai vecchio e malaticcio, fu costretto, nel 1633, a trasferirsi a Roma, dove vennetenuto segregato come un prigioniero.Galileo venne accusato di non aver rispettato l'ammonimento che gli impediva di difendere edinsegnare il copernicanesimo; Galileo si diffese affermando che l'ammonimento gli impediva didifendere e tenere il copernicanesimo, ma non di insegnarlo. Lo scienizato, rimasto inoltresenza testimoni (Bellarmini era ormai morto), provò a raggirare le sue accuse: affermò che coni Dialoghi non voleva insegnare il copernicanesimo, ma che addirittura voleva dimostrare la suaerroneità. Ovviamente i giudici non crebbero a questa plateale bugia. Galileo modificò allora lasua posizione: confessò di essere andato contro ciò che l'ammonimento gli impediva e di averdifeso il copernicanesimo.Dopo un altro interrogatorio i giudici terminarono la sentenza e, nello stesso giorno, inginocchio, davanti a tutti i cardinali della Congregazione, Galileo abiurò.

7. L'importanza di Galileo nella storia della filosofiaGalileo, avendo una grande importanza per la scienza moderna, ha conseguentemente unagrande importanza nella storia del pensiero filosofico:

➢ con Galileio entrano in crisi concetti millenari della metafisica: ad esempio ilconcetto di essenza e di causa finale vengono considerati inadatti per conoscereadeguatamente la natura;

➢ contemporaneamente, egli elabora concetti del tutto nuoci ri ragione, esperienza,intuizione e deduzione, e contrassegna la scienza moderna con la verifica;

➢ alla tradizionale concezione della natura come insieme di essenze, egli contrappone laconcezione di natura come sistema di relazioni e leggi;

➢ con il suo metodo, Galileo lascia indirettamente ai filosofi successivi una serie diinterrogativi che dimostrano chiaramente come parallelamente alla rivoluzionescientifica si fosse sviluppato il pensiero filosofico.

Liceo Scientifico G. Brotzu Anno scolastico 2011-2012

5/11/2018 Riassunto: Galileo Galilei - slidepdf.com

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Angioni Federica IV F GALILEI

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