Riassunti filosofia

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RIASSUNTO DEL PARAGRAFO "3: LO STATO E IL COMPITO DEL FILOSOFO"; PP: 205 - 215;

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3. Lo stato e il compito del filosofo

Lo stato ideale e la giustizia

Tutti i temi dei dialoghi platonici precedenti si trovano riassunti nella sua massima opera: la Repubblica. In essa Platone idealizza uno stato perfetto basato sulla giustizia, essa è infatti la condizione fondamentale della nascita e della vita dello stato. Lo stato deve essere costituito da tre classi: quella dei governanti, quella dei custodi o guerrieri e quella dei cittadini. La saggezza appartiene alla prima di queste classi, perché basta che i governanti siano saggi perché tutto lo stato sia saggio. Il coraggio è proprio della classe dei guerrieri. La temperanza è virtù comune a tutte le classi. La giustizia si realizza quando ciascun cittadino attende al proprio compito e garantisce l'unità la forza dello stato. Nell'anima individuale Platone distingue, come nello Stato, tre parti: la parte razionale, la parte concupiscibile e la parte irascibile. Anche nei singoli individui la giustizia si realizzerà quando ogni parte dell’anima svolgerà la propria funzione.

Caratteri e motivazioni delle classi sociali e il “comunismo” platonico

Due condizioni sono necessarie per la realizzazione della giustizia nello stato. In primo luogo, l'eliminazione della ricchezza e della povertà che rendono entrambe impossibile all'uomo di attendere al compito proprio. La seconda condizione è l'abolizione della vita familiare. Le unioni matrimoniali sono stabilite in base ai criteri di procreazione di figli sani che verranno educati dallo stato e strappati ai propri genitori in modo da costituire una grande e solidale famiglia. Le diversità fra gli individui dipendono da fattori psicologici e antropologici. Gli uomini pertanto non sono divisi in classi per diritti di nascita ma per attitudini naturali. È presente una mobilità sociale ma in maniera limitata poiché generalmente i figli assomigliano ai genitori.

Ma i guardiani sono felici?

Platone risponde postulando che essi siano felici in quanto filosofi e che la loro felicità risieda nella giustizia ossia nell’adempimento della loro funzione al fine superiore del benessere della comunità.

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Le degenerazioni dello Stato

Platone è consapevole che uno stato di tale tipo non sia in alcun modo attuabile ma è anche convinto che esso sia il modello secondo cui migliorare quelli già esistenti e giudicarli. Esistono infatti diverse forme di stato ed esse sono tutte degenerazioni dello stato perfetto e a tali degenerazioni corrispondono quelle dell’uomo ingiusto. La prima di esse è la timocrazia, governo fondato sull'onore; ad esso corrisponde l'uomo timocratico, ambizioso e amante del comando e degli onori, ma diffidente verso i sapienti. La seconda forma è l'oligarchia, governo fondato sul censo; ad esso corrisponde l'uomo avido di ricchezze, parsimonioso e laborioso. La terza forma è la democrazia, nella quale i cittadini sono liberi e ad ognuno è lecito di fare quello che vuole; ad essa corrisponde l'uomo democratico che non è parsimonioso, ma tende ad abbandonarsi a desideri smodati. Infine la più bassa di tutte le forme di governo è la tirannide, che spesso nasce dall'eccessiva libertà della democrazia. E' la forma più spregevole perché il tiranno, per guardarsi dall'odio dei cittadini, deve circondarsi degli individui peggiori. L'uomo tirannico è schiavo delle sue passioni alle quali si abbandona smodatamente ed è il più infelice degli uomini.

Platone e la democrazia

Due opposte concezioni della vita associata. Il progetto politico platonico di una riforma della comunità nasce in antitesi alla degenerazione della democrazia ateniese tanto che Platone critica anche gli uomini politici che attuarono riforme in senso democratico. Il severo giudizio di Platone nei confronti della democrazia ateniese nasce non solo come reazione all’ insicurezza politica dei suoi tempi ma anche dal desiderio di ritrovare un modello aristocratico di coesistenza sociale. La proposta politica di Platone va pertanto collocata nel contesto della sua epoca segnata dal conflitto tra aristoi e demos.

La politica come prerogativa di classe e la ferrea regolamentazione dello Stato. La divisione in classi è in grado di garantire un modello statico e gerarchico di coesistenza sociale basato su ruoli fissi e nettamente differenziati. Secondo l’organicismo platonico uno stato è infatti sano quando ognuno attende al proprio dovere in funzione del benessere dello Stato. Secondo Platone al contrario di Protagora l'arte politica è una virtù riservata solamente alla classe “aurea” dei governanti, e il loro operato non deve prescindere dal consenso delle altre classi. Il totale rigetto della democrazia è accompagnato dalla forte tendenza statalista di Platone, contestata aspramente da Aristotele, che prevede una regolamentazione della società fin nei minimi particolari. Lo stato platonico pur non essendo democratico non va inteso come un classico stato aristocratico poiché i governati si distinguono per il possesso del sapere. La ragione al potere rappresenta in Platone una novità assoluta che permette di definire lo stato idealizzato dal filosofo ateniese come sofocratico o noocratico.

Chi custodirà i custodi? L'importanza dell'educazione nella

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città platonica

Poiché lo stato platonico non prevede alcuna regolamentazione democratica collegiale che debba controllare l'operato dei governanti sorgono i quesiti: chi custodirà i custodi? Come si può essere sicuri che questi operino nel bene della collettività e non ricerchino il benessere personale? davvero l'azione dei governanti realizzerà il bene della comunità? A tali quesiti Platone risponde postulando che i custodi siano in grado di custodirsi da soli poiché sono filosofi e come tali sono possessori del sapere e della saggezza. Lo stato platonico è basato su un rigido sistema educativo che deve formare in modo ineccepibile i futuri governanti. Platone è infatti convinto che gli individui educati a pensare al bene collettivo saranno in grado di agire per il bene superiore dello stato anteponendolo ai propri interessi personali. L’educazione tuttavia non riguarda tutti i cittadini ma è una prerogativa esclusivamente riservata alle classi superiori poiché secondo Platone la massa è filosoficamente impossibilitata a riflettere.

I gradi della conoscenza e l'educazione

Per Platone la conoscenza è come una linea retta suddivisa in due parti a loro volta suddivise in due segmenti. Pertanto esistono 4 stadi del sapere:

1. conoscenza sensibile -->congettura {mondo sensibile -->ombre delle cose -->credenza -->cose sensibili

2. conoscenza razionale -->ragione matematica {mondo ideale --> idee matematiche -->intelligenza filosofica -->idee valori

La filosofia è superiore alle altre scienze poiché a differenza della matematica risale ai principi supremi e si occupa dei problemi dell’ uomo e dell’ etica.Le scienze matematiche tuttavia hanno una grandissima importanza per Platone e sono a loro volta distinte in:

• aritmetica• geometria• astronomia• musica

Queste discipline costituiscono la propedeutica alla filosofia, preparano i filosofi alla scienza suprema delle idee (dialettica) e sono alla base dell’ istruzione dei futuri reggitori dello stato platonico.